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La mostra di pittura della Vinci (recensione di Saro Borgia)

 

Vi sono delle opere grafico-pittoriche e scultoree che  valgono mille parole:  sono quelle  rare  espressioni artistiche,frutto di una creatività dirompente e incontenibile se non dagli  abili artisti di razza, quale la nostra Vinci, capaci di esprimere l’erlebniss,l’esperienza  intimamente  vissuta, e  nel  contempo,la sua “flagrante immediatezza”  e  ciò  che  in  essa  si  sottrae all’occhio  indagatore, suggerendo  e  alludendo  a  piani  interpretativi  più  profondi!Si  avverte  l’eco  della  lezione  estetica  del  grande  Doisneau, che  soleva  sottolineare  ed  enfatizzare, nel  rapporto    prodotto  artistico /  fruitore,l’azione  di  condizionamento  spirituale  e  ideale  dell’opera artistica  nell’animo generando  buoni sentimenti e  disponibilità  al  Bene!Noti e mirabili versi di Montale  ci  aiutano   meglio   a  “ penetrare”  il  mistero  dei  messaggi  pittorici  della  nostra  Vinci:“…..sotto  l’azzurro  fittodel  cielo qualche  uccello  di  mare   se  ne  va;né  sosta  mai:perché tutte  le  immagini portano  scritto:più  in  là…..”

 

Ed  è  proprio   a   questo  “più  in  là” a  cui  la  pittrice,con  la  sua  più  recente  e  meditata  produzione,  allude;ed  è  tale  vocazione  comunicativa  di  nobili  pensieri  e  di  riflessioni  profonde  tradotte  in  immagini  accattivanti  ed  intriganti,dalla  tavola  cromatica  equilibrata,misurata ,senza    eccessi  retorici  e /o  manierismi ,  denotanti   ,di  solito,    approssimazione    espressiva e  povertà  intellettuale  ,e  che      non  garantiscono, quasi  mai ,la  rappresentazione  significativa  di  esperienze  intimamente  vissute  e  condivisibili,durature  nel  tempo   per  la  loro  intrinseca  carica  e  pregnanza  epistemica. La  nostra  pittrice,umile  artista ,  interroga , infatti,  il  grande  fiume  del  tempo,che  risponde  ovviamente    e  sempre  “col    giorno  e  la  notte,con  l’alba  e  il  tramonto,  con  la  luce  e  la  tenebra” ….nella  intima convinzione  che  la  luce,alfine,  prevarrà;  ….il  suo  tempo,infatti,  non  è  quello  del  “chronos”,che  fatalmente  passa  senza  lasciare  tracce  significative  ed  edificanti gli    spiriti;  bensi  del “ kairos  pleroun” , del  tempo  pieno , che  fissa  in  maniera  indelebile  fatti  e  misfatti  sottoponendoli  al  vaglio  critico  della  ragione  riflessiva e  della  spiritualità,in  rapporto  dialettico  tra  di  loro: uno  scambio  reciproco,  per  la  costruzione  di architetture  iconografiche  sempre  diverse    per  i  significati   in  esse   nascosti , anche  se  la  tipologia   formale  appare  talora  identica.Le  sue    opere   sono   per me un” instante di felicità” in cui ciò che entra in noi attraverso gli occhi…..   ci dilata, e  ci  rende  veramente  persone,sui  juris  e  alteri  incommunicabilis!!!!Persone  cioè  autonome,spiriti  forti,capaci  di  apprezzare  la  bellezza  in  tutte  le  sue  espressioni  e  di  trarne  beneficio  spirituale  e  forza  ragionante  e  meditante!La nostra  brava  artista    valorizza i momenti culminanti  dell’esistenza  quotidiana con gravità  mista  a leggerezza;”non solo ciò che si ripete, ma anche ciò che è unico; non solo ciò che è vicino e udibile, ma anche ciò che è silenzioso e invisibile”.Del  suo  peregrinare  nel  mondo,con  l’ansia  di rinvenire  spunti  e  stimoli  per  il  suo  estro  poetico/pittorico,mai  acquietato,e  mai  sazio,la  pittrice  fissa  nelle  sue    tele  fatti,esperienze,visioni,eventi,che corroborano  le  sue  intuizioni  esistenziali;dalla Spagna  delle  corride,all’America  della  tecnologia  avanzata    e  della  società  post  moderna,tecnotronica,  coglie  i  momenti  più  significativi  e  più  caratterizzanti    rendendoci,in  una  certa  misura ,partecipi  delle  sue  avventure!!     Tali momenti rivelano la vita in una singolarissima  intensità  che  la  nostra  artista  sa    registrare , decodificare,  metabolizzare , e  poi  tradurre    in  immagini  con  levità  e  astuzia  iconografica!!. Con  Doisneau  dicevamo    in  esordio:
“Ci sono immagini che valgono mille parole”; si  avverte,infatti,  immergendosi- toto  corde-,e  senza  riserve,  nel  suo  sublime  mondo  iconico-simbolico , spesso  condizionato  dalla  dimensione  onirica  del  suo  vissuto,l’evocazione personalizzata   e  il  richiamo  culturale  delle  correnti  pittoriche  più  note:dal  simbolismo,al    cubismo  e  al  futurismo.Per  essere  stata  una  provetta  professoressa  di  storia  dell’arte  padroneggia   l’intero  corso  della   storia  dell’arte  europea,e  non  solo,con  disinvoltura,sussumendone    gli  aspetti  stilistici  a  lei  più  congeniali  nelle  varie  fasi   della  sua  evoluzione  artistica,rinvenibili  nella    sua poetica .Siamo di fronte a un'impressionante lezione di saggezza, sia a livello culturale, sia sul piano spirituale.
Nell'architettura della    sua  ormai  vasta  e  significativa  produzione  artistica,apprezzata  in  tutto  il  mondo  con esiti critici    oltremodo  positivi  e  incoraggianti,, il posto centrale  è  tenuto  dalla  domanda  retorica,  se  si  vuole,  ma   coerente  con  gli  interrogativi  impliciti  ed  espliciti   presenti  nelle  tele  della  nostra  artista:  "Che cosa può ridare entusiasmo e fiducia, che cosa può incoraggiare l'animo a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull'orizzonte, a sognare una vita degna delle sua vocazione se non la Bellezza?Trovo  la  risposta  a  tale  inquietante  e  drammatica  domanda  – sollevata  ripetutamente  e  sempre  con  argomentazioni  cogenti  da  Benedetto  XVI° ,e  ripresa  dagli  spiriti  forti       della  nostra  tradizione  culturale –   nelle  tele  di  Liliana  Vinci,   la  cui  bellezza,in  quanto”  entità  trascendentale  attrae, smuove il cuore, prende e trasfigura” e  di  questo ne  è pienamente    consapevole Lo  si  deduce    dall’impegno  che  pone  nel  rappresentarla  in  tutte  le  sue  tele    ,selezionando, di  volta  in  volta,  tematiche  di  attualità  quali  opportunità  speculative  pregne  di  significato  esistenziale."La bellezza è lo splendore della verità".La  pittrice  ci consiglia di divenire, attraverso il cammino della contemplazione, simili alla bellezza stessa:  Ricevendo  il flusso della bellezza  delle  sue    opere attraverso gli occhi. Questo flusso riscalda e irrora l'essenza del  nostro  essere  al  mondo".
 L’arte  della  pittrice  pontina   agisce in modo duplice, prima attraverso   immagini  di  prima  acchito    problematiche  e  difficilmente  decodificabili, e poi come fonte materiale di un'energia direttamente utilizzabile per il progresso spirituale. In verità, nelle  sue  opere, lo statuto della bellezza si sposta dal puro piano estetico, visuale, immanente   a  quello  esistenziale.
Nei  suoi  quadri, la bellezza non è” un attributo, un campo a parte,una moneta di scambio, un conforto, una tecnica, un codice simbolico, un artificio, una specialità, un supplemento, come se l'essere e la bellezza si potessero, in qualche modo, separare”. La bellezza è una” metafisica concreta”, una esperienza visiva, un punto di unione fra il mondo invisibile delle  sue  allucinazioni,delle  sue  visioni  e  dei  suoi  sogni,e il mondo visibile. Il cosiddetto ritorno alla “Via pulchritudinis” non si può confondere con le derive decorative che fanno la gioia di   quanti  sono  soggiogati  dall’apparire  più  che  dall’essere,dal  barocchismo  approssimativo    alla  moda  del  momento,creata  artificialmente  dal  mercato.La forma,infatti, non sarebbe bella se non fosse, fondamentalmente, annuncio e manifestazione di un'esperienza autentica.;, il ritorno alla bellezza per  Liliana  Vinci  non  avviene senza la scoperta di un cammino che "ci conduce a cogliere il Tutto nel frammento, l'Infinito nel finito, Dio nella storia dell'umanità “;perciò,  la  sua  arte,unanimemente  apprezzata,    svolge un’interessante  funzione  pedagogica  di  tipo  prevalentemente  performativo  e , nello  stesso  tempo,  genera  mutazioni  cognitive   sempre  più  coerenti  con  lo “ Zeit-Geist””  del  presente  momento  storico,  e , quindi,  più  capaci  di  incidere  nei  processi  evolutivi  e migliorativi  della  società  civile!!!.
"La bellezza salverà il mondo" afferma il principe Miskin in L'idiota di Dostoesvkij. Ma la rivelazione della bellezza che ci salva si scopre all'inverso. . Non c'è bellezza che non sia tessuta con lo scandaloso mistero della  sofferenza. Se crediamo nell'aforisma che considera la bellezza come” lo splendore della verità”, allora dobbiamo accettare che” la bellezza più alta è, in definitiva, una bellezza "senza bellezza", la bellezza della vittima,dell’emarginato,del  periferico,del  pellegrino  ,dell’esule, la bellezza del giusto  ed  è  questa,a  mio  avviso  ,l’avvertenza  della  nostra artista,con  le  sue    circolarità  e  sfericità

che  preludono  alla  verticalità ,direzione  evolutiva  dell’essere  al  mondo  nella  sua  specificità  di “ homo  viator „,  in  cerca  costante  di  senso  esistenziale..  …Nel  suo  vagabondare  tra  i  sentieri  dell’arte    fissa  nelle  tele ,con  l’arguzia  e  la  saggezza  della donna    impegnata,con piglio  antiretorico,onestà  intellettuale,l’idea  che  la  bellezza    agisca in modo duplice, prima attraverso lo shock  provocato  dalla  memoria, e poi come fonte materiale di un'energia direttamente utilizzabile per il progresso spirituale;  sta  proprio  in  questa  duplice  azione/reazione    la  soluzione  dell’equazione : Ragione /spiritualità.Sono  immagini che  appaiono  sempre  di  grande  attualità,di  una  bellezza  tal volta  senza  sorriso,ma  sempre  limpide  e  pregne  di  significati  profondi  che  suscitano  speranza  e  non  certo  malinconia,che  tracima  poi  in  melanconia!La  pittrice  è  incurante  di  se  stessa  e  insensibile  all’elogio,è  solo  interessata alle sue  opere  ,al  loro  destino,e  alla  loro  pregnanza per  gli  interlocutori  del  momento   :umiltà  di  grande  donna.  “Come  è  grande  il  pensiero  che  veramente  nulla  è  a  noi  dovuto”! (Pavese) Immagini  mobili  e  varie  unite  tra  di  loro   da  un  sottile  e  non  sempre  immediatamente  percepibile  disegno  spirituale:immagini  che  trasmutano  di  colore,  che  si  abbigliano  di  volta  in  volta,secondo  detta  l’ispirazione con mutevole  fantasia , e modificando,  con   insolito  ingegno,  secondo  la  prospettiva,talora  civettano  con  chi  guardagenerando   provocazioni  intellettuali   nell’ uomo    di  per  sé    struttura  di  mendicanza:    Che  cerca,che  chiede,che  sogna :tristezza…..  desiderio…….speranza………………..Spesso  il  fruitore  della  sua  produzione  artistica  ,con  spiccata  curiosità  intellettuale,  quale  “lector  in  fabula”,penetra  le  trame  che  nelle  tele   si  dispiegano  in  maniera  originale,   sempre  rigorosamente  costruite  con  la  sperimentata  maestria  e  ,utilizzando   contenuti  austeri  e  stimolanti,  e  costruisce , a  sua  volta , una  storia,  una  fiaba  che    ieri  lo  illuse…  e  che  ora    lo  provoca  e  gli  suscita     pensieri  pensati  di  forte  spessore  speculativo,  finalizzati  al  ri-orientamento  esistenziale  e  al  rinnovamento  dello  spirito! Le  sue  storie   tentano  di  sedurre    non  certo  con    infingimenti  di  donna,bensì  con  l’ intelligenza  del  cuore,riuscendo,coi  suoi  ormai  robustie  collaudati  registri  iconografici  a  insinuarsi    nelle  menti  degli  interlocutori  del  momento   e  coinvolgere  le  loro  anime ..vom  Herzen,es   moge  wiedere,zu  Herzen  gehen   :aforisma  di  Goethe,  che     meglio  di  ogni  altra  riflessione  critica , ancorché  meditata,dà  l’idea  del  valore  speculativo  della   sua   pittura    sempre  in  progress,alla  ricerca  di  stilemi  pittorici  più  cogenti  e  più  efficaci  nel  tradurre  le  sue  elucubrazioni  mentali  in  immagini…stimolanti  e  provocanti!

La  geniale Liliana  maneggia   d’istinto  le  emozioni    delmomento,talora  occasionali,tal’altra  volutamente  ricercate  e  vissute  , e  poi  le   traduce     in  corpose  immagini,utilizzando  con  perizia  ed  equilibrio  cromatico  la  sua  tavolozza,che  dal  rosso  intenso(suo  colore  preferito)passa   gradualmente  al  bianco,al   verde  e  al  blu…. Crede  nell’avventura  umana , sempre  inebriata dalla  complessità  e  dalla  vastità  delle  problematiche  affrontate,e  con  mestizia,umiltà  e  acume  ,mai  sorpresa  dagli  eventi  epocali ,(vedi attentato  torri  New  York)

che  reinterpreta  con  sensibilità  di  donna  ,fissando  nella  tela  persino      i “ loquaci  silenzi “ di  un  mondo tragicamente  in  mutazione    in  senso  involutivo,   fino  a  indurre  talora  alla  disperazione!!  Sta  proprio  qui  il  fascino  del suo  apprezzabilissimo  estro  pittorico,del   suo  intrigante  coinvolgimento ,del  suo    essere  occasione  di  riflessioni  profonde    proiettate    verso  orizzonti  chiarificatori  della  turbolenta  e ,talvolta,  alienante  civiltà  del  presente  momento  storico.Conclusivamente,e  col  cuore  pieno  di  speranza,ancora  più  corroborata    dalle  stimolazioni  iconografiche  e  scultoree  della  Vinci,consapevole  con  l’artista  che”  l’espoir  c’è  un  desespoir  surmontè “,e  che l’arte  in  genere  e  la  pittura  in  particolare,suscitano  di  per  sé  nell’  io(  luogo  della  natura  dove  viene  affermato  il  significato  del  tutto – Giussani)aspirazioni  e  convinzioni    finalizzate  al riconoscimento  del  compito  che  ogni  persona è  chiamata  a  realizzare  per  il  bene  comune , mi  piace  richiamare  l’affermazione  di  Kafka:chi  mantiene  la     capacità  di  vedere  la  bellezza  non  invecchia  mai!!e   la  Vinci,  con  le  sue  mirabili  opere,col  suo  rigore  di  ricercatrice sempre  vocata  alla  scoperta  di  nuovi  sentieri  culturali,con   arditi  propositi  euristici  che  sfociano   spesso   in  esiti    interessanti  e  condivisibili,  ce  ne  offre,ancora  una  volta,  significativa  occasione!

E  per  questo  Le  siamo  affatto  grati!!!!!

Saro  Borgia

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