• Senza categoria

Io non posso entrare (in Q4-Q5)

Dovendo parlare nuovamente di barriere architettoniche ho vagato lungo le strade dei quartieri Q4 e Q5 alla ricerca di qualche miglioramento di cui scrivere, di qualche segnale incoraggiante da condividere, dell’evidenza di una mutata sensibilità di cui rallegrarci insieme. Dopo aver percorso molti chilometri e aver scattato decine di foto sono rincasato mestamente con le pive nel sacco e mi accingo adesso a scrivere il mio inutile articoletto. Un miglioramento l’ho trovato però: a Largo Locatelli sono stati collocati due nuovi parcheggi riservati ai diversamente abili, con tanto di strisce gialle, cartello e scivolo. Peccato che appena si arrampica sullo scivolo e guadagna il marciapiede, il nostro disabile in carrozzina trova uno schieramento di cassonetti della spazzatura e di campane per il vetro sistemate con precisione e determinazione tali da farne una fortificazione insormontabile peggio della Linea Maginot! Solo che qui i nemici da respingere non sono i nazisti ma un inverosimile esercito di sedie a rotelle, bimbi col triciclo, mamme col passeggino, anziani col bastone e massaie con le buste della spesa. Per il resto, girando per i quartieri, non ho notato nessun miglioramento, ma solo i soliti marciapiedi sconnessi, le solite pensiline dell’autobus piazzate in mezzo, i soliti oleandri che non ti fanno passare, i soliti rovi, i soliti scivoli che non portano da nessuna parte, la solita maleducazione. L’unica vera novità sono i tanti cassonetti che hanno spostato sui marciapiedi: una vera invasione.

A Largo Cimarosa, nonostante i recenti tagli di nastro e cerimonie in pompa magna duole constatare che ancora nessuno ha sentito l’esigenza di riservare ai disabili uno solo dei 70 posti auto. Eppure questo parcheggio serve la Scuola Materna e il parco Cottignoli-Petrucci. Non prevedere un numero adeguato di parcheggi riservati equivale a mettere quegli orribili cartelli che si vedono sulla porta di certi negozi: “Io non posso entrare!” Solo che invece del cane su questi cartelli ipotetici c’è un disabile. Che vergogna!  Nemmeno i privati brillano però: nessun centro commerciale, supermercato, banca, sanitaria o farmacia ha sentito l’esigenza di riservare, davanti al negozio, uno spazietto ai portatori di handicap!  

È davvero disarmante constatare la drammatica mancanza di quella sensibilità e di quella cultura che in altri paesi rende la vita più agevole ai disabili, e non solo a loro! Come possiamo dirci civili e tollerare che i nostri marciapiedi siano dei percorsi di guerra? Come possiamo accettare di dover scendere in strada perché sul marciapiede non si passa? Come possiamo ritenere normale che uno scivolo non si raccorda col piano stradale o che ci sia lo scivolo solo da un lato della strada? Vi sembra normale l’esistenza di buche talmente profonde che se siete su una sedia a rotelle dovete cambiare strada e se siete a piedi, rischiate di finirci… sulla sedia a rotelle, intendo. I nostri quartieri sono un vergognoso concentrato di barriere architettoniche di ogni tipo, insopportabile per i disabili, dannoso per tutti, imbarazzante per un posto che vorrebbe essere civile. Siamo davvero talmente ipocriti che ci è bastato aver cambiato nome agli handicappati per mettere a tacere la nostra coscienza? Voglio sperare che nessuno si illuda che la qualità della vita di un “diversamente abile” sia migliore di quella di un “disabile” anche quando non può uscire di casa perché non c’è l’ascensore o perché fuori assomiglia a Beirut dopo un bombardamento!  

Verrebbe da concludere con questa nota di pessimismo, se non fosse che ho appena letto una locandina: il 23 marzo alle ore 15 nell’aula magna dell’IPC “Luigi Einaudi”, Via Polusca a Latina ci sarà un convegno dal titolo “Latinabile, Una città oltre le barriere”. Il titolo è davvero intrigante e non ci resta che sperare che gli autori riescano a seminare il germe di una cultura che rifiuta le barriere architettoniche e che si ribella agli ostacoli inutili. 

Potrebbero interessarti anche...

Nessuna risposta

  1. rossana ha detto:

    Caro Salvatore rispondo volentieri alla tua lunga lettera , ti ringrazio di avermi risposto ,siamo in tanti a capire questi problemi e ad esporli, ma le soluzioni devono venire dall'alto ,  ma noto con grande dispiacere che le maestranze sono cieche e sorde a questi problemi, tutto questo per loro e' fatto bene anche quando si sprecano i soldi dei contribuenti per fare dei lavori veramente pietosi senza criterio e fregandosene di curare e sorveglare su l'esecuzione di questi lavori. Mi sono sempre posta una domanda con quali criteri  i comuni  scelgono geometri e ingenieri per fare questi lavori ? possibile che sia tutti scriteriati per non capire che il manto stradale deve essere al pari del marciapiede per il passaggio degli invalidi , dei passeggini , dei carrelli della spesa, per le persone anziane che fanno fatica a salire sul marciapiede? non ci vuole una mente eccelsa per queste cose . <<<