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La scuola decapitata

C’era una volta la scuola! Adesso c’è qualcosa che continuano a chiamare scuola, ma non è più scuola.

Una volta i ruoli erano ben definiti, e questo semplicava la vita: il professore faceva il professore, l’alunno faceva l’alunno e quando prevaricava arrivava il genitore, magari con una sberla, e rimetteva il figlio al posto giusto.

Oggi le sberle non si usano più… per fortuna! Altrimenti a prenderle sarebbero i professori, dato che i genitori, incapaci di svolgere il loro ruolo, si adattano a fare gli "amiconi" e si sono coalizzati coi figli contro la scuola.

Fin qui è il segno dei tempi… è l’evoluzione della specie, potremmo dire. Ma c’è dell’altro! C’è qualcosa che, nonostante ce l'abbiano spacciata per modernità ed efficienza, in realtà di moderno e di efficiente non ha proprio nulla.

Prendi il preside per esempio; prima c’era questo essere mitologico e terribile tra le cui fauci si veniva spediti di tanto in tanco con una bella nota sul registro. Poi il preside l’hanno tolto e al suo posto ci hanno messo il dirigente, figura moderna e dinamica presa a prestito dall’efficientissimo (?!) mondo imprenditoriale, non senza averlo prima spogliato di tutti i poteri che gli avrebbero consentito di fare decentemente il suo lavoro.

Coi dirigenti la scuola avrebbe dovuto fare il salto di qualità – ci avevano detto! Quanti poteri hanno i dirigenti! Adesso sì che avremmo avuto altrettanti dei ex machina capaci di far funzionare la scuola! Ma in Italia – ricordatevi – le cose non sono mai quelle che sembrano: la presunta autonomia e i presunti poteri sono stati in realtà svuotati di ogni contenuto pratico sin dall’inizio. Quale potere effettivo ha infatti un dirigente se non può scegliersi i collaboratori? Come può far funzionare la sua scuola se non può assumere e/o licenziare un insegnante o un bidello? Come può essere autonomo se non ha un Euro in cassa e non può comprare la carta igienica per i cessi?

Ma, almeno fino allo scorso anno, li avevamo i dirigenti; ora non abbiamo nemmeno quelli. Sotto i colpi spietati delle scuri della Gelmini e di Tremonti adesso abbiamo la metà delle scuole senza una guida. Beh, in teoria il dirigente ce l’hanno tutte le scuole, solo che ogni dirigente deve dividersi in due plessi scolastici. Meglio della moltiplicazione dei pani e dei pesci! Peccato che non funziona!

Capite da soli che questi dirigenti-sdoppiati non sono proprio degli automi senza emozioni che riscono a dividersi equamente tra le due strutture o che riescono a innamorarsi equamente delle due realtà: più spesso sono persone che hanno diretto per anni un plesso che – dall’oggi al domani – si sono visti assegnare anche un’altra scuola. Molti hanno dovuto cercarla con google-map la loro seconda scuola. È ovvio che molti di questi dirigenti continuano ad “amare”, ad inetressarsi e a vivere nella loro sede storica, mentre l’altra scula diventa solo un fastidio che non vogliono o non sanno gestire.

Si capisce che un dirigente che deve dividersi in due scuole diverse, magari distanti l’una dall’altra non può fare un buon lavoro in entrambi. Vorremmo che la Gelmini ci spiegasse se ha già chiesto al Padreterno di concedere il dono della bilocazione ai suoi dirigenti scolastici. Nel frattempo cara ministro Gelmini, in attesa del dono del Signore, sappia che i dirigenti stanno scegliendo in quale Istituto risiedere e stanno abbandonando l’altro al suo destino. Così abbiamo scuole che andavano discretamente bene, curate amorevolemente da dirigenti capaci e motivati che improvvisamente si sono ritrovate allo sbando.

Noi a Latina, ad esempio, abbiamo varie scuole decapitate, sia in città sia nei borghi, abbiamo testimonianze di genitori, bidelli, professori e vicepresidi allo sbando. Senza una guida certa alcune scuole rischianao l’anarchia. In alcune di queste scuole dimenticate c’è un dirigente-dimezzato (o sdoppiato?) che piomba addosso al personale una volta a settimana, fa una sfuriata, urla a destra e a manca, critica, inveisce, impartisce direrttive assurde e poi sparisce per un’altra settimana lasciano il personale docente, i bidelli, i genitori e gli studenti disorientati e sconfortati.

Abbiamo sentito di genitori che dall’inizio dell’anno scolastico non sono ancora riusciti ad avere un appuntamento col dirigente, poiché questi è sempre nell’altra scuola, quella del cuore.

A questi dirigenti che piombano una volta a settimana e firmano direttive assurde (tanto poi non si fermano abbastanza a lungo per vivere il disagio – o il disastro – che tali direttive creano) poichè loro tornano nella loro scuola del cuore, vorrei dire di darsi una calmata e di dividere un po’ più equamente il loro tempo (e la loro tempera) tra le due scuole che hanno la sventura di dover dirigere.

Alla Gelmini vorrei dire di smettere di affossare la scuola pubblica! Che ne sarà dei nostri figli, cara ministro? Dovrebbe saperlo persino lei che un popolo che non investe nelle giovani generazioni è un popolo destinato all’estinzione. Ed è proprio ciò che succederà agli italiani.

Salvatore Antoci

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Nessuna risposta

  1. Vincenzo ha detto:

    Questa nuova figura si chiama REGGENTE.

    In pratica con poche decine di euro (in quanto al Dirigente-reggente viene dato un compenso aggiuntivo),   la famigerata coppia Gelmini-Brunetta ha decapitato la guida di migliaia di Istituti scolastici a scapito della qualità del servizio.

    E una volta che ci troviamo facciamo fare i reggenti ai Comandati del Vigili Urbani, Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, Finanza  ecc.ecc….. e perchè no, anche ai Sindaci.