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Resoconto incontro pubblico 18 gennaio 2014: Metro Leggera al capolinea?

La cronistoria per sommi capi la introduce Ferdinando Cedrone, moderatore dell’incontro intitolato “Metro leggera al capolinea?”, organizzato da RinascitaCivile.

Si tratta dell’opera più costosa in termini economici, seconda solo alla bonifica dell’Agro Pontino, inaugurata da fantomatiche pose della prima pietra, propagandata sin dal 2007 con l’esposizione di un vagone in piazza del Popolo, infiocchettato di rosso… e poi tanta disinformazione, tanti annunci, tante omissioni, un tram su gomma chiamato “metro”?, un concatenarsi di eventi (la sparizione di autobus ecologici acquistati dal Comune lasciati a marcire in un deposito, mai utilizzati), le mancate risposte da parte delle Amministrazioni Comunali, plurale doveroso, ci fa notare l’ing. De Simone, presidente del Comitato Metro Bugia, perché gli attori in fin dei conti non sono cambiati, diverse persone presenti nella precedente amministrazione sono le medesime che oggi ricoprono ruoli di governo della città.

Se non ci sono i soldi un’opera non si può fare, prosegue, questo è semplice logica, un piano economico finanziario funziona se le entrate e le uscite si pareggiano, ma quando in un piano le entrate sono “farlocche”, ovvero figurano delle entrate inesistenti a coprire spese ingenti, allora i nodi vengono al pettine. In buona sostanza il Comune di Latina commissiona un’opera facendo conto sul contributo economico della Regione Lazio, senza avere mai chiesto a quest’ultima se avrebbe erogato le somme necessarie così come inserite nel piano economico. Dunque le entrate sono inesistenti. Si possono coprire delle spese con delle entrate inesistenti? La Regione Lazio non si è mai pronunciata a riguardo, non ha mai preso alcun impegno, non ha mai dato alcuna risposta. Risultato: centinaia di milioni di euro mancano all’appello.

Il Comune ha firmato un contratto con la società MetroLatina sulla base di entrate che non ci sono, il Comune si è impegnato in una convenzione temeraria ed oggi cerca di spostare la responsabilità sulla Regione in maniera patetica. A confutare l’ultimo articolo apparso il 5 gennaio scorso sul quotidiano Latina Oggi ci sono tanto di prove documentate. L’articolo titolava: “I tagli cestinano la metro”, ma come giustamente sottolineato da Giulio Capirci, di
Rinascita Civile, non c’era nulla da tagliare, zero era e zero è rimasto ad oggi.

Uno zero spaccato. Si parla di milioni che ogni anno, per ben 30 anni, la Regione dovrebbe erogare per la metro leggera, l’articolo parla di 5 milioni, nella convenzione se ne indicano 7 di milioni, con una rivalutazione del 2%, secondo un’analisi dettagliata fornita da Giulio Capirci, si potrà arrivare in 30 anni ben oltre i 300 milioni di euro. Se si considera che la Regione Lazio attualmente eroga per il trasporto pubblico del Comune di Latina la somma di circa 2 milioni annui, si comprende come l’Amministrazione Comunale abbia tentato di costruire un grattacielo che poggia su dei pilastrini di argilla.

Perché mai la Regione Lazio dovrebbe erogare somme tanto più ingenti per la città di Latina, estremamente sproporzionate rispetto alle altre città del Lazio? Il problema, oltre che clamorosamente economico, diverrebbe anche politico, a che titolo la Regione si giustificherebbe rispetto alle altre città? Se la Regione non ha mai assunto l’impegno di erogare queste somme su cosa poggiava il progetto? E perché è stata firmata la convenzione dal Comune di Latina? Peraltro le banche senza l’impegno scritto della Regione non erogano alcuna somma.

La convenzione dunque è fortemente sbilanciata a favore del socio privato, Società MetroLatina, è una convenzione capestro e Giulio Capirci ne analizza i molteplici assurdi. L’obbligo di sottoscrivere un finanziamento in convenzione è sine die per il privato, il 40% è parte privata, e il privato può essere in qualunque momento inadempiente.

Nel contratto c’è una clausola di risoluzione che è tutta a svantaggio del Comune. Per il socio privato tutto ciò rappresenta comunque un buon affare. Si finirà per anni dentro un contenzioso che porterà comunque ad un esborso e il numero che è in ballo, nell’ordine dei 40 milioni di euro, è una cifra da Dissesto Finanziario per il Comune. Ecco il risultato della politica fatta in questo modo. Tutto ciò con una Politica accorta, con la diligenza del buon padre di famiglia, si sarebbe potuto evitare.

Oggi, conclude Giulio Capirci, possiamo solo sensibilizzare l’Amministrazione Comunale perché agisca per il suo, nostro vantaggio. Il contratto va gestito, la Pubblica Amministrazione che non gestisce il contratto perde sempre, questo è ciò che Rinascita Civile vuole sollecitare in questo incontro chiamando come interlocutori Comune e Regione, che però sono stati clamorosamente assenti.

Vero è che il Consigliere Regionale Enrico Forte aveva avvisato di non poter partecipare per un problema di salute ma, come giustamente evidenziato dal presidente di RinascitaCivile Damiano Coletta, avrebbe potuto inviare un documento scritto a mezzo di un suo rappresentante. Altro clamoroso assente l’Ing. Le Donne, il RUP (Responsabile Unico del Progetto) della metro, che pure aveva dato la sua adesione. Era presente l’avv. Mignano, unico presente a rappresentare il Comune.

Vista l’assenza dell’ing. Le Donne era stato concordato un suo intervento ma, al termine della relazione di Massimo De Simone, ha abbandonato la sala, sottraendosi ad un civile confronto, come è prassi normale in ogni democrazia che si rispetti.

Difficile è impegnarsi e portare discorsi supportati da studi, dall’impegno di una cittadinanza attiva, quando dall’altra parte gli interlocutori delle Amministrazioni Pubbliche latitano e, nonostante RinascitaCivile, che nasce nel 2010, abbia subito iniziato ad occuparsi della metro e delle sue gravissime implicazioni sulla cittadinanza, mettendosi subito in contatto con lo stesso De Simone, ad oggi trovarsi di fronte delle sedie vuote è un fatto gravissimo che ci indigna!

Peraltro, durante gli incontri con i candidati Sindaco organizzati da RinascitaCivile presso la sala del teatro D’Annunzio, tutti gli allora candidati, incluso l’attuale Sindaco Di Giorgi, si sono espressi dicendo che se non ci sono i soldi l’opera non si può fare.

Dopo le elezioni RinascitaCivile organizza un incontro pubblico e chiede all’Amministrazione Comunale una commissione mista tra Comune e Cittadini, per analizzare insieme le modalità per uscire da questa empasse della metro, arrivando ad una soluzione che limiti i danni.

Il Comune accetta a metà, infatti forma una Commissione nella quale non si fanno entrare i Cittadini. Risultato: la commissione si riunisce una sola volta senza produrre alcunché. I Cittadini sono stati lasciati fuori dalla porta, ridotti al ruolo di sole vittime di una cattiva amministrazione.

I Cittadini, sui quali questa situazione si abbatterà con tutte le conseguenze disastrose sulle loro vite, vengono privati del diritto a partecipare e, quando non vengono lasciati fuori dalla porta, sono costretti a confrontarsi con delle sedie vuote!

Francesca Suale

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