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Postino: chi l’ha visto?

Puntuale come il caldo, ogni estate sparisce il postino.

Da quanto tempo non ricevete più lettere e raccomandate? Da quanto tempo non vedete il postino?

Ormai sono circa due settimane che nella cassetta della posta trovo solo volantini pubblicitari, mentre le lettere e le bollette da pagare giacciono in qualche scaffale di Via Rossetti.

La giustificazione che mi è stata data gli altri anni è che "il postino titolare è in ferie e il sostituto non conosce le strade!"

Davvero una pessima scusa da parte di una azienda che vorrebbe fare tutto (dalla banca alla telefonia, dal telepass al libraio…) ma che è incapace di portare a termine decentemente il suo “core business” cioè consegnare la posta.

Salvatore Antoci

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Nessuna risposta

  1. stefano ha detto:

    Io ho ricevuto la posta ieri (16 lug 10) di alcune comunicazioni che il mittente ha inviato il 28 giugno, insieme alla posta del periodo successivo.

    Un ritardo di ben 17 giorni!

    Non essendo servito dallo stesso postino di Salvatore devo desumere che: o anche il mio postino è andato in ferie, oppure si tratta di qualcosa di ancor più serio.

    Stefano

     

  2. giosek ha detto:

    Nella mattina del 14 Luglio sono stato in via Rossetti, per chiedere come mai erano più di 10 giorni che il nostro condominio, in Via Marenzio, non riceveva la corrispondenza. Un signore, doveva essere sicuramente un responsabile, visto come gli rispondevano gli impiegati, mi assicurava che non c'erano assolutamente problemi, il nostro abituale portalettere era stato in ferie nella settimana precedente ed il sostituto aveva consegnato tutta la corrispondenza. Non ci crederete ma tornato a casa per pranzo ho trovato la cassetta piena di posta. Mi è subito venuta la voglia di tornare in via Rossetti………

  3. Salvatore ha detto:

    Questa mattina finalmente una dipendente di Poste Italiane (non una postina, sembrava piuttosto una impiegata di Via Rossetti) mi ha consegnato una quantità esagerata di posta.

    Ho trovato due lettere identiche, provenienti dallo stesso indirizzo: incuriosito le ho aperte e ho visto che erano le due parti di un codice PIN che per motivi di sicurezza l'ente emittente ha spedito a distanza di 2 settimane l'uno dall'altro.  Tante precauzioni vanificate da Poste Italiane che, grazie al cronico disservizio estivo, ha rimesso insieme le due parti di PIN che mai avrebbero dovuto incontrarsi, se non a casa mia.

    Salvatore

  4. Vincenzo ha detto:

    Allegato: LATINA OGGI

  5. Salvatore ha detto:

    Tutta colpa dei numeri!

    Allegato: pag14borghi.pdf

    PS: io abito nello stosso posto da 10 anni, la strada ha sempre avuto lo stesso nome e il numero non è mai cambiato ed è sempre chiaramente affisso. Eppure ogni estate non ricevo la posta per lunghi lassi di tempo, tanto che lo scorso anno volevo sporgere denunci per interruzione di pubblico servizio. 

  6. stefano ha detto:

    Nel mio post precedente, dove indicavo un ritardo di 17 giorni, mi riferivo alla posta con gli indirizzi corretti, con la tabella all'inizio della strada e con il numero civico affisso a pochi centimetri dalla cassetta delle lettere, dove sono indicati tutti i residenti.
    Per cui le spiegazioni di Poste Italiane sono affatto sufficienti e il tentativo di addossare la colpa ai residenti è del tutto fuori luogo.
    Tutt'oggi sto aspettando della corrispondenza spedita dal mittente il 20 luglio e non è ancora arrivata. L'assurdo è che il postino lo vedo passare tutti i giorni. Perciò non si tratta di assenza dei portalettere ma di disfunzioni interne.
    Per non parlare poi dei pacchi. Per riceverne uno ci sono voluti mesi e ben due invii. Il primo e tornato indietro perché il vettore (eh si! perché Poste Italiane per i pacchi usa ditte in appalto) non ci ha trovato a casa per ben 5 giorni. Ma in casa mia c'era sempre qualcuno proprio perché aspettavamo il pacco (che tra l'altro seguivamo via web). Al secondo invio mi sono preoccupato di telefonare al vettore per evitare far tornare indietro anche quello. Risultato; doppie spese per l'invio. Tre mesi di attesa e poi sono dovuto andare io a prenderlo dal vettore. QUELLO SI (il vettore), CHE HA UN INDIRIZZO NON RINTRACCIABILE – SS PONTINA KM 68- Eppure, anche con la tolleranza di un kilometro io l'ho trovato subito, mentre chi è del mestiere si dovrebbe perdere anche con il navigatore? 

    E' ora che Poste Italiane la smetta di investire su i prodotti bancari, dove l'offerta è più che ampia, e torni verso la sua missione per eccellenza, che è quella di distribuire la corrispondenza.
    Se non è più in grado di farlo oppure non ne ha più voglia, lo dica chiaramente e lasci il mandato affidatole dallo stato in modo che qualcun altro possa farsi avanti
    .

    Stefano

  7. Salvatore ha detto:

    http://archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/30/Voli_charter_telefoni_assicurazioni_postino_co_8_100730046.shtml

    Il caso Le perdite per la Mistral che trasportava pellegrini a Lourdes. E le partecipazioni nella Banca del Mezzogiorno

    Voli charter, telefoni e assicurazioni Se il postino non si occupa di posta

    Le stranezze della società. E se altri consegnassero la corrispondenza? Il ramo «danni» Adesso PosteVita è stata autorizzata dall' Isvap a espandere l' attività anche nel ramo danni

    ROMA – Volete andare a Lourdes? Facilissimo. Organizza l'Opera romana pellegrinaggi. Il programma si chiama «Journeys of the spirit» (viaggi dello spirito) e si avvale di comodi aviogetti Boeing 737 della Mistral Air: gruppo Poste italiane. Era la compagnia aerea fondata negli anni Ottanta dall'attore Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer. Le Poste l'avevano comprata quando era amministratore delegato Corrado Passera, con una valutazione di 23 miliardi di lire, per trasportare la corrispondenza. Senza immaginare che sarebbe poi diventata una compagnia di voli charter a tutti gli effetti. Di notte, aerei carichi di lettere. Di giorno, jet pieni di persone. In fin dei conti, sempre di spedizioni si tratta. Ma diretti dove, questi passeggeri? «Verso le principali mete turistiche come Egitto, Marocco, Grecia, Tunisia, Canarie e Spagna», spiegava così il bilancio di due anni fa gli ambiziosi progetti della Mistral Air. In attesa di realizzarli, era stata siglata una convenzione con l'Opera romana pellegrinaggi di Monsignor Liborio Andreatta per trasportare i pellegrini a Lourdes, Fatima Santiago de Compostela, Czestochowa. Nel frattempo i dipendenti erano passati da 47 a 124, dei quali 34 fra piloti e assistenti di volo. E alla presidenza dell'azienda era arrivata una prestigiosa personalità: Antonio Martusciello, ex deputato di Forza Italia, già proconsole di Silvio Berlusconi in Campania, ex sottosegretario ed ex viceministro. Ma rimasto fuori dal parlamento. Peccato soltanto che dall'avventura aeronautica finora le Poste ne siano uscite piuttosto ammaccate. Quattro milioni di perdite nel 2007, sette milioni nel 2008 e «solo» 2,3 nel 2009. Risultati che hanno costretto le Poste a ricapitalizzare la società per 3 milioni e mezzo. Non è andata troppo bene nemmeno con il ministero dell' Interno, con il quale era stata siglata una convenzione per il rimpatrio degli immigrati irregolari, visto che il flusso di clandestini si è drasticamente ridotto. Per non farsi mancare proprio nulla, avevano affittato uno degli aerei alla low cost Myair, di cui era presidente l' ex ministro democristiano Carlo Bernini, ora consulente del governo Berlusconi. Ma quella piccola società è stata dichiarata insolvente e la Mistral ci ha rimesso 150 mila euro. Adesso dicono che la compagnia aerea va rilanciata puntando più sul cargo e «meno» sui pellegrinaggi. Meno male. Perché francamente non si capiva il motivo per cui un' azienda postale di Stato dovesse gestire dei voli charter. Del resto, non l' unica stranezza di queste Poste. Comprensibile che l' amministratore delegato e direttore generale Massimo Sarmi (il quale cumulando le due cariche arrivava a guadagnare nel 2007 oltre un milione e mezzo), proveniente dal mondo delle telecomunicazioni, volesse sfruttare le sue precedenti esperienze. Anche se, francamente, la logica per cui i postini debbano occuparsi di telefoni non è del tutto chiara. Meno comprensibile ancora è che dopo la perdita di 11 milioni di euro dovuta alla fase di start up del 2007, la società telefonica delle Poste ne abbia registrata un'altra di 16 milioni nel 2009 e una terza di 11 nel 2009. Per inciso, i dipendenti sono passati dai 129 del 2008 ai 199 del 2009. Gocce nel mare, per un'azienda che ha un fatturato come quello delle Poste. Ma perché buttarle via? Immaginiamo che ci saranno mille spiegazioni apparentemente logiche per tutto questo. Compresa quella che la corrispondenza cartacea è destinata a diventare marginale e bisogna diversificare. Magari facendo qualche sacrificio. Ecco allora i telefoni. Gli aerei. Per chi non lo sapesse, poi, c'è anche una compagnia di assicurazioni. Si chiama PosteVita ed è stata ora autorizzata dall'Isvap ad espandere l'attività anche nel ramo danni: per dovere di cronaca va ricordato che è recentemente incappata a causa di un prodotto finanziario un tantino spericolato in una disavventura così seria da sottoscrivere un accordo di «conciliazione» con le associazioni dei consumatori. Infine c'è la Banca per il Mezzogiorno voluta da Giulio Tremonti, di cui il gruppo che Sarmi amministra da quasi nove anni sarà uno degli azionisti. Inevitabile a questo punto una domanda: visto che si occupano prevalentemente d'altro, non sarebbe meglio cambiargli nome, alle Poste? O, magari che qualche altra azienda si occupasse di portare la corrispondenza a casa degli italiani?

    Rizzo Sergio

    Pagina 17
    (30 luglio 2010) – Corriere della Sera