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  1. Stevejo ha detto:

     

    Sottoscrivo al 100% quanto detto da Pannone, e ne spiego (anche quì come già detto in un'altro post) il perchè. 

    A Latina vogliono fare un termovalorizzatore senza impianti di Cdr.

    Gli impianti di Cdr (Combustibile Da Rifiuto) sono quelli in cui vengono tolti, dai rifiuti indifferenziati, i rifiuti non combustibili (tipo vetro, metalli inerti e l'umido, i quali vengono poi riciclati o inviati in discarica) per farne il "combustibile" per gli inceneritori.

    I rifiuti adatti (in genere soprattutto plastiche che – come derivati del petrolio – hanno un buon rendimento energetico), così selezionati, prendono il nome di residuo secco combustibile. Successivamente alla selezione, vengono triturati e aggregati in grossi blocchi chiusi con vari strati di pellicola plastica (le ecoballe, che di "eco" non hanno un cavolo).

    ATTENZIONE, PERO': viene ammesso dalla legge, in fase di produzione dell'ecoballa, l'utilizzo ,per non più del 50% in peso, di alcuni rifiuti riciclabili, quali le plastiche non clorurate (PET, PE, ecc.), poliaccoppiati plastici (come gli imballaggi multimateriale plastica-alluminio o plastica-alluminio-carta), gomme sintetiche non clorurate, resine e fibre sintetiche non contenenti cloro.

    Il cloro infatti causa la produzione di diossina durante la combustione.

    Infine, possiamo suddividere il CDR in 2 tipologie: normale CDR e CDR-Q (alta qualità), che consente di ottenere i certificati verdi per la produzione di energia elettrica, e può essere usato con impatto ambientale inferiore.

    E quindi? a Latina, con un 15 % di raccolta differenziata (leggevo sui giornali), vogliono fare direttamente il termovalorizzatore? 

    A questo punto mi vengono una serie di domande. 

    1°) Innanzitutto, cosa vorrebbero buttare nel termovalorizzatore di Latina? CDR o CDR-Q? Perchè inquinano tutti e due, è vero, ma il CDR-Q, almeno, inquina di meno. 

    2°) A Latina vogliono fare il termovalorizzatore senza CDR. CIò significa che, non potendo buttarci dentro direttamente l'indifferenziato, dovranno acquistare il CDR da altre parti d'Italia. QUindi, nel nostro termovalorizzatore, non bruceremmo la nostra immondizia, ma magari quella del nord (dove si ha il 60-70% di riciclaggio), oppure quella del SUd (dove si ha lo 0% di riciclaggio). 

    E ovviamente non potremo sapere se bruceremo, invece,  le ecoballe prodotte dalla camorra, dalla mafia, dove non vengono rispettati neanche i parametri minimi di legge, dove si trovano anche prodotti con cloro. 

    3°) Viceversa, fare impianti di Cdr senza contemporaneamente aumentare il riciclaggio (e noi siamo solo al 15%), significherebbe produrre CDR con più alte concentrazioni di Plastiche o gomme, e quindi più inquinanti. 

    Insomma, non mi pare che ci siano, per l'ennesima volta, garanzie vere per la salute dei cittadini.

    A mio avviso il percorso da seguire dovrebbe essere totalmente diverso :

    a) bisognerebbe innanzitutto aumentare drasticamente la raccolta differenziata, in modo tale da riciclare la maggior quantità possibile di plastica, evitando di mandarla nei rifiuti indifferenziati e quindi nelle ecoballe.

    b) Bisognerebbe quindi creare Impianti di Compostaggio (dove produrre compost di qualità per l'agricoltura),  Impianti di selezione del secco (dove i rifiuti differenziati vengono ben suddivisi tra carta, plastica, vetro, etc… e poi venduti) e impianti di CDR, dove produrre esclusivamente CDR-Q, utilizzando esclusivamente la nostra immondizia.

    c) Solo alla fine, nel caso si producesse sufficente CDR-Q da tenere acceso un termovalorizzatore per tutto l'anno, avrebbe senso costruirne uno, dove bruceremmo  il nostro CDR-Q che, provenendo da un forte riciclaggio, avrebbe minori concentrazioni di plastiche. Altrimenti, se non ne producessimo abbastanza (il che significherebbe essere riusciti a fare un'ottima raccolta differenziata), si potrebbe cmq vendere il CDR- Q prodotto, traendone cmq profitto.

    Alla fine di tutto, cmq, la discarica continuerà a  serivìre, xchè non tutti i rifiuti possono essere bruciati o riciclati, per cui una parte dovrà x forza essere conferita in discarica.

    Senza contare la (nuova) discarica che sarà necessaria a fianco del termovalorizzatore, per custodire le ceneri (e dove la faremo?).

    Xchè se poi le ceneri vengono inviate da altra parte, questo sarebbe ancora più pericoloso: le ceneri non sono inerti, per cui, viaggiando sui camion, finirebbero per disperdersi anche nell'ambiente circostante, inquinandolo.

    E la nostra economia si basa soprattutto sui prodotti agricoli. Certamente non potremmo vender prodotti inquinati.

    Insomma, il termovalorizzatore come soluzione definitiva è una grande caz—ata, con la quale si stanno illudendo e prendendo in giro i cittadini. Ma soprattutto è solo il traguardo finale di un serio ciclo dei rifiuti

    A questo punto, mi chiedo perchè, sulla scia di quello che succede a Napoli, si sia cavalcata l'onda del termovalorizzatore. Prima di proporre bisognerebbe studiare bene i problemi per trovare le migliori soluzioni, vagliando tutte le possibili strade percorribili. 


    FA quindi bene il Pd (e in questo caso Pannone), a mio avviso, a spingere per quest'altra strada. E spero che anche la lista "progetto per Latina" faccia altrettanto.

    E, ancora, spero che la stessa amministrazione riveda le sue priorità circa il ciclo dei rifiuti della nostra città.

    LA salute pubblica è una cosa seria, e il trattamento dei rifiuti deve essere fatto per gradi, senza bruciare le tappe.

    Un saluto a tutti,

    Stefano

  2. massimo74 ha detto:

    Ciao a tutti,

    personalmente non mi ritengo a priori nè pro nè contro gli inceneritori.

    L'inceneritore, a mio avviso, si deve fare quando serve. Sicuramente in concomitanza di qualche impianto cdr, ben realizzato. Nessuno almeno fino ad ora è capace di mangiarsi i rifiuti e fare uscire aria fresca.

    Faccio però sempre più attenzione alle affermazioni portate avanti da alcune frange politiche (ad esempio dai Verdi) che a mio avviso sono da annoverare tra i principali responsabili delle calamità attuali circa i rifiuti.

    Verdi con poteri decisionali sull’ambiente e in particolar modo sulla Regione Campania, e che fino a ieri continuavano ad affermare che bisognava solo aumentare la differenziata e auspicavano impianti cdr, assolutamente inoperativi e ciechi circa la realtà di “sporcizia” che li circondava (circondava loro stessi esponenti politici, ma ancor di più i cittadini interessati, naturalmente)In realtà ammiro le intenzioni del partito dei Verdi, a patto però che per portare avanti un principio preso, non perdano il contatto con la realtà.Per i gravi accadimenti di Napoli mi pare invece sia successo.

    Ora alla domanda: “ma serve un inceneritore a Napoli?” quegli esponenti politici rispondono "ni".

    Troppo sotto pressione e imbarazzati per la situazione per poter affermare un no secco come ieri, ma ancora troppo radicati nel loro principio irremovibile per poter affrontare questa drammatica realtà, di cui sono complici rilevanti.

    Ecco perché vedo con qualche perplessità le affermazioni di Pannone. Mi ricordano un avvenimento che non ci riguarda strettamente in prima persona e forse troppo attuale, ma non per questo troppo inverosimile per verificarsi anche dalle nostre parti.

    Rimandare a tempi “migliori” e subordinare in continuazione qualcosa forse indispensabile ad altre incombenze, incombenze che per vari motivi potrebbero non essere mai realizzate nel nostro territorio, può significare accorgersi troppo tardi delle circostanze reali.

    Tutti vorrebbero un aumento della raccolta differenziata. Ma intanto -e per questa argomentazione non mi interessano più le cause- continua a restare su bassissimi livelli in provincia di Latina, i rifiuti sversati nella discarica di Borgo Montello non accenno affatto a diminuire annualmente e la discarica sembra avviarsi abbastanza velocemente all’esaurimento.

    Oppure continuiamo ad auspicare tra di noi che i cittadini si responsabilizzino, che si prendano misure sempre più efficaci per aumentare la raccolta differenziata. Incrociamo tutti le dita e stiamo a vedere.

    Anche questo è un modo di procedere che ha una certa logica, ma forse è il caso di dire, che Dio ce la mandi buona.

    Massimo de Simone

  3. Stevejo ha detto:

    Caro Massimo,

    premettendo con non sono assokutamente un'esperto in materia, personalmente penso però che il problema di Napoli sia più causato dalla cattiva gestione del ciclo dei rifiuti in se, dovuta probabilmente all'incompetenza, o peggio, delle amministrazioni locali e regionali della campania. Premettendo che, a volte, l'ottusità dei verdi non è piaciuta neanche a me, credo che nel caso della campania ciò non dipenda tanto dai colori o dagli ideali politici (che cmq hanno fatto la loro parte) ma più che altro dalle persone in se che l'hanno amministrata. A mio avviso, anche con cento inceneritori la campania si sarebbe trovata allo stesso modo (o quasi), perchè il problema vero lì, secondo me, è la cattiva amministrazione. Basta vedere gli sprechi di soldi che ci sono stati, e il fatto che lì esistano, come dici tu, impianti cdr mal funzionanti.

    E' vero, come dici tu, che a Latina POTREMMO anche trovarci nella situazione di Napoli, ma se così fosse non sarebbe certo colpa della mancanza del termovalorizzatore.

    Anche ipotizzando una perfetta gestione dei rifiuti (nel senso che tutto funzionerà come deve funzionare), un eventuale termovalorizzatore a Latina dovrebbe x forza di cose bruciare CDR: non ci sono alternative a questo, perchè un termovalorizzatore non può bruciare immondizia indifferenziata cos' come viene raccolta dai cassonetti.

    E' per questo che il termovalorizzatore è solo il punto di arrivo del ciclo dei rifiuti. E' come dire che l'Agip vende benzina senza avere impianti di trattamento del greggio. E? ovvio, a quel punto, che invece di importare greggio puro, dovrebbe direttamente acquistare benzina da altri gestori, perdendo quindi di competitività nel prezzo: insomma, sarebbe una gestione senza senso, no? 

    QUesto significa che facendo il termovalorizzatore senza impianti CDR, noi finiremmo per bruciare il CDR proveniente da altre parti, creato a partire dall'immondizia  di altre città (magari neanche del Lazio). DOvremmo quindi acquistare CDR da altre parti, invece di utilizzare il nostro.

    La nostra immondizia continueremmo a mandarla nella discarica, o al max dovremmo mandarla in impianti di CDR di altre città.

    I rifiuti in discarica, insomma, continuerebbero a crescere cmq.

    RIguardo alla situazione attuale di Latina, il fatto che la racoclta differenziata non riesca a decollare è, a mio avviso, principalmente colpa dei cittadini stessi, che non solo non si impegnano abbastanza nel differenziare, ma poi buttano anche la plastica nei secchi dell'umido, o lasciano la plastica insieme alla carta, etc…

    Questo, al di là del menefreghismo che tanto caratterizza noi latinensi, forse è in parte dovuto anche ad una voce che circola e che ho sentito io stesso, secondo la quale la raccolta differenziata a Latina non serve a nulla, perchè poi i rifiuti vengono accantonati tutti insieme in modo indistinto. Insomma, per molti, tanto vale neanzhe impegnarsi a farla. 

    Personalmente non credo affatto a questa voce, però certamente rimane cmq una certa responsabilità della Latina Ambiente, se non altro nella gestione dei rifiuti differenziati dopo la raccolta dai cassonetti.

    Quello che mi chiedo, infatti, è dove vanno a finire i rifiuti che differenziamo, visto che mancano impianti di compostaggio o di riciclaggio dei rifiuti?

    Vengono accantonati (nel caso sono convinto, cmq in modo distinto per tipologia) da qualche parte, in attesa che si costruiscano gli impianti necessari? Oppure vengono inviati in altre città attrezzate per il trattamento dell'umido e dei rifiuti differenziati?

    Insomma, la raccolta differenziata non decolla, i consumi dei cittadini aumentano e, di conseguenza, aumentano anche i rifiuti che finiscono in discarica.

    MA tutto questo, ripeto, non si risolverebbe con un termovalorizzatore, bensì, forse, con una più accurata gestione della raccolta differenziata, che innanzitutto educhi i cittadini a farla, facendo ben capire loro perchè si deve fare e a cosa si va incontro se non la si fa. Perchè se a Latina arriveremo come a Napoli, sarà soprattutto colpa dei cittadini stessi, e forse anche di una eventuale cattiva gestione del ciclo, ma non certo per la mancanza di un termovalorizzatore.

    Certamente poi, la costruzione di impianti di compostaggio e differenziazione, oltre ad essere necessari per l'ovvio scopo di terminare il ciclo di differenziazione, renderebbe certamente più trasparente ai cittadini il percorso che fanno i nosri rifiuti, così da rendere anche più evidente l'importanza della raccolta differenziata. 

    E ancora, la costruzione di impianti di CDR è strettamente connessa alla raccolta differenziata: le plastiche differenziate e non clurorate, verrebbero inviate dal centro di riciclaggio all'impianto CDR; Viceversa, gli scarti del CDR, come umido o vetro, verrebbero inviati agli impianti di riciclaggio o compostaggio.

    Insomma, è una catena dove non ci può essere l'uno senza l'altro: (da wikipedia)

     

    SOlo in questo modo si avrebbe un drastico calo dei rifiuti inviati in discarica.

    E a questo punto, si potrebbe anche evitare di costruire il termovalorizzatore, perchè il risultato di liberare la discarica di B.go Montello si sarebbe già raggiunto in questo modo, e il CDR prodotto si potrebbe vendere ad altri impianti di altre città, come termovalorizzatori ma anche cementifici.

    E se l'importanza del termovalorizzatore è connessa anche all'occupazione e all'aumento del lavoro per l'indotto di aziende che gli ruota intorno, beh questo risultato lo si raggiungerebbe anche con impianti di compostaggio, riciclaggio o CDR…anzi "tri is megl che wan" (3 è meglio di 1). 

    MA se proprio si vuole questo termovalorizzatore, allora lo si dovrebbe fare solo dopo tutto questo. Prima, ripeto, non avrebbe senso, perchè non contribuirebbe a liberare la nostra discarica, ma finirebbe per inquinare solamente il nostro territorio bruciando l'immondizia altrui. 

    Dico quindi, che se proprio devo sopportare questo inquinamento, meglio almeno sapere che quell'inquinamento deriva dai nostri rifiuti: sarebbe anche da incentivo x i cittadini, per aumentare la differenziazione.

    Un salutone,

    STefano 

     

  4. Kla ha detto:

    Stevejo ha scritto:

    ………Riguardo alla situazione attuale di Latina, il fatto che la racoclta differenziata non riesca a decollare è, a mio avviso, principalmente colpa dei cittadini stessi, che non solo non si impegnano abbastanza nel differenziare, ma poi buttano anche la plastica nei secchi dell'umido, o lasciano la plastica insieme alla carta, etc…

    Questo, al di là del menefreghismo che tanto caratterizza noi latinensi, forse è in parte dovuto anche ad una voce che circola e che ho sentito io stesso, secondo la quale la raccolta differenziata a Latina non serve a nulla, perchè poi i rifiuti vengono accantonati tutti insieme in modo indistinto. Insomma, per molti, tanto vale neanzhe impegnarsi a farla. ………

    Un salutone,

    STefano 

     

    Stefano, complessivamente concordo con la tua analisi e le tue osservazioni, mi permetto solo di aggiuungere a quanto da te riportato che molta disaffezione dei cittadini di Latina rispetto alla raccolta differenziate dipende anche da altri fattori che tu non citi:

    – Il metodo di raccolta in centro che prevede sacchetti di alcune differenziate per terra vicino ai cassonetti che determina disordine, sporcizia (sacchetti sparsi dal vento in ogni dove) non sono certo una bella immagine di civiltà che si offre ai nostri occhi anche se solo nelle ore serali e notturne.

    – gli orari in cui si dovrebbero mettere a terra questi sacchetti (orari assurdi difficili da praticare in particolare da persone anziane)

    – la raccolta differenziata doveva far diminuire le bollette e ciò non e' avvenuto

    – ci sono stati degli errori nelle bollette e i cittadini non sono ancora stati risarciti e quando lo faranno sarà sempre troppo tardi.

    Ho amici in centro ma anche fuori che, motivati da quanto tu affermi circa la non sicurezza che i rifiuti differenziati verranno trattati come tali nella fase finale e conclusiva della raccolta e per i motivi da me sopra citati, mi hanno testualmente detto che si sono stufati e hanno smesso di differenziare.

    Come già da me riportato in altro post del sito, ho provato a convincerli che devono avere pazienza e che devono continuare a fare la raccolta differenziata.

    Per motivi di decenza non riferisco che cosa mi hanno risposto.

    Salutoni 

     

     

     

  5. Stevejo ha detto:

    Si Kla, hai ragione, ovviamente condivido quello che tu dici e il fatto che la raccolta differenziata sarebbe molto più semplice se esistessero dei cassonetti anche per plastica e carta, dove si potrebbero buttare i rifiuti a qualsiasi ora del giorno e della notte, e senza danno x la decenza della città.

    Come anche ti do ragione circa il fatto checon la differenziata le bollette dovrebbero diminuire e non aumentare.

    MA quì sta anche il punto. Perchè la raccolta differenziata prevede che i rifiuti diventino "merce" da vendere, per trarre profitto e ribaltare parte del guadagno sulle tasche dei cittadini, diminuendone le bollette.

    Insomma, l'aumento dei costi per la raccolta differenziata viene abbondantemente ripagato dalla vendita dei rifiuti riciclati. 

    I rifiuti però possono essere venduti solo dopo essere stati trattati. I contadini non vogliono un torsolo di mela o una buccia di banana puzzolente, ma vogliono compost di alta qualità.

    Le fonderie non vogliono le lattine di pomodori, ma vogliono metallo pronto per essere fuso.

    E così via per tutti gli altri acquirenti di prodotti DERIVANTI dal riciclaggio dei rifiuti.

    Insomma, per trasformare i rifiuti differenziati in rifiuti riciclati servono impianti di compostaggio e di riciclaggio. Altrimenti non si può vendere nulla.

    A questo punto, guardando la realtà di Latina, ho timore di pensare l'attuale andazzo possa essere spiegabile pensando che tutta la raccolta differenziata si fermi con il deposito dei rifiuti differenziati da qualche parte.

    Mancano gli impianti per trasformare i rifiuti differenziati in rifiuti riciclati. Stiamo probabilmente accollandoci le spese per la gestione della raccolta differenziata, senza trarne però i relativi guadagni, perchè nulla viene venduto.

    E questo è colpa della cattiva gestione del ciclo dei rifiuti,  non della mancanza del termovalorizzatore.

    QUeste, ovviamente, sono solo ipotesi, nel senso che non so assolutamente che fine fanno i nostri rifiuti che differenziamo. Mi piacerebbe che qualcuno ce lo dica. Certo, però, il mio discorso è uno dei tanti che può spiegare xchè a Latina le bollette aumentano invece di diminuire.

    Un saluto a tutti,

    Stefano 

     

  6. massimo74 ha detto:

    Ciao Stevejo,

    come dici bene tu, che l'amministrazione napoletana sia stata disastrosa per quanto riguarda la questione dei rifiuti, mi pare assolutamente condivisibile e ormai anche assodato per tutte le fazioni politiche.

    Concordo con quasi tutte le tue precise considerazioni tranne che su pochi punti, che per spiegarmi meglio mi permetto di riportare.

    Anche ipotizzando una perfetta gestione dei rifiuti (nel senso che tutto funzionerà come deve funzionare), un eventuale termovalorizzatore a Latina dovrebbe x forza di cose bruciare CDR: non ci sono alternative a questo, perchè un termovalorizzatore non può bruciare immondizia indifferenziata cos' come viene raccolta dai cassonetti. QUesto significa che facendo il termovalorizzatore senza impianti CDR, noi finiremmo per bruciare il CDR proveniente da altre parti, creato a partire dall'immondizia  di altre città (magari neanche del Lazio). DOvremmo quindi acquistare CDR da altre parti, invece di utilizzare il nostro.

    A dir la verità avevo precisato nel precedente post, ma soprattutto anche i sostenitori politici del termovalorizzatore non hanno mancato di sottolinearlo, la necessaria di realizzazione di almeno un paio di impianti CDR al corredo. Ribadisco che non sono uno strenuo sostenitore del termovalorizzatore, ma di certo non la considero una soluzione da scartare a priori anche per le considerazioni seguenti.

    Insomma, la raccolta differenziata non decolla, i consumi dei cittadini aumentano e, di conseguenza, aumentano anche i rifiuti che finiscono in discarica…. Perchè se a Latina arriveremo come a Napoli, sarà soprattutto colpa dei cittadini stessi, e forse anche di una eventuale cattiva gestione del ciclo, ma non certo per la mancanza di un termovalorizzatore.

    Su questo specifico argomento della raccolta differenziata invece il mio approccio è un po’ diverso. Gli amministratori, proprio in quanto tali, hanno il dovere di approntare delle soluzioni che tengano in considerazione la realtà delle cose e non quello che si vorrebbe che sia. Questo atteggiamento, a mio avviso, ha portato sempre a gravi misfatti. Se la differenziata non decolla –come tutti vorrebbero- nella provincia di Latina (e ribadisco che io considero il dato di fatto non quello che sarebbe con l’ipotetica frase ” ma se i cittadini si responsabilizzassero ecc. ecc.”) preferirei degli amministratori che studino soluzioni fattibili e alternative. Non sempre c’è un’unica strada per affrontare una situazione. Ce ne sono diverse. Che devono tenere tutte conto della realtà specifica in cui si esplicano. Per capirci: Latina non è Bolzano. Anche se magari vorremmo che lo fosse.

    E a questo punto, si potrebbe anche evitare di costruire il termovalorizzatore, perchè il risultato di liberare la discarica di B.go Montello si sarebbe già raggiunto in questo modo, e il CDR prodotto si potrebbe vendere ad altri impianti di altre città, come termovalorizzatori ma anche cementifici.

    Tu dici: produciamo CDR e facciamolo bruciare ad altri. Che il CDR si possa vendere (ma poi vendere il CDR o pagare per farlo bruciare?) alle altre città con termovalorizzatore è solo una delle ipotesi fattibili. Ciò non toglie che più di qualche comune in Italia dovrà accogliere questi impianti. Questo mi pare evidente. Che quindi Latina possa esser uno dei tanti comuni che decida di intraprendere questa strada non mi sconvolge più di tanto. Per me potrebbero essere due strade entrambe percorribili. In linea di massima però che ognuno si occupi più o meno della spazzatura che produce la reputo una scelta per lo più condivisibile e civile.

    MA se proprio si vuole questo termovalorizzatore, allora lo si dovrebbe fare solo dopo tutto questo. Prima, ripeto, non avrebbe senso, perchè non contribuirebbe a liberare la nostra discarica, ma finirebbe per inquinare solamente il nostro territorio bruciando l'immondizia altrui. 

    O insieme a tutto questo. Bruciare l'immondizia altrui è però è proprio quello che tu proporresti facciano altri per noi. E per i motivi su espressi non mi sento di poterla condividere in pieno.

    Questa almeno è la mia opinione.

    Massimo de Simone 

  7. Stevejo ha detto:
    Tu dici: produciamo CDR e facciamolo bruciare ad altri.

    No Massimo, credo di essermi espresso male.

    Ovviamente il nostro CDR (ossia quello che eventualmente produrremmo noi) è giusto  che ce lo bruciamo noi:  come dici tu è giusto che ognuno si occupi della spazzatura propria.  E in questo senso sono d'accordo con l'avere un termovalorizzatore, anche perchè come dicevo in un'altro post, la bacchetta magica per far sparire i rifiuti ancora non esiste.

    Però per far funzionare il termovalorizzatore serve il CDR (e quindi serve prima costruire il relativo impianto). E x il CDR serve la raccolta differenziata spinta, perchè altrimenti finiremmo per buttarci dentro (nel CDR e quindi nel termovalorizzatore) le peggiori schifezze senza nessun criterio di pre-selezione, ma anche perchè finiremmo per produrre CDR con minor potere calorifero. E quindi, prima ancora dell'impianto di CDR serve l'impianto di riciclaggio e di compostaggio.

    Insomma, sono tutte cose di primaria importanza, interconnesse tra loro, senza le quali non ha senso il termovalorizzatore.

     

    Che il CDR si possa vendere (ma poi vendere il CDR o pagare per farlo bruciare?) alle altre città con termovalorizzatore è solo una delle ipotesi fattibili. Ciò non toglie che più di qualche comune in Italia dovrà accogliere questi impianti. Questo mi pare evidente. Che quindi Latina possa esser uno dei tanti comuni che decida di intraprendere questa strada non mi sconvolge più di tanto. Per me potrebbero essere due strade entrambe percorribili. In linea di massima però che ognuno si occupi più o meno della spazzatura che produce la reputo una scelta per lo più condivisibile e civile.

    In questo senso, quindi, dicevo che alla fine si potrebbe anche vendere il CDR senza fare il termovalorizzatore.

    Nel senso che prima dovrebbero venire tutti gli altri impianti, e solo alla fine il termovalorizzatore.

    Il CDR (spece quello di alta qualità), una volta prodotto diventa un vero e proprio prodotto, che può essere venduto anche al di fuori della regione stessa. PEr questo dicevo che eventualmente si potrebbe pensare di venderlo senza fare il termovalorizzatore.

    Però, come dicevo, è anche giusto che ognuno si bruci la sua immondizia (come correttamente facevi osservare) , per cui è giusto che invece di venderla ce la bruciamo noi. IN questo senso sono d'accordo con il termovalorizzatore, ma SOLO DOPO aver prima costruito tutto il resto, altrimenti, da solo, continua a non avere senso.

    A dir la verità avevo precisato nel precedente post, ma soprattutto anche i sostenitori politici del termovalorizzatore non hanno mancato di sottolinearlo, la necessaria di realizzazione di almeno un paio di impianti CDR al corredo. Ribadisco che non sono uno strenuo sostenitore del termovalorizzatore, ma di certo non la considero una soluzione da scartare a priori anche per le considerazioni seguenti.

    Questo sinceramente mi era sfuggito, nel senso che non sapevo dell'intenzione di fare anche impianti di CDR. Sorry

    Però, per dare un senso al termovalorizzatore, mancano ancora impianti di compostaggio e di riciclaggio dei rifiuti, oltre ovviamente a una raccolta differenziata spinta.

    Per cui, facciamo anche il termovalorizzatore contemporaneamente agli altri impianti necessari. Ma facciamo anche gli altri impianti, senza i quali tutto il meccanismo finirebbe per incepparsi. 

    Su questo specifico argomento della raccolta differenziata invece il mio approccio è un po’ diverso. Gli amministratori, proprio in quanto tali, hanno il dovere di approntare delle soluzioni che tengano in considerazione la realtà delle cose e non quello che si vorrebbe che sia. Questo atteggiamento, a mio avviso, ha portato sempre a gravi misfatti. Se la differenziata non decolla –come tutti vorrebbero- nella provincia di Latina (e ribadisco che io considero il dato di fatto non quello che sarebbe con l’ipotetica frase ” ma se i cittadini si responsabilizzassero ecc. ecc.”) preferirei degli amministratori che studino soluzioni fattibili e alternative. Non sempre c’è un’unica strada per affrontare una situazione. Ce ne sono diverse. Che devono tenere tutte conto della realtà specifica in cui si esplicano. Per capirci: Latina non è Bolzano. Anche se magari vorremmo che lo fosse.

    E' vero che Latina non è Bolzano. 

    MA al giorno d'oggi credo anche che produrre rifiuti, per ogni cittadino, non sia più soltanto un diritto.

    Volendo togliere il discorso del rispetto dell'ambiente (che per me è cmq molto importante), volendo togliere che è anche una questione di rispetto verso se stessi e verso la proria salute, volendo togliere qualsiasi altra ragione, la raccolta differenziata deve essere un OBBLIGO per ogni cittadino, perchè altrimenti non si sa più dove metterla ( e per quanto dicevo sopra il termovalorizzatore senza riciclaggio non risolve nulla).

    Se i cittadini di Latina non vogliono arrivare nelle condizioni di Napoli (ci siamo lontani, ma a mio avviso può volerci poco), devono capire che il primo passo è proprio la differenziazione. Devono capire, come lo hanno capito i cittadini di tutti gli altri paesi europei, che si vuole sporcare bisogna  anche prendersi la briga di aiutare a pulire. Non abbiamo alternative, in questo.

    Come in qualsiasi altra cosa, non ci sono solo diritti ma anche doveri.

    Per cui, qualsiasi amministrazione deve per forza di cose portare avanti la raccolta differenziata, e deve portarla avanti bene, cercando di motivare e incentivare il più possibile i cittadini (chi inquina deve pagare di più di chi non inquina, x cui chi ricicla deve giustamente vedere il risultato in bolletta), facilitandoli al massimo nei loro compiti e rendendo trasparenti tutti i passaggi del ciclo.

    I cittadini xò non possono esimersi dal cooperare.

    E hai ragione tu nel dire che se i cittadini non collaborano l'amministrazione deve trovare e percorrere altre strade. Ma sempre al fine della raccolta differenziata, ossia altre strade che consentano di farla funzionare bene.

    Perchè non esistono strade alternative alla raccolta differenziata. Tutti i passaggi sono connessi uno all'latro, e non è possibile permettersi di averne uno che non funziona o che non esiste proprio, altrimenti anche tutti gli altri finiscono per funzionare male o non funzionare affatto.

    E allora si che avremmo speso tanti soldi senza aver concluso nulla. 

    Un salutone,

    Stefano 

     

  8. giucap ha detto:

    Ringrazio tutti voi per la chiarezza ed il pragmatismo con cui avete trattato il problema.

    Ho un dubbio personale su un aspetto che mi sembra sia stato posto in termini di principio e che semplifico così: è "giusto" che chi produce l'immondizia ne curi anche lo smaltimento.

    Il postulato sembra non fare una piega, ma poi a calarlo nella realtà cominciano i problemi. Io vivo in Q4, quindi dovrei chiudere il ciclo dei rifiuti nel mio quartiere. Ma ci dovrà pur essere un punto di raccolta e smaltimento e personalmente spingerò affinché sia il più lontano possibile da casa mia, la qual cosa si scontrerà col legittimo corrispondente desiderio di qualche altro abitante. Naturalmente sto ragionando per assurdo, forse l'ambito territoriale dovrà essere quello comunale o addirittura provinciale, ma la natura del problema non cambia.

    Per abbandonare gli esempi astrusi, a mio avviso l'analisi andrebbe fatta a livello regionale. Fermo restando il principio che bisogna differenziare affinché il ciclo possa chiudere in modo quasi virtuoso, la collocazione dei necessari inceneritori andrebbe fatta sulla base di considerazioni puramente tecniche: capacità di trattamento, bacino di utenza da servire, baricentricità rispetto a detto bacino, distanza dai centri abitati, adiacenza di siti adeguati per smaltimento ceneri.

    Perché anche portare a spasso i rifiuti, le ecoballe e le ceneri è comunque attività pericolosa ed inquinante in sé.

    A Colleferro c'è un inceneritore che viaggia a scartamento ridotto, anzi delle due linee di cui è composto quasi sempre ce n'è una ferma. Ora magari vogliamo spendere un'altra paccata di soldi per costruirne uno o due qui da noi, con tutti gli impianti a corredo (CDR, smaltimento ceneri).

    Ma c'è un'analisi seria delle reali esigenze? Non è che tiriamo fuori un'altra soluzione tipo "metro leggera"?

    Per concludere, in Danimarca (mi pare) hanno spostato la differenziazione dal privato al pubblico, per ottenere un risultato migliore. Lì si tratta di affinamenti per ottimizzare il riciclo, qui potrebbe essere la soluzione alla nostra atavica idiosincrasia verso le regole ed il perseguimento del bene comune. Inutile fare tanti proclami, se la "ggente" da noi non differenzia e ricicla in maniera massiccia ci sono certo problemi organizzativi, ma molto deriva dall'atteggiamento delle persone. Vogliamo trovare una soluzione o solo lamentarci del destino cinico e baro? Perché la politica dei due tempi (aspettare Godot – differenziata spinta – per avviare poi la chiusura del ciclo dei rifiuti) mi sembra una delle concause della situazione campana ed uno dei problemi che ci affliggeranno in prospettiva più o meno breve.

    Giulio

     

  9. massimo74 ha detto:

    Ciao,

    Mi trovo molto d'accordo con le considerazioni di Stevejo. E' in pratica anche la mia opinione. 

    Sono d'accordo anche con Giulio che è la Regione a dover coordinare lo smaltimento, e il ciclo di chisura va visto in questa ottica, non disdegnando di coinvolgere nel discorso anche gli Enti locali, naturalmente.

    In quanto a "grado di civiltà" credo che paesi come l'Olanda, la Svezia e la Danimarca sia abbastanza all'avanguardia.

    Un dato secco, solo per stimolare il ragionamento (e non è affatto detto che sia l'altrenativa migliore): in Danimarca mi pare che si dia in pasto al termovalorizzatore circa il 60% della mole dei rifiuti prodotti.

    Considerando che la differenziata in quel paese raggiunge il 40% si può dire che tutto il rimanente viene incenerito.

    Altri paesi nord-europei stanno su quelle percentuali.

    Ciao.

    Massimo

     

  10. Stevejo ha detto:

    IN effetti, Giulio, le tue parole mi hanno fatto riflettere, e mi hanno riportato al motivo per il quale avevo detto che eventualmente il CDR potrebbe anche essere venduto.

    Il discorso di Massimo, per il quale è giusto che ognuno si occupi della sua immondizia, continuo a condividerlo sia come principio che come giusta regola che chiunque dovrebbe accettare e intraprendere: tra l'altro credo che sia sbagliato continuare a essere favorevoli a "qualcosa che inquina, purchè non nel mio giardino". Credo che questo modo di pensare sia anche una con-causa dei problemi della Campania e di altre regioni su altre questioni che magari non riguardano direttamente i rifiuti.

    Però questa logica mi ha fatto sinceramente dimenticare un aspetto tecnico (di cui non ho pià tenuto conto nel mio ultimo post) che mi aveva spinto a dire che il CDR può anche essere venduto, ossia il fatto che non è detto che il CDR prodotto da un'intera provincia possa bastare a tenere acceso 24 ore al giorno x 365 giorni un termovalorizzatore:

    c) Solo alla fine, nel caso si producesse sufficente CDR-Q da tenere acceso un termovalorizzatore per tutto l'anno, avrebbe senso costruirne uno, dove bruceremmo il nostro CDR-Q che, provenendo da un forte riciclaggio, avrebbe minori concentrazioni di plastiche.

    Quello che avevo scritto in questa citazione, a pensarci bene,forse non è del tutto esatto, per cui vorrei aggiungere anche un'altra considerazione a tutto quanto detto, andando a vedere forse il nodo fondamentale, che mette in relazione raccolta differenziata, CDR e temovalorizzatore.

    Ogni ecoballa (o CDR), a parità di qualità, ha più o meno lo stesso potere calorifero: infatti quello che principalmente gli conferisce questo potere energetico sono le plastiche e le gomme sintetiche in esso contenute (perchè sono prodotti derivanti dal petrolio). Per legge, però, le percentuali di presenza di questi prodotti nelle ecoballe non possono superare il 50% (oltre al fatto che non devono contenere cloro).

    E' ovvio pensare, quindi, che un impianto di CDR produrrà queste ecoballe in modo tale da conferirgli il massimo potere calorifero, per cui certamente si cercherà di raggiungere sempre il limite del 50% di plastiche contenute in ogni ecoballa. 

    Il n° di CDR prodotto, quindi, dipenderà principalmente dalla quantità di plastiche a disposizione per la produzione. Più plastiche avremo a disposizione, e più CDR produrremo della stessa qualità. Se avremo meno plastiche, non diminuiremo la percentuale di plastica nelle ecoballe per produrne lo stesso numero, perchè altrimenti ne diminuiremmo il potere calorifero.

    Viceversa, produrremo meno ecoballe, ma tutte con lo stesso potere energetico, il massimo possibile.

    E quì entra in gioco la raccolta difefrenziata.

    Più la raccolta differenziata è spinta, meno plastica andrà nei rifiuti indifferenziati, meno plastica si avrà a disposizione per il CDR, e quindi meno se ne produrrà (a parità di qualità).

    Viceversa, meno si differenzia più ecoballe si producono.

    In questo ragionamento non ho tenuto conto del fatto che una parte della plastica riciclata può cmq essere inviata all'impianto di CDR (se non si riesce a piazzarla altrimenti). Però diciamo che il discorso sopra, anche se semplificato, dovrebbe andare bene in linea generale.

    E' anche x questo che il ciclo dei rifiuti, x legge, deve essere chiuso a livello regionale e non provinciale: non sarebbe infatti conveniente costruire temovalorizzatori in ogni città o provincia, perchè non sempre si avrebbe la possibilità di fargli rendere il massimo.

    In questo senso, quindi, non  sempre ha senso pretendere una provincia autonoma dal punto di vista del ciclo dei rifiuti, xchè il termovalorizzatore provinciale potrebbe essere solo uno spreco di soldi.

    Per cui, tornando alla provincia di Latina (e dando come assunto che si farà anche l'impianto di CDR), se riusciremo ad avere la raccolta differenziata spinta, allora non avremo bisogno del termovalorizzatore.

    O meglio: non avrebbe senso farlo perchè non potrebbe rendere quanto dovrebbe, in quanto il combustibile prodotto non basterebbe a mantenerlo in funzione x tutto l'anno. A quel punto il CDR prodotto dovrebbe x forza essere venduto agli altri temovalorizzatori regionali.

    Viceversa, ai livelli attuali di raccolta differenziata (siamo al 15%), credo che un nuovo termovalorizzatore potrebbe avere sufficente  CDR da  fargli rendere il massimo.

    Non dobbiamo però scordarci che i termovalorizzatori inquinano da far paura. E' per questo che si cerca sempre di fare la racoclta differenziata spinta: Riciclare di più significa produrre meno CDR, significa aver bisogno di meno termovalorizzatori regionali, significa inquinare di meno a livello regionale.

    A tal proposito, non scordiamoci che x il protocollo di kyoto, se non diminuiremo le emissioni entro il 2012 saremo costretti, come paese, ad acquistare i relativi diritti di emissione…soldi che dovranno uscire dalle tasche dello stato e quindi da quelle dei cittadini stessi.

    E non scordiamoci che, in considerazione del riscaldamento globale, è sempre bene cercare si di risovere i vari problemi come quello dei rifiuti, ma facendolo in modo da inquinare il meno possibile.

    Infine, non dimentichiamo che è dimostrato che gli inceneritori aumentano fortemente i rischi di cancro nella popolazione delle aree vicine (e non parlo solo delle città vicine, perchè l'aria non rimane ferma).

    Insomma, meno inceneritori si fanno è meglio è, da tutti i punti di vista.

    Ed è x questo, a mio avviso, che bisogna fare di tutto per spingere al massimo la raccolta differenziata. NOn ci sono, non devono e non possono esserci alternative o scuse a questo. E bisogna farlo, possibilmente, prima di costruire un termovalorizzatore, e x 2 motivi:

    1°) Se si costruisce il termovalorizzatore e contemporaneamente ci si impegna (come amministrazione) ad aumentare la differenziata, magari inizialemtne il CDR prodotto è sufficiente, ma si rischia poi che a differenziata spinta, quel temorvalorizzatore non mi serva più.

    2°)  Se si costruisce il termovalorizzatore con una bassa percentuale di raccolta differenziata, si rischia poi che non vi sia proprio l'impegno delle amministrazioni a spingere x la differenziata, proprio per evitare di lasciare senza combustibile il termovalorizzatore.

    E questo sarebbe la situazione peggiore, perchè si continuerebbe ad inquinare e a mettere a rischio la salute dei cittadini per soldi, per poter lasciare in attivo il termovalorizzatore. Sarebbe veramente un atteggiamento colpevole, delinquenziale, che spero di non dover mai vedere.

    E' anche x questo che mi rifiuto di accettare che anche in provincia di Latina (e a Latina stessa) non si possa e non si riesca a far decollare la differenziata. Ne va seriamente della nostra salute in primis e della "salute" dell'ambiente in cui viviamo. Già questo dovrebbe bastare ai cittadini per spingerli a differenziare. E se non c'è la cultura e l'informazione, allora bisogna fare di tutto per darla. Non darle e spingere per il termovalorizzatore come soluzione di tutti i mali sarebbe veramente un atteggiamento colpevole.

    Ma se questo non bastasse, non scordiamoci dell'aspetto economico: è anche vero che in altri paesi e città la differenziata funziona perchè i cittadini sono anche incentivati a farla, perchè ne vedono i risultati anche sulle loro bollette. 

    Con tutto questo, sottolineo, non sono per partito preso contro il termovalorizzatore, nè voglio fare un doscorso egoistoco (del tipo si al termovalorizzatore ma non nel mio giardino): se serve veramente va fatto, perchè sono convinto veramente del principio per il quale è giusto che ognuno si "ciucci" i rifiuti che produce.

    MA prima ancora di questo principio, vale il discorso che se non serve il termovalorizzatore non può essere fatto, xchè diventerebbe solo uno spreco di soldi. E x questo bisogna fare di tutto affinchè il termovalorizzatore non serva. E quindi bisogna fare di tutto x spingere, prima ancora, per la differenziata. 

    Concludendo, non si può dire aprioristicamente, secondo me, se il termovalorizzatore serve o non serve. Probabilmente ora avrebbe abbastanza combustibile x funzionare, ma non è detto tra qualche anno, nel caso di  raccolta differenziata spinta.

    Ossia potrebbe anche essere che oggi serve, lo si inizia a costruire, ma tra 3 anni (quando sarà ultimato), non ha pià abbastanza combustibile xchè intanto si è arrivati a una differenziata sufficinetemente spinta.

    E non spingere x la differenziata xchè altrimenti il termovalorizzatore smetterebbe di servire, ripeto, sarebbe diabolico.

    Sarebbe come se x rendere conveniente prendere il tram, visto che ormai si è avuto il finanziamento, si mettessero appositamene dossi su Via epiatffio, o si evitasse di fare la "mare-monti", o si facessero fermare i Co.Tra.L a LT scalo.

    Certo, in questo modo si riuscirebbe a dimostrare che x arrivare in stazione un automobilista ci impiega 45 minuti (in realtà cos' farebbe prima a piedi) e quindi il tram diventerebbe improvvisamente conveniente. Ma così ci sono buoni tutti, e chi ne farebbe le spese sarebbero i cittadini.

    Con il termovalorizzatore il discorso è ancora peggiore (x questo ho detto diabolico), perchè non si tratterebbe solo di un danno economico o di tempo, ma ne andrebbe della salute stessa delle persone.

    Ed è per questo che prima di costruirlo bisognerebbe vedere se serve veramente.

    E forse, x avere un'idea della sua utilità, basterebbe fare dei calcoli di quanto CDr si potrebbe produrre ipotizzando la raccolta differenziata al 35-40 % (obiettivo a portata di mano se le amministrazioni lo vorranno veramente raggiungere), confrontandolo con il CDr di cui ha bisogno un termnovalorizzatore e considerando anche tutti glia ltri termovalorizzatori già esistenti in regione ma non funzionanti a regime.

    Mi chiedo quindi se qualcosa del genere è stato fatto, se si è cercato di sincerarsi circa la vera utilità del termovalorizzatore, o se si detto e si è fatto credere ai cittadini che il termovalorizzatore serve, contando sull'emozione che il problema di Napoli ha prodotto in tutti noi, senza però avere nulla in mano a dimostrarlo. 

    Un saluto a tutti,

    Stefano 

  11. Stevejo ha detto:

    Ragazzi, scusatemi, ma solo x completezza di informazioni, vorrei invitarvi a leggere le ricerche fatte dall' Associazione Medici per L'ambiente sull'impatto degli inceneritori sulla salute dei cittadini:

    http://www.nanodiagnostics.it/FontiInquinamento.aspx?ID=2

    In questo link potete trovare diversi documenti che dimostrano l'alto impatto ambientale dei termovalorizzatori.

    Lo dico perchè molti continuano a pensare che se il CDR è di alta qualità l'inquinamento che ne deriva dalla combustione è accettabile.

    Invece, non c'è cosa più sbagliata.

    E' per questo che è bene evitare quanto più possibile l'uso dei termovalorizzatori, ossia è opportuno fare di tutto affinchè ne servano il meno possibile (spingendo sulla differenziata, etc etc..).

    salutoni,

    stefano 

  12. Stevejo ha detto:

    QUanto è emerso dalla Conferenza Provinciale Ambiente mi pare aberrante!!!!

    dall’articolo apparso su Latina Oggi del 18/01/08 a pag. 3:

    http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/18_01_2008/pag03latina.pdf

    si legge che:

     

    <<La questione s’è improvvisamente semplificata seguendo questo ragionamento: se la quota di raccolta differenziata entro il 2010 non sarà del 50% allora è inutile continuare a parlare di impianti di cdr, dal momento che sarà inevitabile la scelta del termovalorizzatore.>>

     

    […]

     

    <<Se sarà «no» per il termovalorizzatore, allora la Provincia chiede due impianti di cdr, indicando anche dove realizzarli, in modo da evitare pesanti impatti ambientali dovuti al trasporto dei rifiuti per le strade provinciali.

    Se invece il termovalorizzatore dovesse essere approvato dalla Regione, gli impianti di cdr si ridurrebbero di una unità.>>

     
    Nei termovalorizzatori, infatti può essere in realtà bruciato sia CDR sia direttamente gli RSU (rifiuti solidi urbani), ossia i rifiuti indifferenziati tali e quali.

    Il problema è che se già un termovalorizzatore inquina bruciando CDR, l'inquinamento che ne deriverebbe con la combustione diretta dell' RSU sarebbe insostenibile, terrificante. 

    E' per questo che normalmente si usa il CDR.

    Difatti, nella produzione del CDR vengono scartate, per legge, tutte quelle plastiche che contengono cloro e che, durante la combustione, produrrebbero diossina (Da wikipedia):

    Viene ammesso dalla legge, in fase di produzione dell'ecoballa (o CDR), l'utilizzo ,per non più del 50% in peso, di alcuni rifiuti riciclabili, quali le plastiche non clorurate (PET, PE, ecc.), poliaccoppiati plastici (come gli imballaggi multimateriale plastica-alluminio o plastica-alluminio-carta), gomme sintetiche non clorurate, resine e fibre sintetiche non contenenti cloro. Il cloro infatti causa la produzione di diossina durante la combustione.

    Bruciando direttamente l'RSU, invece, vi sarebbe anche l'inquinamento da diossina, oltre che da pm 10 e pm 2.5!!!

    Il che, come dicevo, sarebbe terrificante. 

    E' per questo che nessun comune o regione o provincia usa più bruciare direttamente l'RSU, ma  tutti sono proiettati alla produzione del CDR come combustibile x i termovalorizzatori.

     

    Leggendo l’articolo, invece, pare di capire che nel caso faranno il termovalorizzatore gli impianti CDR saranno 1 e non 2.

    Traspare quindi la volontà di non legare direttamente la prodizione di CDR al termovalorizzatore.

    Ciò significa che almeno una parte dei rifiuti indifferenziati non potranno essere trasformati in CDR…come se, appunto, non si volesse bruciare il CDR nel termovalorizzatore, ma direttament l’RSU.

    Se questo fosse vero, il voler veramente proseguire per questa strada, significherebbe persistere in un atteggiamento veramente criminale per la salute pubblica, che tra l'altro non avrebbe senso in quanto potrebbe essere tranquillamente evitato.

    Tra l'altro, si legge sempre nello stesso articolo:

    <<Nessun dubbio, infine, sulla necessaria e perentoria chiusura delle discariche. >>

    Questo, invece, non è assolutamente vero, perchè anche volendo bruciare direttamente l'RSU (il che, come dicevo sarebbe criminale), la combustione produrrebbe comunque un grande volume di ceneri (pari a 1/3 dell' RSU bruciato), che dovrebbe comunque finire in discarica.

    Se poi, come spero invece sarà, verrà usato il CDR come combustibile dei rifiuti, allora nelle discariche dovranno essere conferiti cmq tutti quei rifiuti che non posso finire nelle ecoballe.

    In un modo o nell'altro, cmq, le discariche non potranno mai essere chiuse.

    E' per questo che è assolutamente indispensabile la raccolta differenziata: perchè tutto quello che non può finire nelle ecoballe e che però può essere riciclato si eviterebbe qiuindi di conferirlo in discarica, andando quindi a diminuire il volume dei rifiuti nelle discariche. 

    Un saluto a tutti,

    Stefano