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La scoperta di D’Ambrosio e Casson

Da: luigi gallo
Data: 14/10/2008 15.14.49
Oggetto: Leggete bene

Due parlamentari dell'opposizione che se ne intendono: Gerardo D'Ambrosio e Felice Casson, ex magistrati entrambi, hanno fatto una bella scoperta.
Che cosa hanno scoperto? Che l'altro giorno, infilato nella norma che incentiva i magistrati che si recano nelle sedi disagiate con aumenti di stipendio, hanno inserito un piccolo codicillo che abroga una norma approvata nel 2007 dal governo Prodi.
Cosa diceva quella norma? Che i magistrati non possono ricoprire incarichi direttivi oltre i 75 anni se sono stati reintegrati in base alla legge che consentiva ai funzionari pubblici, sospesi o dimissionari per processi o condanne, che poi venivano assolti e potevano essere reintegrati.
In caso di reintegro, comunque il magistrato non può ricoprire incarichi direttivi se ha compiuto 75 anni.
Uno dirà: 'ma di chi stanno parlando? Fate nomi e cognomi!'.
Chi è il magistrato che è stato reintegrato dopo che si era dimesso perché era stato condannato, poi era stato assolto ed è ritornato in carica e ha compiuto 75 anni? Non ce ne sono mica tanti: ce n'è uno.
Si chiama Corrado Carnevale.
E' una vecchia conoscenza, soprattutto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che lo consideravano l'avversario numero uno.
Subito dopo la mafia c'era colui che alla presidenza della prima sezione penale della Cassazione si incaricava di cassare, annullare, decine di sentenze di condanna emesse dai giudici di Palermo nei confronti dei capi mafia.
Ma non solo di quelle di Palermo: assolveva anche i clan processati e condannati a Torino, ad esempio.
Sempre con cavilli, virgole mancanti, timbri incompleti. Era il re del garbuglio. Lo chiamavano 'l'ammazza sentenze'.
Secondo alcuni testimoni, suoi colleghi in Cassazione e alcuni pentiti di mafia questo signore non annullava le sentenze perché andavano annullate ma perché era d'accordo con la mafia.
Si è fatto un processo, Carnevale è stato assolto in primo grado, condannato in appello e poi la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza.
Senza rinvio vuol dire che non ha disposto un nuovo processo in appello, come spesso avviene, ha annullato definitivamente stabilendo che le prove utilizzate dalla Corte d'Appello, quelle decisive, non erano più utilizzabili.
Come mai? Dei colleghi di Carnevale in Cassazione, che raccontavano di come lui facesse pressioni per ottenere l'annullamento delle condanne dei mafiosi anche quando non c'entrava niente perché non presiedeva il collegio – figurarsi quando lo presiedeva… c'erano racconti di suoi colleghi che dicevano: 'quando eravamo in camera di consiglio lui ci diceva di annullare'. Ma anche quando non era in camera di consiglio chiamava alcuni colleghi e diceva: 'mi raccomando, annullate'.
La Corte ritiene utilizzabili queste dichiarazioni nel senso che ritiene, come si era sempre ritenuto fino a quel momento, che se in camera di consiglio dove vige il segreto più assoluto – nessuno può rivelare cosa succede in camera di consiglio – si commettono dei reati, metti che il presidente malmena uno degli altri giudici, il giudice quando esce con l'occhio nero potrà dire 'mi ha menato il presidente'… anche se la camera di consiglio è segreta, se si tratta di scoprire se sono stati commessi dei reati e chi li ha commessi si può divulgare cosa è avvenuto.
La Cassazione, sconvolgendo e ribaltando questa impostazione originaria, ha detto no: 'non si può rivelare nulla della camera di consiglio, nemmeno quando si tratta di processare qualcuno per qualcosa fatto all'interno della camera di consiglio'.
Quindi ha dichiarato inutilizzabili le dichiarazioni dei magistrati di cassazione che dichiaravano di aver subito pressioni in camera di consiglio da Carnevale.
Quindi, se la prova non vale più perché sono cambiate le regole durante la partita è evidente che a quel punto Carnevale, anche per questo motivo, è stato assolto.
La Corte non si è accorta di un altro fatto: alcuni colleghi di Carnevale, che lo accusavano, non raccontavano di pressioni avvenute dentro la camera di consiglio.
Raccontavano di pressioni che faceva quando non stava in camera di consiglio, perché non presiedeva il collegio.
Erano pressioni avvenute fuori e dovrebbero essere utilizzabili.
Han fatto un fritto misto, han messo tutto dentro, hanno detto che era tutto inutilizzabile e, anche per questo motivo, Carnevale è stato assolto.
A questo punto, dopo la condanna in appello, si era dimesso dalla magistratura, altrimenti il CSM l'avrebbe comunque sospeso o cacciato.
Dopo che la Cassazione lo ha assolto, lui ha ottenuto una legge per poter rientrare in magistratura dopo che si era messo in prepensionamento.
Legge che ha approvato la maggioranza di centrodestra nel 2003, con voti delle solite teste di cavolo di una parte del centrosinistra che quando si tratta di dare una mano nelle porcate non si tira mai indietro.
Questa maggioranza trasversale riportò Carnevale in magistratura, alla Cassazione, a presiedere una sezione della Cassazione.
Per il momento sezione civile, prima stava nel penale.
Ma non è che l'assoluzione della Cassazione cancella i fatti.
Per esempio, indagando su di lui i magistrati di Palermo l'avevano intercettato per un certo periodo e l'avevano sentito, subito dopo la morte di Falcone e Borsellino, parlare di loro con dei suoi colleghi.
Carnevale, in quelle telefonate intercettate, li chiamava – Falcone e Borsellino, i martiri dell'antimafia – 'i Diòscuri', come se fossero Castore e Polluce.
Li prendeva in giro, da morti. Diceva che erano 'due incapaci, con un livello di professionalità prossimo allo zero'.
Chiamava Falcone 'quel cretino', 'faccia da caciocavallo' – cioè faccia da #CENSURA#, detto molto chiaramente, è un modo di dire siciliano – e aggiungeva: 'io i morti li rispetto, ma certi morti no'.
Falcone e Borsellino manco da morti, li rispettava.
Aggiungeva: 'a me Falcone non è mai piaciuto'. Poi insinuava che Falcone avesse messo sua moglie, Francesca Morvillo morta anche lei a Capaci, nella corte d'Appello di Palermo per far confermare le condanne che Falcone otteneva in primo grado.
Lo accusava di aggiustare i processi, diceva al telefono, per 'fregare qualche mafioso'. Secondo lui condannare i mafiosi significava fregarli.
Questo lo diceva lui. Tant'è che quando l'hanno interrogato gli hanno chiesto: 'ma lei conferma le cose che ha detto?' 'Si si, io contro di loro ho un'avversione che non è venuta meno neanche dopo che la mafia li ha ammazzati'.
Questo è il soggetto che in base a questa legge è tornato in Cassazione.
Ma c'era questa norma, fatta dal centrosinistra, che almeno ci metteva al riparto dalla beffa delle beffe. Carnevale è più vecchio di tutti proprio perché l'hanno reintegrato quando era over quota.
Il fatto che sia il più anziano degli altri lo pone in vantaggi in un'eventuale corsa alla presidenza della Cassazione.
Adesso un presidente c'è, si chiama Carbone, ma va in pensione nel 2010 e Carnevale lascerà la Cassazione nel 2013, quando avrà 83 anni.
Dagli 80 agli 83 anni, quando andrà in pensione Carbone, chi sarà il candidato unico, il più anziano, che ha più titoli per diventare primo presidente della Cassazione, il magistrato più importante d'Italia, quello che sta al vertice della piramide della magistratura sopra il quale non c'è più niente?
Sarà Carnevale.
In base a questa legge che stabilisce che anche se ha compiuto 75 anni ed è stato reintegrato, può diventare dirigente di un ufficio. Può diventare il primo presidente della Corte Suprema di Cassazione.
Così quando un famoso annullatore di sentenze come questo andrà a presiedere la Cassazione, tutti quelli che hanno delle sentenze che stanno per arrivare in Cassazione e che sperano che siano annullate, avranno buone speranze di ottenere il loro bravo annullamento.
Questa è la sesta legge ad personam che passa in Parlamento.
Vi preannuncio che ne avremo presto, probabilmente, una settima.
Adesso devono rinnovare la Corte Costituzionale perché c'è un membro che si è dimesso da un anno e mezzo. E' un ex avvocato di Berlusconi, si chiama Vaccarella.
Era il civilista di Previti e Berlusconi. Si è dimesso un anno e mezzo fa, non l'hanno ancora sostituito ma ora c'è un pressing per sostituirlo.
Con chi lo sostituiranno? Il candidato favorito è il penalista di Berlusconi, l'avvocato Pecorella, che sta in Parlamento.
L'avvocato Pecorella è però imputato a Milano per favoreggiamento nei confronti di Delfo Zorzi, a sua volta imputato a Brescia per la strage di Piazza della Loggia.
Secondo l'accusa, Pecorella e l'avvocato di un pentito, Martino Siciliano, avrebbero pagato questo pentito per ritrattare le accuse a Zorzi sulle stragi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia.
Di qui per entrambi, l'altro si chiama Maniacci, l'accusa di favoreggiamento nei confronti di un imputato di strage.
Non era mai capitato nemmeno in Italia che un imputato di favoreggiamento di un presunto stragista venisse promosso a giudice costituzionale.
Ma quando lo diventasse, pensate cosa succederebbe: avremmo un giudice costituzionale che ogni tanto va a un processo dove deve rispondere di favoreggiamento nei confronti di un presunto stragista.
A quel punto ricominceranno a dire che non solo per il capo del governo, dello Stato, per i presidenti di Camera e Senato ci vuole quella tranquillità, che sicuramente uno che ha dei processi non può avere per svolgere il suo mandato, ma anche per i giudici costituzionali bisogna prevedere l'immunità almeno durante l'esercizio delle funzioni.
Quindi si tornerebbe indietro, al lodo Schifani che diversamente dal lodo Alfano immunizzava anche il presidente della Corte Costituzionale e perché no, a quel punto, tutti i suoi membri, come inizialmente voleva fare Alfano.
Voi vedete come una legge ad personam ne figlia tante altre.
E' come una smagliatura che se non viene immediatamente rammendata comincia a dilatarsi e diventa una voragine.
Ecco perché la smagliatura, cioè il Lodo Alfano, fa immediatamente ricucita con l'abrogazione o per via referendaria o per via del respingimento della Corte Costituzionale, perché a furia di fare una legge ad personam dopo l'altra alla fine le uniche 'personas' che non otterranno mai giustizia saremo noi cittadini comuni.

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Nessuna risposta

  1. MarmaLT ha detto:

    ‘Leggete bene’, con questo invito ci ammicca Luigi Gallo… Si ho letto, ma “era tutto già noto”, rispondo.  Mi spiego meglio  in questo Paese, mi spiace per molti che non la pensano così, si è instaurata una dittatura soft, non sono certo io a dirlo, ma qualcuno che conosce questo Paese meglio di me, mi riferisco all’Onorevole Antonio Di Pietro. Questa lettura ci insegna molto e devo dire grazie a Luigi Gallo, per avercela sottoposta all’attenzione. Se ce ne fosse stato ancora bisogno per coloro che non hanno capito, leggete attentamente l’ultimo capoverso di quella notizia che, comunque, vi trascrivo: Ecco perché la smagliatura, cioè il Lodo Alfano (*) , va immediatamente ricucita con l'abrogazione o per via referendaria o per via del respingimento della Corte Costituzionale, perché a furia di fare una legge ad personam dopo l'altra alla fine le uniche 'personas' che non otterranno mai giustizia saremo noi cittadini comuni. Ora qualcuno opporrà che hanno conseguito la maggioranza con libere elezioni… Beh! Libere non direi una TV Rete 4 parla 24 ore al giorno di Lui, le altre due Mediaset, parimenti parte delle Reti Nazionali, non certo ne parlano poco e la stampa- quella della carta stampata-? Beh! Non sono certo da meno… un giornale che sa di ‘La Torre di Guardia’, te lo ritrovi ovunque quale ‘Il Giornale’, ma non da meno sono gli altri. Si dirà ma Lui impegna molto danaro per ciò… si quello conseguito grazie a compare di matrimonio, morto in esilio ‘volontario’, oppure quello che ha conseguito grazie ai risparmi derivati dalle ‘leggi ad personam’.. potrei snocciolare ancora i grani di un rosario non di ‘cinque decine di Ave’, ma di decine e decine… di Ave. Beh! Mi fermo qui, per fortuna che quella lettura, donataci da Luigi Gallo,  ci dice molto delle smagliature inaugurate nel primo quinquennio del Nuovo Ventennio.
    Mario BERNARDIS – Segretario Cittadino  ITALIA DEI VALORI -.

     (*) Firmate la raccolta di firme per il Referendum abrogartivo del 'Lodo Alfano'.

  2. renatosd ha detto:

    Sottoscrivo tutto dei due interventi precedenti e non è un caso che SD raccoglierà ufficialmente le firme per il referendum abrogativo del Lodo Alfano, perchè queste questioni sono nel nostro DNA e le andiamo dicendo da tempo, sul giudice Carnevale poi vorrei dire molto, avrei avuto molto da dire a suo tempo ma oggi coinvolgerei anche terze persone (era collega di mio padre in Cassazione) e non potrei più essere preciso, puntuale ed opportuno come si conviene sui fatti, per cui mi limito al giudizio politico e morale avverso una pesona il cui comportamento giudico pessimo, deprecabile rispetto ai valori ai quali penso che in molti possiamo riconoscerci – ben al di la degli schieramenti politici – in tal senso l'intervento di Luigi ne è la prova. La legalità non è patrimonio di una parte ma di tutti e come tale da tutti va difesa.

    A margine (e non credo di essere OT) vorrei girarvi l'invito per domani alla "CAROVANA ANTIMAFIE" 2008

    Iniziativa promossa da ARCI, Avviso Pubblico e Libera nazionali ed organizzata dai rispettivi coordinamenti locali.

    Tappe in provincia di LATINA: GIOVEDI 16 Ottobre

    – Ore 9:30-13 a LATINA, presso il Liceo scientifico E. Majorana:
    proiezione del film documentario "Biutiful Cauntri" sulle ecomafie a
    ridosso del Sud Pontino; interverranno l'autore Peppe Ruggiero
    (giornalista de "Il mattino" e curatore per Legambiente Campania del
    rapporto "Ecomafie"), Antonio Turri (referente Libera regionale) e
    Paolo Vescovo (referente provinciale).

    – Ore 18 a MONTE SAN BIAGIO, località Valle Marina, presso la
    parrocchia di San Giuseppe Lavoratore: ore 18 accoglienza, ore 18:30
    celebrazione eucaristica in memoria di tutte le vittime di tutte le
    mafie ed a seguire incontro-dibattito con Peppe Ruggiero, associazioni
    locali e cittadini (vedi l'ALLEGATO corrispondente).

    – Ore 21-24 a SEZZE, presso il centro sociale del monumento: "Festa
    dell'inclusione" per condividere un primo, una salsiccia ed un po' di
    musica con gli immigrati dei Monti Lepini (vedi l'ALLEGATO
    corrispondente).

    Per informazioni: tel. 338-77-62-103, e-mail [email protected]

    APPELLO congiunto dei promotori

    "Siamo insieme in carovana per:
    1. riaffermare i valori della Costituzione e della Dichiarazione
    universale dei diritti umani e
    2. ricordare che la vera emergenza sicurezza in Italia sono mafie e corruzione.

    E chiediamo che:
    1. siano restituiti con maggiore celerità alla collettività i beni
    sottratti alle mafie e ai corrotti con progetti di sviluppo e di
    cittadinanza;
    2. siano sostenute le vittime della criminalità organizzata e non,
    insieme ai loro familiari;
    3. sia incentivato e tutelato il ruolo dei collaboratori e dei
    testimoni di giustizia;
    4. siano denunciate le collusioni tra mafia e politica e colpiti i
    legami tra mafia ed economia;
    5. siano contrastate le ecomafie introducendo nel codice penale i
    delitti contro l'ambiente;
    6. sia riconosciuto ufficialmente il 21 marzo come la giornata
    nazionale dedicata a tutte le vittime delle mafie;
    7. siano finanziate e rilanciate politiche educative e giovanili che
    promuovano una cultura della legalità democratica, della solidarietà e
    della giustizia sociale;
    8. siano favoriti i processi di inclusione dei migranti che vivono nel
    nostro Paese e di quanti lasciano la propria terra in cerca di pace e
    lavoro;
    9. sia contrastata la riduzione in schiavitù, la tratta degli esseri
    umani ed il lavoro nero, attività legate agli interessi criminali
    delle mafie nel nostro paese;
    10. sia approvata una riforma del sistema radiotelevisivo, a partire
    dalla RAI, che favorisca l'accesso alla libera informazione dei
    cittadini e fornisca notizie e approfondimenti sui temi delle mafie,
    della corruzione e delle battaglie per la legalità;
    11. sia valorizzato il ruolo della partecipazione civile, antidoto
    all'esclusione sociale ed alle solitudini."

    all'appello dei promotori allego anche il comunicato stampa di adesione di SD che sarà presente con un volantinaggio:

    Il Coordinamento Pontino di "Sinistra Democratica per il socialismo Europeo" sostiene la
    Carovana Antimafie e manifesta il suo pieno appoggio e una sincera riconoscenza agli
    organizzatori Libera, Arci e Avviso Pubblico. La discussione e la denuncia pubblica sono le
    fondamenta per la lotta contro le mafie, perché questa è una battaglia culturale, prima ancora
    che giudiziaria e politica. Per questo noi di Sinistra Democratica riteniamo che un chiaro segnale
    potrebbe essere quello di dedicare in ogni comune della Provincia una piazza alla memoria di
    Falcone e Borsellino, soprattutto in un territorio come il nostro, dove le mafie convivono e
    proliferano. Secondo l'Osservatorio Tecnico Scientifico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, sono
    ben 61 cosche che agiscono nella nostra provincia, appartenenti alle maggiori organizzazioni
    criminali (camorra, cosa nostra, 'ndrangheta, sacra corona unita), controllando buona parte dei
    settori agroalimentari, industriali, edili e commerciali. Il loro più grande successo è stato
    mimetizzarsi, assicurarsi coperture e commistioni ad ogni livello, inserirsi nel tessuto economico
    della provincia, depresso e in forte recessione, aggiudicandosi il controllo di buona parte dei settori
    agroalimentari, industriali, edili e commerciali.
    Nonostante l'evidenza, dobbiamo tristemente registrare che qualcuno continua a ripetere che non
    c'è mafia a Latina!
    Come le tre scimmiette, questi signori non vedono, non sentono e non parlano dei numerosi
    episodi di cronaca che ci raccontano di sparatorie con omicidi e gambizzazioni, di incendi
    dolosi, di spedizioni distruttive organizzate ai danni di piccoli esercenti, di episodi di
    intimidazione. Costoro liquidano il tutto parlando di microcriminalità e addossando la
    responsabilità agli immigrati.
    Come le tre scimmiette, questi signori non vedono, non sentono e non parlano delle numerose
    indagini condotte dalla Magistratura, dalla Direzione Nazionale Antimafia, dalle Commissioni
    Parlamentari Antimafia, dall'Osservatorio della Regione Lazio e da tutte le Forze dell'Ordine che
    documentano la presenza radicata della criminalità organizzata nella Provincia di Latina.
    Estorsioni, racket, usura, traffico di stupefacenti, regolamenti di conti: i più coraggiosi
    ammettono che, sì, forse una piccola presenza c'è, ma non è così invasiva come denunciano
    questi allarmisti dell'Antimafia.
    Come le tre scimmiette, questi signori non vedono, non sentono e non parlano delle lottizzazioni
    selvagge, dei tir carichi d'immondizia che sbarcano nottetempo nel sud pontino nelle
    discariche abusive, degli appalti truccati, dei Comuni sospettati per infiltrazioni mafiose,
    delle indagini e degli arresti per voti di scambio. Del resto, come potrebbero?
    Noi di Sinistra Democratica vogliamo invece affermare a piena voce l'esistenza del problema,
    che di certo non si risolve con facili proclami e con dichiarazioni demagogiche, ma che trova nel
    silenzio e nell'omertà l'humus culturale in cui crescere e moltiplicarsi. Per questo mettiamo a
    disposizione della comunità tutte le nostre competenze per individuare le soluzioni adatte per
    contrastare l'illegalità e lo stato di insicurezza in cui verte la nostra Provincia.
    Trasparenza e legalità sono le nostre stelle polari nell'attività politica. Perché solo da qui passa la
    vera sicurezza. Contro le mafie tolleranza zero.

    renato malinconico – coord. prov. Latina SD

  3. MarmaLT ha detto:

    Resto, a volte, meravigliato che su temi scottanti come questo che è stato denunciato non vi sia attenzione da paret dell'utenza, ma che fosse già arrivato il tempo di non parlare per paura di ritrovarsi fuori la porta 'la politica' come si diceva una volta nel gergo stringato di quanti si opponevano al regime? Sarebbe veramente triste ciò.