Archivio Giornaliero: Gennaio 5, 2006

Occhio al bidone dei rifiuti: dentro c’è di tutto!

[b][size=medium][color=FF0000][font=Verdana]Inviato da Alex (che ringraziamo di cuore)[/font][/color][/size][/b]
E’ possibile diventare consumatori ecologici, rispettosi dell’ambiente che ci circonda, capaci di migliorare la qualità della vita delle generazioni presenti e di quelle future, senza peraltro dover modificare il nostro tenore di vita? Certo i nostri quartieri avrebbero bisogno di un pochino di attenzione in questo senso visto il gran numero di abitanti in essi residenti.

Quando nel 1997 venne emanato il Decreto n.22 – conosciuto come “Decreto Ronchi” – che dettava le nuove regole per la gestione dei rifiuti, la portata dei cambiamenti introdotti non fu percepita da tutti in modo chiaro. Questo decreto, infatti, non affronta la tematica in termini di modifiche della terminologia o delle procedure per la raccolta o lo smaltimento dei rifiuti, ma si propone l’obiettivo di cambiare la mentalità, le abitudini quotidiane, il modo di considerare certi materiali, introducendo il principio della “responsabilità condivisa”.

Un nuovo modo di essere
Sviluppare una cultura di informazione e di attenzione ai problemi dell’ambiente significa trasformare la logica consumistica dell’ “Usa e getta”, privilegiando quei prodotti che danno maggiori garanzie di qualità e riducono gli sprechi di energia e di materie prime. A questo proposito il campo di intervento coinvolge due momento fondamentali di tale processo:

– la scelta del prodotto al momento dell’acquisto;
– lo smaltimento dei rifiuti domestici.

Nel primo caso è sufficiente tenere presente alcune norme di comportamento, valutando di volta in volta ciò che si compra in relazione alle sue qualità ecologiche. Ad esempio: contenitori di vetro che sono più facilmente riciclabili, lampade a basso consumo energetico, auto con motore a g.p.l., elettrodomestici con basso contenuto di CFC, bombolette senza CFC, ecc… In sostanza, a parità di costi o anche con un leggero aumento dell’esborso di denaro, si possono indirizzare le proprie scelte (e quindi la produzione) verso prodotti che rispettano l’ambiente. Attenzione però a verificare che il prodotto ecologico sia effettivamente tale e che non si tratti solo di un “marchio” usato per farsi pubblicità con la natura. Nel secondo caso il nostro contributo consisterà nel porre maggiore attenzione alla relatà dei rifiuti domestici attraverso una raccolta differenziata che faciliterà il processo di riciclaggio e di recupero dei vari materiali.

La differenziazione dei rifiuti
Ogni giorno da casa nostra esce un sacco nero con dentro circa 3 kg di rifiuti (in un anno, solo in italia, sono 16 milioni di tonnellate). Il sacco contiene in media il 20% di carta, il 10% di vetro, il 20% di palastica, il 10% di mettalli ed il 30% di materiale organico. Il rimanente 10% è costituito da rifiuti diversi, comprese pile al mercurio, oli minerali, farmaci scaduti. Il nostro Paese produce circa 100 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno, dei quali 21,5 sono urbani. Il progressivo aumento della massa dei Rifiuti Solidi Urbani (Rsu) è imputabile principalmente alle plastiche. E’ evidente che nessuna soluzione o nessun incremento di spesa possono risolvere questo problema se non si riduce “a monte” il volume dei rifiuti destinandone quanto più possibile al recupero e al riutilizzo. La magguior parte dei materiali che compongno i rifiuti possono essere riciclati o recuperati integralmente, dopo un processo di pulitura e di lavaggio. Una bassa percentuale invece viene smaltita o attraverso discariche o attraverso termodistruzione, ciè incenerimento. Per permettere una tale differenziazione dei processi è necessario poter agire sul monte-rifiuti, distinguendo i vari tipi di materiale. A questo scopo quasi tutti i Comuni della nostra penisola hanno installato dei raccoglitori per materiali quali il vetro, la carta, l’alluminio, le pile scariche, i farmaci scaduti, gli oli usati. Questoi raccoglitori, per diventare efficaci e per progredire nella diffusione, necessitano del contributo di ogni singolo cittadino. Ognuno di noi nel proprio nucleo familiare può cominciare con un semplice lavoro di differenziazione dei propri rifiuti, selezionando i diversi materiali e distribuendoli, quando siano presenti, nei relativi raccoglitori.

La carta
Se riciclata può avere “7 vite e anche di più. Perchè, non approfittarne, considerati i grossi risparmi che offre? Basti pensare che per produrre una tonnellata di carta nuova occorrono 15 alberi d’alto fusto, 400.000 litri d’acqua e moltissima energia elettrica. La stessa tonnellata di carta riciclata ci consente di tenere gli alberi, che per noi significano ossigeno da respirare, di risparmiare il 95% dell’acqua e il 50% dell’energia. Oggi in Italia si raccolgono in un anno 1.750.000 tonnellate di carta da macero. Questo significa risparmiare anche la spesa -140 miliardi di lire- per sistemarla in discarica come rifiuto.

Il vetro
Il contenitore ideale. Ripulito, frantumato, viene lavorato e produce nuove bottiglie, nuovi barattoli. L’impiego di rottame di vetro nuovo consente di risparmiare il 25% dell’energia necessaria per produrlo con le sole materie prime tradizionali. Ciò significa un risparmio equivalente a decine di migliaia di tonnellate di petrolio ogni anno. Su oltre 650.000 tonnellate di vetro riciclato annualmente nelle vetrerie italiane la metà proviene dalla raccolta differenziata.

La plastica
Versatile, facilmente riciclabile, con la plastica si fabbrica e si “rifabbrica” di tutto, dalle pellicole alle piastrelle, alle panchine, ai tubi, ai sacchetti, ai manti stradali. Attualmente in Italia oltre il 15% delle materie plastiche impiegate sono riciclate. È possibile fare molto di più. Ed è necessario se si considera, solo per fare un esempio, che in un anno utilizziamo ben 2 miliardi di bottiglie di plastica che, se riciclata, significano risparmio; se smaltite significano costi e problemi.

L’alluminio
Le lattine occupano in termini di volume molto spazio ma costituiscono solo il 3% dei rifiuti, e per ricavare 1 kg di alluminio nuovo da quelo riciclato occorre 20 volte meno energia di quella utilizzata per produrlo nuovo dal minerale di sua origine…la bauxite.

Le batterie
Nelle comuni batterie sono contenuti metalli pesanti come mercurio e cadmio la quantità di mercurio contenuta in 400gr. di pile è circa 1 gr. che è in grado di contaminare 1000m3 di acqua o 200 q. di cibo. Lo smaltimento dei metalli pesanti (nonstante gli alti costi) fa si che essi non entrino nella catena alimentare in quanto (secondo le cifre sopra) altamente tossici. Unico raccoglitore per le pile esauste si trova, o meglio, trovava vicino la cassetta postale in Q4. Al momento ne è impedito l’utilizzo per il cantiere del nuovo “grattacielo”.

I farmaci
Anche nei farmaci scaduti possono essere contenute sostanze chimiche pericolose e metalli tossici come mercurio e arsenico. Se questi vengono dispersi nell’ambiente accumulandosi progressivamente negli organismi viventi, i rischi di intossicazioni sono considerevoli. Il Farmacista della Q5 ha richiesto un contenitore per i suddetti in coincidenza dell’apertura della Farmacia ma ancora non si vede …..

Gli oli usati
Tra i rifiuti tossici e pericolosi vanno annoverati gli oli lubrificanti che hanno origine dagli idrocarburi greggi. Se dispersi nell’ambiente gli oli esausti intossicano piante e animali (ciclo alimentare). Se dispersi nelle acque (fogne o fiumi) le avvelenano: 5 litri di olio usato verasto in acqua ne ricoprono la superficie con una sottile pellicola per un’estensione di 5.000 metri quadrati impedendone l’ossigenazione e uccidendo gli organismi viventi. Se bruciati senza cautela liberano nell’aria quantità considerevoli di piombo, un elemento chimico che può provocare malattie molto gravi.

Tassa rifiuti urbani, dal 2003 il sistema a tariffa
Tra il 2003 e il 2008 tutti i Comuni abbandoneranno la vecchia tassa sui rifiuti urbani per adottare il sistema a tariffa stabilito dalla legge Ronchi e dovranno arrivare all’appuntamento con i conti in ordine e l’integrale copertura dei costi di gestione. Il dipartimento delle Entrate del ministero delle Finanze, con la circolare n. 25/E, chiarisce le modalità di applicazione dell’articolo 33 della Finanziaria 2000, che ha prorogato il varo della normativa con cui si rivoluziona il finanziamento del servizio di raccolta dei rifiuti: dalla tassa calcolata in base ai metri quadri dell’immobile posseduto alla tariffa applicata ai reali quantitativi prodotti da ciascuno. La legge lascia ai Comuni che lo vorranno la possibilità di deliberare l’introduzione sperimentale della “Tariffa Ronchi” prima dei termini.

Alessandro Molon