Acqualatina, arresti a raffica
Oggi ne parlano tutti i giornali ma in fin dei conti chi per un verso chi per un altro ne hanno sempre parlato. Di cosa? Della scatola magica di una società Acqualatina, un grande buco che tra disaccordi politici ha mietuto vittime economicamente parlando soprattutto tra gli utenti del servizio idrico che gestisce ad oggi le risorse e rifornisce molti comuni della provincia di Latina. Ma oggi balza agli occhi l'azione giudiziaria capitata sul testone di molti degli amministratori della società. Dopo ben cinque anni di inchieste dopo che le procedure a carico – che erano inizialmente due – sono state unificate, ieri la Guardia di Finanza ha fatto visita ai vertici di Acqualatina ponendoli agli arresti domiciliari con accuse di profilo di “tutto rispetto”: associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, abuso d'ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falsità; ideologica in appalti pubblici. L'inchiesta si è concentrata sugli appalti affidati a società appartenenti allo stesso gruppo di Acqualatina, i cosiddetti affidamenti “in house”. Come il sistema informatico “Sorical” che gestisce Acqualatina e che porta lo stesso nome della società che gestisce l'acqua in Calabria, di cui è amministratore delegato Raimondo Besson, uno degli arrestati. Ecco i nomi quindi dei destinatari del provvedimento che sono stati resi pubblici da diversi organi di stampa: Paride Martella (53 anni) presidente della Provincia di Latina dal 1994 al 2004 con l'Udc ed ex presidente di Acqualatina, poi passato a Italia dei Valori; Silvano Morandi (41 anni) attuale amministratore delegato di Acqualatina; Raimondo Besson (63 anni) ex vicepresidente della società e amministratore delegato di Sorical che gestisce il servizio idrico in Calabria, consigliere di amministrazione di Acea Ato2; Giansandro Rossi (70 anni) primo amministratore delegato di Acqualatina; Bernard Cynà amministratore delegato della società dopo Rossi, in quota Veolia, socio privato di Acqualatina; Luis Marie Pons (49 anni) ex consigliere di amministrazione e rappresentante in Italia di Veolia. Per altre tre persone è stato disposto il divieto di ricoprire incarichi direttivi all'interno di società ma anche di esercitare attività libero professionale nel settore dell'ingegneria civile: si tratta di Guido Turconi, Renato Iodice e Francesco Baietti. Complessivamente gli indagati sarebbero diciotto. L'accusa ha stimato un danno erariale di circa cinque milioni e mezzo di euro. Gli appalti “in house” sono stati quantificati in circa quindici milioni. Il tutto è stato segnalato anche alla Corte dei Conti.