Illeciti del Governo
La Direzione Generale per l'Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha diramato una circolare a tutti gli organi ispettivi periferici al fine di delineare le nuove ipotesi sanzionatorie introdotte con la Legge 296/06 (Legge Finanziaria 2007).
Tra le fattispecie previste vi è la "rimozione" del "libro matricola" dal luogo di lavoro. Richiamando gli articoli 21 e seguenti del D.P.R. 1124 del 1965 (norma che ha introdotto il libro matricola per la registrazione delle instaurazioni dei rapporti di lavoro) indicando come sanzionabile il comportamento di rimozione, anche temporanea, del libro matricola il Ministero trascura di dar rilievo in primis all'art. 5 della Legge n. 12 del 1979 (legge istituitutiva dell'ordinamento della professione di consulente del lavoro) che prevede il fatto che i libri obbligatori possano essere custoditi presso lo studio del consulente. Successivamente, non viene riconosciuta la prassi consolidata, avallata dalla nota operativa 16 dicembre 2004 dell'INAIL (ente preposto alla vidimazione dei registri obbligatori in materia di lavoro … ovvero l'unico ente che possa attestare che i registri siano unici), che prevede che l'autenticazione, come copia conforme all'originale, delle fotocopie del libro matricola debba essere effettuata dal datore di lavoro.
La circolare anzidetta ha istruito gli ispettori a sanzionare le aziende qualora le copie presenti in luogo degli originali non siano autenticate dal professionista depositario degli originali.
Questo atteggiamento inspiegabilmente persecutorio nei confronti delle aziende rende sempre più chiaro lo spirito illiberale e vessatorio di un Governo di sinistra a cui sono invise tutte le iniziative di carattere privato.
Non si comprende come possa un Governo del genere farsi portavoce di un tipo di democrazia partecipata, che fonda le proprie basi sul principio di sussidiarietà, quando interviene in modo vincolante, vessatorio, e sprezzante di legge vigenti nei confronti delle attività private.
Dott. Giovanni Catania