Perche’ i nostri giudici non applicano la legge!
LATINA 28 MAGGIO 2008
PERCHE’ I NOSTRI GIUDICI NON APPLICANO LA LEGGE!
Il tristissimo fatto di cronaca che ha visto barbaramente uccisi sulla strada i giovanissimi Ale e Chiotty per mano di un “pirata”, successivamente assicurato alla “giustizia” – così almeno si pensava – ci porta oggi a considerare quanto segue ed a trarre, per l’effetto, la decisione che annunciamo nel presente comunicato.
E’ bene ribadire dapprima che il nostro codice penale non lascia adito a dubbi su come un fatto della specie di quello in esame debba essere configurato da un punto di vista giuridico. Il fatto di reato commesso dal Lucidi integra, infatti, certamente (!) un omicidio volontario! Costui è da considerarsi imputabile e come tale capace di intendere e di volere al momento del sinistro, non potendo avere alcun rilievo sotto il profilo della punibilità la circostanza che le sue capacità intellettive fossero grandemente scemate, atteso che lui stesso si era posto in tale stato. Non può esser condivisa nel modo più assoluto la scelta del GIP di Roma di derubricare il fatto di reato in omicidio colposo, scelta quest’ultima che si pone contro diritto e vale ad ignorare nel contempo gli insegnamenti della Suprema Corte in materia, nonché gli insegnamenti della dottrina dominante. Sorprende la decisione che si avverte sempre più spesso tra i nostri Giudicanti di lasciare sempre e soltanto al carnefice il beneficio del dubbio, se avesse cioè il Lucidi, nel caso di specie, confidato “superficialmente”, di poter scongiurare l’evento. Si ricorda, a noi stessi per primi, che dolo eventuale sussiste allorquando l’agente accetta il rischio delle conseguenze che nel normale ordine delle cose seguono alla contravvenzione di quella norma di esperienza che si accinge deliberatamente a violare: la morte di chicchessia nel caso in esame. Come possa pertanto essersi arrogato il Giudicante la prerogativa di valutare che tipo di discernimenti, tutti di carattere introspettivo, sia stato dato fare al Lucidi è circostanza misteriosa, come i caratteri del mistero riveste la scelta dello stesso Giudicante di riconoscere, a questo punto, in capo al reo delle particolari capacità nell’esercizio della guida. Che i Giudici – sia questo un monito – anche loro fallibili come tutti gli uomini, si basino sulle “realtà” processuali ed applicano soltanto il diritto, perché in diritto, sia ben chiaro, il Lucidi non solo ha ucciso, ma, di più, ha voluto uccidere!
Difronte a tale stato di cose, ed a quello che sempre più si sta connotando come il far west della giustizia, la scrivente Associazione ha deciso di assumere una iniziativa clamorosa, che valga a porre una volta per tutte l’attenzione delle istituzioni, ivi compresa la magistratura, sul problema della strage stradale, perché una volta per tutte sia affrontato in modo obiettivo, a cominciare da un forte richiamo, che attendiamo prossimo da parte di tutti i presidenti delle Corti di appello e dei relativi Procuratori generali, all’applicazione rigorosa della Legge.
E’ per questi motivi che, in difetto di precise rassicurazioni e/o iniziative da parte di chi di dovere, gli aderenti alla Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada Onlus – Sede Lazio, inizieranno uno sciopero della fame, a partire dal giorno 29 maggio p.v. ad oltranza.
Avv. Federico Alfredo Bianchi
Vice – Presidente Giovanni Delle Cave Il Vice Presidente NazionaleGiovanni Delle Cave