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  1. MarmaLT ha detto:

    Caro Roccia, l’autore, non anonimo, ma che ha ‘naturalmente’  sottoscritto la nota e che il quotidiano “Latina Oggi” non ha riportato in calce alla stessa, sono io –  noto nel Portale, come MarmaLT   . La lettera non è peregrina ma si inserisce nel contesto delle ‘Discussioni’ apertesi , come  quella legata alla ‘Pubblicazione dei redditi 2005’, ancora come quelle  legate alle lamentele dei cittadini del quartiere sulla scarsa attenzione al ‘Verde pubblico,’ sulla ‘Sciatteria… a regola d’arte’, come quella su ‘I vigili dove sono?”  La causa di queste lagnanze sono legate alla visione che hanno i cittadini dell’Amministrazione della Cosa Pubblica, che è prodotto di atti di decisione della classe politica, ma altresì delle attività ‘esecutive’ dei dipendenti pubblici. Ora affermare, forse con ironia (?),  come possa la gente del q4q5 parlare della ‘Pace nel mondo’ o della ‘Monnezza di Napoli’, e trovare la soluzione a quei problemi, non è altrettanto peregrino… Personalmente non ritengo che la gente del q4q5 sia tanto poco intelligente da poter sviluppare argomenti  così attuali anche se di portata mondiale (la Pace) o nazionale (la Mondezza)… figurasi poi su un problema locale come i ‘fannulloni o nullafacenti che affliggono la gestione della cosa pubblica in questa città (cioè a Latina)’ le cui ripercussioni si percepiscono su quella ‘povera gente del q4q5’ che poco capiscono di cose di tanto elevato profilo?   Forse dovremmo delegare ai politici di discutere queste cose, a noi, ‘povera gente’, l’ascolto della interpretazione che ce ne danno menti scelte dal popolo elettore. Personalmente preferisco farmi un opinione desumendola dall’analisi delle condotte e dal confronto con le opinioni dell’altra ‘povera gente’.

  2. MarmaLT ha detto:

    Stamani mentre attendevo in fila in una sala d’attesa dell’Ospedale Gemelli, il mio turno per una visita di controllo, ho letto, quasi tutto, il Corriere della Sera e per ben 4 (quattro) volte mi sono imbattuto in pezzi che affrontavano l’argomento dei “Nullafacenti” e più precisamente a pag. 2 della Cronaca di Roma una nota del Segr. Gen.le della Federazione DIRPUBBLICA Giancarlo Barra ed  indirizzata al Ministro Brunetta, a pag. 8 una lettera di un frequentatore del giornale Stefano Chiesa, ancora a pag. 37 in  ‘Lettere al Corriere’  Carlo Sappino , un Capo Dipartimento del Ministero dello Sviluppo Economico, infine marginalmente in una inchiesta titolata “Fisco, i dirigenti si promuovono da soli” – sottotitolato – Scatta l’ “autovalutazione” e l’84% si da il ‘bravo’. Tutti modi diversi di affrontare il problema scottante dei “Nullafacenti” … e devo dire che non tutti i giorni, anzi, leggo un quotidiano così a fondo – spesso mi capita di scorrere i titoli principali e andare alla lettura di due o tre articoli – però mi ha meravigliato che in un giornale in un sol giorno per ben quattro volte affronta da ottiche diverse la questione. Quello che mi è venuto subito in evidenza e mi ha fatto riflettere è che se la gente ne parla ne avverte l’esistenza, diversamente non si parlerebbe di qualcosa che non si conosce, anche se poi ognuno da la sua ricetta risolutiva più o meno consistente. Allora mi è venuto di concludere che non ero un marziano  quando, oltre un anno fa, ‘predicavo’ la parola di Ichino e chiedevo che si affrontasse il problema. Sindacalista che parlava dei “Nullafacenti” e ne proponeva il licenziamento… sul quotidiano “ LATINA Oggi” si aprì un dibattito, meglio chiamarla un’aggressione contro la mia persona da parte degli altri sindacalisti. Perché si disse che il problema della Pubblica Amministrazione era “BENALTRO”… vero il benaltrismo è la soluzione di tutti i problemi, senza dare alcuna soluzione… come se quando ci va stretto come un paio di scarpe di un numero in meno a quello del nostro piede, allora sentiamo dolore dicessimo che il problema è benaltro, non che la scarpa è stretta. Vero è che a distanza di un anno, non si è affrontato il problema degli ‘sfaccendati nullafacenti’, ne quei benaltristi non hanno dato la soluzione, l’altra insomma. Recentemente, sperimentandolo sulla mia pelle,  ho capito perché il problema dei ‘Nullafacenti’ al Comune di Latina, non è un problema, ma la soluzione ai loro problemi… “coltivare una massa di nullafacenti”, poi caso mai dire che non fan nulla.Dicevo che è stata un giornata lunga, partito alla ore 06,30 da Latina sono uscito dal Gemelli alle ore 15,00 circa, per iniziare il viaggio di rientro verso Latina. La salute richiede molta attenzione da parte di noi stessi. La compagnia del Corriere della Sera, mi ha aiutato molto a non annoiarmi e due altri articoli mi hanno attratto e un pò amareggiato, di uno avevo appreso la notizia dal telegiornale ier  sera, non ricordo il canale, così ho letto con molta attenzione la notizia… riguardava il Comune di Giugliano titolato “Abusi edilizi impuniti in cambio di soldi e sesso”, così sono finiti 23 (ventitre) vigili, 11 (undici) imprenditori e 5 (cinque) Funzionari dell’U.T.C. (Ufficio Tecnico Comunale) agli arresti brutta storia, vero? L’altra notizia quella della pistola ai vigili di Roma, come vorrebbe il Sindaco Alemanno… forse in quella città hanno già dimenticato il caso del Comandante Tobia. Due notizie, comunque che mi hanno turbato perché le sento non distanti ed non estranee alla mia esperienza.Ma torniamo ai ‘Nullafacenti’ … della lettera di Barra al Ministro Brunetta vorrei riportarvi un passaggio che ho ritenuto interessante… “Infine Sig. Ministro ritengo che non sia molto utile soffermarsi sui ‘fannulloni’, non soltanto perché questi, esattamente come gli ‘evasori fiscali’ sono in ogni categoria – soprattutto in quelle che godono di maggior prestigio -, ma soprattutto perché chi, fino ad oggi li ha evocati, non ha risolto nessun problema – per non dire lo ha aggravato-. Occupiamoci invece dei lavoratori onesti e laboriosi…” Certo, dott. Barra che occorre occuparsi dei più onesti e laboriosi, ma colpendo coloro che umiliano quelli che lavorano con la loro modo sfaccendato e fannullone di lavorare e recuperare i fondi per meglio pagare i più onesti e laboriosi.  A me è parso come se  il dott. Barra vivesse lontanissimo dai luoghi ove si vive il pubblico impiego pur essendo “Segretario generale della Federazione DIRPUBBLICA”… Farebbe bene e leggersi l’articolo a pag. 25 … che parla dei Dirigenti che si promuovono da soli con l’ “autovalutazione tutti bravi al 84%  parrebbe quindi che solo il 6% ( seipercento) sia stato corretto giudice di se stesso… forse ha ragione che ‘come gli evasori fiscali’… sono soprattutto in quelle (categorie) che godono di maggior prestigio”.

  3. Salvatore ha detto:

    Caro Mario,

    quella di "coltivare" una vasta schiera di nullafacenti, e poi tenerli "agganciati" al proprio carrozzone elettorale col velato ricatto morale che se dovessero "disperdere" il voto rischierebbero di perdere i "diritti" acquisiti è una tecnica ampiamante collaudata da più di mezzo secolo con la quale hanno fatto fortuna grandi e piccoli partiti.

    Salvatore 

  4. MarmaLT ha detto:

    Ho ascoltato uno stralcio del discorso della Marcegaglia – Presidente di Confindustria -, anche Lei ha toccato il tema dei 'Fannulloni-Nullafacenti'… ma fosse che alla fine si riesca a fare una ripulita di certa gente? Ma nell'Editoriale – di Magazine- Angelo Panebianco rivolto a Calderoli lo apostrofa 'povero ministro'.. perchè la delegificazione non è possibile se prima non si libera la società da lacci e lacciuoli, prodotti dalla burocrazia della pubblica amministrazione. "Il che significa cambiare la testa a chi ci lavora", missione impossibile, poi occorre una rivoluzione culturale, per cambiare la concezione che la legge deve colpire i potenziali furbi e non valorizzare i talenti, cioè dare la possibilità di mostrare quanto valgono… conclude Panebianco.. Non credo che sia possibile sconfiggere forze così potenti. Ora questa riflessione conclusiva mi lascia perplesso, rappresenta una dichiarazione di resa.. preferisco immaginare che la vittoria, non sia, ma è possibile, se messi all'angolo, fannulloni da una parte e burocrati incancreniti nelel scuole ministeriali, nonchè i ladroni pubblici leggi, solo oggi, sulla stampa due vicende le mazzette per gli appalti delle mense a Genova che ha visto al centro il maneger Giuseppe Profiti – Presidente dell'Ospedale vaticano 'Bambino Gesù' – con intercettazioni ove vengono in rilievi due alti prelati Cardinale Tarcisio Bertone – Segretario di stato – (citato 49 – quarantanove- volte nelle intercettazioni telefoniche) e  Cardinale Angelo Bagnasco (citatao 34 -trentaquattro- volte nelle intercettazione) , nonchè un Magistrato, chiamato coem 'Presidente', l'altra vicenda riguarda le mazzette che avrebbe preso il Vice Presidente, Pasqualino Rossi, dell'AIFA, cioè quell'organismo che noi paghiamo per tutelarci testando la bontà di medicinali… nel primo caso ci sono stati 5 (cinque) arresti, nel secondo 7 (sette)… come direbbe il mio amico?                   Qualcuno ha detto: 'Parlare delle regole è un modo per ignorare la sostanza, come parlare di illegalità diffusa, proprio perchè diffusa è argomento impopolare. Fare sul serio fa perdere consensi"… Noi non abbiamo bisogno di consensi.  

     

    ——————

    "I popoli non dovrebbero aver paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei propri popoli." Thomas Jefferson.

  5. BARRAGIANC ha detto:

    Caro MarmaLT,

    ho appreso con molta soddisfazione che ha letto la mia lettera aperta al ministro Brunetta, pubblicata sulla cronaca romana del CORRIERE DELLA SERA di mercoledì 21 maggio 2008, a pagina 2. Si è anche soffermato su un punto di tale missiva, quello in cui sostengo che invece di parlare dei “fannulloni” sarebbe meglio pensare ai laboriosi che sono quelli che poi (come lo stesso Brunetta ha riconosciuto in un passaggio delle sue diverse esposizioni) hanno consentito alla P.A. di continuare ad esistere. Ho notato che non è rimasto molto soddisfatto di questa mia argomentazione: “è giusto”..Lei sostiene ..“ma per premiare gli onesti bisogna colpire i disonesti”. Io penso il contrario, sa? E per una serie di ragioni. Prima di tutto partiamo da un concetto che non mi sembra sia mai stato chiarito: la prima vittima di un “fannullone” (o quanto altro ci possa essere di peggiore) è il cittadino italiano che lavora nel suo stesso ufficio! Ebbene, la contrattazione privatistica del lavoro pubblico non è stata in grado, dal 1991 ad oggi, di garantire nulla a questo cittadino lavoratore pubblico. Tenga conto che un cittadino italiano che lavora nei pubblici uffici non ha più diritto ad una carriera, dal 1991 ad oggi, da quando, cioè, è stata ideata la cosiddetta “privatizzazione del pubblico impiego”. Non esiste una carriera per nessuno, sia esso impiegato, sia esso dirigente; esistono altre cose: avanzamenti di massa scoordinati e saltuari; concorsi truffa (spesso interminabili, spesso illegittimi); trattative private con le varie amministrazioni; “gomitate”; ecc..ecc… Tutto questo non fa altro che creare senso di sfiducia, demoralizzazione, divisioni, conflitti e …”fannulloni”. Ecco perché sostengo che sarebbe più impegnativo cambiare le regole e garantire a chi lavora con dedizione e onestà una moralmente giusta aspettativa di progresso giuridico ed economico. Mi creda, non esiste peggiore punizione per un “fannullone” veder procedere un suo collega onesto e laborioso. Un sistema sano rende impossibile l’esistenza dei “fannulloni” e questo che abbiamo non è un sistema sano.  Lei mi dice “… leggi l’articolo sui dirigenti che si autovalutano..”, ma questa bella regola sull’autovalutazione (che sa tanto di vecchia Cina) da dove pensa che discenda? Lei ritiene forse che i dirigenti, in quanto tali, se la siano costruita o non è vero, come è vero, che ciò è un prodotto della privatizzazione del rapporto di lavoro del dirigente pubblico? Lei lo sa che il sistema attuale non è in grado di confezionare uno strumento imparziale e terzo di valutazione dell’attività dei dirigenti pubblici? Ed ecco allora che sindacati firmatari di contratti privatistici (tale non è la DIRPUBBLICA) e vertici politici e amministrativi si sono inventati l’autovalutazione. Ma, allora, non dobbiamo sbagliare nemico; la colpa non è di chi si autovaluta  ma di chi ha inventato questa assurda amenità e non s’impegna per cambiare le regole. C’è un altro aspetto di cui si deve tener conto; in Italia, in questo momento, si parla d’immondizia, d’immigrati e di “fannulloni”, ma nessuno affronta seriamente il problema del disordine della politica e dell’economia in cui versa il Paese.

    Spero di averLa rassicurata sul fatto che io non vivo in un altro pianeta ma tutti i giorni nella P.A. dove, da ragazzo, mi sono diretto per vocazione.

    Grazie, per l’occasione che mi ha dato di parlare di questi argomenti.

    Giancarlo Barra, Segretario Generale della Federazione DIRPUBBLICA/CONFEDIR.

  6. MarmaLT ha detto:

    Egregio Dottor Barra, non v'è divergenza fra la sua visione e la mia, ma ho sempre ritenuto le 'autovalutazioni' uno strumento che fa un pò sorridere, fatta salva "l'onesta intellettuale" di quella piccola percentuale di Dirigenti. In merito ai 'fannulloni' ritengo che siano la parte parassitaria della P.A. (anche se non solo loro), cioè quelli che suggono la linfa positiva, e purtroppo demotivata, degli impiegati pubblico operosi creando un danno di immagine, ma soprattutto di disservizio ai cittadini. Ma v'è una categoria di cui occorrerebbe un'analisi molto attenta che sono "i fannullizzati", quelli che sono artatamente messi in condizione di non lavorare e poi 'aggrediti' a più sospinto, sino a divenire "mobbizzati". Forse Il Ministro Brunetta ha compreso alla fine che la responsabilità dei Dirigenti è nell'aver tollerato a lungo i 'fannulloni', è nel principio tutto italiano 'fai quel che vuoi ma non disturbarmi o crearmi problemi perche tengo famiglia'.

    Vero è che disordine della classe politica e dell'economia sono certo problemi seri in cui versa questo Paese, ma come dice il Prof. Ichino, nel suo libro 'I Fannulloni', non scivoliamo nel 'benaltruismo', il problema esiste risolviamo anche questa piaga del fannullismo, senza paure… anche gli altri problemi esistono, certo, ma non facciamocene scudo.

    Cordialmente la saluto, MarmaLT

    P.S. Come ex sindacalista (RSU Comune di Latina) ho lottato perchè si colpissero i fannulloni che ho computato a circa il 10% in quell'Ente… Il risultato? Loro lavorano – si fa per dire-, io ho lasciato il sindacato, mi passi, 'schifato' per l'inciucismo e la connivenza… perchè loro ritengono che il problema sia 'ben altro', ma mai hanno spiegato quali difronte ai 'fannulloni' quale altro sia il problema.

     

  7. enzo1950 ha detto:

    Scusate se intervengo a proposito dei “fannulloni” nella pubblica amministrazione.

    Premetto che sono stato un lavoratore privato per trentasei anni. Quelli del detto “ se non lavori non magni ”, ”se fai un danno tu lo paghi”, “se fai tardi più di tre volte per oltre 5 minuti sei licenziato”.

    A me pare che certi giudizi da parte di persone cointeressate e che fanno parte della stessa categoria, siano sempre e comunque di difesa ad oltranza per questi “lavoratori” e complessivamente per tutta la categoria. Intervenire per ripetere che forse si c’è una persona volenterosa che lavora, all’interno della quasi totalità dei “fannulloni” mi sembra molto riduttivo e poco significativo della rappresentazione del mondo del lavoro pubblico.   

    I lavoratori pubblici sono rimasti gli ultimi a beneficiare dello “Statuto del Lavoratore” come tale e/o del contratto collettivo nazionale di lavoro pubblico applicato, che in gergo è definito di “garanzie, garanzie, garanzie per “il lavoratore”. Per ironia della sorte dopo che i lavoratori privati avevano migliorato di molto certe condizioni di lavoro, conquiste raggiunte a seguito di lotte, scioperi  e sangue. Quando si lottava, utilizzando l’arma dello sciopero, per ottenere più diritti: con uno, due o tre giorni di astensione dal lavoro, significava poi che alla fine del mese ti trovavi la trattenuta dalla busta paga dei giorni di sciopero e per molti lavoratori sposati e con figli, voleva dire “stringersi di più la cinghia” per sopravvivere.

    Ecco Voi oggi state beneficiando, esagerando nell’ applicare nel peggiore dei modi, queste condizioni di “lavoro” troppo permissive e, senza aver contribuito fisicamente ed economicamente alla sua conquista.

    Vincenzo Borrelli   

  8. BARRAGIANC ha detto:

    Caro sig. Vincenzo Borrelli,

    ho letto la Sua nota e francamente non comprendo sulla base di quale "statistica" Lei abbia raggiunto il convincimento che nella P.A. ci sia un volenteroso fra tanti fannulloni (come nella pubblicità dell'acqua minerale, dove una particella di sodio sta da sola in tutta la bottiglia). Non comprendo neppure perché consideri il pubblico impiegato come un lavoratore tra virgolette. Le posso assicurare che non è così, nella stragrande maggioranza degli uffici il lavoro viene svolto, gli orari si rispettano e i danni si pagano (esiste ancora la Corte dei Conti, sebbene cattive leggi ne abbiano limitato l’azione). Le mele marce ci sono, sono un buon numero, ma non sono affatto la maggioranza altrimenti la P.A sarebbe già morta e con essa lo Stato. È chiaro che un ladro fa notizia ma cento onesti nessuno li vede; è vero il detto “…fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. Deve convenire con me, però, che in quei casi la prima vittima non è il cittadino comune e/o il cittadino utente, bensì il cittadino che lavora a fianco a chi prende una strada sbagliata. Nessuno toglie valore a chi ha portato la civiltà nel mondo del lavoro a suon di rinunce e sacrifici, che sono sicuramente ascrivibili in maggior misura ai lavoratori delle imprese, ma il contratto non è una conquista per il lavoratore pubblico e per una semplice ragione perché questo ultimo non vive nel mercato e non subisce le sue regole. Il lavoratore pubblico deve essere governato dalla legge, esattamente come stabilisce la Costituzione. È un dato di fatto, non possiamo cambiarlo, se lo facciamo creiamo delle mostruosità molto pericolose. Anche il ruolo del Sindacato è profondamente diverso nel mondo pubblico; nel privato l’imprenditore contratta con il Sindacato che è in grado (a prescindere dal numero degli iscritti) a portare in piazza tutte le maestranze. Esiste, quindi, un immediato controllo della Base sul Sindacato determinato dal grado di rispondenza di questa alle iniziative del Sindacato stesso. Così non è nel mondo pubblico ove il sistema di relazioni sindacali è predeterminato con normativa contrattuale e la Base non ha alcuna possibilità immediata di intervento. In conseguenza di ciò il Sindacato (suo malgrado) si è snaturato, è diventato “socio” del datore di lavoro pubblico e non fa più gli interessi dei lavoratori (veda il malumore che esiste nelle Agenzie Fiscali). Cercherò di spiegarmi meglio, il “datore di lavoro” (ma è un’astrazione chiamarlo così) NON contratta con chi è capace di formare un corteo (che è considerato quasi un delitto, dagli stessi Sindacati) ma con chi ha un certo quorum di tessere in epoche precedenti al periodo di contrattazione. Può verificarsi, quindi, il seguente paradosso: oggi viene chiamato a contrattare chi non ha neppure un iscritto ma era “rappresentativo” nel triennio precedente in cui è stata fatta la conta (e questo nell’epoca dell’informatica, durante la quale con un clic è possibile avere la situazione istantanea). Ma non basta: i Sindacati che sottoscrivono un contratto (e solo loro) hanno dei premi, dei benefici concreti a spese dello Stato, i famosi permessi e distacchi, oltre la possibilità di informare i Colleghi, organizzare Assemblee, installare le bacheche sindacali. Queste prerogative, che sono sempre contenute nei primi articoli di ogni contratto, non solo ne difetta chi non è “rappresentativo”, ma le perde anche chi, sebbene “rappresentativo”, non firma il contratto. Si rende conto, ora, quale è la situazione o debbo approfondire l’argomento? Si può gestire in questo modo, secondo Lei, 3.5000.000 di cittadini cui è affidato il compito di mandare avanti lo Stato? Comprende, ora, quale è la genitrice dei fannulloni? A questo punto dovrei anche dirle che tutto questo è in aperto conflitto non solo con lo Statuto dei Lavoratori, che vieta all’imprenditore di foraggiare i Sindacati ma soprattutto con la Costituzione che prevede (sia per i privati, sia per i pubblici) un sistema completamente diverso. Ne parleremo, se vorrà. Spero, però, di aver chiarito il motivo per il quale, nel mondo pubblico, la contrattazione non solo non è una conquista ma è un sistema di assoggettamento del lavoratore. Spero, anche, di essermi spiegato perché chiedo di tornare alla Costituzione che prevede la legge, e non il contratto, come sommo regolatore del lavoro pubblico; è, infatti, molto più facile difendersi da una cattiva legge piuttosto che da un cattivo contratto.

    Con tanta cordialità.

    Giancarlo Barra, segretario generale della federazione DIRPUBBLICA/CONFEDIR.

  9. renatosd ha detto:

    Il voler forzatamente e semplicisticamente portare avanti l'esasperazione  tra il dipendente pubblico e il privato cela tutta l'incapacità di una classe politica  di interpretare la complessità del mondo del lavoro, delle problematiche e delle esigenze. Chi propugna questo dualismo ora da una parte ora dall'altra (e nessuno è esente da colpe) non apporta nessun miglioramento ne a livello legislativo ne a livello sociale, scaricando la tensione e lasciando che la diatriba si risolva sul campo delle tensioni sociali tra questa o quell'altra categoria (sempre più spesso catalogate fittiziamente) senza che se ne individuino le ragioni e le soluzioni.

    E' una sorta di intollerabile scaricabarile … un ministro che scarica tutti i mali contemporanei sul pubblico impiego fa un pessimo servizio e soprattutto mente e farebbe bene a guardarsi in casa sua.

    renato malinconico