Archivio Giornaliero: Gennaio 10, 2008

Latina in mano alla camorra

http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=17971

Latina in mano alla camorra
Le affermazioni di Francesco Curcio, giudice dell'antimafia

immagine notizia Latina (09/01/2008) – Nel Lazio meridionale domina incontrastata la camorra. Questa grave affermazione è del giudice Francesco Curcio, sostituto procuratore antimafia, ed è stata riportata in un ampio servizio pubblicato dal <+corsivo>Corriere della Sera<+testo chiaro> in merito alla presenza della criminalità organizzata nella Capitale.
Il giudice Curcio se ne intende di camorra e dintorni poiché presta servizio presso la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, e da poco più di un anno e mezzo è stato "applicato" per tre giorni a settimana presso la Procura di Roma.
Ai suoi colleghi della Capitale dovrà portare la sua esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata e alle sue nuove modalità operative per riciclare il denaro di provenienza illecita. In particolare, per quanto riguarda le attività svolte nel Lazio che derivano dai collegamenti tra famiglie che risiedono in Campania e quelle che si trovano nel Lazio.
La Capitale è diventata un terreno di conquista da parte dei clan camorristici, che sembra cerchino di investire nella maggior parte dei casi in ristoranti. Il quotidiano milanese riporta anche le dichiarazioni del presidente del Centro Storico di Roma, il quale denuncia circa 800 volture di attività commerciali solo negli ultimi tre anni e che riguardano esercizi che rientrano nell'ambito geografico dell'associazione.
Secondo il giudice Francesco Curcio la situazione nella parte meridionale del Lazio è ancor più grave di quella nella Capitale. Il problema grosso delle province di Latina e Frosinone, quelle che confinano con la provincia di Caserta, è che "il loro tessuto sociale è intriso di criminalità organizzata", ha spiegato in modo risoluto il giudice Curcio al quotidiano milanese.
Le indagini coordinate dalla Dda competente (Napoli o Roma a seconda dei casi) però sono inevitabilmente destinate a impantanarsi nelle paludi dell'omertà. La lagnanza di Francesco Curcio è micidiale: gli inquirenti non trovano testimoni che denuncino alcunché. Una situazione simile a quella che lui ha registrato nel napoletano in molte delle sue inchieste.
Circa l'operatività dei vari clan camorristici nel Lazio meridionale, Francesco Curcio ha le idee chiare. Il suo ufficio "ha registrato infiltrazioni importanti nelle province del Lazio che confinano con quella di Caserta, soprattutto da parte del clan dei Casalesi, ma non solo".
Tra i settori economici preferiti ci sono la gestione del ciclo dei rifiuti e quello degli appalti pubblici. A questi si affiancano le altre "attività" più tradizionali come l'usura e le estersioni, fino anche alle intimidazioni e agli attentati.
Allarmi in tal senso sono stati lanciati già in passato da altri magistrati della Direzione distrettuale antimafia e dai politici regionali che si occupano di criminalità e sicurezza. Da ogni parte sono concordi nel ritenere che una parte fondamentale del contrasto alla criminalità organizzata sta nell'individuazione dei passaggi dalle attività lecite a illecite con il riciclaggio di denaro sporco. In questo senso già nel 1995 si era espressa addirittura la Divisione "Anticriminalità organizzata" dell'allora Servizio segreto militare in una relazione a un seminario europeo.
Remigio Russo
Pagina 17. La Provincia è sotto controllo…
Le considerazioni di Giuseppe Mancini, capo della Procura di Latina "La provincia è sotto controllo
grazie al nostro lavoro"
Negli uffici in via Ezio, sede della Procura della Repubblica, scrollano un po' le spalle dopo la lettura del servizio del <+corsivo>Corriere della Sera<+testo chiaro> e delle dichiarazioni del sostituto procuratore Francesco Curcio in servizio alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Secondo il magistrato partenopeo il territorio del Lazio Sud è in mano alla camorra.
Il capo della Procura pontina, Giuseppe Mancini, rimane scettico. "Noi, più che come giudice come cittadino, gradiremmo che questi esperti facessero nomi e cognomi e circostanze quando ci parlano di annidamento della criminalità organizzata", ha risposto lapidario Giuseppe Mancini. Prima di ogni spiegazione la sua precisazione sulle competenze: "L'associazione per delinquere di stampo mafioso è di competenza della Procura antimafia, ufficio cui noi trasferiamo i nostri fascicoli quando ravvisiamo questo tipo di reato".
Dunque, le attività della procura pontina a contrasto della criminaità organizzata sono basate a "bruciare il campo" ai clan evitando di renderlgi il territorio appetibile per i loro investimenti. "Noi abbiamo il controllo di quei fenomeni su cui vegetano le organizzazioni criminali come l'abusivismo edilizio con tutto il contorno, concessioni e imprese, i fallimenti e le acquisizioni delle attività commerciali", ha affermato il Procuratore Capo.
A dimostrazione di quanto detto lo stesso procuratore ha spiegato che "ormai gli abusi edilizi di cui ci perviene la denuncia sono da considerarsi marginali dal punto di vista dell'entità del reato". Addirittura, sono sotto la lente del pool della Procura tutti gli Uffici "Urbanistica" dei Comuni pontini per una serie di concessioni edilizie regolari da un punto di vista formale, ma che per il contesto risultavano sospette. "Così ci sono Comuni, come quelli del Sud pontino che hanno sospeso questi rilasci", ha ricordato Mancini.
Tra le attività a contrasto della criminalità il procuratore Mancini ha posto l'attenzione su alcune misure di prevenzione patrimoniale che hanno portato al sequestro di beni ai fini della confisca. Oltre a un caso di usura portato in giudizio.
"Insomma, se qualcuno ha informazioni concrete per le nostre indagini le segnalasse senza problemi", ha concluso il procuratore Giuseppe Mancini.
Remigio Russo

Rifiuti: il Sindaco…

hDichiarazione del Sindaco Zaccheo:

Dal 1999 nella Regione Lazio vige lo stato di emergenza ambientale connesso con la gestione del ciclo dei rifiuti. Le gestioni commissariali non hanno consentito di superare la situazione di crisi socio ambientale ma hanno determinato solo l’ampliamento delle discariche esistenti e la realizzazione di nuovi bacini nel sito di Borgo Montello, area tra l’altro già fortemente compromessa sotto il profilo ambientale. La messa in discussione degli strumenti di pianificazione vigenti da parte del Presidente Marrazzo ha determinato per lungo tempo il congelamento di ogni iniziativa in itinere relativamente alla gestione dei rifiuti urbani nella provincia di Latina. La mancanza di un quadro pianificatorio di riferimento certo e la proposta di revisione presentata dal Commissario, non offrono alcuna prospettiva di risoluzione concreta delle problematiche. Si registra, invece, la carente capacità decisionale e organizzativa della Regione e degli organi istituzionali preposti alla gestione dell’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti. La proposta di revisione del ‘Piano degli interventi di emergenza dei rifiuti urbani nel Lazio’, non è in linea con le previsioni delle norme statali che prevedono l’autonomia provinciale nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti (ATO) e penalizza fortemente la provincia di Latina imponendogli un sito di conferimento del CDR in termovalorizzatori posti al di fuori dell’ambito territoriale con conseguenti aumenti dei costi e senza possibilità di regolazione della tariffa di igiene ambientale assoggettata alla gestione di altri ambiti. Non è più possibile andare avanti con la realizzazione di nuove discariche senza la costruzione di idonei impianti di trattamento, di selezione e di valorizzazione dei rifiuti che completino il ciclo integrato. Nonostante le iniziative, le numerose e reiterate richieste formali, sia di questo Comune, sia della Provincia di Latina, il Presidente Marrazzo nella sua doppia veste di Presidente della Regione e Commissario per l’emergenza rifiuti, non ha inteso recepire l’istanza di rendere autonoma la provincia di Latina alimentando la promiscuità nella gestione dei rifiuti tra diversi ambiti. La situazione di emergenza denunciata già da tempo da questo Comune e l’ "effetto Campania", impongono di sollecitare nuovamente al Commissario Marrazzo la richiesta di immediate decisioni di realizzazione del sistema impiantistico per l’autosufficienza gestionale dell’ambito di Latina. In assenza di quanto sopra questo Comune ribadisce la propria contrarietà alla costruzione di nuovi bacini di discarica che non risolvono il problema ma lo differiscono nel tempo a danno dell’ambiente, erigendo a sistema l’emergenza.

Rifiuti: la maggioranza…

In merito alla questione posta all’attenzione dei cittadini e relativa alla emergenza dei rifiuti che sta interessando la Campania, i capi gruppo consiliari della Cdl ribadiscono quanto già più volte manifestato, ovvero la necessità di garantire piena autonomia alla Provincia di Latina con il ciclo dei rifiuti che preveda la realizzazione di un termoinceneritore per l’autosufficienza gestionale dell’ambito territoriale. La mancanza dei termoinceneritori, cosi come successo in Campania ha, infatti, comportato l’incremento dell’utilizzo delle discariche con l’ulteriore rischio di veder confluire nei bacini, come è avvenuto a Borgo Montello, rifiuti delle altre province. Scongiuriamo sin da ora l’ipotesi di utilizzo della discarica come unico sistema di smaltimento dei rifiuti e men che meno accettiamo di far confluire presso il nostro territorio rifiuti di altre province o magari di altre regioni.
Giuseppe Di Rubbo – Capo Gruppo Forza Italia
Cesare Bruni – Capo Gruppo An
Massimiliano Carnevale – Capo Gruppo Udc