Archivio Giornaliero: Gennaio 22, 2008

Papa, Sapienza, e politica

Il rapporto tra fede e scienza è stato da sempre uno dei temi più dibattuti e combattuti nella storia del pensiero occidentale.

Il “giusto” posizionamento della labile linea di confine tra le due posizioni è stata spesso causa di numerosi mali e ingiustizie.

Il tentativo di unificazione tra fede e scienza -operazione inseguita dai più grandi pensatori di tutti i tempi- si è rivelata assai complessa, contrastata e mai del tutto risolta.

 

Da secoli il dibattito tra fede e scienza divide le coscienze e non avrebbe di certo bisogno di ulteriori spinte.

Mi chiedo allora se c’è davvero la necessità di alimentare da più parti questo un pericoloso contrasto già marcato di per sé, almeno quando non ne sussistano valevoli presupposti.

 

I fatti stavolta sono abbastanza evidenti. Durante la visita del Papa alla Sapienza ci sarebbero state alcune contestazioni.

Il Papa ha creduto per ragioni di "opportunità" -come la Sante Sede stessa ha ben chiarito- di non partecipare. Il Santo Padre stesso ha il concetto rimarcato più volte.

 

Senza dubbio questioni di opportunità legittime, ci mancherebbe altro, ma sempre ricadenti nell’ambito di una scelta.

 

Invece si continua a sostenere da più parti che :”al Papa è stato impedito di parlare! Vietato al Papa di fare ingresso alla sapienza!”.

Tutto gira come se ci fosse stata una guerriglia e il Papa in pericolo di vita.

 

Con un po’ di calma e obiettività, la realtà, a mio avviso, potrebbe anche apparire diversa.

 

E’ forse il caso di chiedersi se si stia commettendo l’errore di confondere il significato delle parole “scelta” e “imposizione” e magari potrebbe anche risultare utile effettuare una opportuna distinzione tra i due termini. Come la maggior parte delle volte basterebbe un semplice vocabolario per fare un po’ più di chiarezza.

 

Che per la Chiesa Cattolica non sarebbe stata conveniente la visita del Santo Padre in un ambiente che avrebbe potuto rivelarsi troppo ostile, potrebbe essere di certo un valido motivo per aver rinunciato alla visita.

 

Perchè però non considerare altrettanto legittime le preannunciate manifestazioni anche di natura contestatoria? Manifestazioni evidentemente pacifiche, con ordine garantito dal Ministero dell’Interno.

 

Che poi tali manifestazioni possano essere anche valutate, a torto o a ragione, non condivisibili, sgradevoli o non opportune, è altra questione.

 

Al Papa non serve di certo solidarietà per le scelte che compie, semmai la solidarietà dovremmo pensare di riversarla sulla Democrazia italiana. Ne avrebbe certamente maggior necessità.

Una Democrazia molto giovane e per questo ancora bisognosa di reggersi sulle vecchie stampelle del concordato del ’29.

Ad una Democrazia acerba segue una politica debole, che abbisogna di accostarsi ad un alleato forte in Italia, come la Santa Sede.

Forse ecco il motivo per il quale abbiamo visto sfilare in Vaticano comitive di rappresentanti appartenenti ai più disparati colori politici. Pochi veramente d’accordo sulla solidarietà verso il Santo Padre, i più per mettere in bella mostra il proprio bastone concordatario, da poter sventolare per ogni evenienza.

 

Un po’ di perplessità anche per le valutazioni di un Parroco della nostra città che su un noto quotidiano locale ha raccontato l’annullamento della visita universitaria, mediante termini del tipo “vergognoso” e “inaudito”, senza forse soffermarsi adeguatamente sul significato degli stessi in relazione anche alla delicatezza dell’argomento.

Dichiarazione seguita, come qualche volta accade, da una buona dose di vittimismo.

Mi chiedo poi se era proprio il caso di equiparare la crocifissione di Gesù Cristo avvenuta duemila anni fa, con una manifestazione -peraltro non avvenuta- di un gruppo di studiosi e studenti dell’ Università.

Un po’ più di calma e riflessione in questi casi non farebbe male a nessuno.  

Massimo de Simone

 

Appalti e concessioni edilizie, Antimafia a Fondi!

Evidentemente il marcio che quotidianamente denuncia l'Associazione Caponnetto, riguardo appalti e soldi riciclati in provincia di Latina stà effettivamente venendo fuori..

Il TgLazio delle 14 parlava di terreni comprati agricoli a 7 euro/mq e trasformati magimente poco dopo in edificabili tramite varianti, a 180 euro/mq!! Ma che bella speculazione!!

A proposito di varianti, sarebbe il caso che la DDA di Roma e Napoli andasse anche ad indagare nel Comune di Latina…

ARKAN

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Da Il Messaggero:

di GIOVANNI DEL GIACCIO *
Sono stati al Comune di Fondi per tutto il giorno. Hanno sequestrato fascicoli all’ufficio anagrafe, al protocollo e alla ragioneria. I carabinieri del comando provinciale di Latina e in particolare quelli del reparto investigativo hanno lavorato su delega della direzione distrettuale antimafia di Roma. Un’indagine delicata, su materie evidentemente scottanti e nelle quali si presume il coinvolgimento della criminalità organizzata se è arrivata a muoversi l’antimafia.
Dagli investigatori, però, solo riserbo. L’inchiesta è “blindata”. Anche in Comune non c’è molta voglia di parlare dopo il viavai dei militari a Palazzo San Francesco. Quello che trapela, oltre agli uffici nei quali sono stati effettuati i controlli, è che la vicenda riguarderebbe alcuni favoritismi negli appalti e soprattutto nelle licenze edilizie. Il controllo, però – stando a quanto emerse – non avrebbe riguardato gli uffici dell’urbanistica e dei lavori pubblici. Perché? Forse la documentazione è già in mano agli investigatori che adesso dovranno semplicemente “incrociare” i dati raccolti ieri con quelli dei quali già dispongono. Altra ipotesi è quella che la verifica, invece, riguardi qualche investimento sospetto fatto sul territorio da società o personaggi apparantemente “puliti” ma in realtà legati alla criminalità organizzata.
Operazioni che ormai sono un classico per chi deve riciclare denaro e investe in attività apparentemente lecite, utilizzando persone insospettabili. Da sempre la zona di Fondi è indicata come una delel più “appetibili” in provincia di Latina per ’ndrangheta e camorra, numerosi gli allarmi lanciati in tal senso dalle associazioni antimafia del territorio, ma finora non si era mai andati oltre. Finora si era rimasti alle polemiche, anche dal punto di vista politico – e ai sospetti. All’elenco di famiglie che dopo essere state mandate al confino hanno messo radici a Fondi. Un’analisi, insomma, nulla di più. Le perquisizioni di ieri e il sequestro di copioso materiale lasciano intendere, invece, che siamo di fronte a una questione di assoluto rilievo. (* Il Messaggero, 22-01-2008