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Autore | Discussione | |||
Kla | Inviato il: 1/3/2009 13:07 |
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Utente Registrato: 24/11/2005 Da: Latina Messaggi: 1672 |
Re: Terza Repubblica Salvatore ha scritto:
Salvatore, condivido ciò che hai scritto relativamente alla condivisione dei principi ispiratori e dello statuto. Considerando che personalmente sono favorevole alla ricerca di fonti energetiche che non inquinano e che sono fortemente contrario alla produzione di energia nucleare che genera scorie inquinanti e avendo letto le precisazioni del Presidente LatinaCiclabile Vincenzo che sono di opinione diversa anzi opposta all'associazione FIAB e alla mia, sono spiacevolmente motivato a precisare che non mi sento più di far parte dell'associazione LatinaCiclabile. Salvatore, essere favorevoli o meno alla produzione di Nucleare in una associazione ecologista non è come essere favorevoli o meno ai bucatini alla matriciana. Salutoni |
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Salvatore | Inviato il: 1/3/2009 13:33 |
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Staff Registrato: 25/11/2005 Da: Q4 Messaggi: 4672 |
Re: Terza Repubblica Caro Claudio, io personalemnte sono più propenso alla politica del dialogo piuttosto che alla politica della "rottura". Andarsene da una associazione solo perchè il presidente la pensa diversamente sul nucleare, (che è una fonte energetica, non un'organizzazione criminale!) mi sembra eccessivo ancorchè legittimo. Salvatore |
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Kla | Inviato il: 1/3/2009 14:05 |
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Utente Registrato: 24/11/2005 Da: Latina Messaggi: 1672 |
Re: Terza Repubblica Salvatore ha scritto:
Caro Salvatore, personalmene sono ancora più propenso di te al dialogo e sono contrarissimo alla politica di rottura, infatti ho precisato apertamente e lealmente la mia posizione ed ora aggiungo che non è una questione di opinioni diverse da rispettare. Rispetto l'opinione di Vincenzo ma non la condivido e la trovo in netto contrasto con le linee guida dell'associazione che rappresenta. Vorrei inoltre fosse chiaro che la questione che metto in evidenza e che in una associazione che si professa essere ecologista è incoerente che ci siano soci favorevoli alla produzione di energia nucleare che genera scorie inquinanti e notevoli costi per la collettività per immagazzinarle per migliaia di anni. Il problema delle scorie non è stato mai risolto. Grazie per le tue osservazioni che mi hanno permesso di fare alcune precisazioni. Salutoni
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Vincenzo | Inviato il: 1/3/2009 14:55 |
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Staff Registrato: 26/12/2005 Da: Messaggi: 3870 |
Re: Terza Repubblica Kla ha scritto: Tranquillo, nessuno ti obbliga a farlo. Ho già provveduto alla cancellazione dal libro soci. Vincenzo
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maui | Inviato il: 1/3/2009 20:34 |
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Registrato: 26/2/2007 Da: Messaggi: 51 |
Re: Terza Repubblica
Ragazzi calma!... una delle componenti da eliminare nella discussione del nucleare è proprio la polemica.... è una battaglia tra tecnologie....ma siccome una è talmente rivoluzionaria, che l'altra sapendo di essere perdente in partenza, viene vestita dall'informazione di parte come soluzione al problema energetico/ambientale del nostro paese.....niente di più falso! Nei prossimi decenni si avranno trasformazioni radicali nel consumo e nella produzione di energia,che vedranno l'immissione sul mercato di nuove tecnologie innovative. Questo è il terreno su cui l'italia può primeggiare e che occorrerebbe favorire,piuttosto che gettare ingenti risorse nel nucleare e taglierebbe le gambe alle enormi opportunità di sviluppo nelle rinnovabili e nell'efficenza energetica, settori nei quali potremmo svolgere un ruolo di primo piano. Come vedete,amici miei, il dibattito sul nucleare è difficile e complesso che và affrontato con consapevolezza,per lo più tecnica/scentifica e lungimiranza , per lo più visione di società diversa.... Modificando la produzione,distribuzione e consumo d'energia in una forma più solidale, come potrebbero essere le fonti rinnovabili(acqua,vento,sole)e distribuirla localmente con reti a griglia in modo da superare l'istabilità delle fonti con accorgimenti di efficenza energetica non avremmo necessità di nuove centrali convenzionali. Visto l'accaloramento e il tema di attualità che ne pensate di istituire un forum ad hoc! pacatamente !serenamente!.. un caro saluto. Maurizio Patarini |
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Anonimo | Inviato il: 1/3/2009 23:13 |
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Re: Terza Repubblica Le discussioni precedenti potrebbero sembrare fuori tema ma non lo sono, il problema è che se una cosa la dice la TV è vera ma non siamo allì'epocA DEL NON è MAI TROPPO TARDI di Manziana memoria se il Silvio nazionale dice, come spesso accade, può dire cose inopportune, non vere oppure pericolose, e nonostante tutto se lo ha detto lui e le persone vogliono continuare a dargli credito credendo che qualunque cosa dica sia vera sacrosanta e seguita da valenze scientifiche non guardando gli interessi economici enormi che ci sono dietro facessero pure, ma non chiedete agli altri di violentare la propria intelligenza. Quanto alla polemica su latina ciclabile credo che sia più da messaggi privati o da sceneggiata (Tranquillo, nessuno ti obbliga a farlo. Ho già provveduto alla cancellazione dal libro soci. Vincenzo) che da discussione pubblica Insomma abbiamo espresso il meglio della terza repubblica |
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Anonimo | Inviato il: 3/3/2009 15:03 |
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Re: Terza Repubblica Dalle news del Comune di Latina ma a me questa cose mi sembra di averla già lette ma non so dove. E' comodo dire "Sono favorevole al nucleare" (se no niente soldi per gli alpini) "ma a Latina abbiamo già dato" (e si accontentano gli elettori locali) anche io potrei dire la stessa cosa sono favorevolissimo e voterò a favore del nucleare, dei temovalorizzatori totali, delle discariche di materiali tossici, sono favorevole a tutto purchè a 100 km da casa mia.
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anna | Inviato il: 3/3/2009 16:16 |
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Registrato: 16/5/2006 Da: Messaggi: 172 |
Re: Terza Repubblica Sono molto delusa dal fatto che i miei compagni (o la parola offende qualcuno?) di bicicletta si siano ispirati alle peggiori dimostrazioni di intolleranza che la maledetta tv di oggi riesce ad offrirci. Delusa perchè la cosa non fa onore all'intelligenza di nessuna delle due persone. Delusa perchè gli steccati non portano a niente e soprattutto su questo tema, troppo importante per rischiare che le posizioni opposte diventino reciproca negazione e di conseguenza violenta sopraffazione. Io vorrei liberarmi dal nucleare, in Italia come nel mondo possibilmente, ma per farlo so che debbo smontare pezzo per pezzo gli argomenti di chi lo sostiene. A maggior ragione se chi lo sostiene oggi ha così tanto potere da farmelo passare come la scelta più conveniente, più ovvia, più economica, più produttiva e me lo sbandiera su tutti i mezzi di comunicazione 24 ore al giorno, come un qualunque altro prodotto commerciale, con la stessa strategia, la stessa tracotanza. Libero sempre più libero di impormi il suo abbraccio avvelenato, tanto la stampa, la tv, il dilavamento dei cervelli non possono più impedirglielo. Tornando a Latina Ciclabile, voglio pensare che sia stato solo uno scambio vivace di battute poco felici. Parliamo prima di emettere devianti sentenze. Anna |
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Salvatore | Inviato il: 3/3/2009 20:00 |
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Staff Registrato: 25/11/2005 Da: Q4 Messaggi: 4672 |
Re: Terza Repubblica Anna, complimenti per il tuo equilibrio e per la tua voglia di "costruire" invece di "distruggere". La questione del nucleare è molto controversa e non è certo un crimine essere a favore o contro. Ci sono persone colte, ambientaliste, avvedute e a modo che sono a favore, così come ci sono persone altrettanto degne che sono contrarie. Erigere altri steccati, cercare altre divisioni, scontri e rotture non giova a nessuno, ma conferma (casomai ce ne fosse bisogno) la nostra indole litigiosa, il nostro eterno dividerci in guelfi o ghibellini. Ecco di seguito l'opinione di Sergio Romano (che io stimo e col quale mi trovo in accordo la maggior parte delle volte) anche se non la condivido completamente. Salvatore http://archiviostorico.corriere.it/2009/marzo/02/REFERENDUM_SUL_NUCLEARE_UNA_DECISIONE_co_9_090302230.shtml"#660000">risponde Sergio Romano L' accordo Italia-Francia mi sembra fuori legge: nel 1987 sono stati approvati a larghissima maggioranza dagli italiani tre testi sottoposti a referendum popolare. Uno dei tre vieta accordi di co-finanziamento di centrali nucleari all' estero. La conseguenza è stata l' uscita dell' Italia dal reattore Superphp"mailto:micheleboato[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]">[Indirizzo email protetto, entra per vederlo] Il capo del governo, Silvio Berlusconi, ha sempre dato grande rilevanza al consenso che proviene dalle elezioni democratiche. È infatti alla base di questo consenso che si dichiara nel pieno diritto di modificare anche la Costituzione. Non si spiega quindi la sua affermazione rispetto al referendum sul nucleare il cui esito Berlusconi ha imputato alla solita fazione iper-ecologista. Il referendum popolare mi risulta essere quanto di più democratico e meno fazioso possa esistere in uno stato di diritto. L' affermazione del premier equivarrebbe quindi a dire che lui è stato eletto a causa della solita fazione iper-liberista. Le chiedo inoltre: perché i giornalisti sembrano così restii a mettere la classe politica di fronte alle proprie contraddizioni? Alberto Osella [Indirizzo email protetto, entra per vederlo] Cari lettori, Non c'è peggiore dibattito di quello che muove da premesse sbagliate e costruisce su di esse il castello delle sue argomentazioni. Con il referendum del 1987 gli italiani non poterono dire no al nucleare. Non era quella, infatti, la domanda che trovarono sulla loro scheda. I quesiti erano tre. Volevano abrogare la legge che attribuiva al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) il potere di determinare le aree dove insediare le centrali elettronucleari, nel caso non lo facessero le Regioni? Volevano abrogare la legge che autorizzava l' Enel a versare contributi a Regioni e Comuni in proporzione all' energia prodotta sul loro territorio con centrali nucleari o a carbone? Volevano abrogare la legge che consentiva all' Enel di «promuovere la costruzione» di impianti elettronucleari «con società o enti stranieri» o anche «assumere partecipazioni che abbiano come oggetto la realizzazione e l' esercizio di impianti elettronucleari» all' estero? Gli elettori dissero sì, a grande maggioranza, e la loro risposta ebbe l' effetto di cancellare quelle norme. Ma il governo avrebbe potuto costruire centrali con altre regole, diverse da quelle abrogate, e avrebbe dovuto, a giudizio di molti osservatori, completare la costruzione degli impianti in corso d' opera. Avevamo investito molto denaro e creato le condizioni per la nascita di imprese che avrebbero dato un notevole contributo al nostro progresso tecnologico. Ma la classe politica preferì cavalcare pigramente e pavidamente le paure di Cernobyl, smantellare il lavoro già fatto, e buttare via spensieratamente, insieme a parecchio denaro, una somma difficilmente quantificabile di esperienze scientifiche. Naturalmente il prezzo di quella sconsiderata decisione venne pagato dai contribuenti soprattutto con le bollette dell' Enel. L' 8 novembre 1987 fu il giorno in cui un' alleanza tra la demagogia e la paura mise in ginocchio contemporaneamente l' economia, la scienza e la politica del Paese. Quanto dura la validità legale di un referendum? Per quanto tempo siamo tenuti a rispettarne le conclusioni? Mi sembra di comprendere che giuristi e costituzionalisti hanno su questa materia pareri diversi. Mi limito a osservare che ogni consultazione referendaria riflette le tendenze e le condizioni prevalenti in una precisa circostanza storica. Nel 1987 votammo dopo la caduta del prezzo del petrolio e all' ombra del disastro di Cernobyl. La situazione oggi è alquanto diversa. Conosciamo meglio le potenzialità e i limiti delle energie alternative. Sappiamo quanto sia pericoloso dipendere da fornitori stranieri. Siamo circondati da centrali nucleari, spesso costruite con nuove tecnologie. Importiamo energia nucleare a buon prezzo dai Paesi vicini per una quantità pari al 20% del consumo nazionale. Viviamo in un mondo in cui il nucleare è all' ordine del giorno anche per coloro che, come la Gran Bretagna, se n' erano allontanati (i laburisti hanno recentemente varato un programma per la costruzione di nuove centrali). E infine, come è stato ricordato da un altro lettore (Mauro Lauro) in una lettera molto documentata, l' Enel non è più una industria pubblica. È una società per azioni a cui non possiamo legare le ali impedendole di muoversi sui mercati internazionali con la stessa libertà con cui si muovono i suoi concorrenti. Sino a quando dovremmo continuare a rispettare le ambigue decisioni del 1987? Se gli oppositori del nucleare lo vorranno potranno sempre, in futuro, proporre altri referendum. Ma non possono trincerarsi dietro quello di 22 anni fa. Romano Sergio
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Kla | Inviato il: 3/3/2009 22:13 |
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Utente Registrato: 24/11/2005 Da: Latina Messaggi: 1672 |
Re: Terza Repubblica Caro Salvatore, Sergio Romano ha argomentato tutta la parte relativa al referedum dell'87 per concludere che esistono degli oppositori al nucleare che dovrebbero eventualmente organizzare altri referendum e non trincerarsi dietro quello di 22 anni fa. Questo modo di esporre l'argomento è molto limitato e non parla del vero problema, non parla dell'altra faccia del nucleare LE SCORIE. Giusto per mantenere il tono informativo e fare in modo che da informati ci si lasci prendere meno dalle emozioni allego alcuni dati relativi alle scorie presi dal sito ECOAGE http://www.ecoage.it/energia-nucleare-scorie-nucleari.html"3" color="#ff0000">In tutto il mondo è stato identificato soltanto un sito "sicuro" per ospitare in profondità le scorie (deposito geologico) per migliaia di anni. Si trova in una zona desertica nel New Mexico (Usa) e ha richiesto oltre 25 anni di studio. Gli Usa hanno investito oltre 2,2 miliardi di dollari nello studio della sicurezza dei depositi geologico. Ciò nonostante ancora nulla sembra potersi affermare con certezza. Le scelte di localizzazione dei depositi di scorie sembrano più frutto della ragion di Stato che di processi condivisi con i cittadini del luogo. Queste ultime due categorie hanno una vita radioattiva inferiore. Necessitano soltanto di poche centinaia di anni per decadere. Queste scorie provengono, in gran parte, dagli ospedali (es. residui della medicina nucleare). Il grande problema sono le scorie di terza categoria provenienti dalle centrali nucleari. In Europa le scorie sono generalmente depositate nei pressi delle centrali nucleari o in centri di stoccaggio ingegneristici di superficie. I principali centri di stoccaggio europei sono: Tutti i centri di stoccaggio europei hanno natura "temporanea" per rispondere al criterio di reversibilità delle scelte. Non conoscendo con precisione le conseguenze dello stoccaggio delle scorie radioattive nel tempo, si rende così possibile un loro futuro trasferimento in altri luoghi. Nel caso dei siti geologici questo non sarebbe possibile, i materiali ospitati in cavità sotteranee dovranno restarci definitivamente anche nel caso in cui la scelta del sito si riveli sbagliata. *************** Per dare continuità all'argomento riporto di seguito alcune precisazioni scritte da Stefano (Stevejo) su questo forum : In base al recente accordo tra Italia e Francia, si è scelto di corstruire il Reattore Europeo ad acqua pressurizzata "EPR". Lo scopo del progetto (e dell'accordo) sarebbe quello di fornire una migliore competitività economica, aumentando il rendimento della fissione tramite un "maggior bruciamento" (burn-up) del combustibile introdotto. Ma questo "maggior bruciamento" del combustibile in questi reattori impatta negativamente sulla produzione di radionuclidi nelle scorie e sulla emissione di calore residuo,si ha un peggioramento per quanto riguarda la produzione di rifiuti radioattivi (rispetto ad altri impianti). rendendo significativamente più problematica la loro gestione; in breve, Per la multinazionale "Areva", che attualmente (2009) ha in costruzione alcuni reattori francesi, l' aumento della radioattività è del 15%, mentre per Greenpeace è del 100% come minimo. Insomma, a prescindere dalla tecnologia impiegata, il problema della produzione di scorie (sia dal punto di vista della sicurezza che del costo di gestione) è tutt'altro che risolto, almeno finchè si continuerà a parlare di "fissione nucleare". Il vero futuro è quello della Fusione nucleare, ma per questa tecnologia siamo ancora in fase di sperimentazione (seppur abbastanza avanzata, grazie al progetto internazionale "ITER" a cui collabora anche l'Italia, o grazie ai progetti IGNITOR (italiano) o DEMO (Europeo e successore di ITER)).E allora, mi chiedo, perchè si vuole a tutti i costi tornare al nucleare (a fissione)? Quanta fame di energia riuscirebbero veramente a sfamare 4 nuove centrali nucleari? E quante nuove scorie. invece, finirebbero per produrre (con relativi maggiori costi e rischi)? Credo che il rapporto tra vantaggi e svantaggi non sia assolutamente conveniente! Perchè invece, non si spendono gli stessi soldi per accelerare la sperimentazione sulla fusione nucleare? C'è fame di energia nel nostro paese? Forse la soluzione giusta non è costruire nuove centrali in grado di sfamarla, quanto iniziare a spingere veramente sul risparmio energetico. Se si riduce il fabbisogno di energia (e i modi per farlo ce ne sono quanti ce ne pare) automaticamente non ci sarebbe bisogno di nuove centrali.Anche perchè nuove centrali sarebbero in grado di "sfamare" solo il fabbisogno di energia derivante dai consumi elettrici. Rimarrebbero da sfamare tutti gli altri tipi di fabbisogno energetico, a cominciare da quello per i trasporti (aerei, auto, navali). Un serio risparmio energetico, invece, inciderebbe in positivo su tutti i tipi di bisogni energetici: 1°) su quello elettrico, tramite un uso diffuso di pannelli solari sui tetti di abitazioni, industrie e edifici pubblici; o tramite un uso diffuso di elettrodomestici e lampadine a basso consumo; o tramite un uso diffuso della tecnologia LED per gli impianti semaforici e di illuminazione stradale dei comuni italiani. 2°) su quello dei trasporti, tramite un uso diffuso di auto ibride (ad esempio gli stati potrebbero imporre alle case automobilistiche di produrre soltanto macchine ibride. Nel giro di un decennio ci sarebbero in circolazione soltanto auto di questo tipo, che hanno consumi e emissioni nettamente inferiuori a quelle attuali) o tramite serie politiche per l'incentivazione ad usare forme di trasporto alternative alle auto (a cominciare dalle bici x la città o dai trasporti pubblici). 3°) chi + ne ha + ne metta ;-P Insomma, di alternative alla costuzione di nuove centrali ce ne sono eccome! |
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