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Segnaletica a geometria variabile

Potremmo guidare in un piacevole paesaggio urbano fatto di belle case, di prati curati, di siepi tosate e di marciapiedi lindi. Invece, lo sappiamo, il panorama è un po’ diverso condito com’è dalle buche sull’asfalto, dalle erbacce alte un metro, dai marciapiedi sconnessi, dai muri imbrattati, dalla spazzatura abbondante e dalle nostre auto parcheggiate… a cavolo. Ma non è di questo che voglio parlare; oggi voglio parlare dell’inversione di marcia e della svolta a sinistra. E sì, può capitare a tutti di dover tornare indietro o di voler svoltare a sinistra, non è mica un peccato mortale! (Calma, non sto parlando di politica, sto parlando di circolazione stradale!).

Allora: pronti? Via! Mettiamo la freccia e proviamo a invertire il senso di marcia. Ne vedremo di belle!  Oltre a rischiare di fare qualche incidente, alla fine saremo perplessi e disorientati e ci saremo beccati pure qualche “vaffa…” condito da vari gesti poco amichevoli.  Come mai? Ma è chiaro! Perché siamo nel regno della creatività. Qui qualche “genio” del Comune si diverte ad inventare l’inverosimile. Per invertire il senso di marcia ci sono cinque rotonde e undici varchi (mediamente una possibilità di inversione ogni 175). Cominciamo con le rotonde: tre hanno la precedenza all’anello, mentre le altre due, quelle del Q4, hanno un sistema di precedenza misto, difficile da capire e da spiegare. Ma fin qui niente speciale; siamo un po’ dubbiosi, ma ce la caviamo. Il vero divertimento inizia, quando decidiamo di affrontare gli undici varchi sullo spartitraffico. Il “genio” (o i geni?) del Comune qui ha veramente fatto faville. Degli undici varchi solo uno non ha alcuna segnaletica ed il modo di affrontarlo è lasciato all’iniziativa e al buon cuore degli automobilisti. Gli altri sono tutti regolamentati dalla segnaletica orizzontale, ma aspettate prima di gioirne: sette varchi sono a “svolta interna” (ci si dispone a sinistra e si lascia l’altro traffico a destra), un varco è a “svolta esterna” (ci si dispone a destra e si lascia l’altro traffico a sinistra) e già questo potrebbe bastare a confonderci le idee. Ma non è finita, il meglio di sé il “genio” lo dà nei rimanenti due varchi, quelli sotto l’antenna/supposta del centro Lestrela. Qui (forse confuso dai campi elettromagnetici) il “genio” non sa proprio decidersi sulla soluzione ottimale così continua a sperimentare con le sue cavie, cioè noi. Su questi due varchi le ha provate tutte, una dietro l’altra. Ha provato la “svolta interna” e ha fatto mettere la relativa segnaletica, poi ha provato la “svolta esterna” e ha fatto disegnare le frecce e le strisce necessarie. Poi ci ha ripensato e ha cambiato ancora. Il risultato è che oggi sull’asfalto c’è segnaletica per tutti i gusti e per tutte le tendenze politiche. L’unico problemino è che non si capisce qual’è la segnaletica corrente così ogni automobilista, con la nota arroganza che ci contraddistingue, fa quello che gli pare. I “vaffa…” si sprecano e gli incidenti non mancano. Per non turbare gli esperimenti del “genio”, i controlli da parte dei Vigili Urbani sono tenuti al minimo così l’illegalità trionfa sovrana e con essa la segnaletica a geometria variabile.

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