Archivio Giornaliero: Marzo 9, 2008

Metro Bugia: il viaggio a Padova

Di seguito il comunicato integrale del dopo "viaggio conoscitivo" della delegazione latinense a Padova, inviato dal Comitato Metro Bugia alla stampa locale.

Massimo de Simone

 

Il Comitato Metro Bugia esprime soddisfazione per il viaggio conoscitivo della delegazione latinense a Padova, per cercare di capire qualcosa sul tram Translhor, lo stesso che si vorrebbe realizzare a Latina. Nella speranza che il discorso politico finalmente decolli per l’opera più importante dopo la bonifica ci limitiamo a dire:  meglio tardi , che mai. 

Il Comitato Metro Bugia -i cui rappresentanti conoscono bene sia la situazione di Padova che di Latina- si limita per ora ad analizzare i dati di costi e benefici così come enunciati dagli  amministratori padovani, traslandoli nella realtà latinense. 

E’ bene dire che a Padova sono state mandate a casa due giunte comunali consecutive per la “metro”. Infatti i candidati a sindaco in campagna elettorale promettevano di abbandonare la realizzazione dell’opera con tutte le conseguenze negative annesse, salvo poi rinnegarlo, una volta saliti al potere. 

Ora a Padova l’opera è compiuta. Questi i fatti: le problematiche riconosciute dagli stessi amministratori veneti sono state e sono tutt’ora numerosissime: errori di progettazione,  perdita economica del 40% delle attività economiche sul tragitto del tram alcune delle quali hanno chiuso i battenti, frequenti interruzioni della linea, deragliamenti, cadute di biciclette e pedoni, istallazione di linee di alimentazione aeree in pieno centro, costi altissimi di gestione se paragonati a quelli degli autobus normali ed ecologici, per non parlare di anni di cantierizzazione della città e pre-esercizio del mezzo. Come beneficio è sia stato rilevato un incremento dei viaggiatori da 10.800 a 13.000, pari al 20%.

Con molto ottimismo applichiamo tale esaltante risultato anche alla città di Latina.Carte alla mano, gli utenti autobus nel tratto che sarà servito dal tram sono, oggi come oggi, circa 4.000 nella nostra città.Volendo applicare la strabiliante percentuale del 20% si arriva a 4.800 passeggeri al giorno.Tutti sanno che il piano economico finanziario per reggersi in piedi è stato basato su 8.500 passeggeri paganti al giorno.Cioè nella nostra città l’incremento previsto dovrebbe essere addirittura del 111%. In caso contrario saremo noi cittadini a doverne pagare le conseguenze, versando centinaia di migliaia di euro ogni anno nelle tasche della società privata Metrolatina, anomala società privata senza rischi d’impresa in quanto caricati integralmente sulle spalle dei cittadini di Latina. 

Inoltre a Padova il tram è utilizzato per spostarsi nel centro della città, attraverso un servizio pubblico complessivo molto efficiente. In pratica, si può uscire di casa , servendosi dei mezzi pubblici, tutti realmente collegati. A Latina questo mezzo collegherà  Latina con Latina Scalo. La denominazione appropriata nel nostro caso è appendice di trasporto. Allora è facile per ogni cittadino immaginare un ipotetico viaggio dalla propria abitazione alla stazione FS di Latina.Bisognerà uscire di casa, prendere la macchina, spostarsi fino alla fermata più vicina, cercare un parcheggio che non c’è,  pagarlo se si è fortunati di trovarlo, recarsi a piedi alla fermata, aspettare l’arrivo del primo mezzo, e solo dopo 25 minuti effettuare il viaggio vero e proprio.

Questa sarebbe l’utilità per i cittadini? E per questo tipo di utilità che gli amministratori di Latina ci prospettano tutte le problematiche già esposte a cui ne aggiungiamo alcune specifiche della nostra realtà territoriale: il drastico peggioramento nella circolazione veicolare urbana, la semaforizzazione delle più trafficate rotatorie e di tutta via Epitaffio, la pericolosità dell’attraversamento della rotaia dai passi carrabili,  l’eliminazione di 400 parcheggi al centro della città, l’abbattimento di centinaia di alberi, tanto per citarne qualcuno? Per non parlare del contributo regionale per gli altissimi costi di gestione di questo tram sperimentale.

Il piano economico-finanziario prevede l’introito di 7,5 milioni di euro ogni anno da parte della Regione Lazio. Cifra illusoria, immaginaria, prevista dall’amministrazione comunale senza alcuna certezza , che rappresenta un ulteriore altissimo rischio per i cittadini. Basti immaginare ad esempio che la Regione Veneto riconosce a Padova 1,5 milioni di euro, il 20% di quanto fantasticato dai nostri amministratori. Immaginate chi dovrà risarcire la società privata della restante parte? Sempre il Comune di Latina naturalmente, la cui amministrazione è disposta a rischiare sulle tasche dei cittadini un disastroso fallimento economico. Eppure il caso delle terme e quello dell’Intermodale è davanti agli occhi di tutti. Ma poi, se i soldi fossero loro, sarebbero pronti a rischiare? 

Dovrebbe risultare chiaro invece che qualsiasi opera pubblica è importante ad una condizione: "che sia di utilità per i cittadini e che i benefici siano maggiori dei costi".   Per questo il Comitato Metro Bugia invita tutti i cittadini ad informarsi al meglio della questione e auspica che gli amministratori intraprendino finalmente un dibattito serio, fin’ora stranamente avulso dal discorso politico latinense. 

 

 

Antenne Selvagge

Sul quotidiano La Provincia si torna a parlare di antenne selvagge. Stavolta interviene il presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, che ha intenzione di richiedere un incontro con i Ministri dell’Ambiente e della Salute del prossimo governo. Il problema infatti sta diventando di sempre più vaste proporzioni, si sta perdendo il controllo della situazione a causa dell’incuria da parte di alcune amministrazioni locali che non attuano i piani di delocalizzazione necessari a limitare il pericolo per gli abitanti. Così il fenomeno antenna selvaggia è in continua espansione anche a causa di una certa ambiguità relativa agli effetti prodotti dalle onde emesse dagli impianti: i dati scientifici diffusi riportano spesso risultati contrastanti. Anche Latina è coinvolta. E’ passato quasi un anno dall’approvazione di una bozza del regolamento sulle antenne in commissione ambiente e oggi che il Piano preparato dalla società Centro Ecologia dell’habitat è oramai pronto, quello che manca è la possibilità di discuterne in commissione. Una volta passato questo scoglio non resta che l’approvazione del Consiglio Comunale. Per De Pierro l’esplosione delle installazioni si deve anche “al ritardo della risposta da parte dei Comuni, per cui le società interessate si avvalgono del “silenzio assenso” dell’amministrazione locale, finendo col raggiungere l’obiettivo. Il cittadino, dunque, – sottolinea sempre De Pierro – si ritrova incastrato tra scarsa informazione circa la pericolosità sociale delle antenne ad emissione e mancata applicazione delle norme legislative che prevedono l’attuazione di piani di delocalizzazione degli impianti e censimenti periodici finalizzati a monitorare il numero di antenne sul territorio. L’Italia sembra aver dimenticato la tutela della salute pubblica, spesso barattata per poche centinaia di euro … … Parole sante! Noi residenti dei quartieri, e in particolare coloro che vivono a ridosso dell’antenna in Q4, non abbiamo dimenticato la prepotenza di questa installazione, di coloro che, proprio secondo queste precise modalità descritte dal De Pierro, hanno agito senza alcun rispetto, in tutta fretta, tanto che si erano addirittura permessi di installare un gruppo elettrogeno per far funzionare immediatamente l’antenna, in attesa di allacciarla alla rete elettrica, un ennesimo segno di disprezzo verso la salute e la tranquillità dei residenti, che hanno dovuto subire il continuo rumore, giorno e notte… è proprio vero, la legge del profitto si muove nel disprezzo della vita umana e della salute pubblica. Quanto dobbiamo aspettare ancora per questo piano di delocalizzazione e per uscire una volta per tutte dalla jungla in cui siamo finiti?

Nace il Gruppo Ambiente e Sviluppo Sostenibile

Laltra faccia della politica:

Gruppo Ambiente e Sviluppo Sostenibile

Nel dimostrare che le cose possono cambiare, un gruppo di Cittadini si è riunito intorno ad un tavolo portando con sè la voglia di partecipare, di mettere a disposizione parte del proprio tempo e delle proprie conoscenze e passioni, per creare un percorso di cambiamento da tempo e da più parti acclamato.

Il modo d’intendere la politica deve necessariamente avere una sterzata, oggi serve una politica che detti gli indirizzi per un modello di Società migliore, più equo e solidale.

Da questi Cittadini nascono i Gruppi Tematici (GT) .

Uno di questi GT è stato denominato Gruppo Ambiente e Sviluppo Sostenibile che nelle proprie funzioni affronta temi cogenti della nostra Città, sotto il profilo ambientale, che sono purtroppo molti, dai rifiuti al nucleare,dall’inquinamento delle acque a quello dell’aria , ma andrà ad affrontare argomenti legati allo sviluppo sostenibile del nostro territorio, uscendo dal concetto limitato che col’aumentare del PIL aumenta la qualità della vita, inserendo nei propri ragionamenti indici diversi , sostenibili per l’appunto.

In altre parole introdurre concetti e azioni locali che recepiscano i principi della Comunità Europea, che vede i temi ambientali al centro di ogni sviluppo possibile: economico ,sociale, normativo e culturale.

E proprio seguendo detti principi, i primi incontri hanno permesso la stesura di una ricerca fatta appunto da Cittadini che hanno realmente “Latina nel Cuore”sull’opportunità o meno di chiudere il ciclo dei rifiuti in ambito Provinciale, quindi assoggettare il nostro territorio ad impianti di trattamento e incenerimento con recupero energetico.

L’esito della ricerca ha avuto risvolti eclatanti, talmente eclatanti che tutte le forze politiche di destra e sinistra si stanno adoperando per venirne a conoscenza, quando le fonti sono di facile reperibilità.

La ricerca fatta da fonti reperibili per l’appunto è stata articolata in modo fluido e concreto, facendo emergere che i termovalorizzatori (riconosciuti solo in Italia , mentre la normativa europea li chiama Inceneritori) non è l’ultimo ritrovato della tecnologia disponibile nel risolvere la questione rifiuti, anzi risulta proprio una tecnologia in fase di superamento da altre tecnologie più efficienti e  meno dannose per l’ambiente che le ospiterà.

Questa situazione mette ulteriormente e nudo la pochezza di una classe politica che non si documenta, non legge ,non studia e non si confronta con i territori dei quali dovrebbe essere deputata a tutelare e amministrare percorrendo tutte le strade possibili e non fermandosi a scelte frutto di pressioni economiche o situazioni emergenziali che per nascondere agli occhi dei cittadini i rifiuti li immettono nell’aria che tutti noi respiriamo”occhio non vede cuore non duole”.

I GT consapevoli che il processo di cambiamento è iniziato ed è irreversibile e che una nuova classe dirigente stà nascendo, stringiamoci attorno ad essa e permettiamogli di svilupparsi con merito e sacrificio: “Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”.

Segui gli sviluppi della nostra attività politica sul sito www.laltrafacciadellapolitica.it, ci darà la forza e la costanza nel continuare per la strada intrapresa, anche partecipando agl’incontri dei vari Gruppi Tematici. 

  

Gruppo Ambiente & sviluppo Sostenibile