Elettrosmog, salute e regolamentazione: il convegno

Il 5 maggio presso la Sala De Pasquale del Comune di Latina si è tenuto il convegno pubblico sul tema “Elettrosmog, Salute e Regolamentazione” organizzato dall’associazione Quartieri Connessi, con il patrocinio del Comune di Latina. Tema sensibile, attuale, che più volte in passato è stato portato all’attenzione della cittadinanza e delle amministrazioni comunali precedenti, dalla medesima associazione, come ha ben spiegato Ferdinando Cedrone presidente di Quartieri Connessi in apertura del convegno.

Già nel 2006 a seguito dell’installazione di quello che era stato inizialmente fatto passare come palo per l’illuminazione pubblica, invece poi rivelatosi un ripetitore di telefonia mobile, nel quartiere Q4, ben 11 anni fa, venne organizzato un incontro pubblico con il dott. Angelo De Blasio, allora primario di ematologia dell’ospedale Santa Maria Goretti, e con la presenza di consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Questo evento diede il via ad una serie di azioni con le quali si riuscì ad ottenere una determina dal consiglio comunale per arrivare alla realizzazione di un piano antenne nel Comune di Latina, con l’adesione al progetto PRAEET, piano di riassetto analitico delle emissioni elettromagnetiche territoriali.

La stampa locale si interessò molto alla questione con tutta una serie di articoli che annunciavano questo progetto, e si arrivò al 2008 con altri annunci dell’allora assessore all’ambiente, ciò nonostante il progetto si arenò. Nel 2013 anche altre associazioni ripresero il discorso interrotto, in particolare RinascitaCivile che organizzò un incontro partecipato sul tema, ciò nonostante ancora nel Comune di Latina non si produsse alcun risultato tangibile, e non si andò mai oltre le promesse e gli annunci.

Così sino ad oggi, per altri 4 anni ci siamo scontrati contro il muro di gomma di amministrazioni passate senza ottenere alcun risultato.

L’intento di questo convegno è esattamente quello di riprendere il tema in maniera fattiva e collaborativa con l’attuale amministrazione. Nessun intento allarmistico né contro la tecnologia che la società di oggi utilizza nella vita quotidiana, semplicemente la consapevolezza che questa tecnologia va armonizzata con la qualità della vita e utilizzata in modo da tutelare la salute pubblica, ponendo in essere regole e misure tali da attuare il principio della prudenza.

Il Sindaco si è detto favorevole e molto interessato a tutti i temi che riguardano la salute pubblica, non solo come primo cittadino, quindi responsabile della salute dei cittadini, ma anche in qualità di medico, sostenitore del principio di una corretta informazione, non atta a creare allarmismo ma vera consapevolezza. Il compito di una Amministrazione è appunto quello di agevolare questa informazione, ascoltando chi ha conoscenza ed esperienza di questa tematica ancora nuova che va quindi affrontata ponendo attenzione a tutte le emissioni elettromagnetiche.

L’assessore all’ambiente Roberto Lessio ha ringraziato l’associazione Quartieri Connessi, con la quale ha collaborato in passato da semplice ambientalista in diverse iniziative di valore. Ha ribadito che l’amministrazione comunale deve agire seguendo il principio di precauzione che è l’unico in grado di tutelare la salute dei cittadini. Proprio per questo il monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche è già stato inserito nel documento unico di programmazione, inserendo nello stesso anche altri tipi di inquinamenti minori. A tale proposito è stato già fatto un passaggio in commissione ambiente, per regolamentare questo aspetto. Occorre monitorare e conoscere tutte le fonti di emissione, al fine di valutare bene i rischi. Verificare tutte queste installazioni, presunti alberi o palme, antenne camuffate ce ne abbiamo tante nel nostro territorio comunale. Torneremo quindi in commissione ambiente a parlare di questo tema per evitare i rischi da sovraesposizione, soprattutto per la popolazione più esposta, ragazzi e bambini che non hanno alcuna percezione dei fattori di rischio. Dobbiamo fare un serio piano di intervento nelle scuole per far conoscere questo problema, senza generare allarmismo, solo consapevolezza.

Per ultima informazione l’assessore Lessio ha specificato che la maggior parte delle antenne sono su siti privati, il Comune ha in gestione solo 18 antenne, incassando attualmente 216 mila euro circa ogni anno. Questi soldi sono già destinati a prevenzione ambientale in senso generale, quindi sarà opportuno utilizzarli per fare in modo che queste installazioni vadano a rispettare quel principio precauzionale che deve tutelare i cittadini.

L’ing. Masdea esperto del settore, prof. Universitario, ha spiegato che non ci si deve preoccupare solo delle antenne ma anche del telefono cellulare. Oggi il telefono cellulare è un multifunzione, sostituisce tante altre apparecchiature, macchina fotografica, videocamera, calcolatrice, computer, lettore mp3 ecc. e l’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di cellulari, infatti i cellulari oggi hanno in buona parte sostituito il telefono fisso. Vengono poi molto usati già dagli adolescenti, quindi si dovrebbe fare una corretta informazione per fare prevenzione.

È difficile stimare le conseguenze sulla salute perché questa tecnologia è abbastanza recente per cui non c’è molta esperienza pregressa, e poi succede che in molti casi i controllati e il controllore sono la stessa cosa, ovvero che chi è interessato alla commercializzazione dei cellulari coincide con chi deve controllare gli effetti di questa tecnologia sulla salute, e questo è un fatto molto grave. In conclusione l’ing. Masdea ha illustrato quelle che possono essere le conseguenze delle microonde sul corpo umano attraverso una serie di sperimentazioni effettuate. I campi elettromagnetici possono essere molto dannosi per la salute umana in relazione alla loro potenza, ragione per cui l’introduzione di più impianti con micro-celle è auspicabile, poiché aumentando il numero di questi impianti la potenza si riduce.

Segue l’intervento del dr. Paolo Orio vicepresidente nazionale Associazione Elettrosensibili, fondata nel 2005, in ragione di un numero elevato di persone che soffre di questi disturbi.

Egli sottolinea come le due storiche sentenze di Ivrea e di Firenze, che hanno correlato l’uso del cellulare al Neurinoma, smentiscono tutte le dichiarazioni di una parte della comunità scientifica, che ha sempre negato la pericolosità sugli effetti non termici. Mentre un numero di scienziati e ricercatori indipendenti, quindi slegati da interessi economici del settore della telefonia mobile ci dicono il contrario, ovvero: c’è pericolosità anche sugli effetti non termici e quindi bisogna applicare il principio di precauzione, ben oltre quelli che sono i parametri stabiliti solo sulla base di effetti termici.

Lo stress elettromagnetico al quale siamo esposti in questi ultimi vent’anni mette a dura prova la capacità di adattamento del corpo umano producendo tutta una serie di conseguenze sulla salute. Il corpo umano è un sofisticato sistema elettronico, siamo governati da campi magnetici, cervello cuore muscoli, a determinate frequenze e a determinate correnti, immerse in un campo elettromagnetico esogeno, ed è chiaro che ci possono essere interazioni. Lo hanno detto migliaia di studi pubblicati su autorevoli riviste, per cui bisogna ridurre in modo significativo i limiti di esposizione perché questi effetti non termici si verificano a livelli che sono al di sotto dei parametri stabiliti.

Oggi non siamo tutelati dagli effetti non termici che producono infertilità maschile, danni al DNA, danni al feto in gravidanza, effetti cardiaci ecc. . Anche oggi si occultano informazioni e verità scientifiche. Secondo il dott. Orio è importantissimo il discorso della corretta informazione, della prevenzione, soprattutto nelle scuole, ed una regolamentazione che adotti il principio di precauzione, giacché il mantenimento della salute deve essere al di sopra di qualsiasi interesse economico.

Il dott. Guarino ematologo, vice presidente provinciale ISDE Medici per l’Ambiente, ha ricordato in breve la classificazione dei tessuti in stabili, labili e perenni. Oggi la scoperta della cellula staminale ci ha fatto capire che tutti i tessuti possono in qualche modo autogestirsi ed autodeterminarsi lì dove possa essere consentito loro di fare questo discorso, perché questo nostro organismo ha bisogno di essere lascito in pace, nel senso che ha dei meccanismi di ripresa, per cui il DNA si riesce a risistemare, ma ha bisogno di tempi e di non essere continuamente esposto e sollecitato. Il dott. Guarino ha inoltre evidenziato come ci sono dei momenti della vita importantissimi e determinanti, in particolare il periodo che va dal concepimento al compimento del quarto anno. Questo è il periodo più importante nel quale la genetica del bambino si mette in contatto con la realtà esterna, è il momento più delicato che può determinare la salute del futuro uomo o donna. A conclusione della sua breve relazione il dottor Silverio Guarino ha ringraziato l’Amministrazione perché come ISDE hanno potuto avere un appuntamento per giovedi prossimo, 11 maggio, in commissione ambiente, con l’assessore Lessio. La motivazione di questo incontro è legata alla notizia uscita il 15 febbraio scorso, nella quale l’ARPA ha dichiarato che sul territorio di Latina dal monitoraggio delle antenne effettuato risulta essere tutto a posto, mentre in realtà andando a vedere i numeri di questo monitoraggio ci si è resi conto che neanche il 40 per cento delle antenne è stato esaminato. Questo dato ci ha creato disappunto, ci ha fatto abbastanza arrabbiare, e ci ha portato a chiedere questo incontro, al quale l’Amministrazione ha subito risposto favorevolmente, poiché in qualità di ISDE vogliamo semplicemente essere coinvolti come fosse una conferenza dei servizi. Siamo persone interessate, il nostro intento non è quello di criticare ma di partecipare alle decisioni che riguardano la salute di tutti.

Interviene Salvatore Antoci, consigliere comunale, facente parte della commissione ambiente, che ha spiegato che il Comune di Latina ad oggi non ha un regolamento sulle antenne, è rimasta una bozza del 2005. Ad un piano antenne si stava lavorando nel 2007 e poi è caduto nel dimenticatoio.

Oggi il Comune non sa quante antenne ci sono sul territorio, a parte quelle poste su suolo pubblico delle quali si percepisce il canone di affitto, delle altre sappiamo un numero approssimativo. Peraltro sulle strutture metalliche si possono posizionare più antenne di diversi operatori, ad oggi non sappiamo esattamente quante sono. Attualmente la concessione per installare una nuova antenna viene trattata dal Comune come una sorta di concessione edilizia, l’operatore fa una richiesta e poi ottiene il parere dell’ARPA, quindi installa l’antenna. Nessuno della pubblica amministrazione fa una valutazione sull’opportunità e necessità di installare una nuova antenna. Da ora in poi noi vorremmo riappropriarci della sovranità per quanto riguarda il discorso delle emissioni elettromagnetiche. Il Comune deve esercitare questa sovranità attraverso un piano antenne, ben fatto, che si dovrà basare su tre pilastri:

  1. La salvaguardia della salute pubblica, il principio di precauzione di cui si è parlato ampliamente, individuando i siti sensibili, giacché per es. assurdo che vicino a una scuola vi sia un’antenna.

  2. La salvaguardia del decoro urbano. Antenne mascherate da alberi, da palme.. oppure edifici storici deturpati da selve di antenne non dobbiamo vederne più.

  3. La salvaguardia degli interessi del Comune, Quindi interessi collettivi, interessi economici, interessi di altro tipo. Oggi abbiamo una minima parte di antenne collocate su suolo pubblico, per le quali il Comune percepisce dai 9 mila ai 13 mila euro all’anno, e un numero infinitamente maggiore, che non conosciamo, di antenne che insistono su suolo privato. Per i quali i privati percepiscono il canone. Poiché queste antenne danno un servizio pubblico perciò non si capisce perché il canone debba essere percepito dai privati, ma soprattutto perché quelle collocate su suolo pubblico possono essere controllate, le altre chi le controlla?

A seguire interviene di Riccardo Ricci responsabile del progetto PRAEET, che ha esposto un progetto che era già partito su questa città e che poi come già detto si è arenato, ma è stato realizzato in altre città italiane.

Prende la parola il consigliere comunale, nonché dirigente scolastica, Marina Aramini, che ha parlato del mondo della scuola. Per la prima volta nel 98 il Ministero fece una circolare in cui era scritto che l’abitudine all’uso della telefonia cellulare si stava diffondendo da parte dei docenti, facendone divieto perché ciò recava disturbo.

Nel 2007 il Ministero, con Fioroni, visti i fenomeni di bullismo in forte incremento, emana un DPR che espressamente detta linee generali contro il bullismo, è il momento in cui comincia ad entrare anche il telefonino in questo discorso, quindi il divieto viene esteso anche agli alunni, ma è sempre considerato come disturbo, gli effetti sulla salute non sono minimamente presi in considerazione. Tra l’altro il sequestro del cellulare non si può fare perché sono stati condannati con varie sentenze quei dirigenti e insegnati che hanno requisito e messo il cellulare nel cassetto del preside.

Nel 2016 arriva un altro aggiornamento sempre legato al disturbo del cellulare, in relazione a fenomeni di bullismo, cyber bullismo e al discorso sulla privacy, ma ancora nessun riferimento alla salute. Anzi Davide Faraoni, che allora era sottosegretario alla salute del governo Renzi, intervistato asserì che “sarebbe assurdo vietare l’uso dello smartphone a scuola, perché ciò comporterebbe una vera e propria contraddizione, in quanto noi ci impegneremo e spenderemo per portare la banda larga e la fibra negli istituti scolastici” Si sa che nella scuola le nuove tecnologie sono sia un mezzo che un fine, ha bene esplicitato la Aramini, in quanto si deve insegnare, siamo nel mondo della conoscenza ed usiamo internet, devo utilizzare le lavagne interattive, il computer ecc. Chiaro che la legislazione deve cambiare, sia le famiglie che gli insegnanti e i ragazzi, devono essere coinvolti in un percorso condiviso. Fare informazione è necessario. Sono peraltro allarmanti i dati della ASL sui casi dei disturbi che si stanno verificando nell’infanzia.

La d.ssa Mobili, consigliere comunale si riporta a quanto detto dalla collega Aramini, perché questo campo è davvero minato e complicatissimo. Il problema dell’elettromagnetismo è importante, lo dice come medico ma anche come responsabile che ha aderito ad una rete che si chiama “Rete di città sane”. Come medico ginecologo si sente particolarmente coinvolta dalla problematica, perché un protagonista che subirà conseguenze da inquinamento ambientale è il feto. Noi non sappiamo che cosa succederà a questi bambini che adesso stanno nascendo e vivono sin dall’utero materno un ambiente che presenta delle criticità.

Consultando il sito dei medici, cliccando elettromagnetismo e gravidanza, si evince che sono presenti molti lavori, importante sapere cosa succede nei primi mesi di sviluppo e poi quale sia questo effetto cumulativo. Anche la questione dell’infertilità, indagini circa la connessione di esposizione a campi elettromagnetici ed aborto, ed anche anomalie dello sviluppo, disturbi dell’apprendimento, persino l’autismo.

Diciamo dunque alle mamme: vacciniamo i bambini, perché è meglio vaccinarli, ma toglietegli quel cellulare dalla testa.

In conclusione, sono chiari gli obiettivi e i propositi emersi da questo utilissimo dibattito, informare è responsabilizzare, tutelare la salute è il principio da applicare secondo un criterio di precauzione, che è prioritario rispetto a qualsiasi interesse economico.

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