• Senza categoria

Zaccheo: vicini e solidali con l’abruzzo

ZACCHEO: VICINI E SOLIDALI CON L’ABRUZZO

 

“Ho ritenuto di dover convocare in seduta straordinaria il Consiglio Comunale per testimoniare la solidarietà e la vicinanza di Latina con le genti abruzzesi duramente colpite da un terremoto di devastante violenza. Ringrazio i consiglieri comunali per la  compatta presenza e la sensibilità dimostrate in quest’occasione che rafforzano ancor più e fanno diventare corali i sentimenti di cordoglio della città verso il martoriato Abruzzo.

L’Italia si ferma. In segno di lutto per commemorare le centinaia di vittime del terremoto, uno dei più devastanti di questo millennio, come ha affermato il sottosegretario Bertolaso, responsabile della Protezione Civile, un’istituzione di cui oggi dobbiamo andare fieri ed essere orgogliosi per la tempestività e l’efficacia operativa dimostrate che hanno consentito di salvare molte vite umane altrimenti destinate ad allungare il doloroso numero delle vittime.

Con l’Italia anche Latina si ferma. E’ presente in spirito, con il cuore e con la mente all’Aquila, dove si stanno celebrando i funerali di Stato, per testimoniare la sua solidarietà italiana e umana, il suo profondo cordoglio con le generose genti abruzzesi, portatrici di valori, ricche di cultura, di storia, di tradizioni, di ingegno e di laboriosità  che in ogni parte del mondo si sono affermate e hanno tenuto alto l’onore dell’Italia.Ancorchè in una circostanza dolorosissima e straziante come la disastrosa calamità vissuta, è consolatorio dire che questa volta abbiamo visto lo Stato.Non era mai accaduto prima. Il Presidente Napolitano non ha avuto bisogno di fare discorsi in Tv a reti unificate.La protezione civile di Bertolaso si è confermata una delle macchine più efficienti della Repubblica. Le forze di Polizia sono state mobilitate in poche ore. I nostri vigili del fuoco, angeli delle macerie, hanno mostrato lo stesso coraggio di quelli di  New York l’11 settembre. I volontari non hanno avuto tempo di chiedersi cosa fare e dove andare.Lo Stato presente all’Aquila ha mostrato tutti i suoi volti. E’ stato solidale e vicino a chi ha perso tutto, ha cercato di impedire che si diffondesse il panico, ha mobilitato risorse e le ha coordinate, è stato severo verso i malintenzionati.Il volto dell’Italia che viene fuori dai primi giorni post terremoto è quello di un Paese ferito ma non piegato.C’è anche l’immagine di un Paese orgoglioso. All’emergenza pensiamo noi –questo il messaggio forte che in queste ore l’Italia sta dando a tanti governi che generosamente si sono offerti per alleviare le sofferenze in questa drammatica congiuntura – ma aiutateci nella ricostruzione investendo su di noi.E’ stato bello vedere che di fronte ad eventi come un terremoto di questa entità non c’è colore politico che tenga. Al di là della solidarietà bipartisan è stato dimostrato che quando c’è in ballo il bene vero dei cittadini, il loro futuro, l’interesse nazionale, vengono meno ideologie e appartenenze politiche come si conviene in una democrazia matura dove si fa sintesi degli interessi legittimi di cui sono portatori enti territoriali, istituzioni, forze politiche, sociali, produttive.Viviamo ancora immersi in scenari spettrali, il lavoro da fare è infinito ma dobbiamo avere consapevolezza degli obiettivi che ci attendono. Forti devono essere lo spirito e la volontà della ricostruzione sociale dell’Abruzzo. Occorrerà ridare anima ai luoghi più belli e oggi disperati. Dobbiamo restituire a quella gente passione per la vita con l’impegno per la difesa doverosa, necessaria, ostinata delle radici, dell’identità, della  memoria.E’ su questi valori, su questi obiettivi, su questi progetti che dobbiamo sentirci tutti impegnati per tornare ad alimentare la speranza di un veloce riscatto della terra  d’Abruzzo  popolata da gente caparbia e tenace, col culto del lavoro nel suo dna. Questo fa bene sperare per la capacità di reagire a questa immane tragedia.Abbiamo il dover di accompagnare e stare vicino alle popolazioni abruzzesi consapevoli come siamo che una scossa tellurica è anche una scossa interiore. Una cicatrice collettiva che segna la vita, che non riguarda solo l’immediato ma che ha ripercussioni per mesi, per anni. Occorre un esame di coscienza collettivo, come ha ben sottolineato il Presidente Napolitano. Allora è il momento di rimboccarci le maniche. Tutti. Come istituzioni, forze politiche, sociali, produttive, culturali e come singoli. Il terremoto sia davvero occasione di riscatto nazionale”.          On. Vincenzo ZaccheoSindaco Comune di Latina

Potrebbero interessarti anche...