Archivio Giornaliero: Novembre 20, 2007

TIA nessun colpevole e tasse più alte ?

Pasticcio TIA, i limiti delle relazioni del Collegio e dell’Avvocatura  

PANNONE:             

 “alle responsabilità politiche ed amministrativo di sindaco e maggioranza  si devono sommare le innegabili colpe del soggetto gestore: il risultato totale sarà nessun colpevole e tasse più alte?”  

Nel caos  TIA poche cose sono sicure; una di queste è che non sono accettabili altri esborsi da parte del Comune, perché il pagamento sarebbe di fatto sulle spalle dei cittadini, e non dei responsabili.

La relazione del collegio di esperti nominato dal gestore e quella dell'avvocatura scaricano sull'amministrazione ogni responsabilità, ma le conclusioni sono parziali e fuorvianti.

Dire che il recesso contrattuale è impossibile, è francamente insostenibile. Nel nostro ordinamento la manifesta imperizia, gli arbitri, gli errori, le omissioni di chi è obbligato ad una prestazione (specie nei pubblici servizi), costituiscono di per se causa di risoluzione della convenzione per inadempimento. Peraltro alle carenze contrattuali o regolamentari suppliscono, automaticamente, le norme generali.

Bastano poche righe per evidenziare alcune grosse lacune, in particolare per il sistema di riscossione: le fatture ‘06 contengono gravi errori, e, soprattutto, violano quanto deliberato in Consiglio Comunale. E' aberrante solo pensare che un gestore di un'entrata pubblica scavalchi l'autorità di una delibera dell'Ente titolare del prelievo e proprio socio in affari. Tale iniziativa (ammessa dalla società) è un arbitrio e, comunque, viola i principi cardine del sistema delle entrate sancito dalle disposizioni in materia (TUEL e legge sul Riordino della Finanze Locali). Di fatto la società si è sostituita al titolare dell'entrata ai fini della determinazione della tariffa, violando anche le più elementari norme nei rapporti sociali.

Senza contare incongruenze come: arbitraria applicazione della tassa provinciale; mancata restituzione di 6 milioni di euro maldestramente anticipati dal Comune; contestazioni per circa 3 milioni di euro formulate dal comune nel 2004 e mai chiarite; raccolta differenziata partita con assurdo ritardo (il contratto è del 98); uffici di ricezione e rapporto con il pubblico quasi inaccessibili e comunque inadeguati; assunzione di personale con reiterati contratti precari in spregio della normativa vigente; mancata presentazione di bilanci.

 

Nessuno può pensare che la decisione sull'eventuale rescissione dei rapporti e del contratto possa trovare la sua base nella relazione del 12.11.07, nella quale si dice “si forniscono le precisazioni all'esito dell'esame esclusivamente della relazione del 25.6.07 elaborata dal collegio di esperti su incarico di LatinAmbiente”. Cioé il sindaco non ha fornito il benché minimo documento al suo stesso consulente. Questo basterebbe per valutare la reale volontà del primo cittadino.

In conclusione, pur auspicando la rescissione immediata del contratto e di ogni rapporto con la Latina Ambiente, ciò potrà avvenire solo dopo l'elaborazione di un documento di exit strategy sulla base di un serio, scrupoloso e concreto esame dell'intera situazione, ovviamente affidato ad esperti terzi.

Ma subito bisognerà capire veramente cosa è successo, trovare e punire i colpevoli e, soprattutto, sottrarre a Latina Ambiente il compito di riscossore, sul quale si sono manifestati tutti i veri limiti.

 

                                                                                              (Giuseppe Pannone)