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Il Centro Lestrella cade a pezzi

Il primo ha aperto da poco e viene quasi da chiedersi perché, vista la situazione in cui si trova ad operare. Il caso ‘Lestrella’, infatti, è venuto alla ribalta dopo che la ditta ‘Bianconi’ ha iniziato a costruire, ad ottobre dello scorso anno, una palazzina di una decina di piani letteralmente attaccata al centro commerciale. Sfruttando una licenza edilizia vecchia di una ventina di anni, ha recintato un’area di pochi ettari sulla, destra del preesistente edificio e, in meno di un anno, ha tirato su centinaia di metri cubi di cemento. La polvere di cui parlavamo è solo uno dei problemi causati dal cantiere. E neanche il peggiore. Ne sanno qualcosa i commercianti che si sono visti, di punto in bianco, privati di qualsiasi visibilità dall’esterno; costretti a tenere le luci perennemente accese; sottoposti alla ‘tortura’ delle infiltrazioni d’acqua provenienti dai balconi non ancora ultimati. Avevamo già seguito in passato la questione ‘Lestrella’ e il fatto sconcertante è che, di mese in mese, nulla, è cambiato. In meglio si intende. “Se ho mai pensato di andarmene? — ci dice Giovanni, dell’autoscuola — Ma certo, chi non l’ha messo in conto? La cosa assurda è che ho
anche chiesto di acquistare il locale, ma i prezzi rimangono alti, così come gli affitti. A questo si è aggiunto il guaio che il centro commerciale è ormai in custodia fallimentare, quindi hanno bloccato tutte le compravendite”. Ci porta a fare una visita al primo piano della struttura. Passiamo affianco a decine di locali vuoti, molti dei ‘quali interamente ricoperti di graffiti. Non mancano estintori divelti, fili scoperti e sporcizia. In un angolo c’è anche quello che, a suo tempo, era un ascensore. “Non c’è altro modo per arrivare al piano superiore se non tramite una rampa di scale – commenta Giovanni – Altro che barriere architettoniche! Qui abbiamo persino una ringhiera che divide in due,
senza motivo, il centro commerciale!”. Fa’ quasi sorridere pensare che, a separare il centro commerciale dal palazzo in costruzione è un semplice muretto della stessa altezza della ringhiera. Quanto alto? Meno di un metro. Sì, avete capito bene. Basta superare pochi mattoni per trovarsi dentro la casa di qualcuno! Il progettista non solo ha avuto la geniale trovata di collegare i due stabili, ma non ha nemmeno ritenuto opportuno sfasare i livelli. Il risultato è che i balconi della palazzina rappresentano, in pratica, una prosecuzione del primo piano del ‘Lestrella’! E tutto questo in barba alla norma che stabilisce in 5 metri la distanza minima tra due edifici. “Non so se
da questo lato costruiranno degli appartamenti o degli uffici — prosegue Giovanni – Quello che è certo è che solo un pazzo verrebbe ad abitare qui, dove qualunque estraneo può affacciarsi e vedere cosa sta succedendo dentro casa tua!”. Un’altra vicenda a sé è quella dei parcheggi. Ammesso che in una palazzina così concepita la gente verrà mai ad abitare, dove saranno realizzati i posti-macchina? L’impresa ha rassicurato gli esercenti che i portici non diventeranno posti-macchina così da non togliere definitivamente lavisibilità (e l’aria) ai negozi superstiti. E allora, cosa rimane? Il piazzale antistante, quello dove campeggia un bel ripetitore? E in tal caso dove parcheg
geranno i clienti del Centro? Nessuno si è mai posto il problema, a quanto pare. Eppure gli appartamenti in vendita sono ben 108. ‘Abbiamo avviato una causa contro il Comùne – ci spiegano Michela e Sara, titolari rispettivamente della lavasecco e del negozio di parrucchiera — L’unica cosa in cui possiamo sperare .è in unrisarcimento (circa 1.400.000 euro ndr) per i danni subiti fin qui. Adesso tutto è in mano al ‘lhr, non abbiamo che da aspettarè”. Poi, però, Michela non si trattiene: “In tutti questi mesi non si è fatto vivo nessun’politico,ié di maggioranza né di QpposizioneSi hanno totalmente ignorato; non nno nemmeno provato a darci delle iegazioni. Tipenodo tra ottobre e febbraio è stato drammatico: facevano50 euro di incassoal giorno e, a fine mese, dovevamo comunque pagarl nostri 700 euro di aMitto. Senza cantare’ poi le spese per l’elettricità, l’acqua, il riscaldamento. Ormai non ci sono rimasti che i clienti più affezionati! Insomma stiamo facendo di tuttò per resistere, però così non si può andare avanti”. “Il palazzo non andava costruito, punto e basta – taglia corto Marco. Di Pinto, proprietariò della tabaccheria ‘Thtto Fumo e…’ — La licenza clii la ditta ‘Bianconi’ ha sfruttato per èostruire il suo ‘mostro’ è vécchia di 6 anni e il progetto non è stato inserito in nessun piano particolareggiato. Non devo certo ricordare io ai signori dell’amministrazione che tale piano va rinnovato ogni 10 anni, quindi la concessione che hanno fornito è assolutamente illegittima”.
Benedetto Antuono

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