Archivio Mensile: Marzo 2008

Festa della donna

C'è da ammettere che senza di te, nulla può essere considerato importante… Oggi è la tua festa ed io da maschietto, voglio augurarti di goderti questo privilegio che la vita ti ha donato… essere donna! Auguri!……… Auguri a tutte le DONNE.

Vincnzo  

 

Interventi strada Rio Martino

Latina, 07 Marzo 2008

Trasmissione via fax.

Al Sig. Sindaco di Latina
On. Vincendo Zaccheo

Al Sig. Presidente della Provincia
Dott. Armando Cusani

Con la presente denunciamo il grave pericolo che esiste sulla via Lungomare, tratto Capo Portiere – Rio Martino, numerosi rami invadono,  in alcuni punti, la strada creando serio pericolo per gli automobilisti e i ciclisti. Sollecitiamo un Vostro pronto intervento per scongiurare gravi incidenti.
                                                                                   

Il Presidente Regionale
Roberto Marzella

http://www.q4q5.it/uploads/1204917054.pdf

La soluzione alternativa al termovalorizzatore: TMB e Pirolizzatore

LA SOLUZIONE ALTERNATIVA AL TEMOVALORIZZATORE: "TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO"  E "PIROLIZZATORE"

 

Salve a tutti,

dopo un lavoro di circa un mese, ho terminato un documento riguardante la corretta gestione del ciclo dei rifiuti.

E' un documento che va ad approfondire tutte le varie tecnologie di trattamento dei rifiuti esistenti, evidenziandone i pregi e i difetti, sulla base di fonti e documenti molto autorevoli e imparziali: ho voluto evitare di fare ricorso semplicemente a articoli di giornali o riviste o, peggio, ad altri rapporti la cui attendibilità non era possibile provare.

Pertanto mi sono basato su documenti dell'APAT,  dell'Associazione Medici per L'Ambiente, di Nanodiagnostic,  su conferenze dell'Enea,  su  esempi di  impianti già esistenti e funzionanti fatti sia dalle rispettive  aziende costruttrici, che relazioneati nelle pubblicazioni di "Juniper Consultancy Services Ltd", e altre ancora.

Tutte le fonti che ho utilizzato sono consultabili e verificabili anche da internet, e i rispettivi link sono inseriti nelle note presenti sul documento stesso.

E' stato un lavoro che ho iniziato, sinceramente, per cultura personale, per una mia curiosità di capire bene un'argomento divenuto molto d'attualità nella nostra provincia.

Alla fine però, vista anche la molta disinformazione che c'è su questo tema (e di cui io non ero certo privo), ho pensato potesse essere utile condividerlo con tutti, cittadini, politici, giornalisti, etc..

Credo infatti che mai come in questo momento, in cui la classe politica tutta è chiamata a fare scelte decisive riguardanti le soluzioni da adottare al problema rifiuti,  sia importante smascherare i tanti luoghi comuni riguardanti questo argomento, proponendo, allo stesso tempo, delle soluzioni alternative e migliori sotto tutti i punti di vista.

Allego quindi il documento, in modo tale che possa essere scaricabile e consultabile da chiunque, e di seguito metto anche (tra i ****) un breve riassunto del documento e delle conclusioni a cui sono giunto alla fine della mia ricerca.

In un post successivo a questo allegherò anche alcune fonti (del documento) che ritengo molto importanti, nonchè le rispettive traduzioni in italiano (alcune sono infatti in inglese):

a tale proposito vorrei ringraziare Salvatore Antoci per l'aito che ha saputo darmi attraverso l'importante lavoro di traduzione che ha portato avanti a riguardo.

Un caro saluto a tutti,

Stefano Cassoni 

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Ad oggi, purtroppo, sia tra i cittadini che tra i  politici, continua ad esserci una grande disinformazione sulla corretta gestione dei rifiuti e, in particolare, sulla questione dei termovalorizzatori.

Si continua infatti a  ritenere gli inceneritori con recupero energetico (chiamati termovalorizzatori solo in Italia) la soluzione migliore e definitiva a tutti i problemi di smaltimento dei rifiuti.

Si continua a pianificarne e costruirne di nuovi con la convinzione che con gli inceneritori sia possibile ridurre quasi a “zero” i rifiuti conferiti in discarica e senza pericoli alcuni per la salute pubblica, poiché le ultime tecnologie consentirebbero di ridurre al minimo l’inquinamento prodotto.

Ebbene, non c’è nulla di più sbagliato nel ritenere un inceneritore “poco inquinante”: molti studi a riguardo, come quello portato a termine dallo stesso Istituto Superiore di Sanità nel 2004, hanno evidenziato che nelle zone attigue agli inceneritori aumentano gli effetti cancerogeni e vi è un significativo incremento di mortalità causato da cancro al polmone, linfomi e neoplasie infantili; ciò è causato dalle nanoparticelle prodotte dalla combustione dei rifiuti che, essendo inferiori ai 2,5 micron non possono essere fermate da nessun filtro anti-particolato oggi esistente.

Non c’è nulla di più sbagliato, inoltre,  nel dire che  i termovalorizzatori sono una soluzione definitiva al problema dei rifiuti, o che con un inceneritore è possibile ridurre a percentuali trascurabili i rifiuti conferiti in discarica: un inceneritore produce scorie solide e ceneri volatili pari a 1/3 del peso dei rifiuti che vi vengono introdotti; ciò significa che il 33% dei rifiuti che finiscono nell’inceneritori,  vanno poi conferiti in discarica. Tra l’altro, prima di inviarle in discarica queste scorie devono essere trattate e rese inerti, in quanto sono altamente tossiche e pericolose per la salute pubblica.

Infine, non è vero che sono economicamente convenienti: continuano ad esserlo solo grazie agli incentivi statali CIP6 sulle fonti rinnovabili che ricevono. Ma questi contributi sono stati ritenuti illegittimi dalla stessa Unione Europea, che ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia, in quanto i rifiuti o le “ecoballe”  (o CDR), bruciati nei termovalorizzatori, non possono essere considerati “fonte di energia rinnovabile” . Insomma, il governo italiano sarà giustamente costretto a togliere questi incentivi ai termovalorizzatori, e gli inceneritori non saranno più convenienti come ora, specie se confrontati con altre tecnologie alternative esistenti.

E allora? Purtroppo, seppur auspicabile, non si può fare ricorso esclusivamente alla Raccolta Differenziata: è difficile, in una grande città, superare il 50% di differenziata e solo con il metodo del “porta a porta” è possibile realizzare l’auspicabile traguardo del 70% e oltre.

Rimarrebbe quindi una percentuale non trascurabile di rifiuti indifferenziati che in qualche modo bisogna pur trattare, in quanto non può essere più accettabile conferirla direttamente in discarica.

A questo proposito, un’altra convinzione non vera è che l’unica tecnologia esistente per trattare i rifiuti indifferenziati sia la produzione di CDR (mediante appositi impianti) e il suo smaltimento mediante termovalorizzatore.

Infatti, sia in Italia (con la presenza di 114 impianti di questo tipo) che nel resto del mondo, la tecnologia maggiormente usata per trattare questi rifiuti sono gli Impianti di TMB (Trattamento meccanico Biologico).

In particolare, nei processi TMB più avanzati (quelli che non prevedono la triturazione iniziale dei rifiuti), i rifiuti indifferenziati, invece di essere subito triturati (come avviene nei tradizionali impianti di produzione di CDR), vengono selezionati e separati mediante appositi processi di vagliatura, consentendo il recupero dei materiali riciclabili presenti: nell’impianto TMB di Seamer Carr in Inghilterra, ad esempio, si riesce a riciclare il 90% del metallo, alluminio, plastica rigida e materiale organico, il 70% del vetro e fino al 90% della carta e cartone presenti nei rifiuti indifferenziati in ingresso nell’impianto.

Inoltre la parte umida dei rifiuti, accuratamente selezionata, viene sottoposta a processi particolari chiamati “digestione aerobica” o “anaerobica”: in particolare, mediante la digestione anaerobica si ha la produzione di un “digestato solido”, da utilizzare per migliorare le proprietà agricole del suolo, e il recupero di biogas, utilizzato per produrre calore ed energia elettrica.

Al contrario di quanto si potrebbe pensare, poi, questi impianti costano molto meno di quanto costano gli inceneritori; inoltre non producono inquinamento, permettono di incrementare la differenziazione e il riuso dei rifiuti  e consentono di inviare in discarica molti meno scarti ( tra l’altro totalmente inerti e non pericolosi per la salute pubblica) di quanto non riescano a fare i termovalorizzatori.

Ma non solo, perché negli stessi impianti è possibile  trasformare la frazione secca e non differenziabile dei rifiuti (selezionata anch’essa durante il processo di vagliatura) in CDR (combustibile derivato dai rifiuti).

In questo caso, per smaltire il CDR prodotto, ai tanto declamati inceneritori sono da preferirsi i “pirolizzatori (molto diffusi nel resto del mondo e chiamati anche “dissociatori molecolari”), ossia impianti simili ai gassificatori  ma che, lavorando a temperature inferiori ai 400°C e in totale assenza di aria, consentono di  ridurre di oltre cento volte l'emissione di polveri sottili e nanopolveri, permettono la riduzione di ossidi di azoto e metalli pesanti, e una concentrazione di diossina e furani al disotto dei valori misurabili.

Va infatti evidenziato che a temperature comprese tra 400 e 800 °C si ha una forte produzione di diossina, ma a temperature superiori agli 800°C si ha una forte produzione di nanopolveri, responsabili di malattie respiratorie e tumori.

Tali impianti, utilizzando la “dissociazione molecolare”, trasformano i rifiuti in un “gas di sintesi” da utilizzare per produrre energia elettrica e calore, con rendimenti superiori a quelli di un inceneritore ma a un costo (sia di costruzione che di gestione) decisamente più basso.

Infine consentono una produzione di scorie enormemente minore rispetto a un inceneritore: mediante questi impianti viene inviato in discarica soltanto il 3% (contro il 30% degli inceneritori) dei rifiuti introdotti.

Di tali impianti è possibile costruirne anche più di uno nella stessa provincia, in particolare vicino agli impianti di TMB stessi: i “pirolizzatori” (ma anche i gassificatori), infatti, sono impiantisticamente molto versatili, ossia è possibile proporzionarli alla reale quantità di CDR prodotto. In questo modo si va ad evitare anche l’inquinamento dovuto al trasporto del CDR per  smaltirlo nell’impianto stesso.

 
Alla luce di tutto questo non ha più senso anche solo parlare di inceneritori.

Le migliori tecnologie da adottare per una corretta chiusura del ciclo dei rifiuti sono, sotto tutti i punti di vista, gli Impianti di TMB uniti, eventualmente, a pirolizzatori.

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http://www.q4q5.it/uploads/6023664835.pdf

http://www.q4q5.it/uploads/6023664840.pdf

Un Film da vedere !

Ciao,
vi scrivo perché sto aiutando alcuni miei amici a cercare persone
interessate a vedere il film

"ZERO – Inchiesta sull'11 settembre", nato da un'inchiesta
giornalistica di Giulietto CHIESA, diretto da Franco FRACASSI e
Francesco TRENTO (maggiori info alla pagina
http://www.zerofilm.info/film)

a cinque euro per biglietto e che, in particolare, possano assisistere
alla sua proiezione Lunedì 17 Marzo alle ore 18 IN PUNTO a Latina
presso il Teatro Don Bosco, per partecipare, a seguire, eventualmente
anche al dibattito in sala con Giulietto Chiesa stesso.

Paolo Vescovo

Le prospettive dell’agricoltura pontina

“Le prospettive dell’agricoltura pontina” sarà il titolo dell'incontro che si terrà venerdì 4 alle ore 20.30 a Pontinia, presso Hotel Ares in via Leonardo da Vinci, n° 6. Insieme ai candidati de La Sinistra l’Arcobaleno Loredana De Petris (Senato) ed Enrico Fontana (Camera) interverranno il Presidente regionale CIA Lazio Sandro Salvadori, il Presidente provinciale della Cia Luca Targa, la Presidente provinciale del Coldiretti Daniela Santori ed il Sindaco di Pontinia, Eligio Tombolillo.

 

Questo appuntamento vuole essere un'occasione per ascoltare le esigente degli operatori agricoli del nostro territorio e per illustrare le proposte strategiche per rilanciare il settore contenute nel programma de La Sinistra l’Arcobaleno.

 

Sotto il riflettore ci saranno le possibili soluzioni per risolvere la crisi del settore, in particolare quello della produzione della mozzarella di bufala, che sta penalizzando l'incolpevole sud-pontino. Terrà banco anche la questione centrale Turbogas e sue nefaste ricadute sul settore in caso di realizzazione della stessa: i candidati de La Sinistra l’Arcobaleno ribadiranno il loro impegno per bloccare il progetto e illustreranno i risultati finora conseguiti. E' previsto anche l'intervento di Paolo Cima, a rappresentanza della "Rete No turbogas di Pontinia".

 

 

Altri temi al centro del convegno saranno la promozione della "filiera corta" e della vendita diretta, la tutela dei prodotti tipici e dell’agricoltura biologica e la riduzione degli oneri burocratici a carico degli agricoltori. Verranno focalizzate alcune tra le proposte de La Sinistra l’Arcobaleno tra le quali introduzione dell’etichettatura di origine per tutti gli alimenti e la moratoria a livello europeo per gli OGM per non consentire forme di tolleranza per la contaminazione delle sementi. Perchè un'agricoltura sicura significa sicurezza per tutti i cittadini. E questo La Sinistra l’Arcobaleno lo sa bene.

 

 

Marco Bega

Sinistra Arcobaleno 

Tecnema 120: quando gli imprenditori sono miopi!

A Sabaudia oggi doveva essere il giorno che avrebbe sancito l'uscita del Tecnema 120 dei Cantieri Rizzardi dal Lago di Paola. Il piano prevede che l'enorme yacth sia trasportato su strada fino alla Foce di Caratterino, dove con una gigantesca gru venga sollevato ed adagiato dentro il canale che sfiocia a mare.

Però da quel che ha raccantato il TG LAzio e Teleetere, dopo soli 30 metri il margine della strada ha ceduto danneggiando un carrello. Per cui domani si vedrà che fare.

Ancora una volta ho sentito dire da Bernardi (direttore di Teleetere) che tutto questo sarebbe potuto essere evitato con la demolizione del Ponte Rosso del canale romano.

Ebbene vorrei tanto sapere:

1) Perchè un'azienda così importante si trovi ad operare quasi dentro il Parco del Circeo;

2) Il Ponte Rosso ancora non si sà bene di chi sia (se dello Stato o degli eredi Scalfati). Quindi Bernardi può demolire tutto quello che vuole, ma a casa sua. Non vedo perchè per avvantaggiare gli interessi di un privato si debba demolire un'opera architettonica ed archeologica come il Ponte Rosso;

3) L'imprenditore Rizzardi ha fatto un'enorme cappellata! Ma non lo sapeva prima di iniziare che un bestione come il Tecnema 120 rischiava di rimanere prigioniero nel lago di Paola? Oppure qualche politico di Sabaudia gli ha detto che in quattro e quattrotto avrebbero demolito il ponte Rosso per fare passare lo yacht?

4) La cappellata è ancora più grande se si considera che Rizzardi ha altri cantieri, sia in provincia di Roma che a Gaeta, e sono senz'altro più agevoli per il varo di barche di quelle dimensioni.
Non poteva costruirli là i Tecnema?

5) I politici che dicono che il Presidente del Circeo ostacola un'impresa privata e l'occupazione stiano zitti! Non strumentalizino gli operai! Non ho visto nessun politico stracciarsi le vesti per le aziende industriali che stanno chiudendo nella nostra provincia…

La cosa che più mi preoccupa è che se ha ceduto la strada che conduce ai cantieri rizzardi, figuriamoci la lungomare, che poggia sulla sabbia della duna!

Ed inoltre ci sono altri Tecnema in costruzione! Insomma tutto stò macello per gli errori di valutazione di un imprenditore, che avrebbe dovuto costruirli altrove!

Mi si dice che spenderà 200 mila euro per potare gli alberi sulle strade, e per rimuovere segnali stradali e pali telefonici ed elettrici. E' pure poco visto che è una barca che vale 10 milioni di euro (20 miliardi, mica bruscolini!)

ARKAN

N.B: Le uniche cose da demolire nel Parco del Circeo sono la valanga di case abusive che lo hanno deturpato, i cui proprietari hanno avuto anche la faccia tosta di richiedere il condono!

Assenteismo: i dati del Comune di Latina

Il Ministero dell'Economia ha reso noto i dati relativi alla presenza in ufficio dei dipendenti pubblici. Tra questi sono compresi anche i dati per Comuni e Province d'Italia. Le “assenze facili” sono finite nel mirino del ministero e ampio risalto ne è stato dato ne il Sole 24 ore di ieri in cui è stata elaborata una graduatoria. La rilevazione del quotidiano economico-finanziario ha tenuto conto delle giornate di assenza medie per dipendente registrate nel 2006 e confrontato col 2005 i dati stessi. Le assenze considerate sono: malattia, maternità, congedo parentale, malattia figlio, permessi ex legge n. 104 del 1992 e altri permessi retribuiti. Escluse le ferie, gli scioperi e i permessi non retribuiti.

Secondo l'elaborazione del Sole 24 ore, nei Comuni capoluogo di provincia le giornate lontano dalla scrivania si sono impennate nel 2006 sopra quota 4,2 milioni, cioè 25,6 per ogni dipendente in servizio (contando per metà i part time), con un aumento del 7,3% rispetto all'anno prima. Ma si difendono bene anche i quasi 30mila dipendenti delle Province, che in media hanno abbandonato i colleghi (chi c'era) per 22,7 giorni all'anno. L'aumento in un anno, per loro arriva al 13,3 per cento. Più «virtuosi», a quanto pare, i 50mila regionali, che fanno marcia indietro e riducono gli abbandoni alla scrivania sotto i 20 casi l'anno. Stakanovisti. Della Sicilia, invece, non è dato sapere, perché la Regione continua a non rispondere ai monitoraggi di Via XX Settembre.

Il comune di Latina si pone subito alla ribalta. Infatti relativamente al 2006 la collocazione rispetto ai 108 comuni italiani non è così male: 61.mo posto in compagnia di Asti e Piacenza: 21,8 giorni di assenza per dipendente. Roma il comune peggiore al primo posto: ben 38,9 giorni di assenza, il più virtuoso Macerata: 6,7 giorni l'anno. La media nazionale per il 2006 è di 25,6 giorni.

Allora cosa c'è che non va? Presto detto. Basta considerare l'incremento mostruoso di assenza del personale del comune di Latina se confrontiamo il dato col 2005. Latina è il comune al terzo posto per valore relativo; il delta segna un peggioramento con incremento dei giorni di assenza pari al 169,7%!!! Solo i comuni di Siracusa e Urbino hanno peggiorato in modo più deciso dopo un anno.

Come mai al Comune di Latina è avvenuto ciò? Colpa dei soliti “fannulloni”? Evitiamo i luoghi “comuni” e aspettiamoci un chiarimento. La pessima performance dei dipendenti comunali dovrebbe aprire la porta al dibattito sulle spese che l'amministrazione locale deve affrontare. Ma quali sono i controlli?

Infatti secondo il Sole 24 opre dietro a questi numeri c'è anche l'assenteismo-ombra, che non compare nelle rilevazioni perché mancano i controlli (in alcuni Comuni, anche grandi, compaiono ancora i vecchi fogli presenza) o perché l'unica spinta ad andare in ufficio è il cartellino, timbrato il quale ci si può anche dedicare ad altro. Lo strumento più classico è ancora il blitz. I carabinieri (di solito, ma c'è anche la Guardia di Finanza) arrivano di buon'ora negli uffici, spulciano i registri delle presenze e denunciano a piede libero chi è in ufficio solo sulla carta (l'ultimo si è verificato lunedì scorso a Grazzanise, provincia di Caserta).