Il Portale dei quartieri di Latina Nascosa e Nuova Latina

Terza Repubblica

By: Salvatore

Salvatore - Fri 02/05/2008 or 22:37

Le recenti elezioni politiche del 13 e 14 aprile scorso hanno stravolto il panorama politico a cui eravamo abituati. Scomparsi dalla scena i “partitini”, sono rimasti in gioco solo pochi “big”. Tutto ciò può piacere o non piacere, ma è innegabile che siamo davanti ad un cambiamento epocale, tanto che molti parlano già di “Terza Repubblica”. Una Terza Repubblica nata, non grazie ad una modifica della Costituzione, ma per il volere degli elettori espresso tramite una pessima legge elettorale detta “porcellum”.

Il PDL ha ottenuto una solida maggioranza e governerà il paese per i prossimi 5 anni. Anche questo può piacere o non piacere ma è un dato di fatto.

 

Apro questo forum intitolato “Terza Repubblica” in modo che, nel nostro piccolo, possiamo monitorare passo passo l’operato del Parlamento appena insediato e del nuovo Governo non appena si insedierà.

 

Raccomando a tutti (io per primo) di non usare toni offensivi e di non “scannarci” quando le nostre idee dovessero divergere.

 

Salvatore  


Freddy - Fri 02/05/2008 or 23:04

Ottima idea Salvatore!

mi auguro davvero che i frequentatori di questo sito siano capaci di mostrare un comportamento più civile di quello apparso più volte nelle aule parlamentari.

Gli anni passano, ma da noi si continua ad attaccare o a prendere le difese dell'uno o dell'altro, sulla base di "partiti presi" e poco su considerazioni legate ai fatti.

Come ho già avuto modo di affermare, il risultato elettorale di Aprile, si è concretizzato (forse non volutamente) in un nuovo assetto politico, dove nessuno avrà più la scusa di sentirsi tirato per la giacchetta ed avrà la possibilità di governare o di fare l'opposizione in maniera decisa e senza compromessi.

Non sono felice della totale mancanza in parlamento di alcune forze politiche cosidette radicali, ma spero che la maggiore responsabilizzazione di chi adesso potrà assumere linee di pensiero più univoche, comporterà maggiore rapidità di effettuazione dei programmi.

Spero altresì che il tutto non si risolva nell'ennesima bolla di sapone, legata alla contrapposizione dei poteri forti, di tutte le forme di mafia, e della mancanza di senso civico e legalità diffusa (a tutti i livelli), per le quali credo dovremo "trottare" ancora molto prima di vederle sparire all'orizzonte.

Freddy


- Sat 03/05/2008 or 09:53
Salvatore ha scritto:

 ..Una Terza Repubblica nata, non grazie ad una modifica della Costituzione, ma per il volere degli elettori espresso tramite una pessima legge elettorale detta “porcellum”...

 

Questa tua frase contiene una evidente contraddizione: come avrebbero fatto gli elettori a "volere" qualcosa che non hanno potuto scegliere proprio per questa legge elettorale? I poveri elettori  si sono potuti solo limitare  ad  avallare scelte altrui! Però, ora che ci penso, forse gli elettori "vogliono" che qualcun'altro scelga per loro!!


MarmaLT - Mon 05/05/2008 or 18:42
Credo che Antonella abbia centrato il problema... la Terza Repubblica è ancora a venire...  perchè occore prima che si  realizzi  la Seconda Repubblica... Dico ciò perchè affinchè si concluda un 'ciclo di una Repubblica', occorre un cambiamento radicale della società... da noi c'è stato solo il mescolamento di carte, o meglio di poltrone... con Socialisti di Craxi sono che sono diventati in parte di  Forza Italia, altri del  DS, Democristiani che sono finiti in F.I., A.N. o allora nella  Margherita.. o i più coerenti nell'U.D.C... e così via dicendo.. dunque un cambio di casacca non di Repubblica. Poi ritenere che la legge 'porcellum' o meglio detta da Calderoli 'porcata' non ha consetinto nessuna scelta.. insomma non si è votato, ma ratificato, e ciò non è 'democrazia' ma bensì dittatura. Così si votato ieri,  si votava in Italia nel ventennio o in URSS o Paesi dell'Est, sino agli anni '90.

- Wed 07/05/2008 or 13:06

Leggetevi questo articolo di Marco Conti, da "Il Messaggero" di  oggi....siamo alla terza repubblica?


ROMA (7 maggio) - Il ritorno dei partiti e delle logiche di gruppo e di corrente è sorprendente in questo avvio di legislatura. A testimoniarlo non c’è solo l’iniziativa di Massimo D’Alema di dar vita ad un’associazione di parlamentari del Pd che si rifanno alla fondazione ”Italiani Europei”, ma soprattutto le logiche con le quali si sta formando il nuovo governo. In queste ore Silvio Berlusconi è ancora alle prese con le richieste di An che si dichiara «insoddisfatta», con il tentativo di ulteriore ridimensionamento della Lega e con i malumori dell’Mpa di Lombardo e di tutta l’area cattolica che vedono con crescente preoccupazione la forte ripresa di rappresentanza nel governo della componente laico-socialista che, per ora, conta già su tre-quattro ministri.

L’uscita dell’Udc dallo schieramento del centrodestra, non sembra quindi aver semplificato il lavoro del Cavaliere che comunque può contare oltre che sulla versione aggiornata del manuale Cencelli messa a punto dal coordinatore di FI Denis Verdini, anche su una legge che fissa a sessanta il tetto massimo di ministri e sottosegretari e sulla ferma volontà del Capo dello Stato di non ammettere ”spacchettamenti” per decreto.

Dodici sono i ministri con portafoglio previsti dalla riforma Bassanini e dodici giureranno nelle mani di Giorgio Napolitano, oltre naturalmente a quelli senza portafoglio. Malgrado le pressioni, il leader e quasi-premier Berlusconi ha fretta di chiudere e accelera i tempi per evitare la morsa dei partiti. Al punto che potrebbe portare oggi stesso al Capo dello Stato la lista dei ministri.

I più che probabili ”spacchettamenti” si faranno quindi soltanto dopo e con apposito disegno di legge. Viste le promesse e le aspettative dei partiti è quindi molto probabile che assisteremo per la prima volta, ad un governo che di fatto nasce in due tempi. Con un gruppo di ministri che sarà immediatamente operativo ed altri che invece entreranno nella sala del consiglio dei ministri soltanto tra qualche mese.

Il bipolarismo uscito dalle elezioni del 13 aprile, non solo è stato messo in discussione nel centrosinistra dalla frammentazione in atto nel Pd che promette la costituzione in aula di tre gruppi parlamentari, ma anche dalla riproposizione nella stessa Pdl delle logiche di appartenenza che vedono An contrapporsi in maniera decisa a FI, malgrado entrambe i partiti dichiarano di volersi muovere sulla strada del partito unico.

Il malumore dei cittadini e il vento di antipolitica sembra quindi non colpire particolarmente il Palazzo e un motivo in più si coglie nella lentezza con la quale molti degli eletti alla Camera e al Senato, incompatibili secondo la legge con altre cariche, rinuncerenno al loro mandato o si dimetteranno da incarichi precedentemente assunti. Tra presidenti di regione, consiglieri d’amministrazione, assessori e consiglieri regionali, già la precedente legislatura vide un buon numero di eletti resistere sino all’ultimo alle pronunce di una spesso compiacente giunta delle elezioni.



MarmaLT - Sat 10/05/2008 or 15:03

Cara Antonella, quell'analisi è reale, ma non tine conto, di una cosa importante per capire cosa è accaduto, cosa va accadendo e cosa accadrà, in questo Paese.. cioè che siamo sempre più sudditi e, conseguentemente, sempre meno cittadini. Non apprendiamo nulla, ci basta un strizzata d'occhio dal personaggio politico di turno e ci sentiamo 'già potere'.. che miseria ci portiamo nel bagaglio culturale.  Così quel malumore dei cittadini si riduce ad un chiacchiericcio pettegolo e insignificante... sperando sempre, nel profondo del cuore, che cambi tutto purchè non cambi nulla... Ed il vento dell'antipolitica... beh! "Cosa da qualunquista" senti liquidare così ogni impostata seria discussione... Vero! Un qualunquismo che pervade la società... e ' l'uomo campa'!!!!


Salvatore - Sun 11/05/2008 or 16:58

Dopo decenni di duro e onesto lavoro, l'operato dell'UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici) rischia di essere vanificato dal nuovo ministero voluto dal governo Berlusconi.

Calderoli probabilmente non vincerà mai il premio simpatia! Ciò nonostante è stato messo a capo del Ministero della Semplificazione Legislativa. L'Italia ha una vera e propria selva di leggi, spesso in contrasto l'una con le altre e quasi tutte puntualmente disattese.

Una grossa "potata" a questa ingarbugliata e fitta foresta è senza dubbio una delle priorità del nostro Paese. Cosa ne pensate? Secondo voi Calderoli sarà all'altezza? O vedremo un proliferare di "porcellum"?

Salvatore


- Mon 12/05/2008 or 09:42
Caro Salvatore, in teoria è tutto buono e tutto bello! Ma, ad oggi, Calderoli non ha mai dato prova di grande equilibrio e saggezza, oltrechè di capacità particolari: ma soprattutto, quello che mi preoccupa di più è la reale intenzione di semplificare la nostra giungla di leggi, e non piuttosto di cancellare leggi civili e progressiste in nome del conservatorismo retrivo che caratterizza il suo  schieramento in generale, ed il neoministro in particolare. Staremo a vedere...ma sai com'è... di buone intenzioni è lastricata la via dell'inferno!

MarmaLT - Mon 12/05/2008 or 18:39

Caro Salvatore, l'U.C.A.S. non è un ufficio che possa essere eliminato è una Fenice che si rigenera dalle sue ceneri... Quì a Latina "LA FENICE" è stato ed è chissà se è ancora un movimento politico... per cui di U.C.A.S. dovrai vivere ancora per molto... Credo che sarà interessante invece il feeling nato fra Il Ministro Prof. Brunetta e il l'On. Prof. Ichino... Spero che i 'Nullafancenti' della P.A. abbiano vita breve.. così quelli che di 'nullafacenti' ne sono generatori, attraverso quell'esercizio, tutto di matrice ministeriale, dell'U.C.A.S.. Vediamo dunque se le promesse avranno spessore o saranno di matrice 'marinara'. Vero è che la via dell'inferno è davvero lastricata delle migliori intenzioni.


Salvatore - Wed 14/05/2008 or 15:31

è vero che la via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni, ma è anche vero che bisogna pur lasciare aperto uno spiraglio alla speranza.

Da quando lo scorso mese si sono concluse le elezioni politiche, devo ammetetre che, nonostante il mio pessimismo e la mia disillusione, ho tornato a sperare. Mi sforzo di non illudermi troppo... per paura di una cocente delusione, ma la speranza nel cambiamento c'è. La semplificazione del sistema politico, con la scomparsa dei partitini penso che sia già di per sè un ottimo motivo per ben sperare. La maggioranza solida dello schieramento vincente è un altro fatto positivo. I discorsi equilibrati dei presidenti di Camenra e Senato sono un altro ottimio segno. Il clima di rispetto, dialogo e apertura (da non confondersi coll'inciucio)  che si respira sia nel PDL sia nel PD lasciano ben sperare.

Anche il discorso di Berlusconi quando ieri ha chiesto la fiducia al Parlamento, e le risposte dei vari Capigruppo, lascerebebro sperare che il clima è davvero cambiato. Forse la "Casta" ha capito che la misura è colma e che i cittadini non sarebebro più disposti ad assistere inermi all'ennesima sceneggiata fatta di costanti attacchi reciprochi, scontri ideologici furibondi (con tanto di inciuci consociativi sottobanco) , litigi ad oltranza all'interno della compagine governativa, la politica del NO, l'incapacità di prendere qualsivoglia iniziativa, le leggi ad personam, i privilegi intollerabili, etc. etc. e ha deciso di cambiare rotta.

La PA è oggi un organismo obeso e trabordante, incapace non solo di fornire servizi, ma incapace persino di badare a se stesso. I nullafacenti, i fannulloni, i poltroni, sono le cellule adipose di questo mostruoso organismo che ha un disperato bisogno di una drastica cura dimagrante e di un a serio programma di fitness.

Al lavoro dunque, bisogna sfrutatre questo momento favorevole in cui opinione pubblica, maggioranza e opposizione concordano su un numero rilevante di argomenti.

Spero vivamente che tutto questo non si trasformi nell'enensima, cocente delusione... anche perchè questo è davvero l'ultimo treno che l'Italia può sperare di prendere. Se perdiamo questo treno... dopo c'è il nulla, c'è il terzo mondo.

Salvatore


Kla - Wed 14/05/2008 or 16:22

Secondo il mio modestissimo parere, è vero che la Casta ha capito che la misura è colma, cercheranno infatti di organizzarsi meglio per difendere loro stessi.

Spero di aver torto e di essere troppo pessimista, altrimenti effettivamente ci ridurremo a terzo mondo con la "pizza de fango".

Salutoni


MarmaLT - Sun 18/05/2008 or 19:57
Ho militato per anni nella Lista Di Pietro, poi ho preso le distante con l'entrata di Martella nel movimento, non per motivi particolari, ma per il metodo con cui è stato capace di 'trombare' per la seconda volta un dipietrista di prima generazione e sempre fedele, Giovanni Scorziello. Però devo riconoscere che oggi l'unica opposizione reale sia proprio quel movimento perchè non si è fatto 'incantare' dal canto della sirena. Sto seguendo sul sito di Di Pietro le discussioni aperte nelle due Camere e devo riconoscere che le analisi sono molto puntuali da parte del Gruppo IdV... una certa rinnovata simpatia sta rivivendo, ma devo ascoltare ancora molto, perchè sento una sorta di 'aria di inciucio', come se 'La Casta' si stia riorganizzando dopo le sferzate di Stella e Rizzo. Per quello Salvatore ho molti dubbi da dissipare... Ciao, Mario.

Salvatore - Mon 19/05/2008 or 01:55

Staremo a vedere, caro Mario. Ti do atto che in questo Paese a pensar male... si rischia di azzeccarci!

Vedremo.

Anche perchè, questo è davvero l'ultimo treno!

Salvatore


Kla - Mon 19/05/2008 or 18:34

Oggi voglio essere ottimista , "Dorian Gray", di cui non mi fido, non sarà "l'ultimo treno" faremo sicuramente in tempo a salvarci senza di lui che per il momento deve fare quello che ha detto.

Salutoni


MarmaLT - Fri 23/05/2008 or 15:25
Devo chiedere se la Tunisia ha anche lei le quote immigrazione... potrebbero accogliermi una richiesta di lavoro?

- Mon 02/06/2008 or 08:40
Oggi è la festa della Repubblica...nè prima, nè seconda, nè terza...semplicemente della Repubblica. Il "Corriere della Sera" pubblica proprio oggi queste riflessioni di Giuliano Amato, che in gran parte condivido, e che rappresentano un pezzo della sua storia.....credo che leggerle possa aiutare...       http://www.corriere.it/politica/08_giugno_02/intervista_amato_c27545fc-306c-11dd-9a04-00144f02aabc.shtml

Salvatore - Wed 11/06/2008 or 05:47

L’incubo si ripete, diverso ma sempre uguale: il Paese affoga nella melma, in campagna elettorale questa melma viene vivisezionata, vengono proposte ricette più o meno valide per salvare l’Italia, gli elettori scelgono la “ricetta”... e il giorno dopo si ritrovano col Governo e col Parlamento in tutt’altro affaccendati. Oggi questo “tutt’altro” si chiama divieto di intercettazioni telefoniche, un provvedimento che anche mio figlio di 12 anni capisce benissimo che non serve a venir fuori dalla melma  ma a sprofondarci ancora di più. Povera Italia, quale maledizione grava su di te?

Salvatore


- Wed 11/06/2008 or 06:10

E che dobbiamo pensare di un Parlamento (non solo in questa legislatura....) che ha bisogno di simili deterrenti? Certamente possiamo dire che è lo specchio (o la risultante..) di questa società di furbi!! Dal Corriere della Sera di oggi....

Approvata dall'Ufficio di presidenza dELL'AULA. ora si attende il sì dell'ufficio dei Questori

La proposta di Fini contro i «pianisti»«Per un solo voto, tutte e due le mani»

I deputati dovranno premere contemporaneamente due pulsanti, posti «a distanza congrua» l'uno dall'altro

ROMA - «Ogni due mani, un solo voto». Per risolvere il problema dei «pianisti» in Parlamento, problema che si ripropone a ogni legislatura, il presidente della Camera Gianfranco Fini avanza la sua proposta: per votare, i deputati dovranno premere contemporaneamente due pulsanti, posti «a distanza congrua» l'uno dall'altro, in modo che ogni parlamentare abbia entrambe le mani occupate e non possa votare per i colleghi……………….. E una innovativa proposta di Giacomo Stucchi, per la Lega: installare sotto la sedia dei deputati un sensore dello stesso tipo di quelli presenti nelle auto, che fanno scattare l'allarme in caso di mancato allacciamento delle cinture di sicurezza. Per attivare il sensore ed essere abilitato al voto il parlamentare dovrebbe essere necessariamente seduto e non potrebbe perciò alzarsi per votare anche per il vicino di scranno. 

 


MarmaLT - Wed 11/06/2008 or 06:28

Poi dicono che Beppe Grillo esagera quando dice che in Parlamento siedono "delinquenti".. la proposta di un "Corso di legalità, onestà e educazione civica", per i parlamantari,  non sarebbe suonato come un segnale forte? Beh! se il livello è quello cui siamo arrivati di proporre  "il voto a due due mani" o " del sensore sotto la sedia"... proporrei quello delle "manette durante le votazioni" o il "braccialetto elettronico come per i detenuti in libertà vigilata in america", cosi darebbe davvero il senso del luogo e di che 'crema' ci rappresenta - da sempre - ... poi ci domandiamo perchè i rifiuti a Napoli, le cliniche  con nome di santi, la mafia, la camorra, la n'drangheta, la Sacra Corona Unita... e i vari scandali italiani. L'Italia è il prodotto dei suoi governanti che noi scegliamo... ne più ne meno.

P.S.: Quando leggete "crema" il riferimento è sempre a qualcosa di colore marrone, maleodorante, che evacua la specie animale. 


Salvatore - Wed 11/06/2008 or 06:35
MarmaLT ha scritto:

(...)

L'Italia è il prodotto dei suoi governanti che noi scegliamo... ne più ne meno.

P.S.: Quando leggete "crema" il riferimento è sempre a qualcosa di colore marrone, maleodorante, che evacua la specie animale. 

 

Caro Mario,

a mio parere è il contrario: i politici che siedono in Parlamento e quelli che ci governano sono i perfetti rappresentanti di un popolo di furbi disonesti.

Salvatore


Kla - Wed 11/06/2008 or 10:57

Per quanto riguarda i due pulsanti da premere contemporaneamete, da indiscrezioni ho saputo che hanno già brevettato (provate ad immaginare dove) una specie di prolunga chiamato "scimmia" che risolve il problema dotando di fatto i "pianisti di quattro mani". Per quanto riguarda il sistema con pulsante sotto il c..o, è risolto anche quello con un semplice peso a forma di c..o appunto.

Ma non sarebbe bastato un controllo più severo sui presenti e la disabilitazione al voto dei banchi degli assenti ?

Salutoni


renatosd - Wed 11/06/2008 or 12:39
Kla ha scritto:

Pe Per quanto riguarda il sistema con pulsante sotto il c..o, è risolto anche quello con un semplice peso a forma di c..o appunto.

beh verrebbe da dire che per più di qualcuno basta metterci la faccia!!!

renato


Kla - Wed 11/06/2008 or 13:14

Renato, e' sicuro che in molti abituati sarebbero disposti a metterci la propria faccia da c..o sulla sedia pur di non perdere il voto. Alcuni fanno il "lifting" ma l'aspetto non cambia e pur di mantenere il posto per se e l'amico si farebbero fare un'operazione chirurgica per avere quattro mani. La casta si evolve a quattromani...

Salutoni


renatosd - Wed 11/06/2008 or 15:40

Insomma e ricapitolando dopo il Giano Bifronte siamo al Giano Biterga con il corpo della Dea Kalì .....  ora ci servirebbe un valido grafico per ricostruirne le fattezze   

renato


Kla - Wed 11/06/2008 or 17:04
Più  che un grafico occorrerebbe un esperto naturalista come Charles Robert Darwin per riformulare la teoria dell'evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale di mutazioni.

Nel caso specifico si tratterebbe di classificare la specie quadrumane “pianista da parlamento Italiano” con doppio deretano uno per le normali attività e l’altro per fare contemporaneamente  presenza e facoltà di voto.

 

Salutoni

- Thu 26/06/2008 or 14:11

Col pacchetto sicurezza è passata anche questa norma che congela alcuni processi: non entro nel merito dell' utilità della cosa per  il Presidente del Consiglio (che, fra le altre cose,in quanto eletto, ritiene di dover essere "esonerato" dal rispetto delle leggi....) ma  mi domando...è giusto, per le eventuali parti lese in questi processi, rimandare che per loro venga "fatta giustizia"? Invece di accellerare la macchina della giustizia, che trascina per anni migliaia di procedimenti, per strategie varie si legittima l'accantonamento?


giucap - Thu 26/06/2008 or 14:25

Antonè, e non fare la giustizialista!

Bel termine questo, che si applica solo quando i giudici si occupano dei politici.

Se invece si occupano dei poveracci si usa un'altra bella terminologia: tolleranza zero.

Solo che questa volta, per evitare il giustizialismo, con l'emendamento passato si manda a peripatetiche anche la tolleranza zero.

Vedi quando un Governo ha le idee chiare sulle priorità, come si trovano le soluzioni!?!


MarmaLT - Thu 26/06/2008 or 14:37
Ciao Antonella, ho letto il tuo intevento e vorrei farti conoscere il mio parere in merito. Con l'indulto, si produsse allora un danno grave... ancghe se io condivisi quel provvedimento, per aspetti che non sono quì a esternare... ora il problema è che con questo indulto, tutti i processi dovranno essere celebrati, per acclarare la responsabilità o meno del fatto di cui è processo, quindi in caso di responsabilità e per  i casi previsti dalla norma,  dichiarare l'assoluzione per intervenuto indulto. Ora parrebbe, quel provvedimento berlusconiano, la mano sante in realtà manda a "fra un anno" tutto questo meccanismo di condanna e assoluzione ... allora quì avrebbero fatto bene a fare una scelta, che era forse meglio avesse fatto all'origine da Prodi, fare l'amnestia  e chiudere i processi, ovvero fare l'amministia, fatte salve le azioni civili per il risarcimento della parte offesa. Questa soluzione avrebbe sbloccato i Tribunali, ora al contenzioso vecchio si sommeranno i nuovi processi e vista la riduzione della prescrizione voluta dal precedente Governo Berlusconi si rischia di mandare a puttane tutto... scusami questo termine poco galante ma che da tutto il senso della questione. Questa lettura va fatta comnplessivamente, anche con quella della riduzione della sedi giudiziali, che condivido, se fosse aggiornato il fabbisogno di risorse umane per la giustizia, intendo numero di Giudici e di Personale amministrativo... invece che chiamare i soliti poliziotti aggregati per i Nuclei di polizia Giudiziaria e in realtà fanno gli impeigati amministrativi, lasciando il carico di lavoro delle indagini ai Comandi di polizia di riferimento, con conseguente sottrazione all'attività di vigilanza sulle strade... così quest'ultimni vedono i colleghi di cui  sopra come 'imboscati', e loro, quelli rimasti, 'svogliati e un pò menefreghisti' per colpa dei colleghi 'imboscarti'... e l'Italia tira a  campà.... ne più ne meno è ciò che pensano i poliziotti (termine inteso in senso ampio)... Cara Antonella.... quando pensi si metterà rimedio? Io dico: MAI!!!

- Wed 02/07/2008 or 15:32
Una delle affermazioni più ricorrenti, sia nella campagna elettorale che ha portato all'elezione di questo governo, che in qualsiasi proposta successiva  per migliorare l'apparato dello Stato o la società in genere, è che bisogna  rimettere al centro di tutto il merito, che va valorizzato ed incentivato....E' di questi giorni la direttiva su come deve essere comunicato l'esito degli esami di maturità: solo e soltanto con...positivo o negativo! In nome della legge sulla privacy... non deve essere indicato il voto d'esame... Alla faccia della valorizzazione! Per quale motivo uno studente che abbia conseguito la maturità con un voto eccellente deve essere omologato a chi ha superato l'esame con l'esigua sufficienza? E non solo...il diploma di maturità, su cui il voto è riportato, è un atto pubblico! Per quale motivo sui "quadri" il voto diventa una questione di privacy?  E se lo studente, "diplomato" o meno,  vuole conoscere il suo voto, deve farne richiesta alla segreteria della scuola: tutti a fare la fila per un diritto..ma la privacy è salva! Altro che Gattopardo...io penso  che l'"ammuina" di borbonica memoria, al confronto sia un pallido espediente, per dare mostra di attività ed efficienza nel rispetto delle regole! Il ridicolo ci seppellirà!!!

Salvatore - Wed 02/07/2008 or 15:50

Beh, anche Franz Kafka è quantomai attuale.

Salvatore


Baol - Sat 12/07/2008 or 10:48

Marco Travaglio: Piazza Navona e le cose che non si possono dire

Pubblichiamo la lettera aperta di Marco Travaglio al direttore de l'Unità, 10 luglio 2008.

Caro direttore,
quando tutta la stampa (Unità compresa), tutte le tv e persino alcuni protagonisti dicono la stessa cosa, e cioè che l’altroieri in Piazza Navona due comici (Beppe Grillo e Sabina Guzzanti) e un giornalista (il sottoscritto) avrebbero “insultato” e addirittura “vilipeso” il capo dello Stato italiano e quello vaticano, la prima reazione è inevitabile: mi sono perso qualcosa? Mi sono distratto e non ho sentito alcune cose - le più gravi - dette da Beppe, da Sabina e da me stesso? Poi ho controllato direttamente sui video, tutti disponibili su you tube e sui siti di vari giornali, e sono spiacente di comunicarti che nulla di ciò che è stato scritto e detto da tv e giornali (Unità compresa) è realmente accaduto: nessuno ha insultato né vilipeso Giorgio Napolitano né Benedetto XVI. Nessuno ha “rovinato una bella piazza”. E’ stata, come tu hai potuto constatare de visu, una manifestazione di grande successo, sia per la folla, sia per la qualità degli interventi (escluso ovviamente il mio).

Per la prima volta si sono fuse in una cinque piazze che finora si erano soltanto sfiorate: quella di Di Pietro, quella di molti elettori del Pd, quella della sinistra cosiddetta radicale, quella dei girotondi e quella dei grillini, non sempre sovrapponibili. E un minimo di rigetto era da mettere in conto. Ma è stata una bella piazza plurale, sia sotto che sopra il palco: idee, linguaggi, culture, sensibilità, mestieri diversi, uniti da un solo obiettivo. Cacciare il Caimano. Le prese di distanza e i distinguo interni, per non parlare delle polemiche esterne, sono un prodotto autoreferenziale del Palazzo (chi fa politica deve tener conto degli alleati, delle opportunità, degli elettori, di cui per fortuna gli artisti e i giornalisti, essendo “impolitici”, possono tranquillamente infischiarsi). La gente invece ha applaudito Grillo e Sabina come Colombo (anche quando ha chiesto consensi per Napolitano), Di Pietro, Flores e gli altri oratori, ma anche i politici delle più varie provenienze venuti a manifestare silenziosamente. Applausi contraddittorii, visto che gli applauditi dicevano cose diverse? Non credo proprio. Era chiaro a tutti che il bersaglio era il regime berlusconiano con le sue leggi canaglia, compresi ovviamente quanti non gli si oppongono.

Come mai allora questa percezione non è emersa, nemmeno nei commenti delle persone più vicine, come per esempio te e Furio? Io temo che viviamo tutti nel Truman Show inaugurato 15 anni fa da Al Tappone, che ci ha imposto paletti (anche mentali) sempre più assurdi e ci ha costretti, senza nemmeno rendercene conto, a rinunciare ogni giorno a un pezzettino della nostra libertà. Per cui oggi troviamo eccessivo, o addirittura intollerabile, ciò che qualche anno fa era normale e lo è tuttora nel resto del mondo libero (dove tra l’altro, a parte lo Zimbabwe, non c’è nulla di simile al governo Al Tappone). In Italia l’elenco delle cose che non si possono dire si allunga di giorno in giorno. Negli Stati Uniti, qualche anno fa, uscì senz’alcuno scandalo un libro di Michael Moore dal titolo “Stupid White Man” (pubblicato in Italia da Mondadori…), tutto dedicato alle non eccelse qualità intellettive del presidente Bush. Da dieci anni l’ex presidente Clinton non riesce a uscire da quella che è stata chiamata la “sala orale”. In Francia, la tv pubblica ha trasmesso un programma satirico in cui un attore, parodiando il film “Pulp Fiction” in “Peuple fiction”, irrompe nello studio del presidente Chirac, lo processa sommariamente per le sue innumerevoli menzogne, e poi lo fredda col mitra. A nessuno è mai venuto in mente di parlare di “antibushismo”, di “anticlintonismo”, di “antichirachismo”, di “insulti alla Casa Bianca” o di “vilipendio all’Eliseo”. Tanto più alta è la poltrona su cui siede il politico, tanto più ampio è il diritto di critica e di satira e anche di attacco personale.

Quelli che son risuonati l’altroieri in piazza Navona non erano “insulti”. Erano critiche. Grillo, insolitamente moderato e perfino affettuoso, ha detto che “a Napolitano gli voglio bene, ma sonnecchia come Morfeo e firma tutto”, compreso il via libera al lodo Alfano che crea una “banda dei quattro” con licenza di delinquere. Ha sostenuto che Pertini, Scalfaro e Ciampi non l’avrebbero mai firmato (sui primi due ha ragione: non su Ciampi, che firmò il lodo Schifani). E ha ricordato che l’altro giorno, mentre Napoli boccheggia sotto la monnezza, il presidente era a Capri a festeggiare il compleanno con la signora Mastella, reduce dagli arresti domiciliari, e Bassolino, rinviato a giudizio per truffa alla regione che egli stesso presiede. Tutti dati di fatto che possono essere variamente commentati: non insulti o vilipendi.

Io, in tre parole tre, ho descritto la vergognosa legge Berlusconi che istituisce un’ ”aggravante razziale” e dunque incostituzionale, punendo - per lo stesso reato - gli immigrati irregolari più severamente degli italiani, e mi sono rammaricato del fatto che il Quirinale l’abbia firmata promulgando il decreto sicurezza. Nessun insulto: critica. Veltroni sostiene che io avrei “insultato” anche lui, e che “non è la prima volta”. Lo invito a rivedersi il mio intervento: nessun insulto, un paio di citazioni appena: per il resto la cronistoria puntuale dell’ennesima resurrezione di Al Tappone dalle sue ceneri grazie a chi - come dice Furio Colombo - “confonde il dialogo con i suoi monologhi”. Sono altri dati di fatto, che possono esser variamente valutati, ma non è né insulto né vilipendio. O forse il Colle ha respinto al mittente qualche legge incostituzionale, e non me ne sono accorto? Sono o non sono libero di pensare e di dire che preferivo Scalfaro e i suoi no al Cavaliere? Oppure la libertà di parola, conquistata al prezzo del sangue dai nostri padri, s’è ridotta a libertà di applauso? Forse qualcuno dimentica che quella c’è anche nelle dittature. E’ la libertà di critica che contraddistingue le democrazie. Se poi a esercitarla su temi quali la laicità, gli infortuni sul lavoro, l’ambiente, la malafinanza, la malapolitica, il precariato, la legalità, la libertà d’informazione sono più i comici che i politici, questa non è certo colpa dei comici.

Poi c’è Sabina. Che ha fatto, di tanto grave, Sabina? Ha usato fino in fondo il privilegio della satira, che le consente di chiamare le cose con il loro nome senza le tartuferie e le ipocrisie del politically correct, del politichese e del giornalese: ha tradotto in italiano, con le parole più appropriate, quel che emerge da decine di cronache di giornale sulle presunte telefonate di una signorina dedita ad antichissime attività con l’attuale premier, che poi l’ha promossa ministra. Enrico Fierro ha raccolto l’altro giorno, sull’Unità, i pissi-pissi-bao-bao con cui i giornali di ogni orientamento, da Repubblica al Corriere, dal Riformatorio financo al Giornale, han raccontato quelle presunte chiamate (con la “m”). Ci voleva un quotidiano argentino, il “Clarin”, per usare il termine che comunemente descrive queste cose in Italia: “p.o.m.p.i.n.i”, naturalmente di Stato.

Quello di Sabina è stato un capolavoro di invettiva satirica, urticante e spiazzante come dev’essere un’invettiva satirica, senza mediazioni artistiche né perifrasi. Gli ignorantelli di ritorno che gridano “vergogna” non possono sapere che già nell’antica Atene, Aristofane era solito far interrompere le sue commedie con una “paràbasi”, cioè con un’invettiva del corifeo che avanzava verso il pubblico e parlava a nome del commediografo, dicendo la sua sui problemi della città. Anche questa è satira (a meno che qualcuno non la confonda ancora con le barzellette). Si dirà: ma Sabina ha pure mandato il papa all’inferno. Posso garantire che, diversamente da me, lei all’inferno non crede. Quella era un’incursione artistica in un genere letterario inaugurato, se non ricordo male, da Dante Alighieri. Il quale spedì anticipatamente all’inferno il pontefice di allora, Bonifacio VIII, che non gli piaceva più o meno per le stesse ragioni per cui questo papa non piace a lei e a molti: le continue intromissioni del Vaticano nella politica. Anche Dante era girotondino?

Il fatto è che un vasto e variopinto fronte politico-giornalistico aveva preparato i commenti alla manifestazione ancor prima che iniziasse: demonizzatori, giustizialisti, estremisti, forcaioli, nemici delle istituzioni, e ovviamente alleati occulti del Cavaliere. Qualunque cosa fosse accaduta, avrebbero scritto quel che hanno scritto. Lo sapevamo, e abbiamo deciso di non cedere al ricatto, parlando liberamente a chi era venuto per ascoltarci, non per usarci come pedine dei soliti giochetti. Poi, per fortuna, a ristabilire la verità sono arrivati i commenti schiumanti di Al Tappone e di tutto il centrodestra: tutti inferociti perchè la manifestazione spazza via le tentazioni di un’opposizione più morbida o addirittura di un inciucio sul lodo Alfano (ancora martedì sera, a Primo Piano, due direttori della sinistra “che vince”, Polito e Sansonetti, proclamavano in stereo: “Chi se ne frega del lodo Alfano”). La prova migliore del fatto che la manifestazione contro il Caimano e le sue leggi-canaglia è perfettamente riuscita.

 


Baol - Sat 12/07/2008 or 10:59

Lidia Ravera: La bella piazza e le voci stonate


Leggo sul Corriere della Sera: "La piazza che doveva segnare l'apoteosi dell'opposizione di Antonio Di Pietro gli ha regalato un brutto autogol". Leggo ancora: "Finisce con Furio Colombo, veemente, che contesta Grillo e chiede una standing ovation per Napolitano... e con Mara Carfagna che querela Sabina Guzzanti". Potrei leggere ancora ma preferisco smettere. Mi viene il sospetto di non essere stata presente, dalle ore 18 alle ore 21 e 30, alla stessa manifestazione di cui parlano i giornali. Certo, ci sono alcune bizzarre somiglianze... anche nella Piazza Navona dove ero io c'erano le opere del Bernini e del Borromini e c'erano Sabina Guzzanti e Antonio di Pietro.
E Antonio di Pietro aveva portato le sue bandiere, il che, per uno che “aderisce” è un po’ troppo. E Sabina Guzzanti era stranamente stridula e sboccata, mentre in genere è saggia e divertente. C’era Beppe Grillo che, come era prevedibile, ha mandato tutti affanculo, che è un messaggio totalmente inutile oltrechè dannoso. Però c’era anche molto altro. C’erano migliaia di persone, senza “logo” né bandiera. Immobili, in piedi, parossisticamente attente, per tre ore e mezza. C’era Rita Borsellino, in collegamento e c'era Pancho Pardi, c’era Ascanio Celestini e c’era Moni Ovadia e c'era Paolo Flores D’Arcais che, con il semplice elenco di tutti i reati che resterebbero impuniti se il trucco blocca-processi dovesse essere messo in opera, ha fatto correre a tutti i presenti in piazza, me inclusa, un brivido nella schiena. Era la stessa manifestazione di cui parlano i giornali, o era un’altra? Mi sono persa e sono finita in una piazza Navona duplicata appositamente per confondere l'opposizione, magari dal nuovo sindaco Alemanno? Oppure abbiamo vissuto la stessa piazza da due punti di vista un po’ diversi. Io vi racconto il mio, visto che tutti gli altri, da pulpiti ben più potenti, vi racconteranno, l’altro. Io ero sotto il palco, e ascoltavo la descrizione del nuovo round di un lungo “incontro” dal titolo: Silvio Berlusconi contro le regole democratiche. Tutti gli interventi vertevano, ciascuno con il suo timbro, su questo tema. Erano discorsi nuovi ed erano discorsi vecchi. Mi tornava in mente la manifestazione organizzata da Nando dalla Chiesa nel 2003, stessa piazza stesso mare di folla, sotto lo striscione: «La legge è uguale per tutti». Anche allora c’erano migliaia di persone, sul palco c’erano anche Fassino, D’Alema e Rutelli. Poi, a un certo punto, Nanni Moretti saltò su dalla platea e disse: «Con questi qui non vinceremo mai». E la piazza esplose in un applauso addolorato quanto liberatorio. È successo anche ieri. Applausi e fischi hanno sottolineato ogni affondo contro l’opposizione di governo. Era inevitabile. Cioè: si sarebbe potuto evitare soltanto appoggiando la manifestazione, sfottendo meno, partecipando anche senza partecipare, perché gli obbiettivi erano (sono) comuni. Perchè, vedete, nessuno si diverte a urlare, se si parlasse tutti insieme con voce chiara e forte, non ci sarebbe alcun bisogno di sgolarsi. E l’efficacia sarebbe maggiore. È così difficile da capire? Ma certo... io sono stata ad una manifestazione diversa, non ero alla “manifestazione di Di Pietro”. E tanto meno a quella di Beppe Grillo. Ero ad una manifestazione auto-organizzata, promossa da una rivista cui collaboro volentieri, Micromega, e da due uomini che stimo: Pancho Pardi e Furio Colombo, due politici recenti, espressione della società civile, un ex professore universitario e un ex direttore di giornale (questo).
Peccato essersi persa quell’altra, manifestazione, pare che si siano divertiti un sacco, fra un insulto e un fescennino... E, a proposito di divertimento, se vi volete consolare, procedete nella pagine de la Repubblica fino a «Hippy-chic: lusso e privilegi anni ‘70», ove si legge: «la crisi non sfiora neppure da lontano l’universo miliardario dei ricchissimi». Ad avvisarci è «una delle 50 donne più potenti del pianeta». Angela Merkel? Hillary Clinton? No, Frida Giannini, direttore creativo di Gucci. «Mai come in questa stagione - sorride - si è visto tanto lusso, chi ha grandi possibilià economiche entra nei nostri 200 negozi e compra proprio quello che costa di più» . Cioè: caftani fluttuanti, fantasia di conchiglie ricamate, capricciosi disegni rococò. Come la «ricca e privilegiata dama hippy-chic anni ‘70». Ma dov’era, la dama hippy chic, negli anni Settanta? Io non l’ho vista. Forse, anche all’epoca, avevo sbagliato piazza.

www.lidiaravera.it


 


Baol - Sat 12/07/2008 or 15:39

In ciascuno di questi scritti, credo, vi siano degli spunti interessanti di riflessione. Un bello spaccato di questa terza repubblica, in attesa della quarta, che si profila come uno spauracchio all'orizzonte... diciamo che sto raccogliendo i pezzi di un puzzle per cercare di farmi un'idea... 

Il Muro

  Di Vittorio Melandri

 Condivido molto l’incipit dell’articolo di Curzio Maltese sulla prima pagina di quello che si è ormai ridotto ad horgan house dei gemelli del Campidoglio, Francesco&Walter, (in omaggio all’illuminata predilezione a suo tempo vaticinata dal suo Presidente-demolitore-d’aziende). 

Scrive Maltese che “manifestazioni come quella di Piazza Navona dell´altro giorno sono show business. …..Non servono a cambiare le cose. Quindi non sono politica. I guai cominciano se si scambia lo show business per politica e lo si prende sul serio”.

 Il fatto è però che alla manifestazione di Piazza Navona la “politica” era assente per sua “libera” scelta, perché quella che Maltese (ed io con lui, per quel che possa valere) considera “politica”, è del tutto assente dal nostro Paese da decenni ormai.

 E che è così, facendo finta di descriverlo per assurdo, ma invece tratteggiandolo per davvero, che più davvero non si può, lo indica di par suo Emanuele Macaluso, quando ci spiega che….....

1) “….la «Costituzione materiale», con una legge elettorale che consente l’iscrizione nella scheda del leader, ha ormai identificato la maggioranza parlamentare con quel leader investito dal voto popolare”.

Alla faccia del Presidente della Repubblica pro-tempore, che dovrebbe essere il garante della “Costituzione e basta”, e si trova invece “eroicamente” a fare lo slalom fra l’una, la “Costituzione materiale”, e l’altra, la “Costituzione e basta”, e proprio come la seconda moglie del sig. Ponza, genero della signora Frola sembra ogni volta dire: «Io sono colui che mi si crede».

 Alla faccia della Corte Costituzionale, e delle sue sentenze rispettate solo quando fa comodo.

 Alla faccia del Popolo Italiano, che si è espresso più volte a sostegno di referendum che hanno abolito leggi poi puntualmente ripristinate, e che da ultimo ha detto di volere la “Costituzione e basta”, ma subito poi è stato costretto a ri-votare con la “Costituzione materiale”

ci spiega che….....

2) “….il cavaliere «martirizzato»” da una eventuale sentenza di condanna, dovrebbe prima dimettersi da capo del governo, alla faccia dei consigli a non farlo di Angela Finocchiaro, e poi rivincerebbe a mani basse le elezioni, chiudendo così ogni possibilità di “riformare” la quarta Repubblica che andrebbe a presiedere.

 Stando così le cose, e le cose stanno purtroppo così, ci vorrebbe subito una opposizione capace di fare “cartello”, proprio come fanno le banche e le assicurazioni, in grado di dichiarare senza mezzi termini cosa rappresenta il Cav. Berlusconi:

 una sorta di demonio, il più grave pericolo per la democrazia in Italia dopo l’altro Cavaliere, Benito Mussolini.

 Fermo restando che anche quell’altro cavaliere, per quanto determinante come questo, non era certamente solo, ma con la drammatica certezza che quell’altro, sulla sua strada, un 25 luglio 1943 è stato sfiduciato dai suoi e non si è più ripreso, mentre questo dopo essere stato sfiduciato dai suoi il 22 dicembre 1994, è stato ri-portato in sella dai suoi ovviamente e da una sedicente opposizione che ancora oggi, per dirla con il “vecchio” Giorgio Bocca,  non ha ancora capito che è vera “la progressione autoritaria (che) è stata denunciata nella manifestazione romana promossa da Di Pietro e dai girotondini e disertata dal Partito Democratico (e) che si riserva per quella da farsi in autunno. Ma se aspettiamo i giorni in cui cadono le foglie forse saranno anche cadute le nostre residue libertà”.

 Mi ripeto, con una sedicente “opposizione” del genere in campo, che noi si parli o si stia zitti, non fa differenza alcuna, il muro di gomma che ci circonda ci isola completamente.

 E per finirla per davvero (in gloria) ripesco un raccontino che ho scritto nel lontanissimo 2002, quando ancora nutrivo qualche speranza che il muro non fosse di gomma.

IL MURO

D’estate si esce più facilmente, dal bozzolo dove ce ne stiamo di solito riparati , si va fuori di più; e capita, soprattutto all’inizio, dell’estate, quando il ricordo di quella precedente è ancora intorpidito, che si abbia come un moto di sorpresa, per quello che troviamo.

 C’è un “muro” la fuori.

 Un “muro” così alto che separa tutti quelli che stanno di qua, da tutti quelli che stanno di là. Si sentono delle voci, ogni tanto, salire fino alla sua sommità; poi precipitano e sono raccolte da una parte (e forse dall’altra) da chi ancora si ostina ad ascoltare, ma sono inintelligibili, e accrescono la separazione, non la leniscono. L’unica speranza rimane il dolore, che non sembra proprio, da questa parte, (dall’altra non si sa), venire mai meno. Il dolore è energia, energia capace di far girare i motori più diversi, e più potenti. Se si potesse un giorno riuscire ad accenderne anche uno solo, si potrebbe con quello, sperare di far girare una trivella, né esistono già, si sa per certo, capace di perforare il “muro”. Poi si potrebbe anche abbatterlo. L’energia non manca. Il “muro” oltre che alto, è anche così lungo, che non si conosce dove finisce. Si narra di chi si è messo in viaggio, convinto di arrivarne a capo, ma non si hanno notizie di quelli che non sono più tornati; dai più, che stanchi hanno invertito il cammino, invece, sono state raccolte confidenze sconsolate; nessuna fessura è mai stata notata,né tanto meno una breccia che consentisse di passare di là. Solo, in alcuni casi, non si sa se definire più fortunati o al contrario più disgraziati, c’è chi ha raccontato di posti in cui, avvicinando l’orecchio al “muro” è possibile distinguere un brusio che viene dall’altra parte. Per qualcuno, forse, si dice, è stato possibile riconoscere anche intere frasi, aventi senso. Chi ha vissuto simili esperienze, è caduto come in sonno; in realtà, si suppone solamente che sia andata come si racconta, perché nessuna prova è mai stata resa, dai testimoni ormai addormentati. Cosa succede di qua dal muro lo sappiamo: tutti vogliono andare di là. Non importa ricordare che il “muro” un tempo non c’era, la cosa è certa; e nemmeno serve gridare, qualcuno ancora lo fa, che lo abbiamo costruito noi, il “muro”, noi, la nostra specie, i nostri avi, noi! Quelli di là non lo sappiamo. Non importa che una ragione, ci deve essere ben stata, per costruirlo; e quale se non la volontà, per paura o per coraggio non conta, di separarci da quelli di là. Oggi importa solo andare di là, ma “il muro” lo impedisce.

 C’è un “muro” la fuori. Un “muro” così alto che separa tutti quelli che stanno di qua, da tutti quelli che stanno di là.

Gli uni e gli altri, nessuno, sa chi sono!


- Tue 15/07/2008 or 19:11

Per chi pensava che fossero anche troppi.....

BERLUSCONI, PRESTO NUOVI SOTTOSEGRETARI E VICEMINISTRI

A settembre ci saranno nuovi sottosegretari ed alcuni attuali sottosegretari saranno 'promossi' a viceministri. Lo ha annunciato il premier Silvio Berlusconi, a quanto si apprende, durante la riunione con i deputati Pdl alla Camera. "Sapete che la sinistra ha tagliato 46 sottosegretari. Ora pero' a settembre c'e' bisogno di fare uno sforzo, perche' ci sono ministri che non possono essere contemporaneamente alla Camera e al Senato" ha detto Berlusconi citando il caso del ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito che non ha nemmeno un sottosegretario. "Per questo da settembre ci saranno nuovi sottosegretari e alcuni sottosegretari diventeranno viceministri".

da "Repubblica"


- Wed 16/07/2008 or 11:46

Un bell'articolo di Piero Ostellino sul Corriere di oggi.....

http://www.corriere.it/editoriali/08_luglio_16/editoriale_solitudine_socialisti_ostellino_22e8daa6-52f6-11dd-a364-00144f02aabc.shtml


- Thu 28/08/2008 or 10:16

Qualcuno mi aiuta a capire la "soluzione" del problema Alitalia? Perchè io, che non sono specializzata in economia e finanza, a tutt'oggi, capisco che si sta cercando di dividere la società: da una parte tutto ciò che riguarda i debiti, che rimarranno al pubblico, e quindi sul groppone degli italiani tutti;  dall'altra gli utili prossimi venturi, che saranno appannaggio degli imprenditori che,  nella tanto sbandierata  cordata, si apprestano a "salvare" Alitalia, magari con la collaborazione di AirFrance.....E che il personale in eccedenza sarà ricollocato nel "pubblico". Boh! Ditemi che  ho capito male!!


- Thu 28/08/2008 or 11:56

No non hai capito male ma per far questo modificheranno le norme per il salvataggio delle grandi aziende, naturalmente una azienda depurata dei debiti verrà rilevata da questo par di decine di imprenditori (non si fa nulla per nulla per convincerli gli avranno promesso mari e monti) Toto con AirOne confluirà nella nuova società (ma AirOne non è pesantemente indebitata anche lei?), si sventola una azienda frazionata e senza zavorra sotto il naso di Air France, il personale in esubero ricollocato nel pubblico impiego con stipendi a nostro carico più che tripli (causa RIA spero riassorbibile) rispetto al personale che andranno ad affiancare e con competenze nulle in materia (Agenzia delle entrate, catasto e poste, già vissuto tutto questo con 1000 operai della Olivetti assorbiti dallo Stato spacciati per esperti di informatica ma stampavano circuiti e finiti a fare commessi ed usceri). Naturalmente piloti, hostess, stewart e altro personale competente emigrerà verso altre compagnie certo dovrà accontentarsi di orari più pesanti e compensi meno elevati ma le menti migliori non passeranno certo nel pubblico.

Usciranno editoriali di ambo gli schieramenti gli uni dediti alla esaltazione dell'operazione, gli altri alla mortificazione, ma una cosa è certa ci saranno 5000 esuberi (si parla anche di 7000) i debiti se li accollerà lo Stato (Tremonti è bravo a nascondere e mistificare i numeri vedrete sarà un genio) e pagheremo sempre più dgli altri i viaggi in aereo.


- Fri 29/08/2008 or 06:23

In questa intervista di Colaninno su La Repubblica è chiaro il fatto che l'operazione condotta in precedenza con Air france non avrebbe avuto impatti sui contribuenti e avrebbe rispettato le regole di mercato questa invece............................ basta leggere lo dice e gli imprenditori sono ben contenti di questo. 

 

http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/intervista-colaninno/intervista-colaninno.html


- Fri 29/08/2008 or 08:27
Quello che io trovo spaventosamente avvilente per i cittadini tutti, è l'uso disinvolto ed indiscriminato della mistificazione e della menzogna,  non mi riferisco solo al caso Alitalia; ad ogni livello  (noi ci siamo scandalizzati per le bugie del parco Cottignoli-Petrucci....) ci si presentano come impraticabili e dannose procedure legali e ragionevoli, per poi adottare sistemi che, per essere applicati, richiedono la sospensione della legge antitrust (e scusate se è poco!!!) e comunque il ricorso ad ulteriori partners, precedentemente rifiutati con clamore accusatorio di incapacità per chi quella scelta avrebbe fatto! Non è possibile che lo scontro politico... scusate, ho sbagliato, la politica sarebbe un'altra cosa...il volgare ed ignobile scontro per il potere,  diventi un'occasione per aggravare la già precaria condizione nazionale....Ma noi siamo veramente un popolo addormentato, per non accorgerci di queste colossali prese per i fondelli che ci stanno seppellendo?

- Fri 29/08/2008 or 09:41

Questo è il caso Alitalia i cui risultati (se ci saranno) li vedremo tra qualche anno salvo poi intervenire nuovamente per risanare la compagnia nel 1998-1999 era a pareggio se non in attivo chi sa leggere i bilanci SA. Qualcosa negli ultimi 10 anni è successo, uno sperpero di denaro colossale primo fra tutti avere due hub Colaninno ha dichiarato che sono necessari perchè ci sono le montagne e l'Italia è lunga ed allora perchè non un terzo hub a Trapani.

Ma la mistificazione maggiore ed i danni più gravi si avranno nelle scuole non per le cavolate del ripristino del voto al posto del giudizio, del voto di condotta e dell'educazione civica ma per il ritorno dal 2009 del maestro unico alle elementari da un punto di vista lavorativo si avranno esuberi mostruosi, da quello didattico porterà grossi problemi tornare con un colpo di spugna ad una scuola degli anni 60 e 70, senza tener conto di quelli che sono stati i cambiamenti umani e sociali, tutto ciò  a mio parere è gravissimo ma qui credo possono intervenire chi opera in materia, a livello contabile con l'intenzione di rendere gli istituti simili a fondazioni VEDREMO insomma la realtà è che il lavoro dipendente in generale sarà portato a livelli di pura sopravvivenza (ma nemmeno quella) a tutto vantaggio di imprenditori, industriali e libera professione in poche parole chi ha soldi potrà mandare i figli in buone scuole pubbliche chi non li ha dovrà dirigersi verso quelle che non chiederanno oboli esorbitanti ma che non potranno assicurare pari opportunità di studio ed attrezzature. Quando scandalizzati gli appartenenti alla maggioranza vanno sbandierando che il 90 % delle spese della scuola sono dovute alla retribuzione del personale e che molte competenze allo stesso personale sono pagate con i fondi dati alle scuole proprio per questo scopo (per legge) vorrei ricordare che la riforma amministrativa con l'autonomia delle scuole è stata effettuata con DM 44/2001 (guardate l'anno) CHI LO HA APPROVATO QUESTO DM scaricando sulla scuola l'autonomia ma una autonomia senza soldi. Le strutture appartengono ai Comuni ed alle Province che, nel nostro caso, sono avviate al dissesto e figuriamoci se adeguano le strutture alle norme sulla sicurezza oppure le manutenzionano.

In questi casi è meglio dire la verità  NELLA SCUOLA SI DEVONO TAGLIARE 100000 INSEGNATI IN TRE ANNI E 40000 TRA IL PERSONALE ATA SI DEVE RISPARMIARE A TUTTI I COSTI A DISCAPITO DI CHI NON PUO' PERMETTERSI SCUOLE PRIVATE ED ALLORA INTANTO ORA MAESTRO UNICO E POI LE SCUOLE CHE SI DOVRANNO AUTOFINANZIARE CERCANDO SPONSOR E FINANZIATORI.

 


- Fri 29/08/2008 or 14:32
Quello sulla scuola è un discorso ormai incancrenito: quella che chiamano riforma (o controriforma..secondo alcuni) , non è altro, come dice giustamente Roccia, che una manovra nella finanziaria, per risparmiare quattrini. Infatti, a parte piccole variazioni più che altro di facciata, come la “reintroduzione” dell’educazione civica (che nessuno ha mai cancellato  ma che, già dai miei tempi, di fatto,  era a “discrezione” del docente)o del voto di condotta che dovrebbe risolvere i problemi di bullismo ( dimenticando che nessuno impedisce  ai docenti  di esercitare la loro autorevolezza…purchè ne abbiano…ma questo è un altro discorso) o del “democratico”grembiule: la verità è che la scuola pubblica è sempre di più l’avamposto del “risparmio” di Stato; per rispolverare un vecchio dubbio...non sarà che più ignoranti ci sono in giro ,soprattutto fra  i  più svantaggiati, più facilmente si possono controllare? Perfino il linguaggio utilizzato dà la misura dell’attenzione che si pone realmente alla scuola: senza entrare nel merito della questione, si parla di ritornare al maestro unico…ma lo sanno che, da decenni, quasi il 100% degli insegnanti nella scuola primaria sono donne? A  tutto questo va aggiunta la “suggestione” di troppe famiglie sui finti problemi…che comunque la dicono lunga su come viene intesa la scuola. Come ogni anno infatti, è ricominciato il leitmotiv del costo dei libri…e giù servizi televisivi, e giornalistici in genere, ad intervistare scandalizzati genitori per il “furto” del costo dei testi scolastici: dimenticano tutti che, al momento della scelta dei libri, sono presenti (o dovrebbero esserlo…) anche i rappresentanti dei genitori, che hanno tutto il potere  per vigilare; se abdicano a questo diritto non se la possono prendere con “la scuola”! E comunque vorrei sapere quanto costoro spendono per acquistare, e mantenere, telefoni cellulari di ultima generazione, ipod e playstation per i loro frugoletti, per i quali, in genere, pretenderebbero il diploma già alla nascita, magari al momento dell’iscrizione all’anagrafe!! Io ho l’impressione che  “la terza repubblica” sia figlia soprattutto di questa mentalità….

Salvatore - Sun 31/08/2008 or 12:29

Cara Antonella,

 

quella dei libri di testo è una gioiosa spartizione della torta a cui hanno partecipato (e partecipano) autori, editori, librai, insegnanti etc. etc. Tu dici che i genitori potrebbero fare qualcosa, se solo non abdicassero il loro ruolo rappresentativo: certo, potrebbero far risparmiare qualche decina di euro… ma è davvero poca cosa. È il sistema che è profondamente sbagliato. Ogni ragazzo è costretto a comprare decine di chili di libri (e a trasportarli sulla schiena dentro quegli enormi e pesantissimi zaini che si vedono solo in Italia) quando poi, se vai a vedere, alla fine dell’anno avranno letto sì e no il 30% delle pagine di questi libri. Allora la prima domanda è: perché costringere a comprare 10 Kg di carta se poi se ne useranno solo 3? Compriamone direttamente 3 e risparmiamo gli atri 7 chili! Ci guadagneremmo tutti: le famiglie, gli studenti, l'ambiente...

Un altro problema sono le edizioni che cambiano ad un ritmo scandaloso. Io ho avuto 3 figli che a distanza di 2 o 3 anni l’uno dall’altro hanno frequentato la scuola media alla Don Milani. Ebbene, per ogni figlio ho dovuto RICOMPRARE  quasi tutti i libri: quelli vecchi non andavano bene! Questo è un vero e proprio furto che nei Paesi civili non potrebbe accadere. Mi spieghi in 2 anni che cambierà mai in materie come la matematica, l’italiano, o l’inglese, per giustificare un cambio d’edizione? Posso capire la storia e la geografia! Ma anche qui sarebbe sufficiente che la scuola distribuisse un pamphp"verdana,geneva"> 

Per  quanto riguarda la riforma della scuola… basta, non se ne può più! A furia di riforme, controriforme e contro-contro-riforme stanno davvero uccidendo quel poco che era rimasto della scuola italiana! La gente è davvero disorientata… gli studenti sono disorientati… gli insegnanti sono disorientati! Non dimentichiamo che queste "riforme" oltre ad essere delle maldestre manovre della finanziaria per tentare di risparmiare quattrini, sono altresì portatrici di un letale germe di natura ideologica: ogni riforma ha infatti lo scopo, nemmeno tanto celato, di radere al suolo tutte le opere del precedente governo. Non sono daccordo quindi quando parli di "piccole variazioni più che altro di facciata";   secondo me si tratta invece di "grandi opere" di demolizione. Di questo passo non andremo davvero da nessuna parte.   

 

Per quanto riguarda la questione Alitalia, siamo in presenza della più colossale truffa a danno degli italiani che sia mai stata tentata. I giornali amici annunciano trionfalistici di eroici salvatori della patria, mentre gli altri si limitano a farfugliare qualche confusa, frammentata e insipida notiziola. Ma nessuno va al cuore della questione. Gli italiani (il popolo bue!) non capiscono nemmeno quello che gli stanno facendo... né sono interessati a capirlo! Tanto gli hanno assicurato che per altri due anni potranno rincitrullirsi con “Tutto il Calcio Minuto per Minuto”. E sono così contenti dopo il terribile rischio che hanno corso: il rischio di restare senza calcio.

 

Salvatore


- Sun 31/08/2008 or 12:42
Salvatore ha scritto:

  È il sistema che è profondamente sbagliato. Ogni ragazzo è costretto a comprare decine di chili di libri (e a trasportarli sulla schiena dentro quegli enormi e pesantissimi zaini che se ne vedono solo in Italia) quando poi, se vai a vedere, alla fine dell’anno avranno letto sì e no il 30% delle pagine di questi libri. Allora la prima domanda è: perché costringere a comprare 10 Kg di carta se poi se ne useranno solo 3?  Compriamone direttamente 3 e risparmiamo gli atri 7 chili!


 

Perdona la saccenteria....Io sono assolutamente d'accordo con te sull'argomento, ma ripeto: testi "intonsi" alla mano, i genitori possono e devono intervenire!! E vero che è obbligatorio adottare un testo, e molto dipende dai docenti e da quanto si fanno "suggestionare" dagli informatori, ma se i genitori, a fronte di uno scarso uso  libri "consigliati", fanno quadrato, i risultati vengono fuori. Non dico raggiungere la follia di mio marito che adotta per anni lo stesso testo tanto, ai suoi studenti, dopo la scuola,  invia le sue lezioni ed esercizi via internet, ma qualcosa si può fare....


Salvatore - Sun 31/08/2008 or 12:59

Ma quale saccenteria? La "ricetta" che tu suggerisci è universalmente valida: bastrebbe che i cittadini non si facessero "suggestionare" e facessero "quadrato". Con queste due piccoli accorgimenti non avremmo gli scandalosi episodi di malgoverno che abbiamo visto negli ultimi decenni e l'Italia non sarebbe sull'orlo del baratro.

Salvatore


- Tue 02/09/2008 or 10:02

Molti testi sono conservati dai docenti solo che cambiano le edizioni, cambia la numerazione delle pagine, le figure ed alcuni argomenti sono "ampliati" con l'aggiunta di qualche nota alcuni capitoli spostati ma il testo e l'autore sono sempre gli stessi.

 


- Tue 02/09/2008 or 10:03

Le perplessità di una maestra alla lettura della circolare in collegio docenti

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Dunque oggi collegio docenti , e vabbè le solite cose più le nuove circolari illustrative dei recenti decreti, si leggono... si sanno.... si commentano.... si fa mettere a verbale che questa nuova materia sconosciuta (ed civica) e che si deve insegnare da quest'anno non è mai stata allontanata dalla scuola... come a dire che introduciamo l'insegnamento di matematica cambiando nome alla materia (ma poco poco) e pubblicizziamo attraverso mass media  che questa materia non è mai stata insegnata....i voti... le sanzioni.... i corsi d'aggiornamento e poi la novità: un paragrafetto che lascia tutti e tutte allibiti/e. Poche parole che ci dicono (non posso esser testuale , non ho la circolare sottomano) che supereranno l'anno scolastico gli studenti/allievi che avranno ottenuto la sufficienza (il 6 ad oggi) in TUTTE le dscipline o gruppi di discipline.... e qui la perplessità, nella scuola dell'obbligo non esistono esami di riparazione, o corsi che preparino gli studenti che non abbiano ottenuto la sufficienza...che fare dunque? semplice, si bocciano tutti quelli che hanno anche un solo cinque in una materia..........Commento del preside:" Avete capito anche voi quello che c'è scritto qui? Sì? Bene, Non mi sento solo allora!"

 

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e siamo solo all'inizio


- Tue 02/09/2008 or 13:53

Un bell'articolo del 1996

dal Corriere della sera

Il provveditore ordina di modificare la didattica " illegittimamente attuata "

Maestra unica, addio

Sospeso l' esperimento alle elementari di via Val d' Intelvi

 

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Il provveditore ordina di modificare la didattica "illegittimamente attuata" TITOLO: Maestra unica, addio Sospeso l' esperimento alle elementari di via Val d' Intelvi - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Gli ispettori non hanno nessun dubbio: le classi delle elementari di via Val d' Intelvi non possono avere la "maestra unica". Cosi' ieri il provveditore Francesco de Sanctis ha notificato al direttore Fausto Vono le "prescrizioni" per modificare l' organizzazione della didattica fin qui "illegittimamente" attuata. L' indagine, come e' noto, era stata iniziata dall' ispettore Vito Piazza, il quale poi aveva preferito lasciare l' incarico in seguito agli attacchi personali ricevuti dallo stesso indagato. Erano cosi' subentrati altri tre ispettori, che alla fine hanno confermato i rilievi negativi gia' emersi. Il presupposto sul quale si basa la sperimentazione della "maestra unica" e' quello della cosiddetta "pedagogia attiva". "Questo recupero della tradizione . osservano gli ispettori ., che ha dimostrato di funzionare in un certo periodo storico, ora rappresenta un alibi, un' alternativa all' organizzazione modulare della legge 148". Altri rilievi riguardano, invece, l' insegnamento della lingua inglese, un altro vanto della scuola di via Val d' Intelvi. Ma, si osserva, "molti docenti impiegati non hanno i requisiti per insegnare questa lingua. E poi i testi si pagano, e la loro scelta non e' libera". La contestazione di fondo riguarda, peraltro, l' uso dei docenti. C' e' una maestra utilizzata come segretaria. Ci sono due insegnanti "aggiunte" il cui ruolo non e' chiaro. Una di esse, interrogata sui compiti assegnatile nella sperimentazione, risponde: "Non lo so". Ma quel che piu' sorprende, soprattutto trattandosi di una scuola sperimentale, e' il fatto che vengono abolite persino le due ore settimanali obbligatorie per la programmazione. La scuola se la cava con una indicazione a dir poco sconcertante: "Le riunioni di programmazione sono estemporanee, quando i docenti ne sentono la necessita' ". Una necessita' che deve essere espressa dalla maggioranza. Ossia mai. Significativa la nota degli ispettori, che affermano: "L' organizzazione della didattica e' frutto dell' ideazione personale del direttore". Un' indagine che alla fine mette al centro della sperimentazione un Fausto Vono come una sorta di "padre padrone" della scuola, fino al punto che le relazioni annuali finali di valutazione del progetto attuato (che per legge sono di competenza del collegio docenti) vengono redatte dal solo direttore senza alcun parere. Ieri, dunque, l' alt del provveditore al progetto sperimentato e l' invito a cambiarlo. Viene inoltre prescritto un uso "congruente con le mansioni dello stato giuridico" del personale. Da oggi, dunque, la maestra segretaria dovra' tornare in classe. Tocchera' infine per competenza al ministero valutare il comportamento del direttore Vono: e qui potrebbero arrivare le insidie piu' dolorose. A cominciare dal fatto che si dovra' valutare chi paghera' l' uso "incongruente" del personale ottenuto ogni anno.

Pozzoli Augusto

E questo era 12 anni fa ma come si fa a fare riforme e miniriforme solo basate sulle idee bizzarre del ministro protempore ma non si comprende che la scuola è una cosa seria.


- Thu 04/09/2008 or 12:36

Dal "Corriere della sera" di oggi.....

Nella città calabrese l'anno precedente il record di ammessi con il 93 per cento

Da Brescia a Reggio Calabria
Così la Gelmini diventò avvocato
L'esame di abilitazione all'albo nel 2001.
Il ministro dell'Istruzione: «Dovevo lavorare subito»
Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i (giusti) sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi.La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it da Flavia Amabile. La reazione degli internauti che l'hanno intercettata è facile da immaginare. Una per tutti, quella di Peppino Calabrese: «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Direte: possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni.Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio della provincia di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane e ambiziosa laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato.Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, «battere» i tribunali per accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta (tre temi: diritto penale, civile e pratica di atti giudiziari) e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali.Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo».
Le polemiche si trascinano per mesi e mesi al punto che il governo Berlusconi non vede alternative: occorre riformare il sistema con cui si fanno questi esami. Un paio di anni e nel 2003 verrà varata, per le sessioni successive, una nuova regola: gli esami saranno giudicati estraendo a sorte le commissioni così che i compiti pugliesi possano essere corretti in Liguria o quelli sardi in Friuli e così via. Riforma sacrosanta. Che già al primo anno rovescerà tradizioni consolidate: gli aspiranti avvocati lombardi ad esempio, valutati da commissari d'esame napoletani, vedranno la loro quota di idonei raddoppiare dal 30 al 69%.
Per contro, i messinesi esaminati a Brescia saranno falciati del 34% o i reggini ad Ancona del 37%. Quanto a Catanzaro, dopo certi record arrivati al 94% di promossi, ecco il crollo: un quinto degli ammessi precedenti.
In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».
I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1), il quadruplo che ad Ancona. Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme.
Insomma, la tentazione era forte. Spiega il ministro dell'Istruzione: «Molti ragazzi andavano lì e abbiamo deciso di farlo anche noi». Del resto, aggiunge, lei ha «una lunga consuetudine con il Sud. Una parte della mia famiglia ha parenti in Cilento». Certo, è a quasi cinquecento chilometri da Reggio. Ma sempre Mezzogiorno è. E l'esame? Com'è stato l'esame? «Assolutamente regolare». Non severissimo, diciamo, neppure in quella sessione. Quasi 57% di ammessi agli orali. Il doppio che a Roma o a Milano. Quasi il triplo che a Brescia. Dietro soltanto la solita Catanzaro, Caltanissetta, Salerno. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?

Gian Antonio Stella
04 settembre 2008
 

E pensare che c'è tanta gente che ha speso una vita nella scuola, e sulla scuola potrebbe dire (e dare...) molto...................


- Fri 05/09/2008 or 07:20

Girando un pò nelle comunity ove scrivo ed anche parlando con le persone noto una strana atmosfera sul genere "A si che bello si torna alla maestra unica, io ero tanto legato/a alla mia maestra, a bello il grembiule si si il voto in condotta anche io lo avevo si si torniamo ai nostro mitici anni 60" sarà l'effetto dei giornali e delle tv che ormai indirizzano i pensieri e le idee delle persone in questo caso nascondendo un semplice e bieco bisogno di tagliare 140000 addetti tra insegnanti ed ata nella scuola in tre anni.

Allora parliamo di ricordi di cosa era la società allora la scuola, si andava a scuola a 6 anni compiuti a me che sono nato a fine ottobre volevano mandarmi a 7 anni a momenti andavo prima a fare il militare, orario 8,30 12,30 poi tutti fuori scuola chiusa, da solo mi facevo diversi chilometri per tornare a casa, la mia cartella era composta da libro di lettura sussidiario 1 quaderno a righe, 1 quaderno a quadretti, una penna, una matita, una gomma, chi era ricco aveva anche l'astuccio di legno. Lezioni, bambini per classe mica tanti mi pare che ce ne fossero in media 15 o 20, ancora c'erano maestri che mettevano i bambini dietro la lavagna inginocchiati o che battevano con una verga sul sedere o con la riga sulle mani (parlo del 1968). Si cominciava il 1° ottobre e si finiva a metà giugno usciti dalla 5° con rigoroso esame (dopo quello di seconda................................) si sapeva (forse) leggere, scrivere far di conto qualcuno veniva bocciato ed erano i più vivaci ed indisciplinati in genere, nessuno cercava di capirli, aiutarli vedere perchè  un bambino di 8 anni si comportava a quel modo, per chi veniva bocciato più di una volta c'era l'espulsione dalla scuola se troppo indisciplinato, chi aveva un handicap aveva le classi speciali non le ho mai viste ma mi sa che non era una bella cosa, all'entrata della maestra /o o del direttore didattico tutti in piedi e nelle pause braccia conserte sul banco. Dimenticavo alla materna andavo dalle suore botte, e pomeriggi passati a braccia conserte sul banco e  testa in mezzo in assoluto silenzio bisognava dormire (sul banco), dopo i primi giorni avevo il rifiuto totale ed assoluto di andarci. La mia generazione 45 50 enni non mi pare che fosse fatta di santi ed eroi tornare al passato perchè non si riesce a gestire il presente per incapacità ed approssimazione di chi ci governa destra o sinistra che sia provocherà dei danni forse irraparabili spero che ci ripensino.


- Fri 05/09/2008 or 10:01

Alterniamo le promesse elettorali Scuola (il piano pare sia stato disegnato non dalla Gelmini ma da Tremonti!!!!!!!!!!!!!).

Alitalia

Alitalia:Economist, piano sbagliato

Pesera' per 125 euro su ognuno dei 40 mln contribuenti

(ANSA) - ROMA, 4 SET -Il piano di salvataggio di Alitalia 'e' sbagliato e costoso', pesera' per 125 euro su ognuno dei 40 milioni di contribuenti. Cosi' l'Economist. 'Che significa patriottismo?', si chiede il settimanale, spiegando che, 'nel caso Alitalia, la risposta e' circa 5 miliardi di euro, pari a 125 euro per ciascuno dei 40 milioni di contribuenti italiani'. Dopo i 3 miliardi di euro di denaro pubblico, ora, per il settimanale, se ne aggiungono altri 2. Con un obiettivo: onorare un'affermazione di Berlusconi.

ALITALIA: LA TRIBUNE, AIR FRANCE AZIONISTA MAGGIORANZA 2013 (senza debiti e senza esuberi aggiungo io)

 

PARIGI - Banca Intesa Sanpaolo avrebbe offerto a Air France-KLM di prendere una partecipazione tra il 10 e il 20% di Alitalia per poi diventare nel 2013 l'azionista di maggioranza. Lo scrive il quotidiano 'La Tribune' che però non cita le sue fonti. Secondo il giornale, dirigenti della banca italiana incaricata del piano di rilancio della compagnia aerea, avrebbero fatto questa offerta "in segreto" nel corso dell'incontro del 27 agosto.

Il giornale, che non esclude che la stessa proposta di diventare azionista di maggioranza nel momento in cui gli industriali italiani si possono sganciare sia stata fatta a Lufthansa o British Airways, ricorda però che Air France-KLM "si impegnerà solo se il progetto gli sembra fattibile". Secondo 'La Tribune' infine Air France-KLM, che nel suo progetto di risanamento prevedeva di fare di Fiumicino il solo hub in Italia, "non sarebbe più così ostile all'opzione milanese". "Non soltanto, precisa, perché si tratta della scelta di Lufthansa ma anche perché decisioni sarebbero in preparazione dall'altra parte delle Alpi per risolvere la problematica aeroportuale milanese".

 

ALITALIA: 3.250 ESUBERI, MA POTREBBERO SALIRE

 

ROMA - Il piano Fenice presentato ai sindacati. Incertezza per 700 lavoratori: dentro o fuori nuova compagnia. Il ministro del Lavoro: nella nuova Alitalia 14.250 lavoratori, ora sono 17.500 compresi quelli di Airone. Newco con 153 aerei nel 2009, niente cargo. Ad designato Sabelli: l'aeroporto di Milano Linate sarà dedicato al collegamento con Roma; polemiche. Epifani: domani risposta su piano. Bonanni: non si parte con piede sbagliato. Fantozzi: chiudere entro giovedì. Tajani: non esclusa richiesta ulteriori chiarimenti Ue. A luglio calo passeggeri compagnia 21,9% rispetto allo scorso anno.

Ecco la nuova compagnia di Colaninno
La nuova Alitalia disegnata da Roberto Colaninno con la fusione fra Alitalia e Airone avrà il 56% del mercato domestico. Nella bozza del piano Fenice messo a punto da Intesa SanPaolo, la flotta della nuova compagnia passerà dagli attuali 238 aeromobili di cui dispongono ora le due aviolinee Alitalia e Air One in totale a 153 aeromobili nel 2009, per attestarsi a 158 nel 2013. E' previsto il rinnovo della flotta con 60 nuovi aerei nell'arco di piano, quattro-cinque anni, per due miliardi di euro; si passerà da sette a quattro famiglie di aeromobili. La bozza del piano Fenice prevede negli allegati tecnici che la newco appositamente costituita acquisterà dalla vecchia Alitalia 43 aerei per 772 milioni, accollandosi debiti per 522 milioni. La newco accenderà un nuovo finanziamento sull'unico aereo non ipotecato per circa 11 milioni. La nuova società dovrebbe quindi operare alla fine con 43 aerei di proprietà e 110 in leasing operativo.

Nella nuova Alitalia verrebbero assunti 11.500 lavoratori degli attuali 17.500 complessivi tra Alitalia e AirOne. Ma potrebbero salire a 12.200 se verranno ricompresi anche i dipendenti di call center, information technology e amministrazione. Attività sulle quali è ancora in corso la
valutazione da parte della 'Compagnia aerea italiana'. Fuori dal perimetro della Nuova Alitalia cargo e manutenzione pesante. Per la nuova Alitalia l'obiettivo di business è di 4,8 miliardi di fatturato, con un ritorno al pareggio operativo in due anni. Il piano Fenice ha una capitalizzazione iniziale di almeno un miliardo. Il valore complessivo degli asset aziendali é stimato in 4,2 miliardi.

Cai assicura un network completo, con tratte di breve, medio e lungo raggio, con la leadership sul mercato domestico. In totale ci saranno 75 destinazioni, in particolare 16 intercontinentali. L'aeroporto di Milano Linate sarà dedicato al collegamento con Roma. In Italia saranno create quattro nuove basi: Napoli, Catania, Venezia e Torino. E l'Italia sarà valorizzata come porta naturale per Asia e Africa.

 


MarmaLT - Fri 05/09/2008 or 16:48

MA CHE BELLA CORDATA.... Nessuno ci racconta, stampa libera permettendo, quanto ci è costato dall'accordo Governo Prodi - Air France ad oggi, l'Alitalia.  Nessuno ci fa rilevare che regaliamo agli imprenditori la parte sana di Alitalia e ci teniamo la 'monnezza', cioè continuiamo a pagare per debiti su debiti che si sono accumulati e si accumuleranno... Bella cordata al collo degli italiano e sembra pure che siamo tutti felici e contenti... Stampa libera permettendo. Buona Fortuna!!!


- Fri 12/09/2008 or 10:58

Perbacco, zitti zitti..quatti quatti ci hanno riportati alla monarchia e non ce ne siamo accorti! Altro che casta, qui siamo agli eredi dinastici!! 

http://www.corriere.it/politica/08_settembre_12/renzo_bossi_erede_di_umberto_placet_silvio_berlusconi_a5450a42-808c-11dd-b38b-00144f02aabc.shtml


- Tue 16/09/2008 or 11:53

Ieri sera a Porta a porta...

No al ritorno delle preferenze. Sul tema legge elettorale, porta chiusa dal premier al ritorno delle preferenze: «Con le circoscrizioni che hanno le dimensioni che conosciamo si stima che ci debba essere una campagna che va dai 2 ai 3 mln di euro. Questo porterebbe a un ritorno al passato, con i candidati che dovrebbero rivolgersi agli elettori per avere i soldi in un modo che non sempre si può essere sicuri sia alla luce del sole. Si tornerebbe nella vecchia politica con i finanziamenti occulti». E sulla soglia di sbarramento al 5% sottolinea: «Nell'Unione europea un Paese conta se i partiti hanno un congruo numero di parlamentari. In questo modo, ad esempio, il Pdl potrebbe diventare il primo partito europeo».

 

Qualcuno mi sa spiegare in che modo il sistema elettorale che non consente all'elettore di scegliere da chi vuole essere rappresentato, risolve il problema dei finanziamenti occulti? Ma quello che mi preoccupa di più, è che a contestare questo sistema scandaloso di voto siano solo piccoli partiti (che peraltro vengono tacciati di voler curare solo i loro interessi...)      Non mi sembra che dall'opposizione si sia levata alcuna voce per chiedere con forza di correggere questa vergogna che ci avvicina certi regimi sudamericani di non lontana memoria...il pensiero che  troppi vogliano garantire loro stessi è legittimo!! E ancora, visto che questo sistema lo si vuole estendere anche alle prossime europee, perchè le regole per essere eletti al Parlamento europeo(e le prebende di chi vi accede...) non possono essere uguali per tutti? Perchè l'Europa può decidere quanto latte può produrre l'Italia  e non regole comuni per eleggere i rappresentanti di ciascun paese?


- Wed 17/09/2008 or 12:16

Norme contro la prostituzione in strada siamo al ridicolo
Minigonna sotto accusa
L'ultimo increscioso equivoco è accaduto il 13 agosto, quando due studentesse peruviane, che si trovavano presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, vennero scambiate da agenti di Polizia per prostitute. Un equivoco durato qualche ora, con tanto di trasferimento delle due all'ufficio stranieri del commissariato e seguito poi da molte scuse. (da il tempo)

E da questo molte altre infelici situazioni con agenti e vigili guardoni che devono stabilire se per caso se uno si avvicina ad una ragazza in minigonna e la importuna sia da multare come cliente di prostitute o arrestarlo perchè le sta importunando, adesso se una ragazza andrà vestita in modo succinto e qualcuno le si avvicina rischiano tutti e due.

CHI SFRUTTA LA PROSTITUZIONE?
MA POVERINI SONO DEI DATORI DI LAVORO LORO NON RISCHIANO NULLA

comunque a Roma cominciano ad apprezzare un modo di amministrare che da noi è in vigore dall'inizio degli anni 90.


- Wed 17/09/2008 or 13:02
Ma perchè..vogliamo parlare di tutto questo strombazzare delle "nuove" norme, partorite da cotanta ministra, per contrastare la prostituzione di strada?  Chi ha voglia di andarsi a leggere la "vetusta" legge Merlin può scoprire che il reato di "adescamento" esisteva già! Se mi dicono che finalmente qualcuno ha deciso di applicare le norme esistenti e vigenti, con qualche piccola aggiunta... tanto di cappello, se me le vogliono contrabbandare come novità, confidano solo nell'ignoranza del popolo bue!!

Baol - Wed 17/09/2008 or 14:26

“Il Disegno di Legge sulla prostituzione è un regalo alla mafia albanese"

Sergio Bagnoli

“Per le ragazze, molte delle quali purtroppo mie connazionali, è la fine di ogni speranza. Non potranno mai più sperare di affrancarsi dalla schiavitù in cui sono oggi costrette. Il Disegno di legge presentato in Consiglio dei Ministri dal ministro Mara Carfagna è orribile e disumano. Costringerà le ragazze, manipolate come oggetti dai loro protettori, a proseguire nella loro attività di vendere sesso ai clienti italiani nel chiuso degli appartamenti, dove saranno invisibili e dove non potranno quotidianamente essere contattate dalle forze dell’ordine e dai volontari delle varie Associazioni che si propongono di spezzare le catene di questa crudele schiavitù del terzo millennio. E’ un colossale regalo fatto alla mafia albanese, alleata della Sacra Corona Unita e della ‘ndrangheta calabrese. Polizia, Carabinieri e Magistratura avranno maggiori difficoltà a compiere indagini in questo campo e le ragazze avranno sempre più interessi a tacere per paura” così si è espressa Adelina, la ragazza albanese portata anni addietro con la forza dal suo paese in Italia per prostituirsi la sera sui marciapiedi di anonimi rettilinei di strade extra-urbane del Nord-Italia, terra “sazia e disperata”, come ebbe un giorno a definirla Papa Giovanni Paolo II°, con sempre più persone che la sera avvertono la necessità di sfogare il proprio malessere quotidiano comprando un giovane corpo di qualche essere umano proveniente dall’Europa dell’Est o dall’ Africa, come se fosse merce acquistabile sugli scaffali di un supermercato. Per quasi un decennio furono le albanesi a rappresentare l’oggetto dei desideri inconfessabili degli italiani, ora si sono aggiunte romene, moldave ed ucraine. Al grido disperato d’allarme di Adelina si è aggiunta la voce di Don Gallo, il noto sacerdote genovese anima della Comunità di San Benedetto al Porto, considerato, a torto o a ragione, nella città ligure “ un prete comunista” ma mai sospeso “ a divinis” dall’Arcidiocesi genovese e da sempre in prima fila al fianco degli ultimi e degli sfruttati. Ha detto Don Gallo, concedendo un’intervista ad una nota agenzia di stampa italiana:”Come cristiano e come prete mi indigno di fronte a tanta ipocrisia. Con questo provvedimento siamo alla regressione culturale. Non si può pensare di affrontare un problema come la prostituzione soltanto attraverso la repressione. Invece mi sembra che siano convinti di poter affrontare un problema come questo, senza per giunta creare nessuna alternativa. Un delirio di onnipotenza”. Poi il sacerdote ligure si è chiesto:” Ma questa legge punisce davvero lo sfruttamento? A me sembra piuttosto parte di una crociata che prevede che tutto ciò che è diverso deve essere reso invisibile". Sulla stessa lunghezza d’onda il torinese Don Ciotti, altro “ prete di strada” ed il suo notissimo Gruppo Abele. Pure altre associazioni, non schierate apoditticamente contro il centro- destra, come si potrebbe invece pensare parlando di Don Gallo e di Don Ciotti, hanno immediatamente manifestato le loro critiche al disegno di legge confezionato dall’ex velina di Canale 5. Ci riferiamo all’Asgi ed alla Caritas Italiana, organizzazione incardinata nella struttura ufficiale della Chiesa Cattolica. Pure il Comune di Venezia, governato da una maggioranza di centro- sinistra e guidato dal filosofo Massimo Cacciari, ha condiviso l’appello contro il disegno di legge sulla prostituzione che invece è stato in parte condiviso dall’Associazione Giovanni XXIII° di Rimini, la più famosa associazione italiana impegnata nel recupero delle cosiddette “ schiave del terzo millennio”. Gli eredi di Don Benzi, infatti, pongono più che altro l’accento sul concetto di punibilità penale del cliente, dimenticandosi però del fatto che insieme a questi anche la prostituta finisce agli arresti. Lo considerano un male necessario per sconfiggere il fenomeno. L’impressione è comunque che il cammino parlamentare del Disegno di Legge Carfagna, nonostante l’appoggio del Popolo delle Libertà, della Lega, ma già il Sindaco leghista di Verona Tosi ha affermato che il problema non si risolve chiudendo le prostitute negli appartamenti, e forse dell’Italia dei Valori, sarà molto accidentato in quanto l’opposizione del Partito Democratico, che ancora deve dimostrare agli italiani la volontà di essere sul serio opposizione, non potrà che essere dura e netta.


- Thu 18/09/2008 or 10:28

Se a voi sta bene..................

Confindustria ha presentato la sua proposta per l’affondo definitivo della trattativa sulla riforma della contrattazione nazionale: la distruzione della contrattazione collettiva e dei livelli minimi di tutela per i lavoratori di tutti i settori.
Per sostenere i loro interessi, viene ribaltata la realtà: si mette al centro la piena libertà d’azione delle imprese e non la vera grande emergenza del nostro paese, l’emergenza salariale creata da Confindustria e CGIL, CISL, UIL, a partire dall’abolizione della scala mobile.

Una emergenza che produce crisi sociale, economica e produttiva, mentre, nel frattempo, le imprese e i padroni hanno incassato un innalzamento dei profitti, investiti in attività e speculazioni finanziarie.

Per CONFINDUSTRIA, la contrattazione collettiva deve servire non a tutelare i lavoratori ma a favorire l’impresa e la produzione, tramite le seguenti proposte:
  • contratti nazionali della durata formale di tre anni (sia per la parte normativa che per la parte economica), scompare il rinnovo biennale della parte economica con perdita certa di salario;
  • i contenuti del contratto collettivo nazionale, sia economici che normativi, sono derogabili "automaticamente" a livello territoriale, basta stabilire negli accordi dei parametri economici che, se superati, fanno scattare la deroga in peggio dei CCNL;
  • secondo livello di contrattazione (aziendale o territoriale), con regole blindate, con salario integrativo esclusivamente variabile (fino a zero euro), con una misera indennità per i lavoratori esclusi dalla contrattazione integrativa (considerando che gli aumenti contrattuali a livello nazionale saranno minori per "fare spazio" a quelli aziendali);
  • invece della truffa dell’inflazione programmata, ecco la doppia truffa di un “indice previsionale depurato”; si vuole stabilire, su base triennale, un recupero dell’inflazione ancora inferiore a quella di oggi e senza dover considerare l’inflazione "importata", cioè, ad esempio, quella dovuta al caro petrolio ed energia (compresi i conseguenti aumenti sui generi di consumo che questa comporta); la base di calcolo degli adeguamenti e degli aumenti non sarà il normale salario – stipendio, ma una retribuzione media da contrattare: quindi, un indice e una base di calcolo che andrà ad allontanare ancora di più dalla realtà gli "aumenti" concordati a livello nazionale;
  • accorpamento dei contratti, riducendoli a poche decine, con conseguente drammatica diminuzione del potere di condizionamento da parte dei lavoratori e delle categorie;
  • blocco degli scioperi e delle iniziative di lotta per sette mesi in occasione dei rinnovi contrattuali; aumentano i vincoli, con tanto di penali, a favore delle imprese e contro il potere contrattuale dei lavoratori che verrebbe, ulteriormente, bloccato durante le fasi importanti delle trattative (oltre alle regole anti-sciopero presenti nei vari settori);
  • rafforzamento del "collaborazionismo" (il Ministro Sacconi la chiama, addirittura, complicità), tra imprese e sindacati tramite il Comitato paritetico Confindustria (padroni) - CGIL, CISL e UIL, e tramite una stretta ulteriore delle regole di rappresentanza sindacale.

Io sono per l'abolizione di ogni privilegio sindacale (distacchi e quant'altro) meno che la tutela contro il licenziamento, ma sinceramente si va verso una società di tipo asiatico.


- Thu 18/09/2008 or 10:29

Se a voi sta bene..................

Confindustria ha presentato la sua proposta per l’affondo definitivo della trattativa sulla riforma della contrattazione nazionale: la distruzione della contrattazione collettiva e dei livelli minimi di tutela per i lavoratori di tutti i settori.
Per sostenere i loro interessi, viene ribaltata la realtà: si mette al centro la piena libertà d’azione delle imprese e non la vera grande emergenza del nostro paese, l’emergenza salariale creata da Confindustria e CGIL, CISL, UIL, a partire dall’abolizione della scala mobile.

Una emergenza che produce crisi sociale, economica e produttiva, mentre, nel frattempo, le imprese e i padroni hanno incassato un innalzamento dei profitti, investiti in attività e speculazioni finanziarie.

Per CONFINDUSTRIA, la contrattazione collettiva deve servire non a tutelare i lavoratori ma a favorire l’impresa e la produzione, tramite le seguenti proposte:
  • contratti nazionali della durata formale di tre anni (sia per la parte normativa che per la parte economica), scompare il rinnovo biennale della parte economica con perdita certa di salario;
  • i contenuti del contratto collettivo nazionale, sia economici che normativi, sono derogabili "automaticamente" a livello territoriale, basta stabilire negli accordi dei parametri economici che, se superati, fanno scattare la deroga in peggio dei CCNL;
  • secondo livello di contrattazione (aziendale o territoriale), con regole blindate, con salario integrativo esclusivamente variabile (fino a zero euro), con una misera indennità per i lavoratori esclusi dalla contrattazione integrativa (considerando che gli aumenti contrattuali a livello nazionale saranno minori per "fare spazio" a quelli aziendali);
  • invece della truffa dell’inflazione programmata, ecco la doppia truffa di un “indice previsionale depurato”; si vuole stabilire, su base triennale, un recupero dell’inflazione ancora inferiore a quella di oggi e senza dover considerare l’inflazione "importata", cioè, ad esempio, quella dovuta al caro petrolio ed energia (compresi i conseguenti aumenti sui generi di consumo che questa comporta); la base di calcolo degli adeguamenti e degli aumenti non sarà il normale salario – stipendio, ma una retribuzione media da contrattare: quindi, un indice e una base di calcolo che andrà ad allontanare ancora di più dalla realtà gli "aumenti" concordati a livello nazionale;
  • accorpamento dei contratti, riducendoli a poche decine, con conseguente drammatica diminuzione del potere di condizionamento da parte dei lavoratori e delle categorie;
  • blocco degli scioperi e delle iniziative di lotta per sette mesi in occasione dei rinnovi contrattuali; aumentano i vincoli, con tanto di penali, a favore delle imprese e contro il potere contrattuale dei lavoratori che verrebbe, ulteriormente, bloccato durante le fasi importanti delle trattative (oltre alle regole anti-sciopero presenti nei vari settori);
  • rafforzamento del "collaborazionismo" (il Ministro Sacconi la chiama, addirittura, complicità), tra imprese e sindacati tramite il Comitato paritetico Confindustria (padroni) - CGIL, CISL e UIL, e tramite una stretta ulteriore delle regole di rappresentanza sindacale.

Io sono per l'abolizione di ogni privilegio sindacale (distacchi e quant'altro) meno che la tutela contro il licenziamento, ma sinceramente si va verso una società di tipo asiatico.


Baol - Thu 18/09/2008 or 12:03

Antonella ha scritto:

Ieri sera a Porta a porta...

No al ritorno delle preferenze. Sul tema legge elettorale, porta chiusa dal premier al ritorno delle preferenze: «Con le circoscrizioni che hanno le dimensioni che conosciamo si stima che ci debba essere una campagna che va dai 2 ai 3 mln di euro. Questo porterebbe a un ritorno al passato, con i candidati che dovrebbero rivolgersi agli elettori per avere i soldi in un modo che non sempre si può essere sicuri sia alla luce del sole. Si tornerebbe nella vecchia politica con i finanziamenti occulti». E sulla soglia di sbarramento al 5% sottolinea: «Nell'Unione europea un Paese conta se i partiti hanno un congruo numero di parlamentari. In questo modo, ad esempio, il Pdl potrebbe diventare il primo partito europeo».

 

Qualcuno mi sa spiegare in che modo il sistema elettorale che non consente all'elettore di scegliere da chi vuole essere rappresentato, risolve il problema dei finanziamenti occulti? Ma quello che mi preoccupa di più, è che a contestare questo sistema scandaloso di voto siano solo piccoli partiti (che peraltro vengono tacciati di voler curare solo i loro interessi...)      Non mi sembra che dall'opposizione si sia levata alcuna voce per chiedere con forza di correggere questa vergogna che ci avvicina certi regimi sudamericani di non lontana memoria...il pensiero che  troppi vogliano garantire loro stessi è legittimo!! E ancora, visto che questo sistema lo si vuole estendere anche alle prossime europee, perchè le regole per essere eletti al Parlamento europeo(e le prebende di chi vi accede...) non possono essere uguali per tutti? Perchè l'Europa può decidere quanto latte può produrre l'Italia  e non regole comuni per eleggere i rappresentanti di ciascun paese?

 


Scusate se torno indietro, ma questo post mi era sfuggito... non mi erano invece sfuggite le dichiarazioni del premier, che ritengo essere prive di alcuna logica, anzi intrise di una falsità assoluta nelle motivazioni, tutte fuorvianti, tali da voler giustificare un'azione volta a minare le basi della democrazia e della libertà di scelta... Se si vuole scongiurare il pericolo di un così detto ritorno al passato, mi parrebbe molto più urgente, anzi necessario scongiurare l'avvento di un futuro così concepito, nel quale purtroppo siamo già immersi, grazie alla legge elettorale "porcata", che vede  "partiti impresa" scegliere i propri candidati da inserire nelle liste di nominati, e gli italiani lasciati davanti alla mera scelta di un simobolo sul quale apporre la crocetta, un simbolo svuotato di ogni rapporto tra elettore ed eletto, senza possibilità di poter valutare l'operato di questo o quel candidato e sceglierlo sulla base del merito. Ora, ricordo bene le varie mobilitazioni contro questa legge elettorale che ci ha consegnato un Parlamento di nominati, le raccolte di firme per dei referendum che riconsegnassero la libertà di scelta al Popolo italiano, e invece che cosa ci tocca sentire oggi? Che si vuole estendere un sistema identico anche per le elezioni al Parlamento Europeo, e si vuole introdurre pure uno sbarramento del 5%..?  Mi sarei aspettata un'insurrezione di massa, un richiamo ai principi della democrazia... o forse a qualcuno giova il partito impresa, con la scelta delle liste di questi politici, o dipendenti, yesmen, accuratamente selezionati per compiacere, non il popolo elettore, ma il padrone che li ha "assunti"...   ?


Salvatore - Thu 18/09/2008 or 19:50

Baol ha scritto:

(...) Mi sarei aspettata un'insurrezione di massa, (...)


 

Cara Francesca, le "porcate" che ci stanno piovendo addosso sono tante e tali, che ormai non si ha nemmeno la forza di indignarsi. Figuriamoci insorgere!

Salvatore


- Sun 21/09/2008 or 09:00
Un giretto random fra la propaganda di questa “terza” repubblica....dal roboante comunicato, sempre sull’onda della sbandierata“moralizzazione” dei dipendenti pubblici, che “finalmente”i professori, anche quando hanno il giorno libero, dovranno “obbligatoriamente” partecipare alle attività della scuola, tipo collegio dei docenti et similia: e dov’è la novità? Da sempre è così, tant’è che in caso di assenza, il docente con “giorno libero”, ha l’obbligo  di giustificare, o con il certificato medico o documentando seri motivi.  Se poi, anche in questo caso  si  vuole giustificare il furto di una parte dello stipendio di un lavoratore, quando ha problemi veri, è un’altra cosa!! E parliamo anche dell’inaugurazione del rigassificatore di Porto Viro (Rovigo) ha cui ha partecipato in pompa magna il Presidente del Consiglio, rilasciando orgogliose dichiarazioni sulla scelta del governo di realizzare quest’opera: diciamo che ci ha messo il cappello sopra!! Chi ha seguito la vicenda, assai tormentata, sa che la scelta è stata fatta da un   governo che non era il suo, e la costruzione del rigassificatore ha richiesto qualche anno, per cui figuriamoci se lo ha deciso lui!!!! Ma tant’è..la propaganda fasulla regna con successo e…a quanto pare…con buona pace del popolo “sovrano”…

Salvatore - Sun 21/09/2008 or 15:31
Marco Travaglio sull'Unità del 21 settembre 2008
 
Siccome è una splendida notizia, sperando che sia definitiva, la ritirata dei 18 furbetti della Cai che volevano papparsi Alitalia a spese nostre e dei lavoratori è stata accolta dai nove decimi della stampa italiana come una rovinosa jattura. S’è listato a lutto persino il Tg1 di Johnny Raiotta, che non prenderebbe posizione contro il governo nemmeno se ripristinasse il rogo (“Il Consiglio dei ministri vara il nuovo pacchetto sicurezza per difendere i cittadini dalle streghe e dagli eretici ereditati dal precedente governo: soddisfazione nella maggioranza, possibilista l’opposizione”). Infatti s’è schierato a favore del governo contro i dipendenti Alitalia che si oppongono allo scippo di stipendi e posti di lavoro per ingrassare i compari del Cainano, dunque il cosiddetto servizio pubblico li ha dipinti come figure “bizzarre” che “festeggiano mentre il Titanic affonda”.
 
E dire che di occasioni per schierarsi sul caso Alitalia, in questi mesi, Raiotta ne avrebbe avute parecchie. Poteva definire “bizzarro” il niet di Al Tappone all’Air France che, grazie a Prodi e Padoa-Schioppa, era pronta a comprarsi Alitalia con dentro tutti i debiti e i tre quarti degli attuali esuberi. Poteva definire “bizzarro” il salvataggio dell’AirOne di Carlo Toto, il patriota dell’italianità che, fra il lusco e il brusco, regalava all’Alitalia, cioè a noi, il suo miliardo di italianissimi debiti. Poteva definire “bizzarri” i conflitti d’interessi di Colaninno, Benetton, Marcegaglia, Gavio, Ligresti, Passera, Tronchetti Dov'Era e compagnia volante. Poteva definire “bizzarro” che il governo cambiasse tre leggi e abolisse l’antitrust per i porci comodi di lorsignori. Poteva definire “bizzarra” la buonuscita di 8 milioni di euro donata al terz’ultimo presidente, Giancarlo Cimoli, nominato dal governo Berlusconi2. Poteva definire “bizzarre” le accuse del governo e dei suoi house-organ alla terribile lobby dei piloti, colpevoli di tutto, anche del buco dell’ozono, visto che un pilota Alitalia costa il 25-30% in meno di un collega di Air France, Lufthansa, British e Iberia e che comunque gli stipendi del personale viaggiante incidono pochissimo sulle spese d’esercizio. Poteva definire “bizzarre” le accuse alla Cgil che, contrariamente a quel che si racconta, ha firmato l’accordo con la Cai per il personale di terra, ma non poteva farlo per i piloti visto che in maggioranza non aderiscono alla triade confederale.
 
Poteva definire “bizzarra” la latitanza dei politici i quali, dopo aver divorato letteralmente Alitalia per 15 anni, hanno accuratamente evitato - Di Pietro a parte - di portare la loro solidarietà alle migliaia di lavoratori in ansia. Poteva definire “bizzarra” la trattativa clandestina e parallela avviata dal solito Gianni Letta con Lufthansa (tanto più bizzarra in quanto Al Tappone aveva sempre parlato di “cordata italiana”, mentre pare che Lufthansa sia leggerissimamente tedesca, comunque non più di quanto Air France fosse francese). Poteva definire “bizzarra” la minaccia del Cainano ai sindacati di negare cassintegrazione e mobilità lunga ai dipendenti Alitalia in esubero se fosse stata respinta l’offerta dei suoi 18 amichetti, una sorta di estorsione con mezzi pubblici per fini privati. Poteva definire “bizzarra” la rinuncia del governo e del commissario Fantozzi a cercare sul mercato acquirenti alternativi per una compagnia che - come notava ieri Boeri su Repubblica - ne aveva trovato uno anche quand’era piena di debiti e non dovrebbe faticare a trovarne oggi che non ne ha più (perché li paghiamo noi).
 
Volendo poi esagerare, Johhny Raiotta e il suo tiggì potevano definire “bizzarra” la mala gestione partitocratica dell’Alitalia negli ultimi 15 anni, facendo nomi e cognomi dei  manager, anzi dei magnager, che l’hanno spolpata, ciascuno col suo sponsor politico in sovrimpressione. E potevano definire “bizzarre” certe rotte aeree imposte alla compagnia di bandiera da ministri della prima e della seconda Repubblica, ansiosi di atterrare nel cortile di casa propria (il volo Treviso-Roma per far contento il dc Bernini, il volo Crotone-Roma perché l’Udc Tassone ci teneva tanto, il volo Albenga-Roma per recapitare a domicilio il ministro forzista Scajola). Ma, come diceva Victor Hugo, c’è gente che pagherebbe per vendersi. Figurarsi il partigiano Johnny, per giunta alla vigilia dell’annunciato ribaltone alla Rai e, si spera, anche al Tg1. Così ha buttato il cuore oltre l'ostacolo e ha definito “bizzarri” i lavoratori che osano financo difendere lo stipendio e il posto di lavoro. Come sempre, dalla parte dei più deboli.

renatosd - Mon 22/09/2008 or 07:25

Ma qualcuno vuole finalmente dire come stanno le cose?

La soluzione CAI era ed è un'immensa truffa!!!

L'ennesima truffa dei men che mediocri imprenditori italiani che ancora una volta giocano sull'onda emotiva dell'italianità a fare i "furbetti del quartierino" lanciandosi in una spregiudicata operazione finanziaria senza alcuna possibilità di rilancio o benchè minima aspirazione industriale. Tutto il giochetto si basa su questi presupposti:

*i creditori nella bad company in barba al codice civile,
*la normativa antitrust sospesa per un anno,
*privilegi negli ammortizzatori sociali rispetto agli altri lavoratori di aziende in crisi,
*trattative sindacali su documenti verbali e non scritti ma posti con ultimatum,
*nessuna garanzia alle migliaia di precari che lavorano per le due compagnie,
*salvataggio di una compagnia indebitata fin dalla nascita (Air One)
*privatizzazione senza asta pubblica come prescritto dalle norme (vigenti!) europee,
*nessun vincolo reale alla cessione successiva a soci diversi dai fondatori di CAI, anzi entro 5 anni la compagnia potrebbe tranquillamente essere spacchettata e venduta al miglior offerente per lucrare , incassare ... e che tutti gli altri si fot....no.

L'aspirazione del governo in carica è palese eliminare definitivamente qualsiasi capacità o possibilità di contrattazione del lavoratore; creare un precedente storico che consenta "finalmente" (per loro) mano libera nella gestione dei lavoratori in barba a tutte le conquiste sociali di decenni e decenni.

Tutto ciò si inquadra in un più complesso piano di distruzione dello stato sociale e delle conquiste più elementari come il diritto al lavoro, allo studio, all'assistenza sanitaria ecc ecc.

Cari amici del sito mala tempora currunt....

questi signori oggi possono fare tutto ciò approfittando dell'assenza di una reale opposizione nel paese (chi dovrebbe farla? ... il figlio di Colaninno nel PD?) ... hanno creato uno stato di malessere generale e riescono senza meno a rigirare la frittata per cui la "Casta" magicamente ribalta le questioni e riesce a far apparire Casta ora il sindacato (che certo non è immune da colpe e non trova meglio da fare che spaccarsi e lacerarsi), ora i piloti, ora gli insegnanti, i dipendenti pubblici ecc ecc e la cosa tragica è che il popolo bue se la beve ancora una volta e gli va appresso a testa china .... e loro possono continuare a giocare a fare i finanzieri sulla pelle della gente.

Cari amici del sito mala tempora currunt....

renato


- Mon 22/09/2008 or 07:55
Già ma come è stata gestita l'operazione ha portato ad un punto che o si mangia questa minestra oppure una decina di migliaia di lavoratori non mangiano dura decidere per il fallimento pur avendo ragione.

renatosd - Mon 22/09/2008 or 08:39

Ma certo!!!

però a pensarci bene anche la camorra gioca così ... o paghi o il tuo negozio va in fiamme .... qui il ricatto è analogo cosa fare? acettare? e poi

si crea un precedente che investirà tutti i lavoratori, il sindacato si azzera e cala le braghe, i lavoratori dell'alitalia (non tutti) avranno il contentino per un paio d'anni poi la società verrà venduta e spacchettata e saremo punto d'accapo ... ma se i lavoratori vogliono questo che così sia ... l'uovo oggi e domani dio vede e provvede ...e intanto questi squali sotto il ricatto del senso di responsabilità giocano con la finanza fanno affari colossali senza accollarsi neanche un euro di rischio... e poi parlano di lotta alla mafia ... qui siamo al taglieggiamento istituzionale!!!

renato


- Mon 22/09/2008 or 10:26

Gravi colpe per il disastro Alitalia le hanno tutti compresi i sindacati al giorno d'oggi le uniche compagnie aeree che non hanno debiti sono RyanAir e Meridiana in tempi grassi si può anche scialare ma appena si vede che comincia ad andare tutto a rotoli responsabilmente occorre mettere da parte corporativismi e cercare una soluzione tutti assieme tutto ciò prima del disastro  ovvero almeno due o tre anni fa (10 sarebbe stato meglio) ma tutti speravano (o erano certi) che poi lo Stato interveniva a ripianare tutto. Non può più essere così e nessuno se ne è reso conto nemmeno lo Stato stesso, poi possiamo tirar fuori le responsabilità della politica stessa come ad esempio i due Hub e mezzo (Fiumicino, Malpensa, Linate) dal 2000 la compagnia continua ad avere perdite enormi ma si faceva finta di nulla con compensi miliardari a manager incapaci (oppure capaci magari erano li per quello, distruggere la compagnia) e linee "private" esempio la linea Fiumicino Albenga per il ministro Scajola ma non è l'unico è solo il primo che rammento ce ne sta per destra e sinistra ora la situazione è drammatica non c'è tempo per fare nulla o si mangiano quella minestra o non mangiano, almeno il personale di terra e dell'indotto, piloti e stewart da tempo hanno fatto domanda per altre compagnie.

Da quello che si legge desumo che Air France si comprava tutto poi magari l'inglobava l'accorpava ma i debiti anche si prendeva ed il piano occupazionale (esuberi) non era diverso a quello proposto da CAI, ora per salvare queste 12000 persone come paese dobbiamo accollarci un miliardo di debiti pregressi (ovvero 1.936.270.000.000 vecchio conio) un quinto di una finanziaria stesso debito ha Air One che dite quando ci toccherà accollarci anche quello di debito?

Diverse regioni stanno per collassare con la sanità perchè lo Stato non trasferisce i fondi dovuti e così anche alcuni comuni per l'Ici che non hanno incassato e di cui non hanno visto nulla di maggiori trasferimenti i contratti a tempo determinato dei medici ed infermieri in scadenza non potranno essere rinnovati il prossimo anno non verranno rinnovati i 200000 dei precari della scuola il privato agonizza bella prospettiva vero?

 

Ho l'impressione che i soldi li stanno tirando fuori dalla Scuola.


renatosd - Mon 22/09/2008 or 12:45


Ho l'impressione che i soldi li stanno tirando fuori dalla Scuola.

 tu dici? ... io più che qualche impressione ne ho quasi la certezza .. e non siamo i soli ...

per tornare a Travaglio citato da Salvatore in un intervento recente è forse utile leggersi il suo antefatto che spiega meglio l'intervento successivo ...

è un po' lunghetto e non tiene conto degli ultimi sviluppi ma vale la pena leggerlo .. Allegato: travaglio_su_alitalia.doc

renato


Salvatore - Mon 22/09/2008 or 13:45

Quasi sicuramente dietro suggerimento dell'esecutivo, L'ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) ha appena dato un ultimatum a Fantozzi: o vende l'Alitalia entro 3 giorni o l'ENAC ritira il COA (cioè la licenza).

Per chi non lo sapesse, l'Enac nel rilasciare il COA deve assicurarsi che la compagnia aerea abbia la necessaria competenza, una appropriata cultura aeronautica, delle procedure adeguate, che sia in grado di fare correttamente la manutenzione, che faccia addestramento, che imbarchi una quantità idonea di carburante, che gli equipaggi e i tecnici abbiamo tutti le licenze in ordine etc etc.

Siccome nessuno di questi requisiti è venuto meno (o verrà meno nei prossimi 3 giorni) l'ultimatum si configura esattamente alla stregua della minaccia di bruciare il negozio se  non si paga il pizzo. Solo che qui non vogliono il pizzo: qui vogliono portare a termine a tutti i costi la grande truffa a danno degli italiani. E poi vorranno  gloriarsi di aver salvato l'iltalianità di Aliatalia. 

Una delle cose più vergognose è la disinformazione che sta facendo quasi tutta la stampa e le tv, con tanto di pilotesse-veline al tg1.

Salvatore  


renatosd - Mon 22/09/2008 or 13:52

BENVENUTO NEL CLUB ...

e credimi .... mai come ora non avrei voluto che fosse questa l'occasione per aprire gli occhi e scoprire in che razza di regime ti trovi ....

renato


Salvatore - Mon 22/09/2008 or 16:19

Qualcuno sarà sorpreso di apprendere che la CAI (cordata avvoltoi ita... cioè, compagnia aerea italiana), fondata in fretta e furia da un gruppo di coraggiosi imprenditori italiani per salavre l'Alitalia... è stata registrata alla Camera di Commercio nel 1999.

Salvatore 


giucap - Mon 22/09/2008 or 20:20

A proposito delle pilotesse veline, ieri non ho avuto tempo di scrivere ma sono rimasto veramente disgustato dallo spettacolo offerto dal notiziario "ammiraglio": TG1 ore 20:00.

Non credevo si riuscisse ad arrivare a tanto in tema di disinformazione, senza alcun contradittorio. Ma ormai è andata così, e se anche in 4 gatti ci raccontiamo quanto tutto questo sia osceno non cambia di una virgola il messaggio che comunque continua a passare su milioni di teleassorbitori.

Giulio


- Tue 23/09/2008 or 06:36

Ieri sera Porta a Porta raiuno Gelmini & co.

Allora dal decreto (economico) in corso di conversione in legge e da quello che ho sentito ieri dal 01/09/2009 dalle prime classi maestro unico a 24 ore settimanali 22+2 e leggete bene SE ci saranno un numero adeguato di domande e SE (sempre SE) ci saranno le risorse (che non ci sono e non ci saranno) si farà il tempo pieno quindi da settembre mamme che lavorate organizzatevi perchè alle ore 12 e 30 tutti fuori dalla primaria, pare che rimanga il sostegno e naturalmente l'insegnante di religione cattolica oltre uno/a specialista della lingua inglese. Per il resto, ovvero strutture da adeguare, aumentare lo stipendio agli insegnanti, premiare quelli più meritevoli FORSE se ci saranno le risorse dal 2012 (intanto ci accolliamo il debito di un miliardo di euro di Alitalia).

Poi forse non si sa che gli insegnanti li nominerà il Dirigente Scolastico così avremo un deus ex machina un padrone assoluto del vapore istituto senza che abbia alcun controllo e senza che ne risponda a nessuno, perchè il sistema dei controlli che nessuno vuole (per ovvi motivi) è insufficiente e porta pochi risultati concreti.


- Tue 23/09/2008 or 08:26

Meditate gente meditate non fatevi abbagliare

da ScuolaOggi

Stella senz’anima
di Fabrizio Dacrema

Nell’ultimo incontro con i sindacati sul piano programmatico del decreto 112, il Ministro Gelmini ha presentato solo slide senza un numero. Su un solo punto è stato preciso: margini per cambiare la Manovra Tremonti sulla scuola non ce ne sono. Il tavolo serve solo per decidere dove tagliare, non se e quanto.
Quei tagli, decisi nell’ormai famoso consiglio dei ministri di nove minuti e mezzo, sono infatti l’anima della politica scolastica del Ministro Gelmini.
Inutile, quindi, chiederle quale sia il suo progetto di scuola, il mandato a lei affidato è limitato all’individuazione delle misure organizzative per far funzionare l’”infrastruttura scuola”, come la Gelmini ama definirla, con 87.000 docenti e 43.000 ata in meno.
Inutile anche tentare di spiegare, come hanno fatto i sindacalisti presenti al tavolo, che la cura da cavallo che sta per impartire alla scuola pubblica ucciderà il cavallo. Non fa una piega il Ministro perché ci sarà la via d’uscita, arriveranno le fondazioni, l’assunzione diretta degli insegnanti da parte delle scuole, i voucher per le famiglie. Succederà più o meno come per l’Alitalia. Quando, tra non molto scatterà il “si salvi chi può” per lo sfascio in cui sarà ridotta la scuola pubblica, allora sarà pronta la possibilità di trasformare le scuole migliori in fondazioni (“good company”) che, grazie all’apporto di risorse private, potranno pagare meglio e così attirare i migliori insegnanti per i figli delle famiglie che potranno aggiungere risorse proprie al voucher pubblico. La “bad company” di meno abbienti, immigrati e svantaggiati di vario genere continuerà a frequentare una scuola pubblica indebolita e impoverita, ridotta ad un ruolo di assistenza compassionevole.
Utilissimo per comprendere il disegno del governo anche il riferimento fatto dal Ministro alla necessità di ridurre la spesa scolastica in vista del federalismo fiscale e del principio ad esso connesso di spesa standard. Traduzione: il governo comprime la spesa scolastica in modo da ridurre al minimo il finanziamento che lo stato centrale assicurerà ai diversi territori per garantire il servizio istruzione. Ad esempio, la spesa standard del trasferimento statale per la scuola primaria sarà pari ad un insegnante per una classe funzionante a 24 ore, famiglie e territori che chiederanno di più se li dovranno pagare. In via transitoria e fino a quando sarà disponibile personale statale in soprannumero le scuole potranno rispondere alle richieste di 27/30 di lezione ed eventualmente di tempo per la mensa (fino a ulteriori 10 ore). Ma solo sulla base della disponibilità di organico e fino a quando queste disponibilità ci saranno.
Invece sul tempo pieno continua il solito polverone. La Gelmini assicura che rimarrà proprio nel modello attuale, ma subito dopo aggiunge che le contemporaneità dei docenti spariranno ovunque e che il maestro sarà sempre unico o prevalente. Inutile ricordarle che così si cancella il tempo pieno, lo si trasforma in doposcuola e attività integrative secondo il modello dello “spezzatino”, come si diceva ai tempi della Moratti. Non ricorda il Ministro, allora si occupava d’altro e poi non è tipo che si fermi di fronte alla contraddizione se è vero che è riuscita a sostenere che le impronte ai bambini rom si devono rilevare per mandarli a scuola e che i figli degli immigrati irregolari, invece, non devono essere ammessi nelle classi.
Non darà ascolto nemmeno alle tante voci provenienti dal mondo scientifico dell’educazione che, da Frabboni a Scurati, le spiegano come la scuola elementare italiana nel suo lungo e meditato percorso, dal maestro unico al gruppo docente unitario, ha continuamente messo a frutto le sue tante buone pratiche diventando il settore scolastico italiano migliore, da imitare non da smantellare.
Non farà verifiche scientifiche per dimostrare che il gruppo docente non funziona, non sentirà né esperti né operatori, non convocherà stati generali della scuola come aveva fatto persino la Moratti, si limiterà ai tagli e al populismo. Gran parte delle trappole populistiche sono state suggerite dal creativo Tremonti del “maestro unico, voto unico, libro unico”, una splendida sintesi del trend open-minded del governo Berlusconi. La Gelmini continuerà, quindi, ad affabularci su come erano felici i bambini prima dell’arrivo dell’orco cattivo Sessantotto e a rappresentare se stessa come la fatina buona che con la bacchetta magica avuta in dono dal mago Giulio riporta tutto all’età dell’oro quando c’era ordine e disciplina.
Tutti i sindacati presenti al tavolo hanno detto che la sottrazione di otto miliardi in tre anni alla scuola pubblica è incompatibile con ogni strategia di qualificazione della spesa pubblica, che non è vera la tesi del Ministro che spendere meno significa migliorare, perché l’Italia oggi spende poco e male per l’istruzione: i recenti dati Ocse ci ricordano che spendiamo in rapporto al pil il 4,7% contro il 5,8% e abbiamo una popolazione tra le meno istruite, meno diplomati e meno laureati.
Il Ministro tirerà dritto, chi vuol dare consigli su come e cosa tagliare è il benvenuto, chi mette in discussione la manovra Tremonti si autoesclude, il governo tenterà di isolarlo come sta accadendo in tutte le trattative in corso. Recentemente il Ministro Sacconi ha dichiarato: “Sono fiducioso che le parti non faticheranno per trovare un’intesa … nonostante qualche mulo recalcitrante”
A sentire i sondaggi e diversi commentatori gli italiani sarebbero disposti a cadere nella trappola populistica della Gelmini perché siamo un paese che declina, ripiegato e disposto a credere, come sostiene E. Berselli, che “i problemi complessi si risolvono con operazioni semplici, fra gli applausi di una società vecchia e stanca che rimpiange la propria modesta gioventù”.
Non la pensano così molti insegnanti e genitori che in questi giorni stanno mobilitandosi spontaneamente, forse perché gli educatori non possono rinunciare ad una visione del futuro positiva o almeno possibile, fatta di soluzioni all’altezza dei problemi di oggi e non di ridicoli e impossibili ritorni al passato.


- Wed 24/09/2008 or 06:37

L'opinione di un gruppo di maestre/i perchè non bisogna farsi abbagliare dalle tv e dal quanto era bello quando eravamo piccoli

1. CHE COSA DICE IL DECRETO LEGGE 137 (GELMINI)

Art. 4: Nell’ambito degli obiettivi di contenimento di cui all’articolo 64 del d.L. 25 Giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 Agosto 2008, n.133, nei regolamenti di cui al relativo comma 4 è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola…. Andiamo alla sostanza, per quel che riguarda la SCUOLA PRIMARIA"·        La  riforma reintroduce il maestro unico alle elementari?VERO Il maestro unico garantirà solo 24 ore settimanali.·        La riforma garantisce il tempo pieno, per come è ORA ? FALSO La riforma se, se,se, se… garantirà un tempo scuola di 40 ore, lo farà prendendo risorse da ALTRE PARTI, DA ALTRI SOGGETTI: dalle cooperative, dai privati, dai soldi delle famiglie, dalle fondazioni forse.(ESISTE INFATTI UN PROGETTO CHE INTENDE TRASFORMARE LE SCUOLE PUBBLICHE STATALI IN FONDAZIONI … PRIVATE). La nostra opinione è che il TEMPO PIENO NON E"LA STESSA COSA"  di 40 ore “ibride” con tanti lavoratori diversi provenienti da tanti datori di lavoro diversi.     VEDIAMO PERCHE’

2. COSA FACCIAMO A SCUOLA 8 ORE OGNI GIORNO e PER 44 ORE SETTIMANALI DI INSEGNAMENTO

Per tutto questo ci vuole TEMPO!! Tempo disteso di riflessione e di pratica.

3. COME LO FACCIAMO?

 Con un lavoro di gruppo e in gruppo che la passata legge chiamava “GRUPPO DOCENTE”. Il gruppo docente viene introdotto nel 1990, dopo una lunga sperimentazione. Si decide che il gruppo di docenti con uguale impegno e responsabilità, suddividendosi le discipline  E’ MEGLIO.-         sia del maestro unico-         sia dell’insegnante affiancato da “alcuni” docenti specializzati Il modello del GRUPPO DOCENTE ha portato la scuola elementare italiana tra le migliori al mondo, secondo i dati OCSE siamo al 6° posto su 180 scuole . 

4. PERCHE’, SECONDO NOI, IL GRUPPO DOCENTE FUNZIONA MEGLIO E OFFRE PIU’ GARANZIE RISPETTO AL MAESTRO UNICO?

Perché un grande fiume non si ferma con una diga.Tante cose sono cambiate: è vero, la società si è fatta complessa e difficile.MA FORSE complessa e difficile si è fatta anche "la NOSTRA SENSIBILITA"Noi tutti SENTIAMO le vicende degli altri, a volte con paura, altre con sorpresa.Il gruppo docente permette di sentire, di capire in modo più equilibrato le diverse sensibilità esistenti tra i nostri alunni e di dare loro le parole per un possibile incontro.Inoltre la suddivisione delle discipline d’insegnamento tra insegnanti dello stesso gruppo ha permesso l’approfondimento delle conoscenze.

5. SE PASSA IL DECRETO 137, CHE COSA SARA’ DIFFICILE GARANTIRE?

-         Non ci sarà un serio approfondimento delle conoscenze delle materie, un solo insegnante con 132 ore di scuola in meno all’anno;  -         la fine delle attività di piccolo gruppo per il recupero     la sospensione dei laboratori, ora  realizzati grazie alle ore  di compresenza-         la fine delle gite, uscite ai musei: per motivi di sicurezza un solo insegnante non potrà accompagnare la classe-         la fine della condivisione dei momenti di mensa tra alunni e l’insegnante. 

6. PERCHE’ E’ IMPORTANTE CHE LA SCUOLA PUBBLICA RESTI STATALE?

PERCHE’ E’ IMPORTANTE CHE  LA SCUOLA PUBBLICA NON VENGA PRIVATIZZATA? Anche se i privati sono bravi, buoni, competenti, preparati, affettuosi …. IL PRIVATO RAPPRESENTA SEMPRE, SEMPRE,SEMPRE un gruppo particolare, un interesse particolare, un profitto particolare, un’ideologia particolare, una religione particolare, un tornaconto particolare… in una parola, anzi quattro, il privato rappresenta UN INTERESSE DI PARTE. (politico, economico, ideologico… La scuola statale, a differenza di tutte le altre, non offre un ESEMPIO, un MODELLO, un CREDO o un COPIONE di come si debba essere, crescere, diventare.Al contrario offre una PLURALITA’ di modi d’essere, senza per questo inculcarne uno in particolare.La scuola statale è l’unica che può garantire un LUOGO DI RICERCA E LIBERO STUDIO, per garantire uguale diritto ad una sana crescita a tutte le bambine e a tutti i bambini. Per diventare una persona adulta occorre incontrare MOLTE PERSONE,leggere MOLTI LIBRI, realizzare MOLTE ESPERIENZE, avere il TEMPO di provare, riprovare e capire.Chi vorrebbe affermare un solo libro, maestro e pensiero a scuola, pensa solo al risparmio e dimentica il patto stabilito dalla nostra Costituzione:la scuola di tutti e per tutti, che ha il compito di formare il cittadino della Repubblica sulla base dei principi di uguaglianza e libertà.LE MAESTRE E I MAESTRI DELLE SCUOLE DI ZONA 8 MILANO 

 


renatosd - Fri 26/09/2008 or 08:34

cosa ne penso? ....

http://www.parvapolis.it/page.php


- Fri 26/09/2008 or 10:40

Mamme che lavorate attrezzatevi però guardate il lato positivo non si paga più la mensa dei ragazzi

domani andate a sentire in Piazza della Libertà cosa hanno da dire su questa "riforma" chi manifesta

- SCUOLA D'INFANZIA: L'orario obbligatorio delle attività educative, si svolge anche solamente nella fascia antimeridiana, impiegando una sola unità di personale docente per sezione e riorganizzando il più possibile il funzionamento delle sezioni di una medesima scuola sulla base di tali opzioni. Le conseguenti economie di ore e di posti potranno consentire nuove attivazioni e conseguentemente l'estensione del servizio.(tutto aleatorio e non quantificabile le scuole hanno una dotazione ordinaria dallo Stato RIDICOLA)

 - MAESTRO UNICO: Nella scuola primaria va privilegiata l'attivazione di classi affidate a un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali. Le economie derivanti da questo modello didattico - allo stato non quantificabili, spiega il piano - "consentono di ottenere ulteriori risorse che potranno ridurre l'incidenza degli altri interventi". (quindi le scuole non lo sanno e non programmeranno alcuna attività che poi rischia di non avere possibilità di essere attuata)

- TEMPO PIENO ALLE ELEMENTARI: Resta comunque aperta la possibilità di una più ampia articolazione del tempo scuola, tenuto conto della domanda delle famiglie e della dotazione organica assegnata alle scuole, nel rispetto dell'autonomia delle stesse. Le relative opzioni organizzative possibili sono le seguenti: la prima (27 ore), corrispondente all'orario di insegnamento, con esclusione delle attività opzionali facoltative; la seconda (30 ore) comprensiva dell'orario opzionale facoltativo e con l'introduzione del maestro prevalente; quest'ultimo nei limiti dell'organico assegnato, integrabile con le risorse disponibili presso le scuole. Potrà altresì aversi una estensione delle ore di lezione pari a un massimo di 10 ore settimanali, comprensive della mensa.(ancora sta dotazione? Siamo nella media di tre quattromila euro ad istituto che ci fanno)

- INGLESE: L'insegnamento della lingua inglese è affidato a un insegnante di classe opportunamente specializzato. (E CON UN'ORA A SETTIMANA FORSE DUE CHE CI FANNO?)

- SCUOLE MEDIE: L'orario obbligatorio delle lezioni per la scuola secondaria di I grado è definito, in via ordinaria, nella misura di 29 ore settimanali (rispetto alle 32 attuali) Sono fatte salve le situazioni ordinamentali relative alla classi a indirizzo musicale.(la media è un limbo avrebbe bisogno di una vera riforma ed invece che fanno? Riducono le ore). 

- LICEI: L'orario obbligatorio di lezione nei licei classici, linguistici, scientifici e delle scienze umane sarà pari a un massimo di 30 ore settimanali.

- ISTITUTI: Per i tecnici e professionali il numero degli indirizzi di studio dovrà essere opportunamente ridimensionato tenendo conto anche delle proposte del documento finale predisposto dall'apposita Commissione ministeriale di studio. L'orario obbligatorio delle lezioni non potrà essere superiore a 32 ore settimanali, comprensive delle ore di laboratorio.

NATURALMENTE RIMANE ANCHE L'INSEGNANTE DI RELIGIONE

IN PAROLE POVERE SE DAGLI STESSI ISTITUTI VOLETE IL TEMPO PIENO E LABORATORI ADEGUATI O GLI ISTITUTI TROVANO FONDAZIONI E PRIVATI (ENTI LOCALI? MA MI FACCIA IL PIACERE) OPPURE SI DEVE PAGARE.

 


- Mon 29/09/2008 or 12:05

Devo dire che passando per la manifestazione citata in precedenza ho visto non molte persone (a parte renato che montava gazebi) o perlomeno non quante ne credevo e nessun "precario" forse la cosa non interessava o forse pensano che tutto finisca in una bolla di sapone non so, ma io fossi negli insegnati di ruolo che ho visto davanti la prefettura a questo punto me ne starei buono buono tanto se della materna o elementari da settembre prossimo chi fa le prime va a casa alle 12 e 30 e non essendoci fondi per attività pomeridiane (nessuna scuola, non avendo la certezza dei finanziamenti che al momento non sono quantificabili, programmerà nulla compreso il tempo pieno) avranno tutto il tempo da dedicare alla famiglia, ai figli, agli hobbies i bambini? A questo punto verrebbe da dire che le famiglie si arrangino.


- Fri 03/10/2008 or 06:58

Queste riflessioni dello storico Giovanni Sartori non riguardano solo la terza repubblica, ma complessivamente il pensiero imperante....credo che possa essere interessante leggerle...

http://www.corriere.it/editoriali/08_ottobre_03/buon_senso_2d8a2b82-9111-11dd-9f28-00144f02aabc.shtml


Kla - Mon 13/10/2008 or 20:38

Ho saputo che molte persone stanno invitando il Presidente Napolitano a non firmare il decreto Gelmini.

Per farlo basta andare nel sito del quirinale www.quirinale.it quindi entrare in "poste" e dopo aver compilato le proprie genetalità scrivere un messaggio.

Io ho appena inserito il mio.

Salutoni

Claudio Ennas 


Salvatore - Tue 14/10/2008 or 05:23

Ecco un interessante link:

www.beppegrillo.it/eng/2008/10/carnevale_in_the_court_of_cass.html


renatosd - Wed 15/10/2008 or 17:49

CONDANNATO TRAVAGLIO!    POVERO PREVITI E' STATO DIFFAMATO ...

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html


- Thu 16/10/2008 or 09:06

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

 

Ma non sembra oggi?


- Mon 20/10/2008 or 13:15

 Adesso siamo ancora più poveri............

La scomparsa di Vittorio Foa

Giovane antifascista di Giustizia e libertà, nel 1935 venne arrestato e condannato a 15 anni

ROMA - È deceduto a Formia Vittorio Foa, 98 anni, giornalista, sindacalista e personaggio della sinistra italiana della resistenza e del dopoguerra. Foa nacque a Torino il 18 settembre 1910 da una famiglia ebraica per parte di padre. A 23 anni entrò nel movimento antifascista Giustizia e libertà, nel 1935 venne arrestato e condannato a 15 anni. Uscì dal carcere solo nel 1943, nel settembre entrò nel Partito d'azione (Pda) e per lo stesso partito fu rappresentante nel Comitato di liberazione nazionale (Cln). IL PERCORSO POLITICO - Deputato nell'assemblea costituente per il Pda e nella II, III e IV legislatura per il Partito socialista. Nel 1948 iniziò il suo percorso di dirigente sindacale, prima nella Fiom poi nella Cgil. Nel 1964 fu tra coloro che lasciarono il Psi per fondare a sinistra il Psiup (Partito socialista italiano di unità proletaria) che nel '72 diede origine con altri al Pdup (Partito di unità proletaria), movimento che doveva indirizzare l'estrema sinistra italiana verso una prospettica «politica» e non «rivoluzionaria». Attraverso varie scissioni e ricomposizioni, nel 1975 nacquero le liste di Democrazia proletaria. All'inizio degli anni Ottanta, Foa iniziò ad allontanarsi dalla politica attiva, ma nel 1987 venne eletto senatore come indipendente nelle liste del Partito comunista. Fu favorevole alla trasformazione del Pci nel Pds e si schierò a favore della prima guerra del Golfo. In un'intevista al Messaggero del 13 agosto 2006, disse: «Sarebbe ora di finirla con questa damnatio memoriae per cui la storia del Novecento ruota intorno ai comunisti, agli ex comunisti e ai comunisti o filocomunisti pentiti. C'è una grande storia che è stata rimossa: quella degli antitotalitari democratici e liberali – anticomunisti e antifascisti – che non hanno avuto bisogno di rivelazioni tardive, di omissioni generalizzate e di compiacenti assoluzioni».

Questa affermazione mi sta particolarmente a cuore...in una società che dimentica, omologando tutto e tutti


giucap - Mon 20/10/2008 or 14:34

Ero andato a sentirlo un paio d'anni fa: a 96 anni sembrava il più giovane tra i relatori presenti. Ancora ottimismo, ancora voglia di cambiare, ancora fiducia nei giovani.

Grandissima lucidità e capacità di analisi. Grandissima onestà, intellettuale e non.

Certo in questi tempi che ci è dato di vivere non si può dire che il suo pensiero possa andare di moda! Si rifugge dal ragionamento, dall'analisi e dall'approfindimento, tutti orpelli considerati inutili nell'età della velocità, della superficialità e del decisionismo a slogan.

Giulio


- Thu 30/10/2008 or 17:21
Camera: Pdl, multa per chi non vota
Bagarre in aula, Fini garantisce rispetto Costituzione
(ANSA) - ROMA, 30 OTT - Dieci euro di multa per ogni votazione mancata. E' la 'ricetta' per convincere deputati del Pdl a non mancare alle votazioni. La 'ricetta', elaborata da Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino, ha pero' mandato su tutte le furie parecchi deputati, che non ci stanno a farsi trattare 'come i dipendenti pubblici fannulloni'.

Che meraviglia! Evviva il libero arbitrio ed il senso del dovere e della responsabilità!!


- Mon 10/11/2008 or 11:10

Un'altra interessante lettura per chi voglia farsi un'idea.....

http://www.repubblica.it/2006/a/rubriche/piccolaitalia/ahi-ahi-brunetta/ahi-ahi-brunetta.html"http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/scuola_e_universita/servizi/concorsopoli-atenei/parentopoli-foggia/parentopoli-foggia.html">http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/scuola_e_universita/servizi/concorsopoli-atenei/parentopoli-foggia/parentopoli-foggia.html


Kla - Tue 11/11/2008 or 19:31

Altro che terza Repubblica è il baratro,  la "PIZZA DE FANGO", Repubblica dei caschi di banane, dei lavoratori precari con famiglia trattati semplicemente come "RISORSE UMANE", la Repubbica delle alte cariche pagate dai cittadini  a rappresentarli, alte cariche che vanno in giro per il mondo a gongolarsi raccontando barzellette a chi prima o poi li sommergerà dalle risate che non si aspettano.

Dal sito di Beppe Grillo :

Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati". Bertold Brecht.
Io mi siedo dalla parte del torto.
I piloti sono la causa di tutti i mali d'Italia, prima erano gli zingari, poi gli abitanti di Chiaiano, quindi i vicentini che non vogliono nuove basi miltari americane, dopodichè gli abitanti della Val di Susa, infine gli insegnanti. Ora piloti, hostess, steward sono il cancro che non ci fa volare.
I media sono il bastone del potere. Hanno il compito che una volta era del boia. I politici invece sono una categoria a parte. Super partes. Continuano a fare il c...o che gli pare. Ad aumentarsi lo stipendio. Ad avere doppi incarichi e doppi stipendi. A sfuggire alla legge. A non timbrare il cartellino in Parlamento. Chiedete allo psiconano o a Fassino quante volte hanno marcato presenza in questa legislatura. Nessuno può licenziarli. Ormai si assumono da soli. Si fanno le liste chiuse senza voti di preferenza. Mogli, amiche, sodali, condannati. Sei persone hanno eletto i parlamentari, non gli italiani. Non siamo più in democrazia.
Il blog ha intervistato Paolo Madras, segretario del sindacato SDL, che rappresenta, insieme ad altre sigle, piloti e assistenti di volo. Dice cose molto interessanti che gli italiani non sanno. Per esempio che solo 12.600 dei 24.000 lavoratori Alitalia e Air One saranno assunti. 11.400 perderanno il posto di lavoro, saranno licenziati, cassintegrati. Disoccupati. Ma Air France non doveva tagliare solo 2.000 posti?
Il progetto di CAI è finanziario, secondo Madras, senza conoscenza del trasporto aereo, e riferisce che Rocco Sabelli, amministratore delegato di CAI, accolse i rappresentanti Alitalia con queste parole durante il primo incontro: "Quello di cui abbiamo bisogno è il miglior materiale umano al minor costo". Loro non molleranno mai (ma gli conviene?), noi neppure.

A chi fosse interessato all'intera intervista ecco il link  http://www.beppegrillo.it/2008/11/la_versione_dei/index.html


renatosd - Wed 12/11/2008 or 08:00

 

Kla ha scritto:

I piloti sono la causa di tutti i mali d'Italia, prima erano gli zingari, poi gli abitanti di Chiaiano, quindi i vicentini che non vogliono nuove basi miltari americane, dopodichè gli abitanti della Val di Susa, infine gli insegnanti. Ora piloti, hostess, steward sono il cancro che non ci fa volare.



nella lista c'è qualche dimenticanza, tipo pubblici dipendenti=fannulloni, Liberi professionisti=evasori, sindacalisti= sciacalli ladri, ecc ecc; nel tentativo di spostare l'attenzione dalla Casta - messa all'angolo - si è attuata quella che io chiamerei "una strategia della tensione", ovvero quando si iniziava a manifestare un'onda trasversale di sdegno nei confronti di un manipolo di burocrati, che nel migliore dei casi potremmo definire inefficienti, hanno pensato che la cosa migliore da fare era sparigliare le fila mettendo gli uni contro gli altri per poter continuare imperterriti nella loro opera. Come ho detto più volte è il vecchio principio del dividi et impera. Siamo noi i polli beoni (o beoti) che ci caschiamo sempre.

renato

 

 


Kla - Wed 12/11/2008 or 08:25

Renato, le affermazioni nell'intervista sono di Paolo Madras, segretario del sindacato SDL.

Condivido con te che l'analisi del sindacalista prescinde dal fatto che il governo in carica stia continuando ad odottare tutte le possibili "armi di distrazione di massa"(citazione di Bersani) e nel contempo tende a dividere le opinioni creando smarrimento e confusione fra i meno attenti a queste cose.

La massa è stata preparata da tempo a distrarsi basta vedere cosa produce la maggior parte della televisione e cosa scrivono la maggior parte dei giornali. E' importante per la CASTA continuare ad imperare non facendo vedere quello che la gente dovrebbe vedere.

Salutoni

 

 

 


MarmaLT - Wed 12/11/2008 or 12:26

Di cosa si parlava qualche post fa? ... del Canto degli Italioti. Beh! Ci stanno facendo diventare veramente 'italiani idioti'. Pensiamoci un attimo... Dario Fò lo scrisse nel 1964...  fu profeta , ante tempore, della deriva di questo Paese... e come tutti i profeti in Patria non fu e non è ascoltato se non da poca gente (compreso quel gruppo di 'comunisti' che gli diede il Nobel) che lo comprese, lo seguì e lo segue nel suo, molto giullare, modo di narrarci la nostra storia... di italioti.

Non fare del bene se non sopporti l'ingratitudine.


- Thu 20/11/2008 or 22:02

Agenzia per la meritocrazia? Ma spendeteli meglio sti soldi

 

Sembra qualcosa di già visto ma non si doveva risparmiare ridurre, dal prossio anno su iniziativa del Ministro della Funzione Pubblica - ma approvato in commissione Senato anche con i voti di quasi tutta l’opposizione - nascerà una nuova agenzia: l’agenzia per la valutazione degli “statali”.
L’AGENZIA PER LA VALUTAZIONE costerà ai contribuenti, ma solo in fase di prima attuazione, 4 milioni di euro nel 2009, destinati a diventare 8 milioni nel 2010. Gli “esperti della valutazione” avrebbero un compenso medio annuo da almeno 300 mila euro a testa. Una cifra superiore al tetto di stipendio previsto per i dirigenti pubblici, pari a circa 290 mila euro. L’agenzia per la meritocrazia nel pubblico impiego sarà costituita da "cinque esperti" il cui compito sarà di fare in modo che in tutte le amministrazioni pubbliche italiane si misuri la produttività del personale con meccanismi il più possibile oggettivi. In base a queste "misurazioni" si dovranno distribuire i premi e gli avanzamenti di carriera. La norma non prevede particolari vincoli di incompatibilità per i cinque membri. Per esempio, se il nominato è un professore universitario, un avvocato o un economista, potrà tranquillamente conservare il suo incarico e cumulare i due redditi (fonte blogspot) ma non voglio essere uno di quelli giudicati da loro voglio esere uno che giudica c'è da fare qualche domanda?


Baol - Sat 22/11/2008 or 12:18

Terza Repubblica... ovvero le lusinghe del potere.

Il senatore Villari dichiara: "Sono sereno e vado avanti, sto già operando da presidente della commissione di vigilanza Rai...",

allora siamo a posto, abbiamo chi vigila e possiamo dormire sonni tranquilli.

Buona notte. 

Francesca


- Wed 26/11/2008 or 19:59

Italiani non dovete avere paura di spendere e consumate di più !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 SI MA .........CON COSA?

Crisi, alla terza settimana:
è già emergenza
Indagine swg: il 58% delle famiglie italiane teme che la situazione peggiorerà nei prossimi dodici mesi. I portafogli si svuotano sempre più rapidamente: un problema arrivare alla terza settimana

Crisi, alla terza settimana: Famiglie sempre più in difficoltà, con il portafoglio vuoto già alla seconda, terza settimana e la sola alternativa di tirare la cinghia di fronte ad una crisi che viene vista lunga, destinata a peggiorare e a 'mordere' anche per i prossimi due anni.    Oltre sei milioni di famiglie italiane, infatti, arrivano a fatica alla terza settimana del mese, più di due milioni addirittura non riescono ad andare oltre la metà del mese. A dirlo è un sondaggio realizzato da Confesercenti-Swg su un campione nazionale rappresentativo, dal quale emerge una diffusa disillusione ed una preoccupazione crescente, tanto che il 58% degli intervistati teme che la situazione economica peggiorerà nei prossimi 12 mesi. Di fronte a ciò, non resta che ridurre le spese e rinunciare a qualcosa, di indispensabile o meno: la pensa così l'82% degli italiani.

Magari con la social-card?

Social Card:
istruzioni per l'uso, paga lo Stato
La social card sarà una normale carta di pagamento elettronico, uguale a quelle che sono già in circolazione e ampiamente diffuse nel nostro Paese. La differenza è che "con la Carta acquisti le spese, invece che essere addebitate al titolare della Carta sono addebitate e saldate direttamente dallo Stato". Così, la documentazione fornita dal governo descrive la "Carta Acquisti", illustrandone il funzionamento.

Social Card: La carta - ha spiegato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti - sara anonima.

CHI NE AVRA' DIRITTO. Due le tipologie: gli anziani e le famiglie con bambini piccoli. Spetterà agli anziani, cittadini e residenti italiani, tra i 65-69 anni con redditi o pensione fino a 6.000 euro l'anni; oltre i 70 anni la soglia di reddito sale fino a 8.000 euro. Andrà poi alle famiglie con figli sotto i 3 anni, con un indicatore Isee di 6.000 euro. Il calcolo del reddito sarà infatti fatto con l'Indicatore di situazione economica equivalente (il cosiddetto Riccometro) già utilizzato per l'accesso ai servizi sociali. 

ATTENTI A CASA, AUTO E CONTO IN BANCA.
Per diventare possessori di social card bisognerà inoltre avere altri requisiti: possedere al massimo una casa, una autovettura (due in caso di una famiglia con figli minori) ed essere titolari di una sola utenza elettrica (una domestica e una non domestica per le famiglie con figli) o del gas (due per le famiglie). Inoltre non bisognerà avere più di 15.000 euro di risparmi in Banca o alle Poste (da soli o insieme al coniuge). 

QUANTO VALE. Sarà finanziata con 40 euro al mese. Per le domande che saranno fatte prima del 31 dicembre la Carta sarà caricata con l'arretrato di 3 mesi, quindi con 120 euro. Successivamente gli importi saranno caricati ogni due mesi. 

A CHE SERVE. Potrà essere utilizzata per effettuare i propri acquisti in tutti i negozi alimentari abilitati. Potrà servire anche per pagare usufruire della tariffa sociale dell'Enel. Ma il suo utilizzo a fini sociali sarà esteso. 

LO SCONTO. I negozi convenzionati che sostengono il programma acquisti faranno sulla spesa effettuata con la Card uno sconto. Per ora è fissato al 5% ma non è detto che possa aumentare. 

COME OTTENERLA. E' già partito l'invio delle lettere alla platea di interessati. L'operazione sarà gestita dalle Poste alle quali ci si dovrà rivolgere per presentare il modello Isee compilato. Nella generalità dei casi verrà consegnata subito la Carta Acquisti che sarà utilizzabile dal secondo giorno lavorativo. 

LE RISORSE. Il governo stima che saranno 1.300.000 i beneficiari della carta con una spesa a regime di 450 milioni di euro l'anno. Per ora sono state evidenziate risorse per 1.070 milioni di euro: 170 tramite la Robin Tax, ai quali si aggiungeranno 250 milioni di donazioni Eni-Enel, che serviranno per quest'anno; poi altri 650 milioni previsti da altri due provvedimenti per il prossimo anno.

 

Qui mi sembra come le pensioni portate ad un milione trovatemene qualcuno che l'ha avuto questo aumento all'epoca tanto pubblicizzato.Ed in ogni caso chi l'avrà (i lavoratori dipendenti anche unico sostegno per la famiglia e con mutuo a carico non credo che potranno averla per i paramentri strettissimi insomma miseria pura)  la considererà meglio di nulla si fa il paragone con le social card estere ma sono altra cosa. Me le vedo le persone anziane a fare prima l'isee, poi alla posta a farsela ricaricare non è meglio farsi carico delle bollette e della assistenza delle persone bisognose accertandone veramente il bisogno? Perchè sapete........molti non dichirano il loro vero reddito o ciò che possiedono.

 

 


giucap - Tue 02/12/2008 or 08:40

Da "La Stampa" di oggi, 2 dicembre

LOST IN TRANSLATION

MASSIMO GRAMELLINI
Mi rivolgo ai lettori che hanno una conoscenza discreta dell’inglese. Sto cercando di spiegare ad alcuni colleghi di Londra e New York che Berlusconi non ha aumentato le tasse di Sky, ma semmai era stato il governo del compagno Dini, nel 1995, ad abbassarle oltre ogni decenza. E questo perché la tv di Rupert Murdoch, per citare il mio amato premier, «è amica della sinistra». Ma loro non mi capiscono e si mettono a ridere. Dicono che in tutto il mondo i giornali e le tv di Murdoch hanno sempre sostenuto la destra e che lui, Murdoch, è talmente di destra che quando va in auto la corsia di destra gli sembra troppo di sinistra e si sposta direttamente su quella d’emergenza.

Come se non bastasse, sto anche tentando di comunicare ad alcuni colleghi di Berlino che il governo italiano ha complicato fino a strozzarle - e con effetto retroattivo - le procedure che consentivano ai proprietari di casa di detrarre dal fisco la metà delle spese sostenute per doppi vetri e pannelli solari. Purtroppo il livello del mio tedesco è modesto, persino più dell’inglese, e non mi capiscono. O se mi capiscono, non mi credono. Dicono: ma come, da Obama alla Merkel, tutti urlano che la via maestra per uscire dalla crisi saranno gli investimenti ambientali e proprio voi, che avete più sole di chiunque altro in Occidente, boicottate l’energia solare? E giù a ridere come matti. Vi prego, aiutatemi. Vorrei spiegare ai colleghi di Londra, New York e Berlino che le energie pulite vanno tassate perché sono di sinistra, in quanto amiche di Murdoch. Ma mi mancano le parole.

Di mio aggiungo che il compagno Dini in realtà non aveva abbassato l'IVA, ma l'aveva alzata al 10% dal 4% che era prima, al tempo in cui l'unica TV satellitare a pagamento era Tele+; ne ricordate forse qualche azionista?

Personalmente non è che la vicenda Sky mi interessi molto, visto che non ho l'abbonamento. Mi interessa invece molto di più l'effetto assurdamente retroattivo della nuova norma sulle detrazioni per interventi di risparmio energetico, avendo cambiato gli infissi proprio quest'anno contando su una detrazione del 55% della spesa.

Non che la nuova norma in sé faccia ben sperare sulle intenzioni del Governo rispetto al risparmio energetico, solo che mi sento truffato; ma ormai siamo abituati a qualunque abuso, e da bravi sudditi abbozziamo brangognando. Fortuna che siamo in una libera democrazia e quindi è ancora salvaguardato il diritto al lamento (comunque inutile).

Giulio

 


Kla - Tue 02/12/2008 or 11:11

E' furbo "Al Tappone" ne fa almeno due insieme perchè una faccia ombra all'altra adottando così  le ormai consuete "armi di distrazione di massa".

Due esempi recenti:

Primo esempio:

Fininvest entra con  3,1% della pay-tv tedesca "Premiere" e contemporaneamente fa "cùcù" alla Merkel

Tutti a parlare del "cùcù" e nessuno sa dell'inizio della scalata alla pay-tv in Germania

Secondo esempio: 

Il Governo "italiano" con ennesimi decreti raddoppia l'iva a SKY e contemporaneamente rende più difficile (e in certi casi impossibile) ottenere sgravi fiscali per chi intende risparmiare energia (come previsto dalla legge 296/2006), in pratica cambiando un provvedimento che ha avuto un grande successo e che permetteva alle famiglie di risparmiare sulle bollette grazie alla possibilità di installare impianti solari termici, caldaie a condensazione, interventi di efficienza energetica.

Tutti a parlare di SKY e dei preoccupanti potenziali orfani di calcio a pagamento e sta passando quasi sotto silenzio l'operazione dieseducativa e antiecologica di "Al Tappone" che procede in direzione opposta a tutti gli altri governi Europei.

Infine tornando alle televisioni e ai "cùcù"  attenzione che non ci stanno dicendo la verità in quanto dietro l'operazione a rimetterci non saranno  i due padroni imprenditori di "Sky" e "Fininvest" ma gli utenti. E' molto probabile che i due imprenditori fingano di farsi la guerra.

Per chi vuole approfondire ecco il link da "supercom.it" sito d'informazione online specializzato nel settore Telecomunicazioni.

http://www.supercom.it/Europa/TV_digitale/Premiere_Berlusconi_non_sfida_Murdoch_ma_scommette_sul_suo_successo.html


renatosd - Tue 02/12/2008 or 13:39

Posso tornare un po' indietro ed aggiungere un carico?

qualche post prima si diceva "Italiani non dovete avere paura di spendere e consumate di più" e la risposta di roccia era "con che cosa" io invece vorrei ribaltare il ragionamento e dire "ma perchè?"

ma perchè se ormai questo modello economico ha mostrato il fianco, ma perchè se non c'è più spazio per sprechi, packaging, impiego dissennato di risorse e spargimento indiscriminato dei rifiuti, ma perchè se già oggi una parte del mondo (assolutamente minoritaria nel numero) che detiene il 60-70% delle ricchezze butta ogni giorno il 20-30% di quel che acquista e l'altra parte maggioritaria di umanità non ha neanche l'acqua potabile? ... siamo ancora sicuri che il modello sia questo? "continuiamo così facciamoci del male" diceva il buon Nanni

Il fatto che non vi sia una sinistra mondiale autenticamente popolare ed in grado di fornire risposte adeguate ciò non significa che il modello attuato finora  debba o possa - vista la crisi internazionale - continuare a perpetrare questa linea suicida ... se non è oggi sarà domani ma comunque bisognerà pensare un giorno che non si può crescere sempre e a dismisura (e peraltro in modo assolutamente schizzofrenico e diseguale) ...

Il tema - non certo facile- è come  decrescere, è come impostare un economia diversa che consenta livelli di vita confortevoli senza dover necessariamente sprecare e ridurre altri popoli alla fame e tanto altro ancora ... ma se mai si inizia ....

renato


Baol - Tue 02/12/2008 or 16:57
Sono d'accordo; questo sistema perverso nel quale siamo immersi, produce diseguaglianza e perpetra ingiustizia, è cieco ed egoista, fomenta odio e distruzione, distrugge in modo dissennato... sarebbe folle continuare in questa direzione, eppure... difficile frenare in tempo, perché questo sistema ha mutato le coscienze, ci ha educato al consumo, ha diffuso i suoi "valori" e continua con il suo richiamo, come le sirene con Ulisse. 

Kla - Tue 02/12/2008 or 19:58

Gli "Ulisse" del giorno d'oggi al posto delle sirene trovano le televisioni e i giornali di proprietà di pochi al potere o di chi fa parte della "casta" che difende solo se stessa a discapito dei cittadini.

Riusciranno a resistere ?

Salutoni


renatosd - Fri 12/12/2008 or 12:52

Decreto Gelmini ovvero indietro tutta .... ma guarda un po'! ma stai a vedere che avevamo ragione noi.

Non è una vittoria completa, i Bruno Vespa e compari non si arrenderanno ancora ma la sinistra quando c'è con i fatti, senza tattiche, senza leaderismi quando è sinistra dimostra che si può fare opposizione anche fuori dal palazzo ... e cavolo lasciatecelo dire con un po' di soddisfazione dall'ascesa del cavaliere è un bello smacco anche per quella "finta", quella che si vergogna pure a dirsi tale, quella che si è accomodata a palazzo per tentare impossibili inciuci e che fino ad oggi ha solo calato le braghe su tutto con il suo assordante silenzio.

Oggi ha vinto il buon senso e la ragione ma bisogna vigilare che non sia la solita "arma di distrazione di massa" buona solo per calmare temporaneamente le acque

renato malinconico


Baol - Wed 17/12/2008 or 18:02
 
"15 dicembre 2008: Walter Veltroni."Il Partito democratico è disponibile ad aprire un tavolo che duri sessanta giorni, non sei mesi, con i magistrati, gli avvocati, il personale della giustizia, con la maggioranza e l'opposizione. Per fare una riforma che risponda alle esigenze dei cittadini e non ai problemi di Berlusconi".
 
Chiediamo a Veltroni (forse siamo ingenui ) ma le riforme - secondo Costituzione - non si fanno in Parlamento?
 
Veltroni è solo il capo del Partito Democratico, un partito fra i tanti, chi lo ha 'istituzionalmente' delegato a discutere e trattare su eventuali riforme?
 
E poi: esiste ancora la commissione giustizia? composta da rappresentanti democraticamente deputati a questo compito e per Costituzione preposta a discutere ogni intervento sulla giustizia stessa, con le consultazione istituzionalemente regolate del c.s.m e di tutte le 'parti in causa' ?
 

Ancora una volta si sbeffeggiano le regole, si mente, si calpesta il parlamento, si insegue, ansimando, Berlusconi sul terreno della sovversione della Repubblica, aprendogli la strada, sostenedolo e assecondandolo, legittimandone l'azione e la concezione arbitraria di stato e legge. E quel tavolo, se mai ci sarà, non è che l'ennesimo omaggio del complice vassallo a un re che teme e invidia."(r.a.)

 




anna - Wed 17/12/2008 or 18:57

Francesca, concordo pienamente con te. Veltroni non ne azzecca una, neanche in questo caso. Riuscirà mai a togliersi la trave che gli oscura la vista piuttosto che la pagliuzza dall'occhio altrui?

Invece a Renato, mi tocca purtroppo fargli notare che sul decreto Gelmini, non sono tornati indietro proprio per niente. Il sindacato ha diffuso il giorno della manifestazione questa notizia forse per rafforzare l'adesione della gente ma se si va a leggere il verbale dell’incontro tra i rappresentanti del Governo e le OO.SS si parla di una mezza vittoria. E col passare delle ore e del tam tam questa si è trasformata in una vittoria completa. Ma dove? Purtroppo giustamente la Gelmini ha smentito che ci sia stata un'inversione di rotta. Sul maestro unico non è cambiato niente. Restano le 24 ore o 27 ore secondo le indicazioni delle famiglie per la scuola primaria, che significa il maestro prevalente più un'ora di religione più due ore di inglese come da "riforma".

Unica concessione a me sembra c'è stata sul maestro di sostegno per cui se ne avrà uno ogni due studenti disabili e forse per la scuola dell'infanzia ma sul resto tutto come da copione, ahimè!

Non riesco a capire perchè continua a passare questa informazione! A che pro?

 

Anna


renatosd - Thu 18/12/2008 or 11:11

 

 

 

anna ha scritto:

Invece a Renato, mi tocca purtroppo fargli notare che sul decreto Gelmini, non sono tornati indietro proprio per niente.

 Sono in buona parte d'accordo con te - purtroppo - e credo che le motivazioni che hanno indotto il governo a fare ciò è stato proprio far "abboccare" sinistra e sindacati ad un miraggio di vittoria per stemperare gli animi .... e ci sono riusciti ... l'onda si è sgonfiata nel momento di piena, proprio quando rischiava di travolgere la Mariastella ... ora farla rimontare è difficile, bisognerebbe ammettere di esserci cascati (io non ho alcuna difficoltà) ma ormai non basterebbe più e in questi tempi di magra c'è anche chi si accontenta di una vittoria di pirro.

E' vero siamo stati dei tordi ma resta il fatto che a pagare questa riforma saranno tutti ... saremo tutti ... uniti nella sventura.

renato

PS e comunque iniziavo parlando di vittoria incompleta e concludevo dicendo ".... bisogna vigilare che non sia la solita "arma di distrazione di massa" buona solo per calmare temporaneamente le acque". Purtroppo i timori erano più che fondati ... la prudenza doveva portarci a verificare i fatti prima di cantar vittoria.


- Thu 08/01/2009 or 07:53

Pensavo di andare a ricercare gli articoli pre-elettorali e post-elettorali sulla italianità che doveva mantenere la compagnia aerea di bandiera e sul ruolo centrale che avrebbe avuto Malpensa (i voti del nord servivano).

Colaninno assicura l'impegno per lo scalo varesino.

Si di Berlusconi ad Air France.
Vince Fiumicino

Non ci sono più dubbi. La bussola dei nuovi aerei Alitalia sarà puntata sempre verso Roma. Che sarà Caput Mundi anche delle rotte aeree dirette verso l'Italia. L'hub della compagnia risorta dalle ceneri di quella di bandiera grazie alla Cai di Roberto Colaninno e soci sarà infatti lo scalo di Fiumicino.

Questo la naturale conseguenza del via libera politico che ieri è arrivato dal presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, all'ingresso nel capitale della Compagnia Aerea Italiana di Air France. Cauto il commento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che a Il Tempo ha detto: «Aspettiamo a cantare vittoria. Vediamo come si mettono le cose. Ho sentito al telefono sia Berlusconi sia Letta e mi hanno assicurato che all'incontro di domani (oggi ndr) ci sarà solo Bossi. Mentre se chiameranno la Moratti parteciperò anche io». Nessun commento sulla possibilità che la scelta di Air France valorizzi di più Fiumicino. «Non è scontato ma dagli elementi in nostro possesso la scelta di Parigi premierebbe di più lo scalo romano».


Il potenziale conflitto con la Lega Nord sostenitrice strenua della soluzione Lufthansa in grado di tenere in vita Malpensa non ha frenato il Cavaliere. Che ha sostanzialmente espresso un sì convinto, la formula diplomatica è un «nulla osta», al ritorno dei francesi a via della Magliana. Il premier che ha incontrato a Palazzo Chigi insieme al sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Gianni Letta, i vertici della nuova società: il presidente Colaninno e l'ad Rocco Sabelli, e il responsabile corporate di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè, non avrebbe mosso alcuna obiezione all'ingresso di Parigi. Le fonti vicine alla società hanno raccontato di una «piena e totale sintonia» del presidente del consiglio con la scelta industriale della Cai.

Che dopo aver spiegato le ragioni della preferenza di un'alleanza con Air France non ha ricevuto alcuna controindicazione. Colanninno avrebbe, però, messo sul piatto anche un impegno sostanziale per lo sviluppo dello scalo lombardo di Malpensa. Una promessa che non è bastata a lenire l'ira di Umberto Bossi che a stretto giro a tuonato contro Palazzo Chigi. Frasi di fuoco secondo lo stile del leader del Carroccio: «Stupida intesa con Air France che chiude Malpensa». E ancora: «Noi chiederemo con forza gli slot. Non possiamo mica chiudere Malpensa per fare un favore alla Cai. Il governo ha in mano gli slot, li può lasciare a Malpensa».
Strali e linguaggio più da opposizione che da alleato di governo. Ma tant'è. Il pensiero di Bossi è stato sicuramente quelli di rassicurare le truppe del Nord che continuano a sentire sempre più vicina il ridimensionamento dello scalo varesino. Eloquente in questo senso la sua dichiarazione sul tema: «Ogni volta che vado all'aereoporto i lavoratori si incazzano. Dobbiamo tirar fuori qualcosa».


Lineari sono state invece le risposte di Berlusconi sul via libera ai francesi. Da Lufthansa infatti non sarebbe mai arrivata una reale offerta d'acquisto. «Lufthansa non si è mai fatta presente nè fisicamente nè con un'offerta» ha spiegato il premier. E quanto agli slot (le finestre orarie per i decolli degli aerei) «l'Enac - ha assicurato Berlusconi - ha sempre concesso a tutti i richiedenti tutti gli slot richiesti. Quindi non c'è nessun problema a riguardo». Insomma acqua sul fuoco delle polemiche. «La situazione è chiara. Vediamo domani (oggi ndr)» ha concluso il Cavaliere che proprio oggi incontra a Palazzo Grazioli Bossi dopo lo slittamento del vertice previsto ieri. Sul tavolo sarà sicuramente messa l'offerta di Lufthansa. Che nonostante la parole del premier sarebbe ancora in lizza, secondo Bossi. A chi gli ha riportato le parole di Berlusconi sull'inesistenza dell'offerta di Berlino il leader del Carroccio ha detto: «Lo ha detto a voi perché siete ingenui».

da Il Tempo

Dunque ricapitolando un anno fa AirFrance si prendeva Alitalia con dipendenti e tutti i debiti adesso 4 miliardi di debiti li paghiamo noi e AirFrance prende il 25% di CAI e cioè ciò che rimane di Alitalia, depurata di personale e debiti, e AirOne Fiumicino rimane (per fortuna) l'hub di riferimento, lo scalo di Malpensa dovrà cavarsela da solo se ce la fa, bella mossa per Spinetta credo che un aumento di stipendio se lo merita così arriva almeno ad un terzo di quello dei passati manager Alitalia.


Salvatore - Thu 08/01/2009 or 08:16

Caro Roccia, quello di "puntare la bussola su Roma" è l'unica cosa sensata di tutta l'enorme truffa a danno degli italiani che è stata (ed è) la questione Alitalia-Cai-Alitalia. Malpensa costava alla vecchia Alitalia un milione di euro al giorno (di perdite, ovviamente). I motivi sono molteplici e tutti squallidamente  tipicamente italici... sarebbe lungo e noioso parlarne.

Comunque adesso l'accordo con AF-KLM è praticamente cosa fatta, tra qualche mese i capitani coraggiosi venderanno tutto a AF-KLM, incasseranno i soldi, passeranno da Berlusca a riscuotere, e noi stupidi italiani saremo rimasti con i debiti e con 9000 cassaintegrati da mantenere.

Nessuno parla del tragico contatore che segna quota 4: sono notizie squallide che rischierebbero di appannare il luccicante quadretto che la stampa compiacente e compiaciuta (lecchino di corte in primis, e non mi riferisco a quello di rete4!!) hanno propinato al popolo bue.

Salvatore


- Thu 08/01/2009 or 09:09

All'origine la Lega si incatenò sui terreni destinati allo scalo di Malpensa poi cambiò idea sono molto sensibili agli umori della gente del nord, anche se a bewrgamaschi e veneti proprio non gli importa di Malpensa. Che avere due hub e mezzo (metteteci Linate) per Alitalia sia stata una iattura ed il colpo di grazia è assodato, Luftansa aveva solo un hub e fu soltanto per la saturazione di Francoforte che utilizza anche Monaco. Alitalia fu costretta ad andare a Malpensa per politica e pensava che la politica avrebbe sempre coperto i debiti derivati ciò non è avvenuto e da li il patatrac.

Interessante articolo de La Stampa

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=5442&ID_sezione=&sezione=

e mettete in conto questo proclama

Castelli «Lega pronta a tutto per Malpensa»

3 gennaio 2009 alle 21:45 — Fonte: ilsole24ore.com 0 commenti
Il sottosegretario al Sole24Ore sulle conseguenze del piano Alitalia: «Si illude chi crede che siamo disponibili a sacrificare questa battaglia sull’altare del federalismo fiscale»…
Facciamoci due risate non sono il centrosinistra al governo non rinunciano eh eh eh eh

 


Salvatore - Fri 09/01/2009 or 21:37

Vi propongo la posta dei lettori di Augias oggi su "la Repubblica"

 

SEI PARTITI FACESSERO UN PASSO INDIETRO

Caro Augias, al di là di qualche protesta da parte degli studenti nei mesi scorsi e di qualche categoria minacciata nel posto di lavoro, mi pare che nel paese si respiri un’aria di profonda rassegnazione e impotenza. Spesso mi sono sentita chiedere (e ho chiesto a me stessa) perché ancora insisto a guardare certi dibattiti televisivi e programmi sulla realtà socio-politica italiana, perché vado a firmare per i referendum, perché vado a cercare anche le notizie non sempre riportate dai giornali.., tanto le denunce delle ingiustizie non hanno mai conseguenze e nulla può davvero cambiare in un paese largamente fondato sull’illegalità. Sdegnarsi, arrabbiarsi, serve solo a rovinarsi la vita. Risponda alle mie domande: perché continuare a informarsi? Perché sdegnarsi di fronte alle ingiustizie? Come si può non passare dallo sdegno e dall’autocommiserazione ad una reazione che serva a qualche cosa? Davvero non è pensabile una lotta diversa da quella contro i mulini a vento? Che può fare la gente comune per cambiare lo stato così insoddisfacente delle cose? Angela Del Prete [Indirizzo email protetto, entra per vederlo] 

 

Domande difficili. A ben guardare però si vede che, a parte la crisi economica nata negli Stati Uniti, le questioni sono per lo più riconducibili al fatto che la politica in Italia non funziona più. La politica è come il colesterolo: c’è quella che fa bene e quella che fa male. Noi abbiamo troppa politica che fa male mentre scarseggia la politica buona, quella che serve a far andare le cose nel modo migliore possibile. Il motivo di fondo è che i partiti politici, che non dovrebbero avere ruolo istituzionale, hanno al conttario occupato lo Stato ereditando, a destra e a sinistra, l’aspetto peggiore che aveva caratterizzato il lungo prevalere della Democrazia Cristiana. Partiti nelle Asl e nelle università, nella Rai e nella magistratura, negli istituti locali e negli enti di previdenza, nelle aziende pubbliche e nelle banche. Enrico Berlinguer lo aveva denunciato già nel 1981, undici anni prima che scoppiasse Tangentopoli. Una diffusione così vasta del partitismo è di per sé veicolo di corruzione. I partiti vogliono essere compensati per i benefici che possono elargire, tendono a trasformare il rapporto di cittadinanza in clientela, i diritti in favori. Niente è più lontano dalla funzione benefica che i partiti politici svolgono quando si limitano ad esercitare correttamente il loro ufficio. In Italia i partiti sono stati i tendini che hanno contribuito a tenere unito il paese, a formare dirigenti, ad elevare il tenore culturale delle discussioni.
Oggi non è più così. Quale più quale meno sono tutti in qualche modo responsabili dell’inquinamento ed è rimasto solo il presidente della Repubblica a ricordarci con leale realismo lo stato di fatto.
 Proprio per questo bisogna continuare a sdegnarsi, a reagire, a firmare per ciò che riteniamo utile al paese, a prendere parte, a ribattere. In una parola a resistere. Servirà? Non lo so, non bisogna chiederselo, ci sono cose che vanno fatte e basta. Corrado Augias


Kla - Fri 09/01/2009 or 22:25
Salvatore ha scritto:

Vi propongo la posta dei lettori di Augias oggi su "la Repubblica"

 

(....)  Proprio per questo bisogna continuare a sdegnarsi, a reagire, a firmare per ciò che riteniamo utile al paese, a prendere parte, a ribattere. In una parola a resistere. Servirà? Non lo so, non bisogna chiederselo, ci sono cose che vanno fatte e basta. Corrado Augias



 

Resistere, resistere, resistere, resistere, resistere, resistere, resistere, resistere, resistere, resistere, resistere, ..................................................., resistere

SENZA STANCARSI MAI.


- Mon 12/01/2009 or 07:46

Continuiamo a sdegnarci ad oltranza

da Latina24ore

ALESSANDRA MUSSOLINI SEMPRE ASSENTE MA IL CONSIGLIO PROVINCIALE LA SALVA

Sabato 10 Gennaio 2009 10:49
Alessandra Mussolini, consigliere provinciale, ha partecipato al consiglio di ieri per replicare alle richieste di Lilli D’Ottavi, esponente della Lega Nord , che voleva far decadere il suo incarico a causa delle numerose assenze. La Mussolini in aula ha spiegato le sue motivazioni ottenendo il sostegno degli esponenti del centrodestra. Dure critiche invece dai consiglieri del Pd Domenico Guidi e Sandro Bartolomeo. Alla fine del consiglio provinciale si è votato per la mozione di decadimento: il Pdl ha votato a favore della Mussolini mentre l’opposizione ha abbandonato l’aula sapendo di non avere i numeri per mandare a casa il consigliere assenteista.


- Mon 12/01/2009 or 07:56

Non è fatto apposta su Latina Oggi dell'11 gennaio queste notizie sono una dietro l'altra proporrei l'inserimento di un indicatore nel portale un INDIGNOMETRO che misuri la quantità di indignazione presente nell'aria.

Fazzone che giudica se stesso

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/11_01_2009/pag05latina.pdf

Orsal tutti in aula

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/11_01_2009/pag08latina.pdf

Holiday Fondi chiesta l'archiviazione

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/11_01_2009/pag09latina.pdf

 

 


- Thu 15/01/2009 or 15:32
 Il governo introduce la tassa/contributo sul permesso di soggiorno...per adeguarsi all'Europa: quand'è che "adegueranno all'Europa" gli "stipendi" dei parlamentari?

Salvatore - Fri 16/01/2009 or 10:31

Vi propongo un articolo de "la Republica" del 13 gennaio scorso che io ho trovato molto interessante.

Allegato: etica_civile.doc

Salvatore


- Tue 20/01/2009 or 14:48
Ho ascoltato al telegiornale il Presidente del Consiglio che, durante l'inaugurazione di qualcosa che non ho capito, salvo che era intitolata alla sua mamma, ha dichiarato che la recessione in atto non è poi così grave come si dice, e che, al massimo, farà tornare l'Italia indietro di un paio di anni... Ha concluso dicendo che non era una  problema visto che due anni fa non si stava male....Ah!...Un involontario riconoscimento al governo Prodi?

- Wed 21/01/2009 or 14:09

L'anno prossimo entra in vigore il maestro unico

Riforma, le elementari non sono pronte

Due i nodi cruciali della circolare inviata nei giorni scorsi dal ministero dell'Istruzione per l'iscrizione alle sezioni della scuola dell'infanzia e a tutte le scuole di ogni ordine e grado.Due i nodi cruciali della circolare inviata nei giorni scorsi dal ministero dell'Istruzione per l'iscrizione alle sezioni della scuola dell'infanzia e a tutte le scuole di ogni ordine e grado. La possibilità d'iscrivere i bambini sotto i tre anni nella scuola dell'infanzia (in presenza di disponibilità di posti, accertamento dell'avvenuto esaurimento di eventuali liste d'attesa) e le varie opzioni di orario per la prima elementare che sancisce, di fatto, l'avvio della cosiddetta «riforma» Gelmini con il ritorno del maestro unico (o prevalente) e l'uscita di scena del modulo (che prevede la compresenza e contemporaneità di due, tre docenti).Nelle scuole italiane, però, in questi primi giorni d'iscrizione (che, eccezionalmente, sono slittate fino al 28 febbraio) regna il caos e l'incertezza. Soprattutto per la prima elementare. Per le prime i genitori possono scegliere quattro orari settimanali: 24 o 27 ore che sono i due modelli di base, il modello a 30 ore (con attività opzionali) e quello a 40 ore (tempo pieno).Gli stessi docenti non sanno che pesci prendere. «Gira la voce tra noi insegnanti - dice Palma A. maestra elementare di ruolo - di far iscrivere più bambini possibili al tempo pieno. Cioè alle trenta e quaranta ore. Così nessuno viene licenziato. In realtà non sappiamo cosa accadrà concretamente nelle scuole a settembre sul piano organizzativo e didattico. Indicazioni, al proposito, non emergono affatto dalla circolare». «C'è da dire che nelle scuola vige il principio dell'autonomia e quindi saranno i singoli istituti che dovranno poi pensare alle soluzioni più consone per la distribuzione dell'organico. «Ogni docente deve lavorare 22 ore settimanali: che poi le faccia in una sola classe o in due classi a questo punto non cambia la situazione - prosegue la maestra - certo, così, non si fa del bene ai bambini, è innegabile».E come la mettiamo quando manca un insegnante? «Bè se si tratta di assenze inferiori ai cinque giorni purtroppo non resta che lo smembramento della classe. E le assicuro che distribuire una classe di prima in seconde, terze ecc. non è per niente didattico. Senza considerare, ad esempio, i permessi magari per motivi di salute che durante l'anno un insegnante può prendere. Adesso, con il modulo, ci mettiamo d'accordo tra maestre: io ti copro queste ore, tu poi mi copre quell'altre. Ma con il maestro unico che succederà?».Le mamme dei bimbi che andranno in prima sono, invece, sono angosciate. Soprattutto quelle che optano per il tempo pieno (o quello prolungato di 30 ore): «Ci dicono che il pomeriggio sarà come il doposcuola - spiega la signora Luisa - dei riempitivi, insegnamenti di serie B». C'è chi come Valentina che non è riuscita neanche a sapere la differenza tra le varie opzioni: «Ancora la scuola non ha fissato un incontro per consocere i programmi: fino a ieri mancavano addirittura i moduli per iscriversi!».Le cose non vanno meglio per chi iscrive i figli alla prima media. Qui i genitori possono esprimere la scelta tra i modelli orari di 30 ore o di tempo prolungato di 36 ore (prolungabile fino a 40 ore). Nel modello a 30 ore, 29 saranno di insegnamento curriculare e 1 di potenziamento della lingua italiana. Ma il grande dilemma resta l'opzione dell'inglese potenziato, la possibilità cioè di scegliere 5 ore di inglese, anziché 3 di inglese più 2 di una seconda lingua comunitaria. Le famiglie dunque potranno decidere di impiegare le 2 ore della seconda lingua comunitaria per l'insegnamento dell'inglese.

L'insegnamento della soconda lingua comunitaria (francese, spagnolo, tedesco) era stato introdotto come materia obbligatoria nella scuola secondaria di primo grado dalla Riforma Moratti ma di fatto non è mai decollata come «cattedra di diritto» con la mancata assunzione dei docenti precari. Che ora temono di sparire completamente dal panorama scolastico: della serie Ubi maior. . .

da Il Tempo  

- Wed 25/02/2009 or 12:49

Berlusconi ha stretto un accordo col Presidente francese per la realizzazione di quattro centrali nucleari  necessarie a coprire il fabbisogno energetico della nostra nazione, che altrimenti non sarebbe garantito per intero, informandoci peraltro che sarà una produzione poco inquinante (essendo le centrali di terza generazione) e con poche scorie, e che l’energia prodotta con questo sistema, svincolandoci dall’uso del petrolio, consentirà un contenimento dei costi ….A me nascono spontanee alcune domande:  in base a quale valutazione hanno stabilito che sono necessarie quattro centrali per produrre la quantità di energia necessaria  a soddisfare il fabbisogno della nostra nazione? Quali e quante tecnologie moderne, alternative e soprattutto rinnovabili(tipo solare, eolico ed altro…)sono state, o saranno messe in campo nel frattempo, per produrre energia, da lasciar supporre che siano insufficienti, tanto da costringere a fare ricorso al nucleare? Io non sono contraria in assoluto all’energia nucleare, ma la considero una sorta di ultima spiaggia, che prenderei in considerazione solo dopo aver utilizzato le moderne tecnologie  rivolte allo sfruttamento di energie rinnovabili…qui invece si fa passare un accordo esclusivamente economico, che passa attraverso l’acquisto di tecnologie francesi (un altro Transhlor?..) ammantandolo di una  necessità che, a mio avviso, è tutta da dimostrare!! E quanto ci costerà realmente questo scherzetto?


- Wed 25/02/2009 or 19:20

Fatti due conti

Università di Pisa i veri costi dell'energia nucleare

http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Costi.pdf

 

http://www.dirittiglobali.it/articolo.php


Vincenzo - Wed 25/02/2009 or 19:22

Assolutamente in accordo con il Silvio Nazionale.

Facciamo una riflessione sul nucleare:   gli italiani non lo vogliono per paura di qualche disastro,  ma nessuno sa che la Francia lo usa obbondanemente e da diversi anni a pochi chilometri dai nostri confini. Quindi se succede qualcosa in Francia,  pensate che le radiazioni non finiscono in Italia ?

Quindi meglio addottarlo per salvare il mondo dall'inquinamento di idrocarburi.

 

 


- Wed 25/02/2009 or 20:02
Veramente lo sanno tutti che in Francia le centrali nucleari sono in attività; ma,  per salvarci dall'inquinamento da idrocarburi, e pure dalle radiazioni in caso di guasto, potrebbero passare anche loro alle energie alternative, che le tecnologie attuali, molto più avanzate e convenienti del nucleare, consentono di produrre!...Oppure, per fare un ragionamento terra terra, dobbiamo per forza scegliere di rischiare di fare la fine dei topi, perchè tanto i francesi lo fanno?

Freddy - Wed 25/02/2009 or 23:06
Vincenzo ha scritto:

Assolutamente in accordo con il Silvio Nazionale.

Facciamo una riflessione sul nucleare:   gli italiani non lo vogliono per paura di qualche disastro,  ma nessuno sa che la Francia lo usa obbondanemente e da diversi anni a pochi chilometri dai nostri confini. Quindi se succede qualcosa in Francia,  pensate che le radiazioni non finiscono in Italia ?

Quindi meglio addottarlo per salvare il mondo dall'inquinamento di idrocarburi.

Vincenzo, non ti nascondo che per anni sono stato un fautore dell'energia nucleare ed uno dei motivi principali che mi faceva pendere per questa scelta era proprio quello da te ricordato.

Oggi però sarei più attento, valuterei bene le convenienze REALI ed i rischi REALI.

Questa mattina su Radio due, ho sentito Emma Bonino la quale asseriva che la produzione max di energia a pieno regime delle 4 centrali previste, potrebbe al massimo arrivare al 5% del fabbisogno energetico nazionale.

Se le cose stessero veramente così, preferirei spegnere qualche lampadina in più, non credi?

Freddy


- Thu 26/02/2009 or 07:55

Indovinate un pò dove costruiranno queste 4 nuove centrali (ma anche prima non erano 4? (Trino, Caorso, Latina, Castelforte) Montalto non venne terminata.

http://www.latina24ore.it/index.php"justify">Una strada si aprì anni fa e visto che comunque la realizzazione di centrali a fissione porterà enormi costi di costruzione (questo è lo scopo farle costruire per dare soldi alle aziende che parteciperanno all'appalto), grandi spese di controllo, enormi spese per lo smantellamento, e il problema delle scorie che rimane inalterato (dopo trentanni ancora non abbiamo risolto il problema di quelle vecchie). La strada è la ricerca  investire in essa queste enormi somme sulla fusione a freddo che per ora non ha portato (anche per scarsi investimenti reali)  a risultati definitivi.

da wikipedia

L'Unione europea, si è aggiudicata la realizzazione del progetto ITER per sviluppare il primo reattore a fusione funzionante. La Francia ha battuto il Giappone nella corsa per aggiudicarsi il sito di realizzazione, sostenuta dalla Russia, dalla Cina e dalla stessa UE. La sede prescelta sarà Cadarache, nel sud del Paese.

Anche l'Italia sta studiando la possibilità di realizzare di un reattore sperimentale a fusione nucleare con confinamento magnetico. Il progetto in questione si chiama IGNITOR ed è stato realizzato dall'ENEA, ma la sua costruzione non è ancora cominciata.

mio commento

Ecco cominciamo questa di costruzione e magari facciamolo anche a Latina e noi in Italia possiamo riuscire non dimenticate Fermi, Majorana, Segre, Pontecorvo e tutti i ragazzi di via Panisperna.

Tornando alla quarta generazione di reattori sembra non vero che per gli stessi ci voglia troppo tempo leggete questo articolo di un quotidiano "bolscevico" IL Giornale

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=264895

naturalmente gli studi e la tecnologia sono anche e soprattutto italiane.

Ma sapete non fa comodo divulgare queste cose è meglio dire che ci prendiamo una tecnologia che tra 10 anni è superata piuttosto che programmare, investire.

Ho parlato solo di economia e ricerca sulla sottovalutazione dei problemi sulla salute che da il nucleare sorvolo. Meglio altro il sole , il vento, l'acqua. Al massimo mi prendo una insolazione, vengo gettato per terra, nuoto.


Stevejo - Thu 26/02/2009 or 11:18

Vincenzo ha scritto:

Assolutamente in accordo con il Silvio Nazionale.

Facciamo una riflessione sul nucleare:   gli italiani non lo vogliono per paura di qualche disastro,  ma nessuno sa che la Francia lo usa obbondanemente e da diversi anni a pochi chilometri dai nostri confini. Quindi se succede qualcosa in Francia,  pensate che le radiazioni non finiscono in Italia ?

Quindi meglio addottarlo per salvare il mondo dall'inquinamento di idrocarburi.

 

 



Il realtà il problema del nucleare (a fissione), a mio avviso, dovrebbe essere spostato da un problema di sicurezza della centrale a un problema di sicurezza e stoccaggio delle scorie.

I rischi, infatti, non sono tanto connessi alla fusione del nocciolo (cmq possibile, come visto nell'incidente della centrale "Three miles island" negli USA), e quindi a fughe radioattive direttamente dalla centrale , quanto a fughe radioattive dai contenitori stessi delle scorie, sia collocate nei depositi che durante il trasporto.
Tali "canister" (usati per le scorie a bassa e media radioattività), infatti, seppur abbastanza sicuri x la schermare la radioattività (sono immobilizzati in un cilindro di cemento colato all'interno di fusti metallici ermeticamente chiusi e poi chiusi in bidoni metallici), possono essere soggetti a perdite dovute a urti violenti (sono trasportate con camion o treni) o danneggiati dall'umidità, se presente all'interno dei depositi.


A tale proposito, nel 2003 Carlo Rubbia lanciò un'allarme sul deposito di Salluggia: dopo le alluvioni, di quel periodo, della Dora Baltea, la zona non era + sicura. Se il fiume avesse allagato la centrale e il serbatoio non avesse retto, 240 metri cubi di scorie altamente radioattive si sarebbero riversate in forma liquida, contaminando il po', la pianura padana e l'adriatico.

Insomma, la questione scorie è tutt'altro che risolta.

Ma il problema delle scorie è anche di natura economica.

Fin'ora il costo del nucleare non è mai stato comprensivo del costo di stoccaggio e mantenimento delle scorie in depositi definitivi.

E questo è vero sia per l'Italia che per gli altri paesi che hanno prodotto (o producono) energia dal nucleare. 

Infatti, oggi (almeno in Europa) le scorie prodotte dalle centrali nucleari sono semplicemente "accantonate", stoccate in depositi provvisori presenti, per la maggior parte, nei siti stessi delle centrali nucleari. Ma prima o poi (anche senza la costruzione di nuove centrali), ogni paese (Italia compresa) dovrà  per forza di cose costruire un deposito nazionale definitivo, in cui andranno stoccate le scorie a media e alta radioattività prodotte fino a quel momento, in grado di conservarle per migliaia di anni.

Ma il costo di stoccaggio e mantenimento delle scorie nei depositi provvisori attuali è evidentemente irrisorio rispetto al costo che gli stati dovranno affrontare quando le stesse scorie dovranno essere stoccate in un deposito definitivo, che ha un costo di costruzione e mantenimento nettamente superiore.

Insomma, prima o poi, in Italia, all'attuale prezzo dell'energia  si dovrà aggiungere il costo per lo stoccaggio definitivo delle scorie che abbiamo finito di produrre vent'anni fà!

E negli altri paesi che continuano a produrre energia dal nucleare, tale costo andrà a gravare su quello di produzione dell'energia nucleare stessa.

Il che significa che, quando si deciderà di "chiudere il cerchio" della produzione di energia nucleare (e prima o poi bisognerà farlo), il costo dell'energia nucleare non sarà più competitivo come lo è ora!

Costruire nuove centrali significa, quindi, andare a produrre altre scorie che dovranno essere stoccate, il che produrrà un ulteriore incremento dei costi della produzione di energia dal nucleare.

Infatti, non è assolutamente vero che le nuove centrali nucleari a fissione non producano scorie (si parla addirittura di quarta e quinta generazione in modo totalmente inappropriato , in quanto la quarta generazione è solo un termnine concettuale che si riferisce a reattori a fissione nucleare ancora in fase di studio, mentre la quinta generazione non esiste proprio!)

E' vero che esistono reattori (di terza generazione,  il reattore ad acqua pesante CANDU) che riutilizzano una parte (30 - 40%) del materiale fissile prodotto in altri siti, come il Plutonio estratto dalla dismissione di armi nucleari o estratto dal riprocessamento del combustibile nucleare "esaurito" dai reattori convenzionali; o come l'Uranio, estratto dalle barre d'uranio impoverito (depleted) che si estraggono quando il reattore ad acqua leggera (LWR) ha esaurito il combustibile. 

Ma questi tipi di reattori:

1°) possono comunque riutilizzare solo una parte di Uranio o Plutonio prodotto in altri siti

2°) non possono comunque riutilizzare tutti gli altri tipi di scorie che si producono durante la fissione nucleare

3°) pur diminuendo la quantità e la radioattività delle scorie prodotte (rispetto ad altri tipi di reattori), certo non smettono di produrne.

 

Ma in Italia, a quanto pare, la strada che si vorrebbe seguire è totalmente diversa.

In base al recente accordo tra Italia e Francia, si è scelto di corstruire il Reattore Europeo ad acqua pressurizzata "EPR".

Lo scopo del progetto (e dell'accordo) sarebbe quello di fornire una migliore competitività economica, aumentando il rendimento della fissione tramite un "maggior bruciamento" (burn-up) del combustibile introdotto.

Ma questo "maggior bruciamento" del combustibile in questi reattori impatta negativamente sulla produzione di radionuclidi nelle scorie e sulla emissione di calore residuo,si ha un peggioramento per quanto riguarda la produzione di rifiuti radioattivi (rispetto ad altri impianti). rendendo significativamente più problematica la loro gestione; in breve,

Per la multinazionale "Areva", che attualmente (2009) ha in costruzione alcuni reattori francesi, l' aumento della radioattività è del 15%, mentre per Greenpeace è del 100% come minimo.

Insomma, a prescindere dalla tecnologia impiegata, il problema della produzione di scorie (sia dal punto di vista della sicurezza che del costo di gestione) è tutt'altro che risolto, almeno finchè si continuerà a parlare di "fissione nucleare".

Il vero futuro è quello della Fusione nucleare, ma per questa tecnologia siamo ancora in fase di sperimentazione (seppur abbastanza avanzata, grazie al progetto internazionale "ITER" a cui collabora anche l'Italia, o grazie ai progetti IGNITOR (italiano) o DEMO (Europeo e successore di ITER)).

E allora, mi chiedo, perchè si vuole a tutti i costi tornare al nucleare (a fissione)?

Quanta fame di energia riuscirebbero veramente a sfamare 4 nuove centrali nucleari? E quante nuove scorie. invece, finirebbero per produrre (con relativi maggiori costi e rischi)? Credo che il rapporto tra vantaggi e svantaggi non sia assolutamente conveniente!

Perchè invece, non si spendono gli stessi soldi per accelerare la sperimentazione sulla fusione nucleare?

C'è fame di energia nel nostro paese? Forse la soluzione giusta non è costruire nuove centrali in grado di sfamarla, quanto iniziare a spingere veramente sul risparmio energetico. Se si riduce il fabbisogno di energia (e i modi per farlo ce ne sono quanti ce ne pare) automaticamente non ci sarebbe bisogno di nuove centrali.

Anche perchè nuove centrali sarebbero in grado di "sfamare" solo il fabbisogno di energia derivante dai consumi elettrici. Rimarrebbero da sfamare tutti gli altri tipi di fabbisogno energetico, a cominciare da quello per i trasporti (aerei, auto, navali).

Un serio risparmio energetico, invece, inciderebbe in positivo su tutti i tipi di bisogni energetici:

1°) su quello elettrico, tramite  un uso diffuso di pannelli solari sui tetti di abitazioni, industrie e edifici pubblici; o tramite un uso diffuso di elettrodomestici e lampadine a basso consumo; o tramite un uso diffuso della tecnologia LED per gli impianti semaforici e di illuminazione stradale dei comuni italiani.

2°) su quello dei trasporti, tramite un uso diffuso di auto ibride (ad esempio gli stati potrebbero imporre alle case automobilistiche di produrre soltanto macchine ibride. Nel giro di un decennio ci sarebbero in circolazione soltanto auto di questo tipo, che hanno consumi e emissioni nettamente inferiuori a quelle attuali) o tramite serie politiche per l'incentivazione ad usare forme di trasporto alternative alle auto (a cominciare dalle bici x la città o dai trasporti pubblici).

3°) chi + ne ha + ne metta ;-P

Insomma, di alternative alla costuzione di nuove centrali ce ne sono eccome!

un salutone,.

Stefano

 

 

 


renatosd - Thu 26/02/2009 or 11:27

Riporto stralcio dell' "Appello per un’alternativa energetica: SI alle energie rinnovabili, NO al nucleare" come pubblicato sul nostro sito con l'allegata introduzione del prof.Scalia (http://www.sinistrademocraticalatina.it/documento/appello-alternativa-energetica-si-energie-rinnovabili-no-nucleare)... purtroppo su queste obiezioni non è mai giunto uno straccio di risposta:

"La decisione assunta dal Governo Berlusconi di procedere alla realizzazione di un programma nucleare si presenta scientificamente inconsistente, molto costosa e contraddice gli impegni europei.
Questa scelta contraddice il referendum popolare del 1987, che ha deciso l’uscita dell’Italia dal nucleare e nessun sondaggio può sostituire il pronunciamento dei cittadini.
- L’energia nucleare non è abbondante: essa serve solo a produrre energia elettrica e l’energia elettrica rappresenta nel mondo meno di un terzo del bilancio energetico.
Alla produzione di energia elettrica, l’energia nucleare fornisce un contributo pari al 15%, a fronte del 66% rappresentato dai combustibili fossili come petrolio e carbone. A questo ritmo di consumo, c’è uranio fissile – ci dice il rapporto congiunto del 2008 dell’AIEA e della NEA, Agenzia dell’OCSE – per 50-70 anni, a seconda che si tratti di risorse “ragionevolmente assicurate” o di “risorse stimate”. Se dunque si volesse almeno dimezzare la massiccia incidenza dei combustibili fossili, bisognerebbe almeno triplicare in tempi rapidi la percentuale nucleare: ci scanneremmo per l’uranio come ci scanniamo per il petrolio che è all’origine di tanti conflitti.
- L’energia nucleare non è pulita: dosi comunque piccole di radiazioni, sommandosi al fondo naturale di radioattività, possono causare eventi sanitari gravi (tumori, leucemie, effetti sulle generazioni future) ai lavoratori e alle popolazioni, nel funzionamento “normale” degli impianti e, ovviamente, nel caso di incidenti.
Resta irrisolto il problema dei rifiuti radioattivi, materia tuttora di ricerca, dopo il fallimento della prospettiva di utilizzare strutture saline. E quanto ai cambiamenti climatici, anche un raddoppio – invero improbabile - dei reattori oggi esistenti nel mondo darebbe un contributo insignificante alla riduzione della concentrazione di anidride carbonica.
- L’energia nucleare non è a basso costo: la complessità del ciclo del combustibile, i dispositivi sempre più impegnativi per mitigare l’impatto sanitario degli impianti sono alla base della lievitazione del costo dell’energia prodotta e della situazione di stallo nei paesi più avanzati, che pure avevano perseguito con decisione nel passato questa produzione di energia anche per l’intreccio essenziale con la produzione degli armamenti nucleari.
Oggi, mentre il costo del kWh nucleare continua a crescere, i costi delle fonti rinnovabili diminuiscono ogni anno e la loro diffusione cresce in modo esponenziale. I costi di alcune fonti energetiche rinnovabili sono già oggi del tutto paragonabili alle altre, nucleare in testa.
- Si aggiunge a ciò il rischio di proliferazione – certificato nel 1980, per qualsiasi ciclo del combustibile nucleare, dallo studio INFCE delle Nazioni Unite - e di terrorismo.
Il Governo vuole introdurre il nucleare ad ogni costo, imponendolo alle popolazioni, ai Comuni, alle Regioni prevedendo per legge una gestione autoritaria delle procedure, militarizzando la localizzazione delle strutture nucleari, costituendo un’Agenzia per la Sicurezza sotto il suo stretto controllo politico e quindi mettendola nell’impossibilità di tutelare la salute e l’ambiente con la necessaria indipendenza.
- E’ per ridurre i rischi, per migliorare il rendimento dell’uranio o adottare altri combustibili, e soprattutto per ridurre i costi, che si lavora all’obiettivo di reattori di IV generazione, ma la loro realizzazione ha bisogno di tempo, mentre i reattori oggi disponibili (III generazione) non danno garanzie adeguate e per di più il Governo prevede anche l’utilizzo di reattori vecchi fino a 10 anni.
- Il programma nucleare del Governo punta a sostituire per il 2020 il 25% dell’energia elettrica, che è meno di un terzo dei nostri consumi di energia.
Per contro, l’Italia è tenuta, con la decisione assunta nell’ambito della UE nel 2007, a conseguire entro il 2020 la copertura del 20% dei consumi di tutta l’energia con le fonti rinnovabili e il taglio del 20% dei consumi di energia, coprendo con il gas le esigenze della transizione.


renatosd - Thu 26/02/2009 or 11:39

e per dormire sonni tranquilli riporto una breve cronistoria (neanche esaustiva) di piccoli episodi collaterali tra il 2007 e il 2008 - SENZA MAI DIMENTICARE CERNOBYL:

 -10 Luglio 2007 - Germania. Il rapporto statistico dell’Ufficio Federale per la protezione dalle radiazioni segnala 1945 incidenti nelle centrali nucleari tedesche dal 1993 al 2006.
-16 Luglio 2007 – Kashiwazaki (Giappone). La centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, la più grande del mondo che fornisce elettricità a 20 milioni di abitanti, viene chiusa in seguito ai danneggiamenti provocati dal terremoto. L’Agenzia di controllo delle attività nucleari giapponesi ammette una serie di fughe radioattive dall’impianto, ma precisa che si tratta di iodio fuoriuscito dal una valvola di scarico. Il direttore generale dell’AIEA, Mohammed El Baradei, dice che il sisma: "è stato più forte di quello per cui la centrale era stata progettata". Il terremoto provoca un grosso incendio in un trasformatore elettrico, la fuoriuscita di 1.200 litri di acqua radioattiva che si riversano nel Mar del Giappone e una cinquantina di altri incidenti. Si teme che la faglia sismica attiva passi proprio sotto la centrale. Il costo totale del sisma per la centrale è stato valutato a più di 3,6 miliardi di euro, mentre per il fermo (previsto fina a marzo 2008) è stato valutato un deficit di 570 milioni di euro. La centrale si trova in un'area portuale abitata da 100.000 persone.
-Settembre 2007 - Kashiwazaki (Giappone). Incendio nella centrale nucleare giapponese a partenza da un cavo elettrico in un condizionatore d’aria posto sul tetto di un edificio della centrale di Kashiwazaki-Kariwa.
-Ottobre 2007 - Basilicata, Italia. Riprende l'inchiesta sul nucleare in Italia, riguardante rispettivamente due esponenti della 'ndrangheta ed altre 8 persone che, tra gli anni '80 e '90, hanno avuto incarichi dirigenziali presso il centro Enea di Rotondella, in provincia di Matera, dove ha operato in passato l’impianto Itrec per il ciclo nucleare uranio-torio. L'inchiesta ipotizza una produzione clandestina ed un traffico di plutonio, presumibilmente con Paesi esteri, ma anche la mancata custodia di materiali radioattivi. Due anni fa un pentito della 'ndrangheta rivelò che 600 fusti di materiali radioattivi erano stati sepolti in territorio materano, in località Coste della Cretagna, tra Ferrandina e Pisticci. Il collaboratore ha dichiarato anche che la 'ndrangheta trasportava fusti radioattivi in Somalia o che affondava navi cariche di bidoni radioattivi al largo del Tirreno. Gli altri otto avvisi di garanzia sono invece per altrettanti dirigenti dell'Enea. Tra i reati ipotizzati nell’informazione di garanzia, ve n'è uno particolarmente agghiacciante: produzione clandestina di plutonio, l'elemento più usato nelle bombe nucleari a fissione. Il riferimento al plutonio spunta nelle carte del procedimento sul centro ricerche della Trisaia, a Rotondella, sulla costa ionica. Gli otto sotto inchiesta sono quasi tutti gli ex direttori del sito nucleare lucano che devono anche rispondere di traffico di sostanze radioattive, commercio di armi, violazione dei regolamenti sulla custodia di materiali pericolosi.
-16 Novembre 2007 - Sarezzo, Brescia. Chiusura alle Acciaierie Venete di Sarezzo in seguito alla fusione di una sorgente di Cesio 137 che sublimando finisce nelle polveri contenute nei fumi di scarico.
-Dicembre 2007 - uno studio, in Germania, dimostra che fra i bambini con meno di 5 anni cresciuti in un raggio di 5 km. dalle centrali nucleari tedesche, le leucemie sono 2,2 più frequenti che a livello nazionale
-Febbraio 2008 - Kruemmel, Germania.  Nella centrale nucleare Kruemmel, chiusa, scoppia un incendio prontamente spento dalla squadra interna dei vigili del fuoco.
-Aprile 2008 -A 5 mesi di distanza viene reso noto l'incidente nucleare della centrale di Ascò che ha provocato la contaminazione di un’area che interessa 1.600 persone (novembre 2007)
-10 Aprile 2008 - Beznau, Svizzera. Disattivata a titolo preventivo una turbina della centrale nucleare di Beznau  in seguito ad una perdita di olio.
-12 maggio 2008 - Cina. Un terremoto devastante (60.000 vittime) arreca danni alle centrali nucleari cinesi situate nella regione dello  Sichuan, che è una regione ad alta densità per quanto riguarda la presenza di questi impianti. Ce ne sono almeno cinque nelle vicinanze dell’epicentro del terremoto di natura sia civile che militare. A Guangyuan che è la zona dove il sisma ha colpito con più violenza, c’è l’impianto 821 che è un impianto per la produzione di plutonio per le testate nucleari. Gli esperti cinesi hanno dichiarato che le centrali nucleari avrebbero riportato solo lievi danni, ma alcuni dubbi e preoccupazioni restano, anche perchè alcune centrali sono situate lungo il corso dei fiumi e la radioattività rischierebbe di diffondersi dall’acqua alle culture, tramite l’irrigazione agricola. Pechino, comunque, insiste nell’affermare che tutti i siti nucleari nell’area colpita dal sisma del 12 maggio sono sicuri. Ma Wu Xiaoqing, vice ministro dell’Ambiente, dice che gli esperti stanno ancora cercando di rendere sicure circa 15 "sorgenti" di radiazioni. Dopo il sisma, le autorità avevano detto che 32 siti radioattivi erano rimasti sepolti nel terremoto, ma Wu oggi ha affermato che il numero di questi luoghi potenzialmente radioattivi è salito a 50. Trentacinque di questi sono già stati neutralizzati ma non ha precisato dove si trovano quelli ancora pericolosi. Tre, secondo quanto ha detto il viceministro, sono ancora sepolti e non raggiungibili mentre gli altri 12, anche se ancora inaccessibili, sono sotto monitoraggio. Smarrite inoltre, in seguito al terremoto, fonti ospedaliere ed industriali
-28 Maggio 2008 - Gran Bretagna. Blackout alla centrale nucleare di Sizewell.

Un blackout durato due ore, dalle 11 alle 13 di ieri che ha messo fuori uso semafori e metropolitane e causando il traffico impazzito a Londra. Centinaia di migliaia di persone intrappolate in uffici e ascensori anche nel nord est e nel nord ovest dell’Inghilterra senza energia. La notizia che si apprende solo in queste ore, ha riguardato la chiusura improvvisa della centrale nucleare Sizewell B nel Suffolk e la centrale a carbone di Longanne che sono andate fuori uso pochi minuti l’una dall’altra coinvolgendo nel down energetico altre sette centrali elettriche. Riferisce The Indipendent: British Energy ha rifiutato di rivelare la ragione dell’incidente ma ha detto che già sta provvedendo a ripristinare il funzionamento dell’impianto e a proteggere l’integrità della rete, ha detto un portavoce. Il National Grid, l’ente che si occupa della distribuzione e controllo dell’energia elettrica, ha rilasciato tre avvisi in un crescendo di allarme. L’ultimo - la cosiddetta “domanda di controllo di imminenza” è rara e viene inviata ogni 4 anni circa e ha riguardato proprio il calo di potenza erogato a fronte di una domanda eccessivamente alta.
-21 Maggio 2008 - Oskarshamn, Svezia. Sventato  un tentativo di sabotare la centrale nucleare. La polizia ha arrestato due operai, dopo che nella borsa di uno di loro era stato trovato materiale esplosivo
-4 Giugno 2008 - Krsko, Slovenia: perdita di liquido dal sistema di raffreddamento della centrale slovena di Krsko
-6 Giugno 2008 - Ucraina: rottura di un tubo di raffreddamento in una centrale non lontana dal confine polacco (incidente rivelato una settimana dopo)
-14 Giugno 2008 -Fukushima, Giappone. In seguito ad una scossa i terremoto di scala 7,2 gradi Richter, nella centrale nucleare di Fukushima, nell'omonimo distretto, dove operano due reattori gemelli per una potenza complessiva di 9.096 megawatt, la compagnia gestrice, la Tokyo Electric Power Co. (Tepco), rende noto che si è verificata una piccola fuoriuscita - 14,8 litri in tutto - di acqua leggermente radioattiva da una vasca in un deposito di stoccaggio di scorie.
-2 Luglio 2008 - Spagna. Un incidente dopo l'altro: quattro degli otto reattori nucleari spagnoli registrano disfunzioni in meno di 72 ore. Per motivi differenti, ma senza pericolo per le persone o l'ambiente, gli incidenti si sono prodotti tra il 28 giugno e il primo luglio. Per le organizzazioni ambientalistela olpa è da attribuire pessima cultura della sicurezza con la quale Iberdola e Endesa, proprietarie delle quattro centrali colpite, gestiscono gli impianti. Il "Consejo de Seguridad Nuclear" (Csn), organismo che monitora la sicurezza atomica, attribuisce invece fatti a una "sfortunata casualità". I proprietari delle centrali sminuiscono l'accaduto, sottolineando che la sicurezza delle installazioni non è stata colpita. Tre degli incidenti registrati sono avvenuti in tre reattori situati a Tarragona, nel nord-est della Spagna, gestiti dalla Associazione Nucleare Asco-Vandellos (Anav), proprietà di Iberdola e Endesa.
-3 Luglio 2008 - Corea del Sud. Un reattore nucleare della centrale nucleare di Ul-jin, città situata nel nord est della Corea del Sud (230 Km a sud ovest di Seul), cessa improvvisamente la sua attività. Secondo la Korea Hydro Nuclear  Power Corp  il reattore N° 1 della centrale di Ul-jin si è arrestato automaticamente dopo che al generatore di vapore è mancata l'acqua per delle ragioni sconosciute.
-5 Luglio 2008 -Tricastin, Francia. Denuncia della CRIIRAD: più di 770 tonnellate di rifiuti radioattivi sotterrati, per più di 30 anni, direttamente nel terreno nel sito nucleare di Tricastin.
-7 Luglio 2008 -Tricastin, Francia. Fuga di una soluzione contenente uranio in una fabbrica del sito nucleare di Tricastin a Bollène (Vaucluse). Circa 30 metri cubi di soluzione di uranio si sono versati sul suolo, una parte all’interno dello stabilimento ed un’altra nelle acque della Gaffière e poi dell’Auzon. Vietati  il consumo di acqua, di pesce, l’irrigazione, i bagni e gli sport nautici ed acquatici.
-11 Luglio 2008 - Ringhals, Svezia. Un incendio distrugge il tetto di una turbina dell’impianto nucleare di Ringhals, in Svezia
-12 Luglio 2008 -Beznau, Svizzera. Il reattore numero uno della centrale nucleare di Beznau, in Argovia,  disattivato per 12 ore. In seguito alla revisione annuale dell'impianto, è stata scoperta un'avaria a due valvole di regolazione del circuito dell'acqua di alimentazione nella parte non nucleare.
-13 Luglio 2008 - Cofrentes, Spagna. Nuovo incidente alla centrale nucleare: viene registrato un aumento di potenza non programmata superiore al 20% di quella autorizzata. Fortunatamente i sistemi di sicurezza hanno impedito fughe radioattive e quindi non ci sono rischi per i dipendenti dell'impianto, i residenti e l'ambiente. Si è trattato però del quarto incidente in 12 giorni a Cofrentes, ricorda il quotidiano spagnolo "El Mundo", il 27esimo in tre anni.
-18 Luglio 2008 -  Romans-sur-Isere, Francia. Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, nel sud-est della Francia. Lo ha reso noto questa mattina l’Autorithy francese per la sicurezza nucleare (Autorité de sûreté nucléaire, Asn). La fuoruscita delle acque contaminate è stata causata da una rottura nel sistema di canalizzazione.
 -23 Luglio 2008 – Tricastin, Francia. cento dipendenti sono stati contaminati con radioelementi fuorusciti da un condotto dal reattore No4.

 -29 Luglio 2008 – Tricastin, Francia. Nuovo incidente all'impianto nucleare di Tricastin a 40 chilometri da Avignone, nel sud della Francia. Un centinaio di impiegati sono stati sgomberati a causa dell'allarme lanciato dopo una nuova fuoriuscita di polvere radioattiva dal reattore No4. Sulle 127 persone sgomberate, 45 sono state condotte nell'infermeria.

 


Salvatore - Thu 26/02/2009 or 15:00
Vincenzo ha scritto:

Assolutamente in accordo con il Silvio Nazionale.

Facciamo una riflessione sul nucleare:   gli italiani non lo vogliono per paura di qualche disastro,  ma nessuno sa che la Francia lo usa obbondanemente e da diversi anni a pochi chilometri dai nostri confini. Quindi se succede qualcosa in Francia,  pensate che le radiazioni non finiscono in Italia ?

Quindi meglio addottarlo per salvare il mondo dall'inquinamento di idrocarburi.

 

Caro Vincenzo,

consentimi di dissentire da quello che scrivi, sia nella forma sia nella sostanza.

Nella forma: dissento dall'appellativo "Silvio Nazionale" che può andare bene per un simpatico e innocuo piacione, ma non certo per uno come Berlusconi che di danni all'Italia ne sta facendo a bizzeffe.

Nella sostanza: penso che l'Italia ha commesso un gravissimo errore nel tarparsi le ali sull'onda emotiva di Chernobyl. Eravamo all'avanguardia in una tecnologia nuova e tutta da esplorare e dalla quale avremmo potuto trarre enormi benefici economici, industriali, di prestigio internazionale, di mancato inquinamento, etc etc. Invece con miopia decidemmo di fare kara-kiri e scendemmo da un treno che non passerà mai più. Cercare di riprendere quel treno, quando ormai siamo irrimediabilmente in ritardo, quando il combustibile nucleare scarseggia, quando il problema delle scorie radiattive non è mai stato risolto, mi sembra un non-senso.

A me questo accordo tra Berlusconi e il presidente francese mi sembra tanto un'altra, l'ennesima, fregatura che Berlusconi ci sta regalando.

Poi c'è un altro piccolo, ma inquietante particolare: è vero, la tecnologia nucleare è sicura (Chernobyl fu un incidente "voluto" dal direttore della centrale, il quale per farsi bello agli occhi della nomenklatura e fare la sua bella carrieruccia decise di produrre più energia di quanta la centrale ne potesse produrre abbattendo, una dopo l'altra, tutte le protezioni di sicurezza), ma serve un rigoroso controllo, serve l'aderenza certosina alle procedure, un rispetto maniacale delle norme...

Ora, conoscendo la naturale propensione dei miei compatrioti al pressappochismo, e la loro riluttanza al rispetto delle regole, francamente mi sento più tranquillo se le centrali nucleari vengono gestite dai francesi, anche se a 3 metri dal confine di casa nostra.

Salvatore 


Vincenzo - Thu 26/02/2009 or 19:26
Salvatore ha scritto:

Ora, conoscendo la naturale propensione dei miei compatrioti al pressappochismo, e la loro riluttanza al rispetto delle regole, francamente mi sento più tranquillo se le centrali nucleari vengono gestite dai francesi, anche se a 3 metri dal confine di casa nostra.

Salvatore 


E quindi il TUO problema non è il nucleare,  bensì gli Italiani,  che, secondo il tuo parere non sono in grado di gestirlo ?

Ho capito bene ?

Se le cose stanno in questi termini, siamo lontani anni luce.

Vincenzo

 


Salvatore - Thu 26/02/2009 or 19:39

No Vincenzo, in questo momento storico (e nel vicolo cieco in cui ci siamo cacciati!) il mio problema è il nucleare. Ribadisco che abbiamo fatto malissimo a cancellare il nucleare 20 anni fa (senza peraltro investire 1 lira nella ricerca di energie alternative che non fossero i combustibili fossili), ma oggi nel 2009 non sono sicuro che tornare al nucleare sia la cosa giusta da fare. La scarsa fiducia nella "serietà" degli italiani è solo un inquietante corollario.

Salvatore 


Kla - Sat 28/02/2009 or 15:14
Vincenzo ha scritto:

Assolutamente in accordo con il Silvio Nazionale.

Facciamo una riflessione sul nucleare:   gli italiani non lo vogliono per paura di qualche disastro,  ma nessuno sa che la Francia lo usa obbondanemente e da diversi anni a pochi chilometri dai nostri confini. Quindi se succede qualcosa in Francia,  pensate che le radiazioni non finiscono in Italia ?

Quindi meglio addottarlo per salvare il mondo dall'inquinamento di idrocarburi.

 

Premesso che io sono contro l'energia nucleare e a favore di fonti energetiche sostenibili (idrica, eolica e solare), caro Vincenzo,   LatinaCiclabile, di cui tu sei presidente ed io socio, si riferisce alla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). In allegato riporto quanto dichiarato dal Presidente della FIAB Luigi Ricciardi a proposito del Nucleare. Sono completamente d'accordo con quanto da lui dichiararto e sono molto fiducioso del fatto che non sarà mai smentito.

"Energia nucleare? No grazie!
La Fiab risponde a Scajola

Un fermo e deciso "No al nucleare" viene ribadito dal Presidente della Fiab onlus - Federazione Italiana Amici della Bicicletta Luigi Riccardi, in risposta alle dicharazioni del Ministro alle Attività produttive Claudio Scajola. Il quale, in visita ai laboratori Enea della Casaccia, ritorna sul rilancio del nucleare nonostante gli italiani si siano già espressi contro con un referendum, circa venti anni fa.

"L'uso razionale delle risorse e la minor dipendenza dal petrolio - dichiara Riccardi - si perseguono anche con la promozione di mezzi di trasporto alternativi ed eco-sostenibili. La Svizzera, ad esempio, è tra quei paesi che già da tempo ha incluso nel suo programma energetico la promozione dell'uso della bicicletta negli spostamenti brevi di tutti i giorni ed ha adottato delle "Linee guida" a favore del traffico lento, vale a dire di tutte quelle forme di mobilità ad energia muscolare come gli spostamenti a piedi e in bicicletta, che corrispondono fino al 50% degli spostamenti effettuati ogni giorno in auto in ambito urbano".

E, rispetto all'annuncio del Ministro Scajola secondo cui il nucleare è già nel programma di centro destra della prossima legislatura, il presidente della Fiab risponde: "Bene, grazie per l'informazione. I soci della nostra associazione ambientalista se ne ricorderanno quando andranno alle urne".

Lello Sforza
Ufficio Stampa FIAB onlus
(Federazione Italiana Amici della Bicicletta)
Tel. 3200313836
Fax 0805236674
[email protected]"

 


Vincenzo - Sat 28/02/2009 or 19:13
Kla ha scritto:

....... caro Vincenzo,   LatinaCiclabile, di cui tu sei presidente ed io socio, si riferisce alla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). In allegato riporto quanto dichiarato dal Presidente della FIAB Luigi Ricciardi a proposito del Nucleare. Sono completamente d'accordo con quanto da lui dichiararto e sono molto fiducioso del fatto che non sarà mai smentito.


Perdonami ma non ho capito cosa vuoi dire ?

Vincenzo


Kla - Sat 28/02/2009 or 23:46

Vincenzo, basta che leggi cosa scrive il Presidente della FIAB (ti ho allegato la lettera nel precedente post) che è l'associazione a cui fa riferimento LatinaCiclabile per capire cosa sta dicendo la FIAB. La FIAB è contro la produzione di energia nucleare ovunque. 

Se vuoi il mio punto di vista non ho problemi a ripeterlo. Personalmente sono contro la produzione di energia nucleare non solo in Italia ma in tutto il mondo. Sono favorevole alla ricerca e alla produzione di energia sostenibile come quella idrica, eolica e solare. Sono contento di pensarla come il presidente della FIAB e come tanti altri in Italia e nel mondo.

Mi auguro che anche tu documentandoti un pò di più e considerando la posizione presa dalla FIAB riveda la tua posizione di favorevole al nucleare. Se non sarà così vorra dire semplicemente che siamo di opinione opposta su questo argomento.

Salutoni


Vincenzo - Sun 01/03/2009 or 10:32

Il presidente della FIAB è il Sig. Dalla Venezia e non il Sig. Sforza (ma questo non è il punto).

Apprezzo l'indipendenza politica e la stretta osservanza del proprio campo d'azione. Per quest'ultimo motivo sono rimasto molto sfavorevolmente colpito dalla presa di posizione contro il nucleare apparsa su questo sito www.fiab-onlus.it/. Senza volere entrare nel merito, mi chiedo cosa c'entri la mobilità sostenibile con la scelta di quali risorse utilizzare per produrre l'energia necessaria al paese. E mi chiedo se i vertici fiab non si siano dimenticati di considerare che qualche ciclista impegnato avrebbe potuto avere parere differente.

O forse è vietato ai sostenitori del nucleare l'uso della bicicletta?:pnsier:

 

Ripeto la mia posizione:

-sono favorevole al nucleare di terza e quarta generazione (sul modello Francese);

-sono favorevole all'istallazione di centrali nel territorio Italiano (farle in Albania non cambia nulla);

-sono CONTRARIO ad utilizzare Latina come sito in quanto la nostra città ha già dato la servitù in passato;

-sono contrario all'iper sfruttamento di idrocarburi.

Apprezzo e rispetto chi la pensa diversamente da me e siccome non devo fare politica non devo convincere nessuno che la pensa diveramente da me.

Quindi la Fiab non deve ne convincere me, ne tantomeno convincere i propri iscritti.

Vincenzo


Salvatore - Sun 01/03/2009 or 10:40

Fare parte di una organizzazione (associazione, confraternita, chiesa) significa condividerne i principi ispiratori e lo statuto. Se poi al presidente di quella associazione piacciono i bucatini alla matriciana, ciò non vuol dire che tutti i soci debbano mettere a tavola i bucatini alla matriciana.

Capisco quindi la posizione di Vincenzo.

Salvatore


Kla - Sun 01/03/2009 or 13:07
Salvatore ha scritto:

Fare parte di una organizzazione (associazione, confraternita, chiesa) significa condividerne i principi ispiratori e lo statuto. Se poi al presidente di quella associazione piacciono i bucatini alla matriciana, ciò non vuol dire che tutti i soci debbano mettere a tavola i bucatini alla matriciana.

Capisco quindi la posizione di Vincenzo.

Salvatore



 

Salvatore, condivido ciò che hai scritto relativamente alla condivisione dei principi ispiratori e dello statuto.

Considerando che personalmente sono favorevole alla ricerca di fonti energetiche che non inquinano e che sono fortemente contrario alla produzione di energia nucleare che genera scorie inquinanti e avendo letto le precisazioni del Presidente LatinaCiclabile Vincenzo che sono di opinione diversa anzi opposta all'associazione FIAB e alla mia, sono spiacevolmente motivato a precisare che non mi sento più di far parte dell'associazione LatinaCiclabile.

Salvatore, essere favorevoli o meno alla produzione di Nucleare in una associazione ecologista non è come essere favorevoli o meno ai bucatini alla matriciana.

Salutoni


Salvatore - Sun 01/03/2009 or 13:33

Caro Claudio,

io personalemnte sono più propenso alla politica del dialogo piuttosto che alla politica della "rottura". Andarsene da una associazione solo perchè il presidente la pensa diversamente sul nucleare, (che è una fonte energetica, non un'organizzazione criminale!) mi sembra eccessivo ancorchè legittimo.

Salvatore


Kla - Sun 01/03/2009 or 14:05
Salvatore ha scritto:

Caro Claudio,

io personalemnte sono più propenso alla politica del dialogo piuttosto che alla politica della "rottura". Andarsene da una associazione solo perchè il presidente la pensa diversamente sul nucleare, (che è una fonte energetica, non un'organizzazione criminale!) mi sembra eccessivo ancorchè legittimo.

Salvatore



 

Caro Salvatore, personalmene sono ancora più propenso di te al dialogo e sono contrarissimo alla politica di rottura, infatti ho precisato apertamente e lealmente la mia posizione ed ora aggiungo che non è una questione di opinioni diverse da rispettare.

Rispetto l'opinione di Vincenzo ma non la condivido e la trovo in netto contrasto con le linee guida dell'associazione che rappresenta.

Vorrei inoltre fosse chiaro che la questione che metto in evidenza e che in una associazione che si professa essere ecologista è incoerente che ci siano soci  favorevoli alla produzione di energia nucleare che genera scorie inquinanti e notevoli costi per la collettività per immagazzinarle per migliaia di anni.  Il problema delle scorie non è stato mai risolto.

Grazie per le tue osservazioni che mi hanno permesso di fare alcune precisazioni.

Salutoni

 

 


Vincenzo - Sun 01/03/2009 or 14:55
Kla ha scritto:

............ non mi sento più di far parte dell'associazione LatinaCiclabile.

 

Tranquillo, nessuno ti obbliga a farlo. Ho già provveduto alla cancellazione dal libro soci.

Vincenzo

 


maui - Sun 01/03/2009 or 20:34

 

Ragazzi calma!...

una delle componenti da eliminare nella discussione del nucleare è proprio la polemica....

è una battaglia tra tecnologie....ma siccome una è talmente rivoluzionaria, che l'altra sapendo di essere perdente in partenza, viene vestita dall'informazione di parte come soluzione al problema energetico/ambientale del nostro paese.....niente di più falso!

Nei prossimi decenni si avranno trasformazioni radicali nel consumo e nella produzione di energia,che vedranno l'immissione sul mercato di nuove tecnologie innovative.
Questo è il terreno su cui l'italia può primeggiare e che occorrerebbe favorire,piuttosto che gettare ingenti risorse nel nucleare e taglierebbe le gambe alle enormi opportunità di sviluppo nelle rinnovabili e nell'efficenza energetica, settori nei quali potremmo svolgere un ruolo di primo piano.
Come vedete,amici miei, il dibattito sul nucleare è difficile e complesso che và affrontato con consapevolezza,per lo più tecnica/scentifica e lungimiranza , per lo più visione di società diversa....
Modificando la produzione,distribuzione e consumo d'energia in una forma più solidale, come potrebbero essere le fonti rinnovabili(acqua,vento,sole)e distribuirla localmente con reti a griglia in modo da superare l'istabilità delle fonti con accorgimenti di efficenza energetica non avremmo necessità di nuove centrali convenzionali.
Visto l'accaloramento e il tema di attualità che ne pensate di istituire un forum ad hoc! pacatamente !serenamente!..
un caro saluto.
Maurizio Patarini

- Sun 01/03/2009 or 23:13

Le discussioni precedenti potrebbero sembrare fuori tema ma non lo sono, il problema è che se una cosa la dice la TV è vera ma non siamo allì'epocA DEL NON è MAI TROPPO TARDI di Manziana memoria se il Silvio nazionale dice, come spesso accade, può dire cose inopportune, non vere oppure pericolose, e nonostante tutto se lo ha detto lui e le persone vogliono continuare a dargli credito credendo che qualunque cosa dica sia vera sacrosanta e seguita da valenze scientifiche non guardando gli interessi economici enormi che ci sono dietro facessero pure, ma non chiedete agli altri di violentare la propria intelligenza. Quanto alla polemica su latina ciclabile credo che sia più da messaggi privati o da sceneggiata (Tranquillo, nessuno ti obbliga a farlo. Ho già provveduto alla cancellazione dal libro soci. Vincenzo) che da discussione pubblica 

Insomma abbiamo espresso il meglio della terza repubblica


- Tue 03/03/2009 or 15:03

Dalle news del Comune di Latina

ma a me questa cose mi sembra di averla già lette ma non so dove.

E' comodo dire "Sono favorevole al nucleare" (se no niente soldi per gli alpini) "ma a Latina abbiamo già dato" (e si accontentano gli elettori locali) anche io potrei dire la stessa cosa sono favorevolissimo e voterò a favore del nucleare, dei temovalorizzatori totali, delle discariche di materiali tossici, sono favorevole a tutto purchè a 100 km da casa mia.

Data:03/03/2009
Nucleare, dichiarazione del sindaco Zaccheo
Dichiarazione del sindaco
Premesso che in linea di principio sono favorevole all’uso del nucleare, necessario per superare il gap energetico che condiziona pesantemente lo sviluppo del nostro Paese e lo rende totalmente dipendente da potenze straniere, a proposito della situazione di Latina la mia posizione resta quella di sempre e legata alla fine senza ritorno di una storia, quella della Centrale di Borgo Sabotino che in quanto servitù ha contrassegnato negativamente il processo di sviluppo della marina e più in generale della nostra economia.
Ancora oggi, comunque, ogni volta che viene evocata la parola ‘nucleare’ c’è chi straparla – specie se si è alla vigilia di appuntamenti elettorali e c’è bisogno di strumentalizzazioni propagandistiche per guadagnare i riflettori – e chi dimostra con atti e fatti, con una linea coerente di comportamenti, di essere proiettato da tempo verso il dopo-nucleare, ovvero verso un futuro destinato a privilegiare il risanamento ambientale, lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita.
L’assunzione di decisioni come l’approvazione del progetto portuale, che fa della valorizzazione della marina la stella popolare del mio programma di governo, sarebbe stata impensabile senza aver prima prefigurato la chiusura del sito nucleare di Borgo Sabotino che, come abbiamo sottolineato sempre in ogni premessa dei nostri interventi, ha generato servitù e condizionato lo sviluppo per oltre cinquant’anni del nostro territorio.
Se solo si riflettesse su questo impegno attorno al quale si è concretizzata la motivata decisione del consiglio comunale che con l’approvazione dell’atto ha dimostrato di condividere la scelta strategica destinata a ridisegnare il futuro della nostra marina e della nostra economia, e dalla quale non si torna indietro, si eviterebbe di assistere alla stanca liturgia dei pronunciamenti antinucleari dei soliti noti che puntualmente rifioriscono ogni qualvolta si torna a parlare di politiche energetiche e nella fattispecie del ritorno all’impiego del nucleare qui a Latina.
Noi – l’ho già detto e ripetuto in tempi diversi e a più riprese - al nucleare abbiamo già dato. Valeva ieri, vale ancor più oggi con l’impegno politico solenne assunto e contenuto nel documento dei sindaci del Comuni nuclearizzati concordi nel sostenere la dismissione degli impianti che hanno appunto generato servitù e condizionato lo sviluppo dei territori interessati per oltre cinquant’anni. Questa era ed è la linea politica condivisa dalla mia maggioranza dalla quale non intendo derogare consapevole come sono, tra l’altro, di avere il sostegno della stragrande parte della città.
On.le Vincenzo Zaccheo

 


anna - Tue 03/03/2009 or 16:16

Sono molto delusa dal fatto che i miei compagni (o la parola offende qualcuno?) di bicicletta si siano ispirati alle peggiori dimostrazioni di intolleranza che la maledetta tv di oggi riesce ad offrirci.

Delusa perchè la cosa non fa onore all'intelligenza di nessuna delle due persone. Delusa perchè gli steccati non portano a niente e soprattutto su questo tema, troppo importante per rischiare che le posizioni opposte diventino reciproca negazione e di conseguenza violenta sopraffazione.

Io vorrei liberarmi dal nucleare, in Italia come nel mondo possibilmente, ma per farlo so che debbo smontare pezzo per pezzo gli argomenti di chi lo sostiene. A maggior ragione se chi lo sostiene oggi ha così tanto potere da farmelo passare come la scelta più conveniente, più ovvia, più economica, più produttiva e me lo sbandiera su tutti i mezzi di comunicazione 24 ore al giorno, come un qualunque altro prodotto commerciale, con la stessa strategia, la stessa tracotanza. Libero sempre più libero di impormi il suo abbraccio avvelenato, tanto la stampa, la tv, il dilavamento dei cervelli non possono più impedirglielo.

Tornando a Latina Ciclabile, voglio pensare che sia stato solo uno scambio vivace di battute poco felici. Parliamo prima di emettere devianti sentenze. 

Anna

Salvatore - Tue 03/03/2009 or 20:00

Anna, complimenti per il tuo equilibrio e per la tua voglia di "costruire" invece di "distruggere".

La questione del nucleare è molto controversa e non è certo un crimine essere a favore o contro. Ci sono persone colte, ambientaliste, avvedute e a modo che sono a favore, così come ci sono persone altrettanto degne che sono contrarie. Erigere altri steccati, cercare altre divisioni, scontri e rotture non giova a nessuno, ma conferma (casomai ce ne fosse bisogno) la nostra indole litigiosa, il nostro eterno dividerci in guelfi o ghibellini.

Ecco di seguito l'opinione di Sergio Romano (che io stimo e col quale mi trovo in accordo la maggior parte delle volte) anche se non la condivido completamente. 

Salvatore

http://archiviostorico.corriere.it/2009/marzo/02/REFERENDUM_SUL_NUCLEARE_UNA_DECISIONE_co_9_090302230.shtml"#660000">risponde Sergio Romano
REFERENDUM SUL NUCLEARE UNA DECISIONE SCADUTA

L' accordo Italia-Francia mi sembra fuori legge: nel 1987 sono stati approvati a larghissima maggioranza dagli italiani tre testi sottoposti a referendum popolare. Uno dei tre vieta accordi di co-finanziamento di centrali nucleari all' estero. La conseguenza è stata l' uscita dell' Italia dal reattore Superphp"mailto:micheleboato[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]">micheleboato[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]

Il capo del governo, Silvio Berlusconi, ha sempre dato grande rilevanza al consenso che proviene dalle elezioni democratiche. È infatti alla base di questo consenso che si dichiara nel pieno diritto di modificare anche la Costituzione. Non si spiega quindi la sua affermazione rispetto al referendum sul nucleare il cui esito Berlusconi ha imputato alla solita fazione iper-ecologista. Il referendum popolare mi risulta essere quanto di più democratico e meno fazioso possa esistere in uno stato di diritto. L' affermazione del premier equivarrebbe quindi a dire che lui è stato eletto a causa della solita fazione iper-liberista. Le chiedo inoltre: perché i giornalisti sembrano così restii a mettere la classe politica di fronte alle proprie contraddizioni? Alberto Osella company[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]

Cari lettori, Non c'è peggiore dibattito di quello che muove da premesse sbagliate e costruisce su di esse il castello delle sue argomentazioni. Con il referendum del 1987 gli italiani non poterono dire no al nucleare. Non era quella, infatti, la domanda che trovarono sulla loro scheda. I quesiti erano tre. Volevano abrogare la legge che attribuiva al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) il potere di determinare le aree dove insediare le centrali elettronucleari, nel caso non lo facessero le Regioni? Volevano abrogare la legge che autorizzava l' Enel a versare contributi a Regioni e Comuni in proporzione all' energia prodotta sul loro territorio con centrali nucleari o a carbone? Volevano abrogare la legge che consentiva all' Enel di «promuovere la costruzione» di impianti elettronucleari «con società o enti stranieri» o anche «assumere partecipazioni che abbiano come oggetto la realizzazione e l' esercizio di impianti elettronucleari» all' estero? Gli elettori dissero sì, a grande maggioranza, e la loro risposta ebbe l' effetto di cancellare quelle norme. Ma il governo avrebbe potuto costruire centrali con altre regole, diverse da quelle abrogate, e avrebbe dovuto, a giudizio di molti osservatori, completare la costruzione degli impianti in corso d' opera. Avevamo investito molto denaro e creato le condizioni per la nascita di imprese che avrebbero dato un notevole contributo al nostro progresso tecnologico. Ma la classe politica preferì cavalcare pigramente e pavidamente le paure di Cernobyl, smantellare il lavoro già fatto, e buttare via spensieratamente, insieme a parecchio denaro, una somma difficilmente quantificabile di esperienze scientifiche. Naturalmente il prezzo di quella sconsiderata decisione venne pagato dai contribuenti soprattutto con le bollette dell' Enel. L' 8 novembre 1987 fu il giorno in cui un' alleanza tra la demagogia e la paura mise in ginocchio contemporaneamente l' economia, la scienza e la politica del Paese. Quanto dura la validità legale di un referendum? Per quanto tempo siamo tenuti a rispettarne le conclusioni? Mi sembra di comprendere che giuristi e costituzionalisti hanno su questa materia pareri diversi. Mi limito a osservare che ogni consultazione referendaria riflette le tendenze e le condizioni prevalenti in una precisa circostanza storica. Nel 1987 votammo dopo la caduta del prezzo del petrolio e all' ombra del disastro di Cernobyl. La situazione oggi è alquanto diversa. Conosciamo meglio le potenzialità e i limiti delle energie alternative. Sappiamo quanto sia pericoloso dipendere da fornitori stranieri. Siamo circondati da centrali nucleari, spesso costruite con nuove tecnologie. Importiamo energia nucleare a buon prezzo dai Paesi vicini per una quantità pari al 20% del consumo nazionale. Viviamo in un mondo in cui il nucleare è all' ordine del giorno anche per coloro che, come la Gran Bretagna, se n' erano allontanati (i laburisti hanno recentemente varato un programma per la costruzione di nuove centrali). E infine, come è stato ricordato da un altro lettore (Mauro Lauro) in una lettera molto documentata, l' Enel non è più una industria pubblica. È una società per azioni a cui non possiamo legare le ali impedendole di muoversi sui mercati internazionali con la stessa libertà con cui si muovono i suoi concorrenti. Sino a quando dovremmo continuare a rispettare le ambigue decisioni del 1987? Se gli oppositori del nucleare lo vorranno potranno sempre, in futuro, proporre altri referendum. Ma non possono trincerarsi dietro quello di 22 anni fa.

Romano Sergio


Pagina 29
(2 marzo 2009) - Corriere della Sera


Kla - Tue 03/03/2009 or 22:13

Caro Salvatore,

Sergio Romano ha argomentato tutta la parte relativa al referedum dell'87 per concludere che esistono degli oppositori al nucleare che dovrebbero eventualmente organizzare altri referendum e non trincerarsi dietro quello di 22 anni fa. Questo modo di esporre l'argomento è molto limitato e non parla del vero problema, non parla dell'altra faccia del nucleare LE SCORIE.

Giusto per mantenere il tono informativo e fare in modo che da informati ci si lasci prendere meno dalle emozioni allego alcuni dati relativi alle scorie presi dal sito ECOAGE  http://www.ecoage.it/energia-nucleare-scorie-nucleari.html"3" color="#ff0000">In tutto il mondo è stato identificato soltanto un sito "sicuro" per ospitare in profondità le scorie (deposito geologico) per migliaia di anni. Si trova in una zona desertica nel New Mexico (Usa) e ha richiesto oltre 25 anni di studio. Gli Usa hanno investito oltre 2,2 miliardi di dollari nello studio della sicurezza dei depositi geologico. Ciò nonostante ancora nulla sembra potersi affermare con certezza. Le scelte di localizzazione dei depositi di scorie sembrano più frutto della ragion di Stato che di processi condivisi con i cittadini del luogo.

  • Media attività (scorie di 2° grado)
  • Bassa attività (scorie di 1° grado)
  • Queste ultime due categorie hanno una vita radioattiva inferiore. Necessitano soltanto di poche centinaia di anni per decadere. Queste scorie provengono, in gran parte, dagli ospedali (es. residui della medicina nucleare).

    Il grande problema sono le scorie di terza categoria provenienti dalle centrali nucleari.

    In Europa le scorie sono generalmente depositate nei pressi delle centrali nucleari o in centri di stoccaggio ingegneristici di superficie.

    I principali centri di stoccaggio europei sono:

    Tutti i centri di stoccaggio europei hanno natura "temporanea" per rispondere al criterio di reversibilità delle scelte. Non conoscendo con precisione le conseguenze dello stoccaggio delle scorie radioattive nel tempo, si rende così possibile un loro futuro trasferimento in altri luoghi. Nel caso dei siti geologici questo non sarebbe possibile, i materiali ospitati in cavità sotteranee dovranno restarci definitivamente anche nel caso in cui la scelta del sito si riveli sbagliata.

    ***************

    Per dare continuità all'argomento riporto di seguito alcune precisazioni scritte da Stefano (Stevejo) su questo forum :

    In base al recente accordo tra Italia e Francia, si è scelto di corstruire il Reattore Europeo ad acqua pressurizzata "EPR".

    Lo scopo del progetto (e dell'accordo) sarebbe quello di fornire una migliore competitività economica, aumentando il rendimento della fissione tramite un "maggior bruciamento" (burn-up) del combustibile introdotto.

    Ma questo "maggior bruciamento" del combustibile in questi reattori impatta negativamente sulla produzione di radionuclidi nelle scorie e sulla emissione di calore residuo,si ha un peggioramento per quanto riguarda la produzione di rifiuti radioattivi (rispetto ad altri impianti). rendendo significativamente più problematica la loro gestione; in breve, Per la multinazionale "Areva", che attualmente (2009) ha in costruzione alcuni reattori francesi, l' aumento della radioattività è del 15%, mentre per Greenpeace è del 100% come minimo.

    Insomma, a prescindere dalla tecnologia impiegata, il problema della produzione di scorie (sia dal punto di vista della sicurezza che del costo di gestione) è tutt'altro che risolto, almeno finchè si continuerà a parlare di "fissione nucleare".

    Il vero futuro è quello della Fusione nucleare, ma per questa tecnologia siamo ancora in fase di sperimentazione (seppur abbastanza avanzata, grazie al progetto internazionale "ITER" a cui collabora anche l'Italia, o grazie ai progetti IGNITOR (italiano) o DEMO (Europeo e successore di ITER)).E allora, mi chiedo, perchè si vuole a tutti i costi tornare al nucleare (a fissione)?

    Quanta fame di energia riuscirebbero veramente a sfamare 4 nuove centrali nucleari?

    E quante nuove scorie. invece, finirebbero per produrre (con relativi maggiori costi e rischi)?

    Credo che il rapporto tra vantaggi e svantaggi non sia assolutamente conveniente!

    Perchè invece, non si spendono gli stessi soldi per accelerare la sperimentazione sulla fusione nucleare? C'è fame di energia nel nostro paese? Forse la soluzione giusta non è costruire nuove centrali in grado di sfamarla, quanto iniziare a spingere veramente sul risparmio energetico. Se si riduce il fabbisogno di energia (e i modi per farlo ce ne sono quanti ce ne pare) automaticamente non ci sarebbe bisogno di nuove centrali.Anche perchè nuove centrali sarebbero in grado di "sfamare" solo il fabbisogno di energia derivante dai consumi elettrici. Rimarrebbero da sfamare tutti gli altri tipi di fabbisogno energetico, a cominciare da quello per i trasporti (aerei, auto, navali).

    Un serio risparmio energetico, invece, inciderebbe in positivo su tutti i tipi di bisogni energetici:

    1°) su quello elettrico, tramite  un uso diffuso di pannelli solari sui tetti di abitazioni, industrie e edifici pubblici; o tramite un uso diffuso di elettrodomestici e lampadine a basso consumo; o tramite un uso diffuso della tecnologia LED per gli impianti semaforici e di illuminazione stradale dei comuni italiani.

    2°) su quello dei trasporti, tramite un uso diffuso di auto ibride (ad esempio gli stati potrebbero imporre alle case automobilistiche di produrre soltanto macchine ibride. Nel giro di un decennio ci sarebbero in circolazione soltanto auto di questo tipo, che hanno consumi e emissioni nettamente inferiuori a quelle attuali) o tramite serie politiche per l'incentivazione ad usare forme di trasporto alternative alle auto (a cominciare dalle bici x la città o dai trasporti pubblici).

    3°) chi + ne ha + ne metta ;-P

    Insomma, di alternative alla costuzione di nuove centrali ce ne sono eccome!

     


    - Wed 04/03/2009 or 00:02

    Inquietante a quando la bicicletta a propulsione nucleare

     

    Aerei a propulsione nucleare

    pubblicato: domenica 09 novembre 2008 da Marina in: Tecnologia Scienza Internazionale Nucleare Aerei

    Aerei a propulsione nucleare? A studiare il carburante del futuro non sono solo le multinazionali dell’automobile, ma anche i militari, che con L’Aviazione e la Marina specialmente, hanno da muovere migliaia di mezzi su tutto il Pianeta.

    Un occhio alla ricerca lo strizza anche la logistica che necessita di carburanti a basso costo per movumentare le merci. E i loro studi potrebbero consentire tra qualche decennio di muovere l’aviazione civile con l’uso di energia nucleare. (Certo è , che la cosa non mi tranquillizza affatto).

    Durante una riunione che si è tenuta a Londra alla Royal Aeronautical Society, Ian Poll docente di ingegneria spaziale alla Cranfield University nonché a capo del dipartimento tecnologico dell’ Omega Project, ha detto che gli esperimenti condotti durante la Guerra fredda hanno già dimostrato che non vi sono ostacoli insormontabili per lo sviluppo di aeromobili nucleari.

     

     

    http://www.ecoblog.it/post/7117/aerei-a-propulsione-nucleare/


    - Wed 04/03/2009 or 08:02

    Interessante articolo tratto da eniscuola dove si attesta che solo con le centrali di quarta generazione la disponibilità di uranio saranno sufficenti enoi che facciamo non ritrattiamo le scorie e avviamo reattori di terza generazione. AVVIAMO LA RICERCA CON LE MENTI CHE ABBIAMO RIUSCIAMO SICURAMENTE AD ESSERE ALL'AVANGUARDIA SIA NELLO STUDIO DELLA FUSIONE FREDDA CHE DELLO SFRUTTAMENTO DELLE FONTI ALTERNATIVE o meglio la loro migliore resa e utilizzo economicamente conveniente.

    Il consumo annuale di uranio da parte dei reattori nucleari attualmente in funzione è di poco più di 68.000 tonnellate all’anno e quindi, a questo ritmo di consumi, le riserve accertate basteranno per circa 65 anni.
    Questo considerando solo le riserve di tipo RAR e EAR-I e considerando gli impianti attualmente in funzione, con tecnologie e gestione del combustibile nucleare che spesso non prevede il
    ritrattamento delle scorie.
    Nel momento in cui verrà utilizzato il riprocessamento in modo più diffuso e soprattutto nel momento in cui si arriverà ai reattori di IV generazione, che producono più combustibile di quello che bruciano (autofertilizzanti), la disponibilità di uranio con gli stock annunciati passerà a 2.550 anni. (fonte:
    http://www.eniscuola.net)

    (fine)

    Il sole non produce monopoli e non si paga la bolletta

    http://www.maxlaconca.com/7/rubbia-sole-e-idrogeno-ok-leolico-e-inutile


    Baol - Wed 04/03/2009 or 09:39
    Anna ha scritto

    Sono molto delusa dal fatto che i miei compagni (o la parola offende qualcuno?) di bicicletta si siano ispirati alle peggiori dimostrazioni di intolleranza che la maledetta tv di oggi riesce ad offrirci.

    Delusa perchè la cosa non fa onore all'intelligenza di nessuna delle due persone. Delusa perchè gli steccati non portano a niente e soprattutto su questo tema, troppo importante per rischiare che le posizioni opposte diventino reciproca negazione e di conseguenza violenta sopraffazione.

    Io vorrei liberarmi dal nucleare, in Italia come nel mondo possibilmente, ma per farlo so che debbo smontare pezzo per pezzo gli argomenti di chi lo sostiene. A maggior ragione se chi lo sostiene oggi ha così tanto potere da farmelo passare come la scelta più conveniente, più ovvia, più economica, più produttiva e me lo sbandiera su tutti i mezzi di comunicazione 24 ore al giorno, come un qualunque altro prodotto commerciale, con la stessa strategia, la stessa tracotanza. Libero sempre più libero di impormi il suo abbraccio avvelenato, tanto la stampa, la tv, il dilavamento dei cervelli non possono più impedirglielo.

    Tornando a Latina Ciclabile, voglio pensare che sia stato solo uno scambio vivace di battute poco felici. Parliamo prima di emettere devianti sentenze. 

    Anna
     
    Cara Anna, 
    sono d'accordo con te, non mi piace questo modo di affrontare discorsi su temi tanto importanti, e anche io come te mi vorrei liberare del nucleare, solo che mi pare ci sia poco da smontare...  temo che se chi ci governa si ispira a questa totale intolleranza verso tutte le posizioni contrarie, anche se ben argomentate e scientificamente documentate, liquidandole come "nemiche" o "sinistrorse" o i soliti ambientalisti rompiscatole fissati e chissà cosa, alimentando scontri,  non vedremo mai in questo Paese aprirsi una possibile via da percorrere insieme per il bene comune;  di contro la sopraffazione, che si serve della disinformazione, continuerà ad essere la strada maestra, quella preferita da imboccare... tutta in discesa.
    Francesca

    giucap - Wed 04/03/2009 or 11:21

    Premetto che in gioventù ho attivamente partecipato al movimento No Nukes, ho raccolto le firme per il referendum e mi sono prodigato per il successo dello stesso.

    Oggi, con qualche capello bianco, istintivamente e romanticamente "antipatizzo" ancora con la soluzione nucleare, ma sono disposto a discuterne l'opportunità e l'economicità, purché su basi chiare. Diciamo che in generale i no "senza se e senza ma" non mi appartengono più.

    Forse per deformazione dettata dagli studi economici, ma io una seria analisi costi/benefici e costo/opportunità, con tutti gli elementi in gioco, non l'ho ancora vista da nessuna parte.

    Dal lato costi, a parte gli incrementi in corso d'opera che tradizionalmente affliggono le opere italiane (e non solo, visto che l'unica centrale in costruzione oggi in Finlandia ha visto già raddoppiare il costo dell'investimento), bisognerebbe includere chiaramente i costi di gestione (incluso il prevedibile incremento nel costo del "combustibile", sempre più scarso), il decomissioning e la gestione in sicurezza delle scorie, oltre ai costi indotti sulla comunità ospitante (nel caso di Latina, ad esempio, la rinuncia allo sviluppo della marina, come evidenziato anche dal Sindaco). Se si intendesse adottare/sviluppare la tecnoligia c.d. di IV generazione, tra i benefici andrebbe senz'altro inclusa la "licenziabilità" di tale nuova tecnologia, nonché l'indotto per l'industria italiana che ha partecipato a tale sviluppo, anche se mi pare che la scelta per il momento sia caduta sulla tecnologia "matura" (peraltro l'unica testata a livello industriale).

    Dal lato costo/opportunità, tali costi totali andrebbero paragonati con quelli da sostenersi per ottenere eguale potenza istallata con fonti alternative, mettendo tra i benefici anche lo sviluppo delle relative tecnologie e l'indotto per l'industria.

    Qualora l'analisi rilevasse che il nucleare rappresenta un'opzione competitiva per il sistema paese, sicura e sostenibile per le comunità ospitanti, allora non vedrei in principio ulteriori obiezioni.

    Ma sinceramente non mi sembra proprio questo il caso.

    Giulio

     


    massimo74 - Wed 04/03/2009 or 12:16

    >>>Forse per deformazione dettata dagli studi economici, ma io una seria analisi costi/benefici e costo/opportunità, con tutti gli elementi in >>>gioco, non l'ho ancora vista da nessuna parte.

    Capisco la deformazione di Giulio e io sono talmente deformato in tale senso che a volte mi trovo ad applicarla anche per cose più banali. Quindi non vorrei aggiungere altra carne al fuoco con considerazioni pro e contro di cui si può trovare un elenco infinito anche su internet.

    Dico solo che l'analisi io non riuscirei a farla essendone pienamente soddisfatto considerando solo il paese Italia in se e per se. Per me è una questione da affrontare minimo a livello europeo se non mondiale. La goccetta Italia pure avrà il suo peso specifico ma bisogna versarla nel secchiello mondiale per vedere se trabocca.

    Solo così secondo me si possono fare una seria analisi costi-benefici. Benefici che in ogni caso sono presenti per il nucleare considerando che per una auspicabile indipendenza energetica, per quanto è necessario anzi obbligatorio spingere l'acceleratore sulle energie rinnovabili (e anche sul risparmio energetico) ma per vari motivi che tralascerò non credo che queste potranno supplire alle nostre cospicue mancanze di energia.

    La conseguenza potrebbe essere quella che dovremmo -come facciamo abbondantemente- importare energia da altri paesi pagandogliela cara e con la conseguenza di contribuire ugualmente anche noi alla prolificazione di impianti nucleari dai quali importiamo energia. Infatti mi sembra che già importiamo l’energia nucleare prodotta dalla Francia. A meno che non decidessimo di non importare energia da quei paesi che la producono , ma questo diventerebbe un gioco al massacro per nulla positivo.

    Le scorie hanno –come già detto da altri- hanno un peso enorme da porre sul piatto della stadera dalla parte del NO NUCLEARE. Ma per me deve essere una bilancia europea o mondiale sennò ha ben poco significato. Probabilmente produrranno più scorie altri paesi per fornire energia anche a chi non la ha e ci giurerei che difficilmente saranno gli stessi a smaltirli. Ci sono altri paesi ben più poveri dove per poche lire si possono lasciare (anche questo rimanda al livello globale che intendevo). Se non volessimo rientrare nel nucleare e fare qualcosa di buono dovremmo provare seriamente a convincere con buone argomentazioni gli altri paesi a cambiare strategia. mmmmm difficile.

    Massimo.




    Kla - Wed 04/03/2009 or 13:03

    Massimo, infatti il problema è mondiale e in molti al mondo stanno cominciando a pensare seriamente a fonti energetiche diverse dal Nucleare e da altre tecnologie che inquinano. Per quanto riguarda il Nucleare anche in previsione di esaurimento delle materie prime per produrre questa energia e per i danno economici ed ambientali possibili dovuti alle scorie radioattive. Nella nostra piccola (rispetto al mondo) TERZA REPUBBLICA oggi si vuole ripartire con l'energia nucleare e fare delle centrali che entreranno in funzione fra decine di anni, proprio nel momento in cui altri al mondo oggi stanno pensando seriamente  a investimenti su fonti energetiche alternative e rinnovabili (idrico, eolico, solare).

    Dobbiamo tutti domandarci cosa lasciare in eredità ai nostri figli e alle generazioni che verranno se continuiamo a produrre nel MONDO energia che genera inquinamento. LASCEREMO IN EREDITA' NELL'AMBIENTE DELLE BOMBE RITARDATE.

    Dal sito http://www.zonanucleare.com/questione_scorie_italia/carlo_rubbia.html"2">«Si apre a questo punto grave problema dell'eliminazione dei rifiuti radioattivi. Con vari metodi sono inceneriti, triturati, macinati, pressati, vetrificati e inglobati in fusti impermeabili a loro volta disposti in recipienti di acciaio inossidabile, veri e propri sarcofaghi in miniatura.
    Queste "vergogne" dell'energia nucleare vengono nascoste nelle profondità sotterranee e marine. Non abbiamo la minima idea di quello che potrebbe succedere dei fusti con tonnellate di sostanze radioattive che abbiamo già seppellito e di quelli che aspettano di esserlo. Ci liberiamo di un problema passandolo in eredità alle generazioni future, perché queste scorie saranno attive per millenni.
    La sicurezza assoluta non esiste neppure in quest'ultimo stadio del ciclo nucleare. I cimiteri radioattivi possono essere violati da terremoti, bombardamenti, atti di sabotaggio. Malgrado tutte le precauzioni tecnologiche, lo spessore e la resistenza dei materiali in cui questi rifiuti della fissione sono sigillati, la radioattività può, in condizioni estreme, sprigionarsi in qualche misura, soprattutto dai fusti calati nei fondali marini. Si sono trovate tracce di cesio e di plutonio e altri radioisotopi nella fauna e nella flora dei mari più usati come cimiteri nucleari. Neppure il deposito sotterraneo, a centinaia di metri di profondità può essere ritenuto secondo me, completamente sicuro. Sotto la pressione delle rocce, a migliaia di anni da oggi, dimenticate dalle generazioni a venire, le scorie potrebbero spezzarsi o essere assorbite da un cambiamento geologico che trasformi una zona da secca in umida, entrare quindi nelle acque e andare lontano a contaminare l'uomo attraverso la catena alimentare. A mio parere queste scorie rappresentano delle bombe ritardate. Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne personalmente.


    giucap - Wed 04/03/2009 or 13:12

    Il ragionamento di Massimo secondo me è formalmente corretto, come pure la conclusione: "mmmm difficile".

    Uno degli slogan sentiti negli ultimi tempi è "pensare globalmente e agire localmente".

    A livello politico una maggiore integrazione europea potrebbe favorire quanto meno un possibile dialogo, ma da qui ad una politica energetica comune (e parliamo solo di Europa) ho paura che debba ancora passare parecchio tempo.

    Per questo motivo il problema che si pone oggi, al nostro come a qualunque altro Paese, è dove investire le risorse scarse per ottenere l'energia di cui abbiamo bisogno, al netto dei risparmi che pure sono possibili oltre che ovviamente necessari.

    Non vorrei sembrare troppo miope, ma oggi mi accontenterei della seria analisi cui accennavo in precedenza.

    Personalmente non trovo convincente l'argomentazione, usata da molti, per cui dato che in Francia producono energia elettrica dal nucleare (che poi noi compriamo) tanto vale che lo facciamo anche noi. La Germania, ad esempio, ha scelto un'altra strada, quindi non c'è alcun nesso di necessità.

    Si tratta di scelte politiche, che a me piacerebbe fossero sotenute da argomentazioni tecnico/economiche e non da pregiudizi pseudo-politici (nucleare di destra contro energie rinnovabili di sinistra).

    Giulio

     

     


    anna - Wed 04/03/2009 or 17:27

    Vorrei fornire un piccolo spunto alla riflessione rivolgendo una costatazione e poi una semplice domanda: quando si dice che il fabbisogno energetico di un paese come l'Italia non può essere fornito da fonti rinnovabili perchè queste coprono circa il 2% (e qui le cifre sono variabili: si va dal 2 al 10 al 15 al 20% non si sa su quali basi) si parte sempre da dati riferiti alla situazione attuale, cioè a quella sotto gli occhi di tutti, in cui la diffusione del fotovoltaico è pari al nulla a fronte di una condizione climatica invece stupenda e certamente superiore a quella tedesca o svedese. Da tempo di fronte agli argomenti di chi pensando al pannello solare tradizionale, quello piatto per intenderci, liscio e azzurro, si è sempre opposto al suo utilizzo negli ambienti urbani, a partire dalle città antiche... da tempo mi dicevo, possibile che non siamo in grado noi italiani progettisti architetti ingegneri di trovare una soluzione che fosse compatibile esteticamente e rivoluzionario energeticamente? Da anni me lo chiedo e la risposta è anche venuta ed io la conosco da qualche mese solo che nessuna la cita, nessuno vi fa riferimento, nessuno la considera, (neppure la Marcegaglia che avrebbe anche i suoi interessi industriali ) insomma è completamente ignorata come ignorato è il discorso che è su quel piano, sul piano tecnologico e di immediato riscontro che l'economia dovrebbe puntare.

    Guardate questa innovazione per favore. Spero che si capisca dove voglio arrivare,  e allora vi chiedo: perchè non si parte da qui per far ripartire l'economia e nello stesso tempo praticare la politica del progressivo svincolamento dalle servitù di altre fonti energetiche????????

    http://www.tech-tile.it/ita/CatalogoTTEnergy08.pdf

    Ne avete mai sentito parlare? Sono sicura di no. Eppure è una azienda italiana. Ma anche se non lo fosse, la strada mi sembra bella tracciata.

    anna


    - Wed 04/03/2009 or 21:21
    Ma dipende chi ci deve guadagnare...

    massimo74 - Wed 04/03/2009 or 22:25

    Premessa: è' fuori di dubbio che bisogna spingere al massimo la produzione di energia rinnovabile. Sono quindi d’accordo con l'osservazione di Anna che ciò vale soprattutto per l'Italia con il clima che si ritrova. Solo un cieco ma così cieco da non vedere nemmeno sole potrebbe non essere d'accordo. La questione è quanto e fino a che punto di fabbisogno sia possibile e conveniente arrivare a coprire.

    Per quanto riguarda il fotovoltaico integrato è già parecchio che esiste e le aziende che si occupano della produzione non sono così poche. Qui naturalmente non parliamo però tanto di produzione in grande scala in quanto riguarda produzione su singole abitazioni o edifici pubici.Se però la convenienza nell'utilizzo fosse così evidente tutti avrebbero il proprio pannellino fotovoltaico (integrato o anche non) sul proprio tetto. Ma facciamo una statistica: quanti di voi lo hanno? E' noto che per ammortizzare la spesa  dell’impianto occorrono 10 anni. Questo è possibile solo con i finanziamenti statali però, (che vorrei evidenziare sono sempre soldi nostri) sennò ce ne vorrebbero 20.

    Detto questo vorrei fare solo un breve accenno alla Leggi Statali e devo dire anche e soprattutto quelle Regionali che negli ultimi anni per fortuna hanno posto una grandissima attenzione verso questo aspetto. Le positive conseguenze sono che oggi non viene rilasciata concessione edilizia se non viene previsto sia il solare (nella  misura minima del 50% del consumo) sia il fotovoltaico (minimo 1 kw per ogni singola unità abitativa). I valori crescono non di poco per gli edifici pubblici. Poi è diventato ormai obbligatorio anche il recupero delle acque piovane  per l’alimentazione dei wc con un meccanismo non affatto comodo e costoso e che può anche portare qualche problemino tecnico e sul quale non sarei del tutto d’accordo. Infatti aspetto una analisi costi benefici che, a parte l’enorme serbatoio di difficile posizionamento di raccolta acque piovane, valuti se conviene sprecare energia occorrente per portare l’acqua ai wc dei piani superiori degli edifici. Non mi stupirei se fosse come “il gatto che si morde la coda”.

    In certi punti considero la normativa addirittura esagerata dal mio punto di vista. Infatti anche per una ristrutturazione  di casa le precedenti diventano obbligatorie, cosa per la quale non sono propriamente d’accordo. Si può obbligare chi vuole rimettere a posto la casa a fare dei lavori costosi e non alla portata di tutti che non c’entrano nulla con quelli programmati? Che chi non abbia i soldi si debba tenere la casa così com’è mi sembra un pò una forzatura.

    Massimo




    anna - Thu 05/03/2009 or 06:41
    massimo74 ha scritto:

     E' noto che per ammortizzare la spesa  dell’impianto occorrono 10 anni. Questo è possibile solo con i finanziamenti statali però, (che vorrei evidenziare sono sempre soldi nostri) sennò ce ne vorrebbero 20. 

    E' proprio questo il punto. Perchè si riescono a trovare milioni di miliardi di euro per il nucleare (questo nucleare che è già obsoleto ora figuriami tra deieci ani) e non si trovano le risorse perchè ai singoli cittadini per le abitazioni ma anche per i grossi edifici industriali, per i capannoni, per tutte le costruzioni che offrono le proprie superifici al sole, non si trova un bel niente? Anzi questo governo voleva far sparire il 55% delle detrazioni fiscali e comunque la normativa vigente è così farraginosa da scoraggiare chiunque volesse farne ricorso?

    La risposta a me sembra scontata: la ricchezza viene concentrata nelle mani di pochi perchè la generalizzata non conviene a chi detiene il potere in quanto non potrebbe garantire il controllo delle "masse". 

    anna


    - Sat 07/03/2009 or 13:35

     Siamo a posto!!!!

    http://www.corriere.it/economia/09_marzo_07/piano_berlusconi_edilizia_b9ae11d6-0ae3-11de-a3df-00144f02aabc.shtml

    Vincenzo - Sat 07/03/2009 or 15:13

    Mi sembra invece una buona iniziativa !!!!

    http://finanza.repubblica.it/News_Dettaglio.aspx?del=20090307&fonte=RPB&codnews=207457

     




    - Sat 07/03/2009 or 16:29

    Come no?! Per riempire di cemento certamente!

    p.s. Ma forse mi sto preoccupando inutilmente....

    Ma non ci saranno rischi di abusi edilizi? «No - ha risposto Berlusconi - perché tutto quello che si farà è in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal piano regolatore e con una vidimazione sotto responsabilità dei progettisti. Significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente».

     

     


    - Sun 08/03/2009 or 13:12

    Se lo dice Silvio ............................. 

    E' un modo per ridare soldi ai comuni a cui l'ici depennata sulla prima casa ha provocato diversi "buchi" sono d'accordo su sopraelevazioni ridotte, sulla apertura di finestre, tettoie, balconi chiusi, locali tecnici e lavatoi!!!!!!! Ma su interi corpi da aggijngere  insomma...........


    giucap - Tue 10/03/2009 or 16:15

    Che si faccia o non si faccia, c'è già comunque chi ha "vinto".

    Giulio

    Facile dire sinistra del no

    di MICHELE SERRA


    LO STUOLO di portavoce del governo, nel rosario quotidiano dei telegiornali, spende spesso e volentieri la definizione "sinistra del no" (molto trendy anche su svariati quotidiani). Nel mazzo sfiorito di questi "no" seriali, che sarebbero la prova provata della sterilità intellettuale dell'opposizione, sono finite anche le dure critiche al cosiddetto "piano casa", che a una parte consistente dell'opinione pubblica appare come la deregulation della già sregolatissima cultura edilizia di uno dei Paesi più (mal) cementificati del mondo.

    Come altre formule "pop" della destra di governo, lo slogan "sinistra del no" è semplice e funzionale: attribuisce all'opposizione una sorta di malumore preconcetto; e al governo un'alacre attivismo. Peso morto da una parte, motore virtuoso dall'altra. Il cliché rientra nel "normale" fastidio che questa maggioranza coltiva nei confronti dell'opposizione e delle sue prerogative. Ma c'è, specie in un caso come questo, strutturale per il futuro di tutti, un'aggravante sostanziale. L'aggravante è questa: che il merito delle questioni scompare. Si fissano (o si rifissano) le parti in commedia, quella dell'operoso Berlusconi e quella dei suoi neghittosi osteggiatori, e si evita accuratamente di parlare delle scelte concrete, delle loro conseguenze, dei pro e dei contro.

    Un "no", isolato dal suo contesto, non ha senso. Ogni "no" (esattamente come ogni "sì") può essere giusto o sbagliato, motivato o pretestuoso, sciocco o intelligente, solo in misura della proposta o dell'evento che lo ha suscitato. Dire "sinistra del no" equivale a decontestualizzare ogni idea, ogni parola, nascondendola dietro un siparietto propagandistico uguale e contrario a quello assegnato al premier, ormai da quindici anni (tre piani quinquennali) sulla scena come fattivo e generoso artefice della rinascita nazionale.

    La scomparsa del merito, della dimensione concreta dei problemi, non è solo uno dei morbi più velenosi e ottundenti della scena pubblica italiana. Sta diventando uno degli elementi fondanti dell'egemonia berlusconiana. L'aspetto psicologico, emotivo e dunque televisivo e spettacolare della politica ruba la scena alla discussione razionale. Un capo che sorride e ha nel cuore le sorti del popolo contro un'opposizione frustrata e invidiosa: questo è il plot che la gragnuola delle dichiarazioni da telegiornale, molti talk-show, molti titoli strillati hanno confezionato e consolidato.

    Quando si tratti, poi, di decidere se è giusto o ingiusto dare corso legale a centinaia di migliaia di piccoli abusi edilizi, favorire l'iniziativa privata magari a scapito di interessi collettivi nevralgici come l'integrità del paesaggio (quel che ne resta), ri-condonare di fatto l'attitudine anarchica che molti italiani scaricano sul territorio, allora ci si accorge che si deve risalire la china della caricatura propagandistica costruita in anni di sapiente semplificazione dei problemi. Se dico ancora "no", è costretta a chiedersi "la sinistra del no", faccio la solita figura del livido guastafeste? Mi si nota di più se dico "no" o se resto in disparte e non dico niente? E non sarà più simpatico dire "sì", in modo che il pubblico capisca che so variare il copione?
    Si noti come le precedenti domande non abbiano niente, ma proprio niente a che fare con la sostanza delle questioni politiche in generale, e con il "piano casa" nello specifico. Una delle poche frecce rimaste nell'arco dell'opposizione è proprio questa: azzerare questo ricatto psicologico, ignorare le freddure sulla "sinistra del no", procedere come se si vivesse e si facesse politica in una Paese in cui i "no" e i "sì" si pronunciano solo in rapporto a quanto accade, non in rapporto a quanto sta scritto in un copione mediatico scritto, per giunta, da altri.

    Vincenzo - Tue 10/03/2009 or 19:28
    Confesso che sono rimasto molto sorpreso nel visionare la percentuali di gradimento del SONDAGGIO relativo al Nucleare Si o NO nella nostra città.

    In effetti pensavo che i miei concittadini erano contro la servitù del nucleare con una percentuale stimata,  secondo le mie casalinghe previsioni intorno al 90 %,  ma a quanto pare la realtà appare molto diversa.

    Vincenzo

     

     


    Salvatore - Tue 10/03/2009 or 20:42

    A Colleferro gettavano nell'inceneritore i rifiuti tossici; la fertile campagna campana è stata ricoperta da una coltre uniforme di diossina e altri veleni di varia natura; a Napoli non si riesce a smaltire la spazzatura solida urbana; a Latina la raccolta differenziaa è un autentico disastro; l'Italia del sud è ormai una grande discarica a cielo aperto; i canali dell'agro pontino sono delle cloache; i fiumi sono inquinati; il mare non ne può più e vomita sulle spiagge ogni sorta di porcheria...

    ...e qualcuno vorrebbe costruire le centarli nucleari? Qui da noi? Qui in Italia dove l'illegalità regna sovrana?

    Ma ci pensate che cosa ci farebbero con le scorie? Altro che seppellirle nelle miniere di sale a 200 metri di profondità! Propensi come siamo alla disonestà e alla furbizia, ci sarebbe chi non esiterebbe a mischiarcele col sale e ce le farebbe mangiare a tavola.

    Salvatore


    - Tue 10/03/2009 or 21:35

    Ai sondaggi non ci crede nemmeno più chi li commissiona li usa soltanto 

    L'inceneritore di Colleferro è dello stesso tipo che si voleva costruire al Montello .................... a pensar male................non si sbaglia


    Salvatore - Wed 11/03/2009 or 12:06

    Ecco il sondaggio sul nucleare sul sito di Latina Oggi.

    Alla domanda "siete daccordo al ritorno del nucleare?" il risultato alle 13 era il seguente:

    Si  44.12 % (2891)

    No  55.88 % (3661)

    Voti Totali: 6552

    Edit delle 13:50

    mi è stato fatto notare, e ho verificato di persona, che ognuno può votare quante volte vuole. Ciò ovviamente toglie attendibilità al sondaggio.

    Salvatore


    Vincenzo - Wed 18/03/2009 or 19:20

    Con immenso piacere apprendo che anche la Provincia di Latina contribuisce alla denuclearizzazione del nostro territorio. 

    «BENVENUTI in provincia di Latina, terra denuclearizzata ».

    Cartelli con scritte come questa potrebbero presto comparire accanto alla segnaletica tradizionale presente sulle maggiori strade provinciali.
    Merito del voto favorevole con cui la commissione ambiente di via Costa, mettendo le mani avanti in vista di un eventuale e per nulla remoto amarcord atomico in provincia, ha dato il via libera ieri mattina alla proposta di «denuclearizzazione » del territorio pontino. Una proposta sulla quale lavoravano da mesi i membri della quinta commissione che ieri, dopo qualche accorgimento di carattere tecnico sulla bozza preparata dall’assessore all’ambiente Roberto Migliori, hanno licenziato il provvedimento all’attenzione del Consiglio provinciale. Dove arriverà al massimo tra una ventina di giorni senza le modifiche che ne avevano di fatto costituito lo stallo in fase di elaborazione ma con qualche appunto di carattere politico.

    Vincenzo

     


    - Tue 24/03/2009 or 15:06

    Provincia denuclearizzata?

    Noi di siti nucleari di 4 che esistevano in Italia ne abbiamo 2 e dopo venti anni sono sempre li e continueranno ad esserci, ora dobbiamo anche riprenderci le nostre barre e tenercele finchè non è realizzato un sito di stoccaggio nazionale e poi non ve la prendete ma non si può essere nuclearisti e non volere una centrale dove si abita.


    giucap - Thu 26/03/2009 or 09:30

    Estratto da Repubblica.it di oggi.

    Di mio aggiungo che, se la mia vita non è nella mia disponibilità, coerentemente bisognerebbe prevedere il reato di suicidio (e lì scontare la pena mi sembrerebbe complicato) e di tentato suicidio (quindi casi come Gino Paoli e Pessotto in galera). Inoltre non dovrebbe più applicarsi il principio di "legittima difesa", in quanto non avendo disponibilità della mia vita ritengo che anche la relativa difesa vada pienamente delegata (come avviene nel caso delle persone in coma) in via esclusiva allo Stato.

    Giulio

    IL COMMENTO

    Sequestro di persona

    di ADRIANO SOFRI

    Duemila anni fa, a Roma, un capo che vedeva in grande si rammaricò che il genere umano non avesse una testa sola, per poterla mozzare di netto con un colpo solo. Ieri, a Roma, il Senato ha decretato un colossale sequestro di persona: 60 milioni di corpi in un solo colpo. E' così vendicato l'oltraggio sacrilego della morte di una donna dopo soli diciassette anni di persistenza vegetativa, e riscritto il vocabolario italiano, dove pretendeva che una sonda infilata in gola o nella pancia di una persona fosse un trattamento terapeutico, una cura, e non un'ordinaria colazione.

    Vasta la maggioranza che ha realizzato l'impresa, ben più della stessa ingente maggioranza uscita dalle urne scorse, così da corrispondere, alla rovescia, alla vastissima maggioranza di cittadini italiani che dissente dal nuovo decreto, quando non ne è atterrita o scandalizzata. Quando se ne completasse il cammino, gli italiani, dal Presidente della Repubblica all'ultimo povero Cristo, finirebbero espropriati della libertà di disporre del proprio corpo, cioè di sé: e con gli italiani chiunque si trovasse ad agonizzare in Italia per qualche circostanza di passaggio. Era il paese della dolcezza del vivere, non è nemmeno un buon paese per morire.

    Certo, resta la Corte Costituzionale, finché dura. Resta il referendum: ma ai referendum le Curie hanno escogitato da tempo l'espediente - furbizia con cui soppiantare intelligenza - che lo sventi. Se non si riesca a impedirne l'attuazione, si promuoverà l'astensione: il quorum proibitivo lavora per noi. Furbizia è ormai la risorsa metodica. Fino a poco fa le Curie dicevano no a qualunque legge sul fine vita. Assediate dall'iniziativa laica e dalla pressione popolare, decisero bruscamente di accettare che la legge fosse fatta: a loro immagine, un'antilegge. L'altroieri il cardinal Bagnasco ha chiesto che ci si sbrigasse a farla. Vedete dunque che non è vero che questa Chiesa non creda all'evoluzione. Ma non è ai cardinali e ai vescovi che si devono muovere obiezioni di parole e di coscienze.

    La legge è l'opera di una classe politica molto votata, e del sostegno di un'altra parte meno votata.
    Quello che succederà d'ora in poi somiglierà a quello che succedeva finora. Che pazienti, famigliari, medici e infermieri faranno quando e come potranno il loro officio pietoso, mutati solennemente in fuorilegge. Finché un'altra donna, un altro uomo deciderà di sfidare pubblicamente l'usurpazione della legge, in nome della propria libertà e della Costituzione italiana, e l'Italia assisterà di nuovo col fiato sospeso a una coraggiosa agonia da una parte, e alle mene affannate delle autorità riunite dall'altra. L'Italia sta imparando dolorosamente a maneggiare in pubblico questioni di vita e di morte finora confinate, e anche protette, nelle corsie di ospedale e nelle stanze da letto di case dalle tende tirate.

    giucap - Fri 27/03/2009 or 14:43

    Se la citazione dell'articolo di Sofri può essere intesa come "di parte", visto l'autore ed il quotidiano su cui è pubblicata, oggi ho trovato questo bell'editoriale di Filippo Facci su "Il Giornale" di Paolo () Berlusconi. In genere il nostro è dedito a martellare l'opposizione (che sarebbe come sparare sulla croce rossa). Oggi invece ...

    Giulio

    Né libertà né coscienza

    Ci sono temi, ed è noto, per i quali un Parlamento non può permettersi di legiferare sulla base degli umori popolari: è impensabile che certe scelte economiche e legislative siano asservite a dei sondaggi. Per altri temi riguardanti le scelte personali, viceversa, un Parlamento ha il dovere di sondare l'autentica volontà popolare e di legiferare nel senso più democratico e referendario possibile. Ebbene: col decreto antistupri, e col testamento biologico, le parti sono state invertite.

    La custodia cautelare come extrema ratio, tema delicatissimo, è stata abolita a furor di popolo in tre minuti netti, ciò in virtù di un'emergenza stupri che peraltro non c’era; e il Senato ha appena approvato, dall’altra, un finto testamento biologico che consegna il tuo corpo inanime nelle mani dello Stato e ti impone dei trattamenti sanitari obbligatori fregandosene del tuo consenso: e fregandosene, soprattutto, del particolare che la maggioranza degli italiani di destra e di sinistra (dati-alla-mano) non è d’accordo per niente. Dettaglio: i parlamentari del Pdl che in privato si dicevano contrarissimi a questo testamento biologico, sino a ieri, si contavano a mazzi. Morale. Berlusconi aveva detto che la libertà di coscienza è intangibile, mentre ieri ha detto che molti parlamentari sono lì per fare numero. Mettiamola così: se non sanno che farsene neppure della libertà di coscienza, molti parlamentari sono lì per fare numero.


     


    Salvatore - Sun 29/03/2009 or 21:21

    Mi ha colpito la lettera di una lettrice a Corrado Augias pubblicata il 27 marzo su "La Repubblica"

     

    LA SCUOLA CHE RESISTE, NONOSTANTE TUTTO

     

    CaroAugias,

    il mio è un necrologio per la scuola che è morta: nell’abbandono dei suoi edifici, nel grigiore delle pareti delle sue aule, nel tanfo delle sue palestre, nel fetore dei suoi gabinetti. E morta di amarezza, nello squallore delle sue sale dei docenti. Di rancore, nella disillusione dei suoi docenti, nella marginalità dei loro ruolo, nell’usura dei loro abiti, nell’indigenza, nell’insulto alle loro persone. Morta di vergogna, nella mancanza di carta igienica, nella povertà dei suoi strumenti, nel decadimento delle sue suppellettili. Di noia, nell’inutilità delle sue riunioni, nell’astrusa insulsaggine dei corsi di aggiornamento. Di disgusto, nell’ipocrisia dei suoi ministri, nell’arroganza dei potenti, nella volgarità della cultura dominante. Morta di invidia, nel confronto con le scuole dei paesi civili. Di indifferenza, nell’incuria dell’opinione pubblica, nell’ignavia degli intellettuali, nel disinteresse dell’informazione. La scuola italiana è morta di rimpianto, nella disillusione per i sogni di chi, almeno per un giorno, ci aveva creduto.

    Lea Reverberi apote58[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]

     

    Correggerei la disperata diagnosi di questa lettera. La scuola italiana sta sicuramente male ma non è morta. Sta male perché nessuno se ne cura, tra coloro che avrebbero il potere e il dovere di farlo; e perché chi se ne cura come l’attuale ministro lo fa per tagliare, togliere, ridurre, privare. Non mancano solo i soldi, manca il prestigio, il ruolo, la considerazione, l’aura che la scuola dovrebbe avere perché è lì che si fanno i primi passi sulla via della conoscenza e della cittadinanza. E chissà che non sia proprio questa la ragione non detta dell’avvilimento in cui buona parte della scuola si trova. Dico “buona parte” perché, per varie ragioni familiari e di amicizia, so anche di casi di grande vitalità della scuola. Dovuta alla passione di tanti insegnanti, nonostante la scarsità dei fondi e spesso il grigiore degli edifici e delle aule. Ma poiché si tratta di nozioni limitate alle due maggiori città del paese (Roma e Milano) mi viene da pensare che forse le situazioni peggiori di cui altri mi scrivono, si trovino proprio in quelle regioni dove sarebbe più necessario che la scuola fosse l’antidoto all’ignoranza diffusa allo svilimento di un’idea di Stato, di cittadinanza, di legalità. Mi ha scritto Rosanna Lioveri (lio85[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]) da Bergamo: «Dopo tanti annidi studio appassionato, a chi dire del nostro disagio in questo clima di finta democrazia? Chi ascolterà le parole di un docente, uno dei tanti? Comunque, nonostante tutto, continuerà a credere fermamente nell’importanza del mio compito, nel mio dovere di educare al sapere e alla legalità». Molti, nonostante tutto, resistono. Ma quale delitto scoraggiare, spegnere, questa competenza, questa passione.

    Corrado Augias

     


    - Mon 30/03/2009 or 06:45


    Allegato: lapresse_scuola322_1_.jpg
    Se quello ti ha colpito questo ti può affondare

     

    da libero

    Il governo taglia la scuola

     

    A casa presidi e docenti: 37mila cattedre in meno, solo per cominciare, soprattutto al Sud. Risultato? Classi più grandi, studenti meno seguiti e tempo pieno in forse

     

     

    di Redazione

    A settembre chi tornerà a scuola troverà qualcosa di molto diverso da quello che ha lasciato a giugno. 37mila cattedre e 245 presidi in meno, tanto per cominciare, così distribuiti: 10mila alle elementari, quasi 16mila alle medie inferiori e 11mila alle medie superiori, a cui si aggiungeranno altre 5mila cattedre a luglio. I tagli sono concentrati soprattutto al Sud: Campania (15,2%), Sicilia (12,5%), Lombardia (10,8%) e Puglia (9,8%).

    Cosa comporterà, a parte l'esercito di tutti coloro che si troveranno senza lavoro? Che alcune ore di insegnamento saranno tagliate - lettere e le materie tecnologiche - mentre le classi diventeranno più grandi, fino quasi a raddoppiare. Alla scuola materna si andrà da un minimo di 18 a un massimo di 26, con la possibilità di arrivare fino a 29. Alle elementari da 15 a 27, alle medie inferiori da 18 a 28 mentre alle superiori da 27 a 30.

    Ma la vita non cambierà solo per gli studenti e gli insegnanti. A fare i conti con i tagli del governo saranno ancora una volta le famiglie. Il governo ha assicurato che il tempo pieno alle elementari non sarà toccato, ma per tutti gli altri le speranze sono appese a un lumicino, sia per quelle che hanno chiesto le 40 ore sia per le 30. Il decreto infatti promette che sarà possibile solo nei casi in cui l'organico lo permette. Dal ministero hanno fatto sapere che ci penseranno insegnanti di religione e inglese, ma pure questi ultimi sono stati tagliati. Come dire: arrangiatevi.

    Che il tono sia più o meno questo era già stato anticipato dalle dichiarazioni della Gelmini ieri, quando a proposito del calo delle iscrizioni nella scuola pubblica a vantaggio di quella privata ha commentato: non è certo una bocciatura delle novità introdotte dal governo, semplicemente «dimostra la volontà delle famiglie di libertà di scelta educativa». Per molte famiglie non è una scelta di cuore, ma di borsellino. C'è chi sceglie di mettere subito tutti i soldi nella scuola privata, c'è chi sceglie di metterli un po' alla volta nelle lezioni di ripetizione per i figli che frequentano la scuola pubblica. C'è chi non può scegliere. Eppure per la Gelmini «forse la politica dovrebbe fare meno polemiche e meno distinzioni e piuttosto preoccuparsi di garantire su tutto il territorio nazionale buoni standard qualitativi». I sindacati, e l'opposizione saranno anche già sul piede di guerra, ma sono le famiglie a stare in trincea.

    fine....

    (mio commento)

    Libertà di scelta educativa? Vogliamo parlare del fenomeno delle scuole private di come vengono (non)restribuiti gli insegnanti, del fatto che ho rilevato in Lombardia di un calo di iscrizioni in Istituti che comunque assicuravano un tempo prolungato ma che invece le famiglie nel dubbio e nella paura che i loro figli venissero messi alla porta alle ore 13 senza sapere ne da chi farli prendere ne cosa fargli fare nel pomeriggio le ha portate a far iscrivere i pargoli alle private. Vogliamo parlare di paesoni come Bitonto o Adria in Puglia dove la già grave situazione sociale con ragazzi che hanno gravi situazioni di degrado e delinquenza a casa non potranno più essere minimamente seguiti a scuola ed anzi alla fine se non ci vanno proprio è meglio.

    Parliamone.


    Vincenzo - Mon 30/03/2009 or 18:12
    Che l'Italia sia un paese povero di risorse naturali ed energetiche è cosa risaputa e di conseguenza, che l'Italia sia strettamente dipendente dall'estero per il soddisfacimento del proprio bisogno energetico, non è affatto una novità. Il governo, per tentare di risolvere questa carenza naturale, ha deciso di reintrodurre la produzione di energia nucleare nel nostro paese dopo che essa venne abolita negli anni 80 attraverso referendum popolare.

    Immediatamente si sono scatenate le reazioni delle varie associazioni politiche, ambientaliste o ambedue le cose: essi giustamente sostengono che il nucleare è pericoloso per la salute e per l'incolumità delle persone, che è estremamente inquinante sia per gli scarichi che per lo smaltimento delle scorie, che esistono fonti di produzione energetica alternative e non inquinanti ecc.ecc.ecc...............................................

    E' emerso che noi Italiani consumiamo energia cinque volte più del necessario, pertanto siamo complici di quello che avviene. Non abbiamo il minimo senso del risparmio sia noi che i nostri Amministratori.

    Lasciamo le luci accese quando non è necessario, abbiamo bisogno di scaldarci e di rinfrescarci più del necessario ecc.ecc.

    Oggi in Viale P.L.Nervi i lampioni alle ore 13,00 erano TUTTI ACCESI !!!!!!!!!!!!!!!

     

     

     

     





    - Mon 30/03/2009 or 21:03

    Così tanto per rammentare

    Report rai3 l'inganno

    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-17f2ebfb-98a5-428f-8df2-d1634b60decc.html"2">Allegato: pag21golfo.pdf
     


    giucap - Tue 31/03/2009 or 13:13

    Anche l'amministrazione Bush aveva negato la rilevanza e la pericolosità dell'effetto serra, ed oggi come reazione gli Stati Uniti hanno un presidente molto attento alle politiche ambientali.

    Ma da noi ho idea che le cose finiscano molto diversamente. Porca miseria, ci tocca sempre essere i primi della classe!

    Giulio

    Da "repubblica.it" di oggi

    Effetto serra? Per il Pdl non esiste
    Via all'attacco a Kyoto e alla Ue

    Mozione a firma Dell'Utri: "Cambiamenti climatici modesti, e comunque non dannosi"

    di ANTONIO CIANCIULLO

    I cambiamenti climatici non esistono. E se esistessero farebbero un gran bene. Parola di Pdl. Non è una barzelletta. E' una mozione che porta, tra le varie firme di esponenti della maggioranza, anche quelle di Dell'Utri, Nania e Poli Bortone. In polemica con la Commissione europea che dà "per scontata l'attribuzione della responsabilità del riscaldamento globale in atto da circa un secolo nell'atmosfera terrestre all'emissione dei gas serra antropogenici", i parlamentari del centrodestra professano senza esitazione la loro fede scettica. Sostengono che "una parte consistente e sempre più crescente di scienziati studiosi del clima non crede che la causa principale del peraltro modesto riscaldamento dell'atmosfera terrestre al suolo finora osservato (compreso fra 0,7 e 0,8 gradi centigradi) sia da attribuire prioritariamente ed esclusivamente all'anidride carbonica di emissione antropica".

    E se invece il mutamento climatico fosse veramente in atto? Niente paura - si legge nella mozione che verrà discussa giovedì in Senato - sarebbe una gran bella cosa: "Se pure vi fosse a seguito dell'aumento della concentrazione dell'anidride carbonica nell'atmosfera un aumento della temperatura terrestre al suolo, i conseguenti danni all'ambiente, all'economia e all'incolumità degli abitanti del pianeta sarebbero molto inferiori a quelli previsti nel citato Rapporto Stern e addirittura al contrario maggiori potrebbero essere i benefici".

    Non è puro amore del paradosso. Nel mirino ci sono, ancora una volta, gli accordi di Kyoto e l'impegno dell'Unione europea ad arrivare agli obiettivi del 20 - 20 -20, cioè a far correre la macchina dell'industria europea per renderla in tempi rapidi più competitiva sul mercato internazionale aumentando l'efficienza e diminuendo la dipendenza dai combustibili fossili: "Gli obiettivi intermedi e le relative sanzioni introdotte dal cosiddetto Protocollo di Kyoto e dal cosiddetto Accordo 20-20-20 si muovono in antitesi alla dinamica degli investimenti in ricerca".


    Al testo presentato dalla maggioranza verrà contrapposta una mozione dell'opposizione. "Quelle della maggioranza sono affermazioni che fanno a pugni con il consenso scientifico e politico maturato in tutta Europa sui mutamenti climatici e danno la misura della marginalità del governo italiano rispetto al modo in cui i principali paesi industrializzati stanno organizzandosi per rispondere alle due crisi che si intrecciano: la crisi economica e la crisi climatica", commenta Roberto Della Seta, capogruppo pd in commissione Ambiente.

    giucap - Wed 01/04/2009 or 11:51

    Riflessione di Massimo Gramellini su "La Stampa".

    L'evidenziazione in grassetto è mia.

    Giulio

    L'Eterno Mariuolo
    Il nuovo arresto di Mario Chiesa mi ha profondamente stupito: ero convinto che l’iniziatore di Tangentopoli sedesse in Parlamento. Per il resto nessuna sorpresa, ma solo la conferma che in questo Paese immobile non c’è ricambio neanche fra i trafficoni. Si riposano per qualche anno (in carcere, se va bene, altrimenti a casa), riflettono, studiano, accumulano conoscenze e poi ripartono con rinnovato entusiasmo verso altre avventure. E intanto le giovani generazioni di truffatori restano al palo.

    Nessun ricambio e nessun cambio, inteso come cambiamento e redenzione interiore. Ma anche questo si sapeva. La morale è un metro snodabile che ogni sarto adatta alla propria coscienza e alla propria esperienza. Ciò che a un trombone legalitario come il sottoscritto può apparire immorale, a chi ha trascorso la vita a sguazzare in mezzo ai piranha sembrerà invece l’unico modo per non affogare.

    Adesso qualcuno dirà che il redivivo (e recidivo) Mario Chiesa rappresenta l’eccezione. Non credetegli. Uno che, con straordinaria prontezza di riflessi e attenzione alle mode, passa dallo scandalo degli ospizi al traffico dei rifiuti, in base al principio che ogni decennio ha la sua tangente. Ma soprattutto uno che spinge il suo amore per la famiglia fino al punto di coinvolgere nell’impresa la seconda moglie, i due figli avuti dalla prima e persino il cognato. Ecco, uno così non è un debosciato e nemmeno un «mariuolo», come ebbe a rimpicciolirlo il suo leader Craxi. E’ il professionista di una certa italianità. Non l’unica, per fortuna. Ma la prevalente.


    Kla - Tue 07/04/2009 or 13:18

    La Repubblica - 10 minuti fa (Teleborsa) - Roma, 7 apr - Il ponte sullo stretto di Messina sarà portato avanti nei tempi stabiliti perchè resta un'opera fondamentale. Lo ha detto il Premier Silvio Berlusconi, intervenendo a L'Aquila per fare il punto della situazione del terremoto ...

     

    Mio commento: L'inopportunità comportamentale e i fuori logo di questo individuo megalomane sono uno scandalo per tutti.


    Baol - Wed 08/04/2009 or 16:18
    mah... se è per questo l'ho sentito in diretta dichiarare che "noi siamo stati molto più veloci di altri Stati nei soccorsi... ecc. ecc." insomma, se uno è preoccupato di stabilire record anche in questo frangente... piuttosto mi interrogherei sul come mai battiamo i record di edifici crollati nei terremoti, molti dei quali edifici pubblici, e su come vengano invece costruite le opere negli altri Paesi... oggi parlavano del giapponesi e delle loro tecniche di costruzione antisismiche all'avanguardia... ma senza scomodare questi popoli lontani ed enigmatici, a quanto pare basterebbe usare il cemento armato al posto del calcestruzzo, invece di intascare bei denari per opere di cartapesta spacciate per antisismiche. 

    Kla - Wed 08/04/2009 or 19:12

    Che dire di RAI UNO spazzatura che SI VANTA DEGLI ASCOLTI ottenuti parlando di TERREMOTO.

    UNA VERA SCHIFEZZA!

    Questo si che è un uso criminoso della rete pubblica.

    Questa è la televisione che non perde neanche un' attimo per dimostrarsi SPAZZATURA.

    VERGOGNATEVI giornalisti proni ai vostri padroni, un vero giornalista in occasioni tristi come questo si sarebbe dovuto rifiutare di leggere questi dati e un direttore di testata per continuare a dimostrarsi credibile almeno come uomo dovrebbe dimettersi subito.

    Ecco il video della VERGOGNOSA esposizione: 

    http://www.youtube.com/watch?v=oGj-SEncANU


    - Tue 14/04/2009 or 07:36

    Magari gli intenti erano diversi ma il risultato mi pare discutibile

    http://www.youtube.com/watch?v=huJxVqwxIt4

     


    Salvatore - Tue 14/04/2009 or 21:48

    Pubblico di seguito la risposta che ho ricevuto da Francesca Oliva della redazione del TG1 alla mia mail di protesta:

    Caro signore, premetto che le scrivo a titolo personale. Scrivo a lei, a qualcun altro e non a tantissimi che hanno espresso il proprio dissenso in maniera volgare e aggressiva, peraltro intasando una casella di posta che stiamo utilizzando per le iniziative di solidarietà e di servizio.
    In un modo formalmente poco efficace - lo penso anche io - l'intento era quello di sottolineare l'attenzione degli italiani, un popolo che si è riunito davanti alla tv, in tutte le ore del giorno e della notte, per seguire la tragedia dell'Abruzzo. Sulla quale, le assicuro, tutti noi qui al Tg1 - da chi da giorni è sul campo a tutti noi rimasti in redazione - stiamo cercando con ogni mezzo di fornire informazioni e assistenza.
    Capisco il suo sdegno, ma cerchi di capire che fare errori, soprattutto in momenti di grande pressione come quelli che stiamo vivendo sia umanamente che professionalmente, può succedere. A tutti. Anche al TG.
     
    Francesca Oliva
      
    Mi sembra una risposta equilibrata e onesta.
    Salvatore

    Kla - Wed 15/04/2009 or 00:03
    Salvatore ha scritto:

    Pubblico di seguito la risposta che ho ricevuto da Francesca Oliva della redazione del TG1 alla mia mail di protesta:

    Caro signore, premetto che le scrivo a titolo personale. Scrivo a lei, a qualcun altro e non a tantissimi che hanno espresso il proprio dissenso in maniera volgare e aggressiva, peraltro intasando una casella di posta che stiamo utilizzando per le iniziative di solidarietà e di servizio.
    In un modo formalmente poco efficace - lo penso anche io - l'intento era quello di sottolineare l'attenzione degli italiani, un popolo che si è riunito davanti alla tv, in tutte le ore del giorno e della notte, per seguire la tragedia dell'Abruzzo. Sulla quale, le assicuro, tutti noi qui al Tg1 - da chi da giorni è sul campo a tutti noi rimasti in redazione - stiamo cercando con ogni mezzo di fornire informazioni e assistenza.
    Capisco il suo sdegno, ma cerchi di capire che fare errori, soprattutto in momenti di grande pressione come quelli che stiamo vivendo sia umanamente che professionalmente, può succedere. A tutti. Anche al TG.
     
    Francesca Oliva
      
    Mi sembra una risposta equilibrata e onesta.
    Salvatore


     

    A me sembra piuttosto una risposta adeguata di chi ha imparato a non chiedere scusa a nessuno ed anzi a rispondere in modo arrogante manifestandosi alterata del fatto che gli hanno intasato la casella di posta come se fosse davvero l'unico strumento che  permette loro di compiere iniziative di servizio e solidarietà. Ma mi faccia il piacere!

    La redattrice tergiversa e non entra nel merito di ciò che gli si contesta ovvero di aver collaborato a mettere in risalto come sono stati bravi ad inseguire gli ascolti facendo di un servizio pubblico un vero e proprio sciaccallaggio mediatico.

    Non è umanamente professionale comportarsi in questo modo sulle disgrazie altrui giustificandole dal fatto di essere sotto pressione. Sotto pressione da chi? Dal padrone che gli chiede sempre e ad ogni costo di aumentare gli ascolti? 

    Claudio Ennas

     


    Kla - Wed 22/04/2009 or 07:54

    CHI E' VERAMENTE BRUNETTA?

    un due tre ...TANA:  http://www.youtube.com/watch?v=FIc6U3uzI7s


    giucap - Wed 22/04/2009 or 10:46

    Con l'approssimarsi del 25 aprile rispuntano puntuali le polemiche e le strumentalizzazioni, per non parlare dei reiterati tentativi di revisionismo storico.

    Oggi un articolo di Giorgio Bocca su La Repubblica fornisce, oltre che un excursus storico, una preziosa testimonianza diretta.

    Lo riporto per mantenere viva la memoria, aldilà delle mode del momento.

    Giulio

    La Resistenza non ha colore

    di GIORGIO BOCCA

    SILVIO Berlusconi, accogliendo l'invito del segretario pd Franceschini, parteciperà per la prima volta al 25 aprile. È una decisione che va giudicata positivamente perché in essa oltre che a un diritto si riconosce il dovere del presidente del Consiglio di celebrare assieme a tutti gli italiani la festa della Liberazione e i valori della Resistenza, dell'antifascismo e della Costituzione. Ma quando aggiunge che lo farà perché di questa festa non se ne appropri soltanto la sinistra il premier rivela di essere ancora lontano da una autentica maturità democratica e storica. Più fallace di lui si dimostra il ministro della Difesa Ignazio La Russa.

    La Russa, uno dei neofascisti sdoganati da Berlusconi, dichiara che "i partigiani rossi meritano rispetto ma non possono essere celebrati come portatori di libertà", cioè fra i fondatori della democrazia italiana. È difficile capire su cosa si basi l'affermazione di La Russa dato che il Partito comunista italiano che organizzò e diresse i partigiani rossi, meglio noti come garibaldini, fece parte e parte decisiva dell'Assemblea costituente da cui è nata la Repubblica democratica.

    Che i comunisti italiani abbiano scelto la democrazia invece che la dittatura potrà sembrare ai loro avversari una scelta opportunistica, obbligata dai rapporti di forza in Europa e nel mondo ma si prenda atto anche da chi avrebbe preferito un esito diverso che essa ci fu e fu per i comunisti italiani vincolante. Gli storici non hanno ancora fornito la prova di chi fu la responsabilità di questa scelta: se fu decisa da Stalin o dalla Internazionale comunista di cui l'italiano Palmiro Togliatti era un autorevole dirigente, ma l'accettazione da parte comunista della divisione del mondo in due sfere di influenza fu un dato di fatto accettato sin dagli anni della guerra di Spagna, riconfermato nell'incontro fra i vincitori della guerra contro la Germania nazista e rispettato anche dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria.

    Fosse interprete del pensiero politico di Stalin o convinto della necessità di convivere con le grandi democrazie occidentali Togliatti, arrivato in Spagna durante la guerra civile, dettò i tredici punti di una costituzione che sarebbe entrata in vigore a guerra finita di chiara impostazione democratica: autonomie regionali, rispetto della proprietà e della iniziativa privata e dei diritti civili, libertà di coscienza e di fede religiosa, assistenza alla piccola proprietà, riforma agraria per la creazione di una democrazia rurale, rispetto delle proprietà straniere non compromesse con il nazismo, ingresso della Spagna nella Società delle nazioni. Naturalmente già allora gli avversari dei comunisti dissero che era una scelta tattica in attesa della rivoluzione, ma una scelta vincolante come si dimostrò in Grecia quando i partigiani rossi di Markos e il loro tentativo di impadronirsi del potere furono abbandonati alla più dura sconfitta. Che la scelta democratica fosse valida nella Repubblica fu chiaro quando tutte le fiammate rivoluzionarie della base comunista, dall'occupazione della prefettura di Milano a quella del monte Amiata dopo l'attentato a Togliatti, furono spente dalla polizia diretta da Scelba senza reazione del partito.

    Possiamo dire che le affermazioni di La Russa sull'inaffidabilità democratica dei partigiani rossi sono un processo alle intenzioni smentito dal rispetto alla Costituzione dei comunisti italiani, che al contrario dei neofascisti alla Borghese o delle trame nere, non hanno mai progettato colpi di Stato e si sono schierati con decisione contro il terrorismo delle Br. Ma c'è un'altra ragione, anche essa storica, per dissentire dalla dichiarazione di La Russa ed è quella di considerare il movimento partigiano garibaldino come un tutt'uno con il partito comunista e il partito comunista come la stessa cosa di una dittatura stalinista. Procedere per generalizzazioni arbitrarie è un cattivo modo di fare la storia e anche la politica.

    Chi ha conosciuto il movimento partigiano nella sua improvvisazione e varietà estrema sa bene che diventare un partigiano rosso non era sempre una scelta politica, ideologica, che si andava nelle brigate Garibaldi per molte ragioni non politiche, perché erano fra le prime formatesi o le più vicine, le prime che si incontravano fuggendo dalle città occupate dai nazifascisti magari per raggiungere dei conoscenti, degli amici. Si pensi solo al comando garibaldino piemontese, che si forma in valle Po con gli ufficiali di cavalleria della scuola di Pinerolo che seguono Napoleone Colajanni, nome partigiano Barbato, perché loro amico non perché comunista, o gli altri che in Val Sesia vanno con Cino Moscatelli perché è uno della valle come loro non perché è comunista.

    Così come noi delle bande di Giustizia e Libertà nel Cuneese che non avevamo mai sentito parlare del partito di azione e del suo riformismo liberal-socialista, ma che eravamo compagni di alpinismo di Duccio Galimberti o Detto Dalmastro. Nella guerra partigiana prima veniva la sopravvivenza, la ricerca delle armi e del cibo, poi sul finire arrivò anche la politica, ma le ragioni di lealtà e di amicizia restarono dominanti per cui egregio ministro La Russa mi creda ma per uno che è stato partigiano le differenze di cui parla non ci sono state. Per venti mesi, per tutti, la ragione di combattere era la libertà.

    massimo74 - Wed 22/04/2009 or 11:03

    Non mi trovo molto d’accordo sulla tesi sulla quale si muove l'"inchiesta" dell' Espresso secondo la quale se qualcuno crede che alcune cose vadano migliorate e si batte per questo, scaturisce la conseguenza che obbligatoriamente non debba comportarsi in quel dato modo, almeno fino a quando quel cambiamento non è ancora avvenuto, e se la normativa glielo permette naturalmente.

    Non ci tengo proprio ad apparire come il difensore di Brunetta, tuttavia l'inchiesta mi pare in proposito un po’ approssimata e generica.

    Mi spiego meglio con qualche esempio:

     

    - Se Brunetta crede – a mio avviso giustamente- che le consulenze siano numericamente troppo elevate e la spesa a carico delle amministrazioni esageratamente ingente, da questo non mi pare possa discendere che egli personalmente non abbia dovuto accettare consulenze da una pubblica amministrazione.

     

    - Se poi non vince il concorso per Roma Tre e solo dopo anni riesce a entrare a Teramo non vedo quale sia il problema. Semmai vuol dire che almeno a Roma non è entrato per le grazie di qualcuno, a Teramo chissà (ma in questo caso l’espresso non ci dice nulla di più). Inoltre non vedo come chi non vince tutti i concorsi non possa ritenersi meritevole anche di un nobel. La storia è piena di geni che non erano il massimo neanche a scuola. Personalmente non vedo un Brunetta vincitore di premio Nobel, ma se lui ha questa alta reputazione di se stesso….

     

    - Ammettiamo che la Legge vigente preveda – forse giustamente o forse no- che dei rappresentanti statali possano viaggiare con le compagnie di linea e che un eventuale viaggio in low cost abbia come risultato un rimborso della differenza. Ma se fosse così sarebbe la Legge a dover essere modificata (e io nel caso specifico non ne sono molto convinto) e molto meno la colpa di Brunetta che viaggia con la rain-air e prende il rimborso.

     

    - Se poi Brunetta ha comprato un rudere e lo ha trasforma in villa non vedo quale sia il problema se non si dimostra che quello compiuto è un atto che va contro la Legge. L’Espresso però non dice nulla  e siccome credo che abbia fatto le dovute verifiche sono portato a pensare che l’azione sia stata regolare. Che poi il Sindaco di quel paese sia stato chiamato a collaborare da Brunetta non riesco a vederla come dimostrazione lampante di uno scandalo. Forse qui si può azzardare ad immaginare un qualche legame tra i due casi, ma insomma…forse l’Espresso, se di Espresso si tratta, ha perso un po’ di smalto rispetto alle inchieste di una volta.

     

    Massimo de Simone

     

     




    Kla - Wed 22/04/2009 or 11:54

    Massimo, diciamo che l'Espresso, con il taglio di chi vuole vendere più giornali, ha messo insieme una serie di coincidenze ed alcuni comportamenti che sono legali ed anche secondo me semmai occorrerebbe modificare qualche normativa e/o legge per evitare che chi potendo scegliere conoscendo le leggi scelga di fare ciò che più può fargli comodo nell'ambito di leggi approssimate.

    Comunque sia sembra che nel trovare scorciatoie per se stesso e per i suoi amici di Ravello Brunetta si sia dimostrato maestro, cosi come si è rivelato maestro nel trovare scorciatoie che gli facessero fare carriera non per merito ma per conoscenze, alla faccia della tanto da lui decantata meritocrazia che gli altri (non lui) devono dimostrare per far carriera.

    Per quanto riguarda l'assenteismo al Parlamento Europeo di Brunetta pari al 47%, ovvero il minimo indispensabile per avere lo stipendio completo è un dato di fatto non una coincidenza e di questo dovrebbe vergognarsi come un fannullone visto che gli piace tanto parlare di fannulloni che per lui sono sempre gli altri, lui dal suo pulpito ha potuto fare ciò che vuole.

    Claudio Ennas


    massimo74 - Wed 22/04/2009 or 17:28
    Si Claudio, su questo sono d'accordo con te.

    Kla - Sat 25/04/2009 or 11:28
    25 Aprile festa della LIBERAZIONE dai fascisti e dai nazisti.

    - Sat 25/04/2009 or 16:42
    http://www.parvapolis.it/page.php

    Salvatore - Sat 25/04/2009 or 18:44

    Pubblico (in inglese, scusate!) un articolo del Financial Times del 25 aprile 2009, pag. 18, che, parlando di trasporto aereo, fa in realtà un ampio e spietato ritratto dei nostri mali nazionali.

     

    Shortfall that can't be shrugged off

     

    By Tyler Brûlé

     

    It's no secret that this column has been having a rather long-running on/off, on/off affair with Italy. When things are going well we get on beautifully because it's hard not to be attracted to all of those small family businesses that have been honing their services and products for generations; it's difficult not be intoxicated by an afternoon spent on a sleek Italian boat cutting its away along the Amalfi coast. And then there are all those simple little things like the humble corner bar that pours the perfect cup of coffee and serves up the best fresh pressed orange juice.
    When things derail, it's because the simplest procedures can become ridiculously complicated. A recent attempt to purchase a pre-paid wireless card took on the same level of difficulty as applying for a visa to North Korea as it involved passports, php


    Kla - Sat 25/04/2009 or 21:53

    - Mon 27/04/2009 or 07:35

    Si devono rispettare tutte quelle persone che in base ad una idea (anche sbagliata) hanno dato le loro vite e questo vale sia per i partigiani che per i giovani della Rsi che credevano in una idea e per essa sono morti o che alla stessa sono rimasti fedeli. Alla redattrice dell'articolo su Parvapolis che sicuramente non leggerà ed a cui non importerà nulla voglio comunque dire che la guerra è la cosa peggiore che esista e che da ambo le parti molti hanno dato sfogo al peggio di se ciò non toglie che il 25 aprile è la "Festa della Liberazione" ricorda la fine del periodo nazi-fascista e, appunto, la liberazione dell'Italia dalla dittatura e la vittoria dei Partigiani antifascisti che organizzarono la Resistenza per riconquistare la libertà e la democrazia.
    Proprio il 25 aprile 1945 è la data simbolo che poi è servita per gettare le basi per una nuova democrazia.

    I Partigiani erano uomini, donne, ragazzi, soldati, sacerdoti, lavoratori, operai, contadini, socialisti, cattolici, comunisti: insomma, gente di diverse idee politiche o fede religiosa, e di diverse classi sociali, ma che avevano deciso di impegnarsi in prima persona (rischiando la propria vita) per porre fine a quello stato di cose e fondare in Italia una democrazia, basata sul rispetto dei diritti umani, della libertà individuale, senza distinzione di razza, di idee, di sesso e di religione.

    La Costituzione Italiana attuale, nata dalle idee di democrazia e di libertà degli antifascisti, fu elaborata negli anni successivi proprio da quegli uomini che avevano lottato contro il fascismo. Si dice, infatti, che la nostra Costituzione è figlia della Resistenza antifascista

    La "Festa del 25 aprile" può anche essere chiamata anche Festa della Libertà: è un'occasione per ricordare che la libertà non è un valore gratuito che esiste automaticamente o una condizione che si mantiene da sola.

    La libertà va difesa giorno per giorno: ancora oggi, nella nostra nazione, esistono persone e politici che non sempre agiscono nel rispetto della libertà e della democrazia e tutti noi dobbiamo tenere sempre gli occhi ben aperti se vogliamo custodire questo bene prezioso che garantisce alle persone di vivere al meglio possibile.

    Si sta cercando di confondere le idee, usando la parola "libertà" e la denominazione di "Festa della Libertà" con significati che non hanno alcun riferimento ai valori del 25 Aprile ma si rifanno solo al nome di un partito politico.

    Il presidente Napolitano ha affermato la storia del 25 Aprile è chiara e definita e quei valori sono in vigore per tutti (anche per chi li misconosce, non li condivide o per chi è ignorante di storia).
    La Costituzione della Repubblica Italiana vale anche per loro la Festa della Liberazione è di tutti.

    E ribadisco piaccia o meno la Costituzione Italiana è nata dalla Resistenza e dall'Antifascismo.

    A chi non sa questo (o finge di non saperlo) non sa nemmeno che cosa sia il 25 Aprile e perché lo si festeggi ogni anno ed a questi occorre spiegarlo. 


    - Sun 03/05/2009 or 08:56

    http://www.ilmessaggero.it/articolo.php


    Kla - Sun 03/05/2009 or 10:15
    Nauseanti personaggi fra compromessi e convenienze di ricche miserie e di meschinità esibite con una non celata goduria del massimo cialtrone esistente al mondo.

    - Mon 04/05/2009 or 11:41
    http://www.ilmessaggero.it/articolo.php

    - Fri 08/05/2009 or 11:50
    Ascoltando distrattamente il Tg ho sentito che sono stati nominati non so quanti altri "ministri" e/o "sottoministri" : hanno aspettato che gli italiani si distraessero con la quotidiana cronaca delle emergenze fittizie, o dimenticassero  quanto ci hanno "sfranto i maroni" in campagna elettorale, ed anche dopo, sbandierando a gran voce la necessità di ridurre ministri e ministeri "aumentati a dismisura" dal precedente governo??

    - Sat 09/05/2009 or 09:35

    Queste sono proprio belle lascio a voi ogni commento

     

    da Il Tempo

    «Esodo» di consiglieri verso l'Udc

    Comune  In arrivo tre «cirilliani» Callegari, Besantini e forse Lucantonio Carnevale «blocca» Catani e Palombo

     

    Marco Battistini Da due a otto consiglieri. L'Udc si appresta a diventare il secondo gruppo consiliare al Comune. Le scosse delle ultime settimane stanno provocando un terremoto di vaste proporzioni nella politica latinense. Ad Aprile si è delineato l'asse Forte-Cirilli, mentre quasi contemporaneamente Catani e Palombo hanno deciso di approdare nello scudocrociato. In queste ultime ore si assiste ad un effetto domino. Eleonora Besantini, consigliere della seconda circoscrizione ed Ettore Callegari, presidente della commissione urbanistica della circoscrizione centro, hanno annunciato il passaggio dal Pdl all'Udc. Callegari è uomo vicino a Corrado Lucantonio, consigliere comunale del Pdl e vice-presidente della Fondazione Teatro. Anche per lui si prospetta un approdo verso lo scudocrociato. A quanto sembra, lo «tsunami» politico potrebbe materializzarsi in tempi rapidi. Il capogruppo consiliare, Massimiliano Carnevale, non vuole rompere il giocattolo, «frenando» i malumori emersi nei giorni scorsi. Catani e Palombo per ora non si muovono. Ieri Carnevale ha rotto gli indugi, firmando la candidatura alle provinciali per il collegio di Latina centro. È senza dubbio la figura emergente del partito. Resta semmai da vedere se e quanto potrà funzionare la convivenza con i nuovi entrati (Fabio Cirilli, Manlio Scalzi e Maurizio Scalia, mentre Domenico Bonanni è più vicino al Pdl). Il capogruppo Udc aveva posto il problema dell'accettazione del programma del sindaco Zaccheo. Per ironia della sorte, presto il primo cittadino potrebbe vedersi all'interno della propria maggioranza, quelli che sono stati i suoi principali oppositori. Dalle ultime comunali sembra essere passato quasi un secolo...

     

     


    - Mon 11/05/2009 or 06:27

    Maroooooooooooooooooooooo  che confusione gente del centrosinistra che va a destra (Vitali con Lista Cusani), gente di destra che va al centro, gente di centro che va a destra, manca solo gente di destra che va a sinistra (per ora no ma se cambia il vento vedrete), che non si fa per uno scranno. Mi vengono in mente i vari proclami "Mai più (oppure MAI) con quelli" MAI DIRE MAI.

     

    Da Il Tempo

    Bonanni e Spolon verso il Pdl L'Udc si divide in tre «correnti»

    ComuneAielli sia pur «bacchettato» finisce nel mirino del Popolo della Libertà L'asse Forte-Cirilli domina nello scudocrociato. Carnevale con le spalle al muro

    Marco Battistini È destinata a cambiare ulteriormente la mappa politica del consiglio comunale di Latina. Il terremoto degli ultimi giorni ha prodotto di fatto un duopolio nel centro-destra, fra Pdl e Udc. Ma guardando con attenzione la composizione delle liste per le provinciali non c'è dubbio che esce più forte il Popolo della Libertà. Il partito unico nei giorni scorsi aveva perso Andrea Palombo, ma è destinato nel breve-medio termine ad acquisire nelle proprie file, due esponenti dell'opposizione: Domenico Bonanni e Paolo Spolon. Il primo si è attivato per inserire nella lista Cusani un suo «fedelissimo»: Lorenzo Marini. Il secondo è addirittura candidato nella circoscrizione di Latina norde, sempre nella lista del presidente. Ma i nuovi ingressi potrebbero non fermarsi qui. In lista d'attesa ci sarebbe anche Alessandro Aielli, «bacchettato» (la legenda narra di un duro faccia a faccia con Enrico Tiero a via Costa sabato mattina, ndr) per l'inserimento del suo braccio destro, Gino Di Prospero nelle liste Udc (candidatura abortita nell'arco di poche ore). Appare chiaro come il Pdl si rafforzi a dispetto della campagna acquisti dei suoi alleati. Fra questi non c'è dubbio che ci sia l'Udc. Il gruppo consiliare dello scudocrociato potrebbe presto toccare quota otto membri. Ma di fatto il partito è già diviso in tre fazioni. L'asse Forte-Cirilli appare inattacabile e prossimo a rivestire un ruolo egemonico a Latina. L'alleanza fra la famiglia Carnevale e le new entry Catani e Palombo è andata in crisi prematuramente, dopo il dietrofront su alcune candidature. Il capogruppo in carica può consolarsi con la prospettiva di un buon successo elettorale. Nel collegio di Latina centro, Massimiliano Carnevale è in grado anche di catturare voti moderati in uscita dal Pd. Nella zona Gionchetto-Pantanaccio l'Udc schiera Ettore Calligari (ex Pdl), capace di ufficializzare il suo ingresso nel nuovo partito giovedì, per poi entrare addirittura in lista dopo neanche 48 ore. Dietro quest'operazione, in molti giurano che sia lo zampino di Corrado Lucantonio. A pensar male si fa peccato, ma a volte...


    Kla - Tue 12/05/2009 or 18:57

    Non è uno SCHERZO c'è in Italia chi pensa di candidare Berlusconi al NOBEL del 2010 per la PACE e fra le assurdità occorre anche sostenergli le spese.

    Sul sito http://silvioperilnobel.sitonline.it/ creato per l'occasione sta scritto:

    "Per sostenere con un'oblazione le spese per la promozione della candidatura di Silvio Berlusconi al Premio Nobel per la Pace potrai farlo con carta di credito, cliccando sul bottone a sinistra, oppure effettuando un bonifico bancario intestato al Comitato della Liberta, presso IWBANK..."

     


    Salvatore - Sun 24/05/2009 or 09:28

    Avete letto "la Repubblica" di oggi? Certo è un giornale di sinistra e ce l'ha a morte con Berlusconi! Ma, signori miei, in un paese civile, per un fatto del genere, per aver ripetutamente mentito in modo così spudorato e palese, Berlusconi sarebbe stato soggetto ad "impeachment", sarebbe stato destituito dalla sua carica, sarebbe stato processato e mandato in galera. Solo per questo fatto! non voglio nemmeno entrare nel merito di tutto il resto!

    Nella nostra italietta furbetta e malandrina invece c'è qualcuno (più della metà, uno sparuto gruppetto di circa 30.000.000!!) che considera questo modo di fare come ua dimostrazione di virilità latina che non si piega ai soliti musoni malcontenti che vorrebbero che la legge venisse rispettata. Huffa, che noiosi!

    Dove potrà mai andare un paese così assortito?

    Salvatore 


    Kla - Sun 24/05/2009 or 15:31

    Ecco cosa scrive il quotidiano la Reppublica : http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-2/parla-gino/parla-gino.html


    giucap - Mon 25/05/2009 or 08:29

    Condivido la sostanza del ragionamento di Salvatore.

    Aggiungo che l'anomalia italiana a mio avviso prescinde dalla dicotomia destra-sinistra, ma riguarda i concetti di legalità e sopratutto di etica. Quest'ultimo termine qui da noi ha invece assunto il carattere di provocazione inaccettabile e quasi di blasfemia se associato al mondo politico. E il bello è che la maggioranza dei cittadini sembra si sia allegramente assuefatta a questa situazione.

    Che La Repubblica sia il quotidiano che più di altri stia evidenziando tale anomalia è un fatto. Ma anche altri organi di stampa più moderata (Corriere, La Stampa, Messaggero) hanno sottolineato i fatti. Se pensiamo che lo scoop della balla sparata dal Premier (mai incontrata la ragazza senza i genitori) è stato messo a segno da un patinato più che moderato (Oggi), anche a qualcuno dei fedelissimi potrebbe venire il dubbio che non si tratti di campagna denigratoria, e quindi forse il solito abusato atteggiamento vittimista potrebbe stavolta non bastare più, anche se nutro poche speranze.

    Di questi argomenti infatti non interessa un fico secco (spero La Russa mi perdoni per la citazione) a nessuno, questo anche è un fatto. La cosa che più mi fa arrabbiare (per restare nel tema della cena del 6/6) è che questi stessi signori senza vergogna vogliano decidere della mia vita, dichiarandola a me indisponibile.

    Non ho alcuna risposta alla domanda di Salvatore, anche se ho paura che siamo solo all'inizio e quindi la direzione presa dal Paese sia tristemente chiara.

    Giulio

     


    - Mon 25/05/2009 or 10:39
    Oltre la menzogna, la cosa  preoccupante in questa vicenda sono i "fiancheggiatori", che continuamente "giustificano" comportamenti a dir poco dubbi...Stamattina ascoltavo le   risposte  che il cavaliere  potrebbe dare alle domande di "Repubblica", approntate da quel grande esempio di coerenza che è Giuliano Ferrara, che suggeriva al presidente di rispondere con tutta una serie di "non mi ricordo...che importanza ha...non è vietato dalla legge" e soprattutto, in definitiva, che "i fatti personali nulla hanno a che vedere con  la cosa pubblica"!!! Io su questo non sono affatto d'accordo...è vero che la morale di questa gente è a dir poco mooooolto elastica (ovviamente per quando riguarda loro, perchè per il "popolo", se continua così, decideranno anche quando potrà andare al gabinetto..), ma le persone sono quello che fanno, anche quando non sono sul palcoscenico!! Ed io provo una certa vergogna che il mio paese sia governato da un soggetto che, dalle parti delle sue recenti frequentazioni, non esiterebbero a definire "rattuso" !!!!

    Kla - Mon 25/05/2009 or 13:53

    Non è solo la stampa italiana a chiedere di rispondere a colui che si sente tanto indisturbabile visto il ruolo pubblico che occupa e le leggi che si è fatto per non essere processato.

    Malgrado i suoi comportamenti vengano giudicati dal mondo poco rappresentativi e di cattivo esempio continua imperterrito con le sue bugie e le sue smentite.

    Siamo arrivati alla smentita della smentita.

    Ecco l'articolo che riporta quanto sul caso da parte della stampa estera:

    http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-2/stampa-estera/stampa-estera.html


    - Tue 26/05/2009 or 06:39

    L'idea di cambiare e riformare la pubblica amministrazione da chi non viene condivisa, ma tra quello che viene detto e quello che viene scritto e fatto c'è solo lo smantellamento non la resa efficente di ogni sistema di controllo, dei servizi al pubblico e dei servizi sociali (es togliere il giorno di riposo per donazione sangue) d'altra parte mediaticamente non c'è partita ma guardate chi taccia tutti di FANNULLONISMO indubbiamente ci sono e vanno estirpati ma "Il pesce è marcio dalla testa"

     


    Allegato: 4222_86463532381_71253357381_2358701_2459352_n.jpg

     

    troppo lavoro tra porta a porta, l'era glaciale ecc ecc ci si stanca e cosa c'è di meglio per un economista del sonnifero Marcegaglia che chiede interventi concreti all'assemblea di Confindustria


    giucap - Wed 27/05/2009 or 09:11

    Riporto un articolo di Dacia Maraini pubblicato su Corriere.it di oggi.

    La cosa meravigliosa (cioè che desta in me meraviglia) è che le donne di questo strano Paese correranno in massa a confermare la fiducia al giovane premier, naturalmente così come i maschietti che, quando si parla dell'argomento, si danno di gomito e fanno l'occhiolino. E comunque la maggioranza, di qualunque sesso e preferenza politica, in cuor suo giudicherà secondari gli argomenti portati dalla Maraini al termine del suo intervento.

    Giulio

    Ora dico: solidarietà a Veronica

    Cara Veronica, questa lettera giace sul mio tavolo da settimane. Mi tratteneva il riserbo di fronte a una persona riservata come lei. Ma quando ho letto che si sente sola e abbandonata ho pensato che era giusto comunicarle pubblicamente la mia solidarietà. Che le assicuro è la solidarietà di molti italiani, sicuramente più di quanti lei sospetta. La mia è una solidarietà impregnata di indignazione. Il linciaggio nei suoi riguardi, soprattutto dai giornali vicini a suo marito, è feroce, rancoroso e punitivo. Vorrei ricordare loro che la brutalità che usano, oltre a colpire lei, ferisce tutte le donne.

    Perché denuncia una mentalità razzista, un atteggiamento culturale offensivo nei riguardi dell’altro sesso. Come a dire: tacete e state a casa.

    Qualsiasi prepotenza o abuso denunciate certamente sarà per ragioni volgari: gelosia, invidia, paura di perdere potere e denaro.

    Purtroppo non si tratta di una novità: sta montando di questi tempi una nuova misoginia, fatta di una falsa ammirazione per le bellezze femminili che nasconde aggressività e disprezzo.

    Un virus insinuante che ha contagiato, oltre una quantità di settimanali e di giornali anche molto linguaggio della classe politica, e appare tutti i giorni, brillante e festosa, in tante trasmissioni che entrano nelle case italiane.

    Come interpretare questa rabbiosa intolleranza verso il genere femminile? Forse le donne stanno diventando troppo brave: le migliori nelle università, le migliori nella pedagogia scolastica, le migliori in tante professioni. Questo certamente mette in discussione la supremazia culturale maschile che per molti deve rimanere alla base del rapporto fra i sessi. Altrimenti «botte», come strillano i prepotenti. Anche nel suo caso si sta ricorrendo alle «botte» mediatiche. Perché taccia.

    Cosa conta la sua dignità, il suo pensiero, le sue preoccupazioni di fronte a un marito che, secondo lei, è caduto in preda a una erotomania senile?

    Più i giorni passano e più risulta chiaro che le parole dure ma limpide da lei pronunciate non solo dichiarano il vero, ma rivelano solo una parte della gravità della situazione. Un uomo dalla grande responsabilità politica che si è esposto gridando e minacciando la propria moglie che lo redarguisce e gli chiede con fermezza il divorzio non è né dignitoso né onorevole. Qualcuno ha strillato al tradimento, qualcuno alla calunnia, qualcun altro al moralismo bigotto. Ma tutti sanno che un uomo che rappresenta una nazione non può comportarsi come un cittadino qualsiasi.

    La sua condotta deve, non dico essere esemplare, tutti possono sbagliare, ma non può trascurare la trasparenza. Doppiezza e menzogna sono pericolosi per un governante, in quanto si prestano ai ricatti. I cittadini hanno il diritto di sapere se un loro governante sia in condizioni gravi di doppiezza e ricattabilità. Questo non significa fare del moralismo, come è stato scritto, ma credere in una tenuta pubblica che deve suscitare stima e fiducia.

    Dacia Maraini
    27 maggio 2009


    giucap - Wed 03/06/2009 or 15:02

    Siamo o non siamo la repubblica dei sondaggi?

    Piccola perla del solito Gramellini su "La Stampa".

    Giulio

    Sogno o sondaggio
    Il futuro lo hanno ucciso in tanti, ma di una cosa sono sicuro: tutti gli assassini avevano un sondaggio in mano. Manager, giornalisti, politici: da anni nessuno osa assumere un'iniziativa senza l'avallo del più ingannevole rivelatore della volontà popolare. Secondo l'ultima di queste trappole, commissionata dal quotidiano Usa Today, la maggioranza degli americani è contraria alla chiusura del carcere di Guantanamo. Immagino che, opportunamente titillata, risulterebbe favorevole anche al taglio delle mani per i ladri. Ma dove sta scritto che la spinta emotiva del Numero debba guidare le scelte di una nazione o di un'impresa? Il popolo dei sondaggi è il popolo del qualunquismo, perché è chiamato a dare, in un istante, risposte semplici a realtà complesse.

    Il sondaggio ha paura del futuro, quindi è lo strumento ideale per questa dittatura dell'eterno presente in cui ci troviamo impastoiati, con una classe dirigente debole e piaciona che non ha capacità di visione né coraggio di innovare e trova nelle opinioni conservatrici del pubblico un alibi alla propria ignavia. Il sondaggio rappresenta la negazione della democrazia: le elezioni servono per delegare ad altri il potere di assumere decisioni informate, ma il sondaggio ritira la delega e la restituisce a chi non ha tempo e strumenti per esercitarla. «Le riforme vanno realizzate un attimo prima che i cittadini si accorgano della loro necessità», diceva Cavour, che se avesse consultato sondaggi non avrebbe certo fatto l'Italia, né tante altre cose che gli sono venute anche meglio.


    - Fri 05/06/2009 or 13:49

    Date un'occhiata a questo episodio del film "Signore e signori..buonanotte!" del 1976 ...e ditemi a cosa (o a chi...) vi fa pensare!!

     

    http://www.youtube.com/watch?v=euZRB-QzK6A


    - Sun 07/06/2009 or 09:42

    Fra le tantissime simili...l'opinione di Saramago su chi ci rappresenta....

    http://www.elpais.com/articulo/internacional/cosa/Berlusconi/elppgl/20090606elpepuint_16/Tes


    - Tue 09/06/2009 or 13:01

    Visti i risultati delle elezioni c'è da crederci...perchè la platea rumoreggia????

    http://www.ilmessaggero.it/articolo.php

    - Tue 16/06/2009 or 12:20

    Interessante....

    L CASO. "Cittadinanzattiva" studia il lavoro degli onorevoli
    Alle Camere radicali e Italia dei valori sono i più stakanovisti

    Parlamento, la classifica dei fannulloni
    "I più inefficienti sono sui banchi della destra"

    Donne più operose degli uomini: Napoli maglia rosa alla Camera e Poretti al Senato
    di CARMELO LOPAPA


    Parlamento, la classifica dei fannulloni
    ROMA - Pochi stakanovisti e un esercito di "fannulloni", direbbe Brunetta. Che stanno soprattutto a destra. Per non dire che con le pagelle scolastiche reintrodotte dalla Gelmini (da 0 a 10), solo il 2,6% dei parlamentari (16 deputati e 8 senatori per la precisione) sarebbero promossi al secondo anno di legislatura.

    Il primo anno si archivia così, con insufficienze a go-go: poco presenti, poco attivi, poco propositivi. Con gli onorevoli di opposizione a salvare la faccia. Le donne, come sempre, meglio degli uomini. E col dato più avvilente a fare da sfondo: un Parlamento ormai in ginocchio, ridotto a ratificare decisioni già adottate a Palazzo Chigi: in un anno, 61 ddl presentati dall'esecutivo trasformati in legge (90%), a fronte dei soli 7 di iniziativa parlamentare (10%).

    La fotografia dei primi dodici mesi di vita delle Camere l'ha scattata l'"Osservatorio" composto da Cittadinanzattiva (movimento che dal '78 promuove i diritti dei cittadini e dei consumatori), Controllo cittadino e Openpolis. Le 32 pagine del rapporto 2008-2009 sulle attività parlamentari - che sarà presentato oggi - misurano con grafici e classifiche l'efficienza di gruppi e singoli. Un "indice di attività" elaborato in base a una serie di parametri: quante volte ogni parlamentare è stato primo firmatario o cofirmatario di un atto legislativo o ispettivo, quante volte relatore di un progetto di legge, quante volte è intervenuto in aula o in commissione, quante volte presente alle votazioni. Cosa si scopre? "Emerge molto chiaramente che i deputati dell'Italia dei valori sono i più attivi tra tutti i gruppi presenti alla Camera", su una scala da 0 a 10, la loro media di attività si attesterebbe attorno al 3,57. Sotto la sufficienza, ma meglio degli altri. Seguiti dal gruppo della Lega (2,67) e dal Pd (2,65).

    Stesso discorso al Senato, anche lì in testa i dipietristi, seguiti però da Udc e Pd. In entrambi i rami del Parlamento, il principale gruppo di maggioranza, il Pdl, ha raccolto il grado di efficienza più basso, ultimo alla Camera (2,01) e penultimo (seguito dal solo misto) al Senato (0,67). Quozienti che si invertono, ed è facile immaginare il perché, se si passano ai raggi x le presenze in occasione delle votazioni: essendo la gran parte dei ddl di origine governativa, ecco che i deputati del Pdl sono risultati presenti all'83% delle votazioni, i leghisti all'86, i democratici all'81. Le donne hanno un indice di attività medio di 2,7, mentre gli uomini si fermano al 2,2. Tra le senatrici e i senatori "la differenza è ancora più marcata: le prime hanno un indice di attività di oltre 3 punti, mentre i senatori sono al 2". Stesso discorso per le presenze.

    E come alla fine di ogni anno scolastico che si rispetti, Cittadinanzattiva ha affisso i quadri con promossi e bocciati. Classifiche elaborate, anche queste, sulla base di quei criteri (presenze, firme agli atti, interventi, votazioni). Ed ecco allora la pidiellina Angela Napoli in testa ai virtuosi, affiancata dalla senatrice radicale-Pd Donatella Poretti (entrambe con un bel 10 per indici di attività). Maglia nera tra i "bocciati", invece, al coordinatore del Pdl Denis Verdini alla Camera e al senatore (anche lui pdl) Marcello Pera, che di Palazzo Madama è stato presidente. "È la prima volta che i cittadini accendono un faro sui lavori del Parlamento, basato su dati incontrovertibili e pubblici - spiega Antonio Gaudioso di Cittadinanzattiva - . È giunto il momento che gli elettori si assumano la responsabilità di verificare le attività delle istituzioni, tanto più utile nel momento in cui viene a mancare il rapporto diretto con gli eletti, ormai semplici nominati".
     
    p.s. Però c'è anche quest'altro.....

     http://www.corriere.it/politica/09_giugno_15/open_parlamento_statistiche%20_deputati_senatori_italiani_0a154792-59e1-11de-8980-00144f02aabc.shtml


    Vincenzo - Mon 13/07/2009 or 18:12

    Beppe Grillo si candida a Segretario del PD

    L'annuncio su internet accompagnato da un fotomontaggio di Marx: "Dopo Berlinguer c'è stato il vuoto". Il comico in precedenza aveva sempre detto di non voler entrare in Parlamento.

    Il comico genovese, a sopresa e stupendo i suoi fan, che sono anichiliti dalla sua decisione, apparsa sul suo blog, si candida a segretario del Pd-L, e parteciperà alla primaria di ottobre, per l’elezione del Segretario Politico del Pd, insieme a Bersani, Franceschini e Marino, candidati ufficiali del Pd. Vedremo se i vertici del Pd accetteranno la sua auto candidatura alla primaria. (Umberto Calabrese)

    Riportiamo integralmente il suo intervento:

    Beppe Grillo candidato alla segreteria del PD

    Il 25 ottobre ci saranno le primarie del PDmenoelle. Voterà ogni potenziale elettore. Chi otterrà più voti potrà diventare il successore di gente del calibro di Franceschini, Fassino e Veltroni. Io mi candiderò. Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c’è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini. Una sinistra senza programmi, inciucista, radicata solo nello sfruttamento delle amministrazioni locali. Muta di fronte alla militarizzazione di Vicenza e all’introduzione delle centrali nucleari. Alfiere di inceneritori e della privatizzazione dell’acqua. Un mostro politico, nato dalla sinistra e finito in Vaticano. La stampella di tutti i conflitti di interesse. Una creatura ambigua che ha generato Consorte, Violante, D’Alema, riproduzioni speculari e fedeli dei piduisti che affollanno la corte dello psiconano. Un soggetto non più politico, ma consortile, affaristico, affascinato dal suo doppio berlusconiano. Una collezione di tessere e distintivi. Una galleria di anime morte, preoccupate della loro permanenza al potere. Un partito che ha regalato le televisioni a Berlusconi e agli italiani l’indulto. Io mi candido, sarò il quarto con Franceschini, Bersani e Marino. Partecipo per rifondare un movimento che ha tolto ogni speranza di opposizione a questo Paese, per offrire un’alternativa al Nulla. Il mio programma sarà quello dei Comuni a Cinque Stelle a livello nazionale, la restituzione della dignità alla Repubblica con l’applicazione delle leggi popolari di Parlamento Pulito e un’informazione libera con il ritiro delle concessioni televisive di Stato ad ogni soggetto politico, a partire da Silvio Berlusconi. Temi troppo duri per le delicate orecchie di un Rutelli e di un Chiamparino. Ci sono milioni di elettori del PDmenoelle che vorrebbero avere un PDcinquestelle. Con questo apparato affaristico e venduto non hanno alcuna speranza. Il PDmenoelle è l’assicurazione sulla vita di Berlusconi, è arrivato il momento di non rinnovare più la polizza. Arrivederci al 25 ottobre!

     

     


    - Fri 17/07/2009 or 10:00
    Altro che terza, seconda o prima repubblica, qui non molla nessuno!!!!! Da "Repubblica" di oggi....

    Palazzo Madama cancella i viaggi gratis. Lettera degli ex senatori a Schifani
    "Un atto offensivo". Una delegazione a Palazzo Chigi: "Pronti a collaborare"

    Il contropiede di 307 ex parlamentari
    "Stop a tagli benefit, faremo i consulenti"

    di CARMELO LOPAPA

    ROMA - La carica dei 307 "ex" punta dritto su Palazzo Chigi. Arzilli parlamentari di un tempo, capelli bianchi, ma nessuna voglia di farsi da parte, si preparano a difendere con le unghie i benefit di cui hanno goduto per una vita (viaggi gratis, essenzialmente) e che ora Camera e Senato si accingono a falcidiare. E per dimostrare di essere ancora "una risorsa della Repubblica" scrivono al governo Berlusconi, si mettono a disposizione e ottengono dal sottosegretario Gianni Letta il via libera al "reclutamento". Molti diventeranno consulenti. A titolo gratuito, si precisa, salvo eventuali rimborsi, ovvio.

    Nella squadra c'è di tutto. Ex comunisti e forzisti della prima ora, giuristi illustri, socialisti irriducibili e una schiera di democristiani. Tra i tanti curricula con annessa "competenza per materia" che planano sulla Presidenza del Consiglio quello dell'ex pm Tiziana Parenti (giustizia) e del sindacalista Giorgio Benvenuto (sociale), dell'uomo-pesce Enzo Maiorca (ambiente) e dell'ex vice presidente del Csm Giovanni Galloni (politiche istituzionali), passando per il dc Mario D'Aquisto e "il ministro degli esteri del Pci" Antonio Rubbi.

    L'operazione è condotta da quella sorta di sindacato che è l'Associazione degli ex parlamentari, presieduta da Franco Coccia, Pci alla Camera dalla quarta alla settima legislatura (oggi siamo alla sedicesima). Rappresenta tutti i 1.550 che sono passati anche solo per pochi anni dal Parlamento e che percepiscono il vitalizio. La lettera al premier Berlusconi è datata marzo 2009, quando è iniziata a circolare soprattutto al Senato l'ipotesi dei tagli poi varati effettivamente da Palazzo Madama a partire dal gennaio 2010 sul milione 726 mila euro speso ogni anno per telepass, biglietti ferroviari e voli gratuiti degli ex. Loro non si perdono d'animo e scrivono a Palazzo Chigi: "Mettiamo a disposizione della Presidenza colleghe e colleghi che hanno maturato nelle vesti di parlamentari, ministri e sottosegretari esperienze e conoscenze. Un'offerta a costo zero - continua la lettera del presidente Coccia - avanzata anche per mettere in luce come il ruolo dell'ex parlamentare deve essere una risorsa per le istituzioni". Il 27 aprile e poi ancora il 18 maggio, il sottosegretario Gianni Letta risponde e accoglie a braccia aperte. Ringrazia per l'offerta di "consulenza gratuita" e chiede che vengano "indicate le singole professionalità ed esperienze maturate per indirizzarle nei settori di specifica competenza". E così, l'Associazione si mette in moto, avverte tutti i suoi iscritti, sollecita curricula e alla sede di Piazza di Campo Marzio a Roma ne arrivano 307. Adesso, racconta Coccia, saranno spediti al governo i nominativi con le relative "competenze": "Sarà il Dottor Letta a scegliere quanti e quali nomi, con piena discrezionalità".

    Ma gli ex non si sono fermati lì e sono passati al contrattacco. Hanno fatto leva sul disco verde incassato per inviare una lettera di fuoco alla presidenza del Senato, "rea" di aver infierito coi tagli che anche la Camera potrebbe far propri. Titolo: "Solidarietà, non discriminazione". Nella nuova missiva di poche settimane fa, esprimono "viva amarezza e delusione" per la scure che garantirebbe una "irrisoria economia" (1,7 milioni). Lamentano di non essere stati consultati e soprattutto l'"iniqua e punitiva discriminazione" subita: "La totale soppressione (dei viaggi gratuiti, ndr) ad eccezione dei senatori dell'ultima e penultima legislatura, è del tutto inaccettabile". Tanto più - è la stoccata finale - che "ha trovato accoglimento da parte del sottosegretario Letta la nostra disponibilità: siamo pronti a fare altrettanto con le presidenze delle Camere". E poi, concludono gli "ex", "ci rivolgiamo a voi senatori affinché sia mantenuto quel vincolo di solidarietà che ha sempre legato i colleghi di ieri e oggi". Chiaro il monito: ricordatevi, un giorno sarete quello che noi siamo.


    Vincenzo - Sun 19/07/2009 or 06:13

    Grillo sì, Grillo no. Alla fine il Grillo è saltato dentro. Da giorni il mondo della politica, più o meno vicino al Partito Democratico, si è diviso sulla posizione da assumere nei riguardi del comico genovese dopo la sua richiesta di iscrizione. A sparigliare le carte è stato il signor Andrea Forgione, 45 anni, coordinatore del circolo Pd “Martin Luther King” di Paternopoli, piccolo paese della provincia di Avellino. Forgione oggi ha deciso di iscrivere Grillo al partito contravvenendo al diktat inviato da Roma nei giorni scorsi e che vedeva una netta chiusura da parte dei vertici del partito.

    Grillo ha però deciso altrimenti e non si è fermato di fronte alle prime ostilità, ottenendo l'agognata tessera. Adesso gli rimangono solo due giorni per raccogliere le firme necessarie e tentare la corsa allo scranno di segretario nazionale. Non sarà così semplice riuscire in questo anche a causa della chiusura nei suoi confronti.

    repubblica.it

     


    renatosd - Mon 20/07/2009 or 09:30

    ricevo questa riflessione dal gruppo "Diritto di resistenza" di facebook a cui sono iscritto, condividendola ed essendo in tema ve la rendo nota:

    Il comico (al) partito democratico
    Un comico voleva candidarsi alla presidenza del partito democratico. Glielo hanno impedito. Glielo hanno impedito non perchè fosse un comico ma perchè pensavano vincesse.

    Questo ha cambiato la dinamica della rappresentazione: non è più la storia di un comico che si candida alla guida del PD. Ma è la storia di un comico PD che ha paura che un comico sbaragli i suoi leaders (leaders.... si fa per dire naturalmente).

    Nell'agguerrita competizione, non tra il vecchio e il nuovo, ma in puro stile itaGliano tra il vecchio e il molto vecchio, si inserisce un comico sessantenne che risulta essere il nuovo che avanza. E questo "nuovo che avanza" terrorizza il vecchio e il molto vecchio che si alleano per eliminarlo.

    Ora chi non è ingenuo capisce bene questa dinamica. Il vecchio e il molto vecchio si giocavano il partito a testa o croce. E non vogliono arrivi un terzo a soffiarglielo. Questa è la situazione reale raccontata con il mio noto cinismo. Purtroppo il partito dove questo si svolge e stato incautamente battezzato: democratico.

    Ed in un partito "democratico" se un comico sessantenne ha più consenso di tutta la dirigenza del partito stesso dovrebbe semplicemente venire eletto e sostituire questa dirigenza.

    Ovviamente se venisse eletto. Ma il partito democratico in itaGlia è comico proprio per questo: perchè ha una dirigenza sicura che un comico verrà eletto al posto loro.

    Marco Resistenza


    giucap - Mon 20/07/2009 or 12:55

    A me questa storia di Grillo non appassiona.

    I giudizi di vecchio e più vecchio, contrapposti al "nuovo" Grillo mi lasciano molto perplesso.

    Premesso che non ho ancora capito quali siano le differenze tra il trio al momento candidato (oltre a vecchio e più vecchio c'è il dottore, non giovane neanche lui ma vuoi vedere che non si cita perché potrebbe quasi sembrare "nuovo"?), mi sorge il dubbio che tutto il can-can sia studiato ad arte per sparare sulla croce rossa (l'agonizzante PD, intendo).

    Perché se c'è uno statuto che impone di non accogliere adesioni di concorrenti politici, piaccia o non piaccia penso vada rispettato, almeno fino a quando non verrà cambiato.

    Se, per esempio, il nostro giovane Premier chiedesse la tessera del PD e, una volta ottenuta, raccogliesse le firme per concorrere alla guida del Partito, a voi sembrerebbe logico? Con lo strano meccanismo delle primarie che solo il PD ha, dove qualunque elettore può scegliere il leader del secondo partito italiano (indipendentemente dal fatto che poi sia anche solo disposto a votarlo, quel partito), secondo me il Cavaliere avrebbe buone possibilità di successo. Magari lascerebbe la reggenza del PdL al fratellino Paolo (sai che novità!), e ci troveremmo i Berlusca Brothers  alla guida dei due principali partiti italiani.

    Vabbè, magari il giorno dopo ci sarebbe la fondazione di una nuova forza politica, ma sai che smacco?!? E tutto per la bizzarra regola delle primarie aperte; a confronto del partito di maggioranza relativa con un "padrone" formalmente confermato a vita per acclamazione da delegati dallo stesso convocati, si fa proprio la figura dei "vecchi".

    Comunque, qui mi sembra che si continui a parlare di persone, ma di politica nemmeno l'ombra.

    Giulio

     


    Kla - Mon 20/07/2009 or 15:22

    Premesso che di ciò che vuole, che dice e che fa Grillo e da un pò che non sono interessato, credo che il punto non sia quello di cercare di rinnovarsi tra vecchi nuovi e giovani ma vecchi o vecchi ma molto giovani.

    Condividendo parte di ciò che ha detto Giulio, il nuovo rinnovamento passa proprio dalla politica che nessuno vuole più fare. La politica che porterebbe ANCHE a riflettere seriamente sulle obsolescenze di cui bisogna liberarsi. Persone superate come ad esempio D'Alema e Rutelli (vi risparmio l'intera lista) dovrebbero capire da soli o essere aiutati a farlo che è arrivato il momento di lasciare spazio a chi ha ancora voglia ed entusiamo di far politica con la "P" maiuscola. La politica che ascolta, interpreta e considera le persone.

    Salutoni


    - Wed 12/08/2009 or 14:29

    Ma perchè ogni cosa che viene dal Centro-Sud se i risultati sono migliori del Nord deve essere per forza farlocca, taroccata ma i valutatori, ispettori che dir si voglia dell'Invalsi sono in tutta Italia ad osservare e fare in modo che vegano svolte regolarmente io a questo punto mi rifiuterei di svolgerle da Roma in giù

    Da repubblica.it

    SCUOLA & GIOVANI

    La valutazione della prova nazionale svolta da tutti gli studenti di terza media
    Ne uscirebbero in testa i meridionali, ma i dati sono stati "aggiustati"

    Test Invalsi, i più bravi al Sud
    "Ma hanno copiato" e vince il Nord

    La decisione dei valutatori dopo il riscontro di "anomalie" che dimostrerebbero
    "comportamenti opportunistici". Così la graduatoria è stata invertita
    di SALVO INTRAVAIA

    Gli studenti meridionali sono i più bravi d'Italia. Anzi, no: sono i più scarsi perché, nel compilare il test nazionale, hanno copiato o i prof li hanno aiutati. E' questa la prima lettura del report appena pubblicato dall'Invasi (l'Istituto nazionale di valutazione del sistema scolastico nazionale) sul test a carattere nazionale, che gli studenti di terza media hanno compilato durante l'esame finale di giugno. Il punteggio "grezzo" per area geografica non lascia spazio a dubbi: in Italiano sono in testa i ragazzini del Centro seguiti da quelli meridionali, ultimi si piazzano gli alunni delle regioni del Nord. In Matematica per gli studenti meridionali le cose vanno ancora meglio: sono in testa, seguiti da quelli e del Centro e dai compagni settentrionali.

    Ma, secondo l'Invalsi, le prove compilate dai ragazzini delle regioni al di sotto della Capitale sono "anomali". "Ad un primo sguardo - si legge nel rapporto - i risultati complessivi sia della prova d'italiano che di quella di matematica non sembrano mettere in luce differenze molto rilevanti all'interno del Paese. In entrambe le sezioni della Prova nazionale il Nord, inteso nel suo complesso, sembra conseguire risultati leggermente inferiori al resto del Paese, mentre le restanti aree non paiono differire in modo significativo". Possibile? Ed ecco che i dati si invertono.

    "Ancor prima di analizzare i dati presentati nelle tavole - continua il dossier - è importante verificare se ed in quale misura i risultati rilevati diano qualche indicazione di comportamenti opportunistici". In poche parole: di prof che aiutano gli allievi nelle risposte o di studenti che si aiutano copiando ed insegnanti che stanno a guardare. Ma non si era detto che al Nord ci sono tantissimi (troppi) professori meridionali? Al Nord i prof meridionali non aiutano gli studenti e al Sud gli stessi "terroni", per usare un vocabolo che sta a cuore agli esponenti del Carroccio, danno una mano ai propri alunni? O è anche possibile ipotizzare che gli alunni del Sud sono più furbi di quelli del resto d'Italia?

    Ma, se la matematica non è un'opinione, i dati vanno sgrossati dalle furberie. "Il suddetto controllo - spiegano dall'Invalsi - è stato effettuato adottando una metodologia statistica articolata e analitica volta all'individuazione dei dati anomali e della loro conseguente correzione (hard clustering)". Ma anche applicando la complessa metodologia statistica i conti non tornano. "Tuttavia - proseguono gli esperti - , questo metodo non supera totalmente il problema della presenza dei dati anomali e non è in grado di tenere conto di nuance diverse con le quali le anomalie si possono presentare".

    Ed ecco la soluzione al dilemma. "Per questa ragione è stata adottato un 'approccio sfuocato' (fuzzy logic) in grado di fornire ad ogni studente un coefficiente di correzione attenuando così in maniera considerevole l'incidenza di comportamenti opportunistici". Solo dopo la complicata elaborazione dei dati si giunge alla tabella dei "punteggi medi corretti". Che, finalmente, ristabilisce i "reali valori" in campo: primi i ragazzini nel Nord, secondi i compagni del Centro e buoni ultimi quelli del Sud.

    E se l'anomalia venisse spiegata diversamente? Nelle elaborazioni Invalsi i risultati vengono anche disaggregati in base all'origine degli alunni: italiani (autoctoni) o non italiani. I punteggi degli alunni stranieri, anche per via del test di lingua italiana, sono di gran lunga inferiori a quelli dei coetanei nostrani. E siccome nelle regioni settentrionali la percentuale di alunni stranieri è sei volte superiore a quella delle regioni meridionali. Perché i migliori risultati del Sud devono essere attribuiti a comportamenti anomali e non alla minore presenza di alunni stranieri?
    (10 agosto 2009)


    - Wed 12/08/2009 or 14:34

    Sfatiamo un mito per gli operai le gabbie salariali invocate dalla lega ssarebbero un vantaggio per il Sud da ansa.it

    Gabbie salariali: Cgia, vantaggi per il Sud
    VENEZIA - Per la Cgia di Mestre le gabbie salariali "esistono già" - dato che i lavoratori del Nord guadagnano mediamente il 30% rispetto a quelli del Sud - ma se introdotte per legge in Italia avvantaggerebbero i lavoratori meridionali. Lo sostiene il segretario degli artigiani mestrini, Giuseppe Bortolussi, ricordando che nei giorni scorsi Bankitalia ha affermato che il costo della vita è del 16% circa superiore al Nord rispetto al Sud.

    L'introduzione delle gabbie salariali, per il responsabile della Cgia, dovrebbe quindi "far recuperare ai lavoratori dipendenti del Mezzogiorno un differenziale oggi esistente con quelli del Nord di circa 14 punti, dato dalla differenza tra i maggiori livelli medi salariali e il maggior costo della vita presenti nel settentrione". Bortolussi propone anche la possibile alternativa alla gabbie salariali: "nei prossimi mesi - ricorda - circa la metà dei dipendenti italiani, pari a 12,7 milioni di lavoratori, sarà chiamato a rinnovare il contratto di lavoro. Grazie alla contrattazione di secondo livello si potranno aumentare i livelli salariali recuperando produttività e maggior costo della vita lasciando al sistema delle relazioni sindacali il compito di raggiungere questo obbiettivo".

    Quanto al pubblico impiego, sostiene il segretario della Cgia, "si possono invece inserire elementi di differenziazione salariale che vadano a vantaggio dei lavoratori del Nord".

    fine

    Il problema riguarda il pubblico impiego e secondo me non è che a parità di stipendio vengano date delle aggiunte dovute al maggiore costo della vita al Nord (pure Roma e le grandi città del sud mica scherzano) l'idea a mio parere è di ridurre gli stipendi dei dipendenti sudisti mica altro anche perchè sghei, bocchi, baiocchi NON CE NE SONO.

    Mi sbaglierò ma tutta sta ciofeca DURA MINGA


    Baol - Thu 08/07/2010 or 13:13

    Storie di ordinaria violenza: dopo gli aquilani respinti a suon di botte, anche alla Camera si fa tacere chi manifesta il proprio dissenso a suon di pugni! 

    dal quotidiano La Repubblica:

    La presidenza della Camera ha disposto "un'immediata istruttoria" in merito alla rissa scoppiata in aula durante l'esame del ddl Meloni sulle comunità giovanili. "In relazione agli episodi verificatisi questa mattina - si legge in un comunicato -, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha dato incarico al collegio dei questori di svolgere una immediata istruttoria e di riferirne gli esiti nel più breve tempo possibile all'Ufficio di presidenza per le conseguenti determinazioni".

    La seduta è stata sospesa dalla vicepresidente Rosy Bindi dopo lo scontro tra Franco Barbato dell'Idv e deputati del Pdl. Il deputato dipietrista ha avuto la peggio: raggiunto da un pugno, è  svenuto ed stato trasportato in ospedale con l'ambulanza. Ma anche Alessandra Mussolini, finiana e contraria al ddl Meloni, ha raccontato di essere stata minacciata da due deputati della maggioranza.

    Un'escalation a suon di insulti e spintoni che ha comportato l'intervento dei commessi. Mentre il ministro della Gioventù accettava il rinvio in Commissione affari costituzionali del ddl, Barbato, particolarmente critico sui criteri di finanziamento delle comunità giovanili stabiliti dal disegno di legge, è intervenuto accusando Giorgia Meloni di "volere questo provvedimento non per sostenere i giovani, ma la corrente politica sua e di Alemanno e dell'assessore Lollobrigida".

    Mentre Barbara Saltamartini del Pdl è immediatamente scattata per attaccare Barbato ma è stata trattenuta dai commessi, altri deputati del Popolo della Libertà si sono portati verso i banchi dell'opposizione ed è scoppiata la colluttazione. Dalle tribune si è visto Fabio Rampelli del Pdl impegnato in un corpo a corpo con un collega dell'Idv, mentre Maurizio Bianconi indirizzava un "pezzo di #CENSURA#!" a Barbato gridando a squarciagola.

    Dopo qualche minuto, e dopo aver invocato l'intervento dei deputati questori, la vicepresidente Rosy Bindi ha sospeso la seduta. I lavori sono ripresi dopo alcune decine di minuti, con l'avvertimento della Bindi: "Non intendo dare la parola a nessuno che voglia intervenire su quanto accaduto, che è molto grave. Rinvio ogni considerazione a una riunione di presidenza e alla capigruppo".

    Proprio il capogruppo di Idv, Massimo Donadi, ha riferito che Barbato "è stato colpito da un pugno al volto". Poco dopo, la conferma dal diretto interessato, raggiunto al telefono dall'Ansa. "Mi hanno dato un pugno in un occhio - ha raccontato il deputato di Idv -, ora esce sangue ed è tutto livido. Speriamo bene". Nel pomeriggio, la prognosi: quindici giorni per "trauma contusivo della regione zigomatica e all'occhio destro" e di "cefalea post-traumatica".

    La richiesta di acquisire i filmati della seduta è stata espressa da Donadi alla presidenza della Camera "perché vengano adottati provvedimenti disciplinari nei riguardi dei deputati violenti". "Erano una ventina i deputati, tutti Pdl e direi ex An, che si sono mossi contro Barbato. Abbiamo anche identificato chi lo ha colpito al naso, ma non diciamo il nome". "A prescindere dalla condivisione o non condivisione di quanto affermato da Barbato - aggiunge il capogruppo Idv - non ho rinvenuto espressioni o ingiurie che possano aver giustificato una reazione così forte e violenta".

    Scuse in aula dal capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, che per poco non è giunto alle mani con Marcello De Angelis. "Chiedo scusa per il gesto sbagliato di alcuni colleghi che hanno reagito ad una certa situazione - ha  detto Cicchitto rivolto all'emiciclo -. Lo faccio perché nella mia storia respingo la violenza e perché alle provocazioni che Barbato fa ogni giorno si risponde con intelligenza politica e senza cadervi".

    La "finiana" Alessandra Mussolini, una delle più ostinate avversarie del ddl Meloni, invece denuncia di essere stata minacciata dai deputati del Pdl Rampelli e Marsilio nel corso della rissa. "Mi hanno accusato di essere la responsabile di quanto accaduto perché ho contestato il provvedimento. Mi hanno detto: 'sei contenta?' e 'devi stare attenta'. Ma io mi chiedo: attenta a cosa? Uno non può contestare un provvedimento che dà milioni a sedicenti comunità giovanili mentre invece ha finalità politiche, come ha svelato la stessa Meloni?".

    Alessandra Mussolini ha fatto sapere di avere informato il presidente della Camera, Gianfranco Fini: "Gli ho detto che sono stati loro due, Rampelli e Marsilio. Gli stessi che si erano scagliati contro Barbato. Se veramente il ddl fosse stato apolitico non ci sarebbero state reazioni alle accuse di Barbato. Perché dobbiamo dare milioni a gente che occupa fabbricati quando invece gli adolescenti stanno fuori dagli istituti?".


    Vincenzo - Fri 13/08/2010 or 18:00

    TROPPE AUTO BLU

    Niente pià auto blu per ministri e sottosegretari: dovranno andarea al lavoro a piedi, in bus, metro o treno in 2 classe. E quanto deciso dal governo che, nel dare iniozio ai tagli della spesa pubblica ha voluto dare per primo il buon esempio.

    Mi dispiace ma la notizia si riferisce all' INGHILTERRA e non all'Italia.

    In Inghilterra le auto blu sono 55.000 in Italia invece continuano ad aumentare: nel primo semestre del 2010 il loro numero è aumentato da 607.918 a 629.120

    Um'auto blu costa circa 70.000 Euro l'anno che moltiplicato 630.000 fa........ 

    E io pago...........................


    Vincenzo - Sat 14/08/2010 or 08:32

    Ti hanno sospeso la patente perché hai bevuto troppo? Puoi guidare lo stesso, fino a 3 ore al giorno. E’ quanto prevede il cosiddetto “emendamento grappino” inserito nel nuovo codice della strada. Se superi il tempo consentito, nessuna multa. Risultato: puoi guidare con la patente ritirata per tutto il tempo che vuoi.

     

     


    Baol - Mon 11/10/2010 or 07:20

    Interessante questo articolo pubblicato ieri sul sito del quotidiano La Repubblica, anche nell'uso di Internet l'Italia "sta perdendo il treno"...

     http://stille.blogautore.repubblica.it/2010/10/10/il-conflitto-dinteressi-che-fa-arretrare-litalia/?ref=HROBA-1 

    Il conflitto di interessi che fa arretrare l'Italia 

    di Alexander Stille

    Qual è la nuova tecnologia più importante della nostra epoca? La tecnologia con più capacità di cambiare il nostro modo di comunicare, di divertirci, di fare commercio, di organizzarci politicamente? Sicuramente quasi tutti risponderebbero la rete Internet. Eppure nell’uso di questa tecnologia cruciale per lo sviluppo moderno, l’Italia è verso la fine della lista nella diffusione di Internet, rispetto ad altri paesi avanzati. La Germania è al 79.1%, l’Olanda al 88,6%, il Regno Unito all’82,5%, per non parlare dei paesi scandinavi come la Svezia al 92,5%, la Norvegia al 94,8% e l’Islanda al 97,6%. L’Italia è al 51,7%, molto sotto la Lettonia al 67,8% la Cecoslovacchia al 64,3%, la Slovenia al 64,8 ed è in compagnia di un paese dittatoriale come la Bielarussia al 46,2%, della Bulgaria al 47,5 , della Croazia al 50%.

    Come mai l’Italia sta perdendo il treno in questo campo così cruciale per lo sviluppo economico e culturale di un paese? Infatti, il governo Berlusconi, nonostante fossero stati stanziati 900 milioni di euro, ha tolto per ragioni economiche questi fondi, seguendo il piano di austerità del governo. Un risparmio sciocco nel contesto più grande dello sviluppo di un paese. Naturalmente viene da chiedersi se c’è un legame tra la lentezza nell’adozione della banda larga e la concorrenza potenziale della rete dei confronti delle televisioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

    È chiaro che la rete faccia paura a Berlusconi per molti motivi. Negli Stati Uniti, dove la banda larga è molto più diffusa, le grandi reti televisive stanno perdendo ascolti e l’attenzione della gente si sposta dalla televisione alla rete. L’esempio di Raiperunanotte in cui Michele Santoro ha dato una versione non autorizzata di Annozero, una trasmissione che Berlusconi non ha fatto misteri di voler chiudere del tutto, ha dimostrato il potenziale dei collegamenti via internet per bypassare i circuiti di comunicazione tradizionali. Il successo del no B-Day nel dicembre dell’anno scorso ha suscitato minacce di regolamentazione dei siti o di Facebook, con il protesto dell’attacco di uno squilibrato contro Berlusconi a Milano. La possibilità della banda larga di scaricare film e programmi televisivi è una minaccia puntata al cuore dell’impero mediatico di Berlusconi. Ed ecco che dopo cinque mesi in cui la poltrona di ministro per Sviluppo economico è rimasta vuota, dopo le dimissioni di Claudio Scajola dovute ad accuse gravissime di corruzione, chi nomina Berlusconi in questa posizione? Paolo Romani, un ex dirigente della Mediaset il cui compito principale in questi ultimi anni è stato quello di spingere gli interessi dell’azienda del Premier, di combattare la concorrenza di Rubert Murdoch, e che si è occupato appunto di banda larga e di frequenze televisive. “Con Romani, siamo al trionfo del conflitto di interessi” ha detto alla Camera l’altro giorno Massimo Donadi, il capogruppo dell’Italia dei Valori. “Berlusconi non solo ci ha messo 5 mesi per nominare un nuovo ministro, ma ha anche scelto il candidato meno adatto, l’uomo che è stato il braccio armato di Berlusconi nelle istituzioni, l’uomo al quale Berlusocni ha affidato la tutela dei suoi interessi, ora si occupa della banda larga e delle frequenze televisive”. Quindi sarebbe il ministro del non sviluppo economico, oppure lo sviluppo di un’azienda a scapito del resto del paese.

    Il conflitto di interessi di Berlusconi normalmente viene considerato nei suoi aspetti più vistosi. L’imputato Berlusconi che legifera su questioni di giustizia e depenalizza reati di cui è sospettato; l’imprenditore televisivo che tenta di chiudere i programmi Rai e tratta i direttori della Rete e i consiglieri della Agcom come dei suoi facchini personali; ma l’importanza e la gravità del conflitto si manifestano in mille decisioni più piccole che spessono sfuggono all’attenzione pubblica. Ma aiutano a capire perché l’Italia di Berlusconi rimane sempre indietro rispetto al resto dell’Europa.


    - Fri 04/02/2011 or 10:57

    Poveri noi!!!! 

    http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/11_febbraio_4/lazio-batte-germania-spese-sergio-rizzo-181397286330.shtml"0" width="1" class="foto-h-left" align="left">

    Mario Abbruzzese e la presidente del Lazio Renata Polverini (Jpeg)
    Mario Abbruzzese e la presidente del Lazio Renata Polverini (Jpeg)
    «A costo zero» significa che il direttore resta senza busta paga? Non sia mai detto... Ecco perciò che il 2 dicembre scorso l'ufficio di presidenza del Consiglio, composto dal presidente Mario Abbruzzese (Pdl) e dai due vice Astorre (Pd) e Raffaele D'Ambrosio (Udc), ha fissato il compenso: 30 mila euro l'anno. Lo ha fatto con il voto contrario del consigliere dipietrista Claudio Bucci. E scatenando le reazioni del Verde Angelo Bonelli, autore di una infuocata interrogazione. Anche perché il direttore altri non è che il capo ufficio stampa del Consiglio Regionale Nicola Gargano, pubblicista, in pensione da qualche mese. Pensionato, e subito nominato direttore. Una pensione dignitosa, a giudicare dalle dimensioni del suo stipendio: 204.470 euro e 77 centesimi. Una retribuzione superiore di quasi il 30% a quella che sarebbe toccata al governatore della California, se Arnold Schwarzenegger non vi avesse rinunciato con una motivazione di decenza: «Sono già abbastanza ricco».

    Immaginiamo cosa risponderanno a Bonelli. Magari useranno le stesse parole con cui Astorre aveva replicato a Francesco Di Frischia del Corriere nel bel mezzo delle polemiche: «Non sono certo questi gli sprechi che avvengono in Regione». Come dargli torto? Basta dare un'occhiata ai conti. Le spese per il Consiglio regionale, che già nel 2009 erano salite a 91 milioni, un anno dopo sono schizzate a 102 milioni. Un aumento di 11 milioni: il 12%. Alla faccia della crisi. E le previsioni per il 2011, sempre destinate in corso d'anno a decollare, parlano già di 103 milioni.

    Perché allora cercare il pelo nell'uovo? Con 30 mila euro si paga appena un mese d'affitto del megaufficio «di rappresentanza» di 600 metri quadrati in via Poli, a due passi da Palazzo Chigi. A Roma. Per un Consiglio regionale che ha sede a Roma? Proprio. Volete mettere la comodità di dare gli appuntamenti in centro anziché costringere gli ospiti di riguardo a sobbarcarsi il viaggio fino agli uffici di via della Pisana? Questo scherzetto è costato ai contribuenti 320 mila euro l'anno per 9 anni, fino a quando l'attuale amministrazione non ha deciso di disdettare il contratto, in scadenza il prossimo giugno. Totale: 2 milioni 880 mila euro. Il regalino risale al 2002, quando governava la precedente amministrazione di centrodestra, e presidente della Regione era Francesco Storace. Beneficiaria, la società Milano 90 dell'immobiliarista Sergio Scarpellini che affitta alla Camera e al Senato con il sistema del global service, cioè tutto incluso, gli stabili dove sono gli studi dei parlamentari. Con accordi tali che alla fine dei fatidici 18 anni del periodo contrattuale la sola amministrazione di Montecitorio avrà sborsato 652 milioni. Una cifra al cui confronto quella pagata dal Consiglio regionale del Lazio non è che una briciola.

    Magrissima consolazione. Prendiamo per esempio il consuntivo 2009, approvato qualche settimana fa. Le spese per le consulenze e gli onorari sono lievitate del 74% rispetto alle previsioni, da 6 a 10,4 milioni. Quelle per gli stipendi e le indennità dei consiglieri del 5,5%, da 19 a oltre 20 milioni. Gli stanziamenti per le spese di rappresentanza del presidente del Consiglio regionale sono passati da una cifra già astronomica di un milione e mezzo di euro a quella, siderale, di un milione 841 mila: 23 volte quello che tre anni prima aveva a disposizione il presidente della Repubblica tedesca Horst Kohler. Per non parlare del costo di «funzionamento» dei gruppi consiliari: più 12%, da 4 a 4,5 milioni. Siccome non è fissato un numero minimo di consiglieri per formare un gruppo, ognuno è libero di fare il proprio, autoproclamandosi capogruppo. Il che dà diritto a 7 assistenti, oltre all'auto di servizio, al telefonino e pure a un consistente aumento di stipendio: 891 euro e 50 centesimi netti al mese.

    Come sa bene Francesco Pasquali, che ha appena costituito in solitudine il gruppo di Futuro e libertà staccandosi da quello del Pdl. Di cui fa parte la sua compagna Veronica Cappellaro, giovane ex consorte del nipote del fondatore del Msi, Giorgio Almirante, sponsorizzata direttamente da Silvio Berlusconi. Caso non unico né raro, quello di un gruppo composto da un solo consigliere. Al Consiglio regionale del Lazio ce ne sono addirittura 7, compresi naturalmente quei 4 spuntati dal niente nei soli dieci mesi trascorsi dalle elezioni di fine marzo 2010. Oltre a Pasquali si sono messi in proprio Mario Mei (Api), Rocco Pascucci (Mpa) e Antonio Paris. Solitario appartenente, quest'ultimo, a un gruppo comicamente battezzato «Misto».

    Sergio Rizzo
    L'articolo sul Corriere della Sera di venerdì 4 febbraio a pagina 23

    Salvatore - Mon 31/10/2011 or 20:51

    ironico e vero

    http://www.carmillaonline.com/archives/2011/10/004082.html"http://www.carmillaonline.com/archives/Ingranaggi.jpg" border="0" alt="Ingranaggi.jpg" hspace="4" vspace="2" width="259" height="194" align="left" />Pace fatta fra i leader europei: finalmente è stato individuato l'autentico responsabile della crisi economica mondiale, che perciò dovrà pagarne tutte le spese.
    Tu.
    No, non è il solito ''tu'' retorico, si tratta proprio di te che stai leggendo.
    Sei licenziato.
    Alza il #CENSURA#, raccogli le tue cianfrusaglie, e levati dai coglioni.
    Sì, subito, i mercati non aspettano.
    No, non c'è più niente che tu possa fare per evitarlo, l'Articolo 18 è clinicamente morto. Ormai si tratta solo di staccare la spina, e il Vaticano non si oppone. Chiamalo pure Articolo Mortis.
    Cosa c'è, sei incazzato/a, anzi ''indignado'' come dite voi? Calmati.
    Ti sconsigliamo di scendere in piazza, ha piovuto, è allagata dal fango.
    Ti sconsigliamo di provare a bruciare un'automobile, sei così incapace che finiresti per bruciare la tua.
    Torna a casa, e accendi la Tv. Ci sono sempre in onda vari talk show, e in tutti c'è Sallusti. Terreo e ubiquo, come Padre Pio. Ascolta le sue sante parole, e vergognati.
    Tu sei un parassita. Un peso morto. Per anni hai preteso di essere pagato per lavorare, e persino di essere pagato dopo aver lavorato, ormai vecchio e inutile.
    Un sopruso che i mercati non intendono più subire.
    Il lavoro non è un diritto, è una merce. E tu non potrai più costringere nessuno a comprare la tua merce avariata.
    Tu non ci servi. Al mondo ci sono milioni di disperati pronti a strisciare per un decimo del tuo stipendio, tu non sei competitivo, sei un pessimo affare, anzi, sei proprio una patacca.
    Levati dai coglioni, e ringraziaci di non averti denunciato per truffa.
    Ringraziaci di aver difeso la libertà dei mercati, di aver trovato l'ingranaggio guasto che inceppava la meravigliosa macchina del Capitalismo.
    Tu sei il guasto. E sarai rimosso, in modo che la macchina del Capitalismo torni a macinare risorse umane e naturali a pieno regime.
    Il futuro di cui parli non ti è stato rubato, non è mai esistito. Tu non hai mai avuto nessun futuro. Tu sei un rudere, un fossile, un rifiuto tossico del passato da spazzare via.
    Sei un ostacolo al progresso, sei una zavorra per l'alta velocità. Sei la carcassa scheletrica del cane randagio che blocca la strada al SUV dell'avvenire.
    Raccogli le tue ossa marce, e sgombera.
    La pazienza del Capitalismo è finita.

    Pubblicato Ottobre 31, 2011 12:19 AM |

    Salvatore - Fri 27/04/2012 or 13:39

    Potrebbe essere questo uno dei motivi per cui l'Italia sta andando in malora?




    Salvatore - Tue 16/10/2012 or 11:36

    “Scaltritosi nel furto legale e burocratico, a tutto riuscirete fuorché ad offenderlo.

    Lo chiamate ladro, finge di non sentirvi. Gridate forte che è un ladro, vi prega di mostragli le prove. E quando gliele mostrate: Ah - dice - ma non sono in triplice copia!”.

    (Ennio Flaiano)


    Salvatore - Tue 12/02/2013 or 08:54





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