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Zac!

Once upon a time, in a land far, far away…  

Ricordi di una vita fa, ricordi che si perdono nella foschia del tempo e dei sogni, ma nitidi, perché sono ricordi di cose che funzionavano bene. Ricordo un grosso furgone ducato bianco, di quelli col tetto rialzato, che si aggirava costantemente per le strade della città. Improvvisamente si fermava e scendevano due o tre operai. Ricordo ancora perfettamente quello che guidava, che doveva essere anche il caposquadra: alto, imponente, sbilanciato un po’ all’indietro per contrastare l’ampio l’addome! Scendeva dal furgone e sistemava subito un paio di quei cartelli "lavori in corso", e con quei cartelli prendeva possesso del tratto di suolo pubblico che necessitava di manutenzione. Poi insieme agli altri scaricava gli attrezzi necessari, la sabbia, il cemento… e si mettevano all’opera. A seconda dell’entità, l’intervento poteva durare pochi minuti, oppure molte ore. A volte dovevano tornare il giorno dopo per finire il lavoro. Quel furgone con quella squadretta, non erano mandati dal Comune, quelli erano “il Comune”! Erano la personificazione dell’Istituzione che si materializzava la dove era necessario. Lo vedevi da come parlavano e da come si comportavano: non facevano i discorsi a cui suiamo tanto abituati oggi, quei discorsi che tradotti vogliono dire: “mi hanno detto di fare questo, ma io non ho voglia di farlo. Quindi farò il minimo indispensabile, senza curarmi se quello che sto facendo risolverà o meno il problema.” No quelli molte volte aprivano un cantiere di loro spontanea volontà, perché avevano visto un segnale abbattuto dal vento, o una mattonella divelta, o una pietra fuori posto.

Stessa cosa per i giardini pubblici. C’era un giardiniere del Comune che abitava a tre porte da casa mia. Usciva ogni mattina alle sette e con la sua 600 grigia raggiungeva l’altro capo della città, dove c’era un bellissimo giardino all’italiana con lo stemma del Comune e la data corrente formati da siepi multicolore sapientemente scolpite. Quando passavo da lì per andare a scuola, normalmente verso le otto meno un quarto, il mio vicino di casa aveva già cambiato la data e stava curando amorevolmente il resto del giardino. Ricordo ancora che avena solo attrezzi manuali: il tosaerba, le cesoie, le forbici, la zappetta, una carriola… Niente motori, niente cavi elettrici! Il primo giorno del mese, dovendo "modificare" molte siepi, riceveva l’aiuto di un altro giardiniere normalmente impegnato altrove. Questo giardiniere, questo mio vicino di casa, mite e tenace, era anche lui la personificazione dell’Istituzione. Aveva il suo modesto stipendio, ma amava il suo lavoro e ci dedicava tutto se stesso.

Le stesse considerazione potrei farle per gli spazzini (ops, adesso non si dice più spazzino, ma a quel tempo questo era l’appellativo giusto!), per gli attacchini, etc. etc. Anche questi erano pezzi d’Istituzione. Anche questi svolgevano con amore e dedizione il loro lavoro. E la città era sempre in ordine, non c’era mai una buca, una mattonella fuori posto, un’erbaccia o una cartaccia… o un manifesto abusivo. 

1 agosto 2008, Latina… 

Il sogno è finito, e la realtà è cruda e spiacevole. La città è arsa dal sole e l’umidità fa sudare. Le strade sono sporche e polverose; cumuli di immondizia sono accatastate ovunque, mentre le improvvise folate afose sollevano cartacce e buste di plastica. Il limite delle strade non è ben definito, confuso com’è con le erbacce debordanti sui marciapiedi sconnessi e con la sporcizia che abbonda e ingloba tutto. Qui non ci sono personificazioni del Comune! Persino la personificazione per eccellenza, il Vigile Urbano, qui non personifica niente.

C’è un intero piano (un quarto piano mi pare) in un palazzo di Via Duca del Mare, di cui vorrei parlarvi. L’intero piano è accogliente e confortevole: i quadri alle pareti, l’arredamento moderno e l’aria condizionata a palla ne fanno un posto non molto diverso dal Park and Recreation Bureau di New York. Ma le somiglianze finiscono qui, perché a Latina le cose non vanno come a New York, almeno non per il verde pubblico. A Via Duca del Mare ad esempio non è ancora arrivata la notizia che l’erba cresce, né sanno, a Via Duca del Mare, dell'alternarsi delle stagioni! Vi sembrerà strano, ma è proprio così! Ogni volta che in primavera ciascun metroquadro non cementificato di Latina viene ricoperto dal fieno alto un metro, a Via Duca del Mare scoppia il caos.

– È cresciuta l’erba! – affermano attoniti gli impiegati e i funzionari, subissati, poverini, dalle richiese di alcuni cittadini insolenti.

 – Davvero? Ma come è possibile? Eppure l’avevamo fatta tagliare l’anno scorso! – replicano indignati alcuni dirigenti.

A questo punto l’usciere, infastidito da tanto frastuono, è costretto ad interrompere il sudoku e a fare una ricerca su internet. Dopo poche ore emette la sua sentenza: – L’erba cresce ogni anno, specie in primavera!

– Allora bisognerà assumere un consulente che possa studiare adeguatamente il problema. –conclude un dirigente.

Detto, fatto. Dopo poche settimane (e molte migliaia di euro) il consulente scartabella la soluzione: – Bisogna tagliare l’erba! – decreta dotto il consulente, mentre intasca la sua sostanziosa parcella!

– Davvero? – esclama sorpreso un dirigente – Presto allora! Mandate gli operai a tagliare l’erba.

– Ma, veramente Dottore, noi non abbiamo operai. Si ricorda che molti anni fa tutti gli operai sono stati promossi impiegati e assegnati alla sezione “sudoku” del Comune? – fa una vocina da dietro una scrivania stracolma di sudoku risolti.

– L’appalto! Bisogna dare un appalto! Come l'anno scorso! – dice risoluto un funzionario anziano.

– Appalto! Appalto! – urla il dirigente.

E si parte per dare l’appalto. Un’odissea che dura settimane, mesi, e intanto l’erba continua a crescere, si intreccia inestricabilmente con la spazzatura, e da rifugio a topi, zecche e scarafaggi.

 

A Via Duca del mare, ogni estate arriva puntuale un’altra grossa sorpresa, di quelle capaci di rovinarti le vacanze. Se non fosse che ormai si è persa la malsana abitudine di portarsi a casa i problemi dell’ufficio, figuriamoci in vacanza!

 

– Dottore non piove!

– Embé, che ci frega?

– Dotto’, si stanno seccando gli alberi!

– Gli alberi? Quale Alberi?

– Dottò, quelli dei parchi!

– Consulenza! Consulenza!Appalto! Appalto!

 

Ma prima che si fa l’appalto il problema è bello che risolto: gli alberi sono tutti morti, così a Via Duca del Mare possono tutti andare in vacanza con l’animo leggero.

 

Scene analoghe si ripetono nei vari uffici addetti alla manutenzione delle strade, alla segnaletica, all’edilizia scolastica, alle grandi opere (grandi opere!!!, ma mi faccia il piacere!), alla nettezza urbana o come diavolo si chiama oggi, all’assistenza sociale, alla pubblica istruzione, all’acquedotto… e su e giù per le scale dei vari palazzi pubblici. Un apparato elefantiaco incapace di tutto, persino di pulirsi i cessi. Appalto! Appalto! Consulenza! Consulenza!

 

…e intanto i nostri infaticabili politici scorrazzano da un capo all’altro della città, giulivi e spensierati, ed inaugurano un nuovo parco giochi qui, una nuova rotonda, lì, Zac! Tagliano il nastro per una nuova aiola a ponente. Zac! Tagliano il nastro per un chiosco a levante. Zac! Zac! Zac! è tutto uno sforbiciare.

 

Salvatore Antoci

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Nessuna risposta

  1. miknight ha detto:

    Sono perfettamente d'accordo con Salvatore, le istituzioni si apprezzano e si comprendono solo con esempi concreti che impattano sulla nostra vita di tutti i giorni: se per strada o nei parchi non si vede nemmeno l'ombra di un vigile che faccia un rimprovero, una multa, un sequestro, chi si curerà portare un minimo di rispetto alla cosa pubblica ?

    L'educazione civica a mio parere si fa soprattutto con queste cose, cioé con atti Istituzionali corretti e puntuali e presenza sul territorio.  

     Non è una cosa così difficile da fare, soprattutto in una città come Latina e non ci si può sempre nascondere dietro un dito, cioé dire sempre che i fondi non ci sono o che ci sono poche persone: anche con il poco che c'è si può fare molto e bene, ma ci vuole tanta buona volontà  e senso del dovere.