Archivio Giornaliero: Aprile 20, 2007

Negazione dell’evidenza

Min. Lavoro: no alla stabilizzazione con contratto di lavoro intermittente

 

Il Direttore Generale della Direzione Generale dell'Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, con nota n. 25/I/0004081, rispondendo ad un quesito della Direzione Provinciale del Lavoro di Modena, ha affermato che con l'introduzione dell'art. 1, comma 1210, della Legge n. 296/2006 (finanziaria 2007), «il legislatore, con la previsione di un'apposita procedura di stabilizzazione dei contratti di collaborazione coordinati e continuativi anche a progetto, ha voluto introdurre un sistema atto a garantire, per un periodo minimo di 24 mesi, un'occupazione stabile a tale categoria di lavoratori. Nel caso di specie, il contratto di lavoro intermittente, pur riconducibile alla più ampia categoria dei contratti di lavoro subordinato, non reca in se una garanzia ex ante di un impiego duraturo in quanto il lavoratore potrebbe non essere mai chiamato dal proprio datore di lavoro. Tale circostanza determinerebbe, paradossalmente, una deminutio di tutela per lo stesso lavoratore anche ed a maggior ragione nelle ipotesi in cui non sia previsto, nel singolo contratto, un obbligo di risposta alla chiamata e, quindi, un conseguente diritto alla indennità di disponibilità».

 

Dal messaggio sopra indicato, rinvenibile all'indirizzo http://www.dplmodena.it/20-04-07stabchiamata.htm ,si evince in modo incontrovertibile come il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale interpreti, a proprio modo, le disposizioni di legge vigenti.

 

In vero, è da rilevare che nè il comma 1210 dell'art. 1 della Legge 269/96 (Legge Finanziaria 2007) né gli altri commi da esso richiamati trattano, evidenzino, o facciano semplicemente riferimento al contratto di lavoro intermittente (c.d. Job on call – lavoro a chiamata).

 

Effettivamente i vari commi non potrebbero mai associare la fattispecie del lavoro intermittente, che si basa sul principio della discontinuità della prestazione lavorativa prevista a partire dal R.D. 1955 del 1923 e dal successivo R.D. 2657 dello stesso anno, per cui esistono alcuni tipi di attività lavorative che per la loro particolarità non richiedono un impiego costante nel tempo.

 

Questo tipo di prestazione lavorativa è e rimane di carattere subordinato e mai può essere assimilata alle prestazioni lavorative parasubordinate (ad esempio "contratto a progetto").

 

Più che voler tutelare la stabilità del lavoro appare chiaro l'intento del Governo di voler, da un lato crearsi l'alibi per sanzionare quelle aziende che necessitano di ricorrere a questo genere di contratti, dall'altro di voler disattendere e cancellare senza esplicitazione il D.lgs. 276/03 attuativo della Legge 30/03 (c.d. Legge Biagi).

 

Dott. Giovanni Catania

Illeciti del Governo

La Direzione Generale per l'Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha diramato una circolare a tutti gli organi ispettivi periferici al fine di delineare le nuove ipotesi sanzionatorie introdotte con la Legge 296/06 (Legge Finanziaria 2007).

Tra le fattispecie previste vi è la "rimozione" del "libro matricola" dal luogo di lavoro. Richiamando gli articoli 21 e seguenti del D.P.R. 1124 del 1965 (norma che ha introdotto il libro matricola per la registrazione delle instaurazioni dei rapporti di lavoro) indicando come sanzionabile il comportamento di rimozione, anche temporanea, del libro matricola il Ministero trascura di dar rilievo in primis all'art. 5 della Legge n. 12 del 1979 (legge istituitutiva dell'ordinamento della professione di consulente del lavoro) che prevede il fatto che i libri obbligatori possano essere custoditi presso lo studio del consulente. Successivamente, non viene riconosciuta la prassi consolidata, avallata dalla nota operativa 16 dicembre 2004 dell'INAIL (ente preposto alla vidimazione dei registri obbligatori in materia di lavoro … ovvero l'unico ente che possa attestare che i registri siano unici), che prevede che l'autenticazione, come copia conforme all'originale, delle fotocopie del libro matricola debba essere effettuata dal datore di lavoro.

La circolare anzidetta ha istruito gli ispettori a sanzionare le aziende qualora le copie presenti in luogo degli originali non siano autenticate dal professionista depositario degli originali.

Questo atteggiamento inspiegabilmente persecutorio nei confronti delle aziende rende sempre più chiaro lo spirito illiberale e vessatorio di un Governo di sinistra a cui sono invise tutte le iniziative di carattere privato.

Non si comprende come possa un Governo del genere farsi portavoce di un tipo di democrazia partecipata, che fonda le proprie basi sul principio di sussidiarietà, quando interviene in modo vincolante, vessatorio, e sprezzante di legge vigenti nei confronti delle attività private.

Dott. Giovanni Catania

Il Governo spieghi!!!

Un Libro Verde che imbarazza

Con la pubblicazione del documento elaborato dal Centro Studi Internazionali e Comparati "Marco Biagi", inviato formalmente a Bruxelles lo scorso 31 marzo, pensavamo conclusa – in attesa del documento di follow-up da parte della Commissione Europea previsto per fine 2007 – la serie di interventi sul Libro Verde emblematicamente intitolato: "Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI Secolo". Siamo costretti a tornare sui nostri passi dopo soli pochi giorni dalla nostra ultima pubblicazione. Abbiamo infatti appreso, con non poca sorpresa, che il Governo italiano non ha inviato, nei termini indicati dalla Commissione Europea (31 marzo 2007), alcuna documentazione. Non vogliamo essere formalisti e qualche giorno di ritardo non si nega certamente a nessuno. Tanto più che proprio oggi, 20 aprile, il Ministero del lavoro ha pubblicato, un testo di risposta. La questione, in verità, è un'altra e assai più rilevante, e cioè il fatto che, da noi, il dibattito pubblico sul Libro Verde non è mai stato avviato e il Governo italiano non se ne è fatto carico se è vero che numerose parti sociali sono state convocate per la prima volta, sul tema del Libro Verde, solo lo scorso 17 aprile e della loro posizione il documento del Governo non tiene conto minimamente.