Archivio Giornaliero: Maggio 20, 2008

Travaglio ed il ‘caso Schifani’.

Data: 05/20/08 18:48:06
Oggetto: Travaglio ed il 'caso Schifani'.

 

Invio per coloro che hanno interesse a capire le cose… l'intervento di Marco Travaglio sul 'Caso Schifani'…Buona lettura

Mario Bernardis

"Buongiorno a tutti. Iniziamo questo appuntamento settimanale. Sono un po' inesperto in questa materia e quindi spero che la cosa venga bene, ma verrà meglio nelle prossime settimane. Io vorrei sfogliare con voi i giornali della settimana per mostrare quali sono i problemi che affliggono l'informazione dei quali tutti noi, tutti voi credo, siamo molto preoccupati. Parto da un caso che mi ha coinvolto ma che, in realtà, non è il mio caso: si chiama "caso Schifani" anche se molti l'hanno chiamato "caso Travaglio". Dieci giorni fa sono stato da Fabio Fazio a raccontare alcune cose già presenti in alcuni libri mai querelati e in alcuni articoli querelati da Schifani che però ha perso la causa perché un giudice ha stabilito che tutto quello che aveva scritto di lui l'Espresso era sostanzialmente vero, non c'era alcuna diffamazione. Quella sera, come già mi era capitato sette anni fa quando ero andato a presentare un altro libro nelle stesse identiche condizioni da Daniele Luttazzi, è intervenuta la prima gallina che fa l'uovo, sempre in questi casi, cioè l'allora ministro e ora capogruppo del Popolo della Libertà provvisoria Maurizio Gasparri il quale ha dichiarato che ci sarebbero state delle conseguenze politiche. Per un attimo mi sono domandato "fanno dimettere Schifani?", in realtà volevano far dimettere me da non so cosa e far cacciare tutti i capi possibili e immaginabili della Rai come se io avessi chiesto il permesso o addirittura avessi ricevuto ordini dai capi della Rai, figuriamoci, per dire quelle cose. Mi ha molto colpito il fatto che tra i più solerti a intervenire contro il fatto che avessi raccontato una cosa vera, documentata e già nota, c'è stato il direttore di Rai3 Paolo Ruffini, già noto per aver collaborato alla chiusura del programma di Sabina Guzzanti "Raiot" – anche lì perchè si dicevano troppe cose vere tutte insieme. Ha dichiarato che ho "gratuitamente offeso la seconda carica dello Stato". Effettivamente era gratis, perché nessuno mi ha pagato per farlo. In realtà, Ruffini ha un conflitto di interessi quando parla di Schifani. Forse nessuno, o pochi, lo sanno ma Paolo Ruffini non è [solo] omonimo dell'ex ministro democristiano e dell'ex Cardinale di una certa Palermo anni Settanta: è il figlio del ministro e il nipote del Cardinale. Ma di più: la mamma del direttore di Rai3 Ruffini è la sorella dell'On. La Loggia che non è omonimo dell'attuale parlamentare di Forza Italia (che era socio di Schifani e di Nino Mandalà, poi condannato per mafia, nella famosa società Siculabroker tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta): è proprio lui! Praticamente, Ruffini è il nipote di La Loggia. Quindi, le storie della Siculabroker gli basterebbe fare un giro di opinioni in famiglia per conoscerle…        E quando afferma che io non posso raccontarle in televisione… diciamo che sta dicendo che non dovrei rinvangare certe storie di famiglia. Della sua famiglia. Si chiama conflitto di interessi, anche se in questo caso Berlusconi non c'entra, ma nessuno l'ha fatto notare. Pazienza! Meglio sapere con chi si ha a che fare, chi parla e chi dirige la rete progressista della Rai; poi ci sono anche le reti dirette dal centrodestra. A quel punto cos'è successo? Nessuno ha chiesto a Schifani conto e ragione di quello che è nei documenti ma, in compenso, hanno cominciato a chiedere conto a me di una serie di cose che peraltro non ho mai fatto. Per esempio, l'ottimo giornalista di "Repubblica" D'Avanzo ha addirittura insinuato in un articolo mellifluo che io mi fossi fatto pagare le vacanze estive del 2002 o del 2003 da un signore che è stato poi condannato per mafia e che io non ho mai visto, né conosciuto, né sentito nominare. Poi, però, ha scritto "chi potrebbe credere a questa cosa?". Forse è il primo caso di un giornalista che nella riga sopra scrive una notizia e in quella sotto "ma nessuno ci crede!". Ma se nessuno ci crede perché la scrivi? Perché non la verifichi? Perché non fai il tuo mestiere? Pazienza, ma questo ha portato a parlare di me e delle mie vacanze invece di parlare delle società e delle consulenze urbanistiche del presidente del Senato. Consulenze urbanistiche che, guarda caso, sono state commissionate a Schifani dal comune di Villabate, uno dei comuni più infiltrati dalla mafia, e proprio da quel Nino Mandalà che proprio quindici-vent'anni prima sedeva nella stessa società di brokeraggio con Schifani e La Loggia. Comune che poi è stato sciolto due volte per mafia, per cui Schifani non ha potuto portare a termine il suo lavoro a proposito del Piano Regolatore che secondo il presidente del Consiglio Comunale di Villabate, Francesco Campanella attualmente in carcere e pentito, Schifani e La Loggia avevano concordato direttamente con il boss. Altra lezione di D'Avanzo: come fai ad accusare della gente di aver avuto rapporti, anche d'affari, [con queste persone] prima della loro incriminazione e della loro condanna? Uno non diventa mafioso il giorno in cui lo condannano per mafia o lo arrestano. Di solito è mafioso fin dalla più tenera età, è difficile la vocazione adulta nella mafia. Ti reclutano da giovane. Chi sta a Palermo e si mette in società con certe persone dovrebbe prima informarsi di chi siano. Chi accetta consulenze da un comune pesantemente infiltrato dalla mafia non può dire "non lo sapevo". Prima di lavorare in certi ambienti devi prendere informazioni, e su Mandalà le informazioni in loco erano piuttosto copiose. I magistrati, quando arrivano, sono sempre gli ultimi a sapere, un po' come i cornuti. Negli ambienti politici – lo diceva già Paolo Borsellino ma anche Giuseppe Aiala nel suo ultimo libro – chi ha certi rapporti lo si viene a sapere ben prima che la magistratura lo possa mettere nero su bianco. Altrimenti oggi dovremmo dire che Al Capone non era un mafioso. Al Capone non è mai stato condannato per mafia ma solo per evasione fiscale. Dovremmo definire Al Capone il "noto evasore fiscale italo-americano", secondo il metodo D'Avanzo. Ma andiamo avanti, non voglio parlare troppo di questo caso ma dei giornali, di come titolano i loro articoli e di quello che scrivono nei loro articoli. Naturalmente, la fonte che D'Avanzo indicava, cioè l'avvocato di questo Aiello che avrebbe detto di avermi pagato le vacanze, ha scritto a D'Avanzo una letterina su Repubblica in cui diceva "io non posso essere la sua fonte perché non l'ho mai sentita ne vista". La risposta di D'Avanzo non è stata "chiedo scusa, mi sono sbagliato, era una balla". Non ce n'è uno che si prenda la responsabilità di aver detto questa balla. Nessuno lo sa. La risposta di D'Avanzo sono due righe, uno vera lezione di giornalismo: "Il ricordo di Michele Aiello – cioè il ricordo che mi aveva pagato le vacanze, che non è vero – è stato raccolto da fonti vicine all'inchiesta". "Fonti vicine all'inchiesta". Tenete presenti queste parole, sono tutte espressioni nuove, neologismi che vengono fuori per l'occasione. "Fonti vicine all'inchiesta". Non si sa chi l'ha detto, sentito, riferito. "Fonti vicine all'inchiesta". Fonti purissime… Il Riformista: "Travaglio si discolpa su Repubblica: 'Ho pagato io quella vacanza'". Il titolo è già interessante: "si discolpa". Ma di che? Io non mi discolpo di niente, non ho fatto niente! Ho raccontato le mie vacanze proprio perché non ho niente da nascondere, mentre a dieci giorni da "Che tempo che fa" l'unico che non ha ancora spiegato è il presidente del Senato. Anche perché spontaneamente non lo farà mai. Ci vorrebbe un giornalista che gli mettesse un microfono sotto il naso e gli facesse la domanda sulla Siculabroker, sul comune di Villabate e sulle sue consulenze. Ma purtroppo non è accaduto. L'unico che gli ha messo sotto il naso il microfono è stato un giornalista del TG1 che, sdraiato carponi, gli ha chiesto: "Presidente, come agevolare il dialogo tra destra e sinistra?". Il presidente, naturalmente, ha risposto che il dialogo è importante. Meglio del dialogo che ha visto in questi giorni: è stato baciato da Anna Finocchiaro con grande trasporto. Non se lo poteva immaginare. Seconda domanda: "Anna Finocchiaro l'ha difesa, è contento?" Fine dell'intervista. Nessuna domanda. Che risponda lui a domande che nessuno gli fa sarebbe abbastanza impensabile, infatti questo è l'unico Paese in cui uno che ha avuto certi rapporti e ha certi particolari biografici può diventare, di fatto, il vicepresidente della Repubblica in quanto seconda carica dello Stato. En passant cito Il Giornale, che invece di parlare di Schifani parla di me in un articolo pieno di balle. A un certo punto c'è scritto che io avrei una rubrica settimanale su Repubblica Torino, ed è vero, in cui rispondo alle lettere "con il vezzo di un autoritratto firmato dal disegnatore Mannelli". Ma come faccio ad avere un autoritratto firmato da un disegnatore che non sono io? Quello si chiama ritratto, l'autoritratto è quello che mi faccio io! Non si sa più nemmeno che parole usare, in certi casi. Si usano parole completamente fasulle. A questo punto che succede? Le nebbie si diradano, si viene a scoprire che anche la storia delle mie vacanze è una balla, nessuno chiede scusa – anzi si scrive "fonti vicine all'inchiesta" – e partono tutte le procedure legali per cercare di tappare la bocca o a chi ha ospitato o a chi ha raccontato questi fatti. Partono le solite authority, i soliti consigli di amministrazioni, le solite commissioni parlamentari di vigilanza. Tutti organismi politici dove ci sono dentro D'Alema, Fassino, Berlusconi, Fini, Mastella, travestiti tramite i loro emissari, che aprono pratiche, minacciano sanzioni, annunciano codici. Addirittura denunciano violazioni che nessuno ha mai commesso perché i codici li conoscono soltanto loro e le regole le conoscono soltanto loro. Io personalmente una regola conosco: verificare se una cosa è vera, accertarmi se sia interessante. Se è vera ed interessante, dirla. L'unica regola che conosco è che non bisogna violare il codice penale. Qualcuno ritiene che l'abbia violato? Lo dimostri in Tribunale. Qualcuno ritiene di avere qualcosa da rispondere? Risponda. Non ho sentito nessuna risposta, solo tante parole al vento. Segnatevi anche questa: contraddittorio. Fabio Fazio è l'intervistatore, io l'intervistato. La cosa accade tutti i sabati e le domeniche sera, si chiama intervista. Prevede che uno faccia le domande e l'altro dia le risposte. In questo caso hanno detto che ci voleva il contraddittorio, una terza persona – non so, la Finocchiaro o Schifani sotto la poltrona – che sbuca fuori per dire di starmi zitto o che sto raccontando balle. Ma questo non è mai avvenuto in nessuna intervista! Tra l'altro al presidente del Senato non mancano i mezzi, basta che faccia un gesto e si ritrova tutte le telecamere ai suoi piedi pronte a riferire qualunque sospiro esca dalla sua bocca. Perfino quando annuncia una lotta solenne e feroce alla mafia, che verrebbe anche meglio se uno non fosse socio dei mafiosi, ma non si può avere tutto dalla vita. La cosa che più mi ha fatto piacere è che questa manovra per screditare chi racconta i fatti non è andata a buon fine: chi riesce a conquistarsi una credibilità col proprio lavoro, con la propria serietà, alla fine ottiene quei famosi riconoscimenti dal basso di cui parlava Enzo Biagi, che sono incompatibili con i riconoscimenti dall'alto. Si deve scegliere: se li vuoi dal basso non li avrai dall'alto, e viceversa. Quindi, svanita la manovra, mi rimangono alcuni messaggi che mi sono appuntato. Uno viene da un mio amico che lavora alla Rai a Londra il quale mi ricordava che, a differenza che nella sua azienda, in Inghilterra quando un giornalista del servizio pubblico, la BBC, viene attaccato succede esattamente il contrario di quanto accade in Italia. Nel 2004 alcuni giornalisti della BBC fecero emergere il dossier Irak, cioè il dossier di bugie organizzate dal governo Blair d'intesa col governo Bush per mentire ai popoli occidentali, raccontare le balle delle armi di distruzione di massa mai trovate e dei rapporti tra Bin Laden e Saddam Hussein che non esistono. Quando andò in onda questo scoop il governo attaccò questi giornalisti. Bene, il presidente e il direttore generale della BBC, servizio pubblico radiotelevisivo pagato con i soldi degli inglesi, anziché prendersela con i giornalisti che li avevano messi in difficoltà con i loro scoop sul governo, si dimisero per difendere i loro cronisti. Da noi avete visto cos'hanno fatto i vertici della Rai, hanno detto che io avevo fatto qualcosa di inqualificabile, evidentemente perché non sono abituati a sentir raccontare la verità mentre quando vedono uno scendiletto che mette il microfono sotto il naso del presidente Schifani per chiedergli come agevolare il dialogo… beh quello gli piace, gli sembra un'intervista vera. Lì non chiedono il contraddittorio e neanche le domande! E' una questione di abitudine. Quando parlano di BBC, se la guardassero almeno un paio di secondi al giorno per capire così un servizio pubblico radiotelevisivo. Altra cosa che mi ha fatto piacere è che molti mi hanno mandato delle citazioni, delle frasi, degli articoli e persino dei detti. Vorrei concludere con un detto catalano che una studentessa di Barcellona in Italia per una borsa di studio mi ha mandato, insieme a uno di Paul Valéry che già conoscevo. Il detto di Paul Valéry è: "c'è un solo modo per vedere realizzati i propri sogni: svegliarsi". C'è un altro detto di Paul Valéry: "se non riesci a demolire il ragionamento, cerca almeno di demolire il ragionatore". La stessa cosa avviene quando non riesci a demolire i fatti, che hanno una loro forza intrinseca, cerca almeno di demolire chi li ha raccontati. Infine, il detto catalano, che questa ragazza mi ha segnalato dicendomi che non le viene in mente niente di più preciso per descrivere la situazione che sta vivendo in Italia, la qual cosa la sgomenta parecchio. E con questa vi lascio: "ci pisciano addosso e ci dicono che sta piovendo".

 

Parcheggi: caos senza sosta!

Latina, 20 maggio 2008

Parcheggi: caos senza sosta!

 

 

Il Comune di Latina continua in una gestione quasi selvaggia delle aree di sosta.

 Ora è il turno del parcheggio nella zona della stazione. Si tratta di sosta a lunga durata che di per sé deve avere una propria specifica regolamentazione. Ma l'unico obiettivo che interessa l'amministrazione, come al solito, non è fornire un servizio, ma trovare un ulteriore espediente per spremere i cittadini con un altro balzello.Arrivare allo Scalo è già un'avventura, arrivarci con i mezzi pubblici per oltre 4/5 della popolazione (quella che non vive al centro) diventa una saga. Per quasi tutti l'unico mezzo è la vettura privata. Tralasciando la questione della metropolitana leggera, sulla cui effettiva utilità si nutrono forti dubbi e sul cui impatto negativo si hanno certezze, diventa un dovere lasciare libero il parcheggio nelle vicinanze della stazione, a meno di non prevedere un vero e proprio servizio di guardiania e custodia, con forme di abbonamento a costi “politici”.Ma il tema vero è sulla regolamentazione della sosta in tutto il territorio comunale. Nell'ultimo anno le aree a pagamento sono aumentate di oltre 1/3 ed il costo è lievitato del 20%; in cambio il (dis)servizio è il medesimo!Le proposte sono sempre le stesse: a) abbonamenti per aree; b) zone di parcheggio per i residenti; c) riduzione degli orari della sosta a pagamento (dalle 9,oo alle 13,oo e dalle 15,oo alle 18,oo); d) rafforzamento ed efficienza dei servizi di trasporto urbano; e) piste ciclabili; f) revisione delle zone riservate.A ciò si aggiunga la necessità di una vera e propria guerra al parcheggio selvaggio. Oggi lasciare la vettura in doppia fila, in prossimità di un incrocio o  in corrispondenza delle discese per i portatori di handicap è diventata una prassi, perché di fatto è quasi assente ogni controllo ed inesistente ogni possibilità di rimozione.E' la conseguenza di un sistema che favorisce le violazioni. Basti pensare all' “invenzione” del parcheggio libero sul marciapiede di via Porfidi che è contraria al Nuovo Codice della Strada. E' bene ricordare a Sindaco & Co. che per imporre una tassa è necessario fornire un servizio, per ottenere il rispetto delle norme ed un maggior ordine bisogna dimostrare di conoscere le regole e di salvaguardarle in prima persona!

 

Giuseppe Pannone

Resp. Mobilità e Servizi P.D

Latina

Le Associazioni Ciclabili incontrano la Fanti

Di seguito il comunicato stampa relativo all'esito dell'incontro del 19 maggio u.s. tra la scrivente associazione, GS Avis-Aido e Veloclub con l'Ing.Brinati e l'Assessore Fanti.

Associazione:
LATINA CICLABILE – FIAB
(aderente alla FIAB Onlus – www.fiab-onlus.it)
IL PRESIDENTE
Vincenzo Spica – Tel.349-3558980

e-mail: [email protected]
recapito postale:
Ple Prampolini,49 – 04100 Latina

Promesse disoneste ai pensionati

La tabella in allegato, pubblicata dal mensile di attualità, cultura e informazione  "Esperienza" indica che il 74,5% di pensionati Italiani deve vivere con meno di 886 € al mese e più della metà di questi con meno di 443 € al mese.

Questo è il risultato di 20 anni di governi che si sono alternati (centro destra, centro sinistra) e della discutibile attenzione dei sindacati. Ad ogni elezione a turno chi ha vinto aveva promesso di migliorare questa situazione sfruttando a suo favore almeno 8 milioni di elettori. Il dato consuntivo è inequivocabile praticamente nessuno ha mantenuto le promesse fatte, probabilmente perchè non dovevano promettere ciò che sapevano di non poter mantenere ma la fame di voti conta molto di più della dignità, daltronde per la "casta" prendere in giro i nostri anziani funziona sempre. Politici con la "p" minuscola che prendendo in giro gli anziani prendono in giro i loro padri che per un voto venderebbero.

Salutoni

La mente colorata

Data: 05/20/08 11:08:13
Oggetto:  invito

Vi invitiamo a partecipare al Convegno organizzato dagli amici della Cooperativa Sociale Il Gabbiano  sulla sperimentazione dell'intervento di educazione e prevenzione tra pari (in allegato l'invito)
Il Convegno avrà luogo domani 21 Maggio alle ore 10,00 presso la Sala Manzù ad Aprilia.
Saluti.
Fabrizio Cirilli

Tricolore dai balconi

Domani alle 14.00 (inizio lavori ore 15) il consiglio comunale di Latina si riunirà in seduta straordinaria e solenne per l'attribuzione della cittadinanza onoraria all'Associazione Nazionale Carabinieri. L'evento aprirà di fatto il XIX Raduno Nazionale che Latina ospiterà da giovedì 22 a domenica 25. Il raduno, dedicato ai carabinieri caduti per la lotta al crimine, per espressa volontà del gen. Colavito è anche un omaggio ai bonificatori e ai primi carabinieri che si spesero al loro fianco per far sorgere Latina. La cittadinanza onoraria dunque – spiega il sindaco Zaccheo – tende a rinsaldare radici importanti che sono patrimonio culturale e segno distintivo della comunità pontina. Il Raduno prenderà poi il via ufficialmente giovedì alle 9.30 in Piazza del Popolo con la rievocazione dell'arrivo dei carabinieri nella pianura pontina e la consegna del tricolore al sindaco di Latina. Sarà una cerimonia particolarmente suggestiva che prevede anche l'aviolancio della sezione sportiva dei carabinieri del primo reggimento paracadutisti Tuscania. L'Arma dei Carabinieri è presente nel nostro territorio da prima della nascita di Littoria. La prima Stazione, all'epoca alle dipendenze della Tenenza di Velletri, venne istituita l'11 novembre 1932. "Ecco perché parlo di radici" – commenta il sindaco Zaccheo invitando insieme al Prefetto dr. Frattasi la cittadinanza tutta ad accogliere festosamente le delegazioni che da ogni parte del mondo saranno a Latina in questi giorni anche attraverso l'esposizione del tricolore dai balconi delle abitazioni.

Metro Leggera a “costo zero”

Da: stabile
Data: 05/19/08 21:36:16
Oggetto: "METROPOLITANA LEGGERA":"COSTO ZERO"

La DESTRA
DIPARTIMENTO TUTELA SOCIALE
Dott. Andrea Stabile – responsabile provinciale
Avv. Annalisa Muzio – responsabile comunale
Continuando nella nostra iniziativa, volta ad occuparci di come viene
gestito il denaro pubblico da parte dell’amministrazione comunale di Latina,
inviamo l’allegato documento, riguardante la cosiddetta “Metropolitana
leggera”, già consegnato al sindaco, agli assessori ed a tutti i consiglieri
comunali.
Il documento ha trovato ampia eco sulla stampa locale giovedì 15 maggio ed è
riportato integralmente sul nostro sito: www.ladestraprovinciadilatina.it
Come per la precedente relazione datata 23.4.08 (“L’ennesima anomalia nel
rapporto tra Comune di Latina e Latina Ambiente S.p.A.”), anche in questo
caso preghiamo i cortesi lettori, in caso di condivisione del contenuto, di
attivarsi al fine di dare la maggiore diffusione possibile al documento
allegato.
Con l’occasione, ringraziamo le numerosissime persone che hanno manifestato
il loro apprezzamento per la relazione del 23 aprile e Vi informiamo che i
nostri documenti, attualmente, vengono trasmessi a più di mille cittadini di
Latina.
Vi preghiamo, a tal proposito, di aiutarci ad allargare la platea dei
lettori, invitando i Vostri amici e conoscenti, nonché chiunque possa essere
interessato, ad inviarci il proprio indirizzo di posta elettronica
all’indirizzo: [email protected]
Ai sensi e per gli effetti dell’art. 7 del D.Lgs. n. 196/2003, qualora non
foste interessati a ricevere altre comunicazioni, potete comunicarlo
all’indirizzo di posta elettronica mittente della presente

Segreto di stato sulla centrale

Da: luigi gallo
Data: 05/19/08 15:52:25
Oggetto: FW: SULLA CENTRALE NUCLEARE DI LATINA IL SEGRETO DI STATO.. ASSURDO !!!!

I siti per il deposito delle scorie nucleari, nuovi impianti civili per produzione di energia, centrali nucleari, rigassificatori, inceneritori/termovalorizzatori potranno essere coperti da segreto di Stato. Lo prevede il decreto entrato in vigore il primo maggio, quindi del governo Prodi.
Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 aprile 2008, numero 90. Prevede che: 'Nei luoghi coperti dal segreto di Stato le funzioni di controllo ordinariamente svolte dalle aziende sanitarie locali e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sono svolte da autonomi uffici di controllo collocati a livello centrale dalle amministrazioni interessate che li costituiscono con proprio provvedimento'.
'Le amministrazioni non sono tenute agli obblighi di comunicazione verso le aziende sanitarie locali e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco a cui hanno, comunque, facoltà di rivolgersi per ausilio o consultazione'.
'Sono suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato le informazioni, le notizie, i documenti, gli atti, le attività, i luoghi e le cose attinenti alle materie di riferimento'.
L'articolo 261 del Codice penale prevede per chi rivela un segreto di Stato
una pena non inferiore ai cinque anni di reclusione.

Se un sindaco dovesse divulgare ai suoi cittadini l'esistenza di una discarica di scorie nucleari nel suo comune finirebbe in galera.  
 VI RENDETE CONTO !!!!

Ma se un sindaco non informasse i cittadini tradirebbe il suo mandato nei loro confronti…. 
 
Gli altri Paesi hanno il segreto sulla sicurezza nazionale, sulle basi militari. Noi abbiamo il segreto di Stato sulla spazzatura, su chi ci avvelena, sulle sue motivazioni, sui suoi interessi.
Il cittadino ha il diritto di essere informato sulle scelte dei suoi dipendenti.

Comunicato stampa Associazioni ciclabili di Latina

In allegato trasmetto il comunicato stampa relativo all'incontro del 19 maggio u.s. con l'Ing. Brinati e l'Assessore Fanti con le associazioni ciclistiche di Latina: G.S.D. Avis-Aido di Latina, Latina Ciclabile Fiab  e Veloclub Latina 1999.

[img]http://www.q4q5.it/uploads/6056396125.pdf[/img]

Il Lungomare di Latina, dalla Provincia al Comune capoluogo

Il Lungomare di Latina, dalla Provincia al Comune capoluogo

immagine notizia Latina (19/05/2008) – In merito ad alcune notizie di stampa riguardanti il passaggio di competenze della Provincia di Latina per il Lungomare di Latina e del presunto rischio di una mancata riscossione delle somme derivanti dal parcheggio a pagamento, interviene Salvatore De Monaco, Assessore ai Lavori Pubblici della Provincia.
"Le informazioni riportate non hanno alcun veritiero fondamento – precisa il delegato del Presidente Armando Cusani.
La Provincia di Latina, con spirito di collaborazione, ha già autorizzato, seppure in maniera provvisoria, l'installazione dei chioschi sul Lungomare Pontino ed ha sollecitato l'amministrazione a prendere in consegna il lungomare, così come stabilito all'unanimità dai rispettivi consigli: provinciale e comunale.
Come negli altri anni, sarà poi compito dell'amministrazione comunale di Latina gestire le tariffe per i parcheggi del lungomare, stabilendo le somme da riscuotere.
Questa competenza, tra l'altro, non è mai stata della Provincia di Latina.
Riteniamo, infine, che entro questa settimana il passaggio di consegne sarà definitivamente ufficializzato – termina De Monaco – garantendo anche un impegno di spesa per interventi di manutenzione sul tratto che andremo a cedere al Comune.
Anche per il Comune di Latina la Provincia intende offrire un'arteria importante, utile per la nuova pianificazione urbanistica che l'Ente Locale ha inteso progettare a seguito del concorso internazionale di idee".