Archivio Giornaliero: Settembre 29, 2007

Latina Ambiente: il ricatto di Bianchi è inaccettabile

ULIVO PER IL PARTITO DEMOCRATICOGRUPPO CONSILIARE LATINA  Latina, 29 settembre 2007  Latina Ambiente: il ricatto di Bianchi è inaccettabile C’era da aspettarselo. Bianchi, alla vigilia del dibattito Consiliare del 10 ottobre, nel quale si discuterà la mozione presentata dai Consiglieri De Marchis e Mattioli del PD che nel caso venisse approvata obbligherebbe la Latina Ambiente a rimborsare tutte le somme non dovute introitate nel 2006, drammatizza la situazione per spaventare i Consiglieri della CdL.La relazione dell’Authority sembra dare ragione alla tesi sostenuta dal centro sinistra in base alla quale la Latina Ambiente non poteva applicare le tariffe maggiorate. Ora, appare con chiarezza che l’azione di Bianchi è un vero e proprio ricatto nei confronti della maggioranza. Infatti la Latina Ambiente per superare lo stato di crisi nel quale è finita spera  spera di introitare anche nel 2007 delle somme maggiorate visto che, in attesa della decisione del Consiglio, ha inviato le fatture di acconto, riservandosi di inviare il saldo nel 2008, qualora il Consiglio Comunale desse ragione alla partecipata.Fortunatamente nella seduta del 10 ottobre si potrà discutere della scellerata gestione della TIA e, finalmente, il Sindaco dovrà rendere pubblica la relazione dell’Authority.Bianchi, prima di minacciare il licenziamento dei 23 operai farebbe bene a pensare alle sue dimissioni ed a quelle di tutto il Consiglio di Amministrazione della SpA di Via dei Monti Lepini, che non ha saputo gestire una fase tanto delicata come il passaggio dalla Tarsu alla TIA. Per la verità le responsabilità del fallimento andrebbero divise equamente tra il CdA e i Consiglieri Comunali che in Commissione Bilancio ed in Consiglio hanno approvato frettolosamente ed a scatola chiusa l’operazione TIA.Sottoporrò all’attenzione del centro sinistra la proposta di chiedere al Sindaco l’azzeramento dei vertici della Latina Ambiente.Denunceremo politicamente, mediante la pubblicazione di un apposito Dossier tutti coloro che in Commissione Bilancio si sono resi protagonisti di tale scempio.                                                                                                Giorgio De Marchis                                                                                              Consigliere Comunale PD

Protocollo di Kyoto e Latina: oltre 2.000.000 di euro all’anno

PROTOCOLLO DI KYOTO: LATINA POTREBBE GUADAGNARE OLTRE 2.000.000 DI EURO ALL\'ANNO.

Con l’entrata in vigore del “Protocollo di Kyoto”, i paesi membri dell’UE si sono impegnati a ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2), mediamente dell’ 8% (rispetto ai valori attuali) entro il 2012.
Per incentivare tali riduzioni, si è pensato di dare un “costo” all’inquinamento, ossia alle tonnellate di “CO2” emesse nell’arco dell’anno: ogni paese che riuscirà a ridurre le proprie emissioni più della percentuale pattuita (8%) acquisirà dei “crediti di emissione” che potrà rivendere a quei paesi che non riusciranno a raggiungere questa soglia (e che, per questo, matureranno dei “debiti di emissione”).
Tali paesi “debitori”, pur di non pagare le multe salate previste per chi non adempie agli obblighi del Trattato, saranno costretti a comprare questi “crediti di emissioni”.
La commercializzazione delle emissioni andrà quindi a beneficio dei paesi “virtuosi” e a danno (come è giusto che sia) di quelli inadempienti.

L’Italia, dal canto suo, si è impegnata a ridurre le proprie emissioni del 6,5% entro il 2012: se non riuscirà (come è probabile che sia, vista la totale assenza di provvedimenti e di misure in questo senso) ad adempiere a tali obblighi sarà costretta a comprare tali “crediti di emissione” da altri paesi.
Ma il “Paese Italia” è composto da Regioni, Province, Comuni.
Se l’Italia deve diminuire le emissioni dell’ 8%, a loro volta devono farlo le Regioni e quindi le Province, e quindi i Comuni. La “Compra-Vendita” di crediti di emissione si instaurerà, quindi, anche tra queste “Entità”: i Comuni più virtuosi, ad esempio, potranno vendere i propri “diritti di emissione” a Regioni, Province o altri Comuni che risulteranno inadempienti.
Ma, alla base della “piramide” ci sono sempre e comunque i cittadini: se un Comune, una Regione o una Provincia (e quindi le relative amministrazioni) non riuscirà ad adempiere a tali obblighi, chi ne farà le spese saranno i cittadini, che saranno costretti a pagare nuove tasse per l’inquinamento. Viceversa, i cittadini di un comune “virtuoso” potranno beneficiare, ad esempio sottoforma di tagli alle tasse, dei guadagni derivanti dalla vendita dei “diritti di emissioni” fatta dal comune di appartenenza.

A questo punto è proprio il caso si chiederci: e Latina?

La città di Latina, se continua così, sarà uno di quei comuni che dovranno pagare (e salato) per acquistare “crediti di emissione”. Poco o nulla, infatti, è stato fatto dalla nostra amministrazione per ridurre le emissioni di CO2. Basti pensare che gli unici autobus ecologici acquistati dal Comune (6 in tutto) sono rimasti inutilizzati nel deposito.

Eppure l’ amministrazione comunale potrebbe (e dovrebbe) fare tantissimo per ridurre le emissioni.
Anche perché ridurre le emissioni significa, oltre che investire nelle fonti rinnovabili, risparmiare in consumi, sia energetici che idrici.
Ne consegue che il risparmio energetico è oggi doppiamente conveniente, in quanto fa risparmiare soldi sulle bollette e, riducendo le emissioni di CO2, fa guadagnare dalla vendita dei “crediti di emissione” (all’attuale prezzo di mercato valgono 20 €/tonnellata CO2 risparmiata).
Infatti non dobbiamo dimenticare che la maggior parte dell’energia è oggi prodotta da fonti inquinanti: diminuire i consumi significa quindi diminuire le emissioni dovute alla produzione di energia elettrica.

Dalla tabella in figura 1 si vede che, ad esempio, il comune di Latina, consuma 9.672.755 Kwh/anno per la sola illuminazione pubblica, per la quale utilizza normali “lampade ai vapori di mercurio”(foto2).
Tali lampade, che consumano 250 W l’una, hanno in più il difetto di disperdere verso l’alto più del 30% della luce prodotta, causando (oltre allo spreco) un forte inquinamento luminoso (causa della ridotta visibilità della volta celeste).
Eppure, da diversi anni, sono in commercio “lampade al sodio a bassa/alta pressione schermate”(*)(foto3), che, oltre a impedire la dispersione di luce verso l’alto, producono la stessa illuminazione (delle attuali lampade), permettono una riduzione del 60-75% dei consumi (consumano appena 70-100W) e hanno una durata 6 volte maggiore rispetto alle normali lampade.
Sostituendo le attuali lampade con quelle al “sodio schermato”, il Comune di Latina risparmierebbe almeno 5.803.653 Kwh/anno per la sola illuminazione pubblica.
Il che significa un risparmio di almeno 600.000 euro all’anno per la sola illuminazione pubblica. (**)
A questo risparmio economico si aggiungerebbe poi la totale eliminazione dell’inquinamento luminoso che consentirebbe un’ottimale visione del cielo: il che potrebbe tradursi, per il territorio di Latina, in un nuovo tipo di attrattiva, specialmente per gli astronomi dilettanti e professionisti.

Ma è possibile fare un identico discorso per gli impianti semaforici.
Quelli attuali, con lampade ad incandescenza, sono caratterizzati da un alto consumo energetico ( 2,5 KWh), da alti costi di manutenzione (hanno una breve vita media, 1-2 anni e necessità di cambiare, ad ogni sostituzione, tutte le lampade) e da un basso contrasto della luce accesa (a causa del quale spesso, specie se controluce, non si riesce a capire se il semaforo è rosso o verde).

Ma anche per gli impianti semaforici, da più di dieci anni, sono in commercio lampade a LED a basso consumo(foto4): sono lampade formate da un elevato numero (50-200, a seconda del colore) di LED ad alta luminosità, disponibili nei colori rosso, giallo e verde.
Una singola lampada è quindi composta da un centinaio di “pixel” (o punti luce) che opera alla normale tensione di rete e che può essere montata in sostituzione delle tradizionali lampade ad incandescenza.

Secondo diversi studi, tra cui quello dell’istituto IMEM-CNR di Parma:
http://www.fis.unipr.it/sustainability/download/tesi/lampade_semaforiche_a_basso_consumo_energetico.pdf
l’utilizzo di luci semaforiche di questo tipo consentirebbe un risparmio energetico del 70 – 85% (consumano appena 0,4 KWh) e un’elevata diminuzione dei costi di manutenzione (la vita media è di circa 10 anni e, anche nel caso si rompano anzi tempo più LED contemporaneamente, non è necessaria la sostituzione della lampada, in quanto l’elevato numero dei LED rimanenti né consentirebbe ancora l’utilizzo).
La sicurezza stradale, inoltre, aumenterebbe, sia perché non si rischierebbe più di trovare un incrocio privo della corretta segnalazione luminosa, sia perché tali lampade consentono una illuminazione molto più brillante, chiaramente visibile sia “contro-luce” che in caso di nebbia.

La città di Latina, per i soli impianti semaforici, consuma (dati 2003) 530.795 Kwh/anno.
La sostituzione degli attuali impianti semaforici comporterebbe un risparmio di 398.096 Kwh/anno il che significa un risparmio di almeno 40.000 euro all’anno per i soli impianti semaforici (**).

Ma non è tutto. Perché a tutti questi vantaggi, soprattutto economici, si aggiungerebbe il guadagno, di diverse migliaia di euro, derivante dalla vendita dei “diritti di emissione” acquisiti per l’aver diminuito, mediante il risparmio energetico, le emissioni di CO2.
Basti pensare, ad esempio, che ogni 100.000 lampade ai vapori di mercurio sostituite, si risparmiano circa 60 GWh/anno che, se prodotti tramite centrali termoelettriche tradizionali, significano circa 100.000 barili di petrolio all\'anno in meno.

E’ facile capire, quindi, come prendendo questi semplici provvedimenti, si potrebbe arrivare a risparmiare diverse centinaia di migliaia di euro all’anno.
Il maggior costo di queste lampade a risparmio energetico (specialmente gli impianti semaforici a LED hanno un costo 20 volte superiore alle normali lampade a incandescenza) verrebbe quindi ammortizzato assai rapidamente, visti il bassissimo consumo energetico, la longevità record e la minor manutenzione necessaria.

Ma non è finita qui.

Perché investendo i soldi derivanti da questo risparmio energetico in altre fonti rinnovabili, si instaurerebbe un circolo virtuoso che porterebbe a un sempre crescente guadagno, derivante sia dal risparmio energetico che dalla vendita dei “diritti di emissione”.

Si potrebbero installare, ad esempio, pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici, andando così a ridurre fortemente (o addirittura ad eliminare del tutto) il restante 46% dei consumi energetici per le utenze e i servizi comunali (pari a 8.216.323 Kwh/anno).
Producendo anche “solo” il 50% del restante fabbisogno comunale mediante pannelli solari, dal solo risparmio energetico, il guadagno per l’amministrazione comunale potrebbe arrivare ad ulteriori 1.600.000 euro all’anno(***).
Considerando che il costo dei pannelli fotovoltaici viene ammortizzato in 6-8 anni, e che la vita media di un impianto fotovoltaico supera i 30 anni, è immediato comprendere quale incredibile opportunità di guadagno i nostri amministratori stiano gettando al vento.

E, ancora, si potrebbero investire quei soldi nell’acquisto di autobus ecologici in numero tale da sostituire l’attuale parco macchine comunale.

Oppure (ma, visto che stiamo parlando di cifre importanti ,sarebbe il caso di dire “anche”) si potrebbe applicare il commercio dei “diritti di emissione” anche nel rapporto tra comune e cittadino: l’amministrazione potrebbe attuare una politica per la quale i cittadini che investono nelle fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici) o in risparmio energetico (elettrodomestici e caldaie a basso consumo, riduttori di flusso, etc..), oltre al risparmio sulle bollette che ne deriverebbe loro, potrebbero beneficiare di riduzioni dell’ICI (o di altre tasse) a fronte della vendita, al Comune, dei “diritti di emissione” acquisiti dall’aver ridotto le loro emissioni di CO2. A sua volta l’amministrazione potrebbe vendere tali “diritti” ad altri comuni, o province o regioni.

E, continuando, si potrebbero sostituire le (probabilmente obsolete) caldaie degli edifici pubblici (scuole, enti comunali, etc..) con altre nuove e a basso consumo.

E, ancora, si potrebbero obbligare i costruttori di nuovi palazzi a installare da subito impianti solari sui tetti degli edifici costruiti. Tale spesa, ripartita sui costi di ogni appartamento, risulterebbe praticamente trascurabile (oggi a latina gli appartamenti arrivano a costare anche 600.000 euro…non dimentichiamolo).

Infine, ma non certo perché meno importante, non si può non tenere conto del contributo dato dalla riqualificazione del verde urbano alla riduzione delle emissioni di CO2.
Secondo uno studio della regione Lombardia, ad esempio, grazie alla fotosintesi, 1 ha (ettaro) di prato verde (si badi bene: “verde”, non “secco”) assorbe 5 tonnellate di CO2 all’anno e 1 ha di pioppeto 20 t. Grazie alla vendita dei “diritti di emissione”, 1 ha di prato verde permanente, ad esempio, varrebbe, in CO2, 2500 €/anno.
Ecco quindi come, il solo mantenere curati i prati cittadini, può portare a un discreto guadagno, che ripagherebbe ampiamente delle spese sostenute.

In definitiva, abbattere l\'inquinamento, per rispettare il protocollo di Kyoto, non vuol dire chiudere le fabbriche e lasciare le auto nei garage. Significa migliorare le cose che facciamo, produrre e consumare meglio, in modo più razionale, spendendo possibilmente di meno. Non dobbiamo diventare ascetici per salvarci, dobbiamo diventare più colti, più innovativi, più coraggiosi. Ma soprattutto non dobbiamo perdere l’incredibile opportunità di guadagno che deriva proprio dal risparmio energetico: complessivamente, per Latina, si potrebbero superare tranquillamente i 2.200.000 di euro all’anno.

NOTE:
(*) Le lampade al sodio a bassa pressione hanno minori consumi di quelle a alta pressione, ma hanno il difetto di avere una luce monocromatica, rendendo NON distinguibili i colori. Pertanto si usa alternare lampade a bassa e alta pressione (cmq più efficienti delle normali), così da avere risparmio energetico e mantenere la percezione dei colori inalterata.
(**) Ho calcolato questa cifra prendendo il costo di 1 Kwh, per le amministrazioni comunali, pari a 0.10 €/kwh. Ma è ragionevole pensare che tale costo possa essere anche più alto.
Inoltre l’ho calcolata utilizzando la percentuale più bassa di risparmio energetico ottenuto. In realtà, sulla rete, è possibile vedere che il risparmio energetico potrebbe essere molto più alto, sia per le lampade al sodio che per gli impianti semaforici a LED.
Come dire, realisticamente le previsioni potrebbero essere molto più ottimistiche.
(***) In questo caso, infatti, anche l’amministrazione beneficerebbe degli incentivi statali, grazie ai quali 1 Kwh prodotto con il solare viene pagato 0.45 € per 20 anni, dopo i quali si beneficerebbe del “solo” risparmio derivante dal non pagare il 50% dei consumi, ossia pari a 800.000 euro all’anno.

FONTI:

http://www.iea-alep.pz.cnr.it/ITA_1_Kyoto.htm
http://www.provincia.pv.it/ambiente/energia/cd_inq_lum/convegno/Trezzano%20Rosa%20061204.pdf
http://www.comune.latina.it/agenda21/PDF/capitolo_05.pdf
http://www.ersaf.lombardia.it/Upload/Sala%20Elisabetta/CO2Lombardia.pdf?756

http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/admin/rla_Documenti/1-2190/coltiviamo_energia_e_produciamo_ambiente-3.pdf

http://www.econ-pol.unisi.it/didattica/ec_ambiente/Emission%20Trading.pdf

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Burocrazia

Immaginate che vostro figlio ha compiuto 14 anni nel maggio del 2007 e ha appena finito di frequentare le medie. La sua scuola ha organizzato il corso per il patentino, l’attestato richiesto dalla legge per poter guidare il motorino. Bene, voi l’avete iscritto al corso e vostro figlio lo ha frequentato dal 26 febbraio al 23 aprile.
Poi, finalmente, verso fine giugno, la scuola gli ha rilasciato l’attestato di partecipazione al corso e di idoneità a sostenere l’esame. Il documento è datato 4 giugno; voi non vi chiedete neanche perché sono trascorsi circa due mesi dalla fine corso alla consegna dell’attestato: siete troppo abituati alla burocrazia asfissiante.
Il 2 luglio vi recate alla Motorizzazione di Latina per chiedere informazioni. Dopo qualche peripezia vi indirizzano dall’impiegata giusta, la Signora Zappalà, il cui ufficio è al piano di sopra. Entrate in un atrio dove c’è scritto “vietato l’ingresso”, salite le scale, percorrete un tortuoso corridoio chiedendo di tanto in tanto informazioni e finalmente, dietro una porta non contrassegnata, trovate la Signora Zappalà. La signora vi da l’elenco dei documenti necessari (figura 1) il modulo per la domanda, tre bollettini di CC/P pre-intestati (figura 2) e vi dice di tornare appena avrete completato il tutto cosicché potrà prenotare il vostro ragazzo per l’esame dell’11 settembre. Certo la data è di quelle ad effetto! Solo che l’11 settembre è tra 2 mesi e 9 giorni e voi speravate che vostro figlio potesse andare al mare in motorino durante l’estate!

Tornate a casa, leggete l’elenco e i dubbi cominciano ad assalirvi: serve il documento di identità del ragazzo, e voi non lo avete. Correte in Comune, arrivate pochi minuti prima della chiusura, fate fare al vostro ragazzo le foto-tessera nella macchinetta davanti all’anagrafe (€ 3,00) e vi precipitate dentro giusto in tempo per sentirvi dire che l’età minima per la carta di identità è 15 anni. L’ufficio sta per chiudere e non avete tempo e modo di indagare oltre, anche perché vi viene in mente quello che avete letto prima: il vostro medico può certificare l’identità apponendo la foto nell’apposito modulo. Il pomeriggio caricate il vostro ragazzo in macchina, passate da un tabaccaio, comprate una marca da bollo di € 14,62 e proseguite dal vostro medico che vi rilascia il certificato medico (figura 3) senza foto: lui di foto nel certificato non ne ha mai sentito parlare! Intanto vi ha scroccato € 10,00 + marca da € 14,62 = € 24,62.
Allora scavate nella vostra memoria e vi ricordate di quella foto autenticata in bollo che eravate costretti a portare dietro quando avete per la prima volta inforcato il motorino: ecco, questa deve essere la soluzione.
Così il giorno dopo prendete mezza giornata di permesso e tornate al Comune dove vi rilasciano la foto autenticata. (ma non ricordate più il costo: saranno stati circa 3 euro!)

A questo punto vi sedete al tavolo della cucina e cominciate a compilare i bollettini. Avete un piccolo travaso di bile quando vi accorgete che dovete fare tre versamenti, uno di €15,00 e due di € 14,62 a favore del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Due versamenti sono addirittura sullo stesso numero di conto. Ma non sarebbe più logico fare un unico versamento e risparmiare 2 euro di tassa postale? Ma non finisce qui! Nel bollettino invece dello spazio per la “causale” (come specificata nelle istruzioni della signora Zappalà) c’è un campo a tre caratteri per il “codice causale”. Leggete e rileggete le istruzioni ma di codici nemmeno l’ombra. Con la bile che continua a travasare, dopo un paio di giorni tornate dalla signora Zappalà la quale vi dice di lasciare i codici in bianco. Non ve lo poteva dire subito o non lo poteva scrivere nelle istruzioni la buona donna?

Così andate alla posta e fate i tre versamenti (14,62 + 14,62 + 15,00 + 3,00 tasse postali = 47,24)
Poi tornate dalla santa donna la quale vi annuncia trionfalmente che il vostro ragazzo ha un appuntamento per giorno 11 settembre alle ore 1400.

Il vostro ragazzo trascorre l’estate senza motorino e arriva l’11 settembre. Lo caricate in macchina e arrivate alla Motorizzazione verso le 13:30. Il cancello è chiuso, ma già in strada, sotto il sole cocente si è formato un gruppetto di gente. Si chiacchiera, ci si chiede a che ora apriranno. Qualcuno attacca coi soliti racconti dell’orrore… quando il cugino fece l’esame, iniziò con due ore di ritardo… quando ci fu lo sciopero… quando bocciarono tutti….

Qualcuno nota che il cancello in fondo alla strada è semiaperto, così la folla si sposta nel cortile interno, dove c’è persino un po’ d’ombra. Alle 14:00 non succede niente. Alle 14:05 comincia a serpeggiare un certo nervosismo. Alle 14:10 si diffonde la notizia che forse apriranno tra mezz’ora. Alle 14:15 si diffonde il panico: l’esame è annullato. Alle 14:20 si apre una porticina e i ragazzi vengono fatti entrare. Dopo circa due ore vostro figlio esce sorridente, col patentino in mano.

Resoconto:
Durata del corso: 2 mesi
Attesa per avere l’attestato: 2 mesi
Attesa per poter fare l’esame: 2 mesi
Attesa totale: 6 mesi
Soldi spesi: € 122,10
Uffici visitati: Scuola, Ufficio Postale, Tabaccaio, Medico, Comune (2 volte), Motorizzazione (4 volte)
Benzina sprecata e tempo perso: troppo

Ora chiudete gli occhi e sognate; immaginate di andare indietro nel tempo fino al mazzo 1987, e immaginate di esser in un Paese Civile e di dover prendere la patente. In un giorno lavorativo qualsiasi, senza appuntamento, andate all’ufficio preposto (che per semplicità chiamiamo DPS) .
Entrate dentro e venite accolti da impiegati sorridenti, quasi servizievoli. Vi sentite subito a disagio, voi infatti non siete abituati a impiegati capaci di sorridere.

Il “vostro” impiegato intanto vi sta accompagnando davanti ad un rudimentale computer e vi sta spiegando come fare il test teorico. Dopo circa 15 minuti avete finito il test e lo avete pure passato. Arriva subito un esaminatore (anche questo sorridente, ma ormai vi state abituando) che vi porta fuori, vi fa montare in macchina (lato guidatore). Fate un giretto e riuscite a convincerlo che siete padroni del mezzo. Allora tornate dentro, dal primo impiegato, il quale riempie un modulo, vi fa una foto polaroid, vi chiede di guardare dentro una macchinetta e di dirgli quello che vedete. Poi vi chiede di indossare una cuffia e vi chiede se sentite qualcosa, alla fine vi fa firmare un modulo e vi chiede l’equivalete di €15,00. Dopo circa un’ora uscite dal DPS con la vostra patente nuova di zecca.

Resoconto:
Attesa: 0
Soldi spesi: €15,00
Uffici visitati: DPS
Benzina sprecata e tempo perso: minimo indispensabile

Ecco l’importanza del confronto. Chi non conosce altra realtà se non quella Italiana potrebbe pensare (in buona fede) che è normale aspettare 6 mesi per un patentino, dover fare una decina di viaggi in vari uffici e spendere 122 euro (senza stare a monetizzare il tempo perso, la benzina bruciata, l’effetto serra e il buco dell’ozono….)
Certo, forse ci sarà sempre qualcuno che si ribellerà a questo confronto. Dirà che è falso, dirà che equivale a confrontare banane con pecore , patente con patentino, ma io ho voluto farlo lo stesso. è ora di ribellarsi a questa burocrazia inutile, anzi dannosa, che sta uccidendo il paese. È ora di ribellarsi alla logica delle complicazioni burocratiche inventate per creare “posti di lavoro”.
Posto che è stato deciso che il patentino debba costare 122 euro, qualcuno mi può spiegare perché non posso dare questi 122 euro alla Signora Zappalà, invece di dover fare 3 bollettino di ccp alle poste e compprare marche da bollo dal tabaccaio. Mi spiegate a che serve tutto questo?

Salvatore

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Edilizia Popolare

 

Consiglio Regionale del Lazio

Gruppo Misto – On. Fabrizio Cirilli

Consiglieri Comunali

Consiglieri Circoscrizionali

                                            Latina 28 settembre 2007

COMUNICATO STAMPA 

Nel consiglio comunale odierno ha tenuto banco la questione dell’edilizia popolare. A tal riguardo ha avuto fondamentale importanza l’intervento del gruppo consiliare della “Lista  Cirilli – Progetto per Latina”, che ha subito sollevato una serie di argomentazioni che alla luce di quanto accaduto nel corso della seduta, hanno sicuramente dato un’impronta diversa allo svolgimento dei lavori in aula.

 

Innanzitutto, proprio su proposta dei consiglieri della Lista Cirilli, sono stati invertiti i punti all’ordine del giorno. Priorità assoluta, di fatto, è stata data alla questione riguardante il rudere della Svar. Considerata invece l’importanza di tale problematica, i consiglieri della Lista Cirilli hanno ritenuto opportuno affrontare in apertura dei lavori la questione Svar in merito alla quale, quindi, il Consiglio ha potuto dare atto ad una analisi decisamente più approfondita.

 

Conseguentemente a quanto dibattuto per la Svar è stato dunque possibile legarsi alla questione inerente al piano comunale di edilizia popolare (ERP). Anche a tal proposito è da sottolineare la ferma presa di posizione della Lista Cirilli, che congiuntamente alle altre forze di opposizione ha presentato una mozione che ha imposto al Sindaco e all’amministrazione di accelerare per addivenire all’immediata approvazione del piano comunale di edilizia popolare. L’ordine del giorno presentato, di fatto, è consequenziale al fatto che nonostante nel 2005 si approvarono i criteri dell’ERP all’unanimità, solo oggi si procede all’apertura delle buste. Nella mozione si invita dunque il Sindaco e la giunta a non perdere ulteriormente tempo,  proposta quest’ultima che ha trovato l’appoggio anche delle forze di maggioranza, con la mozione che è stata votata all’unanimità.

 

In seguito il duro attacco del consigliere Fabrizio Cirilli al Sindaco. Un attacco motivato dalle dichiarazioni del primo cittadino sul piano regolatore “Piccinato”. Nel suo intervento il Sindaco ha provato a demonizzare il vecchio PRG. Fabrizio Cirilli ha replicato immediatamente, definendo incredibile l’intervento del Sindaco, considerato soprattutto che lui stesso nella passata legislatura, ha perpetrato nefandezze urbanistiche di ogni genere facendo colpevolmente e consapevolmente utilizzando uno strumento di pianificazione urbanistica anacronistico e tutt’altro che contingente alle esigenze di sviluppo della città.

 Da ultimo la questione collegata al punto dell’ordine del giorno relativo al riequilibrio di bilancio. Quella sull’equilibrio di bilancio è una verifica tecnico – politica molto importante perché consente la ricognizione del lavoro svolto e dello stato di realizzazione dei progetti verificando lo stato di equilibrio dei conti; una operazione pertanto utile per valutare la reale rispondenza dell’attività amministrativa al programma di governo ed alle previsione di bilancio 2007. Un momento indispensabile di confronto politico, anche interno alla maggioranza stessa, per poter valutare compiutamente il percorso fatto. Quella invece proposta al Consiglio Comunale è stata una rappresentazione puramente contabile di capitoli di spesa senza alcuna chiarezza su quanto realizzato dall’azione amministrativa e dove, di fatto, nessun consigliere aveva chiaro alcunché. I cittadini devono essere sapere che un simile modo di gestire l’amministrazione della città porterà, nel tempo e senza ombra di dubbio, ad una situazione di dissesto finanziario che avrà reso vani tutti i sacrifici fatti dalla gente per far fronte alla sempre maggiore tassazione diretta ed indiretta locale.  

In questi casi occorre la massima trasparenza sulle cifre e sui loro reali impegni, perché, che sia ben chiaro, spendere i soldi pubblici non significa automaticamente spendere bene e realizzare le opere ed i servizi necessari.

      

Raccolta differenziata: da migliorare

Latina, 28 settembre 2007  Comunicato Stampa 

Raccolta differenziata

Il nuovo sistema può essere migliorato  Mentre sul fronte TIA è accaduto esattamente ciò che da tempo andavo segnalando e si stanno verificando anomalie che l’amministrazione comunale fa ben attenzione a non chiarire, per la raccolta differenziata iniziamo ad avere qualche dato confortante.In attesa di avere risposte chiare, trasparenti ed univoche sulla questione delle bollette, alcune riflessioni e proposte possono essere avanzate sul tema delle nuove modalità del sistema di igiene ambientale.A parte il ritardo macroscopico (il servizio doveva cominciare nel 1998, ma questo aspetto pare non interessare nessuno) e pur con molti limiti la raccolta differenziata sta lentamente prendendo piede. I dati forniti dal gestore parlano di un vero e proprio successo e tutti noi vogliamo dare credito a tale affermazione.Ma non si possono certo nascondere le decise proteste di centinaia di cittadini. E’ sotto gli occhi di tutti che i vari sacchetti sul margine della strada pongono problemi di decoro e di igiene. Senza fare polemica e sperando che il Consiglio Comunale si risvegli ricordando che è socio di maggioranza della LatinAmbiente e che ha il dovere di tutelare i diritti dei cittadini, penso che si possano formulare alcune proposte al fine di migliorare il servizio: 1)      reintroduzione dei cassonetti bianchi e blu in tutte le strade principali della città. Non bisogna fare alcun investimento, la società è proprietaria sia dei cassonetti che dei mezzi idonei per la relativa raccolta;2)      previsione di due giorni a settimana per la raccolta di carta e plastica;3)      collocazione di aree ecologiche in diverse zone della città per la raccolta di rifiuti ingombranti;4)      revisione della collocazione di tutti i punti di raccolta per un posizionamento più razionale consentendo una facilitazione del conferimento e la semplificazione della raccolta (ad esempio bisogna evitare la collocazione in prossimità di curve ed incroci);5)      previsione di orari di raccolta nelle primissime ore del mattino con sospensione delle attività tra le ore 8,00 e le ore 8,45 (è il periodo di maggior congestionamento del traffico e potrebbe essere dedicato ad una sosta per i lavoratori). Ci possono essere molti altri modi per migliorare il servizio. Ma ciò che a me sembra essenziale è l’aspetto educativo e di responsabilità. Ad esempio si potrebbero obbligare i grandi centri commerciali a dare ai loro clienti solo ed esclusivamente sacchetti biodegradabili; oppure si potrebbero incentivare le attività commerciali con sostegno ad una modalità di vendita dei prodotti liquidi con contenitori riutilizzabili.Il vero obiettivo della raccolta differenziata è quello di diminuire la produzione di rifiuti che arriveranno in discarica e la riduzione dei costi (per il comune e per i cittadini), ma c’è anche il tema del sentire comune, di una comunità sempre più matura. Per favorire la sensibilizzazione dei cittadini non è sufficiente creare qualche gazebo improvvisato (e vuoto), è molto più utile l’esempio. L’efficienza della raccolta e la tutela del decoro urbano, ma anche controllo e sanzioni su chi si libera di rifiuti ingombranti e pericolosi, valgono più di mille parole.                                                                                    Giuseppe Pannone

10.100 firme “e adesso ammazzateci tutti”

Già 10.100 firme già raccolte per l'iniziativa del gruppo "E adesso

ammazzateci tutti!"
come potete vedere dalla pagina
Dai firmate!!!
Paolo

 

Appello per la Giustizia e la Legalità in Calabria

To:  Società Civile, Istituzioni, Organi d'Informazione

I SOTTOSCRITTI CITTADINI ITALIANI, ED IN PARTICOLARE NOI CALABRESI,

in questo particolare momento storico nel quale la regione Calabria si trova drammaticamente stretta nella morsa della Mafia, della Malapolitica e del Malaffare, rivendichiamo il diritto alla Giustizia e alla Legalità e chiediamo con fermezza che si faccia chiarezza negli oscuri intrecci tra politica, affari, massonerie deviate e criminalità organizzata.

Esprimiamo pertanto stima e solidarietà senza riserve nei confronti di quanti si stanno impegnando nella lotta al crimine in tutte le sue forme ed estensioni, ed in particolare approviamo e sosteniamo il lavoro dei Magistrati che, per aver avuto il coraggio di portare avanti senza condizionamenti e senza timore indagini che portano direttamente al cuore del sistema delle corruttele calabresi, si ritrovano ad essere quotidianamente oggetto di vergognosi attacchi e di delegittimazioni anche da parte di rappresentanti delle Istituzioni democratiche.

Su questa nuova sfida, che non è solo contro i nemici storici della civile convivenza, come la ‘ndrangheta per intenderci, ma contro poteri forti e trasversali che si sono insinuati e propagati dappertutto, nessun cittadino onesto può restare indifferente.

Noi rappresentanti della società civile, delle associazioni, del movimentismo, del mondo cooperativistico, del sindacato, dell’università, delle professioni e delle imprese, dei giovani, ci opponiamo con sdegno e con forza ad ogni gratuito attacco teso a delegittimare, con parole o con fatti, l’azione di questi Magistrati coraggiosi, e volendo continuare ad alimentare le speranze di progresso, libertà e democrazia per questa nostra terra, riponiamo piena fiducia nell’operato della Magistratura e nell’impegno di questi Magistrati che incondizionatamente e con equilibrio seguono l’ideale del proprio dovere istituzionale e morale.

Primi firmatari:

Ass. Calabrialibre

Il Movimento dei ragazzi di Locri “E adesso Ammazzateci tutti”

Fare Verde Calabria

Ass. Studenti in Movimento

NPA Nuovo partito d’Azione

Ass. Cult. “Rerum Novarum”

Sincerely,