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Il nucleare torna a minaciare Latina

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  1. stefano ha detto:

    Di uranio non c'è né in centrale da oltre undecennio. Gli impianti convenzionali, turbine condotti cavetterie ecc. sono stati smontati e venduti come rottami.
    Restano soltanto le parti contaminate che sono rimaste lì a causa dei mancati permessi a procedere dagli organi competenti, in primis il governo, e dalla mancata costruzione del deposito temporaneo di scorie che è funzionale allo smantellamento, soprattutto per ostruzione della giunta comunale.
    I rischi per la popolazione sono del tutto inesistenti. Le parti contaminate sono confinate nel sito e accassibili solo al personale addetto. L'irraggiamento è significativo solo a stretto contatto con esse. Un po' come i rifiuti ospedalieri pordotti dalle radioterapie.
    Sogin sta provvedendo anche alla demolizione di alcune parti di edifici civili come la sala turbine. Perciò di riattivare la centrale, come qualcuno ha paventato, è qualcosa di improponobile e assurdo.
    La costruzione ex novo di un'altra centrale sicuramente è conveniente rispetto alla riattivazione, ma prima si deve smantellare il sito vecchio, e i tempi non sono certo brevi. Se tutto va bene e i permessi arrivassero domani mattina, ci vorrebbero circa venti anni per rendere il sito "convenzionale" e adatto ad altri usi, compreso quello nucleare.
    Di centrali di soli 210 Mwatt di potenza come quella vecchia non le costrurebbe nessuno. La bassa potenza le renderebbe antieconomiche. Il taglio giusto sarebbe alcune migliaia di Mwatt. E non credo che anche utilizzando il Cirene ci sarebbe spazio a sufficenza. E poi oramai tutto intorno è pieno di insediamenti abitativi che rendono difficile la valutazione di impatto ambientale.

    Però c'è da considerare che "le vie del signore sono infinite"……

    Poi pensare di sostituire centrali di potenza con energia solare è pura utopia. Con il solare e l'eolico si può solo integrare il fabbisogno per ottimizzare la produzione, e sperare che le condizioni meteo siano ottimali. Altrimenti avremo energia solo quando c'è il sole o il vento.

    Le fonti rinnovabili rappresentano meno dell'8% della produzione nazionale. Ottimizzando tutto e investendo anche in perdita, si potrebbe arrivare, ottimisicamente al 20%. Considerando anche l'idroeletrico potremo arrivare al 40%. Manca sempre un buon 60% con la domanda sempre in crescita.

    Perciò se vogliamo la "ciccia", o ce la facciamo con i combustibili fossili, petrolio, carbone e gas, oppure la via obbligata è il nucleare.

    Le prese di posizione di Legambiente, come quella recente a Borgo Sabotino, per manifestare su un sito in smantellamento non si comprendono proprio, soprattutto per il fatto che il rischio maggiore nell'agro Pontino è rappresentato dalle numerose aziende chimiche e farmaceutiche. E questo i vertici degli ambientalisti lo sanno bene… Ma non si è visto mai nessuno manifestare davati una fabbrica di queste. Chissà perchè?
    Sembra come se volessimo fare, di volta in volta, il favore ai petrolieri, alle aziende minerarie, ai proprietari dei giacimenti di Gas…..

     Saluti

    Stefano (ecologista per passione e necessità) 

  2. il_vice ha detto:

    Condivido pienamente l'analisi di Stefano. Vorrei anche io sottolineare che la pericolosità generata dagli stabilimenti chimici è di gran lunga superiore a quella nucleare in quanto nel primo caso i controlli e le misure di sicurezza sono davvero insignificanti se paragonati al secondo.

    E' ora di finirla con questo ostracismo nei confronti del nucleare; è un partito preso che ha radici che risalgono alla guerra fredda in quanto si sa bene che gli scarti delle centrali venivano usati per la costruzione di armi non convenzionali (con questo intendo non solo i missili balistici). E' lo stesso motivo che spinge gli americani ad osteggiare l'Iran nella sua corsa al nucleare (solo che in questo caso è a ragion veduta).

  3. maui ha detto:

      

        “Latina Sostenibile”

                                                   __________ Associazione di promozione Sociale__________ 

    Nucleare o nuove frontiere per l’energia?

     Con il nuovo governo si torna a parlare di nucleare,dopo il referendum del 1987 che portò alla chiusura dell’esperienza di produzione energetica dal Nucleare, l’argomento ritorna d’attualità visto che il problema energetico Nazionale diventa sempre più pressante. I costi del petrolio e la crescente domanda di energia, più 30% nei prossimi 10 anni, rischiano di far commettere al nuovo Governo errori di valutazione. Attualmente sono in esercizio circa 440 centrali in 31 paesi del Mondo, che contribuiscono solo al 16% del fabbisogno energetico mondiale e per ora l’unico paese comunitario impegnato nella realizzazione di un nuovo impianto è la Finlandia che dopo continui rimandi ed aumenti dei costi in corso d’opera ultimerà l’impianto nel 2009 dopo un iter durato 13 anni. Delle 440 centrali nessuna è di quarta generazione, ovvero di quelle che non producono scorie, e molte  sono prossime  a concludere il proprio ciclo di vita. I tempi di realizzazione di una nuova filiere italiana del nucleare sono lunghissimi a confronto con le potenzialità di sviluppo di tecnologie alternativa. Il dibattito sul nucleare va affrontato in maniera razionale, analizzando tutte le implicazioni connesse con il rilancio di questa filiera tecnologica. Non ultima la questione delle scorie, che ad oggi  nessun paese, Italia compresa, ha affrontato in maniera definitiva.
    Se consideriamo l’incremento annuale di potenza degli impianti eolici, solari e nucleari, constatiamo come negli ultimi anni la potenza nucleare si sia sostanzialmente stabilizzata, mentre le rinnovabili presentano tassi di crescita elevatissimi.
    L'anno scorso sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 1,9 mila megawatt di energia prodotta dall'atomo. Proiettando la questione sul nostro territorio è impensabile la riapertura dei nostri siti, quello di B.go Sabotino e quello del Garigliano che dopo 20 anni di fermo e conseguente decadimento strutturale devono solamente essere smantellate. A questo non viene in soccorso il Decreto emanato dal Governo Prodi agonizzante che ha esteso il segreto di Stato a tutti i nuovi impianti  per la produzione di energia, centrali nucleari e depositi, rigassificatori, inceneritori etc,etc,….  Eliminando di fatto la trasparenza da più parti invocata , anche dalle Direttive Comunitarie  del Parlamento Europeo. Nonostante questo si confida nell’attuazione del titolo V della nostra Costituzione che vede le scelte strategiche che andranno fatte sul territorio, di pertinenza dalle Amministrazioni Locali.   1       Quindi in virtù di quanto affermato sia data ai Sindaci, Presidenti, Giunte e Consigli l’ultima parola in merito alle istallazioni di produzione energetica  che un territorio debba ospitare. Al Governo centrale il compito di tracciare sin da subito una politica nel rendere efficiente i consumi finali di energia partendo dal mondo delle costruzioni che insieme ai trasporti, mobilità e all’illuminazione pubblica  incidono per il 30% del fabbisogno energetico Nazionale. Resi efficienti questi la richiesta energetica può essere integrata dalle rinnovabili: fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse, cogenerazione e con attenzione anche dai rifiuti, senza necessità di  centrali nucleari. Sviluppando questo concetto avremo coperto i 15/20 anni che necessitano ancora per la nascita del nucleare di quarta generazione… Dobbiamo pensare al sistema energetico Italiano  come ad una pentola bucata piena d’acqua: è ora che la smettiamo di aggiungere nuova acqua… Ed iniziamo a tappare qualche falla. 

     Il Presidente  Maurizio Patarini                 2

    LatinaSostenibile Ass.ne Via P.Nervi 134       04100 Latina         C.F. 91097830599      cell 3358128999Indirizzo e-mail [email protected]

  4. luigigallo ha detto:

    Certo le considerazioni che si possono fare sul nucleare sono molte.

    Concordo con le considerazioni scritte da Stefano, ma voglio aggiungerne altre su cui ragionare.

    Partiamo dai dati oggettivi:

    La costruzione di una nuova centrale ha tampi molto lunghi 15-20 anni.

    I costi di realizzazione; Il costo dell’EPR da 1600 MWe (il reattore europeo di III Generazione fornito dalla franco-tedesca Areva) è di 3 miliardi di euro.

    Il ciclo vitale di una centrale nucleare è di soli 50 anni circa.

    L’inquinamento prodotto da una centrale nucleare deriva principalmente dalla gestione dei rifiuti radioattivi. L’emissione di radioattività nell’ambiente circostante durante il normale funzionamento di un impianto nucleare è irrilevante, in quanto inferiore al fondo naturale e non esistono emissioni di altra natura.
    Per dare la dimensione del problema dei rifiuti radioattivi, ogni anno vengono prodotti circa 40.000 m3 di rifiuti radioattivi (90 cm3 per persona) nell’Unione Europea a 25, dove l’energia nucleare contribuisce per circa il 33% del fabbisogno complessivo di energia elettrica. La maggior parte di questi (circa 36.000 m3 per anno) sono rifiuti a bassa e media attività, la cui radioattività decade a valori trascurabili nel giro di qualche secolo. La quantità rimanente (circa 4.000 m3 per anno) è rappresentata da rifiuti ad alta attività e lunga vita, la cui radioattività impiega da migliaia a centinaia di migliaia di anni per decadere a valori trascurabili. Per l'isolamento di questi rifiuti in un lasso di tempo così ampio è necessario ricorrere a barriere naturali, come le formazioni geologiche ad elevata profondità (600-800 metri e oltre), che devono presentare adeguate caratteristiche di stabilità e impermeabilità, in grado di assicurare l'isolamento del rifiuto dalla biosfera per periodi paragonabili all'età del giacimento, solitamente milioni di anni.

    QUESTI SONO I DATI OGGETTIVI DA CUI SECONDO ME PARTIRE PER ALCUNE RIFLESSIONI.

    L'attuale situazione economico-energetica è tale che l'economia italiana ha bisogno oggi di risorse energetiche che aiutino la ripresa economica del paese.

    Pur essendo favorevoli alla realizzazione di centrali nuove, 20 anni sono troppi, soprattutto in questo periodo abbiamo bisogno subito di nuove energie.

    3  MILIARDI DI EURO a centrale per almeno 5 centrali, danno una somma di 15 MILIARDI DI EURO.

    SE il Governo decidesse di fare una programmazione economica che prevede l'obbligo per tutte le nuove costruzioni di essere realizzate nell'ottica del risparmio energetico se non addirittura con l'autonomia energetica, destinando nel tempo anche solo 1/3 di queste risosrse per incentivare e agevolare questo indirizzo, i risultati arriverebbero nel giro di 3-4 anni.

    Un impianto fotovoltaico da primato per esempio e' in costruzione in Sardegna. L'impianto, che occupa una superfice di oltre 2500 mq. ha una potenza di 380 kilowatt e sara' capace di produrre 450.000 kilowattora all'anno che – si legge in una nota di Confindustria – copriranno totalmente le esigenze di consumo dell'azienda proprietaria, la DF Marmi di Gino Dessena, nel distretto del Marmo di Orosei. L'impianto ha un costo di 2 milioni di Euro e verrà realizzato in 6 mesi.

    Con questo tipo di politica non si incorrerebbe poi in quello che è il problema principale del nucleare, cioe LE SCORIE. Per 50-60 anni di attività si producono scorie che per essere inermi devono essere trattate per oltre 200 anni.

    Se poi proprio si vuole andare avanti con l'idea delle centrali, allora cominciamo a parlare già oggi delle compensaioni che riguardano il nostro territorio.

    La realizzazione di una nuova centrale a Latina infatti fà saltare il distretto alimentare e tutti i progetti di turimo che il sindaco aveva ijn mente con il progetto del porto. Bisognerà quindi diversificare l'indirizzo economico del nostro territorio.

    A mio avviso visto lo stato pietoso in cui versa il nostro mare a causa dei depuratori che VOLUTAMENTE non vengono sistemati, bisogna puntare su un turismo di tipo diverso.

    Mettiamo sul piatto della bilancia la realizzazione di nuovi depuratori che messi a regime nel giro di un paio di anni ridanno trasparenza alle nostre acque e poi attiriamo i turisti con la realizzazione di due parchi giochi modello MIRABILANDIA E ACQUAFAN capaci di richiamare gente da tutta  Europa.

    Già queste due mosse porteranno a Latina turismo e soldi che metteranno in moto un sitema economico ormai stagnante.

    Da qui poi sicuramente deve essere rifatto tutto il lungomare.

    Questo per il turismo, poi ci sarebbe da discutere sull'agricoltura con incentivi e corsie preferenziali per i nostri prodotti.

    Queste sono solo alcune considerazioni.

    un Saluto

    LUIGI GALLO

  5. stefano ha detto:

    roccia ha scritto:


    Solo una piccola aggiunta nel passato ci sono state varie ricerche effettuate sulla vegetazione e sulla popolazione nei dintorni della centrale del Garigliano (da prima della chiusura a 5 anni dopo) effettuate dal wwf e da altri organi ufficiali, ancora la ricordo con seria preoccupazione.

     Ricordo che in quei terreni negli ultimi trent'anni è stato scaricato di tutto. Compresi rifiuti industriali chimici e pericolosi.
    Di sicuro non era certo materiale che poteva andare in discarica. Incolpare la centrale del Garigliano mi sembra un po' azzardato.
    Accetterei se si parlasse di inquinamento radiattivo delle acque. Infatti sono stati rilevati dei livelli un pochino più alti di radiazione nelle acque del golfo di Gaeta. Nei pressi della base base NATO, dove attraccavano sommergibili americani a propulsione nucleare….

    Saluti 

  6. davide ha detto:

    Meglio una nuova centrale nucleare, che un porto che non sarà mai realizzato. La regione Lazio ha messo nuovi vincoli con il Piano Paesistico, per cui niente più porto. Vi siete mai chiesto perchè? Forse qualcuno della Roma governativa ha fatto pressioni, per evitare la costruzione di un porto che poteva mettere in discussione la realizzazione di una nuova centrale?

    Cmq sia credo che lo spazio ci sia per fare un'altra centrale. Inoltre la maggior parte delle lottizzazioni lì attorno sono abusive, e credo che siano state fatte entro la fascia di rispetto della centrale nucleare. Dunque nessuno può lamentarsi se ha fatto una lottizzazione al confine con la recinzione della centrale.

    Per giunta gran parte dei proprietari sono di Roma e dei Castelli Romani, per cui definirli abitanti mi sembra improprio, visto che sono seconde case.

    ARKAN