Archivio Giornaliero: Gennaio 29, 2008

Salvatore De Monaco scrive a Emilio Carelli: «Siamo la seconda città del Lazio»

Notizia pubblicata su Parvapolis del 29 gennaio 08

Salvatore De Monaco ha scritto al direttore di Sky TG 24. «Pur apprezzando l’impostazione da Lei data ai telegiornali di rete Sky TG 24 caratterizzata da grande equilibrio ed imparzialità sono a rappresentarle per amore di verità e della mia città che trovo quantomeno strano che nella rubrica relativa le previsioni del tempo il lido di Latina viene ignorato come località balneare. Risultano invece presenti tutte le altre città che come Latina si affacciano sul Mar Tirreno. Vorrei sommessamente ricordare che Latina è capoluogo di Provincia nonché, per popolazione, seconda città del Lazio. Inoltre il nostro lungomare è stato oggetto di un importante concorso internazionale di idee per la sua riqualificazione al quale hanno partecipato matite importanti in termini urbanistici. All’interno degli studi e dei progetti presentati voglio informarLa, che è prevista anche la realizzazione di un porto turistico commerciale comprensivo della cantieristica navale che sarà oggetto sicuramente di approvazione da parte di tutte le istituzioni competenti. La prego pertanto di voler valutare la possibilità di inserire Latina tra le città balneari citate nel servizio meteorologico di Sky».

Tutte le “BUGIE” sul termovalorizzatore.

Le principali bugie su i termovalorizzatori 

nascono da luoghi comuni facilmente contestabili

 Bugia: Dalla combustione dei rifiuti, con  i termovalorizzatori, si recupera energia sotto forma di energia elettrica e teleriscaldamento a basso costo che altrimenti andrebbe persa.  Smentita: I costi di produzione di energia con questa tecnica sono mascherati dai forti stanziamenti pubblici. In ultima analisi sono i cittadini a pagare l'impianto e le ditte gestrici ad beneficiare dei guadagni. Per far tacere le opposizioni locali si regala acqua calda ed energia elettrica a tariffe agevolate: tanto i costi di impianto sono stati pagati da altri cittadini.

 Bugia: E' necessario che ogni cittadino si faccia carico del problema dei rifiuti anche accettando  i termovalorizzatori, senza delegare ad altri il problema alimentando altre discariche.  Smentita: Con  i termovalorizzatori la maggior parte dei rifiuti continua ad essere posta invece che in una discarica di solidi in una enorme discarica a cielo aperto: i rifiuti vengono immessi in atmosfera sotto forma di gas. Le ceneri della combustione continuano ad essere poste in discarica dopo essere state inertizzate. Il cittadino non si fa carico del problema ma lo delega ad altri perché in discarica o in un inceneritore lo mette sempre a casa di altri. A questa sindrome è stato dato il nome Not in my courtyard, cioè si ma non nel mio cortile.

Bugia molto grave:  i termovalorizzatori, a differenza delle discariche, non nuocciono alla salute. Solo in passato gli inceneritori per il loro basso contenuto tecnologico potevano rappresentare un potenziale pericolo, ma adesso, con  i termovalorizzatori di ultima generazione i potenziali pericoli sono minimizzati se non eliminati del tutto.  Smentita: E' la principale menzogna che viene detta da cinquanta anni a questa parte quando si vuole costruire un inceneritore proponendolo come una novità tecnologica. Nessun dottore, nessuna pubblicazione biomedica solleva il cittadino dalle apprensioni che derivano dall'avere nelle vicinanze, o una discarica o un inceneritore. Quest'ultimo nelle complesse e spesso sconosciute reazioni chimiche di combustione trasforma materiali leggermente tossici in altamente tossici, come la Diossina. I materiali solidi prodotti necessitano di un costante sorveglianza in quanto tossici e nocivi, quelli gassosi vengono dispersi nel vento. Una raccolta di dozzine di pubblicazioni, i cui titoli sono stati inviati da noi ai Ministri dell'Ambiente e della Sanità, smentisce la più grossa e pericolosa bugia: quella che  i termovalorizzatori sicuramente non fanno male. Problemi di respirazione, asma e cancro non sono certo resi minimi con la presenza di termovalorizzatori. Questa bibliografia è a disposizione di tutti, sanitari, cittadini e politici.

 Bugia: L'incenerimento dei rifiuti è il più economico dei sistemi di smaltimento. Smentita: Se è economico in fatto di tassa rifiuti (il prezzo al chilogrammo scende) è perché gli impianti sono finanziati pubblicamente, il costo sostenuto dalla collettività è ancora più alto di quello attuale. Il procedimento di inertizzazione di cui al punto sopra prevede altissimi costi accessori.

 Bugia: Siamo in una emergenza: se non si costruiscono termovalorizzatori le discariche si esauriranno nel giro di poco tempo anzi alcune sono già esaurite. Smentita: Se emergenza c'è è stata creata dagli stessi che adesso vogliono  i termovalorizzatori, che hanno visto e continuano a vedere nei rifiuti occasione di guadagno o di carriera, quindi più rifiuti da smaltire più guadagno. Siamo ancora in tempo a diminuire drasticamente la produzione alla fonte di beni deperibili che diventeranno rifiuti. Alleggeriremo il carico dei rifiuti da smaltire ( e con questi il guadagno e la carriera di certa gente ).

 Bugia: L'unica alternativa all'incenerimento è la raccolta differenziata, se raggiungiamo almeno il 50 % di raccolta differenziata allora possiamo costruire  i termovalorizzatori perché saranno molto piccoli e gestibili. Smentita: La raccolta differenziata non diminuisce la mole dei termovalorizzatori ma serve a isolare potenziali veleni ed a porre in atto il successivo riciclaggio, le discariche sono sature di prodotti nocivi miscelati a materiali che non sono velenosi e che potrebbero essere riutilizzati in armonia con l'ambiente. Chi mette il limite del 50% di raccolta differenziata prima di costruire  i termovalorizzatori omette di dire che se il volume di rifiuti aumenta a questo ritmo anche il 50% di raccolta differenziata metterebbe in condizioni di costruire enormi termovalorizzatori ingestibili. L'alternativa principale all'incenerimento ed alle discariche è il drastico aumento della produzione alla fonte di beni durevoli.

 Bugia: Non è possibile produrre solamente beni durevoli, qualcosa continuerà ad essere gettato via e a costituire un rifiuto che non sempre è riciclabile, con l'incenerimento di questa parte si ovvia alla maggior parte dei problemi, compreso quello del recupero energetico. Smentita: L'attività umana produce una miscela di beni durevoli ed altri no, soltanto che oggi una certa industria per vivere senza problemi vuole che l'ago della bilancia sia spostato sui beni altamente deperibili. Il patto fra l'industria che produce rifiuti e quella che li smaltisce è rafforzato dal fatto che l'una ha bisogno dell'altra per poter sopravvivere. Lo ricerca può dare un nuovo impulso alle industrie che possono essere riconvertite in produttrici dei beni durevoli ad alto contenuto tecnologico, recuperando l'energia sprecata nella produzione di futuri rifiuti.

Bugia: Il piano di smaltimento di rifiuti con l'anello dell'incenerimento è al momento il più moderno e certo, altre strade come quella della ricerca di metodi di produzione di beni non deperibili se saranno praticabili lo saranno in un futuro remoto ed incerto.  Smentita: Il piano rifiuti ben proposto dalla Comunità Economica Europea e basato su ragionevoli studi di fattibilità prevede come punto basilare al quale ogni altra cosa deve essere subordinata il fatto di produrre beni durevoli. Dopo aver attuato quanto sopra vengono la raccolta differenziata, ed il riciclaggio. Soltanto dopo aver attuato questo interviene il recupero energetico e lo smaltimento residuo in discarica.

 Bugia: Molto si sta facendo per il problema dei rifiuti, anche in termini di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, anche al fine di minimizzare la quantità' dei rifiuti e le dimensioni degli impianti di incenerimento. Smentita: Il danaro pubblico viene stanziato per piani in cui la spesa più grossa è quella destinata all'incenerimento, una minore alle complesse tecniche di riciclaggio, ed una assolutamente nulla riguarda il punto nelle tecniche di informazione (etichettatura dei prodotti) e di produzione di beni durevoli considerate primarie dalla CEE. Le cifre della bugia: su oltre 800 miliardi di lire stanziati in una Regione ( Es. Piemonte) 500-700 miliardi sono destinati a i termovalorizzatori e solo per questo danaro viene chiesta con insistenza la disponibilità necessaria alla costruzione immediata adducendo il pretesto dell'emergenza. Solo il resto, considerato invece obbiettivo primario della CEE, è destinato alle tecniche di riduzione dei rifiuti da smaltire. Nulla è destinato alla ricerca medica in questo settore. Nulla è destinato ai piani di monitoraggio della salute dei cittadini posti nelle vicinanze de i termovalorizzatori. Nulla è destinato all'istituzione di un fondo per le spese mediche eventualmente sostenute dai cittadini.

Bugia:  i termovalorizzatori di ultima generazione sono talmente sofisticati da non emettere sostanze tossiche infatti il monitoraggio all'uscita del camino con le apparecchiature più sofisticate disponibili non rivela tali sostanze. Smentita: Gli apparecchi di misurazione non sono abbastanza sofisticati e sensibili da rivelare la presenza di sostanze tossiche all'uscita dei camini poiché sono diluite in enormi quantità di gas, se invece mettete apparecchi altrettanto sofisticati a controllare l'accumulo di sostanze tossiche nelle vicinanze de i termovalorizzatori ne potrete misurare la presenza. Ciò è risaputo da chi dovrebbe tutelare la salute della popolazione e che sino ad oggi sistematicamente si oppone alla misura delle sostanze accumulate nei pressi   ( 7 km ) da i termovalorizzatori operanti, forse per evitare di conoscere.

Bugia: I comitati ambientalisti terrorizzano i cittadini sulla questione de i termovalorizzatori. Smentita: I comitati ecologisti reputano di dover supplire a quanto non viene fatto dalle istituzioni per contrastare le informazioni inesatte e ambigue se non mendaci che riguardano  i termovalorizzatori e su cui poggia l'incastellatura politica ed economica che sostiene la loro costruzione.

Bugia: La realtà è che studiosi autorevoli sono di opinione ben diversa dagli ambientalisti e mettono a disposizione le proprie conoscenze scientifiche che sono alla base della loro opinione spesso senza trarne alcun vantaggio, amministratori responsabili sono all'opera per risolvere i problemi dell'ambiente, che solo fra le altre cose prevede l'installazione di impianti di incenerimento, in siti tali da non danneggiare né l'ambiente né i cittadini. Tutto ciò è effettuato in rispetto delle norme europee, italiane e regionali in modo completamente trasparente per i cittadini, i quali possono contare su criteri di correttezza e trasparenza in tutte le procedure. Smentita: Attualmente gli studiosi favorevoli all'incenerimento traggono il vantaggio di occupare le posizioni di prestigio nei consigli di amministrazione degli enti ed istituzioni che si occupano e controllano l' ambiente, per contro chi è contrario senza ambiguità non e' presente in modo significativo in queste posizioni. I siti su cui costruire  i termovalorizzatori sono i più dannosi per la saluti infatti l'iter burocratico legato alle leggi attuali italiani identifica i siti in aree senza interesse agro silvo pastorale, dove siano già presenti servizi ( acqua luce gas etc. ) e viabilità, in zone industriali dismesse, Ciò corrisponde nella maggior parte dei casi nelle periferie delle città o nelle grandi cinture cittadine, in aree fortemente abitate. I criteri di correttezza e trasparenza sono solo legati agli atti pubblici, invece gli studi di fattibilità, finanziati dalle società di raccolta rifiuti, e gli accordi politici, per la loro natura, eludono questi criteri e rappresentano la maggior parte del lavoro svolto dai soggetti interessati.

 Bugia: Comunque in ogni momento la popolazione è invitata a controllare i progetti e potrà verificare l'efficienza e la non pericolosità degli impianti. Smentita: Il controllo dei progetti è effettuato da istituzioni pubbliche che non sono tenute in alcun caso a sottoporlo ai rappresentanti dei comitati ambientalisti. Potrebbero essere ammessi in un futuro sono determinati rappresentanti istituzionali (es. sindaci) o quelli che accettano di collaborare comunque. Tale tecnica di persuasione è oggetto di approfonditi studi di psicologia e scienze politiche ed è adottata comunemente al solo fine del raggiungimento della costruzione degli impianti. Anche ammesso che gli impianti fossero ritenuti pericolosi dai cittadini durante il funzionamento non esiste nessun strumento giuridico in grado di fermare un impianto neanche per pochi giorni: una volta innescato un inceneritore si è vincolati a non spegnerlo più, in quanto l'immondizia non può essere accumulata altrove, e la produzione di energia elettrica e di acqua calda per il teleriscaldamento diventano esigenze primarie rispetto alla salute.

 Bugia: In Italia, a differenza dei paesi più progrediti del nostro, e per la presenza delle infiltrazioni mafiose che controllano il business delle discariche, non sono stati costruiti  i termovalorizzatori, che pur essendo meno pericolosi delle discariche, e quindi un male minore e necessario, intaccherebbero gli interessi delle eco-mafie. Anche per questo gli organismi pubblici lottano per la costruzione de i termovalorizzatori che rimarrebbero sotto il controllo pubblico. I movimenti ambientalisti corrono il rischio, con il loro atteggiamento di contrasto, di favorire questi business illegali. Smentita: Di tutte, questa affermazione, sebbene la più debole, richiede la risposta più articolata, per non rispondere direttamente che quando si opta per il male minore od il male necessario si assomiglia a chi ha sostenuto che la costruzione delle mine antiuomo, in quanto necessarie per combattere i "cattivi", rappresentasse il male minore: a distanza di anni ci si trova a dover interagire con territori fortemente contaminati, e la decontaminazione di tali siti, come quelli de i termovalorizzatori rappresenta ancora un problema aperto. 

Ecco il coleottero mangiapalme !

Da: Bruno Mucci
Data: 01/29/08 09:58:46
Oggetto: Il coleottero che "rompe" le palme

 

Il maschio del punteruolo scava nello stipite e attira con i feromoni le femmine. Le larve si cibano dei tessuti e scavano gallerie molto lunghe. In meno di un mese la palma è al tappeto, e può anche crollare a terra. Il coleottero è in Europa dal '94 e ci ha messo undici anni per raggiungere l'Italia e stravolgere il paesaggio di giardini romantici e all'italiana, viali storici e ville private. Il Rhyncophorus ferrugineus, così chiamato per l'aspetto rossastro della livrea, nel 1987 giunge in Arabia, cinque anni dopo è la volta di Iran, Egitto, Palestina e Israele. Nel 1993 è in Spagna. L'ingresso in Italia avviene nel 2004, attraverso una partita di palme egiziane acquistate da un vivaista pistoiese.



Bruno 

Megadiscarica a Pontinia!!!

Ieri sul giornale La Repubblica e sul sito www.repubblica.it è comparso un articolo riguardante una discarica abusiva di Pontinia che rischia di inquinare prodotti agricoli che vengono distribuiti nella nostra provincia e in quella di Roma.

Dal sito:

Rifiuti, scoperta megadiscarica abusiva

Otto ettari a Pontinia. "A rischio frutta e verdura che arrivano a Roma"
di Maria Elena Vincenzi

Otto ettari completamente abbandonati. Lasciati solo ai rifiuti, copertoni, carcasse di animali, medicinali scaduti. Siamo a Pontinia. A ridosso di una delle zone verdi più belle del Lazio. E poco lontano da coltivazioni, allevamenti, caseifici. Cioè frutta, verdure, carne e formaggi. Molti dei quali finiscono sulle tavole di Roma e dintorni. Carciofi, insalate, mais, grano. Poi ancora, bufale, mucche, capre e pecore.

Siamo nel cuore dell´Agropontino. Una zona, spiegano dall´Associazione Rete dei Cittadini, "che ha una naturale vocazione all´agroalimentare e alla zootecnia". Ma, a dire il vero, c´è anche altro. Ci sono i "Gricilli", meglio noti come i laghi del Vescovo, bacini di acqua solfurea e dolce, situati a ridosso dei Monti Lepini, tra Sezze e Priverno, vicino al fiume Ufente. Una zona rimasta intatta, di 175 ettari, inserita nel piano regionale dei parchi e delle riserve naturali e tenuta sotto controllo dalla Comunità Europea per la salvaguardia delle aree protette. Insomma, un´area di grande pregio ambientalistico.

Eppure, proprio accanto ai "Gricilli" c´è un appezzamento di circa 8 ettari, denominato vasca di espansione, che dovrebbe servire a contenere le acque in caso di straripamento. Ma qui l´unico straripamento visibile è quello dell´immondizia. Una mega discarica abusiva. A cielo aperto e non solo: alcuni scavi nel terreno rivelano che molti degli scarti sono stati nascosti sottoterra. Ci sono carcasse in putrefazione di animali morti, bufale e ovini che, invece di essere cremate come prevede la legge, sono state buttate qui a marcire. Ci sono tonnellate di pneumatici accatastati dappertutto. Ci sono cumuli di lastre d´eternit, centinaia di metri di tubature in plastica, nylon per serre, lavatrici, frigoriferi, mobili, fusti contenenti olio, rifiuti di cantieri edili, componenti di carrozzerie d´auto, prodotti chimici, sacchi contenenti con ogni probabilità scarti farmaceutici, rottami ferrosi. Insomma, c´è di tutto. Compresi i resti dei tanti incendi dolosi appiccati nel tentativo di far sparire questi rifiuti "scomodi".

Il tutto a pochi metri di distanza dal patrimonio protetto dei laghi del Vescovo da cui quest´area è separata solo da un canale. Tutto intorno, altri corsi d´acqua, tra cui anche il fiume Ufente. La direzione è quella del mare, in un viaggio lungo chilometri. Insomma, non bastasse la contaminazione di un´area unica da salvaguardare, la Rete denuncia un rischio contaminazione delle acque di irrigazione. Qualche giorno fa, l´associazione ha inviato un esposto alla procura di Latina per denunciare una situazione "pericolosa per noi locali, ma anche per i romani perché gran parte dei nostri prodotti finiscono nei mercati alimentari della Capitale". E la vergogna corre sul web: i cittadini hanno messo anche un eloquente filmato su YouTube, dal titolo "Anno 2008. Pontinia".

Fra i rifiuti contenitori di medicinali

Meno allarmista, pur riconoscendo i rischi ambientali, Giorgio Libralato, presidente di Pontinia Ecologia e Territorio. "Le acque sono sulfuree, per cui dannose all´irrigazione. Certo, il pericolo di infiltrazioni nelle falde c´è, anche perché in zona sono superficiali. Non so quanto possa nuocere sull´agricoltura, di sicuro è molto preoccupante dal punto di vista ambientale". Dura la reazione del sindaco di Pontinia, Eligio Tombolillo, che esclude ogni rischio di contaminazione dei prodotti della zona: "Si tratta di allarmismo strumentale, non creiamo il mostro sull´agricoltura della nostra zona. La filiera è sana.

La vasca di espansione fu fatta per contenere eventuali straripamenti: per questo non è dedita all´agricoltura. Ed è isolata. Per di più, in pieno inverno nemmeno si irriga". Il problema dei rifiuti accatastati esiste, però. "Proprio per questo – ha spiegato il primo cittadino – Con il consorzio di bonifica vogliamo chiudere l´accesso all´area per evitare che entrino persone estranee".

(28 gennaio 2008)
Di seguito il link del video messo su you tube:
Oppure andate sul sito e scrivete "Pontinia anno 2008"
Il link dell'articolo de La Repubblica:
Questa notizia dimostra che il problema dei rifiuti non è solo di Napoli, ma riguarda tutti noi.
Andrea Barboni