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  1. Stevejo ha detto:

    Preferisco non commentare le parole di Mancini, anche perchè, secondo me, la realtà è l'esatto contrario di quella da lui espressa.

    Prova ne sono anche le recenti deunce di Libera contro le Mafie, e di altre associazioni o della stessa procura antimafia.

    A volte, sinceramente, pare non si vogliano vedere le cose. X cui ripeto: se moltissimi cittadini conoscono nomi e cognomi, possibile che loro, invece, non si accorgano di niente?

     Riporto quì quanto dissi già in un'altro post:

    Tutti (credo) sanno i nomi e cognomi di queste persone, i loro "complici", e molti conoscono il funzionamento del "sistema", i modi con i quali si trae lo sporco profitto.
     
    Se ne parla in privato, tra conoscenti, ma mai pubblicamente.
     
    Posso capire che i cittadini abbiano timore a farli pubblicamente quei nomi, non fosse altro che per timore di prendersi denunce per calunnia (nella migliore delle ipotesi, ovviamente), in quanto un conto e saperli, un'altro è, per un comune cittadino, averne le prove.
     
    Ma i magistrati? I giudici? Le forze di polizia? Le forze politiche? Perchè non vengono avviate indagini? Eppure gli elementi dovrebbero esserci tutti…anzi, sono sotto gli occhi di tutti!!!
     
    Come si può pensare che i cittadini trovino il coraggio di dire e denunciare, se l'omertà sembra esserci tra le stesse istituzioni che dovrebbero difendere i citatdini onesti?

     

    Che poi le denunce siano poche…forse è perchè anche quì c'è omertà, e forse ce nè così tanta perchè i cittadini non si sentono tutelati da queste istituzioni, dalle istituzioni sul nostro territorio. Anche perchè, se le stesse istituzioni fanno fatica ad ammettere e ad agire, non si può poi chiedere ai cittadini di farlo per primi.

    Mi chiedo quindi se la città di Latina di cui parla Mancin è la stessa in cui vivo io…Mah.

    Saluti,

    stefano 

     

  2. davide ha detto:

    http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=17991

    Frattasi: "Le mafie? studiare l'economia"

    immagine notizia Latina (10/01/2008) – Il prefetto, a livello locale, è autorità provinciale di pubblica sicurezza, per cui ha la responsabilità dell'ordine e della sicurezza pubblica e presiede in tal senso uno specifico Comitato provinciale. Dunque, quando si parla di criminalità organizzata, di mafie e camorre varie, le antenne si alzano eccome in un palazzo come la Prefettura-Ufficio territoriale del Governo.
    Come accaduto a Latina dopo che la stampa ha pubblicato nei giorni scorsi le affermazioni di Francesco Curcio, giudice dell'antimafia. Secondo il magistrato nelle province del Lazio Sud confinanti con Caserta la camorra regna incontrastata e prospera negli affari. Una tesi non condivisa dal Procuratore Capo di Latina, Giuseppe Mancini, che ha spiegato come il suo ufficio sia attivo con indagini in tutte quelle situazioni in cui è facile che si annidi la criminalità organizzata.
    In prefettura non c'è alcuna intenzione di entrare nella polemica tra le due versioni sulle mafie che da sempre si fronteggiano nel mondo giudiziario. Se è vero, però, che l'opinione pubblica guarda alla Prefettura come baluardo della legalità, ecco che in piazza della Libertà non si fanno certo trovare impreparati. "Nell'ambito delle nostre competenze, tra cui non ci sono le investigazioni, ci siamo dotati di uno strumento che consente di analizzare le dinamiche del settore economico e produttivo locale", ha spiegato il prefetto Bruno Frattasi, "così da poco più di due mesi è stato costituito il Nose, il Nucleo di osservazione per la sicurezza economica, diretto da un nostro vice prefetto, e composto a livello interforze da funzionari locali delle forze dell'ordine, cui si aggiunge un rappresentante della Direzione investigativa antimafia da Roma".
    Questo gruppo ha il compito di "elaborare analisi di contesto" per garantire l'ordine pubblico economico. "Da questo lavoro impegnativo contiamo di ricavare una serie di dati che correttamente interpretati evidenzino tendenze tali da far presupporre un inquinamento dei mercati, a sua volta spia di sofferenza del tessuto economico e produttivo provinciale. Cioè di quelle situazioni che favoriscono i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata", ha continuato a spiegare il prefetto.
    Entro la fine di marzo in prefettura contano di stilare un primo bilancio delle attività svolte dal Nucleo di osservazione. "Entrando più nel concreto, il Nose ha iniziato ad acquisire i dati dalla Camera di Commercio relativi alle volture delle attività commerciali, che storicamente è stato il primo indicatore dell'aggressione da parte della criminalità organizzata. Su questo aspetto voglio anche rimarcare che l'efficacia del nostro lavoro si basa anche sulla collaborazione preziosa e fattiva di altri enti, come è stato nella massima disponibilità che ci ha mostrato il commissario della Camera di Commercio Fabrizio Autieri", ha sottolineato Frattasi, "Poi, dalle analisi di contesto ottenute possono partire approfondimenti in cui io stesso come Prefetto esercito poteri autonomi o delegati, oppure specifiche ipotesi investigative gestite esclusivamente dalla polizia giudiziaria sotto il coordinamento del Pubblico ministero". Tra queste azioni è auspicato un impulso alle misure di prevenzione patrimoniale, come il sequestro di beni ai fini della confisca, per togliere "soldi" ai gruppi criminali.
    Il lavoro di sintesi del Nose servirà anche "a orientare la lettura criminale della provincia, a vedere criticità e a indicare rimedi sistemici oltre le questioni giudiziarie, che non competono a noi", ha indicato il prefetto Frattasi riferendosi a quelle attività di prevenzione sul territorio in cui sono coinvolte anche le stesse categorie economiche con le loro organizzazioni di rappresentanza. "Su questo aspetto la Prefettura favorisce le sinergie a livello locale", ha concluso il Bruno Frattasi.
    Remigio Russo
  3. episodico ha detto:

    Caro Stefano, la città in cui vivi è la stessa in cui vivo io, una città all'apparenza molto tranquilla, ma che sotto sotto cova relazioni pericolose e situazioni ambigue.

    Parlando tra la gente sento tante voci: "Qui ci sono troppe banche, troppi centri commerciali per una città di 100 mila abitanti, il piano regolatore è andato a farsi benedire da tempo in favore di appalti poco chiari, girano troppi soldi, è pieno di ragazzi che vanno in giro con macchinoni e nessuno sa da dove arrivano i soldi per permettersi una macchina del genere…."

    Poi c'è qualche dato di fatto: alcune famiglie che qua se la comandano, Latina 3° in Italia per uso di cocaina, e 3° per usura…e sono dati letti sui quotidiani.

    Se questa situazione non è degna di attenzione è perchè a qualcuno piace avere i paraocchi…io non voglio fare la fine di Napoli ma come ipotesi non la vedo neanche troppo remota.

     

    Il problema come al solito è la politica: è inutile che io vado in piazza a sbandierare il mio dissenso quando a chi sta dentro al comune non gliene frega niente, o peggio, potrebbe fare comodo.

    La politica è l'unica che può impedire l'ingresso di queste persone negli affari locali, allo stesso tempo però è l'unica che può rendere fertile questo territorio se si serve della camorra per portare a termine i propri interessi.

    Io la vedo male, proprio perchè c'è troppo silenzio intorno a questa faccenda, c'è troppo immobilismo.

    Penso che in futuro l'unica soluzione è andarsene da qui…

     

      

     

     

  4. Stevejo ha detto:

    Caro Andrea, sottoscrivo al 100% quello che dici .Alle "voci" aggiungerei solo "quì ci sono troppi strani fallimenti di aziende, dai quali sono molti a guadagnarci, x diversi motivi".

    Il tuo quadro, purtroppo, corrisponde alle "voci" che ho sentito e continuo a sentire anche io…e chissà quanti altri le sentono.

    Eppure continua a rimanere tutto così com'è, nel silenzio  più assordante, anche nel silenzio di chi è preposto, x compiti istituzionali, ad urlarle certe cose.

    Io credo che Napoli l'abbiamo già superata, e di molto: xchè a Napoli almeno si parla di camorra, se ne ammette l'esistenza.

    Quì da noi ancora neanche questo.

    E come si può combattere la mafia se neanche se ne ammette l'esistenza? Come si può combattere qualcosa che non esiste? Se non esiste non c'è nulla da combattere, no?…… 

    Se devo essere sincero questa iniziativa della Prefettura, il NOSE, è l'unico segnale positivo che abbia visto da sempre a Latina, nella lotta alla mafia. Speriamo che non si riduca ad un nulla di fatto, xchè, come dice un provervio, "chi cerca trova"….eccome se trova!!!

  5. davide ha detto:

    Attendiamo i dati di marzo, i primi del NOSE per avere un idea più precisa..

    Riguardo le banche, a Latina città dovrebbero essere circa 80, che non sono elevate, soprattuto se parganonate ad esempio alle 130 mila di una città (certo più ricca come reddito pro capite), come Reggio Emilia, dove ce ne sono quasi 130..

    Il rapporto banche/abitanti nè a livello comunale, nè a livello provinciale è eccessivamente alto, anzi è sotto la media nazionale, e nella regione Lazio dopo Roma segue Frosinone, anzichè Latina.

    Riguardo i dati dell'usura dovrebbe essere al 15 posto (fonte Sole 24 Ore), mentre i dati sui fallimenti e protesti sono anche loro scoraggianti (anche là attorno al 10 posto tra 103 province).

    I dati della banca d'Italia sono sempre molto alti, anche se nell'ultima rilevazione relativa al 2006,i protesti e cambiali e assegni non pagati sono scesi a 52 milioni di euro, contro i 56 del 2005, tornando ai livelli del 2003..

    Cmq sia sono dati eccessivamenti alti..

    ARKAN  

  6. Stevejo ha detto:
    Riguardo le banche, a Latina città dovrebbero essere circa 80, che non sono elevate, soprattuto se parganonate ad esempio alle 130 mila di una città (certo più ricca come reddito pro capite), come Reggio Emilia, dove ce ne sono quasi 130..
     
    Il rapporto banche/abitanti nè a livello comunale, nè a livello provinciale è eccessivamente alto, anzi è sotto la media nazionale, e nella regione Lazio dopo Roma segue Frosinone, anzichè Latina. 

     

    Infatti, più che il numero delle banche, mi pare eccessivamente alto a Latina il numero dei centri commerciali.

    Riguardo i dati dell'usura dovrebbe essere al 15 posto (fonte Sole 24 Ore), mentre i dati sui fallimenti e protesti sono anche loro scoraggianti (anche là attorno al 10 posto tra 103 province).
     
    I dati della banca d'Italia sono sempre molto alti, anche se nell'ultima rilevazione relativa al 2006,i protesti e cambiali e assegni non pagati sono scesi a 52 milioni di euro, contro i 56 del 2005, tornando ai livelli del 2003.. Cmq sia sono dati eccessivamenti alti..

    Appunto…ma più che altro c'è da chiedersi: sono fallimenti normali o sono anche PROVOCATI, ossia ci sono aziende INDOTTE A FALLIRE? E se si, da CHI? E PERCHE'? C'è QUALCUNO che trae profitto da questi fallimenti? E CHI, eventualmente, acquista all'asta gli immobili delle aziende fallite? Per farci che, le acquista?

    Certamente non voglio insegnare il mestiere a nessuno. Non ne ho certamente le capacità nè la competenza. Però credo che queste siano normali domande che qualsiasi inquirente che indaga sulla mafia dovrebbe porsi e sulle quali dovrebbe indagare. 

    RIguardo poi all'usura, poi, spesso è connessa ai fallimenti stessi: aziende o commercianti sull'orlo del fallimento, sono quelli che più deboli, che più facilmente finiscono per rivolgersi agli usurai. 

    Un saluto a tutti,

    Stefano 

  7. Giovanni ha detto:

    SI DOVREBBE FARE  CHIAREZZA SU QUESTE GRAVI DICHIARAZIONI