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Una storia di vita ordinaria a Latina

Passeggio per il centro di Latina, mi concedo ogni tanto questo privilegio, andare piano… rallentare e osservarmi intorno per riconoscere i luoghi e le persone, sconosciute ma riconoscibili.
Difficile a farsi più che a dirsi. C’è un frenetico andare di auto, un rincorrersi di attimi che distolgono l’attenzione dal particolare, contagiano lo spirito con il quale sono uscita di casa, con le migliori intenzioni, incurante del tempo.
Una vecchietta indugia alle strisce pedonali, un passetto avanti e due indietro, preoccupata… auto incuranti sfrecciano e il rumore, insieme allo spostamento d’aria che producono, la fanno ogni volta trasalire. Non la conosco, ma è talmente riconoscibile nel suo disagio che rispondo al mio istinto umano e mi avvicino per aiutarla.
Insieme, confortate dalla presenza delle strisce bianche sull’asfalto, come ciottoli che servono al guado di un ruscello, in successione da una sponda all’altra, muoviamo lentamente un passo dietro l’altro.
Intanto automobili, sempre più arroganti, si rincorrono senza tregua, motori ruggenti e padronanza alla guida di provetti piloti che sfidano la strada… asfalto e curve non sono che accessori, le strisce pedonali un semplice e insignificante elemento d’arredo, un particolare trascurabile anche le vite appese a un capo all’altro della strada, persone che vorrebbero attraversare e, suppongo, non possano che essere viste come ostacoli, un intralcio… dei fastidiosi imprevisti… sagome di cartapesta o comparse da videogioco.
Mi chiedo se sia la fretta il difetto che intacca lo spirito, se sia l’indifferenza e l’egoismo ad avere corrotto irrimediabilmente il lato umano e prodotto una specie di sordità dell’anima.
Una ragazza si ferma per farci passare, uno sguardo gentile ed un accenno di sorriso dietro al parabrezza mi fanno sentire quasi a casa, sul pianeta terra… l’effetto dura un istante appena e già il motore ruggente di un’auto sorpassa, invadendo la corsia opposta con uno scarto nervoso… ci sfiora arrogante e scompare divorando asfalto a tutta velocità.   Restiamo basite, io con la vecchietta appesa al braccio.

La ragazza dell’auto ferma alla strisce si attacca al clacson, inveisce con la mano e poi scuote la testa, in segno di disapprovazione e di rifiuto… la rabbia sale, ma resta irrisolta, come una carica inesplosa che ti rimane dentro, a covare, sommandosi, a strati, a tutte le altre prepotenze subite, sedimentate e pericolosamente latenti.
Raggiungiamo il marciapiede opposto, commentando i tempi e la crudezza di questa vita, la città e i suoi mali, l’assenza di valori e di rispetto… parole, le stesse da troppo tempo, unite alla rassegnazione della vecchia che mi ha contagiato e preso irrimediabilmente.
Mi sento novant’anni addosso… pesano tutti insieme, in un momento.

Francesca Suale

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Nessuna risposta

  1. Freddy ha detto:

    Cara Francesca, quanto hai ragione!

    il livello del senso civico di molti cittadini è giunto ad un livello davvero basso…

    ciò che più mi preoccupa è che tutto sembra normale, assolutamente normale, non ci si scandalizza più rispetto a fatti come quello da te raccontato…

    stiamo deludendo i nostri genitori, la nostra storia recente e passata, stiamo presentando ai nostri figli un mondo peggiore di quello che abbiamo trovato…

    c'è bisogno di un vero scatto di orgoglio della società civile, non dobbiamo più subire passivamente questi atti di arroganza…

    c'è bisogno di dare l'esempio e tu con queste parole e soprattutto con i tuoi comportamenti, lo hai dato.

    Grazie Francesca!

    Freddy

     

     

  2. Ricki ha detto:

    Mi associo alle parole di Freddy, una per una….aggiungo solo che da tempo avevo notato, Francesca, che scrivi molto ma molto bene….molto meglio di tanti scrittori di professione…bravissima, sia per il messaggio che lanci, sia per come scrivi!

    ciao

    Riccardo

  3. anna ha detto:

    Riccardo non è il solo ad averlo notato.

    E' stato un piacere leggerti, cara Francesca, anche se le cose che dici si riferiscono a tutt'altro. Il modo di narrare a volte, pacato e senza proclami, incide molto più di tante battaglie urlate.

    Il problema è farle leggere queste cose, farle arrivare…

    Un saluto affettuoso,

    Anna

  4. Baol ha detto:

    Se il problema è far leggere queste cose, magari cominciando a scriverle anche attraverso questo mezzo siamo sulla buona strada…  chissà.

    grazie a tutti

    con altrettanto affetto

    Francesca 

  5. giucap ha detto:

    Stamattina mi è capitato un episodio simile a quello magistralmente descritto da Francesca: io ero quello fermo in macchina, una "signora" mi ha passato in velocità, io ho suonato imprecando, la pedona sulle strisce (fortunatamente ancora agile) si è messa a correre per attraversare, evitando così il secondo Shumaker che però nel frattempo si era quasi fermato (avendo sentito il mio clacson); ciò non gli ha comunque risparmiato la mia occhiataccia.

    Ero a Roma, ma la situazione non sembra proprio migliore rispetto a Latina.

    Preciso che non è la prima volta che mi capita, al punto che oggi mi sono chiesto se non sia forse meglio evitare di fermarsi quando si vede un pedone che tenta di attraversare sulle strisce, per non dargli un senso di sicurezza che non ha e che chi si ferma non può certo garantire.

    Per me si tratta di un'assurda guerra che si combatte quotidianamente e che lascia a terra morti e feriti, sempre tra i soggetti più deboli.

    Giulio