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Metrolatina vorrebbe partire, ma…

Spettabile Redazione,

a proposito di “metro leggera”, ci sembra di avere captato da fonti giornalistiche che da qualche giorno la società Metrolatina stia avvertendo il Comune di Latina, di avere intenzione di ricorrere alle vie legali se non sarà dato il via libera all’apertura dei cantieri, forte della anomala e vessatoria convenzione firmata con la giunta Zaccheo nel settembre 2007, ormai tristemente nota come “convenzione capestro”.

La società fa sapere di essere pronta per l’inizio dei lavori ma poi si smentisce subito da sola mettendoci a conoscenza di dover dare seguito ad alcune attività preliminari. Si da il caso però che le attività preliminari si devono svolgere durante la redazione dei progetti e sono ben codificate dalla normativa, l’apertura dei cantieri, invece, può avvenire soltanto quando tutte le attività preliminari sono state effettivamente eseguite. Allora è chiaro che delle due l’una, e per quanto detto un dubbio nasce spontaneo: Metrolatina ha veramente effettuato tutte le operazioni necessarie per la cantierizzazione dell’opera o magari si è “dimenticata” di effettuare qualche importante operazione?

Già da tempo, noi del comitato Metrobugia avevamo denunciato la mancanza di sondaggi e delle relative verifiche idrogeologiche e geotecniche e richiamato l’attenzione sulla particolarità del terreno interessato soprattutto nei pressi di Latina Scalo e di via Epitaffio: caratteristiche meccaniche scadenti del terreno e falda quasi al livello del piano di campagna. Per non parlare delle zone ad elevato pericolo di inondazione attraversate dal tracciato del mezzo, le cosiddette zone A di pericolo R4 del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico Regionale), avendo sollevato anche interrogativi nel merito per alcune “sviste” a cura della Regione Lazio.

Ricordiamo che queste “operazioni” fanno parte della documentazione resa obbligatoria dalla Normativa vigente sui Lavori Pubblici già dal progetto preliminare ma necessariamente in quello definitivo che sono già stati presentati. Basti pensare che persino le opere temporanee e reversibili come ad esempio gli impianti fotovoltaici sono necessariamente assoggettate già nei primi elaborati ad accurate indagini idrogeologiche con tanto di sondaggi e perforazioni. E’ mai possibile quindi che per un’opera immensa e irreversibile dal costo “iniziale” pari a 140 milioni di euro, nulla sia stato ancora fatto di tutto ciò? E pertanto, come si può pensare di pretendere dall’amministrazione odierna il via libera all’apertura dei cantieri?

Nella  convenzione così cara al concessionario, per quanto altamente e palesemente vessatoria nei confronti della parte pubblica concedente, sono menzionate anche procedure amministrative e progettuali che il privato promotore si impegnava a svolgere a regola d’arte. Leggi alla mano, possiamo proprio ritenere che il lavoro del primo sia esente da errori e/o dimenticanze e che queste invece non comportino una realizzazione e una gestione dell’opera altamente rischiosa solo per il secondo?

Questi interrogativi rappresentano solo una piccola parte degli innumerevoli e problematici aspetti dell’opera che, a nostro avviso, ha mostrato sin dagli albori di volerci regalate rischi fortissimi seguiti al contempo nemmeno da un briciolo di utilità.

Comitato Metrobugia

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Nessuna risposta

  1. Salvatore ha detto:

    Ecco la notizia riportata da Latina Oggi:

    Allegato: pag14latinascalo.pdf

  2. massimo74 ha detto:

    Riporto anche questo articolo de "Il Tempo" dal quale pare proprio che il Commissario abbia deciso di volerci vedere un pò più chiaro…

    http://www.iltempo.it/latina/2010/07/31/1185538-metropolitana_dubbi_nardone_consulente_verderci_chiaro.shtml

  3. giucap ha detto:

    La prevedibilissima mancata copertura da parte della Regione dei contributi conteggiati nel piano economico è sempre stata, a mio avviso, una delle criticità maggiori del progetto.

    In pratica l'Amministrazione Comunale ha considerato come garantiti per l'intera durata della convenzione (se non sbaglio 20 anni), contributi che nessuno era in grado di promettere nemmeno per i primi 5 anni.

    Un project financing come si deve avrebbe dovuto accertarsi della disponibilità effettiva dei fondi per l'intera durata della convenzione. 

    Metrolatina si è invece "accontentata" della garanzia sovrana del Comune, assunta tramite la sottoscrizione della convenzione-capestro: se i fondi regionali non dovessero essere erogati, in tutto o in parte, sarà il Comune a dover onorare l'impegno.

    In questo modo il futuro di un'intera comunità viene ad essere condizionato da una scommessa, la cui probabilità di successo era remota fin dall'inizio ed oggi appare pressocché impossibile.

    Io però mi chiedo, anche volendola guardare con gli occhi del privato che è riuscito ad ottenere la firma di una tale convenzione: ma come pensavano di ottenere i soldi da un comune in dissesto finanziario (che lì si sarebbe rapidamente arrivati)? E allora mi sorge il dubbio che tutta la manfrina si regga sul presupposto di una probabilissima risoluzione contrattuale anticipata, con conseguente transazione onerosa a carico del Comune: in pratica Metrolatina si "accontenterà" di una parte soltato del profitto atteso (pochi, maledetti ma subito), senza aver corso alcun rischio imprenditoriale.

    Peccato che si tratti dei nostri soldi, comunque prima si chiude la questione meglio è.

    Giulio

  4. massimo74 ha detto:

    Dopo l'anticipazione de "Il Tempo" ecco anche approfondimento di "Latina Oggi":

    Allegato: pag07latina.pdf

  5. Salvatore ha detto:

    Alla fine questo progetto fallimentare sarà collocato nello scaffale del dimenticatoio (non prima di aver sborsato delle forti penali alla Metrolatina SPA). 

    La città sarà salva dalla bancarotta, i cittadini avranno perso un po' di soldi nonchè una auttentica possibilità di sviluppo, se solo il progetto fosse stato gestito in maniera competente) ma in cambio avranno guadagnato un magnifico albero di natale "donato" da Metrolatina SpA in occasione della posa della prima pietra avvenuta in pompa magna il 23 dicembre 2010.

     http://www.q4q5.it/modules/news/article.php?storyid=4250

    Potete ammirare l'albero di natale (in realta un Cedro Diadora) nel Q4 a pochi passi dell'aula verde. Sbrigatevi però, potrebbe seccarsi da un momento all'altro.

    Salvatore 

  6. Salvatore ha detto:

    La metro appesa ad un filo.

    Allegato: pag04latina.pdf

  7. Salvatore ha detto:

    da "Il Territorio" del 5 agosto, pag. 3: