Passeggiata serale
Oggi dopo cena io e mia figlia (6 anni) decidiamo di fare una passeggiata. Così, mano nella mano, usciamo di casa verso le 22:00 e ci avviamo senza meta. Dopo un po’ sentiamo un forte e sgradevole vociare; esclamazioni volgari si accavallano, il volume dell’uno che cerca di sovrastare quello degli altri.
Mi sveglio dal sogno; il momento magico con la mia bimba cessa di colpo! Dove siamo? Mi guardo intorno: siamo nei pressi del parco giochi Cottignoli-Petrucci. Il parco è completamente buio, ma dentro si vede del movimento. Varie ombre si muovono sopra i giochi mentre un’ombra è appollaiata sulla recinzione. Oltre alle urla e alle volgarità ci giungono i suoni inequivocabili dei giochi trattati con la ruvidezza di chi vuole rompere e danneggiare. Ci avviciniamo ma sono preoccupato per mia figlia. Penso ad un gruppo di balordi che hanno scavalcato al recinzione… tiro fuori il telefonino e mi accingo a chiamare la polizia… poi vedo che il cancello è aperto. Mia figlia, che – ne sono certo – non ha avuto il mio stesso lavorio interiore, suggerisce di entrare e giocare per un po’. Così entriamo. Noto subito una delle altalene rotte e penzoloni. 5 ragazzi maschi di circa 13 anni stanno usando un repertorio vocale da film dell’orrore. Niente di strano, mi dico; stanno approfittando dell'assenza dei genitori per atteggiarsi da adulti. Usare un linguaggio volgare e dei ruvidi modi da boscaiolo deve farli sentire più grandi! Poco male, ci siamo passati tutti!
Mia figlia comincia a giocare incurante di tutto il resto, mentre io invito i 5 ragazzi a non spaccare i giochi. Mi chiedo perché il parco è buio, e soprattutto perché il cancello è ancora aperto. Ispeziono con amarezza l’altalena rotta, prima vittima della mancata custodia, e prendo nota mentalmente degli attrezzi e dei pezzi di ricambio che mio serviranno per riparare il danno. Passano una decina di minuti sempre allietati da un sottofondo di improperi e bestemmie irripetibili. Poi squilla un telefonino:
– Pronto… No, Ma’ non rompere le p…e! … No, so qui coi ragazzi… sì, al parchetto con Giuseppe e Francesco (nomi di fantasia). E dai, Ma’ non rompe’r c..zo. … No dai, e inutile che mi passi papà… che rompi c..ni! … Non rompe' i c….ni … e dai, è presto… sì ma che che c..zo! Vabbe’ tra un po’ vengo. Che c…ni!!
Io sono allibito: se i miei figli usassero… non dico quel linguaggio, ma solo quel tono, prenderebbero tante di quelle sberle…
Dopo un paio di minuti squilla un altro cellulare… e la delizia si ripete. Prendo mia figlia per mano e ce ne andiamo. Facciamo il giro largo e passiamo davanti al centro commerciale. Davanti al bar l’Orchidea c’è un’Alfetta dei Carabinieri ferma… vuota. Guardo dentro il bar, ma non vedo nessun Carabiniere. Chissà… saranno dentro Napul'é a mangiare la pizza. Indugio, vorrei tornare indietro, poi mi fermo. Che gli dico? Che il cancello del parco giochi è aperto? Che la luce è spenta? Che l’altalena è rotta? Che un gruppo di tredicenni insolenti usa un linguaggio oltraggioso? Che non trattano i beni pubblici col dovuto rispetto? Già mi sembra di vedere la faccia incredula dell'appuntato mentre ingoia il trancio di pizza!
Così riprendo la mia bimba per mano e ci avviamo verso casa. Passando davanti al parco giochi di Via Cherubini, buio pure questo, vediamo molte ombre che si aggirano tra le giostre, mentre le imprecazioni e le ingiurie sono chiaramente udibili, solo a tratti sovrastati dal rumore di legno frantumato e di ferraglia che sbatte.
Salvatore