Piano Antenne a Latina, ancora nulla di fatto, i cittadini sempre piu’ bombardati dalle radiazioni

- Tra circa 6 mesi saranno passati due anni dall’evento organizzato dall’associazione Quartieri Connessi sui danni legati alle radiazioni
elettromagnetiche emesse dai ripetitori di telefonia mobile, dai telefoni cellulari e dai cordless.
Alla fine di quell’evento, al quale parteciparono diversi esponenti della nuova amministrazione comunale di Latina, alcuni esperti della materia provenienti da diverse città italiane, associazioni di medici e tantissimi altri cittadini, sembrava davvero di respirare aria di cambiamento, da lì a poco le cose sarebbero state certamente prese in seria considerazione, ne erano tutti convinti, sindaco, assessori, consiglieri, non avrebbero più esitato a dar seguito alla stesura e sottoscrizione dell’indispensabile PIANO ANTENNE. Inoltre, sarebbero partite campagne di informazione per tutti i cittadini di Latina e soprattutto quelle dirette ai più giovani, gli studenti di ogni ordine e grado che con il telefono cellulare ormai convivono.
Sembrava, dico sembrava, purtroppo…
Ad oggi, nulla di quanto promesso è stato realizzato.
Il piano antenne ancora non esiste ed il Comune di Latina è totalmente schiavo delle compagnie telefoniche che, oggi più che mai, potranno installare ancora moltissime antenne (vedi servizio Rai da link a fondo pagina) e continuare a fare campagne pubblicitarie spietate per invogliare sempre più tutti noi a vivere con il cellulare spalmato sulle orecchie.
Tutto ciò fa davvero rabbia perché in quella conferenza furono date tutte le indicazioni necessarie per far percepire a tutti i presenti la vera pericolosità dei danni da elettromagnetismo e dell’ uso smodato dei telefoni cellulari. Furono infatti riportati i risultati preliminari di alcuni studi come quello dell’Istituto Ramazzini di Bologna ( vedi ), di cui, ora che è stato raggiunto l’end point, ne ha dato ampia spiegazione anche il servizio RAI nella trasmissione Report di qualche giorno fa. In questi studi, condotti sui ratti, è stato dimostrata definitivamente la correlazione esistente tra insorgenza di alcuni tumori e tempo di esposizione ai campi elettromagnetici.
La triste realtà è che l’evento organizzato da Quartieri Connessi nel maggio 2017, non ha di fatto prodotto alcun risultato. Il piano antenne e tutto ciò che ne consegue, ancora non c’è.
Evidentemente le priorità sono altre, un “banale” neurinoma nel nervo acustico o un altro “tumoretto” nel cervello di qualche nostro figliolo, può non essere così importante da meritare un po’ di sana prevenzione…
Peccato.
Ferdinando Cedrone