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Autore Discussione
Anonimo
Inviato il: 4/3/2009 0:02
Re: Terza Repubblica

Inquietante a quando la bicicletta a propulsione nucleare

 

Aerei a propulsione nucleare

pubblicato: domenica 09 novembre 2008 da Marina in: Tecnologia Scienza Internazionale Nucleare Aerei

Aerei a propulsione nucleare? A studiare il carburante del futuro non sono solo le multinazionali dell’automobile, ma anche i militari, che con L’Aviazione e la Marina specialmente, hanno da muovere migliaia di mezzi su tutto il Pianeta.

Un occhio alla ricerca lo strizza anche la logistica che necessita di carburanti a basso costo per movumentare le merci. E i loro studi potrebbero consentire tra qualche decennio di muovere l’aviazione civile con l’uso di energia nucleare. (Certo è , che la cosa non mi tranquillizza affatto).

Durante una riunione che si è tenuta a Londra alla Royal Aeronautical Society, Ian Poll docente di ingegneria spaziale alla Cranfield University nonché a capo del dipartimento tecnologico dell’ Omega Project, ha detto che gli esperimenti condotti durante la Guerra fredda hanno già dimostrato che non vi sono ostacoli insormontabili per lo sviluppo di aeromobili nucleari.

 

 

http://www.ecoblog.it/post/7117/aerei-a-propulsione-nucleare/



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Anonimo
Inviato il: 4/3/2009 8:02
Re: Terza Repubblica

Interessante articolo tratto da eniscuola dove si attesta che solo con le centrali di quarta generazione la disponibilità di uranio saranno sufficenti enoi che facciamo non ritrattiamo le scorie e avviamo reattori di terza generazione. AVVIAMO LA RICERCA CON LE MENTI CHE ABBIAMO RIUSCIAMO SICURAMENTE AD ESSERE ALL'AVANGUARDIA SIA NELLO STUDIO DELLA FUSIONE FREDDA CHE DELLO SFRUTTAMENTO DELLE FONTI ALTERNATIVE o meglio la loro migliore resa e utilizzo economicamente conveniente.

Il consumo annuale di uranio da parte dei reattori nucleari attualmente in funzione è di poco più di 68.000 tonnellate all’anno e quindi, a questo ritmo di consumi, le riserve accertate basteranno per circa 65 anni.
Questo considerando solo le riserve di tipo RAR e EAR-I e considerando gli impianti attualmente in funzione, con tecnologie e gestione del combustibile nucleare che spesso non prevede il
ritrattamento delle scorie.
Nel momento in cui verrà utilizzato il riprocessamento in modo più diffuso e soprattutto nel momento in cui si arriverà ai reattori di IV generazione, che producono più combustibile di quello che bruciano (autofertilizzanti), la disponibilità di uranio con gli stock annunciati passerà a 2.550 anni. (fonte:
http://www.eniscuola.net)

(fine)

Il sole non produce monopoli e non si paga la bolletta

http://www.maxlaconca.com/7/rubbia-sole-e-idrogeno-ok-leolico-e-inutile



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Baol
Inviato il: 4/3/2009 9:39
Staff
Registrato: 14/12/2005
Da: Q4
Messaggi: 1069
Re: Terza Repubblica
Anna ha scritto

Sono molto delusa dal fatto che i miei compagni (o la parola offende qualcuno?) di bicicletta si siano ispirati alle peggiori dimostrazioni di intolleranza che la maledetta tv di oggi riesce ad offrirci.

Delusa perchè la cosa non fa onore all'intelligenza di nessuna delle due persone. Delusa perchè gli steccati non portano a niente e soprattutto su questo tema, troppo importante per rischiare che le posizioni opposte diventino reciproca negazione e di conseguenza violenta sopraffazione.

Io vorrei liberarmi dal nucleare, in Italia come nel mondo possibilmente, ma per farlo so che debbo smontare pezzo per pezzo gli argomenti di chi lo sostiene. A maggior ragione se chi lo sostiene oggi ha così tanto potere da farmelo passare come la scelta più conveniente, più ovvia, più economica, più produttiva e me lo sbandiera su tutti i mezzi di comunicazione 24 ore al giorno, come un qualunque altro prodotto commerciale, con la stessa strategia, la stessa tracotanza. Libero sempre più libero di impormi il suo abbraccio avvelenato, tanto la stampa, la tv, il dilavamento dei cervelli non possono più impedirglielo.

Tornando a Latina Ciclabile, voglio pensare che sia stato solo uno scambio vivace di battute poco felici. Parliamo prima di emettere devianti sentenze. 

Anna
 
Cara Anna, 
sono d'accordo con te, non mi piace questo modo di affrontare discorsi su temi tanto importanti, e anche io come te mi vorrei liberare del nucleare, solo che mi pare ci sia poco da smontare...  temo che se chi ci governa si ispira a questa totale intolleranza verso tutte le posizioni contrarie, anche se ben argomentate e scientificamente documentate, liquidandole come "nemiche" o "sinistrorse" o i soliti ambientalisti rompiscatole fissati e chissà cosa, alimentando scontri,  non vedremo mai in questo Paese aprirsi una possibile via da percorrere insieme per il bene comune;  di contro la sopraffazione, che si serve della disinformazione, continuerà ad essere la strada maestra, quella preferita da imboccare... tutta in discesa.
Francesca


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giucap
Inviato il: 4/3/2009 11:21
Registrato: 13/1/2006
Da:
Messaggi: 827
Re: Terza Repubblica

Premetto che in gioventù ho attivamente partecipato al movimento No Nukes, ho raccolto le firme per il referendum e mi sono prodigato per il successo dello stesso.

Oggi, con qualche capello bianco, istintivamente e romanticamente "antipatizzo" ancora con la soluzione nucleare, ma sono disposto a discuterne l'opportunità e l'economicità, purché su basi chiare. Diciamo che in generale i no "senza se e senza ma" non mi appartengono più.

Forse per deformazione dettata dagli studi economici, ma io una seria analisi costi/benefici e costo/opportunità, con tutti gli elementi in gioco, non l'ho ancora vista da nessuna parte.

Dal lato costi, a parte gli incrementi in corso d'opera che tradizionalmente affliggono le opere italiane (e non solo, visto che l'unica centrale in costruzione oggi in Finlandia ha visto già raddoppiare il costo dell'investimento), bisognerebbe includere chiaramente i costi di gestione (incluso il prevedibile incremento nel costo del "combustibile", sempre più scarso), il decomissioning e la gestione in sicurezza delle scorie, oltre ai costi indotti sulla comunità ospitante (nel caso di Latina, ad esempio, la rinuncia allo sviluppo della marina, come evidenziato anche dal Sindaco). Se si intendesse adottare/sviluppare la tecnoligia c.d. di IV generazione, tra i benefici andrebbe senz'altro inclusa la "licenziabilità" di tale nuova tecnologia, nonché l'indotto per l'industria italiana che ha partecipato a tale sviluppo, anche se mi pare che la scelta per il momento sia caduta sulla tecnologia "matura" (peraltro l'unica testata a livello industriale).

Dal lato costo/opportunità, tali costi totali andrebbero paragonati con quelli da sostenersi per ottenere eguale potenza istallata con fonti alternative, mettendo tra i benefici anche lo sviluppo delle relative tecnologie e l'indotto per l'industria.

Qualora l'analisi rilevasse che il nucleare rappresenta un'opzione competitiva per il sistema paese, sicura e sostenibile per le comunità ospitanti, allora non vedrei in principio ulteriori obiezioni.

Ma sinceramente non mi sembra proprio questo il caso.

Giulio

 



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massimo74
Inviato il: 4/3/2009 12:16
Registrato: 21/1/2007
Da: Latina
Messaggi: 509
Re: Terza Repubblica

>>>Forse per deformazione dettata dagli studi economici, ma io una seria analisi costi/benefici e costo/opportunità, con tutti gli elementi in >>>gioco, non l'ho ancora vista da nessuna parte.

Capisco la deformazione di Giulio e io sono talmente deformato in tale senso che a volte mi trovo ad applicarla anche per cose più banali. Quindi non vorrei aggiungere altra carne al fuoco con considerazioni pro e contro di cui si può trovare un elenco infinito anche su internet.

Dico solo che l'analisi io non riuscirei a farla essendone pienamente soddisfatto considerando solo il paese Italia in se e per se. Per me è una questione da affrontare minimo a livello europeo se non mondiale. La goccetta Italia pure avrà il suo peso specifico ma bisogna versarla nel secchiello mondiale per vedere se trabocca.

Solo così secondo me si possono fare una seria analisi costi-benefici. Benefici che in ogni caso sono presenti per il nucleare considerando che per una auspicabile indipendenza energetica, per quanto è necessario anzi obbligatorio spingere l'acceleratore sulle energie rinnovabili (e anche sul risparmio energetico) ma per vari motivi che tralascerò non credo che queste potranno supplire alle nostre cospicue mancanze di energia.

La conseguenza potrebbe essere quella che dovremmo -come facciamo abbondantemente- importare energia da altri paesi pagandogliela cara e con la conseguenza di contribuire ugualmente anche noi alla prolificazione di impianti nucleari dai quali importiamo energia. Infatti mi sembra che già importiamo l’energia nucleare prodotta dalla Francia. A meno che non decidessimo di non importare energia da quei paesi che la producono , ma questo diventerebbe un gioco al massacro per nulla positivo.

Le scorie hanno –come già detto da altri- hanno un peso enorme da porre sul piatto della stadera dalla parte del NO NUCLEARE. Ma per me deve essere una bilancia europea o mondiale sennò ha ben poco significato. Probabilmente produrranno più scorie altri paesi per fornire energia anche a chi non la ha e ci giurerei che difficilmente saranno gli stessi a smaltirli. Ci sono altri paesi ben più poveri dove per poche lire si possono lasciare (anche questo rimanda al livello globale che intendevo). Se non volessimo rientrare nel nucleare e fare qualcosa di buono dovremmo provare seriamente a convincere con buone argomentazioni gli altri paesi a cambiare strategia. mmmmm difficile.

Massimo.





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Kla
Inviato il: 4/3/2009 13:03
Utente
Registrato: 24/11/2005
Da: Latina
Messaggi: 1672
Re: Terza Repubblica

Massimo, infatti il problema è mondiale e in molti al mondo stanno cominciando a pensare seriamente a fonti energetiche diverse dal Nucleare e da altre tecnologie che inquinano. Per quanto riguarda il Nucleare anche in previsione di esaurimento delle materie prime per produrre questa energia e per i danno economici ed ambientali possibili dovuti alle scorie radioattive. Nella nostra piccola (rispetto al mondo) TERZA REPUBBLICA oggi si vuole ripartire con l'energia nucleare e fare delle centrali che entreranno in funzione fra decine di anni, proprio nel momento in cui altri al mondo oggi stanno pensando seriamente  a investimenti su fonti energetiche alternative e rinnovabili (idrico, eolico, solare).

Dobbiamo tutti domandarci cosa lasciare in eredità ai nostri figli e alle generazioni che verranno se continuiamo a produrre nel MONDO energia che genera inquinamento. LASCEREMO IN EREDITA' NELL'AMBIENTE DELLE BOMBE RITARDATE.

Dal sito http://www.zonanucleare.com/questione_scorie_italia/carlo_rubbia.html"2">«Si apre a questo punto grave problema dell'eliminazione dei rifiuti radioattivi. Con vari metodi sono inceneriti, triturati, macinati, pressati, vetrificati e inglobati in fusti impermeabili a loro volta disposti in recipienti di acciaio inossidabile, veri e propri sarcofaghi in miniatura.
Queste "vergogne" dell'energia nucleare vengono nascoste nelle profondità sotterranee e marine. Non abbiamo la minima idea di quello che potrebbe succedere dei fusti con tonnellate di sostanze radioattive che abbiamo già seppellito e di quelli che aspettano di esserlo. Ci liberiamo di un problema passandolo in eredità alle generazioni future, perché queste scorie saranno attive per millenni.
La sicurezza assoluta non esiste neppure in quest'ultimo stadio del ciclo nucleare. I cimiteri radioattivi possono essere violati da terremoti, bombardamenti, atti di sabotaggio. Malgrado tutte le precauzioni tecnologiche, lo spessore e la resistenza dei materiali in cui questi rifiuti della fissione sono sigillati, la radioattività può, in condizioni estreme, sprigionarsi in qualche misura, soprattutto dai fusti calati nei fondali marini. Si sono trovate tracce di cesio e di plutonio e altri radioisotopi nella fauna e nella flora dei mari più usati come cimiteri nucleari. Neppure il deposito sotterraneo, a centinaia di metri di profondità può essere ritenuto secondo me, completamente sicuro. Sotto la pressione delle rocce, a migliaia di anni da oggi, dimenticate dalle generazioni a venire, le scorie potrebbero spezzarsi o essere assorbite da un cambiamento geologico che trasformi una zona da secca in umida, entrare quindi nelle acque e andare lontano a contaminare l'uomo attraverso la catena alimentare. A mio parere queste scorie rappresentano delle bombe ritardate. Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne personalmente.



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giucap
Inviato il: 4/3/2009 13:12
Registrato: 13/1/2006
Da:
Messaggi: 827
Re: Terza Repubblica

Il ragionamento di Massimo secondo me è formalmente corretto, come pure la conclusione: "mmmm difficile".

Uno degli slogan sentiti negli ultimi tempi è "pensare globalmente e agire localmente".

A livello politico una maggiore integrazione europea potrebbe favorire quanto meno un possibile dialogo, ma da qui ad una politica energetica comune (e parliamo solo di Europa) ho paura che debba ancora passare parecchio tempo.

Per questo motivo il problema che si pone oggi, al nostro come a qualunque altro Paese, è dove investire le risorse scarse per ottenere l'energia di cui abbiamo bisogno, al netto dei risparmi che pure sono possibili oltre che ovviamente necessari.

Non vorrei sembrare troppo miope, ma oggi mi accontenterei della seria analisi cui accennavo in precedenza.

Personalmente non trovo convincente l'argomentazione, usata da molti, per cui dato che in Francia producono energia elettrica dal nucleare (che poi noi compriamo) tanto vale che lo facciamo anche noi. La Germania, ad esempio, ha scelto un'altra strada, quindi non c'è alcun nesso di necessità.

Si tratta di scelte politiche, che a me piacerebbe fossero sotenute da argomentazioni tecnico/economiche e non da pregiudizi pseudo-politici (nucleare di destra contro energie rinnovabili di sinistra).

Giulio

 

 



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anna
Inviato il: 4/3/2009 17:27
Registrato: 16/5/2006
Da:
Messaggi: 172
Re: Terza Repubblica

Vorrei fornire un piccolo spunto alla riflessione rivolgendo una costatazione e poi una semplice domanda: quando si dice che il fabbisogno energetico di un paese come l'Italia non può essere fornito da fonti rinnovabili perchè queste coprono circa il 2% (e qui le cifre sono variabili: si va dal 2 al 10 al 15 al 20% non si sa su quali basi) si parte sempre da dati riferiti alla situazione attuale, cioè a quella sotto gli occhi di tutti, in cui la diffusione del fotovoltaico è pari al nulla a fronte di una condizione climatica invece stupenda e certamente superiore a quella tedesca o svedese. Da tempo di fronte agli argomenti di chi pensando al pannello solare tradizionale, quello piatto per intenderci, liscio e azzurro, si è sempre opposto al suo utilizzo negli ambienti urbani, a partire dalle città antiche... da tempo mi dicevo, possibile che non siamo in grado noi italiani progettisti architetti ingegneri di trovare una soluzione che fosse compatibile esteticamente e rivoluzionario energeticamente? Da anni me lo chiedo e la risposta è anche venuta ed io la conosco da qualche mese solo che nessuna la cita, nessuno vi fa riferimento, nessuno la considera, (neppure la Marcegaglia che avrebbe anche i suoi interessi industriali ) insomma è completamente ignorata come ignorato è il discorso che è su quel piano, sul piano tecnologico e di immediato riscontro che l'economia dovrebbe puntare.

Guardate questa innovazione per favore. Spero che si capisca dove voglio arrivare,  e allora vi chiedo: perchè non si parte da qui per far ripartire l'economia e nello stesso tempo praticare la politica del progressivo svincolamento dalle servitù di altre fonti energetiche????????

http://www.tech-tile.it/ita/CatalogoTTEnergy08.pdf

Ne avete mai sentito parlare? Sono sicura di no. Eppure è una azienda italiana. Ma anche se non lo fosse, la strada mi sembra bella tracciata.

anna



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Anonimo
Inviato il: 4/3/2009 21:21
Re: Terza Repubblica
Ma dipende chi ci deve guadagnare...

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massimo74
Inviato il: 4/3/2009 22:25
Registrato: 21/1/2007
Da: Latina
Messaggi: 509
Re: Terza Repubblica

Premessa: è' fuori di dubbio che bisogna spingere al massimo la produzione di energia rinnovabile. Sono quindi d’accordo con l'osservazione di Anna che ciò vale soprattutto per l'Italia con il clima che si ritrova. Solo un cieco ma così cieco da non vedere nemmeno sole potrebbe non essere d'accordo. La questione è quanto e fino a che punto di fabbisogno sia possibile e conveniente arrivare a coprire.

Per quanto riguarda il fotovoltaico integrato è già parecchio che esiste e le aziende che si occupano della produzione non sono così poche. Qui naturalmente non parliamo però tanto di produzione in grande scala in quanto riguarda produzione su singole abitazioni o edifici pubici.Se però la convenienza nell'utilizzo fosse così evidente tutti avrebbero il proprio pannellino fotovoltaico (integrato o anche non) sul proprio tetto. Ma facciamo una statistica: quanti di voi lo hanno? E' noto che per ammortizzare la spesa  dell’impianto occorrono 10 anni. Questo è possibile solo con i finanziamenti statali però, (che vorrei evidenziare sono sempre soldi nostri) sennò ce ne vorrebbero 20.

Detto questo vorrei fare solo un breve accenno alla Leggi Statali e devo dire anche e soprattutto quelle Regionali che negli ultimi anni per fortuna hanno posto una grandissima attenzione verso questo aspetto. Le positive conseguenze sono che oggi non viene rilasciata concessione edilizia se non viene previsto sia il solare (nella  misura minima del 50% del consumo) sia il fotovoltaico (minimo 1 kw per ogni singola unità abitativa). I valori crescono non di poco per gli edifici pubblici. Poi è diventato ormai obbligatorio anche il recupero delle acque piovane  per l’alimentazione dei wc con un meccanismo non affatto comodo e costoso e che può anche portare qualche problemino tecnico e sul quale non sarei del tutto d’accordo. Infatti aspetto una analisi costi benefici che, a parte l’enorme serbatoio di difficile posizionamento di raccolta acque piovane, valuti se conviene sprecare energia occorrente per portare l’acqua ai wc dei piani superiori degli edifici. Non mi stupirei se fosse come “il gatto che si morde la coda”.

In certi punti considero la normativa addirittura esagerata dal mio punto di vista. Infatti anche per una ristrutturazione  di casa le precedenti diventano obbligatorie, cosa per la quale non sono propriamente d’accordo. Si può obbligare chi vuole rimettere a posto la casa a fare dei lavori costosi e non alla portata di tutti che non c’entrano nulla con quelli programmati? Che chi non abbia i soldi si debba tenere la casa così com’è mi sembra un pò una forzatura.

Massimo





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