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Autore Discussione
Salvatore
Inviato il: 16/1/2009 10:31
Staff
Registrato: 25/11/2005
Da: Q4
Messaggi: 4672
Re: Terza Repubblica

Vi propongo un articolo de "la Republica" del 13 gennaio scorso che io ho trovato molto interessante.

Allegato: etica_civile.doc

Salvatore



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Anonimo
Inviato il: 20/1/2009 14:48
Re: Terza Repubblica
Ho ascoltato al telegiornale il Presidente del Consiglio che, durante l'inaugurazione di qualcosa che non ho capito, salvo che era intitolata alla sua mamma, ha dichiarato che la recessione in atto non è poi così grave come si dice, e che, al massimo, farà tornare l'Italia indietro di un paio di anni... Ha concluso dicendo che non era una  problema visto che due anni fa non si stava male....Ah!...Un involontario riconoscimento al governo Prodi?

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Anonimo
Inviato il: 21/1/2009 14:09
Re: Terza Repubblica

L'anno prossimo entra in vigore il maestro unico

Riforma, le elementari non sono pronte

Due i nodi cruciali della circolare inviata nei giorni scorsi dal ministero dell'Istruzione per l'iscrizione alle sezioni della scuola dell'infanzia e a tutte le scuole di ogni ordine e grado.Due i nodi cruciali della circolare inviata nei giorni scorsi dal ministero dell'Istruzione per l'iscrizione alle sezioni della scuola dell'infanzia e a tutte le scuole di ogni ordine e grado. La possibilità d'iscrivere i bambini sotto i tre anni nella scuola dell'infanzia (in presenza di disponibilità di posti, accertamento dell'avvenuto esaurimento di eventuali liste d'attesa) e le varie opzioni di orario per la prima elementare che sancisce, di fatto, l'avvio della cosiddetta «riforma» Gelmini con il ritorno del maestro unico (o prevalente) e l'uscita di scena del modulo (che prevede la compresenza e contemporaneità di due, tre docenti).Nelle scuole italiane, però, in questi primi giorni d'iscrizione (che, eccezionalmente, sono slittate fino al 28 febbraio) regna il caos e l'incertezza. Soprattutto per la prima elementare. Per le prime i genitori possono scegliere quattro orari settimanali: 24 o 27 ore che sono i due modelli di base, il modello a 30 ore (con attività opzionali) e quello a 40 ore (tempo pieno).Gli stessi docenti non sanno che pesci prendere. «Gira la voce tra noi insegnanti - dice Palma A. maestra elementare di ruolo - di far iscrivere più bambini possibili al tempo pieno. Cioè alle trenta e quaranta ore. Così nessuno viene licenziato. In realtà non sappiamo cosa accadrà concretamente nelle scuole a settembre sul piano organizzativo e didattico. Indicazioni, al proposito, non emergono affatto dalla circolare». «C'è da dire che nelle scuola vige il principio dell'autonomia e quindi saranno i singoli istituti che dovranno poi pensare alle soluzioni più consone per la distribuzione dell'organico. «Ogni docente deve lavorare 22 ore settimanali: che poi le faccia in una sola classe o in due classi a questo punto non cambia la situazione - prosegue la maestra - certo, così, non si fa del bene ai bambini, è innegabile».E come la mettiamo quando manca un insegnante? «Bè se si tratta di assenze inferiori ai cinque giorni purtroppo non resta che lo smembramento della classe. E le assicuro che distribuire una classe di prima in seconde, terze ecc. non è per niente didattico. Senza considerare, ad esempio, i permessi magari per motivi di salute che durante l'anno un insegnante può prendere. Adesso, con il modulo, ci mettiamo d'accordo tra maestre: io ti copro queste ore, tu poi mi copre quell'altre. Ma con il maestro unico che succederà?».Le mamme dei bimbi che andranno in prima sono, invece, sono angosciate. Soprattutto quelle che optano per il tempo pieno (o quello prolungato di 30 ore): «Ci dicono che il pomeriggio sarà come il doposcuola - spiega la signora Luisa - dei riempitivi, insegnamenti di serie B». C'è chi come Valentina che non è riuscita neanche a sapere la differenza tra le varie opzioni: «Ancora la scuola non ha fissato un incontro per consocere i programmi: fino a ieri mancavano addirittura i moduli per iscriversi!».Le cose non vanno meglio per chi iscrive i figli alla prima media. Qui i genitori possono esprimere la scelta tra i modelli orari di 30 ore o di tempo prolungato di 36 ore (prolungabile fino a 40 ore). Nel modello a 30 ore, 29 saranno di insegnamento curriculare e 1 di potenziamento della lingua italiana. Ma il grande dilemma resta l'opzione dell'inglese potenziato, la possibilità cioè di scegliere 5 ore di inglese, anziché 3 di inglese più 2 di una seconda lingua comunitaria. Le famiglie dunque potranno decidere di impiegare le 2 ore della seconda lingua comunitaria per l'insegnamento dell'inglese.

L'insegnamento della soconda lingua comunitaria (francese, spagnolo, tedesco) era stato introdotto come materia obbligatoria nella scuola secondaria di primo grado dalla Riforma Moratti ma di fatto non è mai decollata come «cattedra di diritto» con la mancata assunzione dei docenti precari. Che ora temono di sparire completamente dal panorama scolastico: della serie Ubi maior. . .

da Il Tempo  

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Anonimo
Inviato il: 25/2/2009 12:49
Re: Terza Repubblica

Berlusconi ha stretto un accordo col Presidente francese per la realizzazione di quattro centrali nucleari  necessarie a coprire il fabbisogno energetico della nostra nazione, che altrimenti non sarebbe garantito per intero, informandoci peraltro che sarà una produzione poco inquinante (essendo le centrali di terza generazione) e con poche scorie, e che l’energia prodotta con questo sistema, svincolandoci dall’uso del petrolio, consentirà un contenimento dei costi ….A me nascono spontanee alcune domande:  in base a quale valutazione hanno stabilito che sono necessarie quattro centrali per produrre la quantità di energia necessaria  a soddisfare il fabbisogno della nostra nazione? Quali e quante tecnologie moderne, alternative e soprattutto rinnovabili(tipo solare, eolico ed altro…)sono state, o saranno messe in campo nel frattempo, per produrre energia, da lasciar supporre che siano insufficienti, tanto da costringere a fare ricorso al nucleare? Io non sono contraria in assoluto all’energia nucleare, ma la considero una sorta di ultima spiaggia, che prenderei in considerazione solo dopo aver utilizzato le moderne tecnologie  rivolte allo sfruttamento di energie rinnovabili…qui invece si fa passare un accordo esclusivamente economico, che passa attraverso l’acquisto di tecnologie francesi (un altro Transhlor?..) ammantandolo di una  necessità che, a mio avviso, è tutta da dimostrare!! E quanto ci costerà realmente questo scherzetto?



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Anonimo
Inviato il: 25/2/2009 19:20
Re: Terza Repubblica

Fatti due conti

Università di Pisa i veri costi dell'energia nucleare

http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Costi.pdf

 

http://www.dirittiglobali.it/articolo.php

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Vincenzo
Inviato il: 25/2/2009 19:22
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Da:
Messaggi: 3870
Re: Terza Repubblica

Assolutamente in accordo con il Silvio Nazionale.

Facciamo una riflessione sul nucleare:   gli italiani non lo vogliono per paura di qualche disastro,  ma nessuno sa che la Francia lo usa obbondanemente e da diversi anni a pochi chilometri dai nostri confini. Quindi se succede qualcosa in Francia,  pensate che le radiazioni non finiscono in Italia ?

Quindi meglio addottarlo per salvare il mondo dall'inquinamento di idrocarburi.

 

 



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Anonimo
Inviato il: 25/2/2009 20:02
Re: Terza Repubblica
Veramente lo sanno tutti che in Francia le centrali nucleari sono in attività; ma,  per salvarci dall'inquinamento da idrocarburi, e pure dalle radiazioni in caso di guasto, potrebbero passare anche loro alle energie alternative, che le tecnologie attuali, molto più avanzate e convenienti del nucleare, consentono di produrre!...Oppure, per fare un ragionamento terra terra, dobbiamo per forza scegliere di rischiare di fare la fine dei topi, perchè tanto i francesi lo fanno?

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Freddy
Inviato il: 25/2/2009 23:06
Direttore
Registrato: 25/7/2005
Da: Latina
Messaggi: 2542
Re: Terza Repubblica
Vincenzo ha scritto:

Assolutamente in accordo con il Silvio Nazionale.

Facciamo una riflessione sul nucleare:   gli italiani non lo vogliono per paura di qualche disastro,  ma nessuno sa che la Francia lo usa obbondanemente e da diversi anni a pochi chilometri dai nostri confini. Quindi se succede qualcosa in Francia,  pensate che le radiazioni non finiscono in Italia ?

Quindi meglio addottarlo per salvare il mondo dall'inquinamento di idrocarburi.

Vincenzo, non ti nascondo che per anni sono stato un fautore dell'energia nucleare ed uno dei motivi principali che mi faceva pendere per questa scelta era proprio quello da te ricordato.

Oggi però sarei più attento, valuterei bene le convenienze REALI ed i rischi REALI.

Questa mattina su Radio due, ho sentito Emma Bonino la quale asseriva che la produzione max di energia a pieno regime delle 4 centrali previste, potrebbe al massimo arrivare al 5% del fabbisogno energetico nazionale.

Se le cose stessero veramente così, preferirei spegnere qualche lampadina in più, non credi?

Freddy



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Anonimo
Inviato il: 26/2/2009 7:55
Re: Terza Repubblica

Indovinate un pò dove costruiranno queste 4 nuove centrali (ma anche prima non erano 4? (Trino, Caorso, Latina, Castelforte) Montalto non venne terminata.

http://www.latina24ore.it/index.php"justify">Una strada si aprì anni fa e visto che comunque la realizzazione di centrali a fissione porterà enormi costi di costruzione (questo è lo scopo farle costruire per dare soldi alle aziende che parteciperanno all'appalto), grandi spese di controllo, enormi spese per lo smantellamento, e il problema delle scorie che rimane inalterato (dopo trentanni ancora non abbiamo risolto il problema di quelle vecchie). La strada è la ricerca  investire in essa queste enormi somme sulla fusione a freddo che per ora non ha portato (anche per scarsi investimenti reali)  a risultati definitivi.

da wikipedia

L'Unione europea, si è aggiudicata la realizzazione del progetto ITER per sviluppare il primo reattore a fusione funzionante. La Francia ha battuto il Giappone nella corsa per aggiudicarsi il sito di realizzazione, sostenuta dalla Russia, dalla Cina e dalla stessa UE. La sede prescelta sarà Cadarache, nel sud del Paese.

Anche l'Italia sta studiando la possibilità di realizzare di un reattore sperimentale a fusione nucleare con confinamento magnetico. Il progetto in questione si chiama IGNITOR ed è stato realizzato dall'ENEA, ma la sua costruzione non è ancora cominciata.

mio commento

Ecco cominciamo questa di costruzione e magari facciamolo anche a Latina e noi in Italia possiamo riuscire non dimenticate Fermi, Majorana, Segre, Pontecorvo e tutti i ragazzi di via Panisperna.

Tornando alla quarta generazione di reattori sembra non vero che per gli stessi ci voglia troppo tempo leggete questo articolo di un quotidiano "bolscevico" IL Giornale

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=264895

naturalmente gli studi e la tecnologia sono anche e soprattutto italiane.

Ma sapete non fa comodo divulgare queste cose è meglio dire che ci prendiamo una tecnologia che tra 10 anni è superata piuttosto che programmare, investire.

Ho parlato solo di economia e ricerca sulla sottovalutazione dei problemi sulla salute che da il nucleare sorvolo. Meglio altro il sole , il vento, l'acqua. Al massimo mi prendo una insolazione, vengo gettato per terra, nuoto.



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Stevejo
Inviato il: 26/2/2009 11:18
Registrato: 26/3/2007
Da: Latina
Messaggi: 542
Re: Terza Repubblica

Vincenzo ha scritto:

Assolutamente in accordo con il Silvio Nazionale.

Facciamo una riflessione sul nucleare:   gli italiani non lo vogliono per paura di qualche disastro,  ma nessuno sa che la Francia lo usa obbondanemente e da diversi anni a pochi chilometri dai nostri confini. Quindi se succede qualcosa in Francia,  pensate che le radiazioni non finiscono in Italia ?

Quindi meglio addottarlo per salvare il mondo dall'inquinamento di idrocarburi.

 

 



Il realtà il problema del nucleare (a fissione), a mio avviso, dovrebbe essere spostato da un problema di sicurezza della centrale a un problema di sicurezza e stoccaggio delle scorie.

I rischi, infatti, non sono tanto connessi alla fusione del nocciolo (cmq possibile, come visto nell'incidente della centrale "Three miles island" negli USA), e quindi a fughe radioattive direttamente dalla centrale , quanto a fughe radioattive dai contenitori stessi delle scorie, sia collocate nei depositi che durante il trasporto.
Tali "canister" (usati per le scorie a bassa e media radioattività), infatti, seppur abbastanza sicuri x la schermare la radioattività (sono immobilizzati in un cilindro di cemento colato all'interno di fusti metallici ermeticamente chiusi e poi chiusi in bidoni metallici), possono essere soggetti a perdite dovute a urti violenti (sono trasportate con camion o treni) o danneggiati dall'umidità, se presente all'interno dei depositi.


A tale proposito, nel 2003 Carlo Rubbia lanciò un'allarme sul deposito di Salluggia: dopo le alluvioni, di quel periodo, della Dora Baltea, la zona non era + sicura. Se il fiume avesse allagato la centrale e il serbatoio non avesse retto, 240 metri cubi di scorie altamente radioattive si sarebbero riversate in forma liquida, contaminando il po', la pianura padana e l'adriatico.

Insomma, la questione scorie è tutt'altro che risolta.

Ma il problema delle scorie è anche di natura economica.

Fin'ora il costo del nucleare non è mai stato comprensivo del costo di stoccaggio e mantenimento delle scorie in depositi definitivi.

E questo è vero sia per l'Italia che per gli altri paesi che hanno prodotto (o producono) energia dal nucleare. 

Infatti, oggi (almeno in Europa) le scorie prodotte dalle centrali nucleari sono semplicemente "accantonate", stoccate in depositi provvisori presenti, per la maggior parte, nei siti stessi delle centrali nucleari. Ma prima o poi (anche senza la costruzione di nuove centrali), ogni paese (Italia compresa) dovrà  per forza di cose costruire un deposito nazionale definitivo, in cui andranno stoccate le scorie a media e alta radioattività prodotte fino a quel momento, in grado di conservarle per migliaia di anni.

Ma il costo di stoccaggio e mantenimento delle scorie nei depositi provvisori attuali è evidentemente irrisorio rispetto al costo che gli stati dovranno affrontare quando le stesse scorie dovranno essere stoccate in un deposito definitivo, che ha un costo di costruzione e mantenimento nettamente superiore.

Insomma, prima o poi, in Italia, all'attuale prezzo dell'energia  si dovrà aggiungere il costo per lo stoccaggio definitivo delle scorie che abbiamo finito di produrre vent'anni fà!

E negli altri paesi che continuano a produrre energia dal nucleare, tale costo andrà a gravare su quello di produzione dell'energia nucleare stessa.

Il che significa che, quando si deciderà di "chiudere il cerchio" della produzione di energia nucleare (e prima o poi bisognerà farlo), il costo dell'energia nucleare non sarà più competitivo come lo è ora!

Costruire nuove centrali significa, quindi, andare a produrre altre scorie che dovranno essere stoccate, il che produrrà un ulteriore incremento dei costi della produzione di energia dal nucleare.

Infatti, non è assolutamente vero che le nuove centrali nucleari a fissione non producano scorie (si parla addirittura di quarta e quinta generazione in modo totalmente inappropriato , in quanto la quarta generazione è solo un termnine concettuale che si riferisce a reattori a fissione nucleare ancora in fase di studio, mentre la quinta generazione non esiste proprio!)

E' vero che esistono reattori (di terza generazione,  il reattore ad acqua pesante CANDU) che riutilizzano una parte (30 - 40%) del materiale fissile prodotto in altri siti, come il Plutonio estratto dalla dismissione di armi nucleari o estratto dal riprocessamento del combustibile nucleare "esaurito" dai reattori convenzionali; o come l'Uranio, estratto dalle barre d'uranio impoverito (depleted) che si estraggono quando il reattore ad acqua leggera (LWR) ha esaurito il combustibile. 

Ma questi tipi di reattori:

1°) possono comunque riutilizzare solo una parte di Uranio o Plutonio prodotto in altri siti

2°) non possono comunque riutilizzare tutti gli altri tipi di scorie che si producono durante la fissione nucleare

3°) pur diminuendo la quantità e la radioattività delle scorie prodotte (rispetto ad altri tipi di reattori), certo non smettono di produrne.

 

Ma in Italia, a quanto pare, la strada che si vorrebbe seguire è totalmente diversa.

In base al recente accordo tra Italia e Francia, si è scelto di corstruire il Reattore Europeo ad acqua pressurizzata "EPR".

Lo scopo del progetto (e dell'accordo) sarebbe quello di fornire una migliore competitività economica, aumentando il rendimento della fissione tramite un "maggior bruciamento" (burn-up) del combustibile introdotto.

Ma questo "maggior bruciamento" del combustibile in questi reattori impatta negativamente sulla produzione di radionuclidi nelle scorie e sulla emissione di calore residuo,si ha un peggioramento per quanto riguarda la produzione di rifiuti radioattivi (rispetto ad altri impianti). rendendo significativamente più problematica la loro gestione; in breve,

Per la multinazionale "Areva", che attualmente (2009) ha in costruzione alcuni reattori francesi, l' aumento della radioattività è del 15%, mentre per Greenpeace è del 100% come minimo.

Insomma, a prescindere dalla tecnologia impiegata, il problema della produzione di scorie (sia dal punto di vista della sicurezza che del costo di gestione) è tutt'altro che risolto, almeno finchè si continuerà a parlare di "fissione nucleare".

Il vero futuro è quello della Fusione nucleare, ma per questa tecnologia siamo ancora in fase di sperimentazione (seppur abbastanza avanzata, grazie al progetto internazionale "ITER" a cui collabora anche l'Italia, o grazie ai progetti IGNITOR (italiano) o DEMO (Europeo e successore di ITER)).

E allora, mi chiedo, perchè si vuole a tutti i costi tornare al nucleare (a fissione)?

Quanta fame di energia riuscirebbero veramente a sfamare 4 nuove centrali nucleari? E quante nuove scorie. invece, finirebbero per produrre (con relativi maggiori costi e rischi)? Credo che il rapporto tra vantaggi e svantaggi non sia assolutamente conveniente!

Perchè invece, non si spendono gli stessi soldi per accelerare la sperimentazione sulla fusione nucleare?

C'è fame di energia nel nostro paese? Forse la soluzione giusta non è costruire nuove centrali in grado di sfamarla, quanto iniziare a spingere veramente sul risparmio energetico. Se si riduce il fabbisogno di energia (e i modi per farlo ce ne sono quanti ce ne pare) automaticamente non ci sarebbe bisogno di nuove centrali.

Anche perchè nuove centrali sarebbero in grado di "sfamare" solo il fabbisogno di energia derivante dai consumi elettrici. Rimarrebbero da sfamare tutti gli altri tipi di fabbisogno energetico, a cominciare da quello per i trasporti (aerei, auto, navali).

Un serio risparmio energetico, invece, inciderebbe in positivo su tutti i tipi di bisogni energetici:

1°) su quello elettrico, tramite  un uso diffuso di pannelli solari sui tetti di abitazioni, industrie e edifici pubblici; o tramite un uso diffuso di elettrodomestici e lampadine a basso consumo; o tramite un uso diffuso della tecnologia LED per gli impianti semaforici e di illuminazione stradale dei comuni italiani.

2°) su quello dei trasporti, tramite un uso diffuso di auto ibride (ad esempio gli stati potrebbero imporre alle case automobilistiche di produrre soltanto macchine ibride. Nel giro di un decennio ci sarebbero in circolazione soltanto auto di questo tipo, che hanno consumi e emissioni nettamente inferiuori a quelle attuali) o tramite serie politiche per l'incentivazione ad usare forme di trasporto alternative alle auto (a cominciare dalle bici x la città o dai trasporti pubblici).

3°) chi + ne ha + ne metta ;-P

Insomma, di alternative alla costuzione di nuove centrali ce ne sono eccome!

un salutone,.

Stefano

 

 

 



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