Comunicato del M5S sulla condizione dei dipendenti di Latina de La Provincia
Nel luglio 2013 la Guardia di Finanza apre un’indagine nei confronti della Effe Cooperativa Editoriale Spa, per il sospetto percepimento illecito di contributi all’editoria per gli anni 2008, 2009 e 2010 relativamente ad una sostanziosa somma che si aggira intorno ai 5 milioni di euro, anni che hanno visto alla presidenza del CdA Arnaldo Zeppieri, noto costruttore del frusinate. Questa la premessa per introdurre la vicenda dei dipendenti di una delle due sedi della cooperativa: assunti come subordinati ma tuttavia “soci” di questa cooperativa, chiamata per sua natura al rispetto dei parametri mutualistici più di qualsiasi altra forma associativa aziendale, giornalisti e poligrafici della sede di Latina sono stati lasciati per ben 10 mesi senza alcun tipo di sostentamento. Il 24 febbraio 2014 è seguita la firma di un accordo tra lavoratori, OO.SS., Davide Rea (nuovo Presidente del CdA) e Umberto Celani (direttore della testata), che sancisce l’azzeramento delle ore lavorative senza rotazione con gli altri dipendenti della sede “madre” di Frosinone, per i quali invece è prevista solo una riduzione dell’orario di lavoro. Questa l’unica soluzione che la società ha inteso sottoscrivere per garantire ai dipendenti latinensi una minima forma di ammortizzatori sociali. Per avere un’idea migliore nei riguardi di questo accordo, è importante sottolineare che l’istituto di rotazione è previsto per legge e nasce dalla oggettiva necessità di non gravare con la riduzione delle retribuzioni soltanto alcuni lavoratori ed ha come ulteriore scopo quello di porre un freno ad eventuali decisioni di vertice finalizzate ad un trattamento disarmonico tra dipendenti con fine discriminatorio. Dunque, non essendo rispettata l’alternanza tra dipendenti delle due sedi che fanno comunque capo alla medesima società, i vertici dell’azienda si assumono con consapevolezza l’infrazione questo principio, oltre che i 10 mesi senza retribuzione, mancata corresponsione dei rimborsi 730, delle indennità di disabilità, maternità e degli assegni familiari, di ferie e giorni liberi non pagati o pagati parzialmente ai lavoratori.
Inoltre, la chiusura dell’edizione pontina de La Provincia si va ad aggiungere alle svariate chiusure di testate giornalistiche e televisive nella provincia di Latina. Al momento le uniche testate giornalistiche che editano nel territorio pontino sono il Messaggero edizione Latina e Latina Oggi (che da poco una sentenza ne ha dichiarato il fallimento). In un simile contesto di desertificazione dell’offerta giornalistica viene ostacolata la concorrenza mettendo così a serio rischio la democrazia e la qualità dell’informazione.
I Portavoce del M5S quindi intervengono per sottolineare che in una realtà come quella editoriale e giornalistica, spesso umettata da risorse pubbliche, non sia affatto garantita l’indipendenza del ruolo di giornalista che suo malgrado non viene valorizzato e rimane stritolato da tutt’altro tipo di interessi. La posizione del MoVimento 5 Stelle è chiara nei confronti dei contributi all’editoria, che non significa volere loro totale azzeramento, come erroneamente si favella, bensì una sostanziale revisione: alla Camera è stata presentata una proposta di legge che contempla contributi di natura prevalentemente sociale, finanziamenti per le startup di nuovi progetti editoriali nel campo media per gli under 35, mantenimento del fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti nonché quello per il finanziamento delle pubblicazioni per le minoranze linguistiche.
Segue un secondo comunicato:
Per concludere con una considerazione: il fatto che siano in poche le testate giornalistiche (online o cartacee) che sopravvivono a questa ecatombe, si auspica che ciò non venga interpetato meramente dal punto di vista aziendale cioè come un vantaggio economico per assenza di competitor, ma che ci si renda conto che un settore economico è maggiormente forte quando è composto da molte aziende che offrono un prodotto quanto più ottimo. In caso contrario si va semplicemente verso l'appiattimento informativo per mancanza di stimoli al miglioramento.
partito che si dice democratico. Di quel partito che oggi è alla guida della Governo e della Regione Lazio? Quei politici espressione di un territorio in cui l'informazione quotidiana su carta è rimasta o rischia di rimanere di fatto in mano ad un unico editore. Uno soltanto. Dove sono allora i Moscardelli, gli Scalia, i De Angelis? Io lo so, perché sono uno cronista, ma questa è un'altra storia che spero avremo modo di raccontare. Ovviamente sono considerazioni che esprimo a titolo personale, privato, che nulla hanno a che vedere con la testata di cui sono (ero?) dipendente. Boh, non lo so, ma tanto per capirsi, visto che di guai le aziende per cui lavoro ne hanno già abbastanza.
Good night and good luck