Archivio Giornaliero: Giugno 27, 2006

Energia Nucleare in Italia

L’ENERGIA NUCLEARE IN ITALIA

In Italia sono state costruite complessivamente n. 4 centrali nucleari.

LA CENTRALE DEL GARIGLIANO
In esercizio dal 1963 al 1978. La Sogin ha predisposto il programma di disattivazione, finalizzato al rilascio del sito senza vincoli di natura radiologica entro l’anno 2022.

LA CENTRALE DI LATINA
In esercizio dal 1963. al 1986. La Sogin prevede lo smantellamento di tutte le attività per il rilascio del sito entro il 2024.

LA CENTRALE DI TRINO
In esercizio dal 1964 al 1987. La Sogin prevede la conclusione di tutte le attività per il rilascio entro il 2018.

LA CENTRALE DI CAORSO
In esercizio dal 1981 al 1986. La Sogin prevede la conclusione il rilascio del sito entro il 2020.

Al momento del referendum erano in esercizio tre centrali nucleari mentre quella del Garigliano era già uscita per motivi tecnici dall’esercizio produttivo.
Erano inoltre in costruzione altre due centrali nucleari, una nel Lazio e una in Piemonte

L’attività principale della Sogin riguarda lo smantellamento degli impianti nucleari con lo scopo di giungere alla completa rimozione di ogni vincolo causato dalla presenza di materiali radioattivi in tre fasi:
Fase 1 (2000-2008)
Studio e progettazione delle attività di smantellamento.
Fase 2 (2008-2010)
Progettazione e messa a punto delle metodologie di decontaminazione dei materiali, controllo e rilascio dei materiali.
Fase 3 (2010-2024)
Decontaminazione e smantellamento della parte nucleare degli impianti, demolizione finale e ripristino dei siti.

La quantità dei rifiuti radioattivi generati dallo smantellamento delle quattro centrali nucleari è stimabile in circa 30.000 metri cubi.

Le notizie provengono da una conferenza della SOGIN a cui lo scrivente ha partecipato nel corso del 2005.
Segue il problema del deposito unico Nazionale.

Vincenzo

Un altro semaforo da rivedere

Da: antonio piracci
Data: 06/26/06 13:13:32
A: Il Portale dei quartieri di Latina Nascosa e Nuova Latina
Oggetto: Re: Raccolta firme per semaforo svolta a dx incrocio a Raso Pontina/Q4

…. in tema di semafori….
Era mia intenzione sollevare l’inconveniente del semaforo via del Lido,
angolo via Scarlatti: per capirci
di fronte al Green Garden.
In origine il semaforo permetteva la svolta a destra quasi continua ,
utilissima poiché la via Scarlatti è uno
dei pochi accessi al quartiere e convoglia parecchio traffico.
Poi venne la pista ciclabile e la luce di svolta a destra fu trasformata
in verde per le bici.
Premesso che i ciclisti sono rarissimi come le multe per i cani sciolti,
che poi i ciclisti vanno per cavoli loro senza badare al semaforo,
il semaforo è divenuto fonte di istigazione a svoltare comunque anche
con il rosso!
Anzi, quando un automobilista disciplinato si ferma per rispettare il
semaforo è seguito
da uno sensibile ..alle istigazioni, si prende improperi e
strombazzamenti di quelli che vorrebbero
passare comunque.
Totale, l’attuale sistema:
non protegge i ciclisti,
allunga i tempi al semaforo,
istiga alle infrazioni.
Che ne pensano gli abitanti del quartiere?
Vogliamo richiedere il ripristino della svolta a destra?
o almeno la soppressione del verde per i soli ciclisti?
Va notato che ai semafori seguenti, iniziando da quello di via Nascosa
non mi pare ci siano segnalazioni riservate ai ciclisti.
Cordialmente
Antonio Piracci e Maria Querin

Da : segnalazioni

In riferimento al semaforo di Viale Le Corbusier pubblichiamo la segnalazione di Mirella.
Lo staff

Da: Mirella Narciso
Data: 06/26/06 13:32:31
A: [email protected]
Oggetto: raccolta firme per semaforo lampeggiante

Aderisco alla raccolta di firme per la modifica dell’impianto semaforico posto in prossimità dell’incrocio a raso sulla Pontina, ma mi domando: era veramente così difficoltoso per il Comune espropriare una lingua del terreno che costeggia la strada che va a destra verso tale semaforo?
Si è reso conto lo staff che si occupa di viabilità che sarebbe bastato un piccolo ampliamento di quello svincolo per evitare insopportabili code e comprensibile nervosismo a coloro che in orari particolari vanno verso il centro di Latina? Mi sorprende che dopo tanti “ploff” non siano ancora annegati nel classico bicchiere d’acqua!! Cordiali saluti da Mir

Biciclette Pubbliche … ma da noi?

Stamane ho comprato il giornale da Salvatore, l’edicolante della Q5, e m’ha detto: “hanno messo le bici pubbliche al Morbella, perchè non proponiamo di metterle anche da noi?”.

Fatta pubblica questa proposta sono qui a proporla a tutti voi: [b]Perchè non ne chiediamo l’introduzione anche in Q4, pensavo al piazzale di EPAM2, o in Q5, pensavo al piazzale della chiesa?[/b]

Chi volesse supportare questa idea lo può fare commentando questa notizia-proposta.

Un saluto.

La foto delle bici pubbliche già mostrate da Vincenzo:
[img]http://www.q4q5.it/uploads/photos/328.jpg[/img]

PALLINO

E’ tornata l’Estate e, purtroppo, ritorna la piaga dell’abbandono degli animali sulle strade alla partenza per le vacanze estive… questa è la storia di uno dei tanti.

PALLINO

Mi chiamavo Pallino, ero un cane.
Nella vita si può nascere cani, uomini, gatti… lombrichi.
E’ la vita che decide.
Io sono nato cane e mi hanno messo nome Pallino, in omaggio a uno scrittore russo, giacché il mio padrone era un intellettuale, un uomo per bene, distinto, con una posizione… così quel giorno i miei fratelli hanno sentito un brivido d’invidia.
Stavamo tutti insieme in una cesta, ma forse io ero il più bello, allora scelse me.
La proprietaria del negozio mi tolse dalla cesta e lui mi soppesò tenendomi per la collottola, sospeso sul bancone. Poi mi portò via.
Lo guardai mentre lasciava certi biglietti colorati, erano il mio prezzo, e la vecchia li contava soddisfatta… mi sa che sono stato un buon affare, così mi omaggiò d’un bel collare rosso con campanellino, che quando mi muovevo suonavo e tintinnavo, e continuavo a scuotere le orecchie infastidito.
Era la vigilia di Natale, una di quelle feste che piacciono tanto agli umani e fanno un gran baccano per le strade. Tutta un’agitazione.
Il mio padrone, l’uomo per bene, mi portava sotto braccio, distratto e piuttosto frettoloso… ma, a un certo punto, l’aria fredda della strada rimbalzò sulla mia pancia rosa di cane e mi scombussolò talmente che… insomma, mi vergogno a dirlo, ma feci la pipì sulla sua bella giacca. Forse fu allora che cominciò la nostra inimicizia; l’uomo distinto mi strattonò, mi spenzolò nel vuoto reggendomi per le zampe anteriori, mi rimbrottò aspramente e, ripulitosi alla meglio, dignitoso, mi portò a casa, sballottandomi per il collare come una valigia per il manico.
La casa era bella. Il suo tepore mi ricordò la mamma, la dolcezza del suo seno, il latte caldo e la sua lingua umida sul mio pelo ispido… mi commossi. Non vide l’uomo per bene la lacrima che mi scendeva sotto l’occhio, lui, lo capii più tardi, non vedeva quasi nulla.
A mezzanotte, Natale, conobbi tutta la famiglia.
Il padrone mi tirò fuori da una scatola con nastro, come un coniglio bianco dal cilindro, ed io, felice, scodinzolai ai suoi figli, due piccoli umani con le faccette sveglie che gridavano in coro: “Ecco Pallino! Grazie paparino!”
La padrona, la consorte dell’uomo per bene, non gridava… lei si preoccupava solo del tappeto… e comunque sentenziò che avrei dormito nello sgabuzzino, quella sarebbe stata la mia cuccia.
Però mi piacevano tanto i cuccioli di uomo. Anche io ero un cucciolo e tra cuccioli di tutte le razze ci s’intende bene: mi guardavano ed io li guardavo, mi sorridevano ed io, di rimando, sorridevo loro, alla maniera dei cani, con la coda.
Per un po’ mi sono pure domandato come fosse da cucciolo il mio padrone, l’uomo per bene.
Oggi i suoi piccoli mi mancano tanto, tanto ancora, ma il dolore, quello non va via, e non è stata colpa mia …
Si può nascere cane, uomo, gatto… lombrico.
E’ la vita che decide.
Finire sotto un camion, in autostrada, è stato il mio destino di cane abbandonato sulla strada.
Una mattina che i bambini dormivano, mi prese, lui, il padrone; lui tanto per bene mi disse:
“Andiamo a passeggiare, dai muoviti Pallino!”
ed io quasi ero contento, che sembrava il principio di una tregua.
Sapevo di avere mangiucchiato le ciabatte e fatto la pipì sul bel tappeto e me ne vergognavo, ma promettevo sempre, umiliato, che presto avrei imparato.
“Cosa diremo ai bambini?” chiedeva allarmata la padrona.
Ma lui, distinto, elegante, per bene, rispondeva: “I bambini dimenticano in fretta, basta comprar loro un giocattolo nuovo!”
Così quel camion in autostrada, quando la macchina del mio padrone e signore era lontana, quando non sapevo dove andare e il mio fiuto m’ingannava… quando il senso d’orientamento e la paura fanno la parte dei tiranni, e ti scoppiano nel cuore … quando la testa ti ronza e ti ripeti “adesso torna, lui è un uomo per bene… vedrai che ora torna indietro…” e ti sporgi meglio per vedere, e arrivi zigzagando sulla striscia di mezzeria, e un camion ti suona impazzito, ma quel suono ti rintrona e ti fa peggio, e barcolli, e hai solo il tempo d’infilare la coda tra le zampe… poi ti sfracelli tra le ruote…
Si può nascere cani, uomini, gatti… lombrichi.
E’ la vita che decide.
Io sono nato cane.

Francesca