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Cara Francesca
ti ringrazio per la preziosa sintesi del "pasticciaccio brutto".
Aggiungo qualche altra notizia e considerazione.
L'esposto è circostanziato e corposo (circa venti pagine) e rappresenta uno scontro istituzionale senza precedenti nella nostra provincia.
Come hai scritto, tratta di vicende e ricorsi di cui l'istituzione Provincia (di cui Cusani è Presidente e che pertanto rappresenta) non è parte in causa, e questo penso sia il motivo principale del rifiuto al confronto richiesto inutilmente dall'opposizione.
In qualunque Paese o istituzione normale, una persona di così alta responsabilità che menta a mezzo stampa (a mio avviso simulando forse più di un reato), si sarebbe scusato con i suoi elettori e si sarebbe dimesso.
Qui da noi invece la si butta in caciara, citando improbabili costrizioni alla riservatezza (il che implica forse l'obbligo a mentire?).
Anche nell'esposto si accenna ad indagini "a senso unico" verso alcune amministrazioni e non altre: ormai la cosa più semplice per gli indagati (cosa che, nel caso specifico, Cusani non è) è dichiararsi vittime o prigionieri politici, cossiché magistrati anche notoriamente simpatizzanti del proprio partito (come mi risulta essere il caso del Dr. Bianchi) passano allusivamente per "toghe rosse" o comunque con animus di oppositori politici. Ricordo in proposito che, prima dell'apertura dei procedimenti citati nell'esposto, vi erano state molteplici e reciproche attestazioni di stima tra il Presidente della Provincia ed il Presidente della Sezione del TAR, con quest'ultimo ospite privilegiato delle conferenze nonché docente nei corsi organizzati dalla Provincia, collaborazione "misteriosamente" sospesa con l'inizio dei procedimenti di cui sopra.
Risultato? Astensione dal giudizio delle persone citate nell'esposto per i casi indicati (con conseguente sospensione dei procedimenti) e ormai certo trasferimento, con promozione, del Dr. Bianchi. Non importa che l'esposto non abbia sortito alcun effetto "ufficiale", visto che il Consiglio di Stato ha dato il non luogo a procedere. L'obiettivo è stato comunque raggiunto.
Quindi questo tipo di atteggiamento disinvolto viene premiato, basta fare muro di gomma con l'opposizione, non rispondere e far passare sotto silenzio la questione, poi il tempo e la nostra memoria corta (nonché la scarsa sensibilità dei più ai temi di etica istituzionale) faranno il resto.
Giulio
Bisogna cominciare a prendere coscienza, per poi decidere se condividere o no, cio' che ormai si sta delineando come un metodo.
Qual'e' il metodo?
Basta solo presumere che ci sara' qualcuno che per dovere d'ufficio si dovra' occupare di far chiarezza su questioni che riguardano personaggi pubblici e in particolare politici appartenenti alla "casta" (quindi di qualsiasi colore politico) per cominciare a mettere in moto i meccanismi per cui al momento opportuno si inneschera' un trasferimento, meglio se accompagnato da promozione, ed un contestuale no a procedere. Tutto cio' determina il ritardo dell'iter di ricerca della verita' o nella migliore delle ipotesi per gli indagati di vedere finalmente bloccato completamente l'iter operativo che li avrebbe messi in "difficolta'.
Salutoni
Insomma, se lo scontro non c'è basta andarselo a cercare, uno vede un albero che se ne sta tranquillo e sereno a fare l'albero, sulle sue radici, e decide di andare a sbatterci contro… solo perché l'albero gli dà fastidio… così il problema è risolto, è l'albero che ce l'ha con lui, per questo si trovava lì piantato a "ficcare" le sue radici dove non doveva… c'è una grave emergenza in questo Paese se fatti del genere possono passare impunemente, se i rappresentanti non rappresentano più altri che se stessi, se effettivamente le istituzioni vengono lottizzate e occupate grazie ai voti messi all'asta al miglior offerente…
Francesca, forse il problema e' che gli alberi (giudici, inquirenti, ecc.) fanno ombra e quindi danno fastidio a chi vuole restare in vista senza essere messi in cattiva luce o peggio in ombra.
Salutoni