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Di chi è la colpa ?

Non è la prima volta che sulla stampa viene pubblicato del materiale poco attendibile, ma in questo caso
il fatto che fossero dati forniti dal Comune, non poteva lasciare spazio a nessun sospetto.

Credo che come Giliberti, anche gli altri (addirittura il sindaco) dovrebbero risalire alla fonte della notizia,
cioè a chi ha rilasciato le errate o incomplete informazioni, in modo che il cittadino abbia il diritto
di essere informato correttamente e alle persone citate non venga recato nessun tipo di danno.

Per chiarezza

Bruno


Ecco la lettera dove Diego Giliberti spiega l'errore informativo.

Lettera al Direttore.
Egregio Direttore,
le scrivo in relazione all’articolo comparso sul n. 121 de “il Caffè” (3-16/05/07) a pag. 22 a firma di Francesco Buda e Serena Marchionni, intitolato “I fantasmi del Consiglio comunale”.
Sono certo che l’intento dei giornalisti fosse quello di informare i Cittadini sul comportamento dei loro rappresentanti, dando elementi aggiuntivi di valutazione in occasione delle prossime elezioni. Di fatto però i contenuti esposti hanno un carattere scandalistico e, soprattutto, non corrispondente alla realtà; in tal modo credo che, oltre a gettare ombre spesso immotivate sulla correttezza di molti Consiglieri, si dia una immagine ingiustamente distorta della intera Istituzione comunale e si contribuisca ad una mentalità qualunquista.
Devo rilevare che alcune informazioni date non sono corrette e sono particolarmente lesive della nostra immagine e della nostra reputazione.
Mi riferisco alla affermazione, evidenziata nel sottotitolo, che i Consiglieri comunali prenderebbero comunque un appannaggio di 1.200€ netti al mese, “a prescindere dalla loro presenza”; ciò è assolutamente falso.
I Consiglieri comunali hanno diritto ad una indennità di funzione (pagamento forfettario, calcolato su base annua ed effettuato mensilmente) o alla corresponsione di un gettone per ogni presenza; al singolo la scelta sulla modalità di pagamento da parte dell’Ente.
Per avere diritto alla indennità pari ai 1.200€ riferiti, i Consiglieri hanno l’obbligo di raggiungere almeno 130 presenze in un anno e tali presenze comprendono oltre le sedute di Consiglio anche quelle delle Commissioni: al di sotto di tale numero viene detratto al consigliere l’ammontare di un gettone per ogni assenza.
E’ forse anche pleonastico ricordare che quanto corrisposto è sì netto, ma, per chi abbia altro reddito da lavoro o pensione, è soggetto ad ulteriore detrazione fiscale. Infine alcuni di noi devolvono una percentuale dei propri emolumenti al Partito di appartenenza.
Tutto questo va detto, per una informazione che voglia essere completa e corretta, per evitare che al giudizio di “fantasma” si associ quello ancor più grave di approfittatore del pubblico denaro (non esplicitato ma chiaramente alluso nel vostro articolo).
In merito poi alla valutazione delle assenze vorrei fare altre precisazioni.
La prima di carattere generale: come da voi specificato nel box “sulla nota metodologica” utilizzata per l’articolo, le nostre presenze sono state contate sugli appelli delle prime votazioni di ciascuna seduta; questo metodo non è adeguato a descrivere la reale situazione. Esso infatti, e mi pare lo diciate esplicitamente, serve a rimarcare la assenza ad alcune operazioni di voto, piuttosto che la reale partecipazione alle sedute di Consiglio e non tiene conto, d’altra parte,  che spesso ci si astiene volutamente da alcune votazioni, pur essendo presenti in aula. Il metodo dunque non fotografa la realtà di sedute che si svolgono per ore e durante le quali è importante la  partecipazione al dibattito prima ancora che la espressione di voto su singoli argomenti; con il metodo utilizzato, paradossalmente, un Consigliere entrato all’ultimo minuto prima del voto, risulterebbe presente ed invece assente un altro che si fosse allontanato solo in quel momento.
In realtà la presenza alle sedute di Consiglio e di Commissione è certificata dal Segretario verbalizzante e dalla firma dei Consiglieri su appositi registri, ed è su quelle presenze che vengono corrisposti i gettoni  o la indennità di funzione.
Nessun metodo è perfetto; ma se si intendono fornire ai Cittadini elementi di valutazione, siete tenuti a dare una visione  realistica e  più corretta della attività dei Consiglieri, introducendo altri elementi:
–        le presenze reali, quelle certificate con la firma sul registro e valide ai fini del calcolo della indennità;
–        il numero di interventi in aula, che spesso comportano anche ore di lavoro preparatorio per studiare la materia e farne oggetto di relazione in Aula;
–        le presenze ai lavori delle Commissioni che costituiscono l’asse portante della attività del Consiglio e che, per ciascuno di noi, corrispondono a un impegno di tre o quattro riunioni a settimana;
In sintesi riportare il numero di presenze complessive, valido ai fini della corresponsione degli emolumenti, sarebbe un parametro più veritiero, farebbe di molto cambiare la vostra graduatoria e, di conseguenza, le considerazioni critiche che i Cittadini potranno esprimere in base alla vostra inchiesta.
La seconda attiene la mia persona. Ritengo di aver svolto in questi anni con sufficiente regolarità la mia attività sia in Consiglio che nelle Commissioni.
A sostegno di questa affermazione le riporto le mie presenze complessive (Consiglio e Commissioni) così come accorpate nei registri dell’ Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale.
Periodo gennaio-giugno 2004: 118; luglio04-giugno05: 121; luglio05-giugno06: 118; luglio06-aprile07: 95, per un totale di 452 (con una media superiore alle 130 presenze per anno).
Devo altresì riconoscere che per la necessità di adeguare orari di lavoro e convocazioni la mia presenza è stata caratterizzata a volte da arrivi in ritardo; ciò nonostante le mie assenze sono ben lontane da quelle da voi pubblicate.
In particolare voglio che sia smentito un atteggiamento assenteista in merito al mio ruolo di Capogruppo: ho ricoperto questo incarico dal febbraio 2006; da allora si sono svolte 22 sedute di Consiglio: sono stato assente una sola volta, il 18.09.06.
In merito alla diversa agibilità della rappresentanza politica per quanti svolgono un lavoro autonomo non le nascondo anche il disappunto per aver visto respinte in questi anni, le richieste, non solo mie, di convocare il Consiglio in giorni ed orari più compatibili con il lavoro di tutti e, soprattutto con la partecipazione dei Cittadini: il sabato mattina o gli orari del tardo pomeriggio-sera, così come in moltissimi altri Comuni.
Le chiedo di aiutare i Cittadini a conoscere meglio la realtà istituzionale, entrando anche nel merito delle questioni; piacerebbe che i mezzi di comunicazione avessero un maggiore presenza nelle nostre aule e riferissero le notizie con più aderenza ai dibattiti ed alla attività tutta, in base ad una conoscenza più approfondita e diretta di tutta la vita istituzionale delle nostre amministrazioni.
Chiudo ricordando che a tal fine i D.S. hanno presentato nella Commissione Trasparenza la proposta di trasmissione radiofonica delle sedute di Consiglio; la proposta è caduta. La riproporremo convinti che l’informazione contribuisca a far crescere la democrazia.
Le chiedo di pubblicare questa lettera, a correzione dei dati forniti, che ritengo lesivi della mia reputazione con grave danno della mia immagine di Amministratore.  Un saluto
Latina, 07.05.07        Diego Giliberti
        Capogruppo dei D.S. nel Consiglio comunale di Latina

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