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Nessuna risposta

  1. MarmaLT ha detto:

    Se non fosse tragicamente vero quanto denunziato, ci sarebbe da sorridere. Questa città è oggetto di una attenzione molto da parte  di gruppi economici non del tutto 'puliti'… a breve vedremo una ulteriore azione finalizzata a rimuovere un piccolo ostacolo che si oppone a questo  loro obiettivo di spadroneggiare sulla città… Ve la racconterò, passo passo, in diretta. Questa è la prima puntata.

    I 'tengo famiglia' stanno studiando le mosse da fare, si riunisco, teorizzano cosa inventarsi, mandano i primi segnali e alla fine scriveranno un qualcosa che avrò il piacere di rendere pubblico, perchè la città sappia come 'Padroni del cemento' hanno tirato i fili ai 'pupi'… che devono ringraziare il Padrino locale.

    Per fortuna v'è sempre l'art. 21 della Costituzione che garantisce di poter parlare… almeno si spera anche dopo il 15 aprile…. se Dio vorrà evitare che la 'cementopoli delle mafie' faccia di Latina una sua isola felice. 

    (fine della prima puntata)

  2. MarmaLT ha detto:

    C’è mafia a Latina? Provate a chiedere. La risposta più comune è un’alzata di spalle. Chissà, ma no, forse, non importa. Il primo dato è questo: se c’è si confonde con grande abilità. Eppure di affari in terra pontina ne fa tanti. Sistemata com’è in mezzo alle grandi piazze di Roma e Napoli, Latina non sfugge al suo destino di fruttuoso crocevia di illegalità e anzi vanta un curriculum di tutto rispetto. Estorsioni, voto di scambio, riciclaggio, abusivismo edilizio, appalti truccati, discariche illegali, traffico di stupefacenti, solo per fare un parziale e approssimativo elenco. Una sintesi della situazione recente si trova nella interrogazione presentata il 16 novembre 2007 alla Camera dai deputati Mascia e Smeriglio al Ministro dell’Interno. Nell’interrogazione si ricordano gli arresti a Minturno, gli episodi di estorsione a Formia, i sequestri a Scauri, le lottizzazioni selvagge, e si chiede se non sia il caso di verificare se il comune di Minturno sia soggetto a infiltrazioni mafiose. Questo mentre una commissione di accesso sta accertando la stessa cosa a Fondi. Prima ancora, nel settembre 2006, i deputati Leoni e Amici, ricordando il fenomeno delle estorsioni presso il mercato ortofrutticolo di Fondi (il secondo in Italia) ad opera del clan calabrese dei Tripodo, l’usura e il racket della famiglia di nomadi Ciarelli, l’omicidio nel 2003 del pregiudicato Di Silvio e altre amenità accadute a Latina e provincia, chiedevano se non fosse il caso di rafforzare il locale apparato di forze dell’ordine e di istituire a Latina una sezione della Direzione investigativa antimafia. La risposta del Ministro riconobbe quanto esposto dai deputati, aggiungendo perfino altri inquietanti episodi all’elenco, tuttavia stimò adeguato l’apparato presente e non necessaria una DIA.
     A giudicare dalla percezione dei latinensi, nell’agro pontino le mafie ci sono ma non si vedono. Latina è terra di immigrazione e di integrazione e da questo punto di vista la criminalità non è stata da meno. ‘Ndrangheta (clan Alvaro, Galati, Ienco, Tassone) e Camorra (Casalesi soprattutto: Mendico, Moccia, Di Maio), presenti in cellule federate sparse sul territorio, si sono combinate tra loro, si sono combinate con le nuove mafie etniche – dell’est Europa soprattutto – si sono combinate con il ceto politico e imprenditoriale locale. Una struttura leggera e flessibile, pronta ad articolarsi secondo le convenienze del momento, a fare affari con tutti e a servirsi soprattutto di questi per controllare il territorio.
    Sembra infatti che qui le mafie, libere da certi retaggi storici e giunte ormai evolute come veri e propri sistemi di imprese, abbiano preferito agli strumenti di oppressione tradizionali una politica all’insegna della colonizzazione monetaria che si innesta e specula su un’economia morente: sfruttando il nome e il potere di notabili locali e il consenso delle relative clientele, si sono inserite così nel settore agroalimentare (specie nel sud della provincia), industriale (più a nord, Aprilia e Pomezia soprattutto), edile e commerciale, acquisendo a ritmi incalzanti fabbricati e terreni. Un’impollinazione che ha sparso in loco i suoi frutti malati e che per questo si è resa invisibile, pur generando mostri a 10 piani. Minimizzare la presenza delle mafie – come fanno molti cittadini compresi taluni giornalisti, amministratori, tutori dell’ordine – è facile e ovvio quando queste hanno già volti familiari, fanno già parte del panorama. Le mafie a Latina ci stanno addosso, ci stanno dentro. Latina è una provincia prima nelle classifiche nazionali quanto a disponibilità di terreni edificabili e richiesta di prestiti a usura, entrambe conseguenze di un’economia depressa. Perchè allora in giro è tutto un fiorire di banche e palazzine? Perchè a Latina abbiamo una densità di centri commerciali come nemmeno nelle più floride capitali nordeuropee? Basta camminare e iniziare a vedere anziché solo guardare. Vedere a che velocità cambiano le insegne dei negozi o come sono vuote certe boutique su Corso della Repubblica e certe palazzine alla Q5 e chiedersi da dove vengono i soldi. Vedere le statistiche che segnalano la città tra i primi posti in Italia per consumo di stupefacenti e chiedersi da dove vengono gli stupefacenti. Vedere i rumeni che vivono a Sezze e chiedersi chi è che la mattina li carica sul pulmino per portarli nei cantieri abusivi o chi sta dietro agli indiani che faticano nelle campagne.    Chiedetelo a un latinense. Un’alzata di spalle e tutti i punti interrogativi cadranno. A terra, dove già giace la città.

    Riporto l'articolo di  LIBERA INFORMAZIONE, prechè ci coinvolge in diretta. Vedasi l'evidenziato

  3. Stevejo ha detto:

    Caro Mario,

    hai perfettamente ragione perchè la maggior parte dei cittadini di Latina non saprebbe rispondere a quella domanda: da una parte lo ha sentito dire  (anche qualche giornale), ma dall'altra forse non ne è convinto al 100% perchè all'apparenza tutto sembrerebbe perfettamente normale quì a Latina.

    Però la mafia a Latina c'è eccome, come esiste anche la commistione tra edilizia privata e pubbliche istituzioni in generale (non l'istituzione in se, quanto alcune/molte persone che ne fanno parte).

    Il problema è che nessun pubblico ministero si è mai preso la briga di verificare anche nella nostra città. Sento parlare di lavori bloccati a Ponza, a Fondi e in altre città…ma a Latina?..niente.

    Eppure anche da noi ci sono molti palazzi che non si capisce come abbiano potuto ottenere la licenza edilizia…il triste è che sono sotto gli occhi di tutti. Veri e propri abusi edilizi legalizzati!

    E poi, ovviamente, ci sono le estorsioni, l'usura, il riciclaggio di denaro. Per quest'ultimo reato, basterebbe vedere quanti centri commerciali esistono a Latina…troppi in rapporto agli abitanti. 

    E poi resta da capire da dove arrivi tutta questa ricchezza a Latina: macchinoni nuovi fiammanti; nuovi appartamenti di 90 m2 con piscina annessa, venduti a 600.000 euro l'uno e già tutti prenotati; molte persone vestite firmate dalla testa ai piedi. Eppure mi chiedo cosa generi tutta questa ricchezza, qual'è la fonte visto che molte aziende e industrie purtroppo chiudono o riducono personale.

    Cmq, Mario, non vedo l'ora veramente di leggere ancora nuove puntate…è bello sapere che qualcosa si sta muovendo.

    Un salutone,

    Stefano 

  4. bax ha detto:

    "A fronte di bilanci aziendali sempre più striminziti, ai fallimenti crescentie alla conseguente diffusa disoccupazione, le uniche imprese a chiudere i bilancisempre in attivo sono quelle finanziarie e bancarie.Non pare azzardato ipotizzare che la lotta di classe, coltivata e sospinta trale varie categorie produttive, che in ogni caso restano, anche se con problemidistinti, incatenate ad anelli diversi della medesima catena del bisogno, e allostesso destino, persegua fini meramente strumentali: occultare, o quantomeno distrarre l'attenzione dalla vera guerra in atto: quella tra il mercato el'intero sistema produttivo da una parte e l'apparato monetario, bancario efinanziario, dall'altra. Il sistema parassitario, finanziario, bancario e monetario,fagocita quello produttivo.Chi amministra il mezzo [il denaro ], si sta impossessando de lfinea favore del quale, per rendere più agevoli le operazioni del mercato, il mezzostesso era stato predisposto.La struttura monetaria attraverso il mezzo, la moneta, creata e finalizzataper facilitare lo sviluppo del mercato produttivo, si sta impossessando dell'apparatoproduttivo.Qualunque pretesto e qualsiasi situazione vengono utilizzati dalle cosìdette "autorità monetarie" per pianificare la rarità monetaria (deflazione),vero e proprio flagello dell'intera umanità.Le manovre più utilizzate sono:a) Aumento indiscriminato delle tasse e tariffe, che causa l'incremento dei costiper unità di prodotto, che provoca deflazione. Artatamente questo fenomeno(aumento dei prezzi in conseguenza dell'aumento dei costi) vienesbandierato e definito "aumento dell'inflazione", mentre è vero il contrario,per poter psicologicamente giustificare il continuo aumento delle tassee tariffe, e ridurre ulteriormente la circolazione monetaria.b) Bilancio primario dello Stato (al netto degli interessi sul debito pubblico)fortemente attivo negli ultimi anni. Le ingenti somme eccedenti dal bilancioprimario dello Stato, prelevate dal mercato mediante imposte e tasse,corrispondenti al pagamento parziale degli interessi passivi del debito pubblico,non ritornano in circolo sul mercato stesso sotto qualunque voce dispesa, ma finiscono nelle casse del sistema parassitario: bancario, monetario e finanziario. Esattamente questa è la ricchezza prodotta da tutti chescompare dal mercato. Pertanto lo Stato, e per esso il Governo, è finito perdiventare esattore per conto del sistema bancario, monetario e finanziario,e) Caduta di competitività sui mercati esteri causata dall'eccessiva sopravvalutazionedella Lira [ora, dell'Euro ]. Si favorisce occupazione e lavorodei mercati esteri a danno di quelli nazionali.

    d) Tasso Ufficiale di Sconto spropositatamente elevato

    e) Residui passivi. Queste ingenti somme, già stanziate a bilancio nelle varieAmministrazioni Pubbliche, pronte per essere spese, ma non utilizzate,ammontano a oltre 600 mila miliardi, (relazione Rita Muccini 10-9– 94) in gran parte depositate e infruttifere nelle varie tesorerie della Bancad'Italia.Giancarlo Liuti in risposta a Franco Ferretti di Ancona, su "il Resto del Carlino"del 22 giugno '97 afferma: Scandalosi "residui passivi"- "Ogni tanto neparlano qualche ministro e qualche leader di partito, ma di sfuggita, con un'ariatra l'impotenza e la rassegnazione. Eppure i cosiddetti "residui passivi" sono digran lunga il più clamoroso scandalo nazionale, ben peggiore di qualsiasi "Tangentopoli"e oltretutto non aggredibile da alcun magistrato di "mani pulite".La gravità di questa situazione è sì determinata dai 60 mila miliardi circadi interessi passivi annui risparmiabili dalle Pubbliche Amministrazioni equindi dall'intero mercato, ma ancor più dalla stasi lavorativa di imprese eaziende che si determina, con le drammatiche conseguenze in termini di fallimenti,dissesti e disoccupazione.Per continuare e incrementare la stagnazione della circolazione monetariadelle ingenti somme, che confluiscono poi nei residui passivi, viene mantenutoin gran parte il blocco sui Lavori Pubblici, già progettati e finanziati, sututto il territorio nazionale.Anche questa enorme massa monetaria, incamerata dal sistema bancarioe sottratta al mercato produttivo, grazie al rimosso divieto di qualche anno fa(legge bancaria 1994) che impediva tassativamente e giustamente, agli Istitutidi Credito, di possedere cointeressenze nelle aziende produttive (il motivoera ed è sin troppo evidente), concorre alla fine a far fagocitare le imprese,sia pubbliche che private, preventivamente messe in difficoltà proprio dallaprogrammata deflazione, dal sistema finanziario e monetario.In quali condizioni di supporto finanziano potrà trovarsi una azienda sana,nei confronti di una sua concorrente malferma nella quale, proprio perché

    tale, qualche Banca si è impossessata di quote del capitale sociale?

    Va evidenziato, infine, che bloccare grandi quantità di denaro pubbliconei residui passivi, distogliendolo dalla circolazione, ha comportatoe comporta mettere lo Stato nella necessità di indebitare i cittadinicon nuove richieste di emissione monetaria dalla Banca Centrale,per sopperire alla mancanza di denaro così creata. Questa operazionepuò dunque essere intenzionale. 

    da EuroSchiavi – Marco della Luna – Antonio Miclavez

    sigh!!