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Carte truccate

I primi passi della nuova amministrazione comunale di Latina guidata da Di Giorgi
sembrano effettivamente essere in discontinuità con l’amministrazione Zaccheo. Il
neosindaco non ha esitato, ancor prima di nominare la Giunta, ad intervenire sulla
dirigenza del Comune, esercitando a pieno titolo i poteri che gli sono attribuiti dalla legge e
dimostrando la sua determinazione nel sancire con scelte e atti concreti la discontinuità
dalla precedente amministrazione. Nella composizione della Giunta Di Giorgi ha poi
imposto la sua volontà di nominare all’Urbanistica ed al Bilancio tecnici di sua fiducia e
non persone indicate dai partiti o da singoli consiglieri; inoltre non ha inteso aspettare che
il PdL si mettesse d’accordo per indicare i propri assessori di riferimento, né si è
impelagato in estenuanti trattative con la lista Città Nuove della Polverini (quella che
aveva al suo interno alcuni zaccheidi e si è distinta per il voto disgiunto contro Di Giorgi),
lasciandola fuori dalla Giunta. Ritengo però che il segnale più importante di cambiamento
l’attuale amministrazione l’abbia dato con riferimento alla gestione dei rapporti con la
società “Latina Ambiente S.p.A.” Va dato merito all’assessore competente, il vicesindaco
Fabrizio Cirilli, di aver instaurato una nuova era. Secondo me il punto non è tanto il nuovo
PEF e le tariffe più basse o il passaggio da Tia 1 a Tia 2, operazione comunque
condivisibile, ma il totale cambiamento della politica nell’approccio con la Latina
Ambiente. Il Comune, che detiene il 51% della società, si è finalmente riappropriato del
proprio diritto e del proprio dovere di controllare, verificare, valutare e decidere
nell’interesse dei propri cittadini. Ci tengo pertanto a sottolineare, in considerazione della
stima che nutro verso Fabrizio Cirilli, che lo slogan elettorale del suo movimento “Garanti
del cambiamento” ha avuto un’immediata applicazione pratica. Durante l’amministrazione
Zaccheo siamo stati abituati ad assistere ad un atteggiamento verso la Latina Ambiente
compiacente ed irragionevolmente conciliante, atteggiamento probabilmente condizionato
anche dalle troppe commistioni che si erano create con il socio privato di Latina Ambiente.
Vale la pena ricordare, ad esempio, l’inchiesta del settimanale “L’Espresso” datata 2003,
che portò alla luce i numerosi incarichi ricevuti dal fratello dell’ex-sindaco proprio
nell’ambito di società di riferimento del socio privato di Latina Ambiente. Come
dimenticare poi la squallida scena del Congresso Provinciale di Alleanza Nazionale del
luglio 2007, in cui numerosi dipendenti della Latina Ambiente si recavano a votare in tuta
da lavoro per il candidato di Zaccheo? Insomma, mentre adesso ha un senso valutare e
giudicare le azioni dell’attuale amministrazione con riferimento ai rapporti con la Latina
Ambiente e, quindi, anche confrontarsi con l’amministrazione stessa per le proprie scelte,
nel periodo zaccheiano era solo tempo perso, perché il mazzo di carte con cui si giocava la
partita era truccato. Se la politica deve occuparsi di amministrare il presente ed il futuro,
credo che forse i mezzi di informazione dovrebbero impegnarsi nell’andare alla ricerca di
tutta la verità sul recente passato. A tal proposito, potrebbe essere interessante sviluppare
una inchiesta giornalistica sugli eventuali subappalti affidati dalla Latina Ambiente in via
diretta senza gara ad alcune ditte e, magari, cercare di capirne le effettive ragioni e gli
interessi sottostanti.

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