Archivio Giornaliero: Aprile 19, 2008

Sciatteria e dintorni

Non solo sciatteria 

Della sciatteria e della mancanza di professionalità con cui vengono realizzate le nostre opere pubbliche abbiamo già parlato in abbondanza. Ma è davvero tutto qui il problema? L’aspetto trasandato e polveroso (o fangoso, a seconda della stagione) dei nostri quartieri e della nostra città è davvero tutto imputabile a questa sorta di peccato originale? Tutto il degrado e la sozzeria che inquina la nostra esistenza dipende anche da altri fattori: vediamone alcuni.

Manutenzione, questa sconosciuta

Passeggiando lungo le strade o nei parchi di una qualsiasi città di un qualsiasi Paese civile è normale vedere fervere un’attività a noi sconosciuta che si chiama manutenzione. Si tratta di un’opera continua e interminabile che contrasta la normale usura delle cose, che si oppone alle ingiurie del tempo, che ripristina lo stato dei luoghi ogni qualvolta questi sono alterati da un qualsivoglia agente esterno, animato o inanimato. Nei posti civili la manutenzione è costantemente “in corso d’opera”: chi scartavetra una panchina e chi la vernicia,  chi sostituisce una mattonella rotta, chi ripara un rubinetto gocciolante, chi sostituisce un albero secco, chi lava i vetri della pensilina della fermata del bus, chi sostituisce una lampadina fulminata, chi ripara una buca, chi taglia la siepe, chi tosa il prato, chi mette a dimora le stagionali etc, etc. etc.

Un’opera senza sosta, dicevo, tenace,  ostinata, caparbia quasi, che mantiene le strade e i marciapiedi in perfetto ordine, i parchi attraenti e fruibili, i prati curati, le aiole fiorite,  insomma… mantiene la città vivibile.

E da noi? Nella nostra povera Italia in piena decadenza materiale? Nella nostra Latina regno del degrado? Esiste da noi la manutenzione? La risposta è scontata e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: da noi si fa (male) qualcosa, la si inaugura in pompa magna e poi la si abbandona a se stessa. Si piantano 10 alberi e li si abbandona. Nessuno che li annaffi, nessuno che se ne curi. Quando un albero non attecchisce e muore, oppure viene abbattuto dal vento, oppure si ammala, nei posti civili viene immediatamente rimpiazzato con un suo simile; da noi invece la sua buca rimarrà vuota per anni, per decenni, per sempre! La potatura? Che cos’è? Una parolaccia forse? Fatevi un giro per Latina: quanti alberi con le loro fronde mai potate impediscono il transito dei pedoni! Quanti alberi mancano all’appello? Quante buche vuote ci sono? E a nessuno gliene frega niente! Tutti i nostri pessimi dipendenti impegnati all’inverosimile a risolvere chissà quali rompicapi,  ma nessuno che possa impugnate una forbice o una vanga o un martello o una pinza e vada a fare un po’ di manutenzione. E non parliamo  neanche dello stato vergognoso delle nostre strade, vere mulattiere come è impossibile trovarne nel cosiddetto occidente… dei nostri marciapiedi sconnessi, unici e irripetibili esempi di sciatteria in Europa, e di tanto altro ancora!

Abbiamo una percentuale di cittadini sul libro paga dalla pubblica amministrazione da far invidia  al regime di Fidel Castro, eppure ci mancano sempre le risorse umane: non c’è mai un giardiniere che possa tagliare l’erba o potare un albero, non c’è mai un operaio che possa riparare una panchina o una fontanella, non c’è mai un impiegato, o un geometra, o un ingegnere che possa fare qualcosa! Mai! Siamo sempre a corto di personale, tanto che dobbiamo costantemente avvalerci di consulenze esterne! Ma come? La nostra PA ha sul suo (sul nostro) libro paga fior di architetti, ingegneri, medici, avvocati (tutti professionisti di prim’ordine, ovviamente, altrimenti come avrebbero potuto vincere il concorso pubblico?) e quando c’è da fare qualcosa dobbiamo ricorrere alle costosissime consulenze esterne!? La nostra PA ha un vero esercito di muratori, imbianchini, idraulici, elettricisti, falegnami, fabbri, calzolai, barbieri, sarti e chi più ne ha più ne metta, e dobbiamo regolarmente dare in appalto persino l’estrazione di un chiodo da un’asse! Un vero mistero! Io non ci dormo la notte!

  Custodia e controlli? Inesistenti!  

Che gli agenti atmosferici, inesorabili, corrodano e sgretolino l’opera dell’uomo è normale. Che l’erba cresca oltremodo  non è un dispetto della natura, che i fiori stagionali muoiano fa parte dell’ordine naturale delle cose. Da millenni l’uomo contrasta tutto ciò con la manutenzione  (salvo qualche sfortunato popolo in decadenza che, spocchiosamente, ritiene di essere più furbo degli altri e di non aver bisogno di fare manutenzione, ma questo è un triste discorso che abbiamo fatto varie volte). 

“Normal wear and tear” la chiamano gli anglosassoni; normale usura! Meno normale (e meno comprensibile) è l’usura provocata appositamente dagli imbecilli che non hanno nulla di meglio da fare. Assolutamente anormale è l’opera di chi volutamente e scientemente si adopera per demolire le opere pubbliche, per spaccare quello che hanno fatto gli altri, chi passa il suo tempo a sporcare, oltraggiare, deturpare, degradare, corrodere e svilire tutto quello che li circonda. Non è mia intenzione ricercare le cause  sociologiche di questi comportamenti deviati e balordi, né mi sognerei di cercare giustificazioni o alibi. Gli idioti che vandalizzano debbono essere arrestati e condannati a risarcire la comunità del danno che hanno arrecato.

Ma se è incomprensibile l’operato di un vandalo, ancor meno comprensibile è l’omissione di chi ha in custodia la cosa pubblica e non la custodisce, di chi è pagato per controllare e non controlla, di chi, guardiano della legalità, ha sempre “altro da fare” e lascia trionfare l’illegalità.

 

Siamo il terzo Paese al mondo per numero di agenti rapportato al numero degli abitanti, e non abbiamo mai il personale per fare uno straccio di controllo. Tutti mega-impegnati a fare non-si-sa-che ma nessuno che si prenda la briga aprire gli occhi e di vedere il torrente ribollente di illegalità che rischia di trascinarci (e di trascinarli) via. Tutti mega-impegnati a fare non-si-sa-che e intanto la gente passa col rosso, guida a cavallo di due corsie, taglia la strada, non si ferma allo stop, parcheggia dove capita, non raccoglie la cacca del cane, butta la spazzatura dal finestrino, scaraventa il vecchio frigo dentro il canale etc. etc. etc.. 

Prendete il nostro comandante dei Vigili Urbani ad esempio, secondo lui a Latina il vandalismo non esiste. E siccome non esiste, evita persino di menzionarlo! Mi sono letto le sue relazioni annuali degli ultimo quattro o cinque anni (quelle che fa in occasione della festa di San Sebastiano). Bene, non ha mai pronunciato la parola “vandali” oppure “vandalismo”. Ora è chiaro che se per lui il problema non esiste, se lui non “vede” le vere e proprie devastazioni commesse dai vandali, se lui non “vede” il degrado e l’illegalità che il fenomeno vandalismo comporta, è chiaro che non “sprecherà” le sue “scarse” risorse (ricordate, ci sono BEN due paesi al mondo hanno più poliziotti di noi!!!) per un problema che non esiste.

Latina sta letteralmente sprofondando nell’illegalità… e c’è gente che non se ne accorge. Beati loro!!

Salvatore

Chioschi: via libera in Q4 Q5

Così come riportato dal quotidiano Latina Oggi le Commissioni Lavori Pubblici e commercio in seduta congiunta hanno deliberato i bandi per l'assegnazione di quindici strutture di cui quattro sono del Q4Q5:

-Largo Locatelli

-Parco Petrucci-Cottignoli

-Oasi verde

-San Luca

 

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Parco giochi “Paul Harris”

Oggi alle ore 11,30 alla presenza del Sindaco Vincenzo Zaccheo, l'Assessore alla qualità urbana Maurizio Guercio e delle autorità militari nonchè i rappresentanti del Rotary International è stato inaugurato il parco giochi intitolato a PAUL HARRIS fondatore del ROTARY.

Con l'occasione il Rotary ha fatto dono alla città di Latina di n.2 scivoli per bambini (visibili nella prima foto).

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