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Porto di Rio Martino: aggiudicatellum

In data 18 febbraio 2014,  a seguito della seduta pubblica per l’apertura delle offerte economiche espletata dalla Provincia di Latina – Settore Viabilità, è stata aggiudicata  (in via provvisoria) la gara di appalto per i Lavori di Riqualificazione del Canale di Rio Martino – 2° stralcio. Per 2° stralcio si intende la seconda parte dei lavori che interesseranno il Porto Canale di Rio Martino, dal momento che i primi lavori sono già stati ultimati.

La gara d’appalto è stata valutata attraverso il criterio dell’offerta “economicamente più vantaggiosa” secondo il quale i concorrenti presentano tre tipi di offerte – tecnica, tempo (durata dei lavori) ed economica. Ciascuna delle tre offerte ha (o dovrebbe avere) i suoi rispettivi punteggi massimi e minimi, e la loro somma può arrivare fino a 100 punti.

Pertanto le imprese partecipanti alla gara d’appalto hanno presentato ciò che la legge stabilisce dover essere l’offerta “economicamente più vantaggiosa”. Quest’ultima si compone di:

1) un’offerta tecnica riportante le migliorie tecnico-prestazionali-qualitative che si propongono di aggiungere all’opera. Punteggio min. 0 punti – max. 70 punti;

2) un’offerta tempo, nella quale viene proposta una riduzione dei tempi di esecuzione. Punteggio min. 0 punti – max. 5 punti;

3) un’offerta economica, nella quale viene fornito un ribasso sull’importo dei lavori. Punteggio min. 0 punti – max. 25 punti.

La normativa che regola queste determinate gare d’appalto (art. 83 del D.Lgs 163/2006 con conseguente decreto attuativo) tiene a tutelare, virtuosamente, il criterio di valutazione che premia più la qualità rispetto al prezzo, oltre che a sistematizzare un metodo, valido solo per l’offerta tecnica, che si avvale di una valutazione soggettiva (“ad insindacabile giudizio della commissione aggiudicatrice”). Di fatto l’offerta tecnica, di per sé soggettiva, può valere fino al 70% del punteggio totale, mentre le valutazioni oggettive, afferenti al tempo e al prezzo, coprono la torta per il restante 30%.

Nella seduta pubblica del 18 febbraio, l’ATI (Associazione Temporanea di Imprese), ossia il gruppo imprenditoriale che si è aggiudicato provvisoriamente i lavori di riqualificazione del porto, è composta dall’ICAD Costruzioni Generali srl e dalla ditta pontina Poseidon Service srl.

La gara per l’esecuzione dei lavori di Rio Martino è stata vinta da questo “gruppo” di società offrendo un ribasso dello 0,1% (vedi tabella). Se si considera che l’importo dei lavori a base di gara è di circa 5 milioni di Euro, possiamo già sapere che la Provincia ha intenzione di spendere l’intero ammontare dei soldi pubblici a disposizione, avendo accettato l’offerta economica più costosa. Lo sconto dell’ATI, infatti, ammonta ad appena quattromila Euro.

Il dato, che evidentemente non fa risparmiare nulla alle casse pubbliche, e di certo non frequente nella casistica degli esiti di gare analoghe, dovrebbe, però, far ben sperare in un progetto almeno eccellente dal punto di vista della qualità tecnica. Tuttavia, siamo, altrettanto evidentemente, nel campo della cristiana speranza.

Al di là dell’aspetto prettamente economico, vi sono ulteriori singolarità da evidenziare.

Al fine di aggiudicarsi la gara d’appalto, l’ATI (Icad e Poseidon) vincitrice, presentando questo ribasso minimo, ha di certo sacrificato l’offerta di tipo economico a favore dell’offerta tecnica. Nel computo totale per stabilire il punteggio finale, infatti, l’ATI aveva pianificato certamente di acquisire meno punti nell’offerta economica (dove il punteggio andrebbe da 0 a 25), puntando ad ottenere il massimo punteggio nell’offerta tecnica (che andrebbe da 0 a 70). Se si presenta il minimo ribasso, è ovvio che non si punta all’offerta economica.

In realtà, Icad e Poseidon, nell’offerta economica, sono riuscite comunque ad ottenere ben 17,7 punti su 25 pur facendo lo striminzito sconto dello 0,1 %. Logica vorrebbe che il punteggio non fosse di 17,7, ma vicino allo 0, essendo lo sconto per le casse pubbliche nullo.

Tale attribuzione stona, di certo, con il punteggio pieno di 25 su 25 ottenuto, naturalmente, dal migliore offerente economico (la ditta 3RO srl) che, viceversa, ha praticato uno sconto del 29,3% (avrebbe fatto risparmiare molto). Per inciso, le restanti concorrenti (in tutto sono 10) hanno proposto percentuali di ribasso nella media del 16%. Quindi, senza dubbio, tutte le imprese hanno avanzato un’offerta economica meno dispendiosa rispetto a Icad e Poseidon.

Come è stato possibile per l’ATI di Icad e Poseidon ottenere un punteggio così alto (17,7 punti su un totale di 25 punti), pur presentando un misero 0,1% di ribasso?

Tale “proporzionalità ingiusta” è stata permessa dalla formula usata per l’attribuzione del punteggio economico, riportata nel Disciplinare di Gara (un “vademecum” per chi partecipa alla gara d’appalto che muta da gara e gara, preparato dagli organi competenti della Provincia), che viene dato dal rapporto tra l’importo della migliore offerta economica e l’importo dell’offerta economica in esame moltiplicato per 25.

Nell’offerta tecnica, viene stabilito un punteggio da un’apposita commissione composta da tre dirigenti pubblici (ad insindacabile giudizio). Se il lavoro che si presenta viene giudicato 2 o 70 si avrà 2 o 70, a differenza dell’offerta economica dove il punteggio è dato da una cervellotica frazione che penalizza chi punta ad ottenere un buon risultato facendo risparmiare soldi all’amministrazione pubblica.

 

Attraverso questa formula si riesce, quindi, ad attribuire solo valori compresi tra il 17,5 ed il 25 riducendo, di fatto, i punteggi dedicati al prezzo ad un intervallo di 7,5 punti (e non 25) contro l’attuale normativa che regola le gare d’appalto, e sicuramente in contrasto con la Deliberazione n. 12 del 10/04/2013 emessa dall’Autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici che stabilisce: “In caso di aggiudicazione secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la formula utilizzata dalla stazione appaltante per l’attribuzione del punteggio dell’elemento economico deve consentire di attribuire l’intero range dei punteggi, variabile da zero al massimo fissato nel bando di gara”. Pertanto il punteggio dell’offerta economica si sarebbe dovuto spalmare in un range (o intervallo) da 0 e 25, e non da 17,7 a 25 come effettivamente è avvenuto.

Naturalmente anche le altre imprese concorrenti erano o potevano essere a conoscenza di tale formula. Nessuna di queste però ha adottato la stessa strategia dell’ATI vincitrice.

Se nessuno ha utilizzato la stessa tattica è perché nessuno, forse, era sicuro di poter “staccare” gli avversari nell’offerta tecnica di un punteggio tale da dargli la sicurezza di vincere comunque.

Solo gli aggiudicatari provvisori si sono permessi di offrire uno sconto quasi nullo (ricordiamolo: appena 4mila Euro su quasi 5 milioni), sicuri che le loro proposte migliorative tecnico-prestazionali avrebbero ottenuto un punteggio talmente alto, secondo “l’insindacabile giudizio della commissione”, da concedergli la tranquillità di non volere quella fetta di torta di appena 7,5 punti che altre imprese, invece, si sono contese, inutilmente, nell’offerta economica.

È chiaro che un siffatto modo di appaltare opere pubbliche, che interessano la collettività sia per l’aspetto economico che per quello di tutela del territorio in cui si vive, non permette di avere la sicurezza che i soldi siano spesi al meglio.

Siamo sicuri che l’ATI vincitrice farà il miglior porto possibile per la città, ma averlo stabilito con una gara meno bizantina e più rispettosa delle norme, avrebbe consentito una più piena soddisfazione del cittadino.

Scritto da Bernardo Bassoli

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Nessuna risposta

  1. Salvatore ha detto:

    Se le gare fossero fatte per assicurare alla collettività la migliore opera pubblica al miglior prezzo, i disciplinari di gara non sarebbero così cervellotici, ma sarebbero molto semplici (come nei paesi civili): io Pubblica Amministrazione intendo realizzare l’Opera Pubblica X che deve avere le caratteristiche Y e Z, deve essere pronta entro una certa data e ritengo (sempre io Pubblica Amministrazione) che questa opera possa essere ragionevolmente fatta con 100 €. Si aggiudica l’appalto chi fa il ribasso maggiore (o il rialzo minore, posto che il prezzo di base d’asta sia insufficiente a realizzare l’opera). Eventualmente può essere messa una penale per ogni giorno di ritardo o un premio per ogni giorno di anticipo sulla consegna. Punto!!!

    A questo punto io, Pubblica Amministrazione, vigilerò come un cane mastino su ogni fase di realizzazione dell’opera, sia per assicurarmi che l’opera venga costruirta secondo le specifiche (usando i materiali migliori, secondo le migliori tecniche costruttive e senza vizi occulti!), sia per vigilare che la ditta che si è aggiudicata l’appalto operi secondo la legge (niente lavoratori in nero, niente shortcut sulla sicurezza, niente infiltrazioni mafiose…). Poi, ad opera conclusa, faccio il COLLAUDO!!! Chi collauda l’opera deve essere responsabile in prima persona della durata dell’opera pubblica. Tutto il resto (le buste chiuse, le regole cervellotiche, la legalità di facciata…) è solo fumo per mascherare il malaffare e la corruzione.

    Siccome le gare da noi sono, purtroppo, una mera finzione (cioè una cortina di fumo per mascherare il malaffare e la corruzione dilagante!), siccome dietro il pretesto di costruire un'opera pubblica si cela il vero scopo che è quello di saccheggiare le casse dello Stato (cioè le nostre tasche) e di dividere il bottino tra i complici, ecco che i malamministratori, si inventano questi metodi fantasiosi per fare vincere le gare alle ditte amiche (pardon, complici!) dando al procedimento questa aurea di imprescrutabile, altisonante, burocratica macchinosità.

    Ma ciò non basta; per portare a termine la truffa, deve sempre (e volutamante) mancare quella che dovrebbe essere la chiave di volta di qualsiasi appalto per opera pubblica: il COLLAUDO, cioè la verifica che l'opera pubblica sia stata realizzata secondo le specifiche del progetto e a REGOLA D'ARTE. Questo piccolo dettaglio salta sempre, oppure è finto, oppure è fatto solo sulla carta… e noi, popolo bue, ci ritroviamo regolarmente con delle opere di cartapesta, che abbiamo pagato fior di quattrini, ma che durano giusto il tempo del taglio del nastro da parte del malamministratore di turno. E la cosa drammatica è che nessuno dei criminali malamministratori, nessuno dei criminali dirigenti, nessuno dei criminali collaudatori e nesuno dei loro complici paga mai per i crimini commessi!!

    Può un paese così andare avanti? Chiaro che no!

    Salvatore

  2. massimo74 ha detto:

    Questo e' un bando in cui c'e' piena discrezionalita' da parte della stazione appaltante. Non solo la percentuale relativa all'offetta economica (la parte oggettiva della gara) e' irrisoria, ma da quanto si apprende da fonti giornalistiche siamo in presenza di un bando completamente aperto. Nel senso che il bando prevede di attribuire un punteggio a non meglio precisate opere esterne al porto di Rio Martino. Allora è capitato che la vincitrice ha inserito nei lavori alcune opere sul Cicerchia a una distanza di circa 5 km da Rio Martino. Non avendo termini di paragone, perché a nessun'altra delle 9 imprese partecipanti poteva ovviamente venire in mente tale lavorazione aggiuntiva, e' possibile assegnare a tale lavorazione un qualsiasi punteggio tecnico. Tale punteggio sara' difficilmente impugnabile perché, per l'appunto, non presente in nessun'altra offerta e quindi non comparabile dal punto di vista tecnico. Ora, non so se questo sia il caso ma in via generale tale metodologia seguita nell'assegnazione di una gara pubblica costituisce un eccellente modo, volendo, per imbrogliare la legge e far vincere un pò chi ci pare.

  3. Salvatore ha detto:

    E il "chi ci pare" (o meglio "chi pare loro") potrebbe essere, guarda caso, qualche "amichetto" disposto a condividere gli ingenti risparmi (sulla qualità dell'opera) con i malamministratori e i loro complici. Tanto poui il collaudaudatore collauda uguale!!