• Senza categoria

La vera storia delle terme di Fogliano

Il volume dal titolo: sarà in libreria tra pochi mesi per raccontare una vicenda ai più sconosciuta. Furono in tanti a curarsi a Capo Portiere e ottenere ottimi risultati nei primi anni Cinquanta, dopo le accurate visite della dottoressa Rossi e del dottor Visioli, medici molto apprezzati in città. Nel volume sono raccolte le testimonianze di molti pazienti che si sono recati nello stabilimento termale di Capo Portiere per fanghi, inalazioni, bagni. Luigi Coletta, storico termoidraulico di via Romagnoli, ha raccontato per primo la sua esperienza, insieme ad altri pionieri. Nei pressi dell’idrovora di Capo Portiere, durante la perforazione per i sondaggi promossi dal presidente dell'Eni Enrico Mattei alla ricerca di gas o petrolio nella zona pontina – eseguiti dalla società Terni – si diffuse la notizia che un getto d’acqua solforosa bollente ad alta pressione fuoriusciva da un foro di diametro di 20 centimetri di un pozzo trivellato a 100 metri dalla spiaggia per una profondità di 1.100 metri.  Lo zampillo, alto 20 metri, alimentato giorno e notte, fu oggetto di curiosità e di attenzioni. La potenza, la quantità e la temperatura di quel getto erano tali che i tecnici perforatori non riuscirono a imbrigliarlo. Si disse che la sonda aveva sfondato una vena d’acqua chiamato fiume sotterraneo e non una falda. Non fu più possibile recuperare la sonda e abbandonarono il pozzo, lasciando questo getto aperto e inutilizzato. Al quel tempo il posto era poco abitato, gli unici fabbricati erano la casa cantoniera, l’idrovora adiacente l’osteria Zia Maddalena, un podere Onc, abitato dalla famiglia Pretto .  Dopo un’attenta analisi dell’acqua, eseguita dal professor Mario Talenti dell’istituto di Igiene dell’Università di Roma, si disse che le caratteristiche salsobromoiodiche erano utili per la cura delle malattie della pelle, eczema, psoriasi, reumatologiche.   Nel 1953 si costituì una società termale – la Siam – che, con la direzione del commendator  Cimaglia,   iniziò la costruzione delle funzionali cabine termali, complete di tavole per fangatura e vasche tuttora esistenti. Le terme di Fogliano funzionarono molto bene e furono aperte al pubblico pagante per due anni con eccellenti risultati.  In tanti, dopo aver girato mezza Italia per guarire da gravi malattie della pelle su tutto il corpo, guarirono totalmente grazie ai bagni in quest’acqua. La morte improvvisa di Salvatore  Cimaglia bloccò l’interessante iniziativa che finì  anche in seguito alla revoca della concessione mineraria alla Società Italiana Acque Minerali, per motivi di pubblica utilità, da parte del Comune di Latina. E’ svanito un progetto che avrebbe potuto modificare l’assetto economico di Latina, una stazione idrotermale di grande importanza rimane un sogno nel cassetto in un posto meraviglioso del Centro Italia, dotato di mare, lago e posti incantevoli da visitare nelle vicinanze.

Potrebbero interessarti anche...

Nessuna risposta

  1. zampone ha detto:

    Credo che, un paio di anni fa, se ne sia parlato anche a Report; eventualmente si può chiedere sul sito Rai della trasmissione (io ho già chiesto, qualche settimana fa, il link sulla speculazione sulle farine). 

    Incidentalmente, è fallito il pastificio Agnesi (Silenzio, parla Agnesi) e così sta facendo la stessa fine un pastificio di Budrio (notizia pubblicata dal FQ on line, l'altro ieri; e, anzi, organizzate, come stiamo facendo a Modena, i gruppi d'acquisto per i "kit" (pacchi di acquisto) venduti via internet per salvare l'azienda.

    Tornando alle Terme, evidentemente non s'è capito che, intanto, quelle termali sono cure sperimentate in vari secoli; e poi, che portano occupazione, consistente occupazione, con tutto l'indotto facilmente immaginabile: trasporti, ristorazione, vendita prodotti, preparazione di unguenti, imbottigliamento delle acque termali, prodotti per capelli e tanto altro ancora; e, ovviamente, alberghi, B&B, pensioni e quant'altro si possa immaginare…

    Salsomaggiore, Porretta Terme, non è che siano come New York, eh, figuriamoci se non si può fare nulla a Latina…