Pendolari: 1 mese e mezzo di vita l’anno in meno
I pendolari perdono un mese e mezzo nei tragitti casa-lavoro |
14 marzo 2008
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Il popolo dei pendolari? Lavora un mese e mezzo di più l'anno a causa degli spostamenti casa-lavoro. Lo studio del Censis e del ministero dei Trasporti «Pendolari d'Italia» rileva che i pendolari del Belpaese impiegano in media 72 minuti al giorno nei tragitti fra casa e lavoro, pari a 33 giornate lavorative l'anno. Come dire un mese e mezzo di tempo perso on the road. E oltre al tempo, affrontano costi non indifferenti. Chi usa l'auto, paga il pedaggio autostradale e parcheggia in posti a pagamento può arrivare a spendere 2.265 euro l'anno, circa un decimo del reddito medio annuo di un lavoratore. Una cifra 4 volte superiore a quella che affronta chi si sposta in treno. I pendolari affrontano una spesa mensile media di 45,30 euro per gli utenti di autobus extraurbani, di 49,20 euro se ci si sposta in treno, cifra che sale per gli automobilisti a 109,50 euro solo per il carburante. Ma chi sono i pendolari? Impiegati, insegnanti, studenti e operai. Negli spostamenti trionfa ancora l'auto privata, usata dal 70,2% dei pendolari, mentre il treno viene usata dal 14,8 per cento. In coda alla classifica autobus extraurbani e corriere (10,7 per cento), frequentate soprattutto da studenti. I disagi più frequenti per gli automobilisti sono code e traffico congestionato, seguiti da rallentamenti per cantieri e difficoltà di parcheggio. Per il treno le lamentele si concentrano sui ritardi, in partenza e in arrivo, in media pari a 16 minuti. I punti segnalati come critici riguardano la qualità del viaggio, dall'affollamento allo scarso confort, fino alla scarsa pulizia di scompartimenti e servizi igienici. Il trasporto collettivo, segnala la ricerca, «non si mostra al passo con la crescita della domanda di collegamenti fluidi per arrivare a scuola, all'università e sul posto di lavoro». Nel 2007 Trenitalia ha trasportato 472 milioni di passeggeri su tratte locali e regionali, contro i 444 milioni dell'anno precedente. A questi dati si somma chi ha viaggiato sulle altre ferrovie regionali concessionarie, anche essi in crescita (circa 250mila l'anno). Alla domanda in aumento, però, non corrisponde un adeguato aumento dell'offerta. In base allo studio per far crescere un mercato della mobilità pendolare sostenibile bisognerebbe fare una cura del ferro nei nodi urbani, con politiche tese allo sviluppo dell'intermodalità. di Nicoletta Cottone Il Sole 24 ore |