Archivio Giornaliero: Giugno 12, 2008

Non più rifiuti di sottoporsi all’alcol test

Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada

Coordinamento Giustizia: Via Giuseppe Avezzana n. 1   00195  Roma

tel. 06.36.00.39.27 – fax 06.36.09.28.16

 

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                                        Roma, 12.06.2008   COMUNICATO STAMPA

EMENDAMENTO AL D.L. 92/2008

   

Quest’oggi il Governo, in persona del sottosegretario presso il Ministero dell’Interno, On. Mantovano, ha recepito la richiesta dell’ufficio legale della scrivente Associazione di emendare il D.L. 92/2008 in materia di “sicurezza”,  nella parte in cui  richiamando soltanto le pene principali previste dall’art. 186, comma 2 lett. C) C.d.S. esclude la misura della confisca nell’ipotesi di cui al comma 7) dello stesso art. 186 C.d.S, di rifiuto di sottoporsi all’alcol test ed agli accertamenti con precursori finalizzati alla verifica dello stato di alterazione psico-fisica. Il presente emendamento prevederà dunque  la confisca anche in tale fattispecie, evitando di vanificare l’intera portata della novella. Diversamente infatti sarebbe stato sufficiente a chiunque opporre il rifiuto al controllo per scongiurare in assoluto la confisca.

  

       Avv. Federico Alfredo Bianchi  

    

                                                                           Il Coordinatore Giustizia

 

                                                                           Avv. Federico Alfredo Bianchi

  

Oggetti smarriti

IL SINDACO

Rende noto, ai sensi e per gli effetti dell’art. 928 e seguenti del codice civile , che sono stati depositati presso l’ufficio di economato municipale, in Piazza del Popolo, ex Albergo Italia, I piano –lato dx, i seguenti oggetti rinvenuti nel territorio comunale :

 

Latina: una città turistica?

Qualche giorno fa, parlando con il responsabile dell'ufficio Mobilità del Comune di Latina,
ing. Brinati, mi raccontava che quattro anni fa, quando arrivò da Bologna, rimase colpito dal
nostro territorio, ricco di bellezze naturali e paesaggistiche, dove il mare si sposa con
il Parco Nazionale del Circeo, l'imperuoso promontorio, i laghi, le dune, ecc…
Insomma, un'infinità di risorse naturali che aspettano solo di essere "sfruttate"!

In altre località che vantano ricchezze naturali come le nostre (a volte anche inferiori)
hanno sviluppato un sistema turistico sostenibile, dove la natura viene rispettata e valorizzata.
Basta pensare al nord Italia e in molte zone d'Europa, dove amanti del turismo sostenibile
percorrono migliaia di chilometri per godere quelle meraviglie che vengono pubblicizzate
attraverso le APT del luogo e con le infinite possibilità della rete internet. 
Esistono diversi tipi di turisti, a noi tocca il compito di scegliere quale incentivare.
Esiste quel tipo di turismo "Usa e Getta", che "usa" il luogo che lo ospita, producendo un enorme quantità di rifiuti,
che a noi tocca smaltire e poi pretendono di arrivare con la propria auto ovunque,
producendo inquinamento acustico e dell'aria, nonché l'intasamento del traffico nelle zone "calde".

Poi, esiste il turismo "Sostenibile" che rispetta il luogo che lo ospita, utilizzando mezzi alternativi all'automobile, 
che propone la presenza di strutture e servizi turistici realizzati in modo tale da non distruggere o penalizzare il panorama, il mare e l'ambiente. I villeggianti possono raggiungere il mare mediante servizi di navetta, in bicicletta e godersi il mare immersi nella natura, senza opere in cemento nelle vicinanze e senza l’eccessiva presenza degli stabilimenti balneari.
E' una vera e propria alternativa all'inesorabile abbandono del comparto industriale che in questo ultimo decennio sta chiudendo i battenti per trasferirsi in aree dove la manodopera è meno cara.
Quindi ci si presenta, sopra un piatto d'argento, la ghiotta occasione di convertire lo sviluppo industriale del nostro territorio in quello turistico, attraverso il miglioramento delle infrastrutture esistenti, la creazione di circuiti naturali e didattici con una serie di servizi di sensibilizzazione e promozione della cultura della sostenibilità e del rispetto del bene comune.

Non è necessario costruire porti o aeroporti, è sufficiente potenziare e migliorare l'attuale rete viaria e quella delle strutture adibite alla ricezione come alberghi, camping, ostelli, appartamenti, ecc…, cercando di soddisfare qualsiasi tipologia di turista che vuole conoscere il nostro territorio.

Il Trentino è un esempio di come è possibile sfruttare le risorse naturali rispettandole.
Il Trentino è una delle regioni a vocazione turistica, ospita sia d'estate che d'inverno milioni di turisti italiani e non, che scelgono di poter fare una vacanza in località rinomate come Cortina, Madonna di Campiglio, ma anche trascorrere il proprio tempo in alta quota, nei rifugi, nelle malghe, a stretto contatto con la natura, rispettando la cultura e le abitudini della popolazione che vi abita.

Eppure non tutti sanno che per andare in Trentino in aereo bisogna utilizzare l'aeroporto di Verona o quello di Venezia, per poi raggiungere le diverse località con il treno, pullman, ecc… utilzzando la vasta rete viaria che percorre ogni angolo della meravigliosa regione.
Credo che per dare un futuro dignitoso al nostro territorio ed alla gente che lo abita, sia necessaria una valorizzazione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche e produttive (artigianato, agricoltura), con un serio e coordinato lavoro di servizi e vigilanza.

Non tutti sanno che è in via di realizzazione una pista ciclabile che percorre l'antica ferrovia "Velletri-Fossanova" che diventerà un percorso storico-culturale che attirerà turisti da ogni parte d'Italia che potranno visitare luoghi come "L'Oasi di Ninfa", "Valvisciolo", "Sermoneta", "Fossanova", ecc..
Spetta a noi creare un collegamento che unisca questa pista con le meraviglie del nostro territorio come "Villa Fogliano", il "Parco Nazionale del Circeo", i "4 Laghi", le "Dune", il "Mare", la "Villa di Domiziano" , ecc.

Nel giro di qualche anno la nostra zona potrebbe essere presa d'esempio da altre località che devono fare i conti con lo sviluppo economico e sociale; potremo così dimostrare a tutti di aver vinto quella grande scommessa che donerà un futuro sicuro e dignitoso alle prossime generazioni, oppure scegliere se continuare nella cementificazione selvaggia, la distruzione delle spiagge che a causa delle nuove correnti originate dall'ampiamento dei porti, stanno riducendo l'arenile in piccole strisce.

A noi la scelta.

Bruno Mucci

In Italia la Polizia da che parte sta?

Questo dubbio mi tormenta da molto tempo, ma faccio molta fatica a trovare una risposta sensata. Il dubbio è un tarlo velenoso che corrode la mia la mia fiducia verso le Istituzioni di quello Stato che pure ho servito per molti anni in uniforme e che mi sforzo di continuare a servire da privato cittadino. Istituzioni che, lo ricordo, dovrebbero essere al servizio dei cittadini e invece a volte… ti viene il dubbio, eccome se ti viene!

Andiamo con ordine e lasciate che vi racconti uno strano e personalissimo epilogo alla vicenda della donna travolta sulle strisce pedonali il 28 maggio scorso (http://www.q4q5.it/modules/news/article.php?storyid=2695 ).

Mentre aspettavamo l’arrivo dell’ambulanza e delle Forze dell’Ordine, un’automobilista che transitava in direzione opposta ha chiesto cosa fosse successo ad uno dei volenterosi cittadini che si stavano prodigando per gestire il traffico.

– Un’anziana signora è stata travolta sulle strisce! – rispose il volenteroso cittadino, conscio dell’autorità de facto che in quel momento impersonava.  Al che l’automobilista borbottò qualcosa tipo:

– Sì, ancora credete a queste cose, è tutta una finta per prendere i soldi dell’assicurazione! – poi aprì il gas e si allontanò sgommando.  Il pover’uomo non ci credeva; c’era una anziana sanguinante e in stato di shock distesa sull’asfalto con una frattura esposta al femore sinistro e il saccente di turno sparava sentenze!

 

Tornato a casa ho raccontato l’accaduto a mia moglie (che è straniera, per chi non lo sapesse), compreso la chicca del sapientone  spara-sentenze.

– Deve essere stato un poliziotto! – mi ha interrotto mia moglie.

– Come sarebbe a dire “Deve essere stato un poliziotto”? – ho replicato, certo che non avesse capito la dinamica dei fatti. Così ho riassunto i punti salienti.

– Ho capito… deve essere stato un poliziotto! – ha ribadito mia moglie – Qui la polizia è dalla parte dei criminali.

Un pugno allo stomaco mi avrebbe fatto meno male.

– Come sarebbe a dire che la polizia è dalla parte dei criminali? – ho chiesto con un misto di indignazione, curiosità e orgoglio nazionale ferito.

– Sì, qui la polizia non è dalla parte delle persone oneste. – ha insistito mia moglie e ha cominciato  a sgranellare una serie di esempi concreti e di paragoni pertinenti. Il mio orgoglio nazionale era sempre più martoriato, anche perché gli esempi di mia moglie erano incontestabili. Mi contorcevo cercando una via d’uscita dignitosa ma non ne trovavo alcuna.

– La polizia italiana è come quella dei paesi arabi. – ha rincarato la dose –  Lì, se tu vai a denunciare un torto subito, biasimano te! “Se tu non fossi stato in quel posto in quel momento, il fatto che denunci non sarebbe successo. Quindi è colpa tua”. Ecco qui è la stessa cosa: se l’anziana donna non fosse uscita di casa non sarebbe stata travolta: quindi è colpa sua.

Da giovane mia moglie ha vissuto per qualche tempo in Arabia Saudita a seguito del padre, ingegnere della Exxon, quindi si è fatta una certa idea di quel posto.

 

Ero indignato e non avevo argomenti per controbattere, così sono uscito rimuginando. Ho persino avuto vari flash back:

 

  1. Due impostori entrano in casa dei miei genitori, li ipnotizzano o li stordiscono con qualche gas e si fanno consegnare i soldi (per fortuna in casa ci sono solo poco più di 150.000 lire;  mio padre è talmente infervorato che vorrebbe girargli un assegno o andare in banca a fare un grosso prelievo!). Quando si svegliano, mio padre va dai Carabinieri… per sentirsi deridere e biasimare con frasi del tipo “Possibile che nel 2000 c’è ancora gente così ingenua? Ma perchè li avete fatti entrare? Etc. etc”.
  2. Ad un’amica di mia moglie (straniera pure lei)  rubano, da dentro il carrello di Bricofer del Piccarello, la borsa con soldi, documenti e carte di credito. L’esperienza con la polizia è ancora più frustrante del furto in sé: siccome non ha visto il ladro, il poliziotto si rifiuta di raccogliere la denuncia di furto ma accetta solo quella di smarrimento. Intanto che discutiamo col cocciuto agente l’amica  derubata riceve una telefonata dal suo direttore di banca (in Arkansas) che la avvisa che qualcuno sta allegramente spendendo un sacco di soldi con le sue carte di credito. Ciò nonostante l’Agente continua a negare che si è trattato di furto, permettendosi pure di fare un predicozzo sulla necessità di custodire attentamente le proprie cose etc etc. tanto che riduce alle lacrime la povera vittima.

 

  1. Sulla metropolitana di Roma a mio suocero rubano il portafogli. La Polizia Ferroviaria in un primo momento si rifiuta di accettare la denuncia perché mio suocero non ha i documenti (che gli hanno appena rubato). Poi interviene un supervisore che, bontà sua, consente l’autocertificazione. Solito predicozzo che sembra voler dire: “Te la sei voluta! Che ci facevi col portafogli sulla metropolitana?”

Ci sono altri flash back che vi risparmio, ci sono altri giornate in cui rimugino… senza addivenire ad alcunché. Poi domenica scorsa, 8 giugno, ho letto un articoletto a pag. 41 del Messaggero (Cronaca di Roma) http://carta.ilmessaggero.it/sfoglia_giornale.php?data=20080608&pag=40&dorso=CITTA&sez=CRONACA&ediz=20_CITTA: un pensionato portatore di handicap, Ottorino Calcagni, prigioniero in casa a causa delle auto che ostruiscono gli scivoli sotto casa sua, cerca giustizia chiamando i Vigili Urbani. Questi, infastiditi dalle tante chiamate, lo “denunciano” ai prepotenti che parcheggiano illegalmente davanti agli scivoli. E i prepotenti si  “vendicano” tagliando, per ben tre volte, le gomme della panda dell’anziano handicappato. Incredibile: uno chiama la Polizia per avere giustizia, per poter uscire di casa, e cosa ottiene? Viene “venduto” all’antistato proprio da chi, sotto la divisa dello Stato, nasconde la sua vera natura mafiosa e la sua predilezione per l’illegalità. Povera Italia!

Forse ha ragione mia moglie… ma ancora non riesco a dirglielo.

Salvatore Antoci