Questione di punti di vista, ..e non solo.
Da ragazzo andavo spesso a Parigi. Di Parigi mi piace tutto, persino i parigini. Il suo fascino è indiscutibile, una riuscita mescolanza d’antico e moderno. Una città, che in tutte le sue espressioni, sa coniugare il passato e il futuro. In modo particolare nell’architettura. Un primo esempio, secondo me ben riuscito, è stato certamente il Centre Pompidou, conosciuto anche come il “Beaubourg”, un centro culturale che porta la firma anche dell’architetto italiano Renzo Piano. A seguire, il centro d’affari “La Defense”. Infine la “Piramide di Vetro” al Museo del Louvre. Parigi è come una bella donna. Alle volte ti appare nei sogni. Nell’ultimo sogno mi sono apparsi gli Champs Èlysèes. come una lunga verde isola pedonale, a seguire l’elegante Place Vendome, dove a partire dall’Hotel Ritz l’intera piazza era pedonalizzata, verde ovunque e tanti cipressi. Una nuova pavimentazione. Il sogno continuava tra gli “odori” di Parigi e i cipressi che mi ricordavano Giosue Carducci, quando all’improvviso mi è apparso un uomo elegante, tipicamente francese, anzi parigino. Era Jean-Michel Wilmotte. Mi sono svegliato subito dopo. Non mi trovavo a Parigi. Ero a Latina in Piazza Roma. Dalla finestra della mia casa ho visto quello che vedo tutti i giorni. Una semplice, ma bella piazza e tutti palazzi di fondazione. Anche in piazza San Marco ci sono palazzi di fondazione, c’è l’Opera Balilla, dentro c’è il museo Cambellotti e dentro il museo c’è in questi giorni una mostra del lavoro che monsieur Wilmotte sta svolgendo per la riqualificazione urbana degli “spazi” della città: Piazza del Popolo, Via Diaz, Piazza della Libertà, Piazza Dante, Piazzale dei Bonificatori, Viale Italia, Piazza del Quadrato, Corso della Repubblica e Piazza San Marco. Questo, non è un sogno, è tutto terribilmente vero. Certo la scelta dell’amministrazione e del sindaco pare convinta, ed è cosa buona esporre gli elaborati alla visione di tutti i cittadini. Magari già che c’erano però, non era male mettere un’urna, rigorosamente trasparente, nella quale i cittadini, attraverso un semplice questionario certificavano la loro opinione. Tanto per dare un tocco di partecipazione. In questa fase conta poco però sapere se Wilmotte ha avuto a suo tempo un incarico ufficiale con regolare delibera, quanto ci costa, e se anche questa è l’ennesima boutade del sindaco, visto che si continua a presentare progetti senza una benché minimo piano finanziario. Il libro dei sogni si allunga. Quello che conta oggi, è che si apra subito un dibattito per coinvolgere la città intera. Un intervento così radicale sull’impianto urbano non è cosa da poco. Non lo decide solamente una giunta, un consiglio comunale e tanto meno il sindaco.
Bisognerà ricordare sempre al sindaco che Littoria fu progettata per un traffico veicolare, che è certamente opinabile l’idea di creare tante isole pedonali, che l’architettura razionalista che caratterizza la città di fondazione, tanto apprezzata anche da Wilmotte, non è detto che sia meglio valorizzata con il suo progetto. Sarà bene che il sindaco e anche l’architetto francese spieghino a tutti come si fa ad inserire l’intervento solamente nel piano R0, e non in un progetto più ampio di pianificazione. Certo è molto più semplice procedere in tal modo, senza fissare regole che invece un nuovo strumento urbanistico (PRG) fisserebbe. Si avrebbe una visione generale della città e del territorio, evitando che ci sia un salotto buono (?) e un contorno di disordine tipologico e urbanistico. La memoria storica è l’identità di una città. Lo sono anche le sue piazze, i suoi palazzi, i suoi spazi. La sua tutela è d’obbligo. Provi il sindaco ad immaginare quando tra molti anni qualcuno verrà a Latina e la troverà diversa da come magari l’ha vista sui libri d’architettura, sulle cartoline. Provi a ricordare gli scempi architettonici che Latina ha dovuto subire e quelli che stanno avvenendo, per sua responsabilità, nei borghi di fondazione. Certo, nulla è immutabile, ma le “testimonianze” non si toccano, non si fanno esercizi grafici sulla storia. Caro sindaco, incominciamo a parlarne.
Nando Cappelletti
Portavoce de “La Destra”