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Autore Discussione
Vincenzo
Inviato il: 18/3/2009 19:20
Staff
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Messaggi: 3870
Re: Terza Repubblica

Con immenso piacere apprendo che anche la Provincia di Latina contribuisce alla denuclearizzazione del nostro territorio. 

«BENVENUTI in provincia di Latina, terra denuclearizzata ».

Cartelli con scritte come questa potrebbero presto comparire accanto alla segnaletica tradizionale presente sulle maggiori strade provinciali.
Merito del voto favorevole con cui la commissione ambiente di via Costa, mettendo le mani avanti in vista di un eventuale e per nulla remoto amarcord atomico in provincia, ha dato il via libera ieri mattina alla proposta di «denuclearizzazione » del territorio pontino. Una proposta sulla quale lavoravano da mesi i membri della quinta commissione che ieri, dopo qualche accorgimento di carattere tecnico sulla bozza preparata dall’assessore all’ambiente Roberto Migliori, hanno licenziato il provvedimento all’attenzione del Consiglio provinciale. Dove arriverà al massimo tra una ventina di giorni senza le modifiche che ne avevano di fatto costituito lo stallo in fase di elaborazione ma con qualche appunto di carattere politico.

Vincenzo

 



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Anonimo
Inviato il: 24/3/2009 15:06
Re: Terza Repubblica

Provincia denuclearizzata?

Noi di siti nucleari di 4 che esistevano in Italia ne abbiamo 2 e dopo venti anni sono sempre li e continueranno ad esserci, ora dobbiamo anche riprenderci le nostre barre e tenercele finchè non è realizzato un sito di stoccaggio nazionale e poi non ve la prendete ma non si può essere nuclearisti e non volere una centrale dove si abita.



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giucap
Inviato il: 26/3/2009 9:30
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Messaggi: 827
Re: Terza Repubblica

Estratto da Repubblica.it di oggi.

Di mio aggiungo che, se la mia vita non è nella mia disponibilità, coerentemente bisognerebbe prevedere il reato di suicidio (e lì scontare la pena mi sembrerebbe complicato) e di tentato suicidio (quindi casi come Gino Paoli e Pessotto in galera). Inoltre non dovrebbe più applicarsi il principio di "legittima difesa", in quanto non avendo disponibilità della mia vita ritengo che anche la relativa difesa vada pienamente delegata (come avviene nel caso delle persone in coma) in via esclusiva allo Stato.

Giulio

IL COMMENTO

Sequestro di persona

di ADRIANO SOFRI

Duemila anni fa, a Roma, un capo che vedeva in grande si rammaricò che il genere umano non avesse una testa sola, per poterla mozzare di netto con un colpo solo. Ieri, a Roma, il Senato ha decretato un colossale sequestro di persona: 60 milioni di corpi in un solo colpo. E' così vendicato l'oltraggio sacrilego della morte di una donna dopo soli diciassette anni di persistenza vegetativa, e riscritto il vocabolario italiano, dove pretendeva che una sonda infilata in gola o nella pancia di una persona fosse un trattamento terapeutico, una cura, e non un'ordinaria colazione.

Vasta la maggioranza che ha realizzato l'impresa, ben più della stessa ingente maggioranza uscita dalle urne scorse, così da corrispondere, alla rovescia, alla vastissima maggioranza di cittadini italiani che dissente dal nuovo decreto, quando non ne è atterrita o scandalizzata. Quando se ne completasse il cammino, gli italiani, dal Presidente della Repubblica all'ultimo povero Cristo, finirebbero espropriati della libertà di disporre del proprio corpo, cioè di sé: e con gli italiani chiunque si trovasse ad agonizzare in Italia per qualche circostanza di passaggio. Era il paese della dolcezza del vivere, non è nemmeno un buon paese per morire.

Certo, resta la Corte Costituzionale, finché dura. Resta il referendum: ma ai referendum le Curie hanno escogitato da tempo l'espediente - furbizia con cui soppiantare intelligenza - che lo sventi. Se non si riesca a impedirne l'attuazione, si promuoverà l'astensione: il quorum proibitivo lavora per noi. Furbizia è ormai la risorsa metodica. Fino a poco fa le Curie dicevano no a qualunque legge sul fine vita. Assediate dall'iniziativa laica e dalla pressione popolare, decisero bruscamente di accettare che la legge fosse fatta: a loro immagine, un'antilegge. L'altroieri il cardinal Bagnasco ha chiesto che ci si sbrigasse a farla. Vedete dunque che non è vero che questa Chiesa non creda all'evoluzione. Ma non è ai cardinali e ai vescovi che si devono muovere obiezioni di parole e di coscienze.

La legge è l'opera di una classe politica molto votata, e del sostegno di un'altra parte meno votata.
Quello che succederà d'ora in poi somiglierà a quello che succedeva finora. Che pazienti, famigliari, medici e infermieri faranno quando e come potranno il loro officio pietoso, mutati solennemente in fuorilegge. Finché un'altra donna, un altro uomo deciderà di sfidare pubblicamente l'usurpazione della legge, in nome della propria libertà e della Costituzione italiana, e l'Italia assisterà di nuovo col fiato sospeso a una coraggiosa agonia da una parte, e alle mene affannate delle autorità riunite dall'altra. L'Italia sta imparando dolorosamente a maneggiare in pubblico questioni di vita e di morte finora confinate, e anche protette, nelle corsie di ospedale e nelle stanze da letto di case dalle tende tirate.


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giucap
Inviato il: 27/3/2009 14:43
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Messaggi: 827
Re: Terza Repubblica

Se la citazione dell'articolo di Sofri può essere intesa come "di parte", visto l'autore ed il quotidiano su cui è pubblicata, oggi ho trovato questo bell'editoriale di Filippo Facci su "Il Giornale" di Paolo () Berlusconi. In genere il nostro è dedito a martellare l'opposizione (che sarebbe come sparare sulla croce rossa). Oggi invece ...

Giulio

Né libertà né coscienza

Ci sono temi, ed è noto, per i quali un Parlamento non può permettersi di legiferare sulla base degli umori popolari: è impensabile che certe scelte economiche e legislative siano asservite a dei sondaggi. Per altri temi riguardanti le scelte personali, viceversa, un Parlamento ha il dovere di sondare l'autentica volontà popolare e di legiferare nel senso più democratico e referendario possibile. Ebbene: col decreto antistupri, e col testamento biologico, le parti sono state invertite.

La custodia cautelare come extrema ratio, tema delicatissimo, è stata abolita a furor di popolo in tre minuti netti, ciò in virtù di un'emergenza stupri che peraltro non c’era; e il Senato ha appena approvato, dall’altra, un finto testamento biologico che consegna il tuo corpo inanime nelle mani dello Stato e ti impone dei trattamenti sanitari obbligatori fregandosene del tuo consenso: e fregandosene, soprattutto, del particolare che la maggioranza degli italiani di destra e di sinistra (dati-alla-mano) non è d’accordo per niente. Dettaglio: i parlamentari del Pdl che in privato si dicevano contrarissimi a questo testamento biologico, sino a ieri, si contavano a mazzi. Morale. Berlusconi aveva detto che la libertà di coscienza è intangibile, mentre ieri ha detto che molti parlamentari sono lì per fare numero. Mettiamola così: se non sanno che farsene neppure della libertà di coscienza, molti parlamentari sono lì per fare numero.


 



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Salvatore
Inviato il: 29/3/2009 21:21
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Registrato: 25/11/2005
Da: Q4
Messaggi: 4672
Re: Terza Repubblica

Mi ha colpito la lettera di una lettrice a Corrado Augias pubblicata il 27 marzo su "La Repubblica"

 

LA SCUOLA CHE RESISTE, NONOSTANTE TUTTO

 

CaroAugias,

il mio è un necrologio per la scuola che è morta: nell’abbandono dei suoi edifici, nel grigiore delle pareti delle sue aule, nel tanfo delle sue palestre, nel fetore dei suoi gabinetti. E morta di amarezza, nello squallore delle sue sale dei docenti. Di rancore, nella disillusione dei suoi docenti, nella marginalità dei loro ruolo, nell’usura dei loro abiti, nell’indigenza, nell’insulto alle loro persone. Morta di vergogna, nella mancanza di carta igienica, nella povertà dei suoi strumenti, nel decadimento delle sue suppellettili. Di noia, nell’inutilità delle sue riunioni, nell’astrusa insulsaggine dei corsi di aggiornamento. Di disgusto, nell’ipocrisia dei suoi ministri, nell’arroganza dei potenti, nella volgarità della cultura dominante. Morta di invidia, nel confronto con le scuole dei paesi civili. Di indifferenza, nell’incuria dell’opinione pubblica, nell’ignavia degli intellettuali, nel disinteresse dell’informazione. La scuola italiana è morta di rimpianto, nella disillusione per i sogni di chi, almeno per un giorno, ci aveva creduto.

Lea Reverberi [Indirizzo email protetto, entra per vederlo]

 

Correggerei la disperata diagnosi di questa lettera. La scuola italiana sta sicuramente male ma non è morta. Sta male perché nessuno se ne cura, tra coloro che avrebbero il potere e il dovere di farlo; e perché chi se ne cura come l’attuale ministro lo fa per tagliare, togliere, ridurre, privare. Non mancano solo i soldi, manca il prestigio, il ruolo, la considerazione, l’aura che la scuola dovrebbe avere perché è lì che si fanno i primi passi sulla via della conoscenza e della cittadinanza. E chissà che non sia proprio questa la ragione non detta dell’avvilimento in cui buona parte della scuola si trova. Dico “buona parte” perché, per varie ragioni familiari e di amicizia, so anche di casi di grande vitalità della scuola. Dovuta alla passione di tanti insegnanti, nonostante la scarsità dei fondi e spesso il grigiore degli edifici e delle aule. Ma poiché si tratta di nozioni limitate alle due maggiori città del paese (Roma e Milano) mi viene da pensare che forse le situazioni peggiori di cui altri mi scrivono, si trovino proprio in quelle regioni dove sarebbe più necessario che la scuola fosse l’antidoto all’ignoranza diffusa allo svilimento di un’idea di Stato, di cittadinanza, di legalità. Mi ha scritto Rosanna Lioveri ([Indirizzo email protetto, entra per vederlo]) da Bergamo: «Dopo tanti annidi studio appassionato, a chi dire del nostro disagio in questo clima di finta democrazia? Chi ascolterà le parole di un docente, uno dei tanti? Comunque, nonostante tutto, continuerà a credere fermamente nell’importanza del mio compito, nel mio dovere di educare al sapere e alla legalità». Molti, nonostante tutto, resistono. Ma quale delitto scoraggiare, spegnere, questa competenza, questa passione.

Corrado Augias

 



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Anonimo
Inviato il: 30/3/2009 6:45
Re: Terza Repubblica


Allegato: lapresse_scuola322_1_.jpg
Se quello ti ha colpito questo ti può affondare

 

da libero

Il governo taglia la scuola

 

A casa presidi e docenti: 37mila cattedre in meno, solo per cominciare, soprattutto al Sud. Risultato? Classi più grandi, studenti meno seguiti e tempo pieno in forse

 

 

di Redazione

A settembre chi tornerà a scuola troverà qualcosa di molto diverso da quello che ha lasciato a giugno. 37mila cattedre e 245 presidi in meno, tanto per cominciare, così distribuiti: 10mila alle elementari, quasi 16mila alle medie inferiori e 11mila alle medie superiori, a cui si aggiungeranno altre 5mila cattedre a luglio. I tagli sono concentrati soprattutto al Sud: Campania (15,2%), Sicilia (12,5%), Lombardia (10,8%) e Puglia (9,8%).

Cosa comporterà, a parte l'esercito di tutti coloro che si troveranno senza lavoro? Che alcune ore di insegnamento saranno tagliate - lettere e le materie tecnologiche - mentre le classi diventeranno più grandi, fino quasi a raddoppiare. Alla scuola materna si andrà da un minimo di 18 a un massimo di 26, con la possibilità di arrivare fino a 29. Alle elementari da 15 a 27, alle medie inferiori da 18 a 28 mentre alle superiori da 27 a 30.

Ma la vita non cambierà solo per gli studenti e gli insegnanti. A fare i conti con i tagli del governo saranno ancora una volta le famiglie. Il governo ha assicurato che il tempo pieno alle elementari non sarà toccato, ma per tutti gli altri le speranze sono appese a un lumicino, sia per quelle che hanno chiesto le 40 ore sia per le 30. Il decreto infatti promette che sarà possibile solo nei casi in cui l'organico lo permette. Dal ministero hanno fatto sapere che ci penseranno insegnanti di religione e inglese, ma pure questi ultimi sono stati tagliati. Come dire: arrangiatevi.

Che il tono sia più o meno questo era già stato anticipato dalle dichiarazioni della Gelmini ieri, quando a proposito del calo delle iscrizioni nella scuola pubblica a vantaggio di quella privata ha commentato: non è certo una bocciatura delle novità introdotte dal governo, semplicemente «dimostra la volontà delle famiglie di libertà di scelta educativa». Per molte famiglie non è una scelta di cuore, ma di borsellino. C'è chi sceglie di mettere subito tutti i soldi nella scuola privata, c'è chi sceglie di metterli un po' alla volta nelle lezioni di ripetizione per i figli che frequentano la scuola pubblica. C'è chi non può scegliere. Eppure per la Gelmini «forse la politica dovrebbe fare meno polemiche e meno distinzioni e piuttosto preoccuparsi di garantire su tutto il territorio nazionale buoni standard qualitativi». I sindacati, e l'opposizione saranno anche già sul piede di guerra, ma sono le famiglie a stare in trincea.

fine....

(mio commento)

Libertà di scelta educativa? Vogliamo parlare del fenomeno delle scuole private di come vengono (non)restribuiti gli insegnanti, del fatto che ho rilevato in Lombardia di un calo di iscrizioni in Istituti che comunque assicuravano un tempo prolungato ma che invece le famiglie nel dubbio e nella paura che i loro figli venissero messi alla porta alle ore 13 senza sapere ne da chi farli prendere ne cosa fargli fare nel pomeriggio le ha portate a far iscrivere i pargoli alle private. Vogliamo parlare di paesoni come Bitonto o Adria in Puglia dove la già grave situazione sociale con ragazzi che hanno gravi situazioni di degrado e delinquenza a casa non potranno più essere minimamente seguiti a scuola ed anzi alla fine se non ci vanno proprio è meglio.

Parliamone.



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Vincenzo
Inviato il: 30/3/2009 18:12
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Re: Terza Repubblica
Che l'Italia sia un paese povero di risorse naturali ed energetiche è cosa risaputa e di conseguenza, che l'Italia sia strettamente dipendente dall'estero per il soddisfacimento del proprio bisogno energetico, non è affatto una novità. Il governo, per tentare di risolvere questa carenza naturale, ha deciso di reintrodurre la produzione di energia nucleare nel nostro paese dopo che essa venne abolita negli anni 80 attraverso referendum popolare.

Immediatamente si sono scatenate le reazioni delle varie associazioni politiche, ambientaliste o ambedue le cose: essi giustamente sostengono che il nucleare è pericoloso per la salute e per l'incolumità delle persone, che è estremamente inquinante sia per gli scarichi che per lo smaltimento delle scorie, che esistono fonti di produzione energetica alternative e non inquinanti ecc.ecc.ecc...............................................

E' emerso che noi Italiani consumiamo energia cinque volte più del necessario, pertanto siamo complici di quello che avviene. Non abbiamo il minimo senso del risparmio sia noi che i nostri Amministratori.

Lasciamo le luci accese quando non è necessario, abbiamo bisogno di scaldarci e di rinfrescarci più del necessario ecc.ecc.

Oggi in Viale P.L.Nervi i lampioni alle ore 13,00 erano TUTTI ACCESI !!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

 






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Anonimo
Inviato il: 30/3/2009 21:03
Re: Terza Repubblica
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giucap
Inviato il: 31/3/2009 13:13
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Re: Terza Repubblica

Anche l'amministrazione Bush aveva negato la rilevanza e la pericolosità dell'effetto serra, ed oggi come reazione gli Stati Uniti hanno un presidente molto attento alle politiche ambientali.

Ma da noi ho idea che le cose finiscano molto diversamente. Porca miseria, ci tocca sempre essere i primi della classe!

Giulio

Da "repubblica.it" di oggi

Effetto serra? Per il Pdl non esiste
Via all'attacco a Kyoto e alla Ue

Mozione a firma Dell'Utri: "Cambiamenti climatici modesti, e comunque non dannosi"

di ANTONIO CIANCIULLO

I cambiamenti climatici non esistono. E se esistessero farebbero un gran bene. Parola di Pdl. Non è una barzelletta. E' una mozione che porta, tra le varie firme di esponenti della maggioranza, anche quelle di Dell'Utri, Nania e Poli Bortone. In polemica con la Commissione europea che dà "per scontata l'attribuzione della responsabilità del riscaldamento globale in atto da circa un secolo nell'atmosfera terrestre all'emissione dei gas serra antropogenici", i parlamentari del centrodestra professano senza esitazione la loro fede scettica. Sostengono che "una parte consistente e sempre più crescente di scienziati studiosi del clima non crede che la causa principale del peraltro modesto riscaldamento dell'atmosfera terrestre al suolo finora osservato (compreso fra 0,7 e 0,8 gradi centigradi) sia da attribuire prioritariamente ed esclusivamente all'anidride carbonica di emissione antropica".

E se invece il mutamento climatico fosse veramente in atto? Niente paura - si legge nella mozione che verrà discussa giovedì in Senato - sarebbe una gran bella cosa: "Se pure vi fosse a seguito dell'aumento della concentrazione dell'anidride carbonica nell'atmosfera un aumento della temperatura terrestre al suolo, i conseguenti danni all'ambiente, all'economia e all'incolumità degli abitanti del pianeta sarebbero molto inferiori a quelli previsti nel citato Rapporto Stern e addirittura al contrario maggiori potrebbero essere i benefici".

Non è puro amore del paradosso. Nel mirino ci sono, ancora una volta, gli accordi di Kyoto e l'impegno dell'Unione europea ad arrivare agli obiettivi del 20 - 20 -20, cioè a far correre la macchina dell'industria europea per renderla in tempi rapidi più competitiva sul mercato internazionale aumentando l'efficienza e diminuendo la dipendenza dai combustibili fossili: "Gli obiettivi intermedi e le relative sanzioni introdotte dal cosiddetto Protocollo di Kyoto e dal cosiddetto Accordo 20-20-20 si muovono in antitesi alla dinamica degli investimenti in ricerca".


Al testo presentato dalla maggioranza verrà contrapposta una mozione dell'opposizione. "Quelle della maggioranza sono affermazioni che fanno a pugni con il consenso scientifico e politico maturato in tutta Europa sui mutamenti climatici e danno la misura della marginalità del governo italiano rispetto al modo in cui i principali paesi industrializzati stanno organizzandosi per rispondere alle due crisi che si intrecciano: la crisi economica e la crisi climatica", commenta Roberto Della Seta, capogruppo pd in commissione Ambiente.


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giucap
Inviato il: 1/4/2009 11:51
Registrato: 13/1/2006
Da:
Messaggi: 827
Re: Terza Repubblica

Riflessione di Massimo Gramellini su "La Stampa".

L'evidenziazione in grassetto è mia.

Giulio

L'Eterno Mariuolo
Il nuovo arresto di Mario Chiesa mi ha profondamente stupito: ero convinto che l’iniziatore di Tangentopoli sedesse in Parlamento. Per il resto nessuna sorpresa, ma solo la conferma che in questo Paese immobile non c’è ricambio neanche fra i trafficoni. Si riposano per qualche anno (in carcere, se va bene, altrimenti a casa), riflettono, studiano, accumulano conoscenze e poi ripartono con rinnovato entusiasmo verso altre avventure. E intanto le giovani generazioni di truffatori restano al palo.

Nessun ricambio e nessun cambio, inteso come cambiamento e redenzione interiore. Ma anche questo si sapeva. La morale è un metro snodabile che ogni sarto adatta alla propria coscienza e alla propria esperienza. Ciò che a un trombone legalitario come il sottoscritto può apparire immorale, a chi ha trascorso la vita a sguazzare in mezzo ai piranha sembrerà invece l’unico modo per non affogare.

Adesso qualcuno dirà che il redivivo (e recidivo) Mario Chiesa rappresenta l’eccezione. Non credetegli. Uno che, con straordinaria prontezza di riflessi e attenzione alle mode, passa dallo scandalo degli ospizi al traffico dei rifiuti, in base al principio che ogni decennio ha la sua tangente. Ma soprattutto uno che spinge il suo amore per la famiglia fino al punto di coinvolgere nell’impresa la seconda moglie, i due figli avuti dalla prima e persino il cognato. Ecco, uno così non è un debosciato e nemmeno un «mariuolo», come ebbe a rimpicciolirlo il suo leader Craxi. E’ il professionista di una certa italianità. Non l’unica, per fortuna. Ma la prevalente.



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