Risposta alla sig.ra Sara Fedeli
Pubblichiamo la rispsosta alla sig.ra Sara Fedeli, la quale aveva rilasciato una dichiarazione sul sito "Parvapolis" di Latina circa la questione della Metro Leggera (Tram) che, a nostro parere, conteneva molte inesattezze.
Tale dichiarazione la si può leggere al seguente link:
http://www.parvapolis.it/page.php?id=37896
Risposta del Comitato Metro Bugia:
Gentile sig.ra Sara Fedeli,
intanto La ringraziamo per il Suo intervento su Parvapolis, in quanto mette in evidenza un certo interesse per la questione Metro Leggera (o meglio Tram), a differenza di molti altri cittadini che non sembrano aver ancora capito di quale enorme impegno economico strutturale per la città si tratti.
Con tutta franchezza però Le dobbiamo dire di aver colto nelle sue parole molta disinformazione sull'attività del Comitato Metro bugia e anche sulle motivazione che hanno portato il presidente Massimo de Simone a fondarlo. In tal senso vorremmo risponderle punto per punto ad alcune questioni da Lei poste, invitandola fin da ora a partecipare ad uno dei nostri prossimi incontri che con ogni probabilità svolgeremo nei pressi del quartiere dove Lei vive (probabilmente nelle sale della Parrocchia San Luca).
Certi della Sua buona fede credo e spero vorrà informarsi meglio su quanto cercheremo di spiegarle nelle prossime poche righe.
Innanzi tutto è completamente errata l’affermazione che il presidente e il comitato sarebbero contro i mezzi di trasporto pubblici. In realtà, nei numerosi comunicati stampa del comitato Metro Bugia, abbiamo più volte posto come urgente NECESSITA' per la città, un netto miglioramento del trasporto pubblico, sia in via generale che specificatamente al tragitto-Latina Latina Scalo, di fatto assai carente.
Quello che invece sosteniamo è che QUESTA opera, così come concepita, studiata, progettata e concordata con il privato, non solo non arrecherà benefici alla città e ai cittadini, ma al contrario apporterà numerosi danni e problematiche di tipo tecnico, economico. Danni che si ripercuoteranno non solo sul trasporto privato ma verosimilmente anche su quello pubblico.
Noi abbiamo a cuore il trasporto pubblico, ecco perché sosteniamo un secco NO a QUESTO tram. Abbiamo fornito pubblicamente relazioni tecniche, dati, carte, confronti con altre realtà. Abbiamo invitato più volte i nostri amministratori alle nostre conferenze e il Comitato degli Anonimi per la Metro ad un confronto.
I silenzi dell’amministrazione su questioni specifiche e la perdurante anonimità del comitato pro metro la dicono molto lunga.Detto questo e solo per correttezza dell’informazione, almeno ad alcune Sue considerazioni riteniamo di dover rispondere nello specifico:
1) Per "dimostrare" l’utilità del tram si afferma che i lavoratori per Roma da Latina sarebbero molti. Non comprendiamo effettivamente cosa significhi tale constatazione in relazione al tram. Il discorso da intraprendere è evidentemente diverso. Ad avviso del comitato, è necessario invece entrare nel merito della questione e valutare se il tram sperimentale sarà utile e conveniente per i viaggiatori in termini di tempi, costi e comodità per arrivare a Latina Scalo. Il comitato, dopo aver effettuato numerosi studi e ragionamenti sostiene di no. Infatti il tempo e i costi sostenuti viaggiando in tram saranno il doppio di quelli sostenuti con l’automobile. Gli utenti,continueranno quindi, a muoversi come tutt’ora sono abituati.
2) Si sostiene che nelle zone in cui il tram si muove in corsia riservata non si peggiorerebbe il traffico. Errato. Non è difficile intuire che, in una carreggiata molto più stretta, (circa 6 metri per far "correre" il tram) il traffico scorrerà assai più lentamente. Al limite la prevista eliminazione o riduzione di qualche marciapiede non eliminerà il problema, ma ne creerà altri per i pedoni.
3) Si sostiene che l’eliminazione di centinaia di parcheggi non sarebbe un problema se si diffondesse l’idea a prendere i mezzi anziché l’auto. A parte che con i "se" e con i "ma" difficilmente si risolvono i problemi, la considerazione in sé e per sé risulta leggermente stravagante. Vero è che con la bacchetta magica si potrebbe cambiare immediatamente la mentalità delle persone. Ma in attesa che qualcuno la inventi o la trovi, forse sarebbe meglio dare un po’ più di importanza alle postazioni di parcheggio, e magari, anziché eliminarli, farne di nuovi. Questa mentalità e questo comportamento dei pendolari, pur giusto e auspicabile di per se, non potrà verosimilmente accadere nella realtà in quanto, come detto sopra, continuerà ad essere più conveniente l’uso delle auto all’uso del tram.
4) Si afferma che non si possano traslare i dati di Padova a Latina, ma poi sostiene che bisognerebbe fare un giro per Roma per verificare quante persona usano il mezzo pubblico. Il realtà, il comitato ha solo esaminato le problematiche insite nel tram sperimentale Translohr, per poi analizzare la situazione in relazione alle condizioni urbanistico-territoriali latinensi. Invece, è il riferimento con Roma che risulta manifestamente improprio ed improponibile per dimensioni, densità di popolazione, mentalità, sistemi di trasporto presente sul territorio, ecc.
5) Si afferma che prendendo Padova come esempio non si finirebbe per commettere gli stessi errori commessi in quella città. Errato, innanzitutto perché molti problemi sono insiti nel Trashlor stesso e non sono stati ancora risolti. Nel capoluogo Veneto, dopo anni, il mezzo continua tutt’ora ad essere sperimentato e continuamente modificato a spese del comune e della sicurezza dei cittadini. Recentissima prova, semmai ce ne fosse bisogno, è il blocco di ieri a causa dell’acqua (link). A Latina potremmo ben sperimentarlo sulle varie rotonde in cui transiterà il tram, in particolare la rotatoria dell’Aviatore, che più di qualche volta si tramuta in piscina olimpionica. Fin’ora il tram prototipo è deragliato a Padova sei volte e provocato centinaia di feriti per caduta da mezzi a due ruote e pedoni. Inoltre sarebbe bene guardarsi intorno. A Mestre i lavori hanno causato gravi problematiche e il mezzo non è ancora in circolazione. A L’Aquila aleggia da anni come uno spettro solo la rotaia e non c’è traccia dei vagoni. Tianjin, addirittura in Cina, è l’unica città al mondo non italiana che abbia intrapreso la realizzazione di tale opera. Oltretutto il mezzo è riuscito a deragliare pesantemente anche lì su una strada larga e dritta. Sarebbe quindi meglio chiedersi il motivo per il quale questo mezzo di trasporto sperimentale è stato esportato solo in Italia e la stessa Francia, paese natale del mezzo, ne ha fatto volentieri a meno.
6) Si sostiene che se una cosa è venuta male a qualcuno distante da noi seicento chilometri (e lontano anche per molti altri aspetti), noi potremmo farla meglio. Come non mostrare perplessità e preoccupazione per tale affermazione? Innanzi tutto chiariamo. Il condizionale (vedi "potremmo") per le opere pubbliche, soprattutto di tale entità e quando i rischi di impresa ricadono integralmente nelle tasche dei cittadini (vedi convenzione capestro) è un modo verbale scellerato. E’ pericoloso rischiare, soprattutto quando esistono soluzioni differenti, sicure, e più efficienti. Non è etico rischiare, ma soprattutto è illegale per la Legge italiana sulla P.A. Una domanda: chi comprerebbe un veicolo, pagandolo, per poi sperimentarlo sulla propria pelle?Il Suo articolo potrebbe ben essere "un buon tema scolastico".
Il Comitato si chiede, quindi se per un argomento di tale importanza, sia il caso di informarsi un po’ meglio per addentrarsi poi nel merito delle problematiche concrete e reali. Continuando nel proposito della corretta informazione riguardo tale opera, Le suggeriamo di abbandonare -oltre ai numerosi se e ma- anche Giotto, Colombo, l’Agro Pontino e stravaganti storie di pini, per intraprendere magari un ragionamento più informato, pertinente e proficuo, per il quale tutti i rappresentanti del comitato restano volentieri a disposizione.
RingraziandoLa ancora una volta per l’interessamento dimostrato e per gli spunti di riflessione proposti su codesto utile e interessante sito, si inviano i più cordiali saluti
Il Comitato Metro Bugia